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Autore: JennyPotter99    14/04/2020    0 recensioni
SEQUEL DI "RED AND WHITE"
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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La Westside Towers era una delle torri più alte e antiche di New York, tant’è che c’era un vecchio orologio fermo da anni.
Già da svariati momenti, Otto, Peter e Clary si stavano combattendo a suon di pugni, fin che il dottore non staccò la lancetta dell’orologio, lanciandogliela contro e facendoli cadere direttamente sulla metro all’aperto che passava in quella parte di città.
Octavius si lanciò sulla parte anteriore del treno e con una delle braccia meccaniche, colpì il macchinista e ruppe il freno.
-Avete un treno da prendere.- ridacchiò Otto, fuggendo via.
Grazie ai suoi sensi acuti da ragno, Clary poté percepire cosa ci fosse più in là.- Oh Mio Dio, i binari stanno per finire!-
Peter tentò inizialmente di ricollegare i fili, ma ricevette solo una scossa elettrica che andò a bruciargli gli occhi.
Fu quindi costretto a togliersi la maschera e a reggersi al bordo del treno.
I passeggeri fecero capolino dalle finestre, sperando che Spiderman e la donna in bianco li aiutassero.
Successivamente, Peter tentò di fare da freno con le proprie gambe, facendo resistenza sui binari.
Quello che ottenne fu soltanto tegole di legno che volarono fino a colpire la sorella al viso e un gran dolore ai piedi.
-Ahi!- esclamò Clary, togliendosi la maschera.
-Scusa…- aggiunse Peter, storcendo la bocca.
-Altre strabilianti idee?- gli domandò, alzando un sopracciglio.
-Ne ho qualcuna!-
Allora Peter si guardò intorno e con un paio di ragnatele si aggrappò agli edifici alla sua destra e alla sua sinistra, ma esse si ruppero subito, anche se per un momento sembrava stesse funzionando.
-Hai bisogno di più pressione.- continuò Clary, reggendosi ai sostegni della vettura. -Tu con le ragnatele, io con le gambe, sei pronto?-
Il fratello appiccicò più ragnatele contemporaneamente ai palazzi, mentre Clary fece quello che Peter aveva fatto precedentemente.
Dovevano sbrigarsi, i binari stavano per terminare e se tutto ciò non fosse andato a buon fine, il treno sarebbe caduto sulla strada.
Con grida di sforzo e dolore, esso iniziò a rallentare, fino a giungere oltre la ferrovia.
Quasi metà del primo vagone dondolò tra i binari e il traffico, tant’è che Clary riuscì ad aggrapparsi con una ragnatela prima di cadere giù.
Per la stanchezza, Peter svenne e i viaggiatori presero il suo corpo, stendendolo all’interno del vagone.
Clary si sedette accanto a lui per vedere se stesse bene.
-Siete due ragazzini.- commentò un uomo, ricordando a Clary di non avere la faccia coperta. -Avrete l’età di mio figlio.-
A quel punto, Peter aprì lentamente gli occhi.- Non hai la maschera…-
-Nemmeno tu.-
Due bambini si fecero spazio tra la folla e gli porsero le maschere: uno di loro era Micheal, il ragazzo che Clary aveva salvato dall’incendio.- Abbiamo trovato queste.-
-Tranquilli, non lo diciamo a nessuno. Siamo contenti di riavervi.-
Commossi dalla loro gentilezza, i due si rimisero le maschere, quando si udì un tonfo dal tetto.
Octavius stava tornando a prendere Peter.
-Scappa, lui vuole me.- mormorò lui a sua sorella.
Clary sapeva benissimo cosa sarebbe successo, così uscì dal treno e lasciò che il dottore stordisse Peter, lo legasse e lo portasse, sicuramente, a casa Osborn.
Quando Clary entrò dall’attico, Peter era steso sullo stesso divanetto dove Harry aveva trovato suo padre, legato con dei fili elettrici.
-Se solo io potessi farti lo stesso male che tu hai fatto a me.- gli disse Harry, estraendo un pugnale da suo astuccio.
-Harry, fermati!- esclamò Clary, preoccupata che uccidesse davvero suo fratello.
Harry si voltò verso di lei con l’arma pronta. -Stavolta non mi fermi.- le disse, mentre gli cadde una lacrima sulla guancia: uccidere non era nella natura di Harry, almeno fino a qualche momento prima.- Ma prima, vediamo chi si nasconde sotto la maschera.-
-Harry, no!-
Il ragazzo tolse la maschera a Spiderman e Clary non poté impedirlo.
Non appena scoprì che sotto c’era il suo migliore amico, sgranò gli occhi e barcollò all’indietro, sconvolto.- No, non è possibile!- balbettò, guardando poi la ragazza.- N-No…- singhiozzò, aveva capito tutto.
Con una mano tolse la maschera anche a Clary e inerme, lei non poté fare altro che abbassare lo sguardo.
Nel frattempo, Peter si liberò dai fili.- Harry, dimmi dov’è diretto, ha preso MJ.-
Harry lo guardò ancora stordito.- No…Lui voleva solo il tritio.-
-Ricostruisce la macchina.- intervenne Clary.
-Harry, devi dirmi dov’è, se ricostruisce la macchina, lei morirà, insieme a mezza New York.- insistette Peter.
-Peter…- mormorò Harry.- Hai ucciso mio padre?-
-Stanno accadendo cose più grandi di me e di te. Ti prego Harry, devo andare a fermarlo.-
-Al porto…- rispose Harry, prima che Peter volasse via.
Lui e Clary rimasero in silenzio per un po', la mano di Harry che tremava sul coltello e l’altra che teneva la maschera di lei.
Non l’avrebbe mai perdonata per quell’enorme bugia, ma era tempo che lui sapesse.
-Devo farti vedere una cosa.-
Harry non era a conoscenza che dietro allo specchio c’era un nascondiglio segreto.
Lì Norman teneva la tuta, l’aliante con gli accessori e il siero.
Harry si guardò intorno, senza sapere esattamente come reagire.
-Aveva rapito MJ per fare un torto a Peter e io avevo paura che potesse fare del male anche a te, ero terrorizzata e sono venuta qui perché volevo proteggerti.- raccontò Clary, sorridendo ricordandosi quella notte.- Come dimenticare quella notte…-
Harry strinse gli occhi, facendo cadere le ultime lacrime.- Eri tu…-
Ormai Clary non doveva più mentire, perciò annuì.- Mi sono sempre chiesta cosa avesse lei che non avevo io o cosa avesse MJ in più di Clary Parker. E poi, quando sei venuto in ospedale, ho capito: volevi sentirti speciale e Clary non faceva altro che andarti dietro come un cagnolino. Ma, eccomi qui, Harry.- continuò, aprendo le braccia.- Io sono questa e se non mi credi…- balbettò, iniziando a piangere anche lei.- Allora colpiscimi.- continuò, prendendogli la mano con il coltello e puntandolo alla propria gola, guardandolo negli occhi.- Colpisci bene, Harry. Ma sappi che io ti amo…E’ tutta la vita che ti amo.-
Harry scosse appena la testa e lasciò andare la presa, facendolo cadere a terra. -Vattene via.-
Ormai aveva vuotato il sacco e non si poteva tornare più indietro.
Anche se non sapeva se lo avrebbe mai più rivisto, Clary si allontanò verso il balcone.- Se vuoi parlare, sai dove trovarmi.- disse infine, prima di lanciarsi giù.
Sospirando, Harry si sedette sul divanetto, ancora con la maschera in mano, cercando di metabolizzare tutto quello che era successo.
-Signore, gradisce qualcosa da mangiare?- gli domandò Bernard.
-No Bernard, non ho fame.- rispose Harry, asciugandosi il viso.
-Qual è il problema, signor Osborn?-
Harry sfiorò con le dita le fessure della maschera, ricordandosi tutte le bellissime sensazioni che aveva provato quella sera.- La sto perdendo, Bernard…-
-Se posso permettermi, signore…- continuò il maggiordomo, sedendosi accanto a lui.- Combatta, Harry.- affermò, con decisione.- Combatta, come la signorina Parker ha combattuto per lei.-
   
 
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