Film > Animali fantastici e dove trovarli
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Autore: Ayumi Yoshida    21/04/2020    0 recensioni
Storia ambientata alla fine de "I crimini di Grindelwald". Dopo la battaglia bisogna fare i conti con quello che manca.
Tina riportò lo sguardo su di lui, e vide che la stava fissando a sua volta, tormentato. Aveva l’aria di chi si era trovato all’improvviso in trappola, come un animale chiuso controvoglia nella sua valigia. Lui non avrebbe voluto combattere, non avrebbe voluto schierarsi. Avrebbe voluto soltanto occuparsi delle sue creature. Invece sembrava che qualche forza più grande di lui continuasse a spingerlo dentro quell’enorme tormenta che li stava facendo affogare tutti.
Forse era stata tutta colpa sua.

(Newt/Tina + lo Snaso)
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Newt Scamander
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Normalità

 

 

"Come sta?"

Tina lanciò un'occhiata preoccupata allo Snaso che tentava di scavalcare con difficoltà il bordo della razza ricolma di latte. Newt infilò una mano sotto i suoi piedi e lo sollevò per aiutarlo. Mentre l'animale tuffava voracemente la testa nella tazza per bere, il ragazzo sollevò gli occhi dalla tazza. Tina lo stava guardando in attesa, con gli occhi lucidi, tentando di non lasciar scappare le lacrime.

Era stata una dura nottata per tutti, ma soprattutto per lei. Se lui aveva ritrovato un fratello, lei aveva perso sua sorella. E anche se erano così diverse Newt aveva capito subito quanto fossero unite. All'improvviso provò voglia di sfiorarle la mano, ma non erano soli nella stanza e sapeva che tutti gli occhi erano puntati su di lui. Allora cercando di non farsi sentire dagli altri abbassò la testa in un movimento casuale e si avvicinò di più a lei.

"Sì riprenderà, è forte. I cucchiaini lo faranno impazzire." sì lasciò scappare con un sorriso più largo. Tina sorrise a sua volta, stringendo le labbra per non piangere, ma la smorfia sul suo viso parlava più di mille parole.

Risoluto, Newt di alzò in piedi e afferrò lo Snaso sotto le ascelle, accogliendolo nel palmo della mano.

"Facciamo due passi?" le propose. Lei annuì in silenzio e lo seguì sentendosi gli sguardi di tutti addosso, specialmente quello di Silente. Uscirono dal suo ufficio e Newt la superò per fare strada e per lasciare lo Snaso libero di bighellonare in giro. Nessuno dei due parlò per un po', poi lui si voltò, preoccupato, e vide che le lacrime le stavano rigando prepotentemente il viso. Tina stava piangendo in silenzio per non farsi scoprire e quella visione gli strinse il cuore. La raggiunse in grandi falcate e le si parò davanti a testa bassa per non guardarla negli occhi: voleva lasciarle un pochino di intimità se lei lo avesse voluto. Ma Tina singhiozzò e si avvinghiò a lui, cominciando a piangere sulla sua spalla. Newt sentì che il suo cuore aveva perso un battito, ma che la cosa più giusta da fare fosse abbracciarla a sua volta. Prese a carezzarle la nuca lentamente, intrecciando le dita ai suoi capelli.

"So cosa stai pensando." mormorò lottando contro se stesso. Una parte di lui voleva consolarla, un'altra restare in silenzio per farla sfogare come avrebbe fatto sei lui non ci fosse stato. Sapeva che l'ultima cosa che lei desiderava in quel momento fosse piangere davanti a lui.  "Non è colpa tua. Queenie non è andata via perché tu eri contraria alla sua relazione con Jacob. E non è colpa tua se non siamo riusciti a proteggere Credence. Lui ha scelto dove schierarsi."

Sentì Tina sussultare contro il suo petto, sorpresa.

"Sai sempre tutto di me." mormorò con la voce rotta "Come con le tue creature."

Newt lasciò vagare lo sguardo verso lo Snaso, che cercava di scassinare una serratura, e sorrise imbarazzato.

"Grazie del complimento! Ma credo di non saperci fare con gli umani!"
Udì un verso che sembrava un risolino infrangersi contro la sua spalla e finalmente la testa di Tina emerse, scarmigliata e segnata sotto gli occhi, sorridendo tristemente.
La guardò, dispiaciuto, e con attenzione maniacale le sfiorò la guancia umida di lacrime.
"Non è colpa tua." ripeté, ostinato "Questa cosa è semplicemente più grande di noi, non possiamo capire."

Un clang li distolse: lo Snaso era riuscito in qualche modo a farsi strada nella classe deserta sulla loro destra e scusandosi sommessamente Newt gli corse dietro. Uscì dalla stanza con lo Snaso, imbronciato, stretto nella mano e Tina non riuscì a non sorridere a quella vista.

Newt sorrise a sua volta e posò lo Snaso sulla spalla della ragazza, dove l'animale cominciò a zampettare rumorosamente.

"Vado bene per lui?" gli chiese Tina all'improvviso, smettendo di fissare l’animale e guardando Newt negli occhi. C'era molto, molto di più in quella domanda. Il ragazzo annuì immediatamente, senza l'ombra di un dubbio negli occhi. "Vai benissimo."

Ma lei non lo ascoltò. Con lo sguardo assente, lontano, si lasciò sfuggire: "Ogni volta che ripenso a cosa è accaduto rivivo... Rivivo la mia inadeguatezza..." Aveva smesso di piangere, e la sua voce aveva un che di duro che Newt non riconobbe come familiare.

"Non potevi farci nulla. Nessuno di noi poteva. Grindelwald ha detto esattamente le parole che tutti volevano sentire. È questo il suo potere. Perciò è così difficile sconfiggerlo.”

Tina riportò lo sguardo su di lui, e vide che la stava fissando a sua volta, tormentato. Aveva l’aria di chi si era trovato all’improvviso in trappola, come un animale chiuso controvoglia nella sua valigia. Lui non avrebbe voluto combattere, non avrebbe voluto schierarsi. Avrebbe voluto soltanto occuparsi delle sue creature. Invece sembrava che qualche forza più grande di lui continuasse a spingerlo dentro quell’enorme tormenta che li stava facendo affogare tutti. Forse era stata tutta colpa sua, non riuscì a fare a meno di dirsi Tina, forse se non l’avesse mai incontrata durante il suo viaggio negli Stati Uniti…

Tina sentì una piccola pressione sulla fronte e sollevò gli occhi: lo Snaso stava dondolando a testa in giù, i piedini saldi nei suoi capelli, sulla sua fronte, la zampa tesa verso il suo mento. Tina sorrise e lo accolse nella sua mano, avvicinandolo al ciondolo che portava al collo. In un battito di ciglia, lo Snaso si impossessò del pendente con uno strattone e saltò giù, cominciando a correre lontano.

Finalmente Tina si lasciò andare ad una risata sincera. Newt le lanciò uno sguardo in tralice, sollevato, e puntò la bacchetta contro lo Snaso. L’animale volò fino alla sua mano dove, deluso, si vide togliere la collana dalle zampe. Il ragazzo gliela porse in silenzio e le loro dita si sfiorarono lentamente.

“Io non porto nulla, ma questa collana me l’ha data Queenie. Ci teneva che l’avessi con me.” Tina la avvolse intorno al collo si voltò per permettere a Newt di chiuderne il gancio. A disagio, lo sentì armeggiare solleticandole il collo. Sentiva il suo respiro pesante rallentare sempre di più finché il gancio non fu richiuso. Allora lei si voltò e gli sorrise per ringraziarlo.

Mentre incrociava il suo sguardo, si sentì stupida per aver pensato che sarebbe stato meglio che  non l’avesse mai incontrata durante il suo viaggio. Saldo accanto a lei, adesso che tutto era cambiato, lui era la sua unica certezza. E la faceva sentire così al sicuro quando le sorrideva.

“Lotteremo per salvarli.” Le sussurrò Newt prendendole la mano. “Queenie, Credence…” La sua stretta si fece più forte mentre i suoi occhi si illuminavano di mille sentimenti, di tante parole che avrebbe voluto dirle per rassicurarla. “Sconfiggeremo Grindelwald e tutto sarà diverso. Pensavo…”

Si interruppe, mentre nei suoi occhi imperversava una battaglia silenziosa e l’imbarazzo gli bloccava le labbra. “Pensavo che quando tutto sarà finito potrei… Potrei trasferirmi in America.”

Tina lo fissò, interrogativa.

Per stare con te.” Il cuore di Tina le si fermò rumorosamente nel petto. “Tu hai la tua carriera da Auror, io, invece, potrei lasciare il ministero, d’altronde sono solo-” 

“Il più grande magizoologo di tutti i tempi.” Lei lo interruppe, incredula, e si stupì dei suoi occhi sgranati, che la fissavano pieni di domande. “Hai una carriera brillante davanti a te! Non devi rinunciare a tutto a causa mia! Come farai con i tuoi animali?”

“Li metterò in valigia.”

“E se la valigia si aprisse inavvertitamente?”

“Cercherò di stare più attento.”

“E la tua casa a Londra?

“La venderò per comprarne un’altra a New York.” Newt le sorrise piano. “Non devi preoccuparti, Tina. Andrà tutto bene.”

Ciò che diceva sembrava così straordinariamente ovvio se usciva dalle sue labbra. Tina non riuscì a non lasciarsi scappare un sospiro mentre lo guardava, accigliata, con una mano sul fianco. Come se avesse sentito che l’attenzione si era spostata su un altro argomento, lo Snaso fece capolino fuori dalla tasca della giacca di Newt e tentò di scappare di nuovo, ma lui lo rispinse sul fondo.

“Da bravo, non è il momento adatto…” sussurrò, preoccupato, cercando di non distogliere nel frattempo lo sguardo da lei. Tina non riuscì a non sorridere mentre gli si avvicinava ancora di più. All’improvviso si sentì piena di coraggio, anche se lui stava guardando.

“Mi piacciono gli Snasi.” cominciò, senza riuscire a smettere di sorridere, imbarazzata. Newt sollevò gli occhi, rapito dalle sue parole, in attesa. “Potresti lasciarli liberi per la casa, quando vivremo insieme. Anche stasera.”

“Sta-stasera?” ripeté lui, convinto di non aver capito bene.

“Se vuoi.” Tina abbassò per un momento lo sguardo, imbarazzata, ma quando rialzò gli occhi erano cristallini e sicuri. “Non voglio aspettare altro tempo. Le cose cambiano minuto dopo minuto. Tutto è messo in discussione. Io stessa non so più se voglio continuare a fare l’Auror così. Ci sono troppe cose con cui non sono d’accordo, troppi comportamenti che trovo ingiusti.”

“È perché sei una testa di mezzo.” le ricordò lui, sorridendo imbarazzato.

“Sì.” Lei annuì schiudendo le labbra in un sorriso. “Anche se forse dovrei essere quella a sinistra.[1]

“La testa di mezzo mi piace di più.”

Tina gli sorrise teneramente.

“Ovviamente lotterò finché tutto non sarà finito. Ritornerò in America, lavorerò finché non riuscirò a salvare Queenie e Credence. Ma prima vorrei restare un po’ qui con te. Per capire come sarà dopo.” concluse guardandolo con una nuova fiducia. Sul suo volto non c’erano più ombre.

Newt le sorrise dolcemente, senza parlare.

“Hai sentito la mamma.” disse improvvisamente rivolgendosi allo Snaso nella sua tasca con lo stesso sorriso. Gli occhi dell’animale fecero capolino guardandosi intorno sospettosi. “Anche se combini pasticci puoi venire al piano di sopra, stasera. Ma il papà ti tiene d’occhio!”

Tina allungò le dita sulla testa dello Snaso e la accarezzò lentamente, godendosi il suo “sì” con una strana felicità nel petto, senza più pensare a nulla, soltanto immaginando come sarebbe stato tornare a casa con lui. Era confortante poter dimenticare per un momento tutto quello che era successo. Era certa che con Newt sarebbe stato possibile respirare quel senso di normalità tutte le volte che l’avesse guardato negli occhi.

 

 

 

 

Note:

Ciao a tutti, molto piacere! Sono nuova nella sezione, perché ho avuto l’opportunità di vedere i film di Animali fantastici soltanto adesso che li hanno passati in TV. E per fortuna, altrimenti mi sarei persa questi due dolcini. Amo questi personaggi, amo la loro dolcezza e l’amore che si dimostrano costantemente anche solo con lo sguardo. Mi stanno ispirando tante buone idee, che  spero di riuscire a mettere presto su carta (virtuale). I’m in love <3

La vicenda prende spunto dalle scene finali del film. Ho immaginato un momento di “riflessione” dopo la chiacchierata tra Newt e Silente, il momento del tè menzionato dai due sul ponte che porta ad Hogwarts.

Spero che questa shot vi sia piaciuta, e mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate. Non scrivo da tanto, ma è sempre un piacere ritornare con delle nuove idee.

Grazie!

 

Ayumi

 


[1] La testa di sinistra del Runespoor è la testa pianificatrice, che decide cosa fare e dove andare.

   
 
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