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Autore: addict_with_a_pen    15/04/2020    0 recensioni
Sono solo un povero ragazzo anonimo, che studia in una povera università anonima, che detiene il record della media del diciotto tirato dietro per pena e che, maledetto il giorno in cui l’ho detto, è famoso per essere un ruba cuori in grado di, testuali mie parole, far addirittura innamorare il proprio ‘professore palesemente ricchione’ di geometria.
Era ovvio che non fossi serio, insomma, chiunque si sarebbe accorto che ero ubriaco fradicio, ma quando hai degli amici che, come si usa dire, se la legano al dito, allora poco ti resta da fare se non ammettere di aver sbagliato e sentire sulla tua pelle il risultato dei tuoi errori.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bob Bryar, Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*(Piccola) nota inutile*
Buonasera a tutti!
Come state vivendo questa meravigliosa quarantena? A me onestamente potrebbe andare meglio, sono chiusa da più di un mese in casa abitando in una cittadina schifosa della Lombardia vicina a Codogno, ma si va avanti!
Oltretutto studiando al San Raffaele, ospedale importante per il trattamento dei pazienti Covid, non mi laureo nemmeno a luglio, non essendo noi studenti, parole del rettore, la priorità.
Mi sono fatta il compleanno in quarantena giusto qualche giorno fa, tremo per il concerto di luglio dei my chem che temo verrà rimandato, non uscirò di casa ancora per una vita avendo due malattie autoimmuni che mi rendono soggetto a rischio, ma si tiene duro...!
Non mi rimaneva altro che le fanfiction, quindi mi sono lasciata prendere la mano ed è uscito un capitolo davvero lungo, ma tanto il tempo per scrivere e leggere è fin troppo...
Se vi va, fatemi sapere come ve la passate voi.
Per ora vi auguro solo una buona lettura e vi mando tanti baci virtuali :*
(p.s. la storia dell'immaginarsi il proprio interlocutore nudo quando si è troppo agitati per soltanto mantenere il contatto visivo è una cosa divertente che mio nonno mi disse quando andavo al liceo ed ero terrorizzata dalla professoressa di matematica. Mi fa sempre sorridere pensarci! Lo troverete scritto nella storia :*)






*My fate is to be with you*



Oramai io e Gee viviamo assieme da più di un anno e ogni giorno che passa sono sempre più innamorato di lui.
Nonostante questo però, a volte lo prenderei letteralmente a calci nel sedere, poiché sa essere davvero lagnoso se si impegna…
“Frank perchè stai ancora con me?”
“Ma che cazzo di domande sono Gerard?”
Non molto tempo fa difatti, abbiamo avuto una conversazione totalmente inutile e priva di logica su come oramai non dovessi più mentire sui miei sentimenti verso lui.
“Tu ti sei innamorato del professore… sexy, per così dire, non credo che questo sia quello che ti eri immaginato…”
E lo avevo perciò zittito riempiendolo di baci e complimenti.
Sì, ha ragione, mi ero innamorato del professor Way perchè era sexy e tutti all’università sbavavano dietro di lui, ma ora che viviamo assieme e ho imparato a conoscerlo meglio, mi sono reso conto di quanto stupido e di poco conto fosse il suo aspetto fisico sensuale.
Gerard è tutto per me, non è più il mio professore sexy, è il mio dolce e bellissimo ragazzo e farei di tutto per lui.
A volte ancora litighiamo come due disperati, come quella volta che, all’ennesima chiamata di lavoro fallimentare, mi aveva scagliato contro tutta la sua frustrazione e rabbia, per poi prendere e uscire di casa in pigiama diretto sa il cielo dove.
Ricordo di averlo aspettato in piedi fino alle due di notte ma, non vedendolo tornare, avevo preso una torcia, mettendo da parte tutto il mio rancore, ed ero uscito di casa a mia volta in pigiama.
Ricordo anche di averlo poi trovato, dopo aver girato fino alle cinque di mattina, davanti al portone di casa, con uno sguardo di puro terrore in volto e il cellulare all’orecchio.
“Sei stupido!? Sono ore che ti chiamo, dove cazzo eri finito, eh?”
Il tutto poi si era concluso in un abbraccio e in un mucchio di scuse confuse da parte di entrambi, e ancora adesso non so dire chi tra i due si sia più spaventato di aver perso il proprio amore.
Siamo decisamente diversi, forse sono addirittura più le cose che non abbiamo in comune rispetto agli interessi affini, ma nonostante questo non credo che possa esistere qualcuno ‘più perfetto’ di Gerard al mondo.


Oggi è un giorno come tanti e abbiamo entrambi deciso di prenderci una pausa dalla ricerca disperata di un lavoro decente per lui, dato che tutti nei dintorni hanno saputo della nostra piccola bravata e si sono fatti persuasi che Gee sia una persona poco seria e professionale.
Onestamente non so come possano crederlo.
Si può dire tutto di Gerard, ma non che sia poco professionale o non adatto all’insegnamento. Lui mette un’enfasi e una passione tali che mai ho ritrovato in alcun professore. Certo, si potrebbe credere che io lo pensi solo perchè sono innamorato di lui, ma ricordo bene i pareri dei miei compagni quando studiavo e ricordo come tutti elogiassero il suo metodo di insegnamento e le sue spiegazioni più che esaustive.
Per di più, sono oramai tre mesi che studenti dell’università bussano alla porta di casa nostra cercando disperatamente il professor Way.
Ricordo che la prima volta, quando ci siamo ritrovati una studentessa non più grande di vent’anni sull’uscio di casa, entrambi non abbiamo afferrato cosa stesse succedendo, ma dopo averla ascoltata le cose si sono immediatamente chiarite.
A quanto pare, la nuova professoressa è solo una grande e grossa capra e tutti stanno prendendo voti penosi nel suo esame, così che un ex assistente di Gee, rattristato dalla situazione, se l’era cantata e aveva dato loro il suo l’indirizzo di casa per avere delle “ripetizioni d’urgenza”, come da lei chiamate.
Da quel momento in poi, non è passato un singolo giorno senza che un ragazzo disperato ci sia entrato in casa, per poi uscirne improvvisamente più tranquillo e con molti meno dubbi.
Se questa non è una prova della sua bravura come professore, allora non so davvero cosa possa essere.
Mi fa una tale rabbia che la gente non capisca, o almeno non voglia provare a capire, quanto bravo sia il mio amore, ma dopotutto il mondo non sempre è gentile e il lavoro bisogna cercarselo con sudore e fatica, sicuramente non ti bussa alla porta di casa!
“Amore vai a vedere chi è!”
Tanto ero preso nel leggere il mio fumetto nuovo, che nemmeno mi sono accorto che qualcuno ha suonato il campanello di casa, così che mi trascino giù dal divano e vado a vedere chi è che rompe le scatole.
Studente non può essere, Gee mi ha detto di non avere appuntamento con nessuno oggi.
Quando apro la porta, per poco non stramazzo al suolo.
“Buongiorno.”
Perchè ritrovarsi il rettore della tua vecchia università dietro la porta di casa, non è certo qualcosa che uno si aspetta.
“Bu-Buongiorno signor preside… Cosa desidera?”
“Con mio enorme rammarico, sono qui per fare una proposta al professor Way… È in casa?”
Sorrido come un pazzo in risposta.
Forse mi sono sbagliato sul lavoro che non ti bussa alla porta di casa!
 
*****
“Mi faccia capire, lei mi sta chiedendo di tornare ad insegnare dopo avermi licenziato e, sue testuali parole, bandito per sempre dall’università?”
“Ascolti, siamo in una situazione di emergenza…”
Nè io né Gee ci saremmo mai aspettati un colpo di scena del genere, ma a quanto pare “il magnifico rettore” è davvero strisciato dietro la porta di casa nostra per chiedere al mio amore di tornare ad insegnare.
“Emergenza? Mi scusi, ma lei ha soltanto una vaga idea di tutto quello che ho dovuto passare e dell’infamia di cui godo adesso?”
Effettivamente anch’io al suo posto sarei incazzato tanto quanto lo è lui adesso, poiché l’inferno che abbiamo dovuto entrambi passare e dal quale ancora non è del tutto uscito lui, è qualcosa che non augurerei nemmeno al mio peggiore nemico.
“Senta, so che molti dei nostri ragazzi vengono da lei per avere ripetizioni e inoltre il numero di studenti fuori corso è così alto che le aule a momenti non riescono nemmeno a contenerli tutti, cosa che con lei questo non accadeva, quindi-”
“Avrebbe dovuto pensarci prima di licenziarmi. Non me ne frega davvero niente dei suoi casini, io ad insegnare lì non ci torno più.”
Ma questa sua conclusione è forse un po’ troppo affrettata.
“Hey, Gee, aspetta un attimo!”
Nonostante mi avesse detto di aspettare fuori dalla porta della cucina dove lui e il rettore stanno parlando, mi permetto di intromettermi quando sento questa sua drastica sentenza.
“Frank ti avevo detto di aspettare fuori, non sono cose che ti riguard-”
“Invece sono cose che mi riguardano, perché a casa con te ci sto io e non navighiamo certo nell’oro con solo le tue ripetizioni e il mio misero lavoretto, quindi ti prego di pensarci su bene.”
Mi guarda con la coda dell’occhio e comincia a mordersi il labbro, poiché è un uomo molto orgoglioso lui e ritornare a lavorare sarebbe come dargliela vinta a tutti quelli che l’hanno deriso, ma tuttavia sa bene quanto male siamo messi e come a fine mese ci arriviamo sempre con l’acqua alla gola.
“Va bene, ho capito…” Sposta appena la sedia accanto a lui, invitandomi a sedermi a mia volta al tavolo, così che prendo posto anch’io a questo triste teatrino surreale.
“Accetto di tornare ad insegnare solo perchè sono molto affezionato ai miei studenti, ma ad una condizione.”
Il rettore fa una smorfia poco contenta a questa sua uscita, per poi mormorare un flebile “mi dica…” ed aspettare dunque di sentire la sua richiesta.
“Riammetterete Frank a lezione, facendogli rifrequentare l'ultimo anno e dandogli dunque la possibilità di laurearsi come tutti i suoi compagni.”
Sia io che il rettore strabuzziamo gli occhi in risposta.
“Questo è fuori discussione!”
“Beh allora può benissimo andare a cercarsi un altro professore altrove. La riaccompagno alla porta.”
Ma come poco fa, mi intrometto nuovamente, sussurrandogli la mia considerazione all’orecchio.
“Gee, va bene così, accetta il lavoro, non fa nie-”
“Invece fa Frank! Fa perché hanno rovinato anche te e, siccome siamo stati entrambi riempiti di merda solo per un bacio, allora non vedo perchè, ora che apparentemente mi rivogliono, non debbano riaccettare anche te a lezione!”
Effettivamente ha ragione ed effettivamente un po’ ci sono rimasto male pure io… Non mi interessa dello studio, o almeno, non così tanto come dovrebbe, ma dopotutto avere una laurea in tasca è sempre utile.
“E va bene! Se è questo ciò che serve per riaverla, allora Iero sarà riammesso a lezione!”
A volte l’euforia mi fa fare cose strane e inopportune, poiché il bacio che stampo sulla guancia di Gerard dopo aver sentito la notizia non è forse ciò che si definisce una “bella mossa”.
“A patto che non cominciate a comportavi in maniera imbarazzante in giro per l’ateneo. Niente baci o cose del genere, è chiaro?”
“Sebbene non capisca come mai ce l’abbiate così tanto col baciarsi, le do la mia parola che non faremo nulla di imbarazzante.” Dice lui porgendo la mano al rettore, come a dargli la sua parola.
Il fatto è che conosco sufficientemente bene Gerard per capire che il tono da lui usato è tutto meno che serio, così che nascondo un sorrisetto sotto i baffi e sposto sotto il tavolo una mano sulla sua coscia, come a dirgli che ho capito la sua non-serietà.
“Ci conto…” dice con tono alquanto seccato il rettore “Comincia domani, puntuale alle sette. Dobbiamo prima istruirla su come e dove dovrà insegnare.”
Ho giusto il tempo di spostare la mia mano dalla sua coscia, prima che si alzino entrambi e si dirigano verso la porta d’ingresso.
“E, per favore, veda di mettersi un minimo a posto i capelli!” Dice rivolgendosi ai capelli scompigliati e rosso fuoco del mio Gee.
È stato davvero divertente il giorno in cui l’ho aiutato a tingersi dopo una mattinata spesa a dibattere su quale colore potesse stargli bene. Onestamente credo che non esista un singolo colore che possa stargli male, ma il rosso credo proprio sia il migliore…
“Sei così sexy coi capelli rossi, professore…” e ricordo come quel giorno non abbia fatto altro che fargli capire quanto sexy fosse.
“Certo, altre richieste, signore preside?” Chiede con voce appena strafottente, aprendo la porta di casa e aspettando che il rettore levi le tende.
“Spero solo di non star facendo un errore…” Dice flebilmente il rettore prima di uscire di casa.
“Lo spero pure io.” E chiude la porta.
Passano giusto cinque secondi prima che gli salti in braccio, ridendo come un pazzo ed euforico come poche volte sono stato in vita mia.
“Amore ce l’hai fatta!”
“Ce l’abbiamo fatta…” Mi corregge lui, con un sorriso da bambino in volto.
Lo bacio.
Non vedo l’ora di rifare il nostro ingresso trionfante in università, ci sarà sicuramente da divertirsi!
 
*****
Ma il nostro ingresso è stato tutto meno che trionfante…
“Ora finalmente capisco cosa intende la gente quando dice di sentirsi come un pesce fuor d’acqua…”
Onestamente, non posso che essere d’accordo con lui.
Stamattina siamo arrivati tardi all’università, un po’ per colpa mia che non volevo alzarmi dal letto e un po’ per colpa sua che ieri sera non ne aveva voluto saperne di tingersi, o perlomeno tagliarsi un po’, i capelli.
“Non sono così convinto di voler tornare a lezione Gee…”
Stamattina dunque, dopo esserci vestiti ed aver accumulato solo una ventina di minuti di ritardo, mi sono ricordato dei suoi capelli e di quello che il rettore ieri aveva detto, così da far magicamente salire il ritardo a quaranta minuti…
“Domani andrà meglio, oggi devono solo abituarsi a noi, credo…”
I suoi capelli sono più sistemati, sempre rossi ma perlomeno in ordine, ciò che non è in ordine tuttavia è il mio stomaco che ha assunto la misura di una nocciolina tanta è l’ansia che sto provando.
Non ho nessuno, nessun amico, nessun Bob con me quest’anno, così che improvvisante mi rendo conto quanto stupido sia stato accettare di tornare qui senza nemmeno rifletterci un momento sopra.
“Forse dovresti lasciarmi la mano Frankie, così smetterebbero di fissar-”
“No.” E in risposta gliela stringo ancor di più.
Se devo percorrere il corridoio d’ingresso con gli occhi di tutti puntati addosso, allora così sia, ma non mi fremeranno mai dal tener almeno innocentemente per mano il mio ragazzo, professore o meno che sia.
“Frank, per piacere, n-non-”
“Ha solo detto di non baciarci, quindi ora ti terrò per mano e non puoi dirmi di no.”
E riprendiamo dunque il nostro cammino della vergogna, fino a quando una mano adunca non si stringe attorno alla spalla di Gee.
“Mi stavo chiedendo che fine avesse fatto, professore.”
Il rettore ha fatto il suo ingresso, disturbando sia me che Gee, dato che il sobbalzo da lui fatto non si può di certo definire una reazione piacevole.
“Mi spiace per il ritardo, non si ripeterà più.”
“Cominciavo a credere che non sarebbe venuto ad essere onesti…”
La situazione promette male e non è nemmeno passato un giorno!
“Una speranza o solo un pensiero, signor preside?”
È il momento di sdrammatizzare un po’.
“A-Abbiamo trovato traffico nel venire qui stamattina, e-”
“Scusi Iero, ma non dovrebbe essere in classe lei? Mi era sembrato di capire che non vedeva l’ora di tornare a lezione.”
Questo è uno dei classici momenti in cui nulla potrebbe andare peggio, mi sento fuori luogo, ho già fatto innervosire il preside, tutti mi stanno fissando, non sono e mai sarò uno studente almeno un minimo brillante, così che decido di giocarmela fino in fondo.
Do un bacio a Gee sulla guancia, gli bisbiglio un “in bocca al lupo” all’orecchio e giro i tacchi, seppure non abbia la ben che minima idea di che lezione io abbia stamattina.
“Mi era parso di aver espresso una certa… avversione per questo genere di smancerie, o sbaglio?”
“Cambia qualcosa? Mi continua ad esprime avversione qualunque cosa faccia! Tanto vale che mi caghi in testa e l’abbiamo già finita, ancora prima di ricominciare!”
So bene che non dovrei essere più qui, in un’aula magari, o perlomeno lontano da Gee e il preside, ma non potevo lasciarlo solo, insomma! Il rettore è proprio una spina nel fianco, nessuno studente lo reputa una persona empatica o almeno umana, così che il mio buon senso, e amore, mi hanno spinto ad origliare la conversazione.
“Moderi il linguaggio professore!”
“E lei moderi il suo comportamento! Se mi ha assunto di nuovo solo per avere un po’ di spettacolo e per mettermi in ridicolo davanti a colleghi e studenti, beh, allora ha sbagliato persona!”
Passano dieci secondi di silenzio teso in cui io e minimo altri cinquanta studenti, siamo con il fiato sospeso e lo sguardo fisso sulla triste scena.
“Bentornato, professore. Così le sono più gradito?” Dice infine con aria strafottente e vagamente seccata il rettore.
Nascondo un sorrisetto orgoglioso sotto i baffi. Il mio amore l’ha sempre vinta, c’è poco da fare.
“Potrebbe andare, sì.”
Lo sento incamminarsi esattamente nella mia direzione, per poi vederlo sorpassarmi e farmi l’occhiolino.
“Però i capelli non se li è messi a posto, Way!”
“Ma come no? Non le piace il nuovo taglio che mi ha fatto Frank?”
E a questo punto, scoppio a ridere.
 
*****
“Dio, non poteva andare peggio di così!”
“Non è vero amore! Sei stato fantastico.”
“Frank non dire stronzate! Le prime impressioni fanno tutto e non credo di aver dato una buona prima impressione proprio a nessuno!”
Siamo a casa da oramai mezz’ora e, da quando abbiamo messo piede dentro, non è passato un singolo momento in cui dalla bocca di Gerard non siano uscite imprecazioni e lamenti.
“Gli studenti mi sembravano felici però, o sbaglio?” Dico cominciando a sbottonargli la camicia, dato che credo che per oggi sia io che lui abbiamo sudato nervosamente a sufficienza e una bella doccia è ciò che ci occorre.
“Ho capito, ma se sto sul cazzo al rettore, allora sono già fottuto in partenza, capisci?”
“Gee tu insegni ai ragazzi però, non al rettore.” Mentre lui continua col suo sproloquio, io passo con lo sfilargli la camicia e un sorrisetto mi nasce sulle labbra.
“Ma il rettore può mandarmi via quando vuole e-e”
“Ma ti ha appena chiesto di tornare! Come hai detto tu stamattina, devono solo abituarsi a noi, va bene amore? Siamo il nuovo giochino in fin dei conti, dai tempo a tutti.” Gli sorrido dolcemente e poi comincio a sbottonargli i pantaloni, sperando che abbia smesso di autocommiserarsi.
“Vorrei solo che gli altri capissero che quello che c’è tra noi non è un gioco…”
Lo sento mormorare questa frase a voce bassa, con espressione triste in volto e gli occhi puntati a terra.
Mi intenerisco davanti alla scena.
“Lo vorrei anch’io amore, ma che ti importa di loro? Ce la siamo cavata più che egregiamente, solo noi due, no?”
“Da quando usi questi paroloni? Egregiamente? Non ti riconosco più Frank!”
Scoppio a ridere sentita questa sua frase, per poi sfilargli in un colpo solo pantaloni e mutande e passare con il ribattere a quanto da lui detto.
“È il tuo effetto, sei un professore in fin dei conti, mi rendi più intelligente…” Sussurro questa frase sulle sue labbra, per poi passare delicatamente le dita sui suoi fianchi e sentirlo rabbrividire sotto il mio tocco.
“E tu mi rendi con sempre meno vestiti addosso invece!” Risponde lui con una risata, per poi stringermi forte a sé e baciarmi.
Non mi stancherò mai dei suoi baci, né delle sue attenzioni, battute o in generale di lui, sono totalmente innamorato di ogni suo piccolo dettaglio.
“Comunque hai ragione piccolo…” dice cominciando con nonchalance a slacciarmi a sua volta i pantaloni “Non mi importa di quello che pensano gli altri, se me ne fosse importato allora adesso non sarei qui, con te, ma onestamente non me ne frega un cazzo, non sono affari loro questi.”
Conclude lui, per poi sfilarmi i pantaloni e passare alla maglia.
“A loro deve interessare solo il tuo metodo di insegnamento, cosa facciamo a casa non sono cose che devono interessarli…”
“E cosa facciamo a casa, mh?”
È inutile dire quale sarà la risposta che a breve lo attenderà, così che non perdo nemmeno tempo a rispondergli, ma mi sfilo le mutande, lo prendo per mano e lo porto in doccia con me.
Vorrei tanto poter parlare con lui del mio primo e alquanto triste giorno di lezione, ma non voglio rovinargli ulteriormente l’umore, e inoltre so che non era sua intenzione non chiedermi com’è andata.
“Grazie Frankie… Ti amo.”
Voglio solo farlo star meglio e illudermi almeno per questi pochi minuti di doccia che domani andrà bene, che smetteremo di essere l’attrazione principale, anche se temo proprio che la nomea ce la terremo ancora per molto tempo…
“Ti amo anch’io Gee.”
Spero solo che questo periodo passi in fretta.
 
*****
Ma da quel giorno le cose non sono affatto migliorate…
I problemi col rettore non si sono minimamente attenuati, l’esatto contrario piuttosto, la gente in aula mi fa sempre più domande sulla nostra vita privata, se lo amo, se“il professore ti scopa bene” tanto che una volta mi sono addirittura ritrovato a prendere a pugni un odioso ragazzino del primo anno che non voleva piantarla di fare allusioni sessuali su Gee.
“Frank, non farmi pentire di averti fatto riammettere a lezione!”
Mi aveva urlato contro una volta a casa e da lì era cominciata una lite furibonda.
Una volta per poco non ho addirittura preso a pugni Gerard stesso.
Era una mattina come tante ed eravamo in ritardo come nostro solito, ma c’era qualcosa di diverso.
“Gee che succede?” Avevo provato a chiedere io, cercando di fargli una carezza ma vedendolo girare la testa dall’altra parte.
“Non stai prendendo un singolo voto decente, Frank. Mi spieghi perchè sto spendendo, anzi,  buttando nel cesso il mio stipendio per le tue tasse universitarie se tu non ti applichi nemmeno un po’?”
Mi aveva detto una volta scesi dall’auto davanti all’università, e ricordo di avergli tirato uno schiaffo sonoro, di avergli detto di andare a fare in culo e di essermene tornato a casa a piedi.
I miei voti vanno davvero male, lo so, ma anche prima della bocciatura pre laurea e del disastro-bacio non ero eccelso, quindi tutta questa cattiveria non la capisco.
Ogni giorno che passa ci allontaniamo sempre più e so che succede perchè è frustrato dal lavoro nuovo e dai problemi che comporta, ma io sono il suo amore e non accetto di essere trattato così.
Abbiamo sempre avuto i nostri alti e bassi, ma oramai mi sembra di vivere in un grande e buio basso da troppo tempo.
“Frank possiamo parlare?” Per tutti questi motivi, per tutte le tensioni e le litigate che ci hanno accompagnati durante questo periodo, quando lo sento pronunciare queste parole per poco non stramazzo a terra.
“S-Sì..?” Mi avvicino piano a lui, con la testa bassa e le mani già sudate per l’ansia delle parole che a breve temo lasceranno le sue labbra. “Non andiamo più bene insieme”, “non funzioniamo più”, “voglio lasciarti” o peggio ancora, “non ti amo più”.
“Che sta succedendo?”
“Mh… in che senso?”
“Come sarebbe a dire in che senso Frank! Siamo sempre incazzati l’uno con l’altro, non ci guardiamo nemmeno più in faccia, non mi baci più e tantomeno fare l’amore. Non funziona più così…”
Sentite queste parole, non posso più trattenermi, così che mi accascio a terra e scoppio in un pianto sconnesso e disperato.
Ho perso…
“Hey Frank, hey…” si precipita sedendosi a terra accanto a me e mi prende il viso tra le mani “Che sta succedendo…?”
“N-Non mi ami più Gee e-e mi dispiace, so di essere solo un ragazzino stupido, di non saper controllare la mia rabbia, m-ma tutti a lezione continuano a parlare di te, d-di noi, mi chiedono se scopiamo bene! E io non ne posso più… Quando poi le lezioni sono le tue io n-non riesco a concentrarmi! Ci sono sempre voci da parte del solito gruppetto di stronzi e-e io mi distraggo e vorrei solo che-”
“Amore respira…” E quando mi abbraccia, finalmente un po’ respiro.
“Non ho mai pensato nemmeno per un secondo di non amarti più, quindi toglitelo dalla testa.”
“E-E allora perchè stiamo così…?”
Scioglie l’abbraccio e mi pulisce un po’ di lacrime dal volto baciandole via, così che un timido sorriso mi nasce sulle labbra.
“Perchè siamo due teste di cazzo che invece di parlare ogni sera come due persone normali di ciò che è andato o non andato durante la giornata, preferiamo tenerci tutto dentro fino ad esplodere.”
Annuisco inebetito dai baci sentite queste sue parole, sentendomi improvvisamente più tranquillo e dandogli ragione.
“Tiriamoci su, mh? Mi fa male la schiena a stare tutto rannicchiato a terra!”
“Questo perchè sei vecchio Gee.” Balzo in piedi e gli porgo le mani, aspettando che le prenda per tirarsi su, ma sbagliandomi.
“Non ero mica il tuo ragazzo, stronzetto che non sei altro…?” Contro ogni mia aspettativa si tira in piedi da solo, per poi avvolgermi completamente con le sue braccia.
Quanto mi era mancato.
“Prometto di non tenermi più dentro tutta la mia rabbia…” Mugugno pigiato contro il suo petto, sentendo il suo cuore che batte.
“Ogni sera prenderemo questa abitudine di parlare un po’ allora…” mi pianta un bacio sulla testa “…e di scopare.”
Scoppiamo a ridere assieme, per poi sciogliere l’abbraccio e baciarci.
Il mio cuore perde un battito per la gioia.
“Ora parlarmi un po’ di questi stronzi che ti disturbano durante la lezione…”
Assurdo come a volte un litigio di cui nemmeno si ricorda come sia cominciato possa interrompersi così velocemente.
“Ti do anche nomi e cognomi se vuoi!”
Ma dopotutto non sono mai stato davvero arrabbiato con lui e, soprattutto, non potrei mai smettere di amarlo.
 
*****
Da dopo quel giorno, le cose tra noi sono tornate alla normalità.
Ogni sera parliamo un po’ e, quando ha tempo, Gee ha deciso di aiutarmi con delle ripetizioni personalizzate fatte apposta per me.
“Però domani mi ripeti quello che abbiamo fatto oggi, intesi?”
Oserei dire che le cose non sono mai andate così bene, il mio cuore non è mai stato così pieno di gioia come lo è in questi giorni.
Ho anche preso la piccola e dolce abitudine di, una volta finite le lezioni che ho con lui, piantargli un bacino veloce sulla guancia prima di uscire dall’aula e mai una singola volta l’ho visto ritrarsi o non sorridere.
Le cose vanno davvero bene, i miei voti sono tornati ad essere perlomeno accettabili e a casa non litighiamo più se non per chi tra i due deve fare le pulizie.
Oramai abbiamo già superato la metà dell’anno accademico e Gee, tra un bacio e l’altro, mi sta aiutando a trovare ispirazione per una tesi decente.
“No Frank non puoi riportare l’argomento della tua vecchia tesi!”
“E perchè no?”
Stasera, dopo essere tornati stanchi morti dalle rispettive attività universitarie, ci stiamo lavando in doccia a vicenda, cercando idee per la mia discussione finale.
“Non dai una buona impressione così.”
Poco mi manca per cominciare a fare le fusa quando comincia a farmi lo shampoo, portandomi ad annuire come un ebete e anche a spalmarmi contro il suo corpo come fossi una coperta.
“Mh ma io non ho idee Gee…” Mugugno continuando a prendermi tutte le mie coccole.
“Questo perché non ci stai pensando nemmeno, forse.” E detto questo smette di farmi quel dolce massaggino dello shampoo, così da riportami alla realtà.
“Hey perchè ti sei fermato!”
Ridacchia.
“Sei davvero carino, lo sai?”
Gerard ha da sempre avuto questa capacità di uscirsene a caso con frasi dolci e di farmi ogni volta arrossire come fosse la prima volta che ricevo un complimento da lui.
“Sei arrossito…” Mi bisbiglia all’orecchio, non facendo altro che peggiorare la mia situazione rossore.
“Smettila…” Dico io, senza ovviamente intendere davvero quello appena detto.
“Sai amore, mi stavo chiedendo una cosa…”
Tiro su il volto e lo guardo incuriosito, poiché il tono di voce da lui usato stavolta è serio e non giocoso come quello utilizzato fino a poco fa.
“Dimmi tutto.” Gli do un piccolo bacio sulle labbra.
“Mi chiedevo se tu… se tu stessi bene, qui, con me.”
Lo guardo stranito.
“Certo che sto bene Gee, che domande sono! Ti amo, sei il mio ragazzo, perchè non dovrei stare be-”
“Intendo se stai bene solo con me. Sai, in questi giorni mi sono ritrovato a pensare spesso a-a noi e a come tutto questo sia stato possibile solo per, senza offesa, colpa dei tuoi genitori, e perchè-”
“Non ti seguo amore…”
Si passa nervosamente le mani nei suoi capelli bagnati nuovamente neri e mi rivolge un sorriso intenerito.
“Questa nostra convivenza che poi ci ha condotti all’amore che ora proviamo è-è partita da qualcosa di forzato. I tuoi genitori ti avevano chiuso fuori e tu sei venuto qui, ma-ma ora che è passato un po’ di tempo mi chiedevo se non volessi tornare a casa tua, provare a rimetterti in contatto con loro, cose così insomma…”
Il tono agitato e impaurito con cui mi sta facendo questo discorso sconnesso mi fa capire che non sta scherzando, che crede davvero che io voglia rinunciare a questa nostra convivenza per tornare a vivere dai miei.
A volte mi sembra lui il “piccolo” della coppia.
“Gee casa mia sei tu, non è più quella che condividevo coi miei genitori” stringo le braccia attorno al suo corpo “Anche se volessi tornare indietro, i miei non mi rivorrebbero comunque più, ormai sono… adulto! E le mie scelte le prendo da me.”
Mi scompiglia i capelli ancora insaponati a questa mia affermazione ridicola e ride appena.
“Adulto, mh?” annuisco deciso “Abbastanza adulto da poter decidere se voler spendere il resto della tua vita con una persona al tuo fianco…?”
Mi immobilizzo davanti a questa sua domanda.
“Mmmh, sì…? Certo che voglio stare con te per tutta la vita, che aria seria che hai usato! Perchè me lo chiedi?”
Sorride appena davanti a questa mia uscita poco vincente.
“Niente piccolo, lo capirai più avanti” mi da un bacio sulla fronte “Sciacquiamoci, dai. Sto morendo di sonno.”
Detto questo mi aiuta a togliere lo shampoo dai capelli, mi lava velocemente il resto del corpo ed esce dalla doccia.
Ho tanto l’impressione di aver sbagliato qualcosa.
“Gee, va tutto bene? Sei… strano.”
“Ho solo fatto un discorso troppo adulto e, anche se tu dici di esserlo, non lo sei tanto quanto me” mi avvolge nella sua stessa asciugamano, strofinandomi piano il corpo per togliere l’acqua “Ma tranquillo amore, va tutto bene. Ne riparliamo più avanti” e mi pianta un bacino tra i capelli.
Solo ora mentre ci stiamo rivestendo in fretta e in silenzio mi rendo conto di quello che è appena successo, o meglio, che stava per succedere, e di come io abbia buttato nel cesso l’opportunità.
Gerard stava per chiedermi di sposarlo, e io ho fatto il cazzone, come mio solito, e ho bruciato il momento.
Ripenso a quel “che aria seria che hai usato!” da me detto e mi maledico internamente, perchè ha ragione, non sono così adulto come lui e alcune cose non le afferro nell’immediato come invece dovrei.
Mi viene automatico portarmi le mani sul volto e cominciare a sussurrare una serie di “cazzo” ininterrotta.
“Frankie mi porti un bicchiere d’acqua prima di venire a letto?”
“Certo amore…arrivo.”
Vorrei poter tornare indietro nel tempo e tenere la mia brutta boccaccia chiusa.
Sono davvero uno stupido ragazzino!
*****
“Wow ti ha proprio detto ‘mi vuoi sposare?’!?”
“No Bob, ti ho detto che ho rovinato tutto, cazzo!”
“E allora come fai a sapere che voleva chiederti proprio quello?”
Oggi ho saltato lezione, ho finto un mal di pancia al quale Gee ha creduto e ho chiamato Bob, il mio più fidato amico, per raccontargli dello strazio di ieri sera e per cercare un po’ di conforto.
“Lo so e basta! Era palese!”
“Se lo dici tu…”
Ma trovando tutto meno che un briciolo di aiuto e supporto.
Bob non è mai stata una persona molto romantica, dunque questi discorsi non li capisce fino in fondo, ma non sapevo a chi altri raccontare di questo segreto così privato.
“Bob, fidati se ti dico che è così.”
Ancora non ho superato l’imbarazzo di ieri, credo mi ci vorranno ancora parecchi giorni prima di poter guardare ancora negli occhi Gee senza sentirmi un verme schifoso.
“Va bene, mi fido Frankie” mi porta una mano sulla spalla come a confermarmi di esserci “E a te sta bene?” per poi uscirsene con questa domanda insensata e priva di logica.
“Cosa mi sta bene?”
“Che lui voglia sposarti, idiota! Cos’altro sennò?”
Ora che mi ci fa pensare, non avevo avuto modo di riflettere su questo “piccolo” aspetto.
Io amo Gerard, questo credo sia ovvio, ma il matrimonio è una cosa a cui non avevo mai pensato e così su due piedi non saprei proprio che rispondere.
“I-Io non lo so…”
Sono più che convinto di voler vivere qui assieme a Gee per sempre, ma ho sempre trovato il matrimonio come qualcosa di immenso, qualcosa che un po’ mi spaventa e che trovo sia molto simile ad una gabbia.
“Questo vuol dire che non vuoi sposarlo Frank, semplice!”
“Ma io amo Gerard! Perchè non vorrei sposarlo? Non ha senso!”
“Non significa che tu non lo ami, il matrimonio è tanta roba, soldi, parenti, banchetti, una vera festa in pompa magna! Hai un pubblico che assiste alle vostre promesse di amore, come fossero dei testimoni, non è una cosa leggera, non ti sto giudicando, ti capisco anzi.”
Comincio a mordermi il labbro nervosamente e a riflettere sulle sue parole, per poi capire quale effettivamente sia il vero problema.
“Hai ragione Bob…” annuisce sentita la mia risposta “Mi accompagni a cercare un anello di fidanzamento?” per poi strabuzzare gli occhi e guardarmi come fossi pazzo.
“Frank, aspetta, mi sono perso un pezzo…”
Scoppio a ridere come un pazzo, cosa che probabilmente ora Bob starà pensando di me, e scatto in piedi già diretto verso la porta di casa.
“Hai ragione tu Bob, io voglio sposare Gerard, quello che non voglio è avere testimoni al mio matrimonio.”
Mi guarda ancora più stranito di prima.
“Quindi cosa vorresti fare? Autocelebrare tu le tue stesse nozze?”
“No, voglio solo che non ci sia nessuno tra gli invitati, nessuno a parte te e qualche altra persona, giusto le più vicine, perchè ho passato troppo tempo a dare importanza alle idee degli altri, a farmi criticare, e l’ultima cosa che voglio è essere criticato anche il giorno del mio matrimonio, quindi ora andiamo a cercare un bell’anello.”
Spero solo che la situazione adatta si ripresenti presto e, soprattutto, di non star facendo la cazzata più grande della mia vita.
“Mai avrei creduto che tu un giorno ti saresti sposato Frank, devo essere onesto.”
“Sai una cosa Bob? Nemmeno io l’avrei mai pensato.”
Il mio destino è stare con Gerard e nessun altro, le decisioni non sono mai un errore quando si tratta di lui.
 
*****
Ma forse ho corso troppo…
Dopo essere uscito con Bob ci siamo subito ficcati in una gioielleria che sapevo avere dei prezzi moderati e accessibili e, dopo un’attenta ricerca e consigli da parte dell’addetta alla vendita, ho trovato un anello che mi ha riempito di gioia.
Me lo sono immaginato, mi sono immaginato la figura di Gee con quell’anello al dito e subito mi sono illuminato, ma da quel giorno l’euforia se n’é pian piano andata…
Sono iniziate due settimane di disagio assoluto in cui ho provato a immaginare come potesse essere non vivere più assieme al proprio ragazzo, ma assieme al proprio… marito?
Io e Gee marito e marito?
Non riuscivo proprio a vederci, sono poco più che ventenne, onestamente il matrimonio la sento come una cosa molto più lontana che vicina!
Ma Gee ha trentaquattro anni… è ovvio che a questa età ci si voglia sposare, mi sembra comprensibile e giusto, solo che non con me.
Intendiamoci, io e Gee siamo coppia fissa da tempo e lo amo con tutto me stesso, ma lo amo come mio ragazzo, non come marito…
“Frankie, va tutto bene? Sei così mogio in questo periodo, non è da te piccolo.”
“Gerard tu vuoi sposarmi!?”
Un giorno, dopo diverse notti insonni, non ce l’avevo più fatta ed ero esploso.
“M-Ma Frank che-che domande sono…? Così, all’improvviso?”
Rendendomi conto che potesse assomigliare molto ad una proposta di matrimonio urlata e rabbiosa, avevo provato a raddrizzare inutilmente il tiro.
“Sì, insomma, hai più di trent’anni, e-e credo che un uomo della tua età voglia sposarsi a questo punto della propria vita, m-ma”
“Amore, io voglio solo quello che vuoi anche tu, non fare questi discorsi pensando a me, pensa a quello che vuoi tu, va bene?”
“I-Io non voglio sposarti, cioè! Sì, voglio sposarti, sposare te, ma non ora, nel senso, ora è presto e-e”
“E allora ti sei già dato una risposta…”
E dopo quel giorno le cose si sono un po’ tranquillizzate.
Ovviamente Gerard vuole sposarmi, una sera dopo cena ero riuscito a farglielo ammettere, ma aveva aggiunto che “non importa” e che “va bene così”, sebbene il suo sguardo dicesse cose ben diverse.
Nell’ultimo periodo però le cose vanno meglio, io non penso a nulla se non alla tesi e lui è tutto preso a correggere gli ultimi compiti d’esame, così che tempo per pensare al matrimonio non ne rimane nemmeno un po’.
Fortunatamente il nostro rapporto non si è rovinato neanche un po’ e, nonostante tutto, ogni sera parliamo ancora delle nostre giornate, ci facciamo la doccia assieme e poi andiamo a letto, con a volte l’eccezione ripetizione tesi.
“Gee non puoi chiedermi di ripeterti la tesi mentre mi stai facendo un pompino, mi rifiuto!”
“Oh, se vuoi smetto allora…”
“N-No!”
Stasera poi, per festeggiare la fine dell’anno accademico e la laurea che domani si spera mi attende, Gee mi ha portato fuori a cena in un ristorante super chic.
“È solo un regalino al mio piccolo neolaureato…” Era stata la sua risposta, seguita da un piccolo bacio sulla tempia dopo avergli chiesto titubante sulla porta del ristorante il motivo di quel gesto.
È stato tutto così bello che per un momento soltanto mi ero addirittura concesso di dimenticarmi che domani anche io mi laureerò.
“Niente baci quest’anno, intesi Frank?”
Ora però, mentre siamo a letto pronti per dormire, un po’ mi viene da pensare a ciò che domani mi attende.
“Intesi Gee” mi stringo più a lui “sono un po’ agitato, lo sai?”
Ride appena in risposta.
“Tu, agitato per l’università? Non ci credo no!”
“Perchè nessuno mi crede mai quando lo dico! Mi sembra di sentire parlare Bob, insomma!” Cerco di mostrarmi il più irritato possibile, sebbene sappia di non sembrare nulla se non un idiota tutto meno che arrabbiato.
“E cosa ti agiterebbe così tanto, sentiamo un po’.”
“Che ci prendano in giro…”
Ovviamente il motivo non è la laurea di per sé, ma la paura che qualche professore o allievo, genitore, zio dal pubblico ci possa dire qualcosa.
“Hey… amore non ci prenderà in giro nessuno.”
Ma ci credo davvero poco.
“La scena sarà uguale a quella dell’altra volta, io su una sedia, tu dall’altra parte del tavolo davanti a me e-e tutti a guardarci…” sospiro “non posso sopportare di essere attaccato ancora… Sono così stufo…” e mi lascio scappare una lacrima alla quale nemmeno io so attribuire una causa.
“Frankie, hey!” si siede sul letto, aiutandomi a fare lo stesso a mia volta “Non ci prenderà in giro un cazzo di nessuno, non ne hanno motivo! Saremo solo il signor Iero, uno studente neo laureato, e il professor Way, basta! Non potranno dirci nulla.”
“M-Ma se invece qualche studente ci farà il verso quando, a fine discussione, dovrò alzarmi per dar la mano a tutti e-e anche a te?”
“Le hai pensate proprio tutte amore…” Mi sorride dolcemente, per poi prendermi il viso tra le mani e far incollare i nostri sguardi.
“Sai che devi fare se temi questo?” scuoto la testa in segno di dissenso “Pensare che in quell’aula ci siamo solo noi due e nessun altro, anzi! Solo noi, Bob e gli altri tuoi amici dell’anno passato, basta. Ci siamo solo noi che facciamo il tifo per te e per quello che stai dicendo mentre esponi la tua tesi, d’accordo?”
Annuisco un pochino più tranquillo e lo abbraccio stretto.
“Grazie Gee… Scusa se non sono così maturo come te…”
“Oh no dolcezza, tu non hai idea di quanto poco maturo sia io!” Ride lui sciogliendo l’abbraccio e ammettendo il suo “piccolo segreto”.
“Ogni volta che sono tanto agitato da non riuscire nemmeno a concentrarmi o parlare durante un discorso, mi immagino che la persona davanti a me sia nuda, così almeno anche se farò una figura di merda sono certo che lui, essendo nudo, la farà più grossa di me!”
Scoppio a ridere di gusto dopo queste sue parole.
“Gee sei pazzo!”
“Ognuno ha i suoi metodi per sopravvivere.”
Improvvisamente mi rendo conto di quanto stupido sia dare tanta importanza alla gente in casi come questi e di quanto piccola e insignificante sia la laurea paragonata alla vita.
Andrà tutto bene, sono pronto.
 
*****
Ma ancora una volta, ho preso sottogamba la situazione.
“Bene, signor Iero, ci parli del suo lavoro.”
Stamattina sembravo una mosca impazzita, tutto preso a correre per casa alla ricerca di sa solo il cielo cosa, tanto che una o due volte sono pure andato addosso a Gee facendolo quasi cadere a terra.
“Frank! Devi calmarti amore.”
Ma nulla avrebbe potuto tranquillizzarmi.
“Iero…? È con noi?”
Sto mandando tutto a quel paese, ne sono consapevole, così che provo a pensare a quello che mi ha detto Gee ieri sera e tiro un bel respiro.
“S-Sì, mi scusi… sono solo un po’ agita-”
“L’abbiamo già vista questa scena Iero! Ora ti alzerai e gli ficcherai la lingua in bocca!”
Il mio piccolo castello di calma appena creato crolla dopo questo intervento fatto da uno studente laureatosi appena prima di me.
L’avevo detto a Gee che sarebbe successo…
“Hey brutto ignorante! È al mio amico che stai parlando!” Sento la voce di Bob nel pubblico, ma è tutto inutile, si è avverata la mia paura e sono bloccato.
“Mi scusi lei!” vedo alzarsi Gerard in piedi ed indicare il ragazzo che ci ha attaccati “Si da il caso che sta parlando di un suo professore e per di più in sua presenza, quindi le chiederei di pensare bene a quello che dice prima che le stracci quel piccolo cartoncino con scritto laurea sopra e la cacci fuori dall’aula.”
“Oh, la prego, sono così spavent-“
“Il professore ha ragione, esca pure dalla porta se non le dispiace.”
Quando sento il rettore prendere per una volta le difese di me e Gee per poco non scoppio a piangere di gioia.
“Bene, ora se nessuno ha più nulla da dire a riguardo di questa vecchia storia, gradirei un po’ di silenzio e rispetto per il vostro collega.”
Sempre più sorpreso dal comportamento del rettore, ho giusto il tempo di girarmi verso Gee e vederlo farmi l’occhiolino, prima di cominciare ad esporre la mia tesi con una spigliatezza tale da non riconoscermi nemmeno.
Siamo solo io, Gee, Bob e i miei amici, nessun altro a parte noi.
“Bene Iero, ammetto che mi ha sorpreso, sono davvero affascinato sia dalla sua esposizione che dall’argomento scelto, molto complesso o originale, ottimo lavoro.”
Sorrido appena sentiti i complimenti e ripenso a quando Gee, un giorno di qualche mese fa, mi aveva proposto quell’argomento che il rettore ha tanto gradito.
“L-La ringrazio signor preside…” Dico con un filo di voce, per poi alzarmi in piedi, prendere il mio attestato e cominciare stringere le mani ai membri della commissione.
Quando è il turno dell’ultimo professore, ovvero Gee, la stretta di mano cambia, poiché oltre alla classica stretta mi arriva anche un piccolo baciamano non previsto da regolamento, ma oramai sono laureato e posso fare quello che voglio.
Ed è qui che quindi mi sblocco.
“Sai un cosa Gee?”
Mi fissa con sguardo terrorizzato, come a volermi uccidere se dovessi aggiungere ancora una parola, ma oramai ho preso la mia scelta.
“Credo che un po’ di spettacolo il nostro pubblico chiacchierone possa averlo in fin dei conti.”
“Frank… ma che stai dicendo?” Dice sotto i baffi, facendo un sorriso tirato a tutta la commissione, per poi incollare il suo sguardo severo al mio.
“Prendi l’attestato, aspetta che finisca con le discussioni e poi andiamo a casa, intesi…?” fa il giro del tavolo e viene dalla mia parte, per poi prendermi sotto braccio ed esortarmi ad uscire.
“Mi dispiace Gee, ma non lo farò.”
E detto questo, mi inginocchio davanti a lui.
Sento un “oooh” generale levarsi dall’aula, e un sorriso mi nasce sulle labbra.
“La nostra storia è cominciata… male, siamo stati criticati, sgridati e trattati come merda soltanto perchè ci siamo innamorati e onestamente la trovo una cosa inaccettabile e cretina!”
Prendo la sua mano tremante nella mia e ci poso sopra un piccolo bacio.
“La gente parlerà sempre Gee, sai bene quanto terrorizzato fossi della laurea, delle critiche, degli insulti che temevo avremmo ricevuto, ma non posso cambiare gli altri, posso però cambiare io, puoi cambiare tu e capire che la nostra unica colpa è stata quella di non esserci fatti valere quando tempo fa ci hanno cacciati via da qui come fossimo criminali solo per un bacio!”
Sorrido intenerito guardando i suoi occhi lucidi e sentendo la sua mano tremare nella mia.
“Non dobbiamo dimostrare niente a nessuno amore, lo so, ma sono stufo di tutte le voci che girano sul nostro conto e voglio far capire che non sono solo un ragazzino idiota, ma che sono un uomo, un uomo più giovane di te, certo, ma che ti ama con tutto se stesso e vuole vivere con te, per sempre, tutta la vita.”
Gli bacio la mano un’altra volta e tiro fuori la scatolina con l’anello dalla tasca.
“So che è da tempo che vuoi sposarmi, quella volta in doccia non ho capito un cazzo, ci sono arrivato dopo che quella era una proposta di matrimonio e ti chiedo scusa, ti chiedo scusa perché sono così stupido a volte, ma ho rimediato andando a comprarti l’anello il giorno immediatamente dopo…” apro la scatola “… aspettando il momento giusto per farti la proposta e quale luogo migliore se non qui, dove è cominciato tutto?” Vedo i suoi occhi velarsi di lacrime, per poi cominciare a piangere piano e sorridere allo stesso tempo.
“E quale momento migliore se non durante la tua laurea, non è così?”
“Sai che non me ne frega abbastanza nulla dello studio e che questa laurea è andata bene solo perchè tu mi hai fatto ripetizioni.”
Sorridiamo insieme.
“Quindi…” prendo l’anello in mano “Gerard, vuoi tu prendere me, un tuo stupido ex studente che hai conosciuto grazie ad una scommessa, come tuo marito, ora e per sempre…?”
Scoppia a ridere, continuando a piangere piano.
“Sono mesi che voglio sposarti Frank e, anche se odio le manifestazioni pubbliche come questa proposta, quale ti aspetti sarà mai la mia risposta?”
Prendo la sua mano e gli infilo l’anello al dito, per poi alzarmi da terra e saltargli letteralmente in braccio.
“Ah dimenticavo! Nessuno di voi criticoni ipocriti sarà il benvenuto al nostro matrimonio!” E lo bacio.
Qualcuno applaude, qualcuno esce dall’aula, qualcuno ci guarda con sguardo attonito e qualcuno si viene a congratulare con noi, ma non me ne porrebbe importare di meno dei loro pareri.
“Sei un idiota Frank…” mi bacia ancora “…e io ti amo.”
La gente parlerà sempre, tanto vale dar loro qualcosa di nuovo su cui spettegolare, sennò sai che noia sarebbe la vita?
  
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