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Autore: Kiarachu    15/04/2020    1 recensioni
Dopo aver risolto il caso degli ululatori notturni, Judy riprende la sua routine di poliziotta affiancata da Nick, ma le manca qualcosa. Ma succederanno delle cose che riempiranno questo vuoto.
Genere: Azione, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Capitan Bogo, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio, Yax
Note: Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
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La coppia arrivò al condominio, e Nick suonò. Marian aprì e gli disse di salire. Arrivarono all’appartamento, e la volpe li accolse con un sorriso.
“Il mio piccolo bambino, vieni e fatti abbracciare!” lei disse, abbracciando Nick, mentre Judy cercava di trattenere una risatina.
 
La volpe si irrigidì, in imbarazzo, ma abbracciò Marian, poi si scostò gentilmente. “Mamma! Mi metti un pochino in imbarazzo davanti alla mia collega! Mi piacciono queste tue dimostrazioni di affetto, ma non di fronte a lei!” Nick disse, arrossendo.
 
L’anziana volpe guardò i due, e capì. “Beh, oserei dire che forse è qualcosa di più che una collega per te, o sbaglio? Non credere che non abbia notato che vi tenevate per mano quando siete entrati in casa,” lei disse, facendo un sorriso furbesco, e facendo l’occhiolino.
 
Nick fece tanto d’occhi, e Judy disse, ghignando, “Beh, almeno adesso so da dove viene questa tua capacità di vedere i minimi particolari, Nick. E sì, signora Wilde, stiamo assieme. Eravamo venuti qui per dirglielo. Spero che non sia un problema…” lei disse, anche sapendo che era di ampie vedute.
 
Marian scosse il capo, e disse, “Nessun problema cara, e chiamami Marian, e dammi pure del tu, niente formalità, d’accordo? Anche perché non son più “signora Wilde” già da molto tempo,” lei disse, incupendosi.
 
Judy si diede mentalmente della stupida, e disse, “Oddio, è vero, mi perdoni signora…ehm…perdonami Marian. Nick mi ha detto del divorzio, e posso anche capire perché non vuoi essere associata con quel…ugh…non riesco nemmeno a pensarlo, figurarsi a dirlo! Meno male che adesso non farà più del male a nessuno. Quello che ti ha fatto per la sete di potere è davvero spregevole!” lei disse, in tono molto arrabbiato.
 
Nick annuì, e disse, “Per non parlare delle bugie che mi ha detto per farmi allontanare da te, mamma. Meno male che adesso è tutto a posto. Mmmh…sai, volevo chiederti come mai stavi assieme a quel poco di buono, è una cosa che volevo chiederti da quando ho messo la testa a posto e son diventato un cittadino onesto. In realtà volevo chiedertelo già da prima di allora, ma sapevo che non avresti approvato il mio stile di vita e allora…” lui finì, imbarazzato.
 
Marian sospirò tristemente, e guardo distante, come per concentrarsi. Nick pensò che forse aveva toccato un tasto dolente, e quindi disse, di fretta, “Ah, ma se non te la senti di raccontarlo, va bene anche così, sai…dopo quello che hai passato, è comprensibile…”
 
La volpe sorrise, e disse, “No, nessun problema, di fatto era una cosa che volevo raccontarti. Sedetevi, è una storia lunga.”
La strana coppia si sedette, e Marian cominciò a raccontare: “Quando conobbi Percival era una rispettabilissima volpe, molto onesta. Aveva un buon lavoro – lavorava alla Banca Centrale di Zootropolis – e tutto andava bene. Ci amavamo molto, e ci sposammo. Eravamo molto felici.”
 
“Poi accadde il fattaccio, e da quel momento fu una lunga e ripida discesa. Alla banca lo accusarono di aver rubato dei gioielli di un cliente importante, e fu arrestato dalla polizia. Tutte le prove lo incastravano. Io ero disperata, e non potevo credere che avesse fatto una cosa così deplorevole. Rimase in prigione per sei mesi, e poi lo liberarono, perché il poliziotto che era stato assegnato a quel caso aveva scoperto che tutte le prove erano state falsificate, e arrestò il vero colpevole, un collega di Percival.”
 
“Lui voleva salire di grado, ma Percival era sempre più bravo di lui, e aveva sentito dire che avrebbero dato una promozione a Percival, e così aveva deciso di “toglierlo di mezzo”, creando quelle false prove, sperando che non controllassero molto, dato che lui era una volpe, mentre il suo collega era un “rispettabilissimo” montone.”
 
Nick fece un verso simile ad un grugnito, e Marian si fermò, guardandolo in maniera divertita. “Oh, scusa, ma non mi stupisco più di tanto dopo quello che è successo con Bellwether. Vai pure avanti,” lui disse, sorridendo.
Sua madre allora disse, con un tono di meraviglia, “Oh, è vero, non ci avevo pensato. Comunque il danno era già stato fatto. Non volle più tornare a lavorare alla Banca, anche se gli avevano detto che lo avrebbero ripreso e lo avrebbero promosso, e mi rassicurò che aveva trovato un lavoro buono tanto quanto quello che faceva prima. Le cose precipitarono ancora di più. Io scoprii che “lavoro” faceva: vendeva droghe, e stava imparando anche a fabbricarle.”
 
“In prigione aveva conosciuto una donnola, e lo aveva convinto che lui era davvero un criminale, e che comunque la gente non si sarebbe mai fidata di lui, essendo una volpe, ed erano rimasti in contatto. La donnola era riuscita a fuggire e si erano ritrovati, e Percival aveva cominciato a spacciare droga per lui, e intanto imparava a farla. Avemmo una violenta discussione, e alla fine io gli urlai che razza di padre poteva essere, a fare un “lavoro” simile. Rimase scioccato.”
 
“Io sapevo di aspettare te, Nicholas, mentre lui era in prigione. Non avevo avuto il coraggio di dirglielo, perché all’epoca ero morsa dal dubbio che potesse davvero essere un criminale, dato che tra i suoi parenti c’erano volpi che facevano lavori poco onesti. Dopo che glielo dissi, lui fece fare le carte per il divorzio, ed io fui giusto contenta. Non volevo avere a che fare con lui. La prigione lo aveva cambiato, non era più il mio caro e dolce Percy. Decisi di dirti che era morto, sperando che non si facesse vedere.”
 
“Ma alla fine lui ti portò via da me. La vita non era stata gentile nemmeno con te, mio piccolo Nick, io seppi di quello che era successo agli Scout dopo che tu te ne andasti. Mi pento ancora adesso di non averti detto che razza di individuo fosse, ma pensavo che eri troppo giovane per sapere che tipo di padre avessi. Ma è inutile piangere sul latte versato. L’importante è che adesso tu sappia tutta la storia,” Marian finì, sorridendo.
 
La volpe e il coniglio fecero varie espressioni: pensierose, serie e poi sorridenti. Poi a Judy venne in mente una cosa. “Marian, quella donnola…si chiamava Donnolesi di cognome, per caso? È una curiosità mia…” lei chiese, avendo avuto un sospetto quando erano andati a parlare con Duke.
 
La volpe sbattè le palpebre, e spalancò gli occhi, poi disse, “Sì, come mai? Non lo conoscete mica, vero?” lei chiese, preoccupata, aggrottando la fronte.  
Nick disse, spalancando gli occhi, “Ah, adesso ci son arrivato pure io. Non conosciamo lui, ma uno dei suoi figli, Duke. Quando stavamo cercando indizi su Percival abbiamo chiesto pure a lui, ed era spaventato. È probabile che conoscesse bene mio padre perché l’aveva visto tante volte assieme al suo. È un criminale, ma minore, fortunatamente.”
 
Judy annuì, e sorrise, ripensando ai vari incontri con la donnola. “Vero, ma da quello che so suo padre era terribile. Ho letto qualche file archiviato in ufficio, quando mi son documentata su Duke. Poi un'altra cosa, vorrei sapere chi era il poliziotto che scagionò Percival, solo per curiosità, magari lavora ancora alla centrale…” lei disse, sempre curiosa di sapere i minimi dettagli.
 
Marian tirò un sospiro di sollievo nel sentire che Duke non era così tremendo, e poi disse, “Il poliziotto è ancora alla centrale, ed è…Capitano Bogo,” lei disse, sorridendo.
Volpe e coniglio fecero tanto d’occhi, e sorrisero. “Ma dai, e chi se lo sarebbe aspettato. Magari gliene parlerò,” disse Judy.
 
Marian annuì, e disse, “Buona idea. Volevo chiederti, Bogo è sempre un allegrone, che fa battute?”
Nick e Judy la guardarono con occhi spalancati, e la volpe disse, “No, mamma, è diventato molto burbero, anche se in effetti ogni tanto fa battute. Allegrone? Non riesco proprio ad immaginarmelo…” lui aggiunse, scuotendo la testa.
 
Judy ricordò un discorso che le aveva fatto, e disse, “Deve essergli successo qualcosa. Magari vivendo a Zootropolis, e vedendo tutti quei casi disperati, è cambiato di carattere. Mi ricordo del discorso che mi fece poco prima di prendere in consegna il caso di Emmitt Otterton, era molto serio e pessimista,” lei disse, e raccontò a Marian il discorso.

La volpe annuì, e disse, “Ha senso, penso che già col caso di Percival abbia visto che tipo di animali ci sono a Zootropolis. Da quello che so era appena uscito dall’accademia, e aveva molte aspettative positive. Comunque salutatelo da parte mia, e ditegli che non mi dispiacerebbe vederlo, per parlargli, eravamo diventati amici, ma poi non l’ho più sentito perché era sempre molto impegnato, dopo che era diventato Capitano,” Marian disse, sorridendo.
 
I due annuirono, e Nick disse, “Certo mamma, domani magari gli parleremo. Judy, andiamo? Dobbiamo comprare quelle cose per il tuo appartamento,” lui le ricordò, sorridendo.
La coniglia annuì, e si alzò. “È stato un piacere conoscerti, Marian, verrò a trovarti spesso, quando posso, se non disturbo,” lei dichiarò, sorridendo.
 
La volpe annuì. “Anche per me è stato un piacere conoscerti. Scambiamoci i numeri di telefono, ok?” lei disse, e così fecero.
Poi la strana coppia andò via, verso un centro commerciale, e poi in un grande magazzino, per comprare attrezzi per la cucina di Judy.
 
Presero alcune pentole in acciaio inox e antiaderenti e mestoli in legno e plastica, dato che avevano visto che quelli nell’appartamento non erano messi bene (e non c’erano pentole in acciaio inox).
Alla cassa Nick pagò il conto, tra le proteste di Judy, e lui replicò, “No, tesoro, lasciami pagare, so che hai bisogno di queste cose e vorrei farti un regalo. Ho visto che gli altri ti hanno preso parecchie cose utili per l’appartamento, e mi son sentito un po’ in colpa per non averti preso qualcosa anch’io.”
 
Judy gli sorrise, e gli diede un bacino sulla guancia. “Beh, allora grazie, caro, accetto questo tuo regalo molto volentieri,” lei disse, dolcemente.
In fila, dietro di loro, c’erano due coniglie adolescenti, che dissero “Awww, ma che dolci!”
La strana coppia arrossì, e sorrise alle due ragazze.
 
Ma poi una vecchia volpe, in fila anche lui, fece un suono come per schiarirsi la gola, guardandoli in modo severo. “Che schifo, vedere una coppia così sbagliata, girare tranquillamente per la città! Almeno abbiate la decenza di non far vedere che state assieme in pubblico!” lui dichiarò, accigliandosi.
 
Judy stava per replicare, ma si stupì a vedere le due coniglie girarsi verso di lui e una delle due disse, “Ma stia zitto, loro hanno tutto il diritto di stare assieme e girare per Zootropolis facendo vedere che sono una coppia!”
E l’altra intervenne, prima che la vecchia volpe potesse replicare, “Prima di tutto perché siamo a Zootropolis, e ognuno può fare quel cavolo che vuole. E poi sono degli eroi, hanno salvato la nostra città ben due volte, e son sicura che lei non avrebbe voluto essere sottoposto al trattamento degli ululatori notturni, quando ancora Bellwether era a piede libero!” lei finì, guardandolo male.
 
La vecchia volpe fece un verso di sdegno, e disse, “Voi giovani siete sempre maleducati! E non avete ragione, io trovo comunque che siano fuori posto, anche se siamo a Zootropolis! Ammetto di essere grato per il loro lavoro di poliziotti, ma rimango dell’idea che non dovrebbero far vedere che stanno assieme. E non lo dico solo per loro, ma anche per altre coppie “miste”. Ho visto certe cose che farebbero imbiancare la pelliccia ad un grizzly! Comunque so di parlare al vento, voi giovani siete tutti uguali!” lui disse, arrabbiato, e lì finì la discussione, anche se gli altri avventori lo guardarono malissimo.
 
Nick e Judy andarono fuori dal grande magazzino, e la coniglia era scossa. Si sedettero su una panchina, e Nick abbracciò Judy, carezzandole la schiena. “Su, su, dai, non preoccuparti troppo, purtroppo qui a Zootropolis ci sono anche i tipi come lui. Meno male che c’erano anche quelle due ragazze…” lui disse con dolcezza, e le due coniglie si avvicinarono a loro.
 
Avevano il pelo grigio, e gli occhi azzurri, e vestivano casual. “Scusate, spero di non disturbarvi. Va tutto bene? Quel signore ha esagerato, ma non dovete prendervela, qui è pieno di gente così, purtroppo, e noi lo sappiamo,” una delle due disse.
 
Judy le guardò con interesse, e notò che si tenevano per mano. “State assieme, per caso? Intendo…siete una coppia?” lei chiese.
L’altra coniglia annuì. “Sì, e abbiamo avuto a che fare con molti animali come quella volpe. E non ci piace vedere situazioni come quella, e poi eravamo già delle fan di voi due dopo che avete risolto il vostro primo caso, e sapevamo che prima o poi voi due sareste stati assieme,” lei dichiarò, ghignando.
 
Nick e Judy arrossirono, e la volpe disse, a Judy, ma anche alle due coniglie, “A quanto pare noi due eravamo gli unici che non si erano accorti che provavamo qualcosa l’uno per l’altra, eh, Carotina?”
Judy ridacchiò. “Già, beh, l’importante è che adesso stiamo assieme, e siamo felici!”
 
Le due coniglie dissero che erano d’accordo, e si scambiarono gli indirizzi email, per sentirsi in futuro.
Poi si incamminarono verso la loro casa, e Nick aiutò Judy a mettere via le cose e a prendere le altre padelle e utensili per cucinare e buttarli via.
 
Poi salirono in soffitta, una stanza che Judy non aveva ancora controllato, per vedere cosa c’era di interessante.
  
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