I suoi occhi color mogano cominciarono ad aprirsi molto lentamente, disturbati dalla luce che perpetrava in quell’ampia finestra della torre della regina. Una figura perfettamente levigata in ogni sua forma era in piedi davanti ad essa, con in dosso null’altro che una vestaglia dorata ove i lunghi capelli corvini si poggiavano delicatamente creando un perfetto contrasto. Guardava fuori, osservava quasi compiaciuta la vita cittadina che pareva svolgersi ai suoi piedi, bramava il trono di spade più di qualunque altra cosa, più di tutto voleva sentire quei regni suoi.

C’era un unica erede al trono, e quella era Caerserys: passionale, coraggiosa, decisa, nessuno poteva farle cambiare le sue scelte di lealtà, che portava avanti spesso a costi altissimi. Concedere il trono a sua cugina, Regina Lannister, accettando in cambio Castel Granito e l’armata della casata al completo,  le era costato la spedizione di una delle sue migliori amiche alla barriera, con un’accusa ingiusta di alto tradimento durante la grande battaglia della valle. Il suo amore per sua cugina ne valeva la pena? non si era mai soffermata troppo su un eventuale risposta, sapeva soltanto che avrebbe ucciso qualsiasi essere vivente avesse osato porsi tra lei e quel sentimento. 

Si tirò dritta sedendosi sul bordo di quel letto dalle coperte dorate, soffermandosi ad ammirare quella schiena che pareva disegnata dai sette dei per tentare gli uomini, si portò una mano al petto, dove la grossa cicatrice le attraversava il seno sinistro, per sentire il suo battito accelerare come ogni volta che l’ammirava, per ricordare che era quella la ragione per cui aveva rinunciato ai sette regni. Si alzò e lentamente si avvicinò a lei, abbracciandola e baciandole delicatamente la parte del collo scoperta, inspirando con forza come a volersi riempire anima e corpo di quell’essenza divina. 

Di risposta, la bruna le posò le mani sugli avambracci stretti ai suoi fianchi, e le poggiò la testa sulla spalla tirandosi dietro, senza dire nulla.

Quella posizione aveva un che di paradisiaco, la pace pareva regnare ed il mondo esterno era solo uno sfondo sfocato a quell’immagine perfetta. I muscoli di Caerserys si rilassavano in quell’abbraccio, il suo respiro rallentava e le gambe parevano reggere senza il bisogno dei muscoli, come se potesse fluttuare. Tutto sembrava essere al suo posto, nulla era in subbuglio e nessuna guerra si prospettava all’orizzonte.

L’ora s’era fatta tarda e le due donne si recarono velocemente nella sala del trono: Regina si sedette elegantemente su di esso accavallando le gambe, e Caerserys non poteva fare altro che ammirare una scena che aveva del dipinto, uno di quelli che ornavano i lunghi corridoi di Castel Granito. Il trono sembrava costruito per fare da cornice alla bellezza e all’eleganza di sua cugina, e a guardarla sorrideva sempre pensando che glielo aveva, in qualche modo, donato lei. La bionda stava in piedi silenziosamente a fianco del trono, indossando fieramente l’armatura di casa Lannister , con le braccia conserte poggiate sull’impugnatura della spada, pronta ad intervenire qualunque cosa fosse accaduta. Quel giorno Regina sarebbe stata definitivamente incoronata, e avrebbe nominato Caerserys mano della regina così da mostrare che avrebbero sempre e comunque collaborato a pieno per il bene del regno. I nobili erano giunti da tutta Westeros, vestiti a festa per quell’evento così importante, inconsapevoli del bagno di sangue in cui si sarebbe tramutato di lì a poco...