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Autore: Oceyan    12/04/2020    3 recensioni
Mondo di New Horizons.
Domenica di Pasqua.
Aelith, pronta a iniziare una nuova avventura sull'isola di Larimar, inizia un nuovo capitolo della sua avventura: vivere la caccia alle uova pasquali. Divertendosi alle prese con quelle coloratissime uova, ricordi passati si fanno strada nella sua mente, io giocante e io personaggio fusi in un'unica coscienza alle prese con quelle reminiscenze e le emozioni da esse provocate.
Senza Ovidio, quei ricordi non sarebbero tornati a galla: per questo motivo, nasce nella protagonista il desiderio di ringraziarlo con una calorosa lettera.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Aelith, risvegliatasi con l'energia e la determinazione di ogni giorno, aveva messo piede fuori casa, richiudendo dietro di sé la porta di quell'abitazione che, fino a pochi giorni prima, non era altro che una piccola tenda datale con magnanimità dal signor Nook.
Quel giorno, l'atmosfera era particolare.
Consultato il Nook Phone, prima di uscire, aveva dato una sbirciata al calendario, scoprendo così di essere giunta al primo di aprile; una persona comune non avrebbe avuto bisogno di consultare quel piccolo apparecchio tecnologico, ma Aelith aveva memoria corta per questo genere di cose e la vita sull'isola, lontana dalla quotidianità urbana alla quale era abituata, non le era di aiuto.

“ È il primo di aprile... giornata di scherzi.
Che quest'atmosfera sia dovuta a ciò?”

A quel pensiero, succedette il ricordo dell'anno precedente.
La giornata degli scherzi e il gatto dal pelo bianco, pronto a portare scompiglio tra i residenti della città di Zephrya, della quale Aelith era stata sindaco per causa di forza maggiore, cioè il posticipato arrivo del sindaco successore di Tortimer.
Possibile che quel gatto, del quale non ricordava esattamente il nome, fosse sbarcato anche là a Larimar?
Far congetture le sarebbe servito a poco, per questo motivo si disse di smetterla con domande e pensieri, optando per l'azione. Si accertò di aver ben chiuso la porta di casa e si mise in cammino. Passo dopo passo, il bel paesaggio dell'isola monopolizzava il suo sguardo: i peschi avevano nuovamente i loro rosei e appetitosi frutti; si disse che presto avrebbe dovuto raccoglierli, così da rivenderli a Mirco e Marco e, perché no, mandarne qualcuno ai suoi amici sperduti qua e là per le isole tropicali. Fu osservando i peschi che si accorse di piccoli pallini di un rosa più delicato. Prima che potesse formulare mentalmente l'interrogativo concernente quelle macchioline indefinite, una folata di vento fece danzare dinnanzi a lei alcuni petali di ciliegio.
La primavera.
Finalmente era arrivata eppure... eppure, quel magnifico spettacolo offertole dalla natura, non bastò a spiegare quella strana sensazione.
Che ci fosse un qualche fenomeno tipico dell'isola e Tom Nook non le avesse detto nulla a riguardo?
Si mordicchiò le labbra, provando a riflettere.
L'annuncio mattutino! Aelith aveva dormito troppo e se l'era perso.
Si diresse verso la piazza dell'isola, correndo, come era solita fare; non essendoci mezzi di trasporto, per spostarsi rapidamente poteva unicamente far affidamento sulle proprie gambe, tenendosi in forma. Era a metà strada quando intravide una figura in giallo, la cui silhouette, a primo impatto, non le diceva nulla.
Che si trattasse di un nuovo isolano e fosse stato annunciato mentre dormiva?
Possibile.
Avanzò in direzione dell'individuo non identificato. Egli (o forse avrebbe dovuto dire ella?) aveva tutta l'aria di essere un coniglio o una lepre e per chissà quale ragione stava energicamente saltellando, tenendosi in equilibrio prima sulla zampa destra e poi sulla sinistra, ripetendo l'azione senza fermarsi, come un lettore mp3 che, impostato per ripetere una determinata canzone, continui nel suo compito fino a quando non ci si reputi stanchi di quella melodia.
Finalmente vicina, lo vide meglio: quello era Ovidio!
Si domandò come avesse potuto non accorgersene prima, in fondo era trascorso circa un anno da quando il tizio saltellante col costume da coniglio (che non era un costume da coniglio, a detta sua) se ne saltellava qua e là per le “strade” di Zephrya per nascondere uova.
“Ah, se solo non avessi avuto a che fare con tutte quelle scartoffie...! Mi sarei divertita anche io, ma Fuffi, così era entusiasta... non ce l'ho fatta a non darle un giorno libero quella domenica là.”
Rimpiangeva la mancata partecipazione, ma non la scelta fatta: il sorriso della bionda cagnolina era stato un qualcosa di indescrivibile.
Proprio mentre Aelith si stava perdendo nella propria mente, Ovidio le rivolse un energico e saltellante saluto. La ragazza sobbalzò, colta alla sprovvista, ma subito rivolse a sua volta la parola all'interlocutore.
Ovidio le parlò del primo evento pasquale dell'isola, della tipologia di uova nascoste dappertutto, isole coupon incluse, e dei progetti da acquisire per ottenerne del mobilio a tema. Regalatole un primo progetto, poiché sarebbe toccato a lei scovare quelli rimanenti, si congedò. Sparì e non lasciò traccia alcuna di sé, uova a parte, fino alla domenica di Pasqua.

Aelith iniziò a darsi da fare.
Costruita una pala più resistente, ricostruiti retino e canna da pesca, controllato di avere ancora in buone condizioni pala e ascia in pietra, si lanciò in un nuovo capitolo di quell'avventura tropicale. Una nuova pagina della sua vita andava scrivendosi, una di una miriade di pagine, una più marcata perché nuova di zecca, a differenza di altre... ingiallite e sbiadite dal tempo.
Con una badilata, scavò ottenendo un uovo rossiccio. Lo raccolse e corse verso uno dei latifoglie color petali di ciliegio, dal cui rosa delle fronde tre ovetti d'un brillante verde monopolizzavano l'attenzione degli occhi. Si dedicò alla loro raccolta.
La giornata stava trascorrendo rapida come le acque di un fresco torrente di montagna, riempita dalle molteplici azioni compiute dalla ragazza, che nonostante non stesse ferma un attimo, sembrava non accusare neanche un'esigua percentuale di stanchezza.
Per non strafare, si era concessa alcuni minuti di pausa, e durante uno di quei piccoli break, la sua mente si permise di vagare lontano nel tempo. Perdutasi nei ricordi, Aelith si ricordò di momenti passati. Giunse ad alcuni episodi avvenuti ai tempi della sua infanzia.
Pasqua.
Domeniche di Pasqua e momenti correlati a essa, seppur non vissuti in quei dì di festa.
I desideri.
Le speranze.
Quel fuoco ardente che era il suo entusiasmo di bimba.
Questa rimembranza fu alla base della sua energia per tutta la giornata e per tutta la durata dell'evento.
Arrivato il dodici aprile e fattasi quasi mezzanotte, Aelith pensò con nostalgia alle giornate trascorse e ripensò a lui, Ovidio, che aveva reso possibile quel divertimento e il destarsi dei suoi ricordi.
Provò gratitudine, una gratitudine profonda.
Avrebbe voluto correre per raggiungere il coniglio in questione, ma non aveva idea di dove fosse... unicamente i Dodo e altri pochi individui erano al corrente di chi realmente fosse e di dove alloggiasse.
“Come posso fare?”
Si mordicchiò il labbro inferiore, chiuse gli occhi per concentrarsi maggiormente e iniziò a pensare. Trovata l'idea, pensò bene di attuarla.
Raggiunto lo sgabuzzino, prese una delle sue migliori carte da lettere e una penna dalla punta fine. L'occorrente fu portato sulla scrivania della camera da letto.
Gli avrebbe scritto una lettera; o almeno ci avrebbe provato.
Lentamente, scrivendo con inchiostro nero su di una carta elegante, di un tenero azzurro pastello, qua e là maculato da piccoli rombi argentati, Aelith iniziò la stesura. Lentamente, così da poter sia trovare le parole giuste sia esprimersi con una grafia adeguatamente elegante:




“Caro Ovidio,
forse, finita questa giornata di Pasqua non ti ricorderai di me, una fra le tante figure incontrate in una delle infinite isole di questo vasto universo, lo immagino bene, ma sento di non poter fare altrimenti. Ho un messaggio per te, non ignorarlo: è importante.
Ti ringrazio.
Sono qui, a imprimere, carattere dopo carattere, su questa carta, un caldo e sincero ringraziamento.
In queste ultime giornate, trascorse a trovar uova colorate un po' di qui e un po' di là, hai fatto spazientire non poche persone. Tanti giocatori, di ogni dove, alla ricerca di pesci e altri piccoli oggettini per racimolare stelline, si son visti sommergere da una marea di uova.
Non importava dove cercassero, quale strumento utilizzassero:
loro erano ovunque!
In molti, sbuffanti per l'ennesima pesca d'ovali violetti, han rivolto a te il loro pensiero con fare tutt'altro che roseo.
La loro possibilità di guadagno, diminuita.
Te ne sei fatti di nemici, quest'anno, caro Ovidio!
Ma le tue uova non sono andate sprecate; non tutti i cuori sono rimasti indifferenti.
Quel tripudio di vivaci colori è stato capace di destare in alcuni animi, di fanciulli ma anche di individui un filino più vecchiotti, gradevoli emozioni e lontani ricordi... memorie d'innocente e spensierata infanzia.
Ed io... ti scrivo queste parole perché mi hai restituito ricordi ch'erano rimasti sopiti, giacenti in uno dei tanti cassetti della mia memoria. Archiviati. Lasciati al buio e ridestati lentamente. Tutto molto improvviso, tutto molto caro.
Rimembranze di istanti di tempi ormai lontani, di sogni e di speranze.
Frammenti di momenti vissuti con l'animo più leggero, di quando la vita era assai meno grigia; di quand'era una fantasmagoria di colori.

Sogni di bambina.

Sogni ahimé destinati a rimanere tali.
Mai realizzati.
Piccoli desideri che di tanto in tanto qualche cartone animato o qualche film in televisione risvegliavano.

Mi sovviene alla mente il ricordo di uno di quei momenti.
La me di quei tempi, piccola e assai più sognatrice della me di ora, una piccola me immersa in un mondo di fantasia, se ne stava comodamente seduta sul divano a guardare i cartoni; si trattava dei “Baby Looney Tunes”, lo ricordo bene.
Quella bambina, guardando un episodio a tema pasquale, avrebbe tanto voluto, anch'ella, essere protagonista di una vivace caccia alle uova pasquali.
Le sarebbe tanto piaciuto immergersi in quella festosa e dinamica atmosfera.
Lei, energica sognatrice, avrebbe tanto voluto ritrovarsi in un enorme giardino, tempestato di verdi piante d'ogni specie e qua e là di rocce, magari con un piccolo stagno, per correre libera alla ricerca di decorate e sfarzose uova di cioccolato, nascoste, per diletto dei bambini, dal Coniglio Pasquale. Le sarebbe tanto piaciuto, ritrovarsi a cercare quelle uova da sola, in compagnia di altri bimbi e bimbe o, perché no, ritrovarsi catapultata nel mondo dei cartoni animati, a cercar uova insieme a quei piccoli beniamini come Bugs Bunny, Duffy l'anatroccolo o, meglio ancora, con tanti altri dei suoi personaggi più amati.
Dei suoi eroi.
Dei suoi primi idoli ed esempi di vita.
Perché in fondo era un bambina e per quanto sapesse dell'inesistenza di tutti quei soggetti bidimensionali non poteva fare a meno stimare alcuni di loro, di fantasticare milioni e milioni di avventure al loro fianco.

Quella bambina, come chissà quanti altri bimbi suoi compaesani, non vide mai le sue speranze rese concrete.
Quella bimba, vissuta in un paese in cui la tradizione della caccia alle uova era e tutt'ora è estranea, non poté mai dilettarsi con un caccia alle uova, neanche nel giardino della casa in campagna.
Belle le uova pasquali.
Bella la curiosità per la sorpresa.
Buono il cioccolato.
Aveva trascorso belle domeniche di Pasqua, in famiglia, ma ognuna di esse fu priva di quel piccolo pizzico di magia e d'intrattenimento tanto bramato.

E tu, caro Ovidio, dopo tanti anni sei riuscito, seppur con un po' di ritardo, a coronare i sogni di quella piccola bambina e di tanti altri cuori d'infante.

Tu, con le tue uova.
Tu, in un mondo digitale, hai permesso a un inimmaginabile numero di giocatori cresciuti di vivere uno dei tanti sogni frullati loro per la mente quando erano piccoli. Tu, Ovidio, hai fatto sì e fai sì che tanti altri bambini possano vivere questo piccolo momento di svago.

È
una realtà non tangibile, è vero, ma ai bimbi la fantasia non manca e ai loro occhi quella virtuale caccia alle uova è uno spasso.
Un'esperienza allegra.
Che rimpiazza come meglio può un'esperienza che altrimenti non potrebbero vivere.

E quindi, caro Ovidio, continuo a ringraziarti per questa bellissima occasione che ci dai. Ti ringrazio soprattutto a nome di noi adulti e giovani adulti, che per qualche ora di gioco ci ritroviam catapultati nei ricordi.
Ci ricordiamo sogni ed emozioni.
Ci rendiamo conto di quanto possa far bene, per qualche istante, porre un freno alla frenesia di sempre, fermarsi un attimo per godere con più leggerezza l'esperienza di gioco offertaci.

Questo mondo rende più grigi, orienta verso obiettivi e ambizioni ai quali si tenta di arrivare almeno nella vita virtuale ed ecco che la magia di questo mondo colorato, abitato da tanti allegri e bizzarri animaletti, diventa anch'esso competizione. Diventa una corsa contro il tempo per guadagnare stelline su stelline, in fretta, perché i debiti di Tom Nook sono esorbitanti!
L'esperienza di gioco diventa una corsa.
Una corsa che rende difficile godersi anche gli eventi più carini.

La caccia alle uova?
Anch'essa vittima di questa perdita di magia, per alcuni.
Ma non per altri.

Caro Ovidio, credo di aver scritto troppo, si fosse trattata di una delle tante lettere in game, avrei terminato da un pezzo i caratteri a mia disposizione, quindi meglio che ci dia un taglio... prima che tu possa assopirti, causa le mie chiacchiere in “stile Blatero”.
Più emozionanti.
Più intime e meno nozionistiche, certo, ma comunque un profluvio di parole.

Caro Ovidio,
un grazie dal profondo del mio cuore.
Ti saluto, ci si becca alla prossima Pasqua...
Ci conto!


- Aelith, una giocatrice
che non vuol smettere di sognare “




Terminata la stesura del testo, proceduta liscia come l'olio, Aelith rilesse tutto parola per parola, decisa ad accertarsi che non vi fossero errori di distrazione o ipotetici lapsus che potessero danneggiare il contenuto della lettera.
Trattandosi di una missiva importante, riguardante sue emozioni e suoi sentimenti, desiderava tutto fosse impeccabile.
A rilettura completata, la ragazza si incamminò, diretta da Dodobaldo per accedere al servizio postale.

Le sarebbe stato possibile far recapitare il messaggio a Ovidio?
Non ne era certa, sapeva solo di star sperandoci con tutto il cuore.





____Angolo dell'autrice:
Giocando al nuovissimo Animal Crossing New Horizons e dilettandomi con l'evento di Pasqua, ho trovato l'ispirazione per questa storiella. Erano anni che, causa blocco, non scrivevo nulla, nonostante avessi molte idee per la testa, sono quindi felice di essere riuscita a tornare, con un profilo tutto nuovo.
In questa mia storia, ho voluto fondere tra loro gli animi dell'Io Giocatrice e dell'Io personaggio, così da ottenerne un'unica coscienza, costituita dalla fusione di ricordi, pensieri ed emozioni sia del mondo reale sia di quello reale. Desideravo dare un maggiore "pizzico di magia".

Sperando questa storiella vi sia piaciuta, vi invito a lasciare una recensione: mi piacerebbe sapere cosa ve ne sia parso, leggere opinioni, ipotetici consigli o eventuali critiche.

Un'ultima cosa: buona Pasqua a tutti!

   
 
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