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Autore: MelaniaTs    19/04/2020    0 recensioni
*ATTENZIONE SPOILER TERZA SERIE FINO A MIRACLES QUEEN*
"Notizia straordinaria.
Un antico tempio di monaci è riapparso tra i Monti tibetani.
Lo stesso simbolo che viene mostrato sui tempi è stato scoperto anche in una statua antica al museo del Louvre. Di cosa si tratterà?"
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Attenzione: forse nel capito ci sono termini troppo crisi e non adatti ad un pubblico minorenne.

Marinette osservava i due biglietti che le erano rimasti per il concerto di fine anno di Jagged Stone. Mancavano poche ore all'inizio e lei era ancora indecisa sul chi scegliere, come confermato da Chloé quando era andata a consegnarle la maglia, la Bourgeois aveva invitato Marcel che aveva anche accettato. 

Lei e Adrien avevano pensato insieme a chi consegnare i due biglietti restanti, il primo nome venuto in mente alla corvina era stato quello di Luka essendo lui un grande fan di Jagged. Ma non aveva osato dirlo ad Adrien non sapendo come il suo ragazzo avrebbe potuto prenderla.

"Se lo consegno a Juleka vorrà portare Rose, ma poi lo scoprirebbe Luka e potrebbe pensare male che non ho dato il biglietto a lui." Disse Marinette elaborando sempre altri scenari. "Se ne do uno ad Alix forse non ci sarebbero problemi, ma poi mi resta il dubbio dell'ultimo biglietto se invece li consegnassi a coppia, Yvan e Mylène? A lei però non piace Jagged. Max o Kim? Non conosco i loro gusti musicali, oppure potrei darlo a Nathaniel che potrebbe chiedere a Marc di accompagnarlo e allora io non so a chi scegliere. E se dandoli a due offenderei tutti gli altri... non so cosa fareeee!" Terminò mettendosi le mani in viso disperata. 

Adrien aveva sorriso e se l'era stretta tra le braccia dandole un bacio sul collo divertito. "Marinette ti stai facendo troppi problemi. Se temi di offendere i nostri amici scegliendone solo due di loro, non puoi dare a nessuno i biglietti." Le disse lui continuando a baciarle il collo. 

Marinette sorrise tremando mentre un brivido le scorreva lungo la schiena. "Mi distrai così Adrien." 

"E io che volevo farti rilassare o meglio farti concentrare su di me." Le sussurrò lui carezzandole il viso e avvicinandolo al suo. "Potresti dare i biglietti ai tuoi cugini." Le disse baciandola.

Marinette si lasciò andare a quell'attimo di intimità ricambiando il suo bacio. Adrien la spinse lungo la choise lounge invadendo le sue labbra e cercando la sua lingua. Marinette come sempre ricambiava ogni suo gesto facendosi ogni volta ella stessa sempre più audace, lei stessa attirò il ragazzo contro di se, incrociò le mani al suo collo torturando i suoi capelli mentre le loro lingue danzavano in un bacio erotico.

Le mani di Adrien la risvegliavano ovunque  la toccassero e come sempre da un bacio casto si arrivava a desiderare sempre di più. Solo quando giungevano al limite i due rinsavivano allontanandosi l'uno dall'altro. Adrien era infatti sicuro che se fosse andato oltre la stima che Tom Agreste aveva verso di lui sarebbe scesa miseramente e in quella casa non avrebbe più potuto mettere piede. Così anche quella volta nel momento stesso in cui le sue mani giunsero sul suo ventre il ragazzo si fermò e  lentamente si staccò dalle sue labbra e dal suo corpo.    

La ragazza lo osservò mugugnando e carezzandogli i capelli con fare sognante poi sospirò. "Cosa dicevi?" 

Adrien sorrise e le diede un bacio a stampo. "Ho detto Hui e Yen!" 

"Mmm..." disse lei incastrando una ciocca bionda tra le sue dita, i suoi capelli erano soffici  al fatto. "Lavorano la sera di capodanno." 

"Marinette  la scelta allora sono Luka e Kagami, loro non frequentano la nostra classe. Così nessuno ne ha a male." Le disse il ragazzo sollevandosi dal suo corpo. 

Lei fece una smorfia, non tanto per la sua proposta quanto per il suo allontanamento. 

"Io chiamo Kagami e tu Luka?" Propose abbracciandosi alle ginocchia.

Lui si alzò dalla choise lounge e la guardò. "Credo debba chiamarli tutti e due tu, i biglietti sono tuoi e io ho da chiedere una tarte tatin a tuo padre." Disse alzandosi per darle un altro bacio. "Mi raggiungi in pasticceria prima che il gorilla arrivi a prendermi?" Le chiese 

Lei annuì e andò a prendere il telefono. "Come sta tua madre, ha iniziato ad uscire dopo la conferenza stampa?" Chiese al biondo.

"Non ancora, sopratutto perché i giornalisti ancora insediano la Villa, ma non vede l'ora che tutto si calmi così che possa conoscerti." Le rispose lui. 

"Vedrai che andrà tutto bene, anche io non vedo l'ora di conoscerla." Disse la corvina anticipandolo ed uscendo dalla stanza.

Adrien la seguì senza parlare, piuttosto attento nel caso dovesse prenderla al volo visto che nello scendere stava mandando un messaggio. 

"Oggi vedremo se le piace la tarte tatin che fanno i tuoi genitori." Disse alla fidanzata una volta fuori la porta interna della pasticceria.

"Sicuramente sì i miei genitori fanno i dolci più buoni di Parigi." Disse lei mentre il cellulare notificava un messaggio, era la risposta di Luka. 

"Luka viene al concerto e ti ringrazia per aver pensato a lui." Annunciò al fidanzato.

"Al limite chiedo a papà di parlare con madame Tsurugi per convincerla a mandare anche Kagami." Disse lui una volta nel locale.

"Ciao Adrien." Lo salutò Sabine appena lo vide.

"Buon pomeriggio Sabine, buon pomeriggio Tom." Salutò il ragazzo con un sorriso.

Vederli così allegri e innamorati sempre era una gioia per il cuore. Doveva ammettere il giovane modello che fino alla settimana appena trascorsa per lui, la coppia Dupain Cheng era stata un esempio da seguire. Gli piacevano, gli erano sempre piaciuti, erano uniti e sostenevano la loro figlia in tutte le sue scelte. A differenza loro suo padre si era sempre mostrato restio a fargli spiegare le ali verso la libertà, questo fino a quando non c'era stata la resa dei conti. Comprendere che lui era Chat Noir e che sapesse difendersi e affrontare la vita, forse in modo migliore rispetto a se stesso, aveva fatto aprire gli occhi a Gabriel. Gli aveva fatto comprendere che per poter crescere bisognava dargli un minimo di libertà e soprattutto fidarsi di lui. 

Dopo il ritorno di Emilie le cose erano andate in meglio, Adrien aveva ritrovato la sua famiglia, la sua affettuosa madre che cercava di far comprendere al padre i suoi errori. Ancora era impacciato con lei Adrien, ma era comprensibile erano solo tre giorni che Emilie era ritornata e tutto era nuovo  a Villa Agreste, per lui, per suo padre e sua madre e per la povera Nathalie. Adrien comprendeva benissimo I sentimenti di lei nei confronti di suo padre e si rammaricava per lei di quella situazione. Ma non sapeva come risolverla, sinceramente già aveva abbastanza problemi per essere un ragazzo di quasi quindici anni e non poteva mettersene altri sulle spalle, soprattutto problemi da adulti. 

Venne distolto dai suoi pensieri da una splendida tarte tatin decorata con meringhe sul bordo e spolverata di cannella e zucchero a velo. 

"Ecco a te la mia magnifica Tarte tantin appassionata Adrien. Spero che a tua madre piaccia molto di più della classica." Gli disse Tom 

Adrien la osservò con lussuria, quella torta era magnifica ed era sicuro che sarebbe piaciuta a sua madre proprio come a lui già solo dal senso della vista. 

"È stupenda, credo che abbia saputo rivisitarla molto bene." Disse il ragazzo.

"Soprattutto perché ho un paio di ingredienti segreti sia nella sfoglia che nella meringa. Ne ho preparate per una mia cliente abituale e visto che ne ho fatte un po' le ho messe anche in vendita." Disse orgoglioso il pasticciere.

"E sono sicuro che queste sono meglio." Affermò il biondo. "Quanto le devo?" 

"Oh Adrien per favore, non puoi chiedermelo." Il ragazzo fece una smorfia. "Signor Dupain Cheng se non prende i soldi sarò costretto ad andare in un'altra Boulangerie. Tipo quella di fiducia di mia madre!" Gli disse.

Tom guardò il ragazzo sbigottito mentre la risata di Sabine si sollevava per aria. "Questo ragazzo sa il fatto suo." Disse emettendo una ricevuta e passandola al ragazzo di sua figlia. "Questo è quanto Adrien." 

Il ragazzo sorrise alla madre di Marinette e lesse l'importo restando comunque basito. Sabine continuando a guardarlo annuì comprensiva. "È un buon compromesso lasciarti pagare ma a prezzo di costo. Non trovi?" 

Lui sospirò e pagando il dolce decise di non prendere anche i biscotti al burro per Gurru. 

"Io e Sabine vorremmo chiederti se ti farebbe piacere pranzare con noi il primo dell'anno, oppure alla vigilia." Disse poi Tom al giovane Agreste. 

Il biondo ne fu sorpreso e colpito, guardò la ragazza e sorrise. "Devo chiedere a mio padre, non so se mi darà il permesso e... mi farebbe tanto piacere comunque." Affermò arrossendo. 

I Dupain Cheng sorrisero al ragazzo abbracciandosi.

"Tranquillo Adrien, comprendiamo. Sarebbe comunque la prima festività con tua madre, se non riesci ad esserci ci farebbe comunque piacere vederti più tardi anche per gli auguri." 

Il ragazzo sorrise e prendendo la mano a Marinette disse che non si sarebbe mai perso un'occasione del genere per stare insieme. Intanto la porta si aprì lasciando entrare la sua guardia del corpo, con molte probabilità era tanto che aspettava fuori. "Devo andare, Marinette ci sentiamo a telefono." Le disse dandole un bacio sulla guancia e strizzandole poi l'occhio. 

Marinette gli sorrise e lo seguì alla porta e quando tornò con un sorriso beota andò ad abbracciare i genitori. 

"Vi voglio bene lo sapete." Disse loro 

Tom strinse le sue donne tra le sue braccia dando una stretta energica a entrambe. "Anche voi siete la mia vita." Disse 

Adrien arrivò a casa di lì a breve, una volta dentro fu accolto da Marcel che sembrava scocciato. "Non si fa coppia nei concerti vero?" Chiese al cugino e amico.

"No, non penso. Siamo tutti insieme come un gruppo di amici che si diverte e tu dovresti divertirti, Chloé non è come sembra lei ha anche..." Adrien cercò di trovare le parole giuste, ma non le trovò. "Ha tanto, tanto dentro." 

Marcel lo guardò sollevando un sopracciglio. "Molto dentro, tanto in fondo sembra." Lo indirizzò lui. 

Adrien sorrise scuotendo la testa. "Cerca di capirla, mentre tu venivi portato in giro ovunque andassero i tuoi, lei veniva lasciata a casa da sua madre mentre il padre si dedicava alla politica." Spiegò il cugino.

Marcel sospirò. "Questo non l'autorizza a disprezzare cani e porci e modi di fare altrui. Cos'hai lì?" Chiese puntando la scatola che il biondo si portava dietro. 

"Ho preso un dolce alla mamma." Disse lui. 

"Avevo avvertito uno splendido profumo ma non pensavo fosse per me." Si annunciò Emilie scendendo all'entrata seguita dal marito.

Il modello osservò ammaliato e incantato sua madre mentre ella apriva la scatola restandone immensamente colpita. 

"Ma questa tarte tatin assomiglia a quella che faceva Tomás." Disse guardando il marito. "Non è uguale Gabriel?" 

L'uomo annuì. "Devo ammettere che adesso riconosco il nostro dolce abituale." 

Adrien seguì stupito la scena. "Andavi dai Dupain Cheng mamma?" Chiese il giovane.

Emilie sorrise al figlio prendendo una meringa dalla torta, si sentiva l'aroma dello zenzero nell'aria. "No tesoro, io mando Armand solo da Tom e Sabine." 

Adrien restò muto come anche Marcel e lo stesso Gabriel, sua madre era cliente dei genitori di Marinette da prima che lui diventasse Chat Noir e che accadessero tutti gli eventi che li avevano portato a quel presente, era incredibile. 

"Abbiamo anche il dolce per cena." Ammise Emilie tranquilla.

Al che Adrien si concentrò sul padre, era più forte di lui, forse l'abitudine oppure ancora non accettava il ritorno di sua madre. Non lo sapeva, comprendeva solo che le sue richieste per il momento doveva farle solo a suo padre, lui conosceva i suoi amici, Marinette e anche i Dupain Cheng. 

"Tom e Sabine mi hanno invitato a trascorrere del tempo con loro dopo domani, così da poter festeggiare il primo dell'anno insieme." Gli disse.

Gabriel lo guardò impassibile come sempre poi assentì con la testa. "Puoi andare, come dovresti portare i nostri saluti e auguri da parte nostra. Anzi lascia, li faremo direttamente a Marinette." 

"Marinette?" Chiese Emilie. "La bambina di Tom e Sabine?" La signora Agreste guardò prima il marito e poi il figlio. "Ma allora sei andato veramente da loro Adrien, mi ricordo di Marinette. Era una bambina deliziosa con le trecce, si diverte sempre a giocare alla Boulangerie."

"Eh... io... ecco..." Rispose Adrien rosso in viso. "Credo che andrò a prepararmi per la cena." Disse esclissansosi su per le scale.

Marcel rise divertito avvicinandosi alla zia. "Da quanto tempo manchi alla Boulangerie zia? Perché sai Marinette è nostra coetanea." Le disse 

Emilie arrossì per l'imbarazzo, ma certo doveva essere cresciuta anche lei. L'ultima volta che era stata alla Boulangerie la piccola aveva quasi dieci anni. "Si credo che sia passato molto tempo, sopratutto perché negli ultimi anni mandavo Armand a prendere i dolci." Affermò per poi sorridere. "Quindi siete amici di Marinette?"

"Emilie." Si intromise allora Gabriel, lei si voltò  per dargli tutta la sua attenzione. "Ti ricordi i nuovi modelli che ti ho fatto vedere?" 

"Certo, quelli della ragazza di Adrien." Disse lei con un sorriso malizioso, non poteva ancora credere che il suo bambino fosse cresciuto così tanto da avere una ragazza. Ma effettivamente quella era la realtà. 

"Ebbene la ragazza di Adrien è appunto Marinette, la giovane stilista che conosci già di nome." La avvertì.

Emilie sgranò gli occhi dalla sorpresa. Non sapeva cosa dire al marito, come già le era capitato qualche volta durante quei giorni. Ma aveva bisogno di ritrovare quella complicità che tanto li accomunava e che li rendevano una cosa sola.

"Dovrai dirmi tutto ciò che mi sono persa Gabriel, forse ritrovarci con i nostri amici potrebbe spronarti di più." Propose lei, l'incontro con Amelie era stato emozionante eppure freddo. Aveva scoperto della morta di Walter, ma nell'altro era trapelato dalla sorella e a parte di come Felix stava diventando un uomo, come andasse fiera di lui, come avesse i voti più alti della classe, nulla era emerso dal loro incontro. 

Emilie aveva bisogno di incontrare coloro che definiva i suoi amici e purtroppo Nicole e Pascal erano scomparsi, Audrey e André avevano saputo del suo ritorno di sicuro e anche Tomoe. Oh Tomoe, cosa aveva mai fatto a suo marito, come poteva rimediare all' errore più grande. L'avrebbe mai perdonata Tomoe? 

"Potremmo incontrare Tomoe Tsurugi, era amica tua può essere che le farebbe piacere incontrarci." Buttò lì la signora Agreste.

Il marito annuì. "Ti ricordo che ero amico di Mika e Leonard, e solo dopo il loro matrimonio abbiamo avuto contatti con i Tsurugi. Sta di fatto che sento spesso Tomoe quindi potremmo organizzare un incontro con lei se ti va." 

Emilie sorrise al marito. "Sono contenta che tu abbia mantenuto i contatti con lei." 

Gabriel annuì senza rispondere altro, preferiva non dire a sua moglie che il pensiero di Tomoe andava comunque sempre a suo marito Leonard. 

"Potremo uscire domani e accompagnare Adrien e Marcel al concerto." Propose 

"Gabriel! Ne abbiamo già parlato, lascia andare Adrien a questo concerto da solo con i suoi amici." Disse allora la donna.

"E lo farà, ma sarà più comodo arrivare in auto anziché in metro. In fondo dobbiamo pensare alla loro sicurezza, Nicole e Pascal confidano in me affinché non accada nulla a loro figlio." Intervenne Gabriel.

"Lo hai akumizzato!" Affermò la donna con dispetto. 

"Poi mi sono fatto perdonare." Disse lui sospirando. "Sai che dovevo provare di tutto per impadronirmi dei Miraculous." 

La donna si allontanò da lui e gli fece una linguaccia. "Meno male che alla fine sei rinsavito. Anche se dobbiamo trovare chi ti ha rubato Nooro e Duusu Gabriel." Disse tornando seria.

Lui si avvicinò alla moglie e le prese la mano. "Lo faremo, Chat Noir e Ladybug affermano che Pika Pika è molto più crudele di Papillon e che non si fa scrupoli a far del male alle persone." 

La donna fece un cenno con la testa e indicò la sala da pranzo al marito. "Vi va di raccontarmi tutto durante la cena?" 

Lui assentì. "Chiederemo ad Adrien di raccontarci di nuovo il suo viaggio a Londra appena ci raggiunge." 

La donna sorrise e si aggrappò al braccio del marito. "Perfetto." 

 

Kagami era sgattaiolata fuori di casa appena terminata la cena con sua madre. Aveva promesso a Marinette e Adrien che li avrebbe aiutati con Lila Rossi e non si rimangiava la parola data, così nei panni di Ryuko aveva iniziato a correre verso casa Rossi sui tetti parigini.

Quanto le era mancato Loong, gli era sempre piaciuto combattere al suo fianco, tutta la grinta che riservava nei suoi allenamenti, la incanalava anche nella percezione del Miracoulus. Giunta all'abitazione dell'italiana si appollaiò sul tetto più vicino e tenne fisso lo sguardo sulla finestra della sua camera.

"E tu cosa ci fai qui?" 

Sussultò sul posto Ryuko voltandosi verso quella voce. Riconobbe il ragazzo dalla tuta blu e argento subito, cosa ci faceva lì Luka? 

"Non mi aspettavo di vederti qui Draak." Lo salutò la ragazza. "Davo uno sguardo a Lila Rossi, una volta ha manipolato Adrien e quindi adesso che Ladybug mi ha restituito Loong io..." 

Lui le si avvicinò poi sorrise. "La prima parte è la verità, la seconda una mezza bugia e l'ultima è invece la verità. Però fidati sei negata per le bugie." 

Lei rise, non tutti erano bravi come Lila Rossi. "Una volta ha realmente manipolato Adrien, si è infilata a casa sua e lo ha anche baciato."

"Tipo di bacio?" La prese in giro lui.

"Innocente, però era per farti capire che..." 

"... si era presa troppa confidenza." Finì lui per lei. Kagami annuì con la testa e intanto lui continuò. "Non otterrai nulla da qui, è nella sala da pranzo con Felix Grahman de Vanilly."

"Come mai sei qui?" Chiese lei. "Cioè se sai già dov'è dovresti sorvegliarla da un'altra postazione." Ci tenne a precisare lei, non voleva impicciarsi degli affari suoi.

"Chat Noir e Ladybug mi hanno chiesto di aiutarli a controllare la ragazza non volendo mettere in pericolo l'ex portatore dello scorpione." Disse lui a quel punto, poi le regalò un sorriso ambiguo. "Non ero interessato alla loro conversazione." 

"Ma se mentre non ci sei si dicono qualcosa di importante? Ladybug vuole sapere se Lila ha dei complici." 

"Sei qui per questo?" Chiese lui. 

"Raiongāru e Shé Gūniáng le hanno restituito i Miraculous e io le ho sempre detto che l'avrei aiutata." Ammise allora lei. 

Lui annuì. "Per ora non si stanno dicendo nulla, restiamo qui." 

Kagami scosse la testa, quando ci si metteva Luka sapeva essere testardo. Lo prese per mano e lo guidò lungo il tetto fino a saltare sulla finestra che dava nella cucina dei Rossi, da lì la nipponica fece pressione con la spada ed entrò incitando il compagno a seguirla. 

"Ryuko no!" Disse ancora lui. 

Ma Kagami testarda scosse la testa ed entrò in stanza seguendo le voci.

"Così mi piaci perfida bambina." Diceva Felix.

"Sì, sono perfida e mi piace." Rispondeva l'italiana, Kagami ci aveva visto giusto, stavano avendo una conversazione. Con un gesto della mano incitò il compagno a seguirla, ma lui non si muoveva da lì. Allora la nipponica tornò sui suoi passi e afferrandogli la mano se lo trascinò dietro. 

"Stanno parlando." Gli disse.

"Nei sei sicura? A me non sembrava stessero parlando prima." Sussurrò lui seguendola arrendevole.

"Si, lui le ha ricordato che è cattiva." Affermò allora la ragazza drago.

Luka la seguì a malincuore, eppure quando li aveva visti meno di una decina di minuti prima sembrava fossero intenzionati ad altre cose, era passato sul bacio che Felix aveva dato a Lila Rossi appena ella aveva aperto la porta, aveva anche atteso che quel momento di saluti passasse. Ma quando aveva visto che lui insinuava la mano sotto la gonna di lei aveva capito l'antifona ed aveva deciso di eclissarsi. E invece adesso Kagami  gli stava confermando che i due stavano avendo una conversazione.

Che si fossero accorti di lui ed avevano voluto depistarlo? 

Una volta alla porta Kagami gli fece cenno di tacere e raggiungendola il ragazzo aprì uno spiraglio per sentire meglio, effettivamente parlavano.

"Sei falsa e senza scrupoli ogni volta che la tua perfidia prende il sopravvento mi diventa duro." 

Luka si ritrasse immediatamente, non aveva frainteso prima, proprio no. Kagami gli diede una gomitata, ma cosa gli prendeva? Inclinò di più il viso per guardare oltre lo spiraglio mentre Lila rispondeva al biondo.

"Oh lo sento, lo sento benissimo. E sai cosa, questo mi eccita, mi eccita come quando mostri il tuo vero viso, i capelli scomposti sono la natura perversa che riservi solo a me!" Diceva lui.

"E allora se lo senti apri queste dannate cosce, voglio sbatterti sul divano di tua madre, almeno per un'ora."  

Luka attirò a se Kagami nello stesso momento in cui la sentì sussultare, le tappò la bocca usando il potere dello spazio tempo e portandola via di lì. 

Ma perché non era rimasto sul tetto, maledizione. 

"Oh cielo! Oh cielo!" Disse Kagami allontanandosi da lui e sfiorandosi il volto in fiamme. "Loro stavano... stavano..."

"Ti avevo detto che non stavano parlando di nulla. Testarda e irruente." La riprese lui rimettendosi seduto sul tetto, si nascose dietro un comignolo e sciolse la trasformazione.

"Potevi dirmelo... cioè ma come si fa a fare queste cose. Hanno la nostra età o meno." Disse lei mentre lo osservava dare da mangiare al suo Kwami. 

Luka si voltò di scatto con cipiglio. "Ho insistito e sì a questa età si fanno queste cose." Le disse a questo punto. "La prossima volta ti pregherei di ascoltarmi... Viraago trasformami." 

"Sei arrabbiato con me! E poi da quando a quindici anni si fanno queste cose? Tu non le fai." Affermò lei accigliata. 

Lui scosse le spalle esasperato, veramente voleva parlare di quello? "Solo perché non lo faccio adesso non significa che non l'abbia fatto in passato. Ho quasi sedici anni ed ho avuto una ragazza in passato." Disse lui.

Lei si porto le ginocchia al petto e poi vi strinse le braccia attorno e ci poggiò il capo guardandolo. "Veronique." Fino ad allora l'aveva sentita nominare una sola volta, ma tanto le era bastato per avere impresso il suo nome nella mente. 

Luka puntò lo sguardo su casa Rossi poi sospirò. "Veronique sì! La conobbi un anno fa, durante il processo di continuazione al lycée, lei all'epoca era in seconda. Mi notò e decise che dovevo essere il suo ragazzo, quando una volta al liceo ho scoperto che per lei era figo avere un ragazzo più piccolo decisi di lasciarla."  Raccontò in breve. 

"Non la amavi quindi?" Chiese lei. 

Lui soppesò la risposta anche se alla fine decise di essere sincero, non gli piaceva omettere la verità bella o brutta che fosse. "No, non la amavo. Però sapeva farsi piacere, era intrigante e sapeva come prendersi ciò che voleva. Ti ripeto Kagami a quest'età è normale lasciarsi andare ai rapporti sessuali, per non è una scoperta continua. Il nostro corpo ci porta a conoscerci e imparare a capire le sensazioni." 

"Ma Lila e Felix... loro sono." Cosa erano, non lo sapeva neanche Kagami. "Perché, io sapevo che a Lila piace Adrien?"

"Erano insieme anche a Natale Kagami non ricordi? Forse Lila ha pensato che Felix fosse più alla mano di Adrien e per lei uno vale l'altro data la somiglianza. E ci sta se una persona si fossilizza solo sull'aspetto estetico in una coppia." Ipotizzò allora lui.

"Una coppia?" Chiese la nipponica. 

"Una coppia sì, due persone che stanno insieme, come abbiamo potuto vedere quei due stanno insieme come una coppia." Affermò allora lui. 

Kagami tacque, non sapeva cosa dire. In quei racconti Luka non parlava d'amore, non che lei fosse una romantica, anzi lei era pratica e pragmatica. Ma da qui a decidere a tavolino un rapporto fisico come quello che era sembrato lo spettacolo di poco prima, non ci arrivava. Ci voleva qualcosa di più per essere una coppia vera come Marinette e Adrien, sussultò.

"Secondo te anche Marinette e Adrien fanno?..." 

"No!" La stoppò Luka scuotendo la testa. "Veramente non puoi chiedermi una cosa del genere, ne so quanto te e sinceramente non sono fatti miei e non voglio saperlo."

Lui mise un leggero broncio, non voleva offenderlo, le era solo venuto spontaneo pensare anche a loro due. "Te lo chiedevo solo da..." soppesò l'aggettivo giusto, come potevano definirsi, ex cotte?

"Da cosa Ryuko?" Disse allora lui puntando gli occhi azzurri nei suoi castani. 

"Compagni di avventura!" Terminò allora lei. 

"Compagno d'avventura! Interessante questa ancora non l'avevo sentita." Affermò allora lui. 

"Come la definiresti? Abbiamo vissuto la stessa esperienza e ci siamo trovati allo stesso punto con le spalle al muro entrambi, ad affrontare le nostre scelte e..." 

"Basta ti prego!" Disse allora lui. 

"Tu ami Marinette...."

"A me piaceva Marinette, era una musica pura che rendeva limpide le mie giornate, ma era un sole che non splendeva su di me e l'ho compreso ed ho cercato di non scottarmi perché sapevo e vedevo. Per quanto le volessi bene non sono rimasto ferito profondamente da quello che è successo con Adrien." Disse allora lui secco, non era stato stupido all'inizio di tutto e ancora non lo era. "Tu ami Adrien al contrario o pensi che devi amarlo perché è simile a te, come te costretto a seguire delle regole e ad essere il figlio perfetto, quindi vi potevate capire e lui era perfetto per te. E testarda come sei ti sei convinta di amarlo e adesso ne stai soffrendo." 

"Non è vero!" Ammise lei. "Non sto soffrendo, come te ho accettato da tempo che loro due si amassero, è vero ci sono stata male. Ma ho affrontato tutto, le ripercussioni sulle decisioni prese solo da me e ne sono uscita più forte di prima." 

"Perfetto, allora fammi un favore, non parliamone più, perché farlo non ci aiuta." Disse lui sollevando il capo e seguendo con lo sguardo oltre il bordo del tetto. "Felix sta andando via, possiamo anche andarcene." Disse indicandolo alla compagna mentre si immetteva nel traffico pedonale. 

Ryuko annuì e gli prese il polso per attirare l'attenzione di lui. "Perdonami, non volevo offenderti." 

Lui la guardò e annuì sorridendole. "Non definirmi compagno di avventure." 

Lei strinse le labbra e annuì. "Scusami, il problema è che non so come definirti." 

Lui sussultò. "Non..." tirò un attimo su il fiato. "Non sai come definirmi?" 

Lei scosse la testa. "Non siamo amici, Marinette e Adrien sono miei amici e capisco la differenza. Forse siamo compagni, ma anche lì c'è una differenza, Claire e Linette sono mie compagne e tu sei più di loro. Sei diverso da tutti e non so come definirti." 

Lui annuì e nel farlo chinò lo sguardo sulla mano di lei ferma sul suo braccio, con delicatezza gliela scostò per poi dirle ciò che pensava. "Facciamo così, quando avrai capito cosa sono per te me lo spieghi. Fino ad allora comportiamoci come due studenti che condividono la stessa classe." 

"Cosa significa?!" Chiese lei mentre quel suo tono calmo la faceva tremare dentro.

"Significa che devi capire cosa sono Ryuko, quando lo avrai fatto saprai dove trovarmi, addio." E così dicendo prese a correre sui tetti parigini senza voltarsi indietro. Per quel giorno e per quella settimana aveva dato anche tanto. 

Aveva fatto bene a non svelare i suoi sentimenti contrastanti  a Kagami, ma almeno adesso sapeva cosa era lui per la nipponica: nulla di definito. 

Doveva ammettere una cosa, non erano amici. Decisamente no, lui non voleva passare tutto il tempo a baciare con passione i suoi amici o le sue amiche, lui non ci stava male se un suo amico gli diceva, non so cosa sei. Lui non si prendeva così a cuore il destino di qualsiasi amico come era accaduto solo con lei. Non erano amici no, poteva definirla la sua amante ma anche qui c'era una pecca, nonostante ci fosse attrazione tra loro ne aveva avuto troppo rispetto per farne solo un'amante. 

Lei era Kagami e basta, lei era la ragazza di cui si stava innamorando e di cui avrebbe dovuto anche presto dimenticarsi. Non voleva soffrire per lei, perché avvertiva che se avesse dato spazio a Kagami nel suo cuore questa volta sarebbe stata una distruzione totale e completa. Doveva arginare quel sentimento finché era in tempo.  

Soprappensiero saltò un altro tetto e nel farlo il suo sguardo venne catturato dalla presenza di Pika Pika nei pressi di un albero degli Champ Elisée. Cosa ci faceva lì e dov'era la sua vittima? 

Prese il bastone alle sue spalle e correndo verso il nemico prese la forma della lancia e aprì la volta dello spazio tempo immaginando ciò che potesse servirgli per affrontarlo. D'istinto a differenza della volta pretendente che aveva chiesto una chitarra ad onde sonore distruttive Chiese qualcosa che gli era congeniale in battaglia ovvero una frusta che si adattasse alle sue esigenze. La brandì e la scagliò contro il suo avversario afferrandogli il polso prima che potesse usare la sua canna da pesca. Perché un Miraculous avesse una canna come arma Luka ovviamente non lo comprendeva. 

"Fermo!" Ordinò a Pika Pika tirando verso di se il braccio del ragazzo. 

"E tu chi sei?" Chiese Felix trovandosi avanti quel nuovo eroe, da dove diamine era uscito? Non si aspettava che tornando a casa quella sera potesse trovare un tesoro, ma era successo e così si era trasformato. 

Forse avrebbe fatto bene a non farlo e cercare di convincere il suo nuovo amico a seguirlo con gentilezza. 

"Di sicuro non un tuo amico Pika Pika." Disse il ragazzo drago. 

"Allora sei capitato male chiunque tu sia, non sono un tipo che si arrende facilmente." Disse riservandosi sul rivale pronto a dargli un calcio.

Colto alla sprovvista Luka incassò il colpo e prima che Pika Pika tornasse ai suoi piani si impossessò del tutto della canna da pesca.  Intanto il ragazzo gazza gli sferrò un pugno in pieno viso, doveva rialzarsi e reagire. Adrien gli aveva detto spesso che Pika Pika era un esperto negli scontri corpo a corpo, ma lui Luka non aveva mai praticato nessun tipo di sport da auto difesa e poteva affidarsi solo all'istinto contro il rivale ben più esperto. 

"Ti uccido bastardo!" Urlò la gazza dandogli un calcio alle ginocchia per non permettergli di rialzarsi. 

Luka afferrò il bastone consapevole che non poteva usare poi il suo potere, lo strinse facendo allungare la lancia e colpì Pika Pika che indietreggiò. "Non mi fai paura maledetto." Gli disse sostenendosi all'ascia e rialzandosi. 

Felix sorrise maligno toccandosi la costola  che il tizio di blu gli aveva colpito poi si mise in posizione d'attacco. "E sbagli bastardo perché io non ho pietà di nessuno." 

"E nemmeno io!" Intervenne Ryuko inserendosi tra i due. 

Felix sollevò un sopracciglio. "State stancando." 

"Draak pensa alla vittima di Pika Pika, penso io a questo arrogante in attesa di Ladybug e Chat Noir." Disse la ragazza puntandogli contro una spada. 

Luka non se lo fece ripetere più volte, aveva visto Kagami all'opera con la sciabola e sapeva che tra i due era lei ad avere più possibilità di vittoria con Pika Pika. 

Si riservò quindi verso l'albero poco distante alla ricerca della vittima ma non vedeva nessuno nonostante le decorazioni natalizie che avvolgevano gli alberi facessero molto più luce del sole. Poi ecco che il riflesso di una luce attirò la sua attenzione, si chinò in basso e notò un piccolo riccio, Luka era sorpreso, un riccio a Parigi e in pieno inverno. Doveva essere un animale domestico perché indossava un fiocco con al centro un piccolo brillante che risplendeva alla luce delle decorazioni. Luka allungò una mano per prenderlo ma questo tremante si ritrasse, era spaventato dal genere umano sicuramente. Con calma il musicista prese allora a canticchiare sereno, fino a riuscire a rassicurare l'animale che ormai nel palmo della sua mano stava smettendo di tremare. 

Quando lo ebbe recuperato cercò con lo sguardo Kagami e la trovò ancora in combattimento con Pika Pika che fendeva la sua canna dopo averla recuperata come una spada. In quest'arte però Kagami era la migliore e l'avrebbe avuta vinta se il portatore della gazza non avesse giocato sporco, infatti dopo averla distratta con la sua arma le diede un pugno colpendola in pieno volto. 

"Bastardo!" Urlò Luka brandendo la lancia per poi gettarla su di lui braccandolo. "Tocca ancora la mia ragazza e ti cavo gli occhi." Lo minacciò intanto che il suo Miraculous scandagliava il tempo che ormai stava scadendo. 

"Draak, sto bene!" Disse Ryuko raggiungendolo. 

"Ti ha picchiata Ryuko." Disse allora lui risentito. 

"E si è dimostrato per quello che è, uno sporco essere immondo." Disse lei cercando di calmarlo.

"Prendiamogli il Miraculous e portiamolo a Ladybug." Decise Luka

Ma ancora il Miraculous suonò. "Non hai più tempo Draak, andiamo." Disse Ryuko tirandolo su con se.

"Ringrazia Ryuko, stai sicuro che io non ti avrei risparmiato oggi Pika Pika." Disse allora Luka prima che Ryuko saltasse oltre gli alberi fino a formare una bolla di aria che li trasportò via di lì. 

"Sei tornato in te Luka, mancava poco e Pika Pika avrebbe scoperto la tua identità." Disse lei. 

"Lo avrei fatto con piacere se sarebbe servito a cancellargli quella faccia di schiaffi." Rispose lui. 

"Grazie per avermi difeso." Gli disse allora lei. 

Lui scosse la testa. "Lo avrei fatto con chiunque, non si toccano le donne e lui non è un uomo." 

Lei annuì comprendendo che non volesse tornare sull'argomento. "Hai scoperto la sua vittima?" 

"È un ladro di natura, questo piccolo riccio qui ha un diamantino al collare." Disse indicandole il riccio nella sua mano. 

"Ma che carino!" Disse lei estasiata.

"Se vuoi puoi portarlo a casa con te." Le disse "sono sicuro sia addomesticato."

"Non posso tenere animali domestici." Rispose lei.

Luka scosse la testa. "Dovresti rimediare anche a questo." Le disse mentre atterravano sulla  Liberty. 

"Per farlo ho bisogno di qualcuno che mi sostenga." Rispose lei.

"Cercalo e quando lo avrai trovato mi farai un fischio e me lo presenterai." Le disse dirigendosi verso gli interni della barca. 

Lei si ritrasformò e lo seguì fin dentro. Lui era in cucina e stava preparando un piattino con del latte che si portò dietro nella sua stanza. 

Posò sulla scrivania il piattino e il riccio per poi voltarsi verso Kagami. 

"È tardi, dovresti tornare a casa." Le disse lui.

Lei gli andò incontro tenendo lo sguardo nel suo. "Mi hai lasciata Luka?" Chiese lei affrontandolo. 

Lui sollevò le palpebre sorpreso. "Non ci siamo mai messi insieme, non potrei lasciarti." 

"E allora cosa hai fatto?" Chiese ancora. 

"Ti ho chiesto di capire cosa sono io per te." Le ricordò lui. "Adesso dovresti andare, il tuo Kwami si è rifocillato." Disse indicando Loong e Viraago che sgranocchiavano lo stesso cracker.

"Luka..." 

"Non ha fiducia in teeee?" Intervenne una vocina lieve.

I due ragazzi si voltarono verso la voce è notarono che veniva dal riccio che era seduto accanto al piattino vuoto.

"Sei un Kwami!" Dissero all'unisono i due.

"Ma voi sapete chi sono o almeno non sono il primo Kwami che incontrate." Disse titubante il riccio. 

"Come ti chiami?" Chiese Kagami 

"Sono Raale*, il Kwami della diffidenza."  Si presentò alzandosi in aria. 

Luka le si avvicinò e le tolse il Miraculous dal collo. "Sei un kwami libero, devi essere portata da un guardiano." Le disse indicandole il fiocco sulla scrivania. "Forza!" 

Raale osservò ora i ragazzi, ora il Miraculous. "Come fate a sapere devo fare? Realmente c'è un guardiano?" Chiese scettica.

"In realtà noi siamo due apprendisti guardiani, ma si ci sono due guardiani e credo tu lo sappia visto che sei qui." Rispose Luka 

"Io cerco Ladybug." Disse Raale, aveva sentito al tempio che lei era una guardiana.

"Ti porteremo da lei, ma prima devi entrare nel Miraculous." Disse Kagami.

Raale titubante annuì, l'avevano presa loro e lei non poteva fare altro che obbedire. Così in un attimo fu dentro il fiocco, il diamantino che fino a poco tempo prima brillava adesso era un semplice bottone marrone sul fiocco chiaro. 

"Ci vediamo domani al concerto Kagami." La congedò Luka.

"Non verrò, mia madre non mi farà venire." Si corresse.

"Vengo a prenderti io. Fatti trovare pronta alle diciotto e trenta." 

Lei gli sorrise e fece per andarsene, ma sembrò ripensarci, tornò indietro e gli diede un bacio a stampo. "A domani." Lo salutò. "Longg trasformami." 

 

Il giorno dopo come previsto Tomoe Tsurugi negò alla figlia di andare al collegio, nonostante sapesse che ci sarebbe andata con Adrien e Luka che ella conosceva. Come previsto quando Luka si era presentato alla porta della suite trattando sempre con tanto di rispetto Tsurugi San, dopo circa una decina di minuti Kagami ebbe il permesso dalla madre di andare al concerto. 

"Luka ha promesso che rientrerai alla mezza e che non sarete tra la calca di ragazzi starnazzanti." 

Felice Katami aveva raggiunto Luka salutando sua madre, voleva andare via prima che cambiasse idea. Finalmente sarebbe andata anche al suo primo concerto, in ascensore Luka le porse una maglia rossa, la ragazza l'aveva guardato curiosa e la risposta era stata: mettila sulla tua maglia.

Aveva scoperto una volta indossata che fosse una t-shirt di Jagged Stone, proprio come quell che aveva regalato a lui per Natale, solo di quelle estive e leggere. 

Arrivati alla Tour Eiffel raggiunsero Marinette e Adrien già in compagnia delle altre due coppie. La corvina come lei indossava una t-shirt solo che era rosa, mentre quella di Adrien era verde. E nonostante non conoscesse le canzoni Kagami si divertì, cantò e ballò con le amiche e i conoscenti e a meno di mezzanotte quando Jagged iniziò il countdown si strinse a loro con affetto per festeggiare l'inizio dell'anno nuovo insieme. 

Era un anno nuovo e il gruppo lo accolse elettrizzato, con la voce di Jagged in sottofondo e i fuochi d'artificio a fare loro compagnia. Appena festeggiata la mezzanotte e fatti gli auguri a tutti, Luka salutò tutti dicendo che Kagami doveva rientrare e una volta soli mantenendo la promessa riportò la giapponese all'albergo poco distante.

Una volta che furono alla suite la giovane non fu sorpresa di trovare sua madre ad attenderla in sala. Luka sembrava tranquillo e anzi le si avvicinò ignorando la ragazza.

"Auguri di buon anno Tsurugi San."

"Auguri a te Luka kun e grazie di esserti preso cura di Kagami."

"Buon anno madre." Le disse la giovane andando a lasciarle un bacio. 

Tomoe la ricambiò e si alzò dal suo posto. "Adesso vado a riposare, grazie di tutto."

"Grazie a lei e a presto." La salutò Luka.

Kagami scosse la stessa e lo osservò "Tu sei..."

"La tua ancora di salvezza." Terminò lui. "Ci rivediamo a scuota Kagami chan. Buonanotte!" La salutò.

"Mancano gli auguri." Disse lei avvicinandosi a lui e dandogli un bacio sulle labbra, Luka non la rifiutò, al contrario intensificò quel loro bacio anche se dopo un po' si staccò per andare alla porta. 

"Questo era l'ultimo Kagami." Le disse lui. 

Lei sospirò annuendo, dove sbagliava con lui? E perché poco prima l'aveva fermata con quella frase? Lui non era la sua ancora di salvezza, anche se diamine sì, era il suo salvatore in più si un'occasione. Sapeva più lui di lei come trattare Tomoe. Ma non glielo avrebbe mai confessato che anche lei pensava fosse così, lui voleva che lei lo definisse per ciò che egli rappresentava e non poteva essere la sua salvezza come anche non poteva essere il suo protettore, ne compagno o amico, era tutto questo insieme e anche di più. Ma doveva dargli un nome e per farlo aveva bisogno di stare chiusa con se stessa a pensare e rilassarsi. Sarebbe stato straziante, lo sapeva già ma doveva fare anche quel percorso per poter diventare grande. Aveva solo bisogno di tempo, quello non era un addio.

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* Raale: ghunghaRaale (riccio in Hindi.)

 

Ps Ho cambiato il nome del papà di Kagami in Leonard, così che possa riportare al leone del coraggio

   
 
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