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Autore: kenjina    08/08/2009    5 recensioni
Narumi Tomoe è una giovane ragazza alle prese con una situazione decisamente troppo più grande di lei. Tra amici, scoperte e un paio di occhi blu detestabili, ecco le vicende e le percezioni di questa giovane, raccontata in prima persona.
Avviso alla gentile clientela: mi dispiace di essere mesi e mesi senza aggiornare, soprattutto se vedo così tante recensioni di lettrici appassionate che aspettano di leggere il continuo; ma sto prendendo in considerazione l'ipotesi di bloccarla e riscriverla; il tempo passa, cambia il mio stile e anche la mia ispirazione, che purtroppo ultimamente sta escludendo Bleach. Chi scrive conosce bene questi momenti! Spero un giorno di riprenderla in mano con lo stesso entusiasmo di un tempo. Non perdete le speranze, magari Narumi e Grimmjow torneranno, prima o poi.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Jaggerjack Grimmjow
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Ma salve a tutti

Salve a tutti, gente! Lo sapevo io che mi avreste picchiata per il precedente capitolo! Ma la mia vena sadica, in questa fanfiction, sta prendendo il sopravvento, quindi… beh, preparatevi ad altri colpi di scena :P

Ci_chan: eh eh, quando si arrabbia Aizen son cavoli amari per tutti! Cosa ha visto Narumi? Mistero! Lo scoprirai in questo capitolo, ne faccio un lieve cenno… Per quanto riguarda al bracciale dovrai aspettare il prossimo capitolo (che ho già scritto, ma che per farvi soffrire posterò la settimana dopo Ferragosto! XD). Oddèi Rob (posso chiamarti così? *o*), non so più che dire per ringraziarti di tutti questi complimenti! *o* /me ti stritola in un abbraccio/ Grazie, grazie, grazie!

Smemo92: Cosa ha visto? Perché l’ha visto? E Grimmjow? E Narumi? Chi sono? Perché sono qui? Questo ed altro su Rieduchescional Channel! … Ok, perdona il momento di sclero, non so perché ma ho letto il tuo commento con il tono di Vulvia, il personaggio di Guzzanti! XD Grazie mille anche a te, son veramente contenta che lo svolgimento della storia ti stia piacendo! Spero di non essere troppo cattiva in futuro… *fischietta* Un abbraccio! :*

GexeTheNemesi: Benvenuto su questi lidi, allora! E grazie per il preferito! Spero solo che quel “demenziale” sia una cosa buona, io volevo sfiorare solo la comicità in una storia che di comico ha poco e niente! XD Spero che il nuovo capitolo sia di tuo gradimento… Grazie mille, a presto!

Glo91: Ahaha! Vi ho proprio colto alla sprovvista! *me soddisfatta* XD Tranquilla, Grimmjow avrà lo spazio che si merita, ehrr… beh, dopo che leggerà questo capitolo forse mi ammazzerà per certo, ma vabbè XD Grazie cara! *o*

Aribo: Eccoti accontentata! :D L’idea della ribellione di Grimmjow è quasi scontata, certo (spero che si faccia vivo ora, nel manga, perché è assente da trooooppi capitoli… leggo le scans, ovviamente XD), o per lo meno, lo spero! Dai, con quel faccione perennemente incazzato non può non ribellarsi! Addirittura geniale? Ragazza mia, ora piango sul serio! ;O; Grazie, grazie veramente!

Un enorme ringraziamento anche a tutti coloro che hanno aggiunto questa storia ai preferiti e alle seguite! Ci leggiamo presto! :*

Capitolo XI

 

Quando mi svegliai mi parve di essere in un incubo. Non c'erano le tende arancioni alle finestre, ne le pareti gialline della mia cameretta; non sentivo la voce squillante di Hiroaki che rideva e papà che lo prendeva in giro; non c'erano ne foto ne poster ai muri, ma solo un desolante bianco.

Bianco ovunque, bianco, bianco.

Sarei impazzita veramente quella volta con tutto quel bianco.

O forse lo ero già?

Perchè?

Perchè a me?

Poi li vidi, brillanti in quell'assenza di colore: i capelli celesti di Grimmjow, come sempre la mia psicologica ancora di salvezza in momenti come quelli. Ma perchè quando abbassai lo sguardo sui suoi occhi quello che vidi fu solo il più totale e sincero disprezzo?

- Grimmjow... -, mugugnai, provando a mettermi a sedere. Ma qualcosa mi bloccò ogni movimento: una catena. Ero incatenata!

Lo guardai spaventata, ma lui non sembrò curarsi del mio stato d'animo, ne di quello fisico. Non sembrava importargli niente di me.

- Grimmjow... -, ripetei, flebilmente, con le lacrime agli occhi.

- A causa tua Aizen stava per farmi le scarpe, lo sai? -, mi disse sprezzante, facendomi rabbrividire. - L'ho sempre detto che voi umani siete troppo stupidi per fare qualcosa e pensare alle conseguenze. -

- Io... -

- Tu cosa? -, sibilò, prendendomi per il colletto ed alzandomi di qualche centimetro da terra. - Tu cosa? -

Fu in quel momento che non riuscii più a trattenere il pianto e scoppiai in lacrime, davanti a lui. Non mi aveva mai vista così debole, avevo sempre provato a nascondere tutto, nella speranza di apparire forte quando invece non lo ero. Probabilmente pensò che fossi vergognosamente insignificante. Una mocciosa.

- Sì, frigna! Frigna quanto vuoi! -, esclamò ridendo come un esaltato, mollando la presa e facendomi cadere senza grazia.

Non ebbi il coraggio di guardarlo negli occhi. Proprio non ce la facevo. Sentivo che se l’avessi fatto sarei caduta nello sconforto totale, più di quanto già non fossi sul bordo del precipizio.

- Frigna, tanto non verrà nessuno Shinigami a difenderti. -

Mi accasciai sul pavimento, ormai in preda ad un pianto isterico che difficilmente sarei riuscita a fermare subito.

- E ricordati, mocciosa. La prossima volta escludimi dai tuoi geniali piani. -

Uscì sbattendo la porta e con lui se ne andò via anche il mio cuore.

* * *

Passarono ore, giorni, mesi, non saprei. Il tempo non trascorreva mai a Las Noches, ne potevo regolarmi con gli istinti fisici. Non avevo fame ne sete, non avevo sonno ne avevo voglia di alzarmi. Ero praticamente un cadavere che respirava ancora, per un bruttissimo scherzo della vita. Non potevo sperare di liberarmi di Aizen, non potevo sognare una vita con i miei amici senza pensieri di sorta, non potevo neanche più confidare nel rapporto con Grimmjow, che ora mi odiava a morte...

Mi strinsi le gambe al petto, lasciando che le ultime lacrime mi bagnassero quelle ormai secche sulle guance. Le terribili immagini che Aizen mi aveva mostrato mi avevano scossa fin nel profondo, terrorizzandomi. Non potevo permettere che accadesse davvero, no... Avrei preferito morire prima di vedere la mia famiglia torturata e poi uccisa, un milione di volte l'avrei preferito!

La porta si aprì improvvisamente, ed Ulquiorra fece pochi silenziosi passi verso di me. - Alzati, Aizen-sama vuole vederti. -

La catena che mi teneva legata per un polso si sciolse e finalmente fui libera di muovermi. Alzai lo sguardo sulla Quarta Espada, che però mi aveva già rivolto le spalle, per farmi da guida. Lo seguii senza fiatare, come un bamboccio comandato dall'alto. Intravidi il suo viso pallido, segnato da quelle false lacrime verdi che gli donavano un'aria di incredibile malinconia, e pensai che se fosse stato lui ad allenarmi, a passare la maggior parte del tempo con me, se non avessi avuto la sua complicità, forse a quest'ora sarei ancora libera di girare per Karakura, sperando in qualche altro modo che le cose potessero andare diversamente.

Ci ritrovammo nuovamente alla Sala del Trono, dove Grimmjow, inchinato davanti ad Aizen, stringeva i pugni in un moto represso di rabbia. Che stava succedendo?

- Oh, ecco lo Spirito Ribelle. Come stai? Sono due giorni che non mangi ne bevi, non vorrei che ti indebolissi. -, mi disse l'uomo moro, avvicinandosi a me con calma. - Sarei ben lieto di averti a cena, oggi. -

Voltai lo sguardo ovunque, tranne che sui suoi occhi. - Non ho fame. -

Allungò la mano verso il mio viso e mi costrinse a guardarlo. - Narumi, qui comando io. E tu cenerai, quest'oggi. O vuoi per caso farti morire di fame, pur di non assecondarmi? -

Farmi morire di fame? Già, poteva essere un'idea...

- Avanti, non fare quella faccia triste e preoccupata, non ti si addice. In fondo non è successo niente, no? Ti ho fermata prima che potessi compiere una sciocchezza, quindi non ci sono problemi. -, continuò, con quello che doveva essere un sorriso rassicurante. - Sai, dicevo a Grimmjow qui presente che sono un po' deluso dalla sua condotta. Ma mi sento anche molto clemente, in questo ultimo periodo, e quindi ho deciso che non lo ucciderò, non ancora. Ho in mente qualcos'altro che gli farà capire come comportarsi in futuro, vero Grimmjow? -

Guardai il ragazzo con un misto di preoccupazione e rimorso. Era colpa mia, solo colpa mia!

- Per questo ho deciso che ti sollevo dall'incarico di Sesta Espada. - Aizen si voltò a guardarmi intensamente. - Che prenderai tu, Narumi. -

In un primo momento non capii quello che stava succedendo. Vidi solo Grimmjow alzare lo sguardo sbarrato verso il suo padrone, digrignando i denti. Sbatté un pugno sul pavimento e, come un fulmine, mi si parò davanti, tirandomi un colpo in pieno addome, che mi tranciò il respiro per qualche secondo. Caddi a terra, le mani portate alla pancia per il dolore, ed un rivolo di sangue che mi bagnava le labbra ed il mento.

- Basta così, Grimmjow. - Tousen, l'uomo privo di vista, gli bloccò un secondo pugno pronto a colpirmi nuovamente, ma lui si liberò facilmente dalla sua presa e si allontanò di qualche passo.

Aizen mi si avvicinò, porgendomi gentilmente una mano per rialzarmi. Lo guardai furente, decisa a non accettare il suo aiuto, ma lui mi sollevò ugualmente afferrandomi per un braccio. Mi passò una mano sulle labbra sporche di sangue e mi guardò con dispiacere. - Perdonalo, sai come sia rude. -

Sì, lo sapevo... Lo sapevo, accidenti!

Vedendo che riuscivo a rimanere in equilibrio senza il suo sostegno, Aizen mi voltò le spalle, diretto verso il suo braccio destro Gin. - Dicevo, Narumi, tu ora sei la Sesta Espada e farai esattamente quello che ti dico. Non potrai più tornare indietro, ora. Mai più. L'unica tua via di salvezza, ora, è... la morte. -

Il numero 6 tatuato sulla schiena di Grimmjow sparì velocemente, per comparire sulla mia nuca, o così vidi quando ebbi l'opportunità di specchiarmi.

- Ora ascoltami bene. Non sarò sempre così clemente, d'ora in poi. Questo vuol dire che non esiterò a punirti a dovere, se dovessi fare qualcosa fuori dai miei piani. E tu sai bene cosa potrei fare. - Aizen mi fece rabbrividire, mentre continuava a parlare. - La tua volontà ora è la mia volontà, quindi ogni volta che combatterai lo farai per me. Io non sono il tuo avversario, e mai lo sarò. Capirai presto le mie parole, vedrai. - Mi sorrise, e questa volta mi piacque meno delle altre. - Ora vai a cambiarti, ti aspetto per la cena. -

La strada verso la mia camera la feci da sola, lentamente, come se il fatto di fare pochi passi per volta potesse ritardare ogni cosa. Sentii dei passi dietro di me e mi fermai, guardandomi alle spalle. Persi più di un battito appena lo vidi, il viso contratto in una smorfia di arroganza e rabbia che mai gli avevo visto prima d'ora.

Per la prima volta mi fece paura. Ma paura sul serio.

E per quanto tentai di non farla apparire lui se ne accorse.

Si fece vicino, vicinissimo a me. Troppo, per i miei gusti. E tremai. Il suo sguardo detestabile, quell'espressione di superiorità e presunzione mi fecero rabbrividire.

Perchè nonostante il suo odio non riuscivo a pensare ad altro se non al fatto che mi piacesse ogni istante di più? E quell'idea e la consapevolezza che non sarei mai stata ricambiata mi terrorizzava e mi stringeva il respiro.

Aprii la bocca per pronunciare flebilmente il suo nome, ma mi accorsi troppo tardi di non averne la forza. Anche perchè con una mano stretta intorno al collo non ce l'avrei fatta ugualmente.

Grimmjow, che mi aveva fatta indietreggiare fino a mettermi spalle al muro, mi sovrastava con la sua corporatura e la sua altezza, e come a volermelo fare apposta mi strinse con il suo corpo contro la parete bianca, facendomi gemere. Lentamente avvicinò le sue labbra al mio orecchio sinistro e pensai di svenire sentendo il suo respiro sulla pelle.

- Tu hai paura di me. - mormorò, spedendomi brividi lungo la schiena. - Lo sento. Anche se provi a mascherarlo con me non hai scampo. Io riconosco sempre gli stati d'animo delle mie prede. -

Prede. Prede. Prede. Continuava a risuonarmi nella mente. Io ero una sua preda?

- Ficcatelo bene in testa, donna. Tu devi aver paura di me. Anche se ora qui dietro hai quel numero, non significa che io sia diventato un debole. - Le sue dita mi sfiorarono il 6 sulla nuca e rabbrividii ancora. - Per me tu sei morta oggi. -

Mi lasciò andare senza dirmi altro e si allontanò, calmo così come era arrivato. Scivolai contro la parete, cercando di placare il battito impazzito del mio cuore, ma senza successo.

In quel momento capii. Capii tutto.

Non avrei più rivisto i suoi occhi che guardavano i miei, non avrei più sentito la sua voce che mi sminuiva per qualsiasi cosa, non avrei più potuto sognare di... stare con lui.

Ero morta, aveva detto così. Ma per me non c'era via di salvezza, ormai.

Ero dannata, per sempre.

   
 
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