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Autore: Kiron_River    15/04/2020    1 recensioni
Seguito diretto della mia precedente serie I Maestri delle Ombre, questa "seconda stagione" narrerà delle finali del torneo mondiale di Duel Monsters. I nostri eroi dovranno continuare i loro duelli... ma in un luogo totalmente diverso da quello previsto.
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri personaggi
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Ciao gente! Eccoci di nuovo insieme per il secondo capitolo della nuova stagione de I Maestri delle Ombre. Mi dispiace informarvi che anche in questo capitolo non avremo duelli, ma state tranquilli, stanno per tornare più epici che mai.

Per una fruizione completa della serie ricordo che sarebbe meglio tenersi una pagina internet aperta per controllare le carte che vengono giocate. A questo proposito consiglio di utilizzare il sito seguente: questo, che è quello che utilizzo io di solito.
Inoltre, per le prossime pubblicazioni consiglio inoltre di dare sempre un'occhiata alla pagina Facebook  per rimanere aggiornati su tutti i nuovi capitoli in uscita.

Per fortuna nessuno dei ragazzi era rimasto ferito gravemente nello scontro, ma per sicurezza Alex fece rientrate tutti all’interno della torre.
Nel marasma di chiacchiericcio nervoso e spaventato dei duellanti, Luke aveva occupato uno dei locali infermeria al 18° piano e stava medicando le ferite procurate dalle arpie ad alcuni dei duellanti. Alex camminava per i corridoi dei piani più alti dando disposizioni ai duellanti meno scossi per controllare le finestre e prevenire ulteriori attacchi. Gabri, per contro era momentaneamente sparito nel nulla. Tra i duellanti messi di guardia c’era anche Sally, che controllava la finestra di uno degli uffici al 30° piano insieme a Pavel.
“Io volevo solo farmi una vacanza in America e giocare con le cartine…” commentò ironicamente Pavel con un mezzo sorriso.
Sally gli rivolse a sua volta un mezzo sorriso di assenso e tornò a guardare fuori dalla finestra. Dopo la scarica di adrenalina dovuta all’attacco i suoi pensieri erano subito tornati a Mal, che forse era da solo in quel mondo popolato da mostri. Sally continuava a dirsi che in un mondo in cui si potevano evocare mostri di Duel Monster Mal non sarebbe mai potuto essere veramente in pericolo, ma non riusciva a togliersi di dosso la preoccupazione.

“Dai, non è così tragica” tentò di tirarla su Pavel “Siamo dispersi chi sa dove e questo è certo, ma ti pare che un gruppo dei migliori giocatori di Duel Monster del mondo non possa difendersi da dei mostri di Duel Monster?”
Sally sorrise di nuovo al ragazzo.
“Hai ragione, ora dobbiamo solo trovare un modo per tornare indietro” commentò Sally.

Alex aveva finito il suo giro. Una volta coperti tutti i punti della torre da cui poteva arrivare una minaccia era tornato al 30° piano dove era radunata la maggior parte dei duellanti. Confusi e in buona parte silenziosi.
Luke, che aveva finito in infermeria, si avvicinò ad Alex.
“Nessuno è stato ferito gravemente, per la maggior parte sono solo sotto shock”
“Meglio così. Un po’ di lavoro non farà loro che bene” rispose Alex.
Anche Gilbert si avvicinò ai due con il cellulare in mano.
“Ho fatto la lista delle cose da fare: Inventario di cibo e acqua, allestimento delle camere per tutti quanti, controllo dei servizi igenici e dell’elettricità, allestimento di un piano di difesa contro altri possibili attacchi…” disse Gilbert mostrando lo schermo ad Alex.
“Ok, Gilbert, basta così, abbiamo capito” rispose il gigante con un sorriso.
Alex si rivolse al gruppo di duellanti per i corridoi.
“Ragazzi! So che è un brutto momento, ma è il momento di mettersi a lavorare. Per prima cosa dovremo scendere nei magazzini a vedere cosa ci può tornare utile, una volta finito l’inventario allestiremo le camere per ognuno. Quantomeno lo spazio non ci manca. Dopo di che…”

Alex guardò i ragazzi. Nessuno di loro si era mosso e quasi nessuno lo stava ascoltando.
I ragazzi erano ancora troppo scossi dall’attacco subito; avrebbero fatto quello che dovevano fare, ma non erano motivati. Serviva qualcosa per tirarli su di morale.
“Ragazzi! Lo so bene, la situazione è difficile, ma se non ci muoviamo in fretta non troveremo un modo per tornare indietro. Prima di tutto le cose essenziali: sopravvivere e procurarci cibo. Poi cercheremo di capire come siamo arrivati qui e come tornare indietro”
Nessuna risposta. Solo qualche mugugno confuso di svogliato assenso.
Sally, che aveva sentito Alex parlare, aveva lasciato il suo posto alla finestra a Pavel e si era affacciata alla porta dell’ufficio.
Alex aveva ragione, tutti in quella sala lo sapevano, ma l’accettare la realtà non era facile, soprattutto per chi si era ritrovato li per pura coincidenza.
“Ricordami chi ti ha nominato capo?”
La voce che si era alzata dal gruppo era quella dell’uomo di prima, quello stempiato sulla quarantina. Ora in piedi al centro del corridoio mentre quello che probabilmente era suo figlio se ne stava seduto contro la parete del corridoio con la faccia nascosta alla bene e meglio tra le ginocchia, evidentemente a disagio.
Incurante dello sguardo infastidito di Alex, o forse proprio per quello, l’uomo continuò a parlare tenendosi a distanza di sicurezza.

“Non ci siamo dimenticati che siamo qui per colpa tua. Non hai alcun diritto di dettar legge”
Alex aveva così tanto nervosismo in corpo che gli sarebbe saltato alla gola, ma si costrinse a rimanere calmo.

“La situazione è critica, serve sapere esattamente cosa fare. Sono consapevole di avere la mia parte di responsabilità e per questo intendo fare di tutto per risolvere il problema”
“Certo che hai delle responsabilità! È colpa tua se siamo qui e siamo tutti in pericolo con mostri come quelli la fuori. Non sai nemmeno dove siano i magazzini di questo posto, non puoi guidarci!”
“Io lo so”
Alex si voltò dall’altro lato del corridoio e notò Iris Wyvern che si stava avvicinando.
“Lavoro in questa torre da quando è stata costruita e sono stata al fianco del presidente Kygranerd per tutto il tempo. Conosco tutto della torre e di cosa c’è al suo interno”
La Wyvern si avvicinò al gruppo senza degnare di uno sguardo Alex, mettendosi invece davanti a lui.
L’uomo sembrò per un attimo interdetto, ma poi tornò sulla sua invettiva.
“Allora potrà dirci lei come tornare indietro!” la provocò.
La Wyvern tirò un sospiro.
“No. Purtroppo non ne sono in grado”
“Allora anche lei è inutile!” ribadì l’uomo.
“Per il momento la cosa migliore da fare è pensare a noi stessi” disse Alex facendo un passo avanti e alzando la voce “Pensare ai bisogni primari e cercare di…”
“Si, certo, e dopo?” proseguì l’uomo.
Alex stava cominciando a stufarsi di essere interrotto.
“Non possiamo allontanarci dalla torre, non possiamo tornare a casa. Anche ammesso che ci sia abbastanza da mangiare per tutti quanti mi spiegate cosa dovremmo fare qui?!”
L’urlo dell’uomo aveva messo tutti di cattivo umore, sia quelli che pensavano avesse ragione, sia quelli che parteggiavano silenziosamente per Alex e la Wyvern.
Tutti, anche quelli che fino a quel momento avevano mantenuto la lucidità per ragionare, si incupirono all’istante.
Alex, Luke e gli altri ci avevano effettivamente pensato, ma avrebbero preferito affrontare la questione a mente fredda, dopo aver capito come e quanto avrebbero potuto sopravvivere in quel mondo.
Alex era sull’orlo dell’esplodere, ma prima che potesse rispondere a tono al tipo, Sally si intromise.
“C’è il torneo”
Tutti quanti si voltarono verso Sally, appoggiata allo stipite della porta.
L’uomo stempiato non capiva cosa la ragazza volesse dire, ma tutto intorno a lui i duellanti la guardavano con gli occhi speranzosi che dicesse quello che pensavano.
Anche Alex, Luke, Gilbert, e perfino Aleta pendevano dalle labbra della piccola duellante.
“Ehm… Ecco…” balbettò Sally sentendo immediatamente la pressione di quegli sguardi “Ho pensato che visto che siamo ancora alla K.Tower, potremmo andare avanti con il torneo. Mancano solo le finali e tutti i partecipanti sono riuniti qui”
Gli sguardi di tutti i duellanti si riaccesero all’improvviso.
Anche quello di Alex, fino a quel momento oscurato dalla necessità di capire cosa fare.
“è vero!” fece Alex “Abbiamo il torneo da terminare. Siamo su questa torre per decretare il miglior duellante del mondo dopotutto”
Lo sguardo di tutti i duellanti presenti si riaccese. Anche Gilbert, che non aveva smesso un momento di scattare foto, si era emozionato.
Aleta guardò Sally e quasi le scappò di rivolgerle un sorriso.

“Abbiamo ancora il tetto con l’arena per i duelli, secondo le regole standard basta avere un testimone per parte per rendere un duello ufficiale” disse Alex “Finiremo da soli le finali del torneo mondiale”
Iris si voltò per la prima volta verso Alex, ma questi era concentrato altrove.
“Abbiamo perso il tabellone degli accoppiamenti” fece un ragazzo seduto a terra “Come ci organizziamo?”
Alex si mise due dita sotto il mento per riflettere, ma Luke lo anticipò.
“Faremo alla vecchia maniera: con una pentola e molti pezzi di carta” disse l’omone “Di tutte le finali è stato disputato un solo duello e gli altri dovevano ancora conoscere i loro accoppiamenti. Li decideremo a estrazione e comporremo un nuovo tabellone”
“Si, è perfetto” aggiunse Alex “Possiamo adibire uno degli uffici come sala di estrazione, ci basta una lavagna molto grande e siamo a posto”
Nel corridoio non c’era più neanche una persona seduta. Tutti i duellanti si erano alzati in piedi con gli sguardi luminosi e già pronti per tornare a giocare.
Gli unici fuori dal mood erano l’uomo stempiato e la signorina Wyvern, che si guardavano intorno senza capire bene cosa stesse succedendo.
“Ma siete tutti impazziti?!” gridò l’uomo allarmato e allargando le braccia per attirare l’attenzione “Nella situazione in cui siamo pensate a quello stupido torneo?! Non vi rendete conto che siamo dispersi chissà dove in un posto con mostri giganti che ci hanno appena attaccato! Dobbiamo Pensare a un modo per andarcene da questa torre o verremo attaccati di nuovo”
“Ed è proprio per questo che non dovremmo abbandonare questa torre”
Stavolta fu l’uomo a essere interrotto nel suo discorso.
A interromperlo fu Gabriele, riemerso dall’ascensore da uno dei piani inferiori.
Col suo solito passo ciondolante, l’italiano si avvicinò al gruppo con un blocco di fogli in mano.
“Se ci muoviamo da questa torre tutto il mio lavoro sarà stata una perdita di tempo e le nostre probabilità di sopravvivenza molto molto basse” disse Gabri.
Una volta arrivato vicino ad Alex gli passò il blocco di fogli.
“Tieni, dagli un’occhiata” Alex prese il blocco e ci dette un’occhiata veloce.
Su di esso c’era il disegno della torre e varie note di posizionamento per la difesa della torre stessa, divisa tra piano terra, 15° e 30° piano; quattro postazioni per ognuna delle prime tre posizioni e due per il tetto, in modo da coprire tutti i punti di avvicinamento alla torre, più varie note si cosa e come utilizzare per attacchi volanti, attacchi da terra, sotterranei, ecc.

“Mi preme iniziare il mio intervento con una considerazione” cominciò Gabriele, quindi puntò il dito contro l’uomo stempiato che stava dando problemi “Lei, signore, è un deficiente”

Tutti rimasero in silenzio sorpresi da quell’affermazione gratuita dell’italiano, solo a Sally, Aleta e Gilbert quasi scappò un risolino.
L’uomo fece per rispondere, ma Gabriele lo interruppe prima del tempo.
“Lo dico in senso etimologico. Lei deficita in questo momento di due elementi imprescindibili per questa situazione: un Deck di carte e un cervello”
Stavolta scappò più di un sorriso tra gli astanti.
“Se avesse anche solo uno dei due elementi, le lascio pensare con calma a quale dei due” proseguì Gabriele “Si renderebbe conto che lei è, si, bloccato in un posto popolato da mostri di Duel Monsters, ma altresì in compagnia di quelli che sono riconosciuti ufficialmente come la sessantina e passa di giocatori di Duel Monsters più forti del nostro pianeta”
Gabri si voltò rivolgendosi quindi a tutti i duellanti presenti.
“Sul tetto abbiamo visto che i mostri qui possono essere evocati come nel gioco, quindi possiamo usarli per difenderci. Ognuno di noi ha a disposizione come minimo 40 carte di cui conosce vita, morte e miracoli, nonché una conoscenza approfondita dei mostri di questo gioco. Tradotto in termini comprensibili anche ai forestieri, significa che ognuno dei più di sessanta duellanti presenti in questa torre ha il potenziale di una piccola armata e tutti quanti insieme di un immenso esercito. La torre ci offre un ottimo punto di avvistamento su tutto quello che ci circonda, cosa che ci da il tempo di prepararci per bene all’attacco. Ci da anche un riparo ben conosciuto grazie all’assistenza della mai abbastanza elogiata signorina Wyvern e dei dipendenti della Kygranerd Corp. che conoscono questo posto come le loro tasche”
Gabri fece una piccola pausa tattica.
“In parole povere: qui dentro, grazie al mio piano di difesa, saremo al sicuro e potremo procedere con il torneo in tutta tranquillità… beh, almeno finché non finirà il cibo”
L’uscita di Gabriele aveva strappato più di un sorriso tra i duellanti e gli animi si erano risollevati. Tutti tranne quello del più anziano del gruppo che provò a riaprire la bocca, ma fu bloccato da uno strattone alla manica della giacca.
“Papà” gli fece suo figlio alzatosi da terra “La fai finita, per favore?”
Un coro di risate e applausi scattò immediatamente dal gruppo dei duellanti.

Il momento ilare fu interrotto da Alex, che con un paio di battiti di mani molto potenti riportò l’attenzione su di se.
“Ok, ragazzi, basta così” disse Alex di nuovo sorridente “Su una cosa il signore ha ragione: prima di pensare al torneo abbiamo delle priorità da rispettare. Signorina Wyvern, potrebbe sovrintendere lei all’inventario dei magazzini?”
La Wyvern lo guardò in faccia e per pochissimo non si azzardò a sorridere.
“Ci penso io” rispose la donna.
“Molto bene” parlò di nuovo Alex “Servirà l’aiuto di tutti, chi non è di guardia segua la signorina Wyvern e non si spaventi troppo quando comincerà a guardarvi storto”
La Wyvern lanciò un’occhiataccia ad Alex e si mosse verso l’ascensore seguita da un folto gruppo di sorridenti ragazzi.
Alex, Gabri, Aleta, Gilbert e Luke entrarono nell’ufficio dove stavano Sally e Pavel per studiare il piano di difesa studiato da Gabri per la torre.
Il piano era semplice, ma efficace: squadre di due persone, quattro al 30° e al 15° piano e otto al piano terra, per un totale di 32 individui impegnati nella difesa, disposte per coprire tutte e quattro le facciate della torre e che ci sia sempre qualcuno a controllare cosa arriva all’orizzonte per poter reagire tempestivamente da terra o della media altezza.
A coordinare i movimenti delle squadra ci sarebbe stato uno degli addetti alla sicurezza, con una mentalità decisamente più militare di quella dei duellanti e che conosce bene la K.Tower.
“… In questo modo avremo un ricambio più o meno paritario tra chi è di guardia e chi lavora all’interno” concluse Gabriele.
Alex, Luke, Aleta, Sally, Gilbert e Pavel lo guardarono con gli occhi sbarrati per la sorpresa di sentirlo parlare con quella serietà.
Alex aveva seguito il discorso e si trovò a pensare che fosse proprio un buon piano.
“Dove hai imparato strategia militare?” chiese Alex.
“Age Of Empires” rispose Gabri.
“Colpa mia che te l’ho chiesto” commentò il gigante.
“Io vado giù a prendere gente per il primo servizio di guardia” fece Luke.
“Io resterei qui finché non cominciamo a ingranare con questo piano” aggiunse Pavel.
“E io continuo a fare foto” disse Gilbert.
Tutti si voltarono verso Gilbert.
“Beh, qualcuno dovrà pur documentare questa cosa, no?”
Tutti concessero alla scaletta di priorità di Gilbert un tenero sorriso, poi tornarono seri.
“Tutti quanti, controllate i cellulari. Ho i miei dubbi, ma potrebbero avere linea, nel caso sarebbe un buon aiuto” aggiunse Alex.
“Io vado giù in magazzino allora” affermò Sally “Aleta, vieni con me?”
Aleta fece spallucce.
“L’alternativa è la noia…” fece la ragazza.
Tutti quanti tranne Alex e Gabri uscirono dalla stanza e si incamminarono verso l’ascensore.
“Beh, il mio l’ho fatto. Vado a cercarmi un bicchiere d’acqua” fece Gabri e fece per incamminarsi fuori.
“Quando hai fatto vai giù anche te in magazzino. E portati anche Elzer”
Gabriele guardò Alex di traverso cercando di capire che diavolo stesse pensando. Il gigante greco stava però guardando il vuoto di fronte a se con aria pensierosa.
La stanchezza e la pressione cominciavano a farsi sentire anche per lui.
“Da quando abbiamo cominciato a fidarci degli psicopatici?” chiese Gabriele stranito.
“Non abbiamo cominciato, ma mi fido di più a tenerlo d’occhio che in una stanza da solo” Alex si voltò a guardare Gabri “Non perderlo mai di vista”
Gabriele annuì e si incamminò al più vicino distributore d’acqua.
Alex prese il cellulare e tolse il blocca-schermo.
Come sospettava. Di linea per chiamare non ce n’era, internet neanche.
Per non lasciare nulla di intentato, provò a chiamare qualcuno, ma fu inutile.
Rilasciando con uno sbuffo la gran quantità di tensione, salutò Pavel e uscì dalla stanza.
Il corridoio era vuoto. Tutti quanti erano andati ai piani inferiori a darsi da fare.
Alex si trascinò verso l’ascensore con aria stanca, fino a raggiungere il piano terra.
Qui la situazione era decisamente più viva.
Guardandosi intorno, il leader del gruppo di duellanti poteva vedere ragazzi andare e venire sotto la direzione delle guardie di sicurezza della Kygranerd, così anche lui poteva prendersi un minimo di riposo.

Sedutosi al tavolo della reseption, Alex si guardò intorno stancamente e ripensò a tutte le cose che erano successe dal suo arrivo in America fino a quel momento.
Una briciola di malinconia scivolò nella solida mente del gigante, che in quel momento non avrebbe voluto altro che essere sulla sua isola in Grecia a giocare con i suoi amici del porto.

Distrattamente, Alex diede un’occhiata al telefono con cornetto e filo appoggiato sul bancone della reseption.
Con un mezzo sorriso ricordò di averne avuto uno molto simile a casa dei suoi da piccolo, senza neanche pensarci troppo prese la cornetta e digitò l’unico numero che conosceva a memoria.
Qualcuno dei passanti lo guardava mentre Alex premeva bottoni sul telefono e si portava la cornetta all’orecchio.

Intanto Gabriele era andato al penultimo piano. Di fronte all’ufficio in cui aveva rinchiuso Elzer stanziavano due agenti della sicurezza, un omone alto e robusto, calvo e col al barbetta bionda di nome Duncan, è un tipo decisamente più basso e giovane di nome Preston.
Gabriele tirò giù l’ultimo sorso del suo bicchiere d’acqua e si avvicinò alle due guardie.
“Com’è la situazione?” chiese placidamente il ragazzo.
“Nessun movimento, nessun suono” rispose Preston “Sembra di sorvegliare una stanza vuota”
“Non mi sorprende… Mi fate entrare?”
I due si scambiarono uno sguardo stranito.
“Mi sono confrontato con gli altri ragazzi e abbiamo convenuto che abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti a prescindere dalle condizioni mentali”
“Ed è sicuro?” chiese Duncan.
“No, per niente, per questo non dovremo mai perderlo di vista”
Duncan annuì e prese la chiave dell’ufficio, la inserì e fece scattare la serratura.
Quando Gabriele entrò, Elzer era seduto a gambe incrociate sul pavimento con gli occhi chiusi, come se stesse meditando.
Intorno a lui stavano alcuni mostri: Maha Vailo e Mago Fuoco Rapido in piedi alla sua destra, Legione, Demone Giullare seduto nella stessa posizione del duellante alla sua sinistra.
Sentendo la porta aprirsi Elzer aprì gli occhi e poté ammirare i volti allarmati dei due uomini della sicurezza ai lati di Gabriele che invece lo guardava dall’alto in basso con superiorità.

“Richiama i tuoi maghi, Mano Magica. C’è da lavorare” gli ordinò il ragazzo.
Con il suo solito sorriso enigmatico stampato sul volto. Elzer si alzò in piedi e con un gesto fluido riprese le carte dal suo dueling disk.
I mostri sparirono con un buffo effetto di dissolvenza.
“Mi è stata concessa la grazia, Senatore?” sibilò Elzer.
“Condanna ai lavori forzati” rispose a tono Gabri reggendo il gioco “Visto che siamo in questo casino per colpa tua ci aiuterai a tirarci fuori. Cammina, c’è da fare giù in magazzino”
Elzer annuì e si rimise il cappello in testa prima di seguire Gabriele.
I due duellanti camminarono per il corridoio affiancati, con Gabri che teneva sempre la coda dell’occhio sul suo detenuto. Raggiunta l’ascensore, i due entrarono, seguiti dai due uomini della sicurezza.
Dopo alcuni secondi di silenzio in discesa per i piani inferiori.
“A che punto sei arrivato con gli esperimenti?” chiese Gabri a bruciapelo.
“Circa 10 minuti prima di cominciare a dissolversi, poi altri 30 secondi circa per sparire del tutto. Possono manifestarsi anche senza il dueling disk, ma risultano impalpabili. Una volta spariti possono essere ri-evocati senza nessuna restrizione di tempo” rispose Elzer.
Gabri si limitò ad annuire mentre Duncan e Preston si scambiavano un’occhiata confusa.
“Ti sei perso un po’ d’azione sul tetto” fece Gabri sarcastico.
“Non per colpa mia” rispose altrettanto sarcastico Elzer “Ma ho intenzione di rifarmi molto presto. Se il mio intuito non mi inganna l’azione sarà l’ultima cosa che ci mancherà quaggiù”

Alex finì di digitare il numero e fece partire la chiamata.
Si aspettava che dall’altra parte partisse una voce preregistrata e, immerso nei suoi pensieri, neanche si accorse che il telefono avesse fatto partire la chiamata.

“Δεγετε”

Luke stava passando proprio in quel momento quando vide Alex sgranare gli occhi all’improvviso e paralizzarsi sul posto.
Col telefono ancora fisso nella sua mano, i muscoli rigidi e gli occhi sbarrati sembrava fosse sull’orlo di un infarto.

“Δεγετε…? (Pronto…?)” dissero di nuovo dall’altra parte.
Alex si riprese dal salto di un battito e rispose.
“Μονικε… Αλεξ είμαι (Monike… Sono Alex)” rispose Alex.
“Αλεξ! Γεια!” rispose la voce femminile dall’altra parte.
Luke di avvicinò. Non riusciva a capire chi si fosse dall’altra parte o cosa stesse dicendo, ma l’espressione di Alex in quel momento era inequivocabile.
“Βρήκατε την ώρα να μου τηλεφωνήσετε τελικά (Hai trovato il tempo di chiamarmi finalmente)” rise la ragazza dall’altra parte “Χαρούμενος είμαι (Sono contenta)”
Sul volto del gigante greco si materializzò un largo sorriso e l’espressione si fece serena.
“Συγνώμη. Έχω πάρα πολλή δουλειά να κάνω εδώ… (Scusami. Ho molto da fare qui…)” rispose.
Alex alzò gli occhi e si accorse di Luke che lo guardava.
“Πολλοί άνθρωποι εξαρτώνται από μένα τώρα (Molte persone dipendono da me in questo momento)”
“Μάλλον έτσι (Lo immagino)” rispose la ragazza “Επιστρέφεις σύντομα? (Torni presto?)”
“Πολύ σύντομα (Molto presto)” rispose in fretta Alex.
Improvvisamente era diventato molto emotivo e gli si leggeva in faccia ogni sensazione.
“Θέλω να πάω σπίτι αμέσως… (Voglio tornare a casa subito…)”
“Αλεξ, αισθάνεσαι καλά? (Alex, ti senti bene?)”
Alex si riscosse dal momento di depressione.
“Ναι, μην ανησυχείς (Si, non ti preoccupare)” rispose “Πρέπει να εργαστώ σκληρά τις επόμενες μέρες, ίσως δεν θα μπορώ να σας τηλεφωνήσω ξανά (Dovrò lavorare molto nei prossimi giorni, forse non riuscirò a chiamarti di nuovo)”
“Χμμμ… Μην ανησυχείς για μένα. Φροντίστε τον εαυτό σας (Mmmh… Non preoccuparti per me. Abbi cura di te stesso)” fece la ragazza “Διαφορετικά θα έρθω να σας φέρω (Altrimenti verrò a prenderti)” chiuse con una risata.
Anche Alex rise dolcemente.
“Σ 'αγαπώ (Ti amo)” lo salutò la ragazza.
“Σ 'αγαπώ κι εσύ (Ti amo anch’io)” rispose Alex e dopo un paio di secondi di attesa mise giù la cornetta.
Rialzando la testa, Alex si accorse che oltre a Luke anche un’altra decina di ragazzi si erano fermati a guardarlo parlare al telefono.
Tutti lo guardavano con la speranza negli occhi, ansiosi che gli confermasse la prima buona notizia della giornata.
“Sembra che questo telefono riesca a telefonare all’esterno” disse Alex “Lo useremo per metterci in contatto con qualche autorità e ci faremo dare una mano a venir fuori da qui. Per il momento però sarebbe meglio che ognuno chiamasse a casa e spiegasse la situazione. Sono sicuro che tutti voi vogliate sentire i vostri genitori”
Alex fece una pausa per guardare i ragazzi intorno a lui.
“Fate una fila ordinata. Prima i più piccoli”
Detto questo, Alex si alzò in piedi e camminò verso l’uscita sotto gli occhi attenti di Luke mentre alcuni ragazzi si avvicinavano al telefono cominciando a mettersi d’accordo su chi dovesse chiamare per primo.
Da lontano, ma con interesse, anche Iris seguiva i movimenti di Alex.

Alex uscì dalla torre trovandosi davanti la grigia e sconfinata distesa di pietre all’esterno della torre e si sedette stremato mentalmente su una delle pietre vicine.
Con gli occhi fissi sull’orizzonte e la testa poggiata sulle mani, Alex pensava a quello che aveva appena detto a Monike e a quanto avrebbe voluto essere sicuro di poterlo mantenere.
Solo in quel momento il ragazzo si accorse delle poche lacrime che gli erano uscite dagli occhi.
“Sigaretta?”
La voce di Luke, apparso improvvisamente vicino a lui, destò Alex dai suoi pensieri.
Il gigante greco si trovò sotto il naso un pacchetto di sigarette aperto e puntato verso di lui.
In realtà Alex non fumava, aveva provato solo un paio di volte, ma si era subito tirato indietro perché non compromettere il suo regime di allenamento fisico.
Vedendo la sua titubanza, Luke tirò via le sigarette e gli allungò una bottiglietta d’acqua.
Alex sorrise e la prese ringraziando.
“Non capisco il greco, ma so riconoscere la faccia di un uomo che parla con la sua ragazza” esordì Luke accendendosi una sigaretta mentre Alex beveva un sorso d’acqua.
“Come si chiama?” chiese Luke.
“Monike” rispose Alex “Stiamo insieme da quattro anni ormai. Era con me quando sono entrato nei servizi segreti ed è rimasta con me quando hanno cominciato ad affidarmi missioni internazionali”
“Una ragazza d’oro” commentò Luke con un sorriso.
“Si sta laureando in medicina. Se tutto va bene avrà la laurea per ottobre o novembre”
Luke rispose con un sorriso.
“Ha detto che se non torno presto mi viene a cercare”
Luke aggiunse una mezza risata.
“Conviene che ci porti via da questo postaccio allora” rispose il corpulento americano.
“Già…” Alex tirò giù un altro lungo sorso d’acqua.
“Tu hai una compagna?”
Luka alzò la mano destra mostrando la fede al dito.
“Cintya e io siamo sposati da due anni e mezzo. Importante: convivi con la tua ragazza per qualche tempo prima di farle la proposta, ti risparmi diverse sorprese” rispose Luke con una grassa risata.
Alex si lasciò contagiare dalla risata roboante dell’uomo e sorrise a sua volta.
“Per la metà del tempo la lancerei giù dalla finestra e per il restante lei ci lancerebbe me, però ci vogliamo bene” concluse Luke.
La conversazione tra i due venne interrotta dal rumore dei tacchi di Iris, che si accostò ai due.
Sia Luke che Alex si voltarono verso la donna che li squadrò dall’alto in basso con il solito fare austero.
“Posso parlare con Alex per un attimo?” chiese Iris.
Luke e Alex si scambiarono uno sguardo e Luke si alzò in piedi.
“Vado a controllare il telefono”
Detto questo rientrò nella torre lasciando i due da soli.
Solo in quel momento Alex si rese conto che aveva continuato più o meno volontariamente ad avvicinarsi ad Iris per via delle indagini.
Alex tirò su un respiro per prepararsi a venir malamente blastato dalla donna e si alzò a sua volta dalla roccia.
“Voglio che mi insegni a giocare a Duel Monsters” disse serissima Iris.
Alex sollevò un sopracciglio stupito.
“Sembra che la condizione imprescindibile per sopravvivere dove ci troviamo adesso sia saper giocare a Duel Monsters e mi rifiuto di essere relegata a semplice supporto. Quindi vorrei che mi insegnassi a duellare come fate voi” spiegò Iris, efficiente come sempre.
Alex la osservò per qualche attimo per capire se ce l’avesse con lui, ma l’espressione della donna era impenetrabile come sempre. Nonostante i capelli e i vestiti in disordine per il casino successo fino a quel punto, lo sguardo serio e freddo di Iris era rimasto immutato. Alex tuttavia percepiva una forte aggressività.
“Certo, con piacere” rispose Alex in maniera molto diplomatica.
Iris annuì buttando uno sguardo al suolo, quindi girò i tacchi e tornò verso la porta della torre.
“Iris!” la richiamò Alex.

Lei si fermò e si voltò di nuovo.
“Mi dispiace. Non ho scusanti” disse Alex.
Iris mantenne il suo sguardo contro Alex per qualche attimo e la rabbia, ora più evidente rispetto a prima, si allentò un minimo con l’impercettibile movimento delle pupille di lei, che dopo qualche secondo, riprese a camminare verso la torre e rientrò.
Alex tirò giù l’acqua rimasta nella bottiglietta e seguì i passi di Iris all’interno.

Nei magazzini della K.Tower erano un viavai di ragazzi di diverse età che contavano e appuntavano la merce sugli scaffali.
Anche Sally e Aleta stavano dando una mano da quelle parti, ma appena arrivate si erano subito separate andando da due parti opposte. Seguendo le indicazioni dei dipendenti K. Corp, le due si trovarono per caso fortuito nello stesso corridoio.

Tempo di uno sguardo di sdegno di entrambe e si rimisero al lavoro, una da un lato e una dall’altro.
“Così ti sei presa una cotta per Malverik, eh?”
L’uscita di Aleta colse totalmente alla sprovvista Sally, che trasalì arrossendo ferocemente.
“Che cosa?!” Sally riuscì soltanto a squittire questo.
“Fa quasi tenerezza quanto cerchi di preoccuparti per lui, di fari notare, di ricevere attenzioni” il tono impassibile e le parole sarcastiche di Aleta erano una combinazione insopportabile “Ti do un consiglio: lascia perdere. Mal non è un principe da love story”
Infastidita, Sally rispose a tono.
“Anche se fosse? Perché dovrebbe interessarti?” disse voltandosi verso Aleta con le braccia conserte.
“Non mi interessa” rispose Aleta continuando a guardare i suoi scaffali e catalogando tutto quanto “Ma voglio metterti in guardia. Stare vicino a Malverik è pericoloso. Ho già parlato al tuo amico dei danni che ha fatto in Argentina”
“Io la penso diversamente” Sally passò all’attacco “Mi aveva incuriosito una cosa che aveva detto Gabriele al torneo. Dice che sei tu quella ad avere una cotta per Mal, e penso abbia ragione”
Aleta si voltò lentamente e mancava poco che dai suoi occhi uscissero fiamme.
“Non è che la tua è semplice gelosia?” affondò Sally.
Aleta rimase in silenzio con uno sguardo che avrebbe fatto rabbrividire chiunque, compresa Sally.
Nonostante la ragazzina riuscisse a reggere lo sguardo della rivale, un brivido freddo le correva lungo la schiena e la sensazione di disagio e di pericolo non faceva che crescere ogni attimo di più.
“Non scambiarmi per una ragazzina stupida al tuo pari” rispose finalmente Aleta “Ti sei chiesta perché Malverik venga chiamato l’Imperatore Nero? Ti sei chiesta da dove venga la sua ossessione per il Duel Monsters? Malverik è più oscuro di quanto sembri. Ogni cosa che fa crea guai e spesso chi gli sta intorno si fa del male”
Sally accusò l’attacco di Aleta.
Una cosa che non avrebbe mai mancato di riconoscere era che Aleta fosse davvero una tosta.
Aleta le concesse solo un’altra occhiata cattiva, poi tornò a guardare il proprio scaffale.
Sally era stata toccata da quelle parole e avrebbe voluto chiedere di più, ma in quel momento sopraggiunse Gilbert.
“Ragazze, Alex ci vuole nella hall”

Pochi minuti dopo Alex, Iris, Aleta, Elzer, Sally, Gilbert e Gabriele erano riuniti nella hall della K.Tower.
Alex chiamò vicino a se Sally e Gilbert e mostrò loro qualcosa che aveva trovato all’esterno della torre.
“L’ho trovata qui fuori. Appena oltre la torre” spiegò Alex.
Sally prese in mano la carta che le stava passando Alex. Era il Crociato Oscuro.
Sally alzò lo sguardo su Alex che rispose con uno sguardo serio.
“Non è riuscito a prenderla…” commentò Gilbert.
“Se la carta è arrivata fin qui può darsi che anche Malverik ci sia arrivato” disse Alex “Ma non voglio prendere in giro nessuno, non mi aspetto di ritrovarlo vivo. Anche se fosse arrivato si sarebbe comunque fatto un volo di trenta piani prima di arrivare a terra”
Il tono di Alex era il più freddo e professionale possibile, tanto che nessuno ebbe la forza di obbiettare, neanche Sally.

“Il fatto che non abbiamo trovato anche il suo corpo insieme alla carta ci da speranza” proseguì “E questo ci porta alla seconda parte della nostra organizzazione odierna. Dobbiamo mettere insieme delle squadre per esplorare i dintorni”
I ragazzi si guardarono tra loro in silenzio, tutti tranne Elzer, che rimaneva con gli occhi puntati su Alex.
“Non solo per trovare Malverik, ma anche per capire in che posto siamo finiti e se c’è qualcosa in grado di riportarci indietro. Prima di tutto dovremo avere un quadro più chiaro di ciò che ci circonda”
“Ognuno dei ragazzi qui è perfettamente in grado di affrontare i mostri la fuori” disse Gabriele.
“Non si tratta solo dei mostri, Gabri” rispose Alex “Dobbiamo tenere di conto qualcuno che sappia orientarsi in ambienti ostili, che sappia razionalizzare le provviste e che sappia reagire in condizioni di pericolo senza cedere al panico. Un duellante è capace per natura di mantenere il sangue freddo in un duello, ma qui la situazione è diversa”
“Mi trovi d’accordo” intervenne Luke “La maggior parte dei ragazzi qui dentro sono molto giovani e certamente non preparati, mandare gente a caso sarebbe come mandarli al macello”
Gabri alzò le mani comprensivo della situazione.
“Io, Luke, Aleta, Elzer e Gabriele siamo in grado di badare a noi stessi la fuori, Sally si è dimostrata in grado di fare altrettanto. Tutti quanti abbiamo deck abbastanza forti da potersi permettere di non temere i mostri la fuori. Questa sarà la nostra avanguardia per le esplorazioni. Qualche altro suggerimento?”
“Io ho un deck con me e un ottimo senso dell’orietamento” disse Gilbert “Posso dare una mano nelle esplorazioni”
Sally annuì e Alex fece altrettanto.
“Quel ragazzino, Kadhim” biascicò Gabri “Il suo deck è strano, ma sa il fatto suo. Inoltre si è fatto il viaggio in clandestinità da chissà qualche paese africano fino in America, penso sappia il fatto suo”
“Si, anch’io pensavo a lui” commentò Alex.
“Mi sento di proporre anche Pavel” aggiunse Sally.
Gabri ribatté: “Pavel ci serve alla torre, come anche il sottoscritto. I nostri deck sono più indicati per la difesa che per l’attacco. Daremo una mano alla signorina Wyvern con la gestione della K.Tower”
In breve tempo anche il piccolo Kadhim venne chiamato nella hall e tutto il gruppo uscì al di fuori della torre.
“Per massimizzare l’area battuta e la sicurezza degli esploratori ci organizzeremo in coppie per una prima perlustrazione delle aree circostanti” affermò Alex “Non dovremo allontanarci troppo, basterà un’esplorazione sommaria dei dintorni per verificare quali posti vale la pena approfondire nelle prossime giornate. Vi voglio tutti alla torre entro le 20:00 di stasera. Elzer, prego, illustra”
Elzer si fece avanti mettendosi nello spiazzo proprio davanti alla torre mentre davanti a lui i ragazzi del gruppo di esplorazione e vari altri affacciati alla porta e alle finestre dei piani superiori lo stavano a guardare.
Elzer si guardò intorno sorridendo, si tolse il cappello, fece un inchino e cominciò.
“Signore e signori, benvenuti tutti quanti alla lezione spettacolo sull’utilizzo dei mostri per sopravvivere da questa parte del vortice” esordì Elzer “Adesso vedrò si spiegare a tutti voi ciò che io e il mio gentile assistente Gabriele abbiamo scoperto facendo qualche esperimento”
Gabri alzò gli occhi al cielo.
“Innanzi tutto” Elzer accese il suo Dueling Disk e vi pose una carta. Davanti a lui, in una colonna di luce verticale, apparve il Mago del Sangue.
“Come tutti voi avete già visto sul tetto della torre, in questo mondo è possibile per noi duellanti evocare i nostri mostri e lasciarli combattere per noi. Quello che non sapete è come, con quali limiti e fino a che punto questo è possibile”
Elzer fece una pausa tattica per lasciare un minimo di suspance.
“La particolarità delle evocazioni in questo mondo è prima di tutti il tempo. Ogni mostro rimarrà visibile e sfruttabile per circa una decina di minuti prima di scomparire in dissolvenza, oppure potrà essere rimosso dal Dueling Disk e sparire così dal terreno. Una volta che il mostro è scomparso potrà essere evocato di nuovo senza alcun limite, quindi si consiglia di usare il mostro per lo stretto necessario e poi rimuoverlo per evitare complicazioni legate alla sua permanenza sul terreno… ehm, in apparizione”
Elzer rimosse il Mago del Sangue dal Dueling Disk e il mostro sparì.

“Curiosamente, così come nel Duel Monsters, anche in questo mondo esiste la differenziazione per livello dei mostri e il concetto di evocazione tramite tributo”
Elzer prese un’altra carta e la mise sulla sua macchina, ma non successe nulla.
“Se proverete a evocare un mostro di alto livello o un mostro che richiede un’evocazione speciale, questa semplicemente non avverrà. Tuttavia…”
Elzer evocò di nuovo Mago del Sangue e subito dopo mise sul Dueling Disk un’altra carta. Una colonna di luce ingoiò il Mago del Sangue e quando si spense, al suo posto c’era il Mago Ordine del Chaos.
“Quando proverete a evocare un mostri di alto livello con un mostro già evocato, questo vi si sostituirà automaticamente. Nel poco tempo a nostra disposizione non abbiamo avuto modo di fare altri test, ma la nostra teoria è che questo mondo sia un immenso terreno di gioco per il Duel Monsters e che valgano le stesse regole del gioco”

Con gli occhi semichiusi di chi aspetta annoiata la fine di una lezione, Aleta alzò la mano per chiedere la parola.
“So a cosa stai pensando” la anticipò Elzer indicandola con il dito “E la risposta è… No, non abbiamo idea di come tu abbia potuto evocare la Principessa Insetto senza offrire nessun tributo in cima alla torre. Può darsi che sia per il legame particolare che hai con quella carta, ma dovremo fare altri test”
Detto questo, Elzer fece un inchino al pubblico e richiamò il suo mostro. Aleta abbassò la mano.
Qualcuno alle finestre tentò un paio di applausi, ma venne severamente ammonito dagli sguardi di tutti gli altri.

“Gilbert” Alex si rivolse direttamente al giornalista.
“Si?”
“Fammi dare un’occhiata al tuo deck”

Il tono di Alex non ammetteva repliche e Gilbert gli consegnò il suo deck.
Alex gli diede un’occhiata rapida, conosceva abbastanza bene le carte che giravano intorno al Glorioso Soldato Nero e se ne fece subito un’idea.

“Gilbert, se il tuo avversario ha un mostro con 2000 ATK sul terreno in attacco e nessuna carta coperta mentre tu hai un mostro coperto in difesa e solo il Cavaliere Vento Oscuro di Gaia in mano cosa fai?”
Gilbert ci pensò su qualche secondo.
“Beh… evoco specialmente il Cavaliere e lo attacco” rispose.
Alex fece una smorfia di leggero disappunto e gli riconsegnò le carte.
“Tu sarai in coppia con Luke” decretò Alex.
Sia Sally che Gilbert rimasero interdetti, ma Alex anticipò le loro proteste.
“Gilbert è un duellante fin troppo impulsivo e Sally tende ad adattare il suo atteggiamento a quello degli altri. Insieme rischiate di farvi trascinare nei guai. Luke saprà gestirlo in maniera migliore, inoltre sono sicuro che Gilbert apprezzerà poter vedere da vicino le tecniche di lotta di un altro duellante di alta caratura”
Gilbert ci pensò su e la sua vena da giornalista in erba ebbe la meglio, fece spallucce rivolto verso Sally e accettò la decisione.
“Kadhim, tu verrai con me. Il tuo deck di mostri di basso livello farà da contraltare al mio”
Kadhim annuì.
Sally fece due conti e un brivido le attraversò la schiena.
“Scusa, Alex, e io con chi dovrei fare squadra?” chiese Sally.
Alex si voltò e per poco non gli sfuggì un sorriso.
“Tu sarai in coppia con Aleta” sentenziò il greco.
Sally e Aleta si scambiarono uno sguardo e entrambe guardarono infastidite Alex che però non ammetteva discussioni.
“L’unico motivo per cui voi due in team potreste rimetterci la pelle è che vi ammazziate a vicenda e nessuna delle due vuole questo. Confido nel vostro buon senso, per il resto vi potrete coprire le spalle anche senza volerlo. Non ammetto repliche”
Aleta non ebbe reazioni se non un’espressione di disgusto, mentre Sally sbuffò sonoramente.
“Per quanto riguarda Elzer” Alex aveva appositamente lasciato per ultimo lo psicopatico “Lui verrà con me e Kadhim”
Kadhim lanciò un’occhiata preoccupata al prestigiatore, che a sua volta sembrò sorpreso da quella affermazione.
“Pensavo che sarei rimasto alla torre” commentò Elzer sibilante.
“La tua abilità sarà molto più utile all’esterno” rispose secco Alex.
In realtà Alex si fidava così poco di Elzer che non voleva per nessuna ragione al mondo lasciarlo alla torre. Gabriele avrebbe saputo contenerlo, ma era troppo pericoloso tenere un maestro della manipolazione come Elzer a contatto con così tante menti spaventate e scosse dagli eventi. Alex preferiva averlo sotto controllo, e lontano dalla torre.
“Noi tre andremo verso sud, in direzione di quelle foreste che si vedono all’orizzonte” continuò indicando con un gesto se stesso, Elzer e Kadhim.

“Luke e Gibby andranno verso nord-est, in direzione di quelle dune di roccia. Dalla cima della torre si vede cosa c’è dietro in lontananza, ma non direttamente dietro.
“Atela e Sally andranno verso nord-ovest ed esploreranno la pianura. Controllerete cose c’è oltre quelle colline rocciose”
Alex squadrò con uno sguardo tutti i ragazzi intorno a lui.
“Ricordatevi che la prima regola di questa missione è tornare alla base tutti interi. Se vedete un pericolo troppo grosso scappate a gambe levate. Se pensate che una situazione sia una trappola, date per certo che lo sia. Voglio che tutti quanti tornino alla torre entro 5 ore”
Alex fece una rapida pausa.
“In bocca al lupo, ragazzi”

   
 
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