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Autore: clairemonchelepausini    11/04/2020    0 recensioni
|Klaroline| KlausCentred | CarolineCentred |
[Klaus/Caroline]
“Non è un segreto, Klaus e Caroline non facevano mai le cose come due persone normali, andavano controcorrente e dovevano far passare anni prima di convincersi che si appartenevano, che l’uno non poteva esistere senza l’altro ma, dopotutto è proprio per questo che noi ci siamo innamorati di loro.”
Raccolta di drabble, flashfic e one shot che narrano il mio amore per loro, fatto di piccoli momenti resi unici, di parole che sanno di promesse e di amore che durerà per sempre, senza ma e senza se.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NOTE
 Iniziativa: Questa storia partecipa all'evento Lock DEown a cura di We are out for prompt
★ Prompt/Traccia: Klaroline. “Non dimenticare. Nonostante i secoli, non farlo mai” di  Tania Desideri 
 
 





 
L’aria di primavera iniziava a farsi sentire e con essa arrivava anche uno degli appuntamenti che Caroline attendeva di più, anche se non lo avrebbe mai ammesso, nemmeno sotto tortura.
Aveva appena finito di sistemare e ordinare i documenti in base ai colori, ordine cronologico e ai vari gradi di necessità e permise a se stessa di rilassarmi.
Lasciò cadere le spalle sulla poltrona di pelle, chiuse gli occhi e aguzzò l’udito di vampiro per sentire anche il suono più piccolo, delicato come lo sbocciare dei fiori.
Era difficile che una cosa così banale la rendesse gioiosa, eppure sul suo viso spuntò un sorriso che svanì quando sentì dei passi farsi vicino.
Non aveva bisogno di aprire gli occhi per sapere a chi appartenessero, ma quando lo fece, si ritrovò uno sguardo forte, determinato e malizioso a puntarla.
«Ed io che pensavo di trovarti in atteggiamenti più compromettenti» affermò sarcastica la voce che apparì sulla soglia del suo ufficio.
«Klaus» farfugliò imbarazzata, sistemandosi velocemente sulla poltrona e lanciatogli un’occhiata furtiva.
Che cosa avrebbe dovuto dirgli?
Lui era là, vestito total black, in tutto il suo splendore con quell’atteggiamento strafottente e Caroline… lei l’unica cosa che pensava e che quel mattino non si era messa il giusto outfit.
«Stai già pensando a quello che è successo l’ultima volta?» domandò Klaus avvicinandosi ma mantenendo ancora le distanze.
«Dai ammettilo, sei tu che non fai altro che pensarci. È per questo che oggi, ti sei presentato qui, piuttosto che…», ma non fece in tempo a finire che fu interrotta di nuovo.
«No, love la verità e che mi sono stancato di nascondere quello che c’è tra di noi» rivelò l’ibrido facendo spalancare la bocca a Caroline mentre i suoi occhi si spaventano per ciò che quell’affermazione poteva significare.
«Che- che- che significa?» balbettò, alzandosi a passo vampiresco e raggiungendolo.
«Quello che ho detto»
«Non giocare con me» affermò dura Caroline, senza lasciargli il tempo di spiegarli e gli voltò le spalle.
Lei sapeva che era proprio dietro di lei, poteva fermarlo, lo avrebbe fatto ma quando le sue labbra si poggiarono sul suo collo ogni certezza svanì e la forza venne meno.
L’ibrido le mise una mano davanti, sulla pancia e con l’altra le sfiorava la guancia mentre continuava a riempire il suo collo di baci.
Quel bacio che tanto agognava arrivò brusco, feroce e lei non se tirò indietro, non voleva farlo.
Attorcigliò le mani dietro il collo di Klaus, spinse il proprio corpo verso quello di lui, gli passò la lingua sulle labbra e, stavolta, lentamente e con dolcezza lo bacio con più ardore e passione.
Agirono contemporaneamente tanto che Caroline si trovò con le spalle al muro, il corpo dell’ibrido schiacciato su di sé e desiderava che quel contatto fosse più intimo.
«Klaus» lo richiamò tra un bacio e l’altro ma lui era troppo concentrato a sfiorare il suo corpo, ancora e ancora formando piccoli cerchi sulla pelle scoperta.
«Ho soggiogato un giovane vampiro perché rimanesse di guardia» sussurrò sulle sue labbra sogghignando e senza attendere una risposta le catturò di nuovo le labbra.
Non ci furono bisogno di parole, nello sguardo che gli lanciò c’era rimprovero, ma quello che sovrastava quel sentimento era la richiesta di farla sua.
Giacevano sul tappeto dell’ufficio di Caroline, nudi, sudati ma soddisfatti e se ciò fosse avvenuto in un’altra vita lei, si sarebbe sentita in colpa e sarebbe scappata e, invece, lui non avrebbe nemmeno provato a rincorrerla.  Rimasti lì, per terra abbracciati capirono quante cose erano cambiate, quanto quei sentimenti che si ostinavano a negare con forza, alla fine erano stati gli stessi che li avevano spinti l’uno nelle braccia dell’altro.
«Questo non deve più succedere» lo rimproverò bonariamente girandosi e guardandolo negli occhi.
«Intendi qui o per oggi?» domandò sarcastico Klaus, conoscendo già la risposta.
Caroline si era appoggiata su un gomito per sollevarsi per parlargli ma non ebbe modo di farlo perché lui la precedette.
«Ci siamo persi prima di ritrovarci, ci siamo fatti la guerra prima di amarci e ci siamo odiati prima di fare la pace e, nonostante tutti gli errori, la vita ci ha insegnato a goderci dei momenti, a renderli unici e particolari e…» si prese un attimo e cercò di essere più chiaro possibile.
Non si era preparato nessun discorso, non ne doveva fare nemmeno uno e poi la vide, stretta a sé, con i capelli sparsi sul tappeto, le guance arrossate, le labbra gonfie e quegli occhi che sembravano supplicarlo.
«Non so cosa ci potrà riservare il destino, io l’ho sfidato più volte e adesso mi aspetto di pagare il prezzo più alto, ma fin tanto che sono qui, con te voglio che tu sappia che io sono tuo come tu sei mia. Possiamo anche prenderci in giro, ma lo sappiamo entrambi che lo siamo diventati il primo momento che il mio sguardo ha incontrato il tuo, anche se abbiamo fatto fatica a riconoscerlo. Non dimenticare. Nonostante i secoli, non farlo mai» confessò con lo sguardo sorpreso e la bocca spalancata da quelle parole che era stato lui, l’invincibile e il più temuto di sempre, a pronunciare.
«Klaus Mikaelson che fa il sentimentale» lo prese in giro lei, ma dietro quegli occhi che ridevano, ci stavano quelli che lo amavano.
 

 
 
   
 
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