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Autore: fujitoid    12/04/2020    0 recensioni
Annamaria Venturi è una ragazza italiana di 23 anni, bolognese di nascita, nata in una bella nottata primaverile del 25 aprile del 1994, con genitori divorziati ma benestanti: Francesco il padre di 50 anni laureato in scienze politiche ed ex politico con la professione di commerciante e titolare di una concessionaria di automobili sia antiche che moderne e la madre Arianna una donna di 48 anni eletta alla Camera dei Deputati, durante le elezioni politiche del 2013 ma di professione avvocato e diventata successivamente sottosegretaria del Ministero degli Esteri per il nuovo governo appena formatosi.
Annamaria, non conobbe mai suo nonno; morto nel 1980 all’età di 42 anni a causa d’un infarto che lo colse all’improvviso. Di lui, tramite il padre sapeva molte cose o quanto meno pensava così, per come glielo descriveva sempre.
Una volta conseguita la laurea, Annamaria, volle entrare nel progetto di questa invenzione trasferendosi a New York; a spingerla in questo viaggio una scoperta che fece per puro caso a casa sua.
In qualche modo l’invenzione della macchina del tempo e suo nonno c’entravano qualcosa e voleva sapere come.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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11° Capitolo Un diario da leggere 2ª parte-Addio Grimilde
(New York novembre 2017-Bologna dicembre 1365)
Alessandro continuava a leggere attentamente ed in silenzio, sfogliando le pagine con molta delicatezza.
13-12-1365:
<< “Oggi si stava per ripetere la stessa giornata?” Pensai senza dire una parola ma Alexander mi prese la mano e mi disse “Una volta mostrata la chiave, sai dove voglio portarti principessa?” “Può essere mio principe.” Dissi ridacchiando e mostrando la mia chiave nera.
Mi prese in braccio portanomi davanti la porta della nostra casa, aprimmo la porta con le nostre chiavi e poi la chiudemmo internamente, per non essere disturbati. Dopo avermi tolto la mantella e lui la sua mi misi a leggere un libro sul tappeto di pelliccia; lui fece lo stesso per un po’.
Poi mi tirò il libro addosso dicendo “Non abbiamo letto abbastanza?” Io gli sorrido tirandogli il mio “Può essere!”. Allora lui s’avvicinò iniziando a farmi il solletico, sforzandomi il seno io arrossì.
Mio fratello smise immediatamente, contrariata domandai “Ma che fai?” Lui sorrise e continuò, a quel punto io mi arrabbiai lo sbattei al muro. Lui al posto di arrabbiarsi mi diede un bacio sulla guancia stavolta però sforzandomi le labbra.
Io ricambiai allo stesso modo arrossendo e accarezzandogli i capelli e poi il suo viso stupendo. Lui fece lo stesso e con le dita mi accarezzò le labbra; io gli morsi il dito e arrossii ancora di più allontanandomi da lui.
Ma che fai pezzo di selvaggia!” “Faccio ciò che voglio e ora me ne vado! Tu piuttosto che fai, sai che è sbagliato.” “Lo so ma non farlo mi risulta sempre più difficile. Resistere alla tua folgorante bellezza, è difficile; per me sei una dea, perfetta in tutto, ecco perché non riesco ad amare alle altre persone, perché amo te.” “Sai che è sbagliato.” 
Ma i suoi occhi parlavano per lei e il suo gemello sapeva che pensava lo stesso così si avvicinò e mi abbracciò con passione. Mi strinse a sé, era un abbraccio diverso provavo piacere e felicità in quell’abbraccio; così ricambiai l’abbraccio, gli accarezzai il collo e sorrisi.
Poi spostandomi mi presi di nuovo il mio libro, mi misi a leggere. Lui sorrise e fece lo stesso.
All’improvviso si sentì bussare, era Grimilde che voleva entrare; così Alexander andò ad aprire ma non la fece nemmeno entrare.
Vattene via tu non sei come noi!” Le Disse. “Sono diversa ma voglio stare anche io con Regina.” “Assolutamente no! E ora vattene.” Ordinò nervoso Alexander dibattendo. “No! Non mi muovo da qui prima o poi dovrete uscire.” Ribatté Grimilde. “Si certo!” Disse ridendo.
Le chiuse la porta in faccia, ma io non potevo sopportare questa ingiustizia allora mi misi la mantella e i guanti.
Gli dissi contrariata “Vado anch’io non c’è bisogno che la tratti così sai?” “Ti fa pena vero?” “Esatto, a differenza tua io li ho ancora i sentimenti.
Quelle parole ad Alex lo fecero sbiancare, i suoi occhi diventarono quasi bianchi e non disse una parola. Indossò il mantello e i guanti ed uscì dalla porta dando uno spintone a Grimilde facendola cadere a terra.
La guardò malissimo aspettando Regina che uscisse così dopo chiusero la porta con le chiavi.
Regina sai dove trovarmi. Tu invece meticcia, non ti azzardare nemmeno a venire nelle mie stanze o nei miei sotterranei sei degna solo di stare con la servitù nel rustico. Come già d’altronde fai.
Appena finito di parlare sé ne andò via.
Invece, io e Grimilde andammo a giocare sull’albero secolare ma mentre giocavamo un ramo nel cui giocavamo si spezzò. Io riuscì ad aggrapparmi ad un altro ramo nella caduta e mi salvai.
Lei invece mi afferrò il piede ma poi non c’è la fece e disse prima di mollare la presa “Sarai sempre nel mio cuore amica mia, ti vorrò sempre bene; finalmente rivedrò i miei genitori sì contenta per me e non ti sentire in colpa.
Poi subito dopo si sentì un tonfo e lei perse i sensi una volta scesa dall’albero chiamai i domestici che chiamarono il dottor Zeno.
Nel giro di dieci minuti accorse visitandola subito, ma lei non rispondeva agli stimoli. Io la vedevo diventare sempre più nera, la toccavo ed era sempre più fredda così mi misi ad abbracciarla per l’ultima volta.
In quel momento capii molte cose, mi sentivo in colpa; il dottore dopo aver preso la collana con il medaglione di Grimilde me la porse, me la misi al collo.
Il medico mi disse “Questa tienila tu, ora lei deve andare.
Dopo mi prese in braccio mentre i domestici allontanavano la salma portandola fuori la villa nell'attesa che passassero chi di dovere a ritirarla e a metterla nel loro carro di legno in quanto non essendo della nostra famiglia non poteva essere seppellita nel cimitero riservato a loro.
Il dottore mi abbracciò consolandomi e mi porse una caramella presa dalla sua borsa.
Caramella alla carruba sbaglio o è la vostra preferita? Su mangiala ti farà stare meglio.
Io la mangiai e subito dopo con lo sguardo mi misi a cercare Alexander che era dietro la finestra della nostra camera.
Aveva visto tutta la scena e così una volta incrociati gli sguardi scese.
Dopo aver salutato il dottore disse - Mettila giù per favore ci sono io ora. - Io arrossii ed annuii, così l’appoggiai a terra. Continuò dicendo - Ora andiamo in villa e aspettiamo i miei genitori. - Concluse Alex. La sorella azzardò un invito - Magari! Le va un thè? – Gli Disse sorridendo al medico. Non si fece sfuggire quell’occasione - Sì ottimo! - Rispose.
Così andarono in sala da pranzo e Camilla in lacrime servì il thè mentre mio fratello non ne aveva versato nemmeno una, come sé niente fosse successo.
Dopo il thè, il medico decise di andare via. Nel frattempo, si sentì l’urlo straziato di mio padre dei gemelli era tornato dal lavoro e trovandosi uno spettacolo così atroce si mise ad urlare ed a piangere.
Si asciugò le lacrime con il suo fazzoletto di seta blu e sé ne tornò a casa. Lo accogliemmo con molta gioia, ma finì presto questo momento.
Quando arrivò nostra madre, una volta raggiunti, dopo aver salutato tutti, domandò al dottore cosa fosse successo. Lui le raccontò tutto; ma lei non credette alla sua versione e mi guardò in un brutto modo con i suoi occhi neri.
Presa dalla rabbia sbattei un pugno sul tavolo - Non c’entro niente!” - Dissi alzandosi, correndo nella sua stanza. Alex mi difese - È vero! - Disse suo fratello.
Dopo aver salutato i presenti mio fratello mi seguì.
Una volta in camera mi consolò asciugandomi le lacrime e abbracciandola.
Cercò di prendersi la colpa - Colpa mia vero? Sé non avessimo giocato sull’albero, sarebbe stata ancora viva. Fatalità!” - Disse Alexander e la strinse a sé baciandomi all’improvviso nelle labbra.
Non ci accorgemmo che Camilla aveva seguito Alexander per farli calmare ma vista la porta chiusa origliò dalla serratura. Aveva visto tutto e poi senza dire una parola tornò in punta di piedi al piano di sotto. Sconvolta non sapeva cosa fare ma ci aveva in pugno e al momento giusto ci avrebbe tradito.
La giornata finì davvero triste, arrivò la sera e come di consuetudine dopo cena ci recammo in camera, indossando il pigiama e dopo aver scritto il loro diario ci addormentammo nello stesso letto.>
Quel giorno era stato stravolto con uno dei lutti che la cambiò per tutta la vita. Il medaglione di Grimilde, in sé, racchiudeva il potere di comunicare con le presenze dell’aldilà e non solo. Quell’oggetto cambiava le persone e ancora Regina questo non lo sapeva.
Alex finito di leggere, rimase in silenzio. Voleva capire come suo nonno era riuscito ad impossessarsi di questo diario vecchio di 652 anni. Oltretutto era pure originale e non una copia o un falso.
Se l’avesse venduto avrebbe ricavato così tanti soldi da potersi costruire una vita anche da solo, magari in un altro luogo o nazione. Ma questo non era nei suoi pensieri, sapeva che quel diario era legato a questo progetto del viaggio del tempo; già qualche ipotesi l’aveva azzardata, ma preferì tenerseli per sé.
Questo inizio di lettura, l’aveva di più spinto ad andare avanti con quest’idea, così tanto assurda per molte persone.
Fine 11° Capitolo
   
 
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