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Autore: Syerra    21/04/2020    2 recensioni
"Tsubasa respira e cerca di mantenere il controllo” gli sussurrò in un orecchio Taro, il capitano si mosse sconnessamente sulla sedia, vide che anche gli altri compagni della Nankatsu guardavano meravigliati la donna di fronte a loro. Chi si sarebbe mai immaginato che il medico sportivo sarebbe stata la loro ex compagna di scuola.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Genzo Wakabayashi/Benji, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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In quei giorni di convivenza Hitomi aveva imparato a conoscere meglio Genzo, non era solo bello e simpatico, ma anche intelligente e curioso, ogni tanto, mentre studiava, le poneva domande di architettura e aveva capito che non lo faceva solo per compiacerla, ma era proprio una genuina curiosità. Le piaceva al mattino quando prima di andare a fare la solita corsa mattutina, il portiere le dava un bacio fugace sulla bocca per poi ritrovarsi a fare colazione insieme. Ma era la sera il suo momento preferito, dopo aver fatto l'amore Genzo la stringeva a se, allora lei posizionava la testa nell'incavo tra spalla e il collo del ragazzo per inalare il suo buon profumo. Quando il ragazzo l'abbracciava si sentiva protetta, niente e nessuno avrebbe potuto smuoverla da lì. Come in quel momento, il portiere era seduto sul divano, mentre lei era stesa con la schiena appoggiata al bracciolo e le gambe stese sulle ginocchia su di lui. Stavano guardando un film, ma sinceramente non riusciva molto a seguirlo a causa delle mani di Genzo che le accarezzava le gambe. Non riuscendo più a seguire il film si alzò e si mise a cavalcioni su di lui. Non era mai stata così sfrontata, ma il ragazzo le faceva perdere qualsiasi freno inibitore e lei voleva fare scorta di quei momenti. Mentre lo stava baciando, con l'intenzione di convincerlo a lasciar perdere quel stramaledetto film, partì la suoneria della marcia imperiale. Con stizza deviò la chiamata, non aveva la minima voglia di parlare con sua madre, ma poco dopo la suoneria ripartì. Il suo ragazzo la guardava con fare divertito, mentre lei non ne era affatto contenta, anzi pensava che forse se ignorava per una seconda volta la chiamata quell'arpia avrebbe smesso di insistere, invece no ripartì di nuovo.
Scese dalle gambe di Genzo e si mise nella posizione precedente
“Ciao madre, scusa ma non posso stare tanto al telefono”
“Cosa avrai mai da fare di così urgente?! Comunque ti chiamavo per avere la conferma per la cena del prossimo mese, non te ne sei dimenticata vero?”
Istintivamente roteò gli occhi
“Come mai potrei dimenticarmene, bene ci sentiamo”
“Aspetta, perché non sei dai Nakazawa?”
Senza volerlo un sorrisetto sarcastico spuntò sul suo volto, sapeva benissimo che quella domanda non era del tutto innocente. A sua madre non andava proprio giù il suo rapporto con Sanae e la sua famiglia, ma cosa poteva farci se mamma Naoko la trattava come una figlia e le voleva un bene smisurato?! Poteva quasi percepire la voglia di sentirsi dire di un possibile battibecco con la cognata e la rottura di quel legame coi Nakazawa. Invece la donna era ben lontana dalla verità.
“Purtroppo sono rimasta indietro con lo studio e ho preferito rimanere a casa”
Dopo aver detto ciò fissò Genzo con uno sguardo divertito e fece una linguaccia, mentre lui alzò un sopracciglio per poi afferrarle la caviglia e tirarla verso di se. Senza volerlo le uscì un urletto di sorpresa
“Cosa diavolo è successo?”
“Scusa ho visto un ragno ed è davvero grosso, ci sentiamo ciao”
Detto ciò abbassò la chiamata e ripresero da dove erano rimasti.

Grazie al bel clima estivo decise di preparare la tavola in giardino, suo marito era dietro alla brace per il barbecue, essendoci due bambini non se la sentiva di preparare qualcosa di troppo complicato. Però si era sbizzarrita col dolce, preparando non solo una bella macedonia, ma anche una buona cheescake alle fragole. Suo mrito aveva doveva aver percepito la sua ansia, con dolcezza le diede un bacio sulla nuca e tornò al suo lavoro.
Dopo poco Daichi entrò come una furia in casa, era tutto sudato e pieno di polvere
“Daichi Ozora corri a farti una doccia, tra poco
arriveranno gli ospiti”
Il ragazzo guardò con fare stupito la madre, probabilmente non la stava ascoltando quella mattinata a colazione mentre gli chiedeva di non fare troppo tardi dagli allenamenti
“Stasera verranno i Nakazawa”
Istintivamente il figlio minore si diede una manata sulla fronte, poi per non far innervosire la madre corse al piano di sopra, trovando suo fratello nel corridoio
“Ti conviene scendere di sotto e calmare la mamma”
Non capiva tutta quell'agitazione da parte di sua madre, erano i Nakazawa, li conosceva da una vita, anche se era da tempo che non si frequentavano.
“Cavoli mamma ti sei superata la tavola è fantastica. Posso dare una mano?”
Stava per impartirgli un ordine quando suonarono alla porta, vedendola un attimo spaesata si offrì di andare ad accogliere gli ospiti. I due bambini lo travolsero come un uragano, iniziando a fare caciara raccontandogli dei loro giochi, mentre Sanae cercava di riprenderli per farli tenere composti
“Buona sera e ben arrivati”
“Natsuko cara è bello vederti, sembra passato un secolo”
dicendo ciò la signora Nakazawa porse una bella pianta alla padrona di casa seguito da un leggero inchino seguita dal marito
“Non dovevate disturbarvi, ma grazia mille è bellissima” poi con un leggero velo di emozione rivolse la sua attenzione alla ragazza.
Sanae era stupenda con il suo vestito azzurro in sangallo, il trucco leggero esaltava gli occhi e le labbra, Tsubasa sentiva la voglia di stare solo con lei, ma quella sera doveva fare il bravo.
“Buona sera signora Ozora, è un piacere vederla”
detto ciò fece un piccolo inchino per poi invitare i due bambini a fare lo stesso
“Buona sera mi chiamo Soichiro Mitsui e lui è il mio amico Keitaro Sumiyoshi” e come due piccoli soldatini si inchinarono per poi spostare la loro attenzione sull'uomo alla brace. Vedendoli incuriositi Tsubasa li invitò a seguirli
“Dovete sapere che il mio papà è un lupo di mare, era il capitano di una bella nave, ha solcato l'oceano e trasportava un sacco di cose preziose”
I due guardarono ammirati l'uomo e iniziarono a subissarlo di domande, se avesse mai visto una sirena, le balene e i pirati. Il signor Ozora iniziò a ridere insieme ai bimbi e gli raccontò qualche avventura, aggiungendo un po' di fantasia.
La cena si svolse in modo piacevole, tra aneddoti e racconti di quando i due ragazzi erano solo dei bambini, dopo un primo momento imbarazzante le due coppie di coniugi si rilassarono iniziando a conoscersi un po' meglio. Dopo il dolce Tsubasa con il fratello e i due bambini si misero a palleggiare un po' più in là. A Natsuko fece piacere vedere che Sanae non aveva abbandonato quello sguardo innamorato verso suo figlio, sapeva quanto aveva sofferto per la lontananza di Tsubasa. Anche se ai tempi Sanae era solo una bambina, Natsuko era sicura dell'amore profondo che provava per quel suo figlio cocciuto e sognatore. Dopo la partenza di Tsubasa si erano viste qualche volta, lei e Taro ogni tanto passavano a trovarla per giocare con Daichi e per avere notizie dell'ex compagno di squadra. Poi la distanza era irrimediabilmente aumenta con la partenza di Sanae per l'università di Tokyo. Ormai aveva perso le speranze di vedere insieme i due ragazzi e si era messa l'animo in pace quando la signora Ishizaki le aveva comunicato del matrimonio tra l'ex manager e un giovane ragazzo conosciuto in università, sembrava non esserci il finale da favola per suo figlio e quella dolce ragazza.
Anche coi genitori di Sanae i rapporti si erano persi, solo un paio di volte aveva incrociato la signora Nakazawa, nonostante abitassero nello stesso paesino erano rare le volte in cui si erano incontrate, dopotutto vivevano in due zone diverse e non avevano mai instaurato un vero e proprio rapporto di amicizia. Ora invece erano lì tutti insieme.
“Sai quando Sanae mi ha detto di frequentarsi con Tsubasa ero un po' in pensiero, vivono in due continenti diversi, lei ha un bambino e devo ammetterlo sono ancora affezionata al ricordo di mio genero. Però dall'altro giorno quando li ho visti insieme mi sono un po' ricreduta, si vede quanto Tsubasa ami mia figlia”
“Anche io ero un po' preoccupata, ma vederli così innamorati mi rasserena”

Detto ciò le due donne si sorrisero complici.

Si era svegliata giù di morale, Genzo sarebbe partito nel tardi pomeriggio, il tempo passato insieme era volato. Con uno sbuffo si alzò dal letto e iniziò a preparare la colazione, tentò di fermare il groppo in gola, sapeva fin dall'inizio che il ragazzo sarebbe partito a fine della vacanza. Genzo aveva la sua vita a Monaco, lei a Yokohama. Era troppo presto per pesare a un trasferimento, probabilmente più suo, insomma l'Europa era una delle patrie del calcio, certo il Giappone stava iniziando ad avere squadre valide ma nulla in confronto con quelle europee. No non avrebbe mai chiesto un sacrificio del genere a Genzo, il calcio era la sua vita. Perciò era inutile fare drammi, doveva cercare di essere forte e di non far pesare le sue insicurezze sul portiere.
Dopo essersi versata una tazza di te si appoggiò alla penisola e tentò di scacciare la malinconia, doveva concentrarsi sui lati positivi, dopotutto si sarebbero rivisti per Natale e poi con internet potevano vedersi virtualmente tutti i giorni, si ce l'avrebbero fatta.
“A cosa stai pensando?”
Non si era accorta dell'entrata di Genzo, anche da sudato era bellissimo, la fissava con uno sguardo incuriosito
“Niente di che, com'è andata la corsa?”
Le si avvicinò con passo spedito, le afferrò delicatamente il viso con entrambe le mani e la baciò per poi attrarla contro di se. Ridendo tentò di scostarsi leggermente
“Sei tutto sudato”
“Già, devo farmi una doccia”
detto ciò la sollevò di peso caricandosela su una spalla avviandosi in bagno
“Hey ma che fai?”
“Facciamo una doccia insieme, ho bisogno di qualcuno che mi lavi bene la schiena”
“Certo la schiena”
Ecco fare l'amore con lui le sarebbe mancato terribilmente, cosa poteva farci se Genzo era così bravo da farle perdere completamente la testa?! La stringeva, toccava e baciava come se non ci fosse un domani, la faceva sentire così importante e amata da non voler desiderare altro che stare accanto a lui. L'aveva sollevata e appoggiata delicatamente contro le piastrelle della doccia e fissandola intensamente le disse
“Ti amo, non dimenticarlo mai”
Senza volerlo una lacrima le uscì, se la guardava e le diceva quelle cose in quel modo i suoi buoni propositi andavano a farsi benedire. Si aggrappò più forte a lui, lo baciò con intensità per poi sussurrargli all'orecchio
“Ti amo, ti aspetterò. Sono tua”
Le sorrise per poi perdersi in lei.

Aveva riposto tutte le sue cose in valigia, con un leggero sconforto si sedette sul suo letto, era la prima volta che non provava la frenesia di tornare a giocare. Lui nato per stare sui campi di calcio, per essere uno dei migliori non provava quasi più il brivido di confrontarsi con gli altri dopo la pausa estiva. Avrebbe voluto un altro periodo da passare con Sanae, invece quella sera sarebbe partito per ritornare a Barcellona. Si alzò dal letto solo quando sentì il campanello di casa trillare, scacciò la sua espressione malinconica per stampare un bel sorriso.
Ogni volta che la vedeva sentiva lo stomaco attorcigliarsi, era così bella, senza aspettare l'attirò a se per baciarla
“Tsubasa non vorrai dare spettacolo davanti ai vicini”
Senza risponderle chiuse la porta e prendendola per mano la condusse in camera sua per continuare a baciarla. Le mani arrivarono alla meta desiderata, il seno di Sanae rispose subito alle sue attenzioni, la ragazza tentò di bloccarlo. Capì al volo la sua paura
“I miei sono fuori per delle commissioni e Daichi è all'allenamento, non torneranno prima di pranzo”
Adorava il suo profumo, lo inebriava. Vedendola non fare più resistenza, la spogliò e ammirò, doveva fare scorta di quelle immagini, non sapeva quando si sarebbero rivisti, magari avrebbe dovuto aspettare fino a Natale.
All'inizio la prese con dolcezza, per poi diventare più impetuoso come se volesse marchiarla e Sanae non fece nessuna remora, si adattò al ritmo del compagno perdendosi insieme. Tsubasa le sussurrava promesse d'amore, facendole perdere la ragione.
Adesso lì stesa per metà sul corpo di Tsubasa si concesse qualche lacrima, era sempre stato così il loro rapporto, lei in Giappone e lui in qualche parte del mondo a inseguire i suoi sogni. Però questa volta era diverso, Tsubasa l'amava, la desiderava e scelta, se si fosse fatta prendere dal puro istinto sarebbe partita con lui per la Spagna. Ringraziò la sua parte razionale, non potevano bruciare troppe tappe, stavano già andando velocemente e quel periodo di lontananza sarebbe servito a entrambi per testare il loro amore. Eppure era così difficile lasciarlo partire. Delicatamente Tsubasa le asciugò le lacrime e la baciò stringendola più a se.
Sanae scosse la testa per cacciare via i brutti pensieri, poi con un sorriso furbetto gli disse
“Stavo pensando a quella volta in cui ero in camera tua, dopo l'ultimo torneo delle medie. Avrei voluto dichiararti il mio amore e invece quello stupido telefono mi ha bloccato”
“Sono stato un vero idiota. Ho rischiato di perderti. Ora non commetterò lo stesso errore, ti amo Sanae”
Si baciarono ancora intensamente, il capitano la portò sotto si se, aveva ancora voglia di lei
“Capitano non so se abbiamo tempo, tra poco tuo fratello tornerà dagli allenamenti”
“C'è sempre del tempo per te”

Buonasera, spero vi sia piaciuto questo nuovo capitolo. È arriavto il momento della separazione per entrambe le coppie, un momento dolce amaro, chissà quando si rivedranno.
Grazie ancora per tutti quelli che seguono, leggono e commentano la mia storia
   
 
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