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Autore: LorasWeasley    18/04/2020    1 recensioni
AU [FrUK | Accenni Spamano|Gerita|Ameripan|PruCan]
"–Esattamente, cosa stai facendo Arthur?
L’inglese sussultò e si girò verso di loro, torturò ancora di più il biglietto che stringeva tra le mani e balbettò qualche parola incomprensibile.
Alfred lo scrutò e capì tutto, lasciò la mano del suo ragazzo per strappargli il bigliettino dalle mani, poi esclamò con la sua voce squillante –Ancora non l’hai baciato quel francese?"
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ciao!
Ammetto che questa storia la scrissi un pò di tempo fa, oggi era il momento di essere pubblicata.
L'idea è ispirata a un film Netflix che si chiama appunto "Kissing Booth", la storia d'amore e la trama ovviamente sono diverse, ma l'idea dello stand di beneficenza della vendita dei baci è presa da li.
Buona lettura, alla prossima settimana con una nuova storia!
Deh
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Kissing Booth


Romano sbuffò esasperato, la testa inclinata all’indietro, i piedi sul banco e la sedia che si dondolava.
Era ormai pomeriggio inoltrato, erano rimasti solo lui e suo fratello in quella stanza e ancora non avevano trovato un’idea decente per lo stand di beneficienza.
-Sei sicuro che la CatRoom non vada bene?- chiese per la ventesima volta Feliciano, speranzoso come quando l’aveva proposta per la prima volta ormai diverse ore prima.
Romano si portò una mano a massaggiarsi la testa –No, Feli. Nessuno pagherebbe per accarezzare dei gatti.
-Ve…
-Un gatto lo puoi accarezzare ovunque, bisogna dargli qualcosa che non possono avere così facilmente.
Fu in quel momento che li raggiunse Ludwig, il ragazzo si era proposto poco prima di andare alla macchinetta per prendere due caffè.
Porse un bicchiere a Romano che lo accettò senza neanche ringraziarlo, poi si avvicinò a Feliciano, gli mise il bicchiere tra le mani e gli lasciò un bacio in fronte.
-Siete riusciti a trovare qualcosa?- domandò poi mentre Feliciano gli sorrideva dolce per ringraziarlo.
Romano per poco non cadde dalla sedia quando l’idea gli si presentò perfetta e lineare nella sua mente, era così semplice che si diede dello stupido a non averci pensato prima.
Si alzò di scattò sbattendo il bicchiere sul tavolo facendo volare più qualche goccia fuori.
-Vi siete baciati!- indicò entrambi con un dito.
Ludwig sbatté più volte le palpebre confuso, Feliciano sospirò –Pensavo avessi superato tutto questo fratellone.
-No, non capite! Come abbiamo fatto a non pensarci prima!? I BACI! DOVREMMO VENDERE I BACI!
Feliciano si illuminò –È un’idea geniale, verrebbero in tantissimi, il nostro stand sarà il più amato.
Ludwig si schiarì la voce –Solo io vedo un intoppo in tutto questo?
-Non fare il guastafeste mangia patate! Saranno semplici baci a stampo, senza lingua. Nessuno prenderà malattie.
Il tedesco sospirò –Non parlavo di questo. Ma chi sarà a baciare chi compra i biglietti? Col cavolo che Feliciano farà una cosa del genere e penso che Antonio la pensi come me.
Romano fece un sorrisetto –Oh bè, si dia il caso che il mio ragazzo sia il migliore amico di Francis e Gilbert. Quei due scarti umani sono così popolari con le ragazze che ci faranno fare soldi a palate. Invece Feli, vedi se riesci a convincere Elizabeta a partecipare, siete molto amici, no?
-La convincerò- annuì serio il fratello.
Ludwig intervenne –Per Francis non ho nulla da ridire, quel ragazzo si farebbe anche i muri. Ma non sono sicuro per mio fratello.
Romano ampliò il suo sorriso –Tuo fratello accetterà. Perché ho qualcosa che potrebbe interessargli.
-Ovvero?- Ludwig era confuso, perché non sapeva che il proprio fratello era mai stato davvero interessato a qualcosa in tutta la sua vita.
-Il numero di Matthew.
 
Arthur fissava lo stand dei baci accucciato da dietro un muretto basso.
Teneva il biglietto tra le mani stringendolo così tanto che si era stropicciato tutto.
Sudava, il cuore gli batteva a mille, ma non aveva il coraggio di alzarsi e andare.
Era stato uno dei primi a comprare il biglietto da un sorridente Feliciano.
Dopo aver pagato si era avvicinato verso le file che si erano create, quella per baciare una ragazza e quella per baciare un ragazzo.
Da un lato stava Laura, era sempre stata una ragazza così esaltata per tutto che nonostante fosse bendata era praticamente lei a tirarsi contro i ragazzi che avevano pagato i biglietti per baciarli.
Dall’altro c’era Francis, Arthur aveva praticamente comprato il biglietto solo per lui.
Arrossì all’inverosimile quando lo vide baciare una ragazza e si sentì lo stomaco sottosopra.
Poi guardò la fila, erano solo ragazze.
Come poteva mettersi in mezzo a loro e credere che nessuno avrebbe detto nulla?
Che agli occhi degli altri sarebbe sembrata una cosa normale?
E come poteva sapere che a Francis non avrebbe fatto schifo? Certo, tutti sapevano del suo essere bisex, ma Arthur era abbastanza certo che l’altro lo odiasse.
Quando sentì le lacrime pungere agli angoli dei suoi occhi corse via nascondendosi dietro quel muretto basso e rimase li fino alla fine.
Fu così che lo ritrovarono Alfred e Kiku, era andato al festival insieme ai suoi due amici, si erano divisi quando la coppia aveva deciso di passare un po' di tempo da soli.
Fu Kiku a farlo saltare in aria con la sua voce bassa e pacata, spuntando alla sua schiena domandò –Esattamente, cosa stai facendo Arthur?
L’inglese sussultò e si girò verso di loro, torturò ancora di più il biglietto che stringeva tra le mani e balbettò qualche parola incomprensibile.
Alfred lo scrutò e capì tutto, lasciò la mano del suo ragazzo per strappargli il bigliettino dalle mani, poi esclamò con la sua voce squillante –Ancora non l’hai baciato quel francese?
Arthur divenne ancora più rosso e si alzò di scatto per tappargli la bocca con entrambe le mani, gli occhi spalancati mentre borbottava –Stai zitto… Io… Lui… Non è stata un’idea geniale comprare quel biglietto. Anzi, ora lo butto e ce ne andiamo via…
Alfred mise il pezzo di carta fuori dalla sua portata e Kiku sospirò scuotendo la testa.
L’americano afferrò poi Arthur per le spalle e lo condusse verso lo stand, nonostante ormai fosse chiuso ed erano rimasti solo Romano e Feliciano a contare i soldi che avevano fatto, sotto la supervisione di Ludwig li accanto.
-Ehy!- li chiamò a gran voce avviandosi verso di loro, Arthur cercava di scappare, ma la forza dell’altro era troppa, inoltre si era messo anche Kiku a spingerlo verso di loro.
-Vogliamo riscuotere il bacio che abbiamo comprato- annunciò infine una volta arrivati davanti a loro sbattendo sul tavolo il biglietto.
Romano fece una smorfia schifata vedendo com’era stato rovinato il biglietto che con tanta cura avevano stampato.
Feliciano invece si morse un labbro mortificato –Mi dispiace, ma sia Laura che Elizabeta se ne sono già andate quando hanno visto che non stava più nessuno in giro.
Alla scena si aggiunsero anche Antonio e Gilbert, i due stavano parlando tra di loro ed erano appena arrivati scostando la tenda dello stand dal retro dove avevano tutte le cose sistemate che potevano servire.
Con quel movimento Alfred intravide Francis vicino a una borsa, accucciato a terra che afferrava una bottiglietta d’acqua e ne beveva dei sorsi.
Sorrise vittorioso.
-Oh bè, direi che è un bene, visto che il francese che Arthur voleva tanto baciare è ancora li dietro, no?
Si zittirono tutti quanti fissando Arthur con occhi sbarrati.
L’inglese capì che era impossibile imbarazzarsi più di così ed era praticamente arrivato alla rassegnazione.
La mano di Kiku sulla sua schiena gli impediva di scappare o accasciarsi fingendosi morto.
Fu Feliciano il primo a riprendersi, fece un sorriso enorme e afferrando il pezzo di stoffa con cui li avevano bendati prima urlò il nome di Francis correndo dietro la tenda.
Arrivò alle spalle del francese e gli strinse il tessuto sugli occhi annodandoglielo dietro la testa.
-Feliciano, che stai facendo?- domandò confuso il biondo alzando una mano come riflesso involontario, l’italiano gliela schiaffeggiò impedendogli di togliersi la benda.
-C’è un’altra persona che ha pagato il biglietto e vuole baciare te, non possiamo deluderla, no?
Il francese sospirò, ma si alzò e si fece guidare fuori –Va bene, come vuoi.
Quando Feliciano lo lasciò lui aprì le braccia e sorrise ammiccante, quel sorriso che usava spesso –Su vieni, non essere timida.
Arthur si imbarazzò ancora di più quando si rese conto che l’altro stava aspettando una ragazza, non lui.
Rimase bloccato al suo posto e dovette intervenire Alfred spingendolo con così poca delicatezza che quasi cadde di faccia a terra.
Prese un respiro profondo e percorse gli ultimi centimetri da solo, alla fine ormai tutti avevano visto che voleva baciarlo, tanto valeva prendersi quello che tanto voleva, no?
Francis sentì la presenza di quella nuova persona vicina, allungò le mani e gli toccò le spalle.
Si rese conto che era abbastanza alta e che aveva delle spalle molto larghe per essere una ragazza.
Spostò le mani e sfiorargli il collo e poi dietro la testa sfiorandogli i capelli corti.
Un dubbio iniziò a impossessarsi della sua mente, socchiuse le labbra pronto a parlare.
Arthur lo vide, entrò nel panico, pensava che l’altro stesse per cacciarlo via, quindi agì distinto spingendosi in avanti e poggiando le labbra sulle sue.
Fu un semplice bacio a stampo che durò qualche secondo.
Quando si staccarono, i fiati che si mescolavano e le labbra che si sfioravano Francis chiese subito –Arthur?- poi si tolse la benda.
E lo vide davvero li, di fronte a sé, le guancie rosse e gli occhi lucidi.
Il sorriso che gli spuntò sul viso fu così dolce e spontaneo che Arthur capì di essersi appena innamorato.
-È da una sera che speravo lo facessi.
E dopo quel sussurro Francis gli immerse le mani tra i capelli e lo attirò di nuovo a sé in un bacio che di casto aveva ben poco.
Un bacio che entrambi aspettavano da così tanto tempo che tutti gli altri che Francis aveva dato nel corso della serata impallidivano a confronto.
Erano così persi nel loro mondo che neanche sentirono Gilbert fischiare e urlare –Prendetevi una stanza!
Gli altri risero.
Alfred mise un braccio intorno alle spalle del suo ragazzo e salutò gli altri semplicemente dicendo –Bene, il nostro lavoro qui è finito, ci si vede.
Stavano per andare via, quando Romano lo richiamò.
Urlò il suo nome, poi si nascose dietro il corpo del suo ragazzo.
Antonio lo fissò confuso non capendo perché dovesse aver paura di Alfred, ma lo abbracciò comunque per farlo sentire protetto.
-Si?- Alfred e Kiku lo fissarono curiosi.
Romano sporse la testa oltre la schiena dell’altro e continuò –Lo sai che Gilbert ha accettato di fare questa cosa perché vuole il numero di tuo fratello?
Gilbert rimase in silenzio per i primi secondi, non si aspettava per niente un risvolto del genere, sbarrò gli occhi e fissò malissimo l’italiano quando realizzò quelle parole –Ma sei stronzo! Perché gliel’hai detto!?
Antonio capì di dover proteggere il suo ragazzo dal proprio migliore amico, se lo strinse più contro, ma tanto ormai Gilbert era più preoccupato di Alfred che nel vendicarsi su Romano.
Alfred infatti aveva ridotto i suoi occhi a due fessure e gli aveva puntato un indice contro –Sei un pervertito! STAI LONTANO DAL MIO FRATELLINO!
Gilbert scappò e Alfred lo rincorse continuando a urlare contro di lui.
Kiku sospirò afflitto, si scusò con gli altri inchinandosi e corse dietro loro cercando di fermare il suo ragazzo.
Antonio si girò verso Romano, una smorfia in volto –Perché l’hai fatto?
Romano alzò le spalle –Non avevo davvero il numero di Matthew, cerco una soluzione da una serata, non potevo sprecare l’occasione.
Feliciano si intromise –Io ce l’avevo il numero di Matthew…
-Oh- Romano alzò di nuovo le spalle, per nulla pentito –Bè, in ogni caso appena avrebbe iniziato a uscire con lui si sarebbe comunque ritrovato in una situazione del genere con il fratello, ho solo anticipato le cose.
-Non ha tutti i torti- gli diede man forte per una volta Ludwig.
Romano sorrise soddisfatto e Antonio non riuscì più a trattenersi scoppiando a ridere.
Lo abbracciò baciandolo sulla bocca –Il mio piccolo mafioso- sussurrò in modo che potesse sentire solo lui.
-Che è successo?- chiese a quel punto Francis tornando ad avvicinarsi a loro tenendo per mano Arthur.
-Ah siete riusciti a staccarvi?- domandò Romano ironico facendo imbarazzare nuovamente l’inglese.
Antonio invece rispose tranquillo –Molto probabilmente andremo a trovare Gilbert in ospedale nei prossimi giorni.
Francis annuì come se fosse una cosa normalissima, poi cambiò argomento rivolgendosi a Feliciano –Potresti tornarmi i soldi del suo biglietto?
Tutti lo fissarono confuso a quella domanda, compreso Arthur.
-Perché?- chiese poi Ludwig.
Il francese rispose come se fosse una cosa scontata –È ovvio, non possiamo dire ai nostri figli che il nostro primo bacio l’ha dovuto pagare, dove starebbe se no il romanticismo?
Arthur urlò isterico –DA QUANDO PARLIAMO DI FIGLI!?
Romano gli lanciò un’occhiataccia –Non che in tutta questa situazione ci sia qualcosa di romantico, eh. E comunque scordatelo, non avrai indietro neanche un centesimo. Anzi, dovresti ringraziarci che ti abbiamo trovato un ragazzo.
Francis ignorò l’urlo dell’inglese e ci pensò su –Mhmm… Va bene, mi inventerò una storia più bella allora, una di quelle da film- si girò a fissare Arthur che aveva la faccia sempre più incredula –Quindi possiamo anche andare a scopare in macchina.
Non gli diede tempo di rispondere che lo afferrò e se lo mise in spalla come un sacco di patate.
Arthur urlò e lo sentirono lamentarsi mentre si allontanavano.
-AAAAH, CHE CAZZO FAI FRANCIS!? SEI COSÌ IMBARAZZANTE CHE… AAAAAH! NON TOCCARMI IL CULO!
Gli altri risero, Antonio si schiaffeggiò la mano in fronte.
I due italiani si fissarono con dei sorrisi soddisfatti.
-È andata bene.
Feliciano annuì abbracciandolo –Ve fratellone, siamo stati davvero bravi!

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