Cammino lento nel giardino del Leprecauno
le gambe mi cedono leggermente quando il profumo dei lillà
aggredisce le mie narici
poiché è lo stesso dei tuoi capelli
stanotte
mentre la tua schiena
toccava il mio torace, leggiadra,
e i miei denti affondavano
nel tuo collo di velluto
e la mia lingua sfiorava
la tua nuca gentile
mentre io, impietoso, tormentavo i tuoi boccioli
turgidi di desiderio
e affondavo nel tuo essere più recondito
e ti sentivo gemere, dapprima,
poi urlare il mio nome.
Ed io ero stordito dal profumo di lillà.