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Autore: SilkyeAnders    20/04/2020    0 recensioni
"Sparizioni nel mondo atletico: ricercato il colpevole".
Sta accadendo qualcosa di strano a Jump City, e non solo lì, i Titans si trovano di fronte ad una nuova sfida.
Riusciranno a sventare questa minaccia o sarà la fine per loro?
(Questa fanfiction contiene personaggi da me creati abbinati ai personaggi della serie animata, si incentrerà sulle coppie RobStar e BBRae).
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Teammates capitolo 5 CAPITOLO 5: Titans Est.


Erano ormai passati alcuni giorni e nessun notiziario locale era più tornato sull'argomento sparizioni il che, in tutta franchezza, lasciava i Titans perplessi e leggermente straniti.
Tutto il tumulto che si era creato in quei giorni si era dissolto come neve al sole, era come se quei crimini non fossero mai esistiti, tutto taceva e il criminale non aveva più sferrato un attacco dall'ultimo avvenuto.
Una cosa Starfire aveva imparato da Robin: quando tutto si ferma non è mai un buon segno.
Sapeva bene in cuor suo che era solo la calma prima della tempesta e questo la rendeva tesa oltre ogni misura, era certa che presto sarebbe accaduto qualcosa di grosso e temeva fortemente che la situazione potesse sfuggire al loro controllo.
Raven cercava di calmarla come poteva, spesso eseguivano lunghe sessioni di meditazione di fronte all'enorme finestrone del salone, la vista dell'immensità del mare dinanzi a loro le tranquillizzava e facilitava la concentrazione.
-Star, respira profondamente...- sussurrò la maga.
Starfire fece una smorfia infastidita, sapeva che non stava svolgendo bene l'esercizio. La sua respirazione era corta e instabile, i nervi stavano ormai prendendo il sopravvento su di lei.
-Scusami, ci sto provando...- mormorò l'aliena.
Raven annuì comprensiva.
-Vorrei che Robin fosse qui...- aggiunse Star :-Non riesco a sopportare la pressione di essere il leader, non so pianificare la prossima mossa bene quanto lui e...-.
Raven la interruppe con un rapido gesto della mano, era chiaro che non sarebbero più riuscite a meditare quel pomeriggio.
-Io penso che tu te la stia cavando bene- commentò Raven :-Star, tu non sei Robin... Puoi imparare da lui ma non sei lui e va bene così-.
Starfire sospirò amaramente, era ovvio che Raven avesse ragione ma non poteva comunque evitare di sentirsi avvilita.
-Mi disturba solo questo silenzio... Non so che cosa fare- borbottò l'aliena.
-Non c'è molto che possiamo fare, lo so che non ti piace aspettare ma non abbiamo molte altre opzioni- disse con tono monotono la maga.
-Vado a vedere come se la sta cavando Cyborg con le ricerche che gli ho assegnato... Mi dispiace per la sessione di meditazione-.
Raven sorrise appena :-Non preoccuparti, continuerò da sola...- rispose.


Starfire percorse il corridoio per arrivare allo studio, ogni passo echeggiava con lievi tonfi metallici sul pavimento della torre quasi a scandire ogni piccolo movimento compiuto dalla ragazza.
Passando davanti alla stanza di Robin non poté fare a meno di indugiare sulla porta, il suo sguardo ripercorreva attentamente ogni lettera in rilievo sull'oggetto metallico di fronte a lei.
-Vorrei che fossi qui- bisbigliò accarezzando la superficie della lettera R.
Dopo un lungo sospiro riprese a camminare verso lo studio.
-Cyborg?- chiamò una volta arrivata davanti alla stanza.
Il ragazzo si alzò dalla sedia ed andò ad aprire la porta, le rivolse un sorriso energico prima di permetterle di entrare.
-Come ti senti?- chiese Starfire.
-Bene, meglio...- borbottò il mezzo robot.
-Come stanno andando le ricerche?- domandò la principessa aliena.
Cyborg si avvicinò al computer e posò una mano sulla scrivania come a sorreggere il proprio peso, incrociò i piedi e lanciò una rapida occhiata allo schermo.
-Non sono previsti eventi sportivi nei prossimi giorni, ho impostato un sistema che mi permetterà di ricevere aggiornamenti sul tabellone delle varie competizioni sportive, se qualcosa cambia...- si bloccò e alzò il suo braccio indicandone la schermata :- Sarò il primo a saperlo- aggiunse soddisfatto.
Starfire sorrise :-Molto bene amico!- esclamò gioiosa.
Finalmente un po' di tensione sembrava essersi assopita e Star ne era molto felice, non riusciva più a sopportare quella sensazione di ansia che la pervadeva da giorni.
-Star, vorrei chiederti un consulto...- disse il mezzo robot.
Starfire annuì facendogli cenno di proseguire.
-Stavo pensando di contattare i Titans Est, chiedere loro che tipo di informazioni hanno sull'accaduto, capire se ci sono stati casi nella loro zona-.
-Ottima idea amico Cyborg!- esclamò la rossa :-Procedi pure-.
Cyborg non se lo fece ripetere due volte, digitò rapidamente qualcosa sul suo braccio e poco dopo era collegato al computer dell'altra squadra e attendeva una risposta da Bumblebee.



Raven aveva smesso di meditare, era comoda sul divano a leggere un vecchio libro di incantesimi e ne ripercorreva i ghirigori con le dita.
Sentì il rumore delle porte scorrevoli che si aprivano e spiò con la coda dell'occhio per vedere chi fosse entrato in salotto, non che fosse difficile da indovinare dato che riusciva a sentirne le emozioni.
Beast Boy le rivolse un sorriso genuino prima di sedersi accanto a lei :-Cosa leggi?- chiese.
La maga arrossì leggermente, si coprì immediatamente dietro al suo cappuccio e rispose :-E' un libro che viene dal posto in cui sono nata-.
-Sembra... Ehm... Antico- esordì il mutaforma grattandosi il retro del capo.
-Lo è- tagliò corto l'incantatrice.
Si creò subito un silenzio scomodo fra i due, ognuno guardava in una direzione opposta sperando che l'altro si decidesse a rendere meno pietosa la situazione.
-Sai... Ehm... Cyborg è in contatto con i Teen Titans della zona est- disse Beast Boy tornando a guardare la viola.
-Oh, come mai?- chiese lei.
-Credo che voglia fare un'indagine simultanea... E poi, ovviamente, non vuole perdere occasione per parlare con Bumblebee- rispose scherzoso il verdolo.
Raven si lasciò sfuggire una risatina soffocata :-Quindi quei due si piacciono sul serio- esordì alzando gli occhi al cielo.
-A quanto pare...-.
Gli occhi dei due ragazzi si incontrarono, verde contro ametista, e il silenzio che li circondava non sembrò più così male.
Rimasero così per un po', due sorrisi leggeri dipinti sui loro volti mentre gli occhi di lei non si staccavano da quelli di lui e viceversa.
-Sai io credo che... Sia bello avere qualcuno a cui tenere così tanto- mormorò Beast Boy rompendo il silenzio.
Raven annuì :-Sì, immagino lo sia- rispose asciutta.
Distolse il suo sguardo da quello dell'amico e si alzò di scatto dal sofà.
-Ho detto qualcosa di male?- chiese il mutaforma.
-Quando mai dici qualcosa di giusto?- ribatté l'altra con tono aggressivo.
Beast Boy la osservò scomparire dal soggiorno con sguardo incredulo :-Io davvero non la capisco!- esclamò nervoso.
Incrociò le braccia al petto e si lasciò sfuggire un ringhio sottomesso :-Più sono gentile e peggio mi risponde... Ma cosa ho fatto di male?- si domandò.
Con un forte sospiro scocciato si diresse verso la cucina e si servì un bicchierone di latte di soia prima di riaccomodarsi sul sofà a guardare la tv.



Gotham City
Robin iniziava a sentire i sensi di colpa per non aver contattato i suoi amici nei giorni precedenti, aveva giusto in mente una certa aliena che sicuramente non l'aveva presa bene.
Inoltre, Bruce non gli aveva ancora posto la sua famosa richiesta e la cosa lo mandava fuori di testa. Voleva davvero tornarsene a casa, a Jump City con i suoi amici.
Sospirò amaramente mentre rigirava la foto di Star fra le mani, iniziava a sentire il peso della situazione sulle spalle e non sapeva come tirarsene fuori.
Il fatto che ogni volta che tornava a Gotham il suo atteggiamento mutava lo rendeva furente, odiava ciò che quella città e quella casa gli facevano, odiava non essere in grado di superarlo e passarci sopra una volta per tutte.
Digrignò i denti lasciandosi sfuggire un ringhio nervoso, voleva solo tornare a casa con più informazioni in tasca e con un modo per bloccare i crimini di quell'uomo.
Si prese la testa fra le mani e si alzò dal letto per tornare a posare la fotografia sulla scrivania, sospirò una volta in più e varcò la soglia della sua stanza per dirigersi verso i giardini della magione.
Le zone verdi della villa erano un piccolo capolavoro, Bruce li aveva fatti progettare in modo che somigliassero ai giardini di Versailles e la cosa non passava certo inosservata: il sentiero di mattoncini bianchi e ghiaia si intersecava perfettamente fra le aiuole colorate e curate, percorrendolo andando dritti si arrivava ad uno spiazzale quadrato con una fontana in marmo bianco al centro e quattro panchine in legno posizionate a ciascun angolo, circondate da maestose siepi e cespugli di fiori selvatici.
La parte che però Robin preferiva erano senza dubbio i roseti, si trovavano poco più avanti rispetto allo spiazzale e ci si arrivava tramite un sentiero in terriccio che si perdeva fra i vari cespugli di rose perfettamente curati da Alfred.
Robin inalò il profumo inebriante delle American Beauty, il suo tipo di rosa preferito, e si avvicinò per osservarne meglio i petali color del sangue.
Si fermò ad ascoltare il cinguettio degli uccellini e chiuse gli occhi iniziando a respirare profondamente, Raven gli aveva insegnato una tecnica di rilassamento che aveva intenzione di mettere in pratica.
Si sistemò a terra, gambe incrociate e mani sulle ginocchia, rilassò le spalle e il collo e, senza aprire gli occhi, iniziò a respirare lasciandosi cullare dal vento lieve che soffiava scompigliandogli i capelli.
Il silenzio lo avvolse in fretta, attorno a lui non esisteva nient'altro che il profumo dei fiori e di terra bagnata.
Sentì qualche goccia di pioggia scivolargli lungo la fronte e il collo bagnandogli dolcemente il petto e gli abiti ma non gli importava, anzi era sicuro che il ticchettio lieve delle gocce sulle foglie e sul suo corpo lo calmasse ancora di più.
:-Guarda che rischi di prenderti un raffreddore- esordì una voce alle sue spalle.
Robin aprì gli occhi e si voltò lentamente alzandosi da terra.
Sorrise calorosamente alla propietaria della voce :-Babs!- esclamò.
La ragazza lo abbracciò prima di offrirgli riparo sotto al suo ombrello.
-Che ci fai qui fuori sotto la pioggia?- chiese lei divertita.
-Avevo bisogno di pensare- rispose il ragazzo.
Barbara Gordon era esattamente come la ricordava, la sua fluente chioma rossa le ricadeva morbida sulle spalle e incorniciava i suoi penetranti occhi azzurri e il suo viso allungato e dai tratti soavi.
Robin ripensò alla cotta enorme che aveva per lei da ragazzino e non poté evitare di sorridere.
-Vedo che non sei cambiato affatto- sospirò lei alzando gli occhi al cielo.
-Dai andiamo dentro- aggiunse con un sorriso comprensivo.
I due ripercorsero la strada verso la villa sottobraccio, parlando e scherzando assieme.
Robin si rese conto da quanto tempo era che non parlava con Barbara, effettivamente se avesse dovuto scegliere qualcosa di cui sentiva la mancanza e che facesse parte della sua vecchia vita avrebbe sicuramente scelto Barbara.
Quando erano più piccoli si perdevano spesso in lunghe conversazioni e pattuglie notturne della città, si allenavano insieme e ridevano moltissimo... Questo gli mancava davvero tanto, lei gli mancava tanto.
Si perse per un attimo a contemplare il suo profumo il quale, fu felice di constatare, non era cambiato dai tempi in cui l'aveva conosciuta.
-Sai, sono cambiate molte cose da quando te ne sei andato Dick- mormorò lei.
Robin sollevò un sopracciglio :-A me sembra tutto esattamente come lo ricordavo, Bruce compreso- lamentò.
Barbara sorrise appena :-Vorrei davvero che fosse come dici...-.
Il ragazzo stava per controbattere ma, non appena si rese conto che ormai erano di fronte alla porta principale, si costrinse a tacere.
-Allora Dick, raccontami tutto della tua vita a Jump!- esclamò la ragazza con un sorriso compiaciuto.
Mise da parte l'ombrello e lo trascinò fino in salotto: un'ampia stanza a cerchio con un sontuoso lampadario di cristalli sotto al quale si posizionava un divano in pelle color terra bruciata, di fronte ad esso un caminetto in mattoni e una televisione a muro. Sotto al divano un tappeto che richiamava lo stile arabico e un tavolino in vetro sotto il quale erano ordinatamente posizionati alcuni libri.
Il tutto era reso meno cupo da un pianoforte bianco all'angolo destro della stanza, di fronte ad una finestra ad arco e accanto ad una pianta che sembrava essere un ficus.
I due si accomodarono sul divano.
-Che cosa vuoi che ti dica? La città è fantastica, mi trovo molto bene lì- rispose lui incerto.
Barbara gli rivolse una smorfia prima di imitare la sua voce :- La città è fantastica e bla bla bla...- continuò :-Voglio sapere dei tuoi amici, lo so come è fatta Jump City-.
Robin alzò gli occhi al cielo e sorrise in modo scherzoso.
-I miei amici sono... Sono davvero stupendi, non avrei potuto chiedere squadra migliore- disse tranquillamente.
-Sono felice per te Dick, davvero...-.
I due continuarono a discutere del più e del meno per qualche tempo finché Alfred non venne a chiamarli per portarli nella Bat-Caverna.



Jump City
Cyborg era davvero entusiasta, non riusciva a contenere la felicità e Raven gli rivolgeva continuamente occhiatacce infastidite.
Starfire e Beast Boy sorridevano a quella scena cercando di evitare che Raven li vedesse e scaricasse su di loro tutto il suo fastidio, non riuscivano molto bene ma la maga fece comunque finta di nulla.
Non era difficile indovinare che cosa procurasse a Cyborg tutta quella allegria, in fondo i Titans Est sarebbero arrivati di lì a poco.
Nessuno dei suoi amici aveva il cuore di ricordargli che non sarebbero venuti per una visita di piacere ma per aiutarli con il caso alla mano.
Raven lanciò di sottecchi una rapida occhiata a Beast Boy, le sue guance immediatamente bollenti mentre si riparava il volto una volta in più dietro al cappuccio.
Starfire, nel vedere il suo amico così contento, si sentiva sempre più demoralizzata. Era felice di vederlo così e era ancora più felice del fatto che fosse Bumblebee a renderlo così frizzante ma non poteva fare a meno di pensare al motivo della sua di felicità, non era lì e chissà quando sarebbe tornato.
Finalmente il campanello suonò e si catapultarono tutti alla porta principale per accogliere i colleghi.
I primi ad entrare furono i gemelli Mas e Menos, due ragazzetti di bassa statura e dai piccoli occhi neri, veloci come al solito si piazzarono subito al centro del soggiorno con lo sguardo fisso sulla principessa Tamariana.
Speedy seguì immediatamente, i soliti capelli rossicci piastrati sul viso e la camminata spavalda, soffermò lo sguardo su Raven e Starfire e poi entrò come se fosse a casa sua.
Le due ragazze alzarono gli occhi al cielo in un sospiro.
Gli ultimi ad entrare furono Aqualad e Bumblebee, i quali si premurarono di chiedere il permesso in maniera molto educata.
Aqualad era un ragazzo alto e di bell'aspetto, i suoi lunghi capelli corvini erano un tratto caratteristico del ragazzo, quelli e il fatto che venisse da Atlandide ovviamente.
Bumblebee invece era una ragazza molto appariscente, i suoi capelli afro erano sistemati in due stretti chignon ciascuno ai lati del capo e le sue labbra carnose erano sempre adornate da un lucente rossetto rosso fuoco.
-Ma vi pare il modo?- ringhiò la ragazza lanciando un'occhiata in cagnesco agli altri membri della sua squadra.
-Opss... Si è arrabbiata...- canticchiò Speedy in tono canzonatorio.
-Ti conviene non farmi arrabbiare sul serio- incalzò Bumblebee.
-Ah se gli sguardi potessero uccidere...- bisbigliò Aqualad.
Cyborg s'intromise subito per evitare ulteriori battibecchi :-Bene, benvenuti...- il suo sguardo si spostò verso Starfire con una certa urgenza.
L'aliena sorrise e scortò Bumblebee e Aqualad in salotto assieme agli altri :-Sono molto contenta di vedervi in salute amici!- cinguettò.
Mas e Menos la osservavano con occhi sognanti mentre fluttuava verso il sofà con Bumblebee sottobraccio.
-Anche noi siamo contenti di vedere che siete in forma- concordò Speedy.
Raven roteò gli occhi, intuendo la battuta sottile che aveva fatto il ragazzo.
-Passiamo ai fatti, sì?- disse con tono piatto.
-Sì, giusto... Dunque, immagino che siate informati circa i recenti eventi- disse Starfire.
-Sì, è davvero una cosa orribile... La polizia di Jump City Est è fuori di testa... Nessuno riesce a venirne a capo- commentò Aqualad osservando il mare dalla finestra del salotto.
Cyborg prese parola :-E' incredibile, questo tizio riesce sempre a cavarsela, com'è possibile?-.
-Non lo so Sparky, è davvero schivo, nemmeno noi siamo ancora riusciti a rintracciarlo- rispose Bumblebee portandosi l'indice al mento.
Il computer emise un suono inconfondibile, Robin stava chiamando.
Starfire rispose alla chiamata e attese che il leader si accorgesse di loro.
-Star... Oh! Hey ragazzi...- esordì il ragazzo meraviglia non appena si rese conto della presenza degli altri Titans.
-Hey Rob- salutò Speedy.
-Abbiamo contattato i Titans Est per unire le forze e sapere che cosa sta accadendo nella zona est della città, è stata un'idea di Cyborg- informò Starfire.
-Ovviamente- ghignò Robin :-Bè allora ho chiamato proprio al momento giusto-.
Bumblebee prese parola :-La verità è che nella nostra zona ci sono stati solamente due casi, un giocatore di basket e un rugbista... Pare che il tipo sia interessato solo ai campioni-.
-Probabilmente ha un compleasso di inferiorità che dovrebbe essere grande almeno quanto l'ego di Speedy- commentò Aqualad.
-Hey!- esclamò l'altro, comodamente steso sul divano.
I due vennero ignorati dal resto dei Titans che, per quanto possibile, cercava di mettere insieme idee e opinioni.
Alla fine Robin decise che si sarebbe svolta un'indagine simultanea, ad ogni novità si sarebbero collegati per pianificare assieme un'azione efficace.
Non c'era molto che potessero fare soprattutto perché non conoscevano affatto il loro nemico e, di certo, non potevano basarsi solo su piccole supposizioni.



Da qualche parte a Jump City...
Presto, molto presto...
Uno strumento emise un forte stridio e un urlo greve riempì una stanza asettica di terrore.
Un uomo dalle strane sembianze reggeva tra le mani una coppa d'oro con un nome inciso sopra ormai graffiato via dal tempo.
Presto...
   
 
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