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Autore: BlackHawk    13/04/2020    0 recensioni
Drake scoppiò a ridere. Una risata amara che in realtà nascondeva una grande disperazione e sofferenza.
Quando si accorse che Kailey stava per rientrare nel locale, si ritrovò a pronunciare le parole che era riuscito a dire ad alta voce solo una volta da quando aveva parlato con suo fratello. –È morta.-
- Drake mi dispiace, non volevo….-iniziò a dire Kailey, ma lui la interruppe bruscamente.
-Ieri, ma l’ho scoperto stamattina.-
Non immaginava che ne avrebbe mai parlato con qualcuno, ma con lei non era riuscito a trattenersi.
-Drake, mi dispiace.- ripeté Kailey, mostrandosi sinceramente dispiaciuta.
-Era incasinata.- si ritrovò a dire. –Però non era colpa sua. Mio padre la picchiava e quando lui se ne è andato, lei ha cominciato a drogarsi. Non riusciva a smettere.-
-Non è facile.- osservò Kailey, dopo essersi schiarita la voce.
-Davvero non ricordi nulla?- le chiese, cambiando completamente argomento.
-Per ora ricordo molto poco, Drake.- rispose. -Però…-
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Drake non fece in tempo ad uscire di casa che il suo telefono iniziò a squillare, richiamando prepotentemente la sua attenzione.
Si era trasferito in un appartamento semi centrale a pochi passi dalla metro una settimana prima, eppure per qualche strano motivo non riusciva ancora a sentirsi a casa.
Gli mancava tantissimo Kailey, più di quanto fosse disposto ad ammettere, e in cuor suo sperava che almeno lei non stesse soffrendo quanto soffriva lui ormai da giorni.
Si disse che arrivati a quel punto era inutile ritornare su quei pensieri e recuperò invece il telefono dalla tasca, chiedendosi chi fosse.
Non poté fare a meno di sospirare quando si rese conto che era suo fratello.
Rispose sperando che non lo stesse chiamando per l’ennesima volta per la questione di Kailey e del bambino.
-Max.- si limitò a dire, in tono neutro.
-Ciao, Drake.- lo salutò suo fratello. –Come vanno le cose?-
Drake si schiarì la voce. –Tutto bene. – mentì. -Tu?-
Sentì suo fratello sospirare. –Devo dirti una cosa.-
Drake scosse la testa, sconvolto. Per quale diavolo di motivo suo fratello continuava ad insistere?
Lui aveva già preso la sua decisione e pretendeva che gli altri in un modo o nell’altro la rispettassero, senza contestarla in continuazione.
Decise di dirglielo ad alta voce.
-Non ho voglia di litare con te, Max.- iniziò a dire.- Ma tu devi smetterla di...-
Suo fratello lo interruppe bruscamente. –Drake.-
-Che c’è?- sbottò lui, esasperato.
-Non ti ho chiamato per questo.- lo informò Max, sospirando un’altra volta.
-E allora che succede?-
-Papà è morto.- rispose suo fratello, con un tono che lui non riuscì minimamente a decifrare.
Drake non disse nulla.
Per la prima volta in vita sua non seppe cosa dire.
-Drake?- lo chiamò suo fratello, preoccupato.
-Ci sono.-
-Non dici nulla.- osservò Max, in tono strano.
Drake provò ad aprire bocca, ma alla fine non disse nulla.
Non era né dispiaciuto né contento.
Non riusciva nemmeno lui a spiegare come si sentisse in realtà.
Provava uno strano senso di liberazione. Come se con la morte di suo padre potesse tornare tutto alla normalità.
L’uomo che aveva distrutto le loro vite se n’era andato via per sempre e in un modo nell’altro loro erano di nuovo liberi, liberi di vivere la vita che gli era stata sempre negata.
-Stai bene?- gli chiese suo fratello, richiamando la sua attenzione.
-Io...- iniziò a dire Drake, confuso. –Credo di sì...-
Drake scosse la testa, sconvolto.
Si sentiva sollevato in quel momento e non riusciva a capire nemmeno lui il perché.
-Domani ci saranno i funerali.- lo informò Max.
Drake fece una risata amara.
Se non era andato al funerale di sua madre, la donna a cui aveva più voluto bene al mondo prima di incontrare Kailey, per quale diavolo di motivo sarebbe dovuto andare al funerale dell’uomo che le aveva distrutto la vita per sempre?
Non ci sarebbe mai andato, per niente al mondo.
-Ci sarai?- gli chiese Max, conoscendo probabilmente già la risposta.
-Non credo proprio.-
Sentì suo fratello sospirare.
-È finita, Drake.- lo sentì mormorare a un certo punto. –Stavolta è finita davvero.-
-Mi sento strano.- gli confidò Drake, confuso dalle sue stesse emozioni.
-Anche io.-
-Non so spiegarti la sensazione.- disse Drake. –Ma mi sento meglio.-
Max inspirò profondamente. –È brutto da dire, ma anche io.- ammise suo fratello, schiarendosi la voce. -Come se il cerchio si fosse finalmente chiuso.-
Drake annuì, pensando esattamente la stessa cosa.
-Comunque se mai dovessi cambiare idea i funerali si terranno nella stessa chiesa in cui sono stai celebrati quella della mamma.- lo informò Max.
-Ci sentiamo, Max.- si limitò a dire Drake, chiudendo  in fretta la telefonata.
Non voleva sentir nemmeno parlare dei funerali di suo padre.
Suo fratello lo salutò e poi riagganciò in fretta.
A quel punto Drake prese un respiro profondo e poi chiuse gli occhi.
Non riusciva ancora crederci, suo padre era morto.
L’uomo che aveva distrutto le loro vite se n’era andato via per sempre e questa volta non sarebbe mai più tornato.
Come si sarebbe dovuto sentire al riguardo? Triste? Contento? Sollevato?
In realtà si sentiva solamente sollevato, sollevato al pensiero che lui non potesse più fare nulla per rovinare la vita a lui e suo fratello.
Eppure mancava qualcosa, qualcosa che gli avrebbe reso quel momento meno difficile del previsto.
Alla fine capì.
Riaprì gli occhi e fece un sorriso amaro.
La morte di suo padre non gli avrebbe mai ridato la libertà di cui aveva bisogno.
Perché lui in fondo la liberta l’aveva persa nell’istante esatto in cui aveva deciso di allontanare dalla sua via l’unica persona che lo avesse fatto sentire veramente bene dopo tanti anni.
Con quell’amara consapevolezza uscì di casa.
 
Il giorno dopo Drake era molto irrequieto.
Aveva dormito poco e male la sera prima e per qualche strano motivo continuava a pensare a quello che gli aveva detto suo fratello il giorno prima.
Max infatti gli aveva chiesto chiaro e tondo se si sarebbero rivisti al funerale del padre il giorno dopo, ma lui non aveva esitato nemmeno un attimo a rispondere che questo non sarebbe mai successo.
Eppure quella mattina, quando aveva aperto gli occhi per la prima volta, la sua mente non aveva fatto altro che riportarlo a quei pensieri.
Come mai? E per quale diavolo di motivo non riusciva a smettere di pensarci?
In fondo suo padre non si meritava nulla, nemmeno un ultimo saluto, ma la sua testa sembrava non essere per niente d’accordo con il suo cuore.
Si lasciò sfuggire un sospiro e poi si alzò dal letto, stanco di rimuginare a oltranza su quei pensieri.
Decise di prepararsi un caffè e poi guardò il panorama che la finestra della sua cucina gli offriva.
Erano passati giorni da quando aveva deciso di fare i bagagli e di andarsene da casa di Kailey, ma la sua testa non aveva fatto altro che pensare a lei.
Si svegliava tutte le mattine chiedendosi come stesse e che cosa facesse durante il giorno, ma poi quelle domande lo facevano stare talmente male che alla fine si sforzava in tutti i modi di non pensarci.
Aveva trascorso molto tempo a convincersi di aver fatto la scelta giusta, ma in cuor sapeva benissimo che quella scelta gli sarebbe costata cara. Anzi. Gli sarebbe costata la felicità della sua vita.
Perché lui in fondo con Kailey era felice, felice come non lo era mai stato in vita sua, e questa consapevolezza gli toglieva ormai il sonno quasi le notti.
Ma cosa avrebbe potuto mai fare?
Lui non era in grado di darle quello di cui lei aveva bisogno e la paura di far soffrire lei e il bambino lo aveva fatto scappare a gambe levate prima ancora di rendersene conto.
Aveva il terrore di diventare come suo padre e quella paura non lo aveva mai abbandonato, nemmeno per un istante.
Solo il tempo gli avrebbe dato ragione, ma per il momento si accontentava di sapere che andandosene dalle loro vite non avrebbe rischiato in alcun modo di ferirli.
Aveva fatto la cosa giusta. E nessuno glielo avrebbe mail tolto dalla testa.
Drake prese un sorso di caffè e poi sospirò.
Erano solo le otto.
Aveva tutto il tempo di andare in palestra e poi decidere cosa fare.
Finì il caffè e poi si andò a cambiare, chiedendosi per quale diavolo di motivo il funerale di suo padre gli stesse creando tutti quei problemi.
 
Tre ore dopo Drake era davanti all’ingresso della chiesa in cui sarebbero stati celebrati i funerali di suo padre.
Aveva combattuto a lungo con la sua coscienza, ma alla fine aveva vinto lei.
E non perché si sentisse in colpa o cose del genere. Anzi. Se qualcuno doveva sentirsi in colpa quello era certamente suo padre e non lui, ma non andare al suo funerale era come una sorta di partita aperta che lui voleva chiudere a tutti i costi quel giorno.
Quella mattina infatti si era allenato duramente per due ore intere in palestra, deciso a scaricare tutta la tensione che per qualche strano motivo aveva accumulato in tutti quei giorni, ma alla fine aveva deciso di salire sulla sua moto, diretto verso la chiesa in cui in un modo o nell’altro sarebbe finito tutto.
In quel momento, però, era in piedi accanto alla sua moto, indeciso sul da farsi.
Erano entrate poche persone da quando lui era arrivato in prossimità della chiesa e la cosa non lo aveva stupito affatto.
Chi mai avrebbe potuto volere bene a una persona come Charlie Evans?
Scosse la testa e poi posò il casco nel baule.
Non poteva rimanere lì fermo ad oltranza.
Doveva prendere in mano la situazione una volta per tutte ed entrare.
Prese un respiro profondo e poi si avviò a passi decisi verso l’ingresso della chiesa.
Una volta dentro intravide subito suo fratello, vestito in modo impeccabile come sempre.
Era seduto in prima fila accanto a una ragazza mora che lì per lì non riconobbe e una serie di persone che lui non aveva mai visto in vita sua riempivano le prime file dei banchi della chiesa.
Ma non aveva nessuna intenzione di sedersi lì accanto a loro.
Si appoggiò ad una colonna in fondo alla chiesa e rimase lì fino a quando la funzione non iniziò.
Sentì una marea di parole senza senso pronunciate da un prete che non aveva mai visto quanto potesse essere crudele e violento suo padre e si stupì notevolmente quando capì che suo fratello non avrebbe speso nemmeno una parola per ricordare l’uomo che alla fine aveva rovinato per sempre le loro vite.
Non versò nemmeno una lacrima quel giorno e non salutò suo padre nemmeno quando tutto fu finito.
Era andato lì per chiudere i conti una volta per tutte e questo non significava dimenticare tutto il male che lui gli aveva fatto.
Lanciò un’ultima occhiata al feretro vicino all’altare e poi scosse la testa.
Non fece in tempo ad andarsene, però, che suo fratello si accorse della sua presenza.
Lo vide spalancare gli occhi per la sorpresa e poi venire a passi decisi verso di lui.
-Drake.- lo salutò, fermandosi a un passo da lui.
-Ciao, Max.-
-Sei venuto.- osservò suo fratello, sorpreso.
-Già.-
-Che ne dici se andiamo a parlare un attimo qua fuori?- gli propose.
Drake annuì.
Max si voltò un secondo e poi fece un cenno alla ragazza mora che era seduta accanto a lui durante il funerale.
Era  l’assistente di Kailey, con cui evidentemente aveva una relazione.
Si diressero entrambi verso l’uscita e poi andarono a parlare vicino alla moto di Drake.
-Come stai?- gli chiese suo fratello, preoccupato.
Drake lo fissò per un istante. Cosa gli stava chiedendo in realtà?
-Bene.- si limitò a dire.
Suo fratello si passò una mano nei capelli e poi sospirò. -Mia non è venuta.-
-Cosa?-
-Mia non è venuta al funerale.-
-E come mai?- chiese Drake, sorpreso.
Per quale motivo non era andata al funerale del padre?
-Non lo so, ma questa cosa non mi piace per niente.-
Drake sbuffò. –Pensi che ci sia qualcosa di strano sotto?-
-Forse.-
-Ma non ne sei sicuro.-
-E se stesse poco bene?-
-Perché ti preoccupi tanto, Max?-
Suo fratello lo guardò con aria sconvolta. –È nostra sorella.-
-Ti vorrei ricordare che papà ha tradito la mamma con la madre di questa ragazza mentre loro erano ancora insieme.-
-Lo so.-
-E allora?-
-Non riesco a fare finta di niente.-
-Beh, dovresti.-
Max scosse la testa. –Pensavo che non venissi.- gli disse poi, guardandolo negli occhi.
-Non so perché sono qui.- iniziò a dire Drake. –Non gli ho mai voluto bene in vita mia e la sua morte non cambierà certo lo stato delle cose.-
Suo fratello rimase ad ascoltarlo in silenzio.
-Ma non venire significava avere un conto in sospeso con lui e io non voglio più avere niente a che fare con lui, da vivo o da morto.-
-Credi che questo possa rimettere le cose apposto?-
-No, certo che no.- osservò Drake, in tono amaro. –Ma venire al suo funerale ha messo la parola fine a tutta questa storia.-
Suo fratello annuì.
Sembrava molto provato e Drake non poté fare a meno di chiedersi per quale motivo.
-Sei ancora dell’idea di aver preso la decisione giusta?- gli chiese a un certo punto, incrociando il suo sguardo.
Drake rise. Era più forte di suo fratello tornare a parlare di Kailey e del bambino.
-Sì.-
-Loro hanno bisogno di te.- replicò Max, in tono duro. –Pensi che abbandonarli sia la scelta giusta?-
-Io non li ho abbandonati.- protestò Drake. –Li ho resi liberi.-
Max fece una risata amara. –È questo che pensi?-
Drake non disse nulla.
-Stai facendo del male a tutti quanti, Drake. Compreso te stesso-
-E cosa dovrei fare? Illuderli e poi scoprire che quella vita non fa per me?-
-E perché mai non dovrebbe fare per te?-
-E se un giorno me ne dovessi andare via come ha fatto papà con la mamma? Non pensi che soffrirebbero molto di più?-
Max scosse la testa. –Ma tu non sei come lui.-
-Una volta mi hai detto che lo ero.-
-Non lo pensavo.- replicò suo fratello, scuotendo la testa. -Ero solo arrabbiato.-
-Ma forse hai detto la verità.-
Max incrociò le braccia la petto e poi sospirò. –Non essere stupido, Drake. Puoi inventarti tutto quello che vuoi, che non sei adatto alla vita di coppia, che non sai fare il padre e che andartene sia la cosa giusta per tutti, ma stai prendendo in giro te stesso e lo sai pure tu. Pensi che Kailey stia meglio senza di te? Forse. Ma forse starebbe molto meglio se tu ti prendessi cura di lei e di tuo figlio. Non sei come nostro padre, non lo sei mai stato e mai lo sarai. E continuare a convincerti del contrario non farà altro che rovinare quel poco di bello che c’è nella tua vita. Ma puoi scegliere; puoi mandare tutto all’aria ed essere infelice a vita oppure tirare fuori un po’ di spina dorsale e avere il coraggio di essere felice. Spetta a te la scelta. Solo a te.-
Drake fece per aprire bocca, ma alla fine non disse nulla.
Non disse nulla perché non sapeva cosa dire.
Suo fratello non gli aveva mai parlato in quel modo e per qualche strano motivo le sue parole erano arrivate dritte al cuore.
Si passò una mano nei capelli e poi lo guardò. –Sono sicuro di aver fatto la cosa giusta.- disse, mentendo forse a se stesso.
Max scosse la testa, arrabbiato. –Fai come credi.-
-Perché continui ad insistere?-
Prima che suo fratello potesse rispondere, un dubbio si insinuò nella sua testa.
-Ti ha chiesto Kailey di parlarmi?-
Max scoppiò a ridere. –No. – rispose, in tono sprezzante. -Tu non hai nemmeno la metà della forza che ha quella ragazza. Non l’ho mai vista piangere da quando vi siete lasciati e se non me lo avessi detto tu che eri incinta lei probabilmente non me lo avrebbe mai e poi mai detto.-
Drake sussultò. Possibile che a Kailey non importasse più nulla di lui? E a lui cosa importava? In fondo era stata una sua decisione quella di lasciarla.
-Dobbiamo andare da Mia oggi pomeriggio.- gli disse a un certo punto suo fratello, distogliendolo da quei pensieri.
-Perché?-
-Dobbiamo accertarci che sia tutto apposto.-
-Io non vengo.-
Suo fratello si infuriò. –Ma sei così vigliacco, Drake? Sei così vigliacco da scappare da tutto e da tutti?- sbottò, esasperato- Anche io ho sofferto nella vita, sai? Non hai sofferto solo tu, a differenza di quello che pensi. Anche io dovevo lavorare per pagarmi l’università e anche io mi sono sentito impotente quando papà picchiava la mamma, soprattutto perché lei non lo ha mai voluto denunciare. Ma non mi sono buttato giù come hai fatto tu. Ho ripreso in mano la mia vita e ho cercato di riscostruire il ricostruibile. Perché tu invece fai così? Perché passi il tempo a piangerti addosso invece di capire come rimettere insieme i pezzi della tua vita?-
Max non lo gli diede il tempo di rispondere.
Gli lanciò un’occhiata e poi si avviò di nuovo verso l’ingresso della chiesa, dove l’assistente di Kailey lo stava aspettando.
Drake sospirò e poi recuperò il casco dal baule della sua moto.
Perché suo fratello gli aveva detto tutte quelle cose? Possibile che non capisse affatto le sue paure di diventare come il padre?
Le sue erano paure legittime e il fatto che proprio Max non le capisse lo mandava fuori di testa.
Si infilò in fretta il casco e poi salì sulla moto.
Lanciò un’occhiata a suo fratello che stava abbracciando l’assistente di Kailey e poi mise in moto.
Era giunto il momento di tornare a casa.
 
Quando tornò a casa la sua testa era una mina impazzita.
Non faceva altro che pensare a tutto quello che gli aveva detto Max e i pensieri si affollavano alla rinfusa nella sua mente senza dargli un attimo di tregua.
E se si fosse sbagliato su tutto il fronte? E se le sue paure fossero state ingiustificate?
In fondo anche Max gli aveva detto che lui non era come suo padre, proprio come avevano fatto anche Ella e Chase, e questo doveva pur significare qualcosa.
Prese un respiro profondo e poi decise di preparare qualcosa per pranzo.
Aveva lo stomaco chiuso, ma l’allenamento in palestra lo obbligava a mandar giù qualcosa, altrimenti si sarebbe potuto sentire anche molto male.
Si fece un panino con quello che aveva e poi si sedette sul divano, sempre più confuso.
Che diavolo gli stava succedendo? Per quale motivo all’improvviso tutte le sue certezze lo stavano abbandonando?
Possibile che avesse fatto l’errore più grave della sua vita e non se ne fosse nemmeno accorto?
Recuperò il telefono dalla tasca dei jeans e poi consultò la sua rubrica, fino ad arrivare al numero di Kailey.
Non lo aveva ancora cancellato da quando la loro relazione era finita e per qualche assurdo motivo in quel momento si ritrovava a fissarlo come se fosse la cosa più preziosa che aveva, l’ultimo legame con l’unica donna che avesse mai amato nella vita.
Prese un respiro profondo e poi chiuse gli occhi. Che diavolo stava facendo?
Premette il tasto di invio della chiamata ancora prima di accorgersene.
Kailey rispose al secondo squillo. –Pronto?-
Drake non riuscì a dire nulla, chiedendosi allo stesso tempo come mai lei gli avesse risposto.
-C’è nessuno?- chiese Kailey.
Poi Drake capì.
Kailey non sapeva che era lui.
Probabilmente aveva cancellato il suo numero molto tempo prima.
Riattaccò all’istante.
Che cosa aveva fatto? Davvero voleva rischiare di ferire le uniche persone che non avrebbe mai e poi mai voluto ferire?
Posò il telefono e  chiuse gli occhi.
Si addormentò ancor prima di rendersene conto.
 
La suoneria del suo telefono lo svegliò molte ore dopo, costringendolo ad aprire gli occhi e a ritornare alla realtà.
Drake rispose non appena vide che era suo fratello.
-Max?-
-Drake, dobbiamo andare a casa di Mia.-
-Cosa?- gli chiese Drake, ancora molto disorientato.
Aveva dormito per tre ore e ancora doveva capire bene cosa stesse succedendo.
-Dobbiamo accertarci che stia bene.-
-Forse era solo distrutta dal dolore.- ipotizzò Drake, cercando di dare una spiegazione al comportamento della sorella.
In fondo nemmeno lui era andato al funerale della madre.
Paradossale che invece fosse andato a quello del padre.
Si sforzò di non pensare a quella cosa e poi sospirò.
-Non lo so, ho un brutto presentimento.- disse suo fratello, preoccupato.
Drake sbuffò.
Scosse la testa e poi si alzò dal divano. –Vengo a prenderti.-
 
Mezzora dopo lui e suo fratello erano davanti all’edificio in cui il padre aveva vissuto gli ultimi giorni della sua vita.
Era situato in una periferia poco raccomandabile della città e a giudicare dall’aspetto che aveva era anche un palazzo molto vecchio.
Inutile precisare che le ristrettezze economiche in cui probabilmente vivevano lui e Mia li avessero relegati in quell’angolo infimo della città.
-Dai, andiamo.- gli disse suo fratello, sospirando.
Drake lo seguì all’interno del palazzo, il cui portone fortunatamente era aperto, e poi dentro all’ascensore.
Max si era fatto dare tutti i riferimenti dal padre quando il suo piano era ancora quello di andare a trovare lui e Mia a casa per capire se lei fosse veramente la sorella e Drake non si era stupito affatto quando l’aveva visto dirigersi a passo spedito nel posto giusto.
Quando l’ascensore li portò al terzo piano, Max gli lanciò un’occhiata.
Erano arrivati finalmente a destinazione.
Uscirono entrambi dall’ascensore e poi si fermarono davanti alla porta di uno dei quattro appartamenti situati a quel piano.
Suo fratello bussò con decisione alla porta e poi si voltò verso di lui.
-Credi che sia a casa?- gli chiese Drake, perplesso.
E se avessero fatto tutto quel viaggio per poi scoprire che lei non c’era?
Suo fratello alzò le spalle. Era un rischio che dovevano correre.
Mia venne ad aprire la porta qualche minuto dopo.
Aveva gli occhi gonfi e rossi e il suo aspetto era decisamente trasandato.
Non riuscì a mascherare un’espressione sorpresa quando li vide.
-Che ci fate qui?- chiese loro, confusa.
Max si schiarì la voce. –Eravamo preoccupati per te.-
Mia tirò su con il naso e poi si asciugò una lacrima sul viso. –Sto bene.-
-A me non sembra.- si intromise Drake.
-Non sei nemmeno venuta al funerale di papà.- osservò  invece Max.
Mia non riuscì più a trattenere le lacrime.
-Perché non ci fai entrare?- suggerì Drake, in tono gentile.
Per qualche strano motivo vederla piangere non gli faceva affatto piacere e quello strano senso di apprensione che cominciava a provare nei suoi confronti lo disorientò fortemente.
Mia li fece entrare e poi si chiuse la porta di casa alla spalle.
Drake non poté fare a meno di sgranare gli occhi quando si rese conto in che condizioni precarie vivesse la sorella.
L’appartamento era minuscolo e per niente arredato.
C’erano solo i mobili essenziali e l’unica fonte di luce era una piccola finestra situata di fronte a loro, il tutto accompagnato da un forte odore di sigaretta che lo disgustò.
Mia gli chiese se volessero qualcosa e poi si sedette sull’unico divano che c’era.
-Come ti senti?- gli chiese Max, preoccupato.
-Non ho più nessuno.- rispose Mia, addolorata.
Indossava una tuta da ginnastica nera e i suoi capelli erano raccolti in una coda disordinata.
-Ci siamo noi.- replicò Max, in tono rassicurante.
Mia fece una risata amara. –Voi?- disse, scuotendo la testa. –Non vi siete nemmeno degnati di conoscermi la prima volta che ci siamo visti. Cosa diavolo ci dovrei fare con voi?-
Vide suo fratello irrigidirsi.
A quel punto decise di intervenire lui.
-Tu lo sai che nostro padre ha tradito nostra madre con la tua e poi ci ha abbandonato quando io avevo solo quattordici anni?- le chiese a bruciapelo, senza abbassare per un attimo lo sguardo.
Mia sussultò. Era chiaro che non lo sapeva.
-E sai che picchiava nostra madre in continuazione e che a volte alzava le mani anche su di noi?-
Mia scosse la testa, amareggiata. Probabilmente non sapeva niente di tutto ciò.
-E allora adesso sai perché non siamo stati così socievoli l’ultima volta che ci siamo visti.-
Sua sorella lo fissò con i suoi occhi scuri. –E allora perché avete accettato di incontrarci?-
-Vuoi la verità?- gli chiese Drake, incrociando le braccia al petto.
-Drake.- lo ammonì suo fratello, lanciandogli un’occhiata.
-Volevamo solo sapere se eri nostra sorella, tutto qui.- ammise, scrollando le spalle.
Mia scosse la testa, delusa. –Quindi non vi importa nulla di me?-
Max sospirò. –Siamo qui, no?- le disse, schiarendosi la voce. -Se non ce ne importasse nulla non saremmo mai venuti, non credi?-
-Perché siete venuti?- chiese Mia, confusa. –Che cosa volete?-
-Perché eravamo preoccupati per te.- rispose Max, optando per la verità.
-Io sto bene.- replicò Mia, in tono sprezzante.
-E allora possiamo anche andarcene via.- la provocò Drake.
 Mia non disse nulla.
-Hai un lavoro?- le chiese invece Max, cambiando argomento.
-Che vi importa?-
-Come fai a pagare affitto, bollette e tutto il resto?- insistette suo fratello.
Mia sospirò. –Lavoro in un bar.-
-Questo è già un inizio.- disse Drake, in tono più conciliante.
-Vorrei che tu sapessi che noi ci siamo per te.- disse Max, passandosi una mano nei capelli. –Mi rendo conto che siamo partiti col piede sbagliato, ma forse è proprio questo il momento per ricominciare tutto daccapo.-
-E perché?-
-Perché nonostante tutto sei parte della nostra famiglia.- si ritrovò a dire Drake, sorpreso delle sue stesse parole.
Gli occhi di Mia si illuminarono. –Davvero?-
Drake accennò un sorriso. –Davvero.-
Mia si alzò e poi gli buttò le braccia al collo, cogliendolo alla sprovvista.
Drake ricambiò l’abbraccio e poi annuì.
-Potrai sempre contare su di noi.- disse Max.
Mia abbracciò anche lui e poi sorrise. –Mi rendo conto del male che vi ha fatto nostro padre e vi posso assicurare che non si è comportato sempre bene con me e la mamma, ma quando ho saputo della vostra esistenza non ho potuto fare a meno di sperare che voi poteste volermi bene un giorno come io ne avrei voluto a voi. Ho sempre tenuto molto alla famiglia e questo non cambierà mai.-
Max annuì e poi si schiarì la voce. –Ci stiamo appena dando questa possibilità, Mia.-
Mia sorrise a entrambi e poi si schiarì la voce, imbarazzata. –Domani ci possiamo vedere?- chiese, speranzosa.
Drake lanciò un’occhiata a Max, che lo guardò a sua volta.
-Certo.- disse alla fine, annuendo.
Anche Max annuì e poi le disse che si sarebbero visti il giorno dopo per un caffè.
-Adesso dobbiamo andare però.- disse Drake, turbato da quello che era successo.
La salutarono entrambi e poi se ne andarono.
-Che ti è preso là dentro?- gli chiese a un certo punto Max, guardandolo in modo strano.
Drake lo fissò con aria interrogativa. –Che intendi?-
-Eri molto disponibile nei suo confronti e non hai fatto muro come fai sempre. Mi devo preoccupare?-
Drake sospirò. –Credo che sia una brava ragazza.- iniziò a dire. –E non possiamo colpevolizzarla per qualcosa di cui non ha colpe. Non l’ha scelto lei di essere la figlia di uno stronzo egoista che non si merita niente.-
-Drake.- lo ammonì Max.
-Credi che la sua morte cancelli tutto il male che ci ha fatto?- chiese Drake, seccato.
-No, ma è sempre meglio non parlare male dei morti.- rispose suo fratello, scuotendo la testa.
Drake non rispose nulla.
Si avviarono entrambi verso la sua moto e poi lui riaccompagnò a casa il fratello.
 
Molto tempo dopo Drake parcheggiò la moto sotto casa.
Era ancora molto scosso da tutto quello che era successo, ma qualcosa gli diceva che per una volta in vita sua aveva fatto la cosa giusta.
Mia era una ragazza molto dolce e per quanto gli costasse ammetterlo, non aveva niente a che fare con il padre.
Aveva un forte senso della famiglia che suo padre non aveva mai avuto e il disperato tentativo di costruire un rapporto con loro l’aveva colpito nel profondo.
Drake non aveva la più pallida idea di come sarebbero andate le cose con lei, ma credeva che conoscerla meglio e provare a costruire un rapporto con lei fosse l’unica cosa possibile da fare in quel momento.
Si tolse in fretta il casco e poi lanciò un’occhiata al telefono.
Non erano nemmeno le sei, ma lui era stanco morto, come se non dormisse da giorni.
Aveva accumulato talmente tanta tensione e tanto stress in quel periodo che ogni minima cosa che faceva lo rendeva stanco e irritabile.
Doveva darsi una calmata e doveva farlo alla svelta. Prima lo avesse fatto e prima la sua vita sarebbe tornata alla normalità.
Non fece in tempo a dirigersi verso casa che la risata di un bambino catturò la sua attenzione.
Si voltò alla sua sinistra, sorpreso.
Vide una coppia di ragazzi poco più grandi di lui che tenevano per mano un bambino di circa tre anni.
Li osservò a lungo, colpito da quella scena.
Erano molto giovani per avere un figlio, ma sembravano felici e in pace con se stessi.
Scherzavano e ridevano con il loro bambino, come se il mondo intorno a loro non ci fosse.
L’unica cosa che contava era essere vicini e stringere forte la manina del figlio che regalava loro sorrisi che destabilizzarono anche lui.
Drake prese un respiro profondo e poi si girò, turbato da quello che aveva visto.
Era quella la sensazione che il sorriso di un figlio sprigionava?
Una sensazione di benessere e di pace che lui non avrebbe mai e poi mai immaginato di provare?
A un certo punto capì. Capì di non aver capito proprio niente nella vita.
Aveva abbandonato l’unica donna che avesse amato nella sua vita e che lo aveva accettato per quello che era.
Come aveva potuto essere così cieco?
Lui non sarebbe mai potuto diventare come suo padre, perché lui non era suo padre.
Era un ragazzo che aveva sofferto più di tanti altri, era vero, ma che aveva imparato in fretta la lezione più importante della vita.
Le donne andavano rispettate, a prescindere da tutto, e alzare le mani su un altro essere vivente era solo una prova di debolezza, non di forza.
Come aveva fatto a non capirlo prima?
Kailey era la donna della sua vita e il bambino che cresceva dentro di lei era suo figlio. Non aveva niente di più prezioso al mondo.
Come aveva potuto abbandonarli entrambi in quel modo?
Sarebbero stati loro la sua felicità, al diavolo tutto il resto.
Scosse la testa e poi si infilò di nuovo il casco, dandosi dello sciocco.
Era stato veramente uno stupido a rinunciare alla sua unica fonte di felicità.
Salì di nuovo in moto e poi si diresse nell’unico posto in cui voleva veramente essere.
   
 
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