Salve a tutti, gente! Lo sapevo io
che mi avreste picchiata per il precedente capitolo! Ma la mia vena sadica, in
questa fanfiction, sta prendendo il sopravvento, quindi… beh, preparatevi ad
altri colpi di scena :P
Ci_chan: eh eh, quando si arrabbia Aizen son cavoli amari per tutti! Cosa
ha visto Narumi? Mistero! Lo scoprirai in questo capitolo, ne faccio un lieve
cenno… Per quanto riguarda al bracciale dovrai aspettare il prossimo capitolo
(che ho già scritto, ma che per farvi soffrire posterò la settimana dopo
Ferragosto! XD). Oddèi Rob
(posso chiamarti così? *o*), non so più che dire per ringraziarti di tutti
questi complimenti! *o* /me ti stritola in un abbraccio/ Grazie, grazie,
grazie!
Smemo92:
Cosa
ha visto? Perché l’ha visto? E Grimmjow? E Narumi? Chi sono? Perché sono qui? Questo
ed altro su Rieduchescional Channel! …
Ok, perdona il momento di sclero, non so perché ma ho letto il tuo commento con
il tono di Vulvia, il personaggio di Guzzanti! XD Grazie mille anche a te, son
veramente contenta che lo svolgimento della storia ti stia piacendo! Spero di
non essere troppo cattiva in futuro… *fischietta* Un abbraccio! :*
GexeTheNemesi: Benvenuto su questi
lidi, allora! E grazie per il preferito! Spero solo che quel “demenziale” sia
una cosa buona, io volevo sfiorare solo la comicità in una storia che di comico
ha poco e niente! XD Spero che il nuovo capitolo sia di tuo gradimento… Grazie
mille, a presto!
Glo91: Ahaha! Vi ho
proprio colto alla sprovvista! *me soddisfatta* XD Tranquilla, Grimmjow avrà lo
spazio che si merita, ehrr… beh, dopo che leggerà
questo capitolo forse mi ammazzerà per certo, ma vabbè XD Grazie cara! *o*
Aribo: Eccoti
accontentata! :D L’idea della ribellione di Grimmjow è quasi scontata, certo
(spero che si faccia vivo ora, nel manga, perché è assente da trooooppi capitoli… leggo le scans,
ovviamente XD), o per lo meno, lo spero! Dai, con quel faccione perennemente
incazzato non può non ribellarsi! Addirittura geniale? Ragazza mia, ora piango sul serio! ;O; Grazie, grazie
veramente!
Un enorme ringraziamento anche a tutti coloro che hanno
aggiunto questa storia ai preferiti e alle seguite! Ci leggiamo presto! :*
Capitolo XI
Quando mi svegliai mi parve di
essere in un incubo. Non c'erano le tende arancioni alle finestre, ne le pareti
gialline della mia cameretta; non sentivo la voce squillante di Hiroaki che
rideva e papà che lo prendeva in giro; non c'erano ne foto ne poster ai muri,
ma solo un desolante bianco.
Bianco ovunque, bianco, bianco.
Sarei impazzita veramente quella
volta con tutto quel bianco.
O forse lo ero già?
Perchè?
Perchè a me?
Poi li vidi, brillanti in
quell'assenza di colore: i capelli celesti di Grimmjow, come sempre la mia
psicologica ancora di salvezza in momenti come quelli. Ma perchè quando
abbassai lo sguardo sui suoi occhi quello che vidi fu solo il più totale e
sincero disprezzo?
- Grimmjow... -, mugugnai,
provando a mettermi a sedere. Ma qualcosa mi bloccò ogni movimento: una catena.
Ero incatenata!
Lo guardai spaventata, ma lui non
sembrò curarsi del mio stato d'animo, ne di quello fisico. Non sembrava
importargli niente di me.
- Grimmjow... -, ripetei,
flebilmente, con le lacrime agli occhi.
- A causa tua Aizen stava per
farmi le scarpe, lo sai? -, mi disse sprezzante, facendomi rabbrividire. - L'ho
sempre detto che voi umani siete troppo stupidi per fare qualcosa e pensare
alle conseguenze. -
- Io... -
- Tu cosa? -, sibilò, prendendomi
per il colletto ed alzandomi di qualche centimetro da terra. - Tu cosa? -
Fu in quel momento che non riuscii
più a trattenere il pianto e scoppiai in lacrime, davanti a lui. Non mi aveva
mai vista così debole, avevo sempre provato a nascondere tutto, nella speranza
di apparire forte quando invece non lo ero. Probabilmente pensò che fossi vergognosamente
insignificante. Una mocciosa.
- Sì, frigna! Frigna quanto vuoi!
-, esclamò ridendo come un esaltato, mollando la presa e facendomi cadere senza
grazia.
Non ebbi il coraggio di guardarlo
negli occhi. Proprio non ce la facevo. Sentivo che se l’avessi fatto sarei
caduta nello sconforto totale, più di quanto già non fossi sul bordo del
precipizio.
- Frigna, tanto non verrà nessuno
Shinigami a difenderti. -
Mi accasciai sul pavimento, ormai
in preda ad un pianto isterico che difficilmente sarei riuscita a fermare
subito.
- E ricordati, mocciosa. La
prossima volta escludimi dai tuoi geniali piani. -
Uscì sbattendo la porta e con lui
se ne andò via anche il mio cuore.
* * *
Passarono ore, giorni, mesi, non
saprei. Il tempo non trascorreva mai a Las Noches, ne potevo regolarmi con gli
istinti fisici. Non avevo fame ne sete, non avevo sonno ne avevo voglia di
alzarmi. Ero praticamente un cadavere che respirava ancora, per un bruttissimo
scherzo della vita. Non potevo sperare di liberarmi di Aizen, non potevo
sognare una vita con i miei amici senza pensieri di sorta, non potevo neanche
più confidare nel rapporto con Grimmjow, che ora mi odiava a morte...
Mi strinsi le gambe al petto,
lasciando che le ultime lacrime mi bagnassero quelle ormai secche sulle guance.
Le terribili immagini che Aizen mi aveva mostrato mi avevano scossa fin nel
profondo, terrorizzandomi. Non potevo permettere che accadesse davvero, no...
Avrei preferito morire prima di vedere la mia famiglia torturata e poi uccisa,
un milione di volte l'avrei preferito!
La porta si aprì improvvisamente,
ed Ulquiorra fece pochi silenziosi passi verso di me. - Alzati, Aizen-sama vuole
vederti. -
La catena che mi teneva legata per
un polso si sciolse e finalmente fui libera di muovermi. Alzai lo sguardo sulla
Quarta Espada, che però mi aveva già rivolto le spalle, per farmi da guida. Lo
seguii senza fiatare, come un bamboccio comandato dall'alto. Intravidi il suo
viso pallido, segnato da quelle false lacrime verdi che gli donavano un'aria di
incredibile malinconia, e pensai che se fosse stato lui ad allenarmi, a passare
la maggior parte del tempo con me, se non avessi avuto la sua complicità, forse
a quest'ora sarei ancora libera di girare per Karakura, sperando in qualche
altro modo che le cose potessero andare diversamente.
Ci ritrovammo nuovamente alla Sala
del Trono, dove Grimmjow, inchinato davanti ad Aizen, stringeva i pugni in un
moto represso di rabbia. Che stava succedendo?
- Oh, ecco lo Spirito Ribelle.
Come stai? Sono due giorni che non mangi ne bevi, non vorrei che ti
indebolissi. -, mi disse l'uomo moro, avvicinandosi a me con calma. - Sarei ben
lieto di averti a cena, oggi. -
Voltai lo sguardo ovunque, tranne
che sui suoi occhi. - Non ho fame. -
Allungò la mano verso il mio viso
e mi costrinse a guardarlo. - Narumi, qui comando io. E tu cenerai, quest'oggi.
O vuoi per caso farti morire di fame, pur di non assecondarmi? -
Farmi morire di fame? Già, poteva
essere un'idea...
- Avanti, non fare quella faccia
triste e preoccupata, non ti si addice. In fondo non è successo niente, no? Ti
ho fermata prima che potessi compiere una sciocchezza, quindi non ci sono
problemi. -, continuò, con quello che doveva essere un sorriso rassicurante. -
Sai, dicevo a Grimmjow qui presente che sono un po' deluso dalla sua condotta.
Ma mi sento anche molto clemente, in questo ultimo periodo, e quindi ho deciso
che non lo ucciderò, non ancora. Ho in mente qualcos'altro che gli farà capire
come comportarsi in futuro, vero Grimmjow? -
Guardai il ragazzo con un misto di
preoccupazione e rimorso. Era colpa mia, solo colpa mia!
- Per questo ho deciso che ti
sollevo dall'incarico di Sesta Espada. - Aizen si voltò a guardarmi
intensamente. - Che prenderai tu, Narumi. -
In un primo momento non capii
quello che stava succedendo. Vidi solo Grimmjow alzare lo sguardo sbarrato
verso il suo padrone, digrignando i denti. Sbatté un pugno sul pavimento e,
come un fulmine, mi si parò davanti, tirandomi un colpo in pieno addome, che mi
tranciò il respiro per qualche secondo. Caddi a terra, le mani portate alla
pancia per il dolore, ed un rivolo di sangue che mi bagnava le labbra ed il
mento.
- Basta così, Grimmjow. - Tousen,
l'uomo privo di vista, gli bloccò un secondo pugno pronto a colpirmi
nuovamente, ma lui si liberò facilmente dalla sua presa e si allontanò di
qualche passo.
Aizen mi si avvicinò, porgendomi
gentilmente una mano per rialzarmi. Lo guardai furente, decisa a non accettare
il suo aiuto, ma lui mi sollevò ugualmente afferrandomi per un braccio. Mi
passò una mano sulle labbra sporche di sangue e mi guardò con dispiacere. -
Perdonalo, sai come sia rude. -
Sì, lo sapevo... Lo sapevo,
accidenti!
Vedendo che riuscivo a rimanere in
equilibrio senza il suo sostegno, Aizen mi voltò le spalle, diretto verso il
suo braccio destro Gin. - Dicevo, Narumi, tu ora sei la Sesta Espada e farai
esattamente quello che ti dico. Non potrai più tornare indietro, ora. Mai più.
L'unica tua via di salvezza, ora, è... la morte. -
Il numero 6 tatuato sulla schiena
di Grimmjow sparì velocemente, per comparire sulla mia nuca, o così vidi quando
ebbi l'opportunità di specchiarmi.
- Ora ascoltami bene. Non sarò
sempre così clemente, d'ora in poi. Questo vuol dire che non esiterò a punirti
a dovere, se dovessi fare qualcosa fuori dai miei piani. E tu sai bene cosa
potrei fare. - Aizen mi fece rabbrividire, mentre continuava a parlare. - La
tua volontà ora è la mia volontà,
quindi ogni volta che combatterai lo farai per me. Io non sono il tuo
avversario, e mai lo sarò. Capirai presto le mie parole, vedrai. - Mi sorrise,
e questa volta mi piacque meno delle altre. - Ora vai a cambiarti, ti aspetto
per la cena. -
La strada verso la mia camera la
feci da sola, lentamente, come se il fatto di fare pochi passi per volta
potesse ritardare ogni cosa. Sentii dei passi dietro di me e mi fermai, guardandomi
alle spalle. Persi più di un battito appena lo vidi, il viso contratto in una
smorfia di arroganza e rabbia che mai gli avevo visto prima d'ora.
Per la prima volta mi fece paura.
Ma paura sul serio.
E per quanto tentai di non farla
apparire lui se ne accorse.
Si fece vicino, vicinissimo a me.
Troppo, per i miei gusti. E tremai. Il suo sguardo detestabile,
quell'espressione di superiorità e presunzione mi fecero rabbrividire.
Perchè nonostante il suo odio non
riuscivo a pensare ad altro se non al fatto che mi piacesse ogni istante di
più? E quell'idea e la consapevolezza che non sarei mai stata ricambiata mi
terrorizzava e mi stringeva il respiro.
Aprii la bocca per pronunciare
flebilmente il suo nome, ma mi accorsi troppo tardi di non averne la forza.
Anche perchè con una mano stretta intorno al collo non ce l'avrei fatta
ugualmente.
Grimmjow, che mi aveva fatta
indietreggiare fino a mettermi spalle al muro, mi sovrastava con la sua
corporatura e la sua altezza, e come a volermelo fare apposta mi strinse con il
suo corpo contro la parete bianca, facendomi gemere. Lentamente avvicinò le sue
labbra al mio orecchio sinistro e pensai di svenire sentendo il suo respiro
sulla pelle.
- Tu hai paura di me. - mormorò,
spedendomi brividi lungo la schiena. - Lo sento. Anche se provi a mascherarlo
con me non hai scampo. Io riconosco sempre gli stati d'animo delle mie prede. -
Prede. Prede. Prede. Continuava a risuonarmi nella mente. Io ero una sua preda?
- Ficcatelo bene in testa, donna.
Tu devi aver paura di me. Anche se
ora qui dietro hai quel numero, non significa che io sia diventato un debole. -
Le sue dita mi sfiorarono il 6 sulla nuca e rabbrividii ancora. - Per me tu sei
morta oggi. -
Mi lasciò andare senza dirmi altro
e si allontanò, calmo così come era arrivato. Scivolai contro la parete,
cercando di placare il battito impazzito del mio cuore, ma senza successo.
In quel momento capii. Capii
tutto.
Non avrei più rivisto i suoi occhi
che guardavano i miei, non avrei più sentito la sua voce che mi sminuiva per
qualsiasi cosa, non avrei più potuto sognare di... stare con lui.
Ero morta, aveva detto così. Ma
per me non c'era via di salvezza, ormai.
Ero dannata, per sempre.