Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Feisty Pants    19/04/2020    2 recensioni
Elsa e Anna sono due sorelle di 27 e 24 anni alle prese con le proprie vite e i propri impegni. Elsa è sposata e vive la sua vita con le scatenate figlie gemelle di 7 anni. Anna, invece, è prossima alla laurea e a dire sì a un futuro roseo e carico di amore che ha sempre sognato fin da piccola.
La vita, però, non è una favola. Entrambe le sorelle vivranno dei momenti di crisi della quotidianità e, per colpa di incidenti e imprevisti, dovranno fare i conti con la cruda realtà.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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CAPITOLO 17.
 
Il giorno dopo…

“Ciao Elsa!” saluta Anna una volta arrivata in ospedale dopo il lavoro, sicura di trovare la sorella con la nipotina.

“Ciao Anna” risponde l’altra con una leggera freddezza, consapevole di dover trattare argomenti scomodi.

“Sono venuta per dirti che…anticiperemo le nozze. È tutto pronto e la Chiesa ci ha proposto una nuova data tra circa un mese, deve solo darci conferma. Non avendo chissà quanti amici vogliamo affrettare la cosa. Noi siamo pronti” annuncia la rossa abbozzando un sorriso, nonostante la tensione.

“Davvero? Congratulazioni!” commenta Elsa felice per la sorella mostrando comunque una preoccupazione di fondo.

“Kristoff te lo comunicherà ma penso che tu in parte lo sappia già. Vuole chiederti di essere la sua testimone di nozze” si lascia sfuggire Anna sedendole accanto.

“Che cosa?!” chiede emozionata Elsa, non aspettandosi una così bella notizia.

“Sì, sei la sua migliore amica. Ci hai uniti e soprattutto tu e Jack siete sempre stati un esempio per noi” stuzzica Anna, colpendo il bersaglio.

Elsa non risponde e, triste dopo quell’affermazione, fissa lo sguardo sul pavimento.

“Elsa…lo so che le cose non stanno andando bene” commenta Anna mettendole una mano sulla spalla.

“Esatto. Sono chiusa in me stessa e automaticamente sto respingendo ciò che potrebbe farmi bene. È che non provo più quello che prima sentivo per Jack” confessa Elsa dispiaciuta.

“Questo l’ho capito ma l’amore è un continuo rigenerarsi! Avete passato dei brutti momenti, ma questa è l’occasione propizia per ricominciare da capo. Non mandate all’aria tutto quello che avete costruito solo per dei dubbi d’amore! In più…non per pressarti ma, se vuoi un consiglio da psicologa, le bambine non dovrebbero ricevere altre pugnalate. Hanno bisogno di potersi fidare dei propri genitori. Mi prometti che ci proverai?” spiega Anna in parole povere, sorridendo alla maggiore e infondendole coraggio.

Elsa si limita ad annuire e, dopo averle sussurrato un dolce grazie, si alza pronta a raggiungere la figlia e il marito nella stanza dell’ospedale.

Trascorsero alcune settimane dall’accaduto e la piccola Sofia, fortunatamente, tornò la solita bambina arzilla e pimpante di sempre, anche se all’inizio non fu facile ritornare alla normalità.

Elsa e Jack riuscirono stranamente ad andare d’accordo, merito anche della maggior presenza di lui in famiglia. I due si erano promessi di riprovarci, di imparare a vivere insieme e riscoprire i propri sentimenti ma, per entrambi, l’unica preoccupazione riguardava la salute delle figlie. I due non facevano più l’amore, non si baciavano, non si guardavano mai in faccia perché il loro nuovo tentativo consisteva nel vivere quotidianamente e affrontare insieme ogni giornata. Gli argomenti delle conversazioni, quindi, riguardavano la spesa, le medicine di Sofia, l’ansia di Lia e agli occhi delle figlie fingevano di essere due genitori perfetti ed innamorati anche se, una volta da soli nella propria stanza, era già bello se condividessero lo stesso medesimo letto.

“Elsa…forse dovremmo parlare. Sono passate delle settimane ormai e le cose…” inizia a parlare Jack chiudendosi in camera mentre le bambine erano a scuola.

“Non si sistemano, me ne sono accorta” lo interrompe subito Elsa mostrandosi indaffarata in faccende domestiche.

“Forse perché non ci stiamo provando abbastanza…” commenta Jack incrociando le braccia e guardando stranito fuori dalla finestra.

“Sì che ci stiamo provando, non funziona e basta” cerca di tagliare corto lei, afferrando un mucchio di panni da lavare e facendo per uscire dalla stanza.

“Vuoi fermarti un secondo?! È di noi che stiamo parlando! Del nostro Matrimonio! Della nostra vita insieme!” la blocca immediatamente Jack afferrandole le braccia ed obbligandola a guardarlo in faccia.

“Quale vita insieme Jack? Ti rendi conto, che non ne abbiamo mai avuta una?” afferma Elsa fissandolo intensamente negli occhi e parlando con voce tremante, lasciandosi scivolare i panni dalle mani.

“Ma cosa dici? Elsa! Ce l’abbiamo sempre fatta! Ci siamo innamorati, abbiamo avuto due meravigliose bambine e costruito una casa!” cerca di farle notare lui, non sapendo come fare a rimediare.

“Appunto! Ma io e te dove siamo?!” sgancia la bomba lei lasciando Jack di sasso, incapace di ribattere.

“Jack, abbiamo sempre vissuto per altri e mai per noi stessi! Ci siamo ritrovati genitori a 20 anni, senza soldi, senza casa, senza aiuti da parte di adulti! Abbiamo costruito tutto con l’ansia e ora…” comincia a sfogarsi lei non riuscendo a terminare la frase.

“E ora hai costantemente paura…” termina lui capendo finalmente il problema dell’altra.

“Ti capisco Elsa! Ricordi cosa ci siamo promessi a 18 anni? Di condividere insieme lo stesso dolore che sentiamo dentro! La vita non ci ha aiutati ma abbiamo sempre affrontato tutto senza lasciarci mai andare! Anche io ho paura! Ho paura per le nostre figlie, ho paura per il futuro, di non riuscire a mantenervi ma sono certo di voler trascorrere il resto della mia vita con voi!” si apre completamente Jack con il cuore in mano.

“Io invece non ne sono più certa…” aggiunge Elsa incrociando le braccia e distogliendo lo sguardo.

“Che cosa?!” domanda lui stravolto, spalancando la bocca e non aspettandosi una frase del genere.

“Non lo capisci Jack?! Io e te viviamo per gli altri e non per noi stessi! Ho 28 anni e sono già infelice di tutto! Non ci siamo mai goduti nulla! Nemmeno le nostre figlie! Guarda che cosa è successo infatti!” continua a dire Elsa, con un groppo in gola ed avvertendo l’arrivo delle lacrime.

“Io non ero pronta a diventare mamma Jack e non ne sono nemmeno capace. La situazione delle bambine me l’ha fatto capire. Non sono capace di abbracciarle, di dar loro affetto!” si libera definitivamente lei, sedendosi di colpo sul letto ed asciugandosi le lacrime con le dita.

“Questo è troppo e non voglio sentirtelo dire. Io ho visto come le stringevi a te appena nate! Ho visto come hai curato ogni loro raffreddore o come le hai allattate con amore! Sei una mamma eccellente!” la rimprovera dolcemente Jack, trovandosi di fronte ad un muro invalicabile. Lui conosceva fin troppo bene Elsa e quando qualcosa la turbava era difficile riuscire a darle appoggio e calore.

“Ma lo sono diventata troppo presto…e ora mi sento in trappola. Chiusa in una vita che non ho scelto del tutto. Una vita fatta di obblighi e di corse per far filare tutto liscio”

“Mi stai dicendo che le nostre figlie sono un peso per te?! Che non le vorresti?!” sbotta arrabbiato Jack, non accettando una simile dichiarazione.

“Ma cazzo Jack! Come fai a non capirlo?! Mi hai messa incinta a 20 anni, dopo una nottata di alcool della quale non ricordo niente, se non due giovani noi irresponsabili che si sono voluti solo divertire…trovandosi con due gemelle tra le braccia 9 mesi dopo” gli rinfaccia lei urlando e stringendo i pugni, balzando in piedi collerica e con voce distrutta e scossa dalla disperazione.

“Lo sapevo che saresti arrivata a questo punto. Non riesci a superare quel fatto vero?” sussurra Jack tramortito dall’ennesimo litigio, intuendo la fine della storia.

“Io…io penso di non amarti più Jack” lo pugnala lei tornando a braccia conserte, senza trovare il coraggio di rivolgergli lo sguardo.

“Elsa, io…” prova a parlare lui con il cuore a pezzi.

“Spesso anche io penso di non essere più innamorato di te, che eravamo troppo giovani ma dentro di me sento che esisti solo tu. Possiamo provare a rinnamorarci adesso! Non puoi dirmi che tu abbia solo convissuto con me per tutti questi anni!” tenta di riconquistarla lui, gesticolando abilmente.

“Ma abbiamo sempre fatto tutto con l’ansia! In più da quando hai iniziato quel maledetto lavoro io non ce la facevo più! All’inizio mi sentivo abbandonata da te, poi ho scoperto di farcela da sola e di non sentire la tua mancanza!” continua lei riversando ogni goccia rimasta di quel vaso colmo di segreti e di dolori.

“Ho capito…” si rassegna Jack chiudendo gli occhi e sbiancando improvvisamente, guardando attonito il pavimento.

“E ora cosa hai intenzione di fare?” si pronuncia poi il biondo capendo che, da quel momento in poi, non ci sarebbe più stato un “noi”.

“Vediamo come procedono le cose. Anna e Kristoff si sposano settimana prossima, essendo riusciti ad anticipare la data delle nozze. Non voglio rovinare nulla e in più non possiamo dare altri shock alle bambine” annuncia Elsa tremante, mostrandosi comunque forte e composta, impietrita e senza sentimenti.

“Quindi mi dai questa ultima possibilità? Questo periodo di tempo per provare a rinnamorarci?” biascica lui dolcemente, con le lacrime agli occhi e la speranza sotto i piedi, ma con il fervente desiderio di non distruggere quella vita per la quale stava lavorando sodo.

“Sì, te lo concedo e ci riprovo anche io, ma non penso che possa cambiare qualcosa” termina poi Elsa uscendo definitivamente dalla stanza e, una volta sola in bagno, dare vita all’ennesimo pianto soffocato.

Otto anni prima…

Elsa e Jack stavano insieme da ormai due anni e la loro vita era finalmente migliorata. I due vivevano in simbiosi trascorrendo la maggior parte del tempo insieme arrivando anche a comportarsi in modo assurdo.

Anna, infatti, era abituata a dormire da sola la notte consapevole che Elsa, insieme a Jack, si sarebbe fermata da qualche parte bizzarra. La sorella minore spesso temeva per la salute della maggiore ma, sinceramente, non vedeva Elsa così felice da diverso tempo. Jack era attivo, energico, ottimista e riusciva ad infondere queste caratteristiche alla stessa Elsa che, da vera giovane innamorata, era tornata a sorridere, scoprire il mondo e non rintanarsi più nella propria camera da letto.

“Annie, io esco con Jack ok? Uscite anche voi?” domanda Elsa vestita con minigonna e tacchi, pronta ad andare in discoteca con il fidanzato.

“Dove vai vestita così?” chiede Anna spalancando la bocca, rimanendo scioccata di fronte alla sorella sexy e accattivante.

“Troppo? Anna dimmelo! Se non va bene mi cambio subito!” afferma Elsa titubante, guardandosi e facendosi venire i sensi di colpa.

“No stai benissimo!” si aggiunge Kristoff, seduto accanto alla sorella minore con la quale aveva cominciato ad uscire. Il giovane, infatti, era parecchio agitato perché, proprio quella sera, avrebbe trascorso una serata da solo con Anna.

“No infatti va bene tranquilla. Divertiti e stai comunque attenta” si aggiunge Anna dopo aver squadrato Kristoff, non capendo il motivo di quel consiglio.

In realtà Anna non sapeva che i due migliori amici avevano stipulato un accordo. Elsa, infatti, sarebbe andata in discoteca con Jack mentre Kristoff avrebbe proposto una romantica serata di cinema all’aperto con Anna, anche se lei non ne sapeva ancora niente.

“Certo non preoccuparti. Mi raccomando anche tu Anna: mi fido! Non fare troppo tardi” comunica Elsa puntando il dito verso la minore e lanciando un’occhiataccia a Kristoff come a dirgli di cancellare qualsiasi intenzione sessuale nei confronti della sorella.

Quella serata risultò particolarmente importante per le due sorelle. Elsa e Jack, dopo aver raggiunto la discoteca, ballarono tutta sera arrivando ad avere i vestiti fradici di sudore ma un meraviglioso sorriso di libertà e divertimento sul volto.

Elsa ballava come non si era mai mossa prima. Non era per nulla volgare, estrema o fuori luogo ma anzi sembrava quasi una fata che, attraverso movimenti sinuosi e puliti, riscopriva parti di sé che teneva nascoste e distruggeva quella infinita freddezza che la contraddistingueva.

“Serata pazzesca, ci vorrebbe qualcosa da bere non trovi?” propone Jack urlando nell’orecchio della fidanzata, trascinandola verso il bancone ed ordinando immediatamente un cocktail.

Elsa gli corse dietro senza paura e trangugiò l’alcolico senza preoccuparsi, bevendolo come se fosse acqua non essendo troppo esperta con quel genere di bevande.

“Piano! Così ti ubriachi subito!” la rimprovera Jack spostandole il bicchiere e guardandola torva in viso. Per quanto lui la spingesse a vivere al 100% la propria esistenza, risultava comunque un giovane responsabile pronto ad intervenire quando si stava per raggiungere il limite.

“Tu non ti sei mai ubriacato…bevi un po’ amore!” afferma Elsa sorridente, facendo segno al barista di preparare una bevanda anche per il ragazzo.

“Io mi ubriaco solo quando sono incazzato” spiega lui alterato, sbattendo le braccia sul bancone.

“Amore, che c’è?” chiede allora la ragazza intuendo una problematica ed appoggiando la propria mano al braccio del ragazzo.

Jack esitò a rispondere e, dopo aver trangugiato anche lui il proprio alcolico, raccontò alla ragazza quello che era successo prima della loro serata.

“Ho deciso di trasferirmi, voglio una casa tutta mia!” urla lui arrabbiato, sfogandosi finalmente sulla sua condizione.

“I miei stanno impazzendo e io non ne posso più. Io non riesco ad andare avanti con dei genitori che non mi guardano in faccia, che mi reputano responsabile della morte di Emma e che, soprattutto, non condividono la mia relazione con te! Tu a loro non vai bene. Dicono che sei troppo semplice, che non hai nulla da parte e che sei troppo fragile” sbotta lui bevendo un altro bicchiere.

“Per questo non vogliono conoscermi?! Ma cosa gli ho fatto?!” chiede Elsa faticando a trovare le parole per colpa dell’alcool in circolo.

“Niente amore, tu sei perfetta. Sono loro che non capiscono. Non vogliono andare avanti con la propria vita, cosa che Emma invece vorrebbe! Io voglio andare a vivere da solo. Non so come, non so dove troverò i soldi ma ce la farò! Dimostrerò che si possono superare i traumi e che la vita è bellissima!” annuncia lui soddisfatto, sbattendo il bicchiere sul tavolo.

“Ti amo lo sai? Sei un ragazzo fortissimo e sono orgogliosa di te” aggiunge Elsa emozionata, vedendo tutto girare.

“Lo sai che dicono che sia ancora più bello fare l’amore da ubriachi?” sussurra poi Jack barcollando verso l’orecchio di lei per poi mordicchiarlo, segno di essere ormai preda dell’alcool.
Elsa gli rivolge un sorriso complice e, dopo aver pagato, corrono verso l’appartamento delle due sorelle.

Con molta difficoltà i due si ritrovano nudi sul letto di Anna, il primo trovato a loro disposizione, e consumano quell’amore che li univa con estrema passione. Un’unione più energica e violenta del solito, segnata dalla rabbia, dalla voglia di rinascere e redimersi dai giudizi altrui e carica di quel desiderio di non volersi lasciare più. Quando si è giovani, infatti, si pensa di avere tutto sotto controllo, di essere forti e onnipotenti soprattutto se si sono affrontati dei traumi del genere. Elsa e Jack stavano finalmente imparando a vivere ma, forse, avevano corso un po’ troppo e quel desiderio di costruire tutto da capo velocemente gli stava sfuggendo di mano. I due ragazzi pensavano di poter gestire tutto, di essere ormai liberi, con il potere e la felicità che tanto cercavano nelle loro mani ma, nessuno dei due aveva sicuramente nei propri piani, l’idea di concepire due bambine.

Due bambine non cercate, non in programma, nate da una serata di divertimento, di alcool e che da quel momento avrebbero stravolto le loro esistenze.
 
  
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