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Autore: Redferne    23/04/2020    7 recensioni
Tra Nick e Judy sta accadendo qualcosa di totalmente nuovo ed inaspettato.
E mentre Nick cerca di comprendere i suoi veri sentimenti nei confronti della sua collega ed amica, fa una promessa a lei e a sé stesso: proteggerla, a qualunque costo.
Ma fare il poliziotto a Zootropolis sta diventando sempre piu' pericoloso...
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Capitan Bogo, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 71

 

 

 

 

UPRISING (PRIMA PARTE)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

..Naaants ingonyammaaah baghiti baba...

 

Il sole stava sorgendo. Ed un nuovo giorno stava iniziando, nella savana assolata ed assetata. Ma comunque VIVA.

 

...Sithi uhhmm ingonyama yeah ingonyama...

 

Un giorno come ogni nuovo giorno che si rispetti da che esiste la savana, dove ognuno si alzava dal proprio giaciglio sapendo già quel che doveva fare. Niente di più, niente di meno di quello che aveva dovuto fare il giorno prima.

E niente di più, niente di meno di ciò che avrebbe dovuto fare il giorno dopo.

 

...Nants ingonyama bagithi baba...

 

Si dice che ognuno, nel corso della propria esistenza, debba crescere, maturare ed invecchiare seguendo ed esprimendo i propri talenti, le proprie inclinazioni e le proprie aspirazioni.

I propri desideri, insomma.

 

...Sithi uhm inonyama, baba...

 

Ma non é che le cose stiano proprio così, in effetti.

Non in tutte le parti del mondo. Non in quelle dove si deve lottare ogni santa giornata che il Dio padre o la Grande Madre decidono di mettere sulla Terra, e di regalarci.

Non certo in quelle dove poter dire di esserci arrivati, alla fine di quella DANNATA, MALEDETTA e MERAVIGLIOSA giornata, non costituisce affatto un EUFEMISMO o un MODO DI DIRE. Ma la PURA REALTA'. Nient'altro che la PURA REALTA'.

 

...Ingonyama ingonyama...

 

Di sicuro non in posti come la SAVANA.

Per il semplice fatto che qui, nella savana...CI SI GUADAGNA LA VITA.

 

...Siyo nqoba...

 

Si vive OGNI SINGOLO GIORNO, OGNI SINGOLO MOMENTO che i creatori, uno oppure l'altra oppure entrambi che siano, decidono di SBATTERCI SUL MUSO e senza il benché minimo preavviso.

E tu ti ci ritrovi in mezzo, senza sapere a momenti come, dove e quando ci sei arrivato. Ma con un'unica consapevolezza.

Che non é molto, senz'altro. Ma é più che sufficiente, già da sola.

Che indipendentemente da dove o come o quando ti trovi...DEVI ANDARE ed ARRIVARE SINO IN FONDO.

ANCORA UNA VOLTA.

UN' ALTRA, MALEDETTISSIMA, MERAVIGLIOSA volta IN PIU'.

 

...Ingonyama nengw' enamabala...

 

Ancora un miglio.

Nient'altro che un altro miglio di più.

In più.

 

...Ingonyama nengw' enamabala...

 

Si dice che nella savana deserta, assolata, assetata ma comunque viva...ogni giorno, ogni volta che il sole é appena sorto e una gazzella si leva in piedi, quella gazzella in cuor suo e nella mente sua saprà che dovrà METTERSI A CORRERE. Oppure...

Oppure NON SI SALVERA'.

Verrà MANGIATA.

 

...Ingonyama nengw' enamabala...

 

E si dice anche che nella savana deserta, assolata, assetata ma comunque viva...ogni giorno, ogni volta che il sole é appena sorto e un leone si leva in piedi, quel leone in cuor suo e nella mente sua saprà che dovrà METTERSI A CORRERE. Oppure...

Oppure NON SI SALVERA'.

MORIRA' DI FAME.

 

...Ingonyama nengw' enamabala...

 

Perciò, stando così le cose...va da sé che non importa poi così tanto che tu sia o nasca gazzella o leone.

Quello che conta, quello che conta PER DAVVERO, una volta che ti alzi dal tuo giaciglio e stiri le tue membra...é che subito dopo tu INIZI A CORRERE.

Sarà MEGLIO PER TE.

Sarà meglio per TUTTI QUANTI.

 

...Ingonyama nengw' enamabala...

 

In posti come quello, dal momento stesso in cui si viene al mondo...ognuno di noi, ognuno di tutti...nasce con un RUOLO ed un COMPITO BEN PRECISI.

Sanno già. Ognuno di loro lo sa già, quel che deve fare. Ed altro non gli rimane che SVOLGERLI ed ASSOLVERLI, quel loro ruolo e quel loro compito.

NON POTREBBERO CAVARSELA, altrimenti.

In caso contrario...NON POTREBBERO SOPRAVVIVERE.

E sarebbe GIUSTO COSI'.

SACROSANTO.

 

...Ingonyama nengw' enamabala...

 

E' così che funziona.

I CARNIVORI si nutrono degli ERBIVORI, dato che questi ultimi sono in numero maggiore ed abbondante. Mentre i primi sono in pochi esemplari.

UNO di loro per ogni DIECI degli altri. Quanti bastano per eliminare gli esemplari più DEBOLI, VECCHI, STANCHI e MALATI. E quando ciò accade...

Quando ciò accade non bisogna mai, e poi mai...PRENDERE PIU' DEL NECESSARIO.

Mai prendere PIU' DI QUELLO CHE SERVE.

NON UNO DI PIU' DI QUANTO OCCORRA.

 

...Ingonyama nengw' enamabala...

 

E quando i carnivori muoiono, diventano erba e rendono GRAVIDA e FERTILE la terra. Venendo MANGIATI a loro volta da coloro che di norma DIVORANO.

 

...Ingonyama nengw' enamabala...

 

Ma QUEL giorno, proprio in quel giorno...le cose NON SAREBBERO ANDATE AFFATTO COSI'.

 

...Ingonyama nengw' enamabala...

 

Quel giorno nessuna gazzella avrebbe corso il rischio di finire mangiata. E nessun leone avrebbe corso il rischio di morire di fame.

Quel giorno...NESSUNO DOVEVA CORRERE.

E nessuno...doveva MORIRE.

Non vi era alcun motivo per farlo. Né l'una, né l'altra cosa.

Perché...quello NON ERA AFFATTO UN GIORNO COME GLI ALTRI. Eppure...

Eppure LO SAPEVANO LO STESSO.

Non era un giorno come gli altri, come tutti gli altri. Ma SAPEVANO, in cuor loro, COSA VI ERA DA FARE E DOVE DOVEVANO ANDARE.

Non sapevano altro. Non sapevano NULLA D' ALTRO. Ma NULL' ALTRO SERVIVA, a loro.

Quel POCO, quel NIENTE, quel NULLA che sapevano...da solo ERA PIU' CHE SUFFICIENTE.

Non gli occorreva altro.

Loro...lo SAPEVANO.

Lo sapevano tutti i QUADRUPEDI che marciavano compatti, gli uni vicini agli altri.

Dai più PICCOLI e MINUTI ai più GRANDI e GIGANTESCHI.

Dai più MANSUETI ai più FEROCI.

Lo sapevano i PREDATORI che procedevano mesti e tranquilli fianco a fianco con le PREDE che erano soliti ATTACCARE, AGGREDIRE e SBRANARE. Quando dovevano NUTRIRSI, non certo per MALIZIA o MALVAGITA' INTRINSECA. Anche se...NON PER TUTTI VALEVA, quel discorso.

Come ad esempio coloro che erano stati e che si ritrovavano ESCLUSI da quella PROCESSIONE. Gli ESILIATI. Quelli confinati nelle TERRE PERDUTE e DIMENTICATE, oltre i confini dei DOMINI DEL BRANCO.

Là dove la luce del sole non arrivava a toccare coi propri raggi.

Puniti per il loro EGOISMO. Per aver seguito ciecamente la loro SETE DI SANGUE, fidandosi ed affidandosi totalmente ad essa piuttosto che ai precetti della retta e giusta LEGGE DELLA NATURA, che la RINNOVA e la ARRICCHISCE invece di IMPOVERIRLA.

Lo sapevano gli erbivori, che porcedevano con passo fiducioso e sicuro mescolati in mezzo ai carnivori. In alcuni casi ostentando una sicurezza persino ARROGANTE ed ECCESSIVA, che li portava a stare vicini persino a quelli che da sempre e di consueto costituivano i loro NEMICI NATURALI.

Era quasi ASSURDO, INCONCEPIBILE per certi versi e sotto certi aspetti.

Ma era GIUSTO COSI'.

Quel giorno, OGGI...era giusto così.

Nessuno doveva MINACCIARE nessuno. Nessuno doveva TEMERE nessuno.

NON QUEL GIORNO. Perché...

Perché era un giorno di FESTA.

Di FESTA e di LETIZIA.

E quindi, tutti INSIEME...MARCIAVANO.

Sfidando il sole feroce e cocente che picchiava sulle loro teste come un MARTELLO su di un MACIGNO...essi MARCIAVANO.

Sfidando il caldo che abbrustoliva ed arroventava il loro VELLO...essi MARCIAVANO.

Sfidando la sete che rendeva le loro gole RIARSE e le loro labbra SCREPOLATE...essi MARCIAVANO.

Provenendo ognuno dai angoli più remoti del REGNO...essi MARCIAVANO.

Tutti insieme. Per la prima volta dopo un sacco di tempo. Come non accadeva più da quel che sembrava a tutti un' ETERNITA'.

E lo stesso valeva per TUTTI GLI ALTRI.

Valeva per gli ANFIBI, i RETTILI, gli ARACNIDI e tutti gli altri esseri che SALTANO e STRISCIANO e che PROCEDONO CON BEN PIU' DI QUATTRO ZAMPE.

Valeva per gli tutti gli UCCELLI DEL CIELO. Dal volatile più piccolo che si nutre di frutti ancor più piccoli e zuccherini a quello che corre sollevando polvere con le sue zampe posteriori grosse, nodose e robuste, giungendo alfine al RAPACE maestoso che col suo BECCO ADUNCO ed i suoi ARTIGLI ACUMINATI LACERA, STRAZIA e SBRINDELLA sotto i colpi delle armi che il creato stesso gli ha fornito.

E lo sapevano anche i PESCI, i CROSTACEI e tutti quanti coloro che abitano e solcano le ACQUE. Da quelle limpide e cristalline della SUPERFICIE, dei FIUMI e dei LAGHI a quelle profonde ed oscure dei FONDALI e degli ABISSI.

Non lo si poteva sapere con sicurezza. Il MARE ed il mare ANCORA PIU' GRANDE da cui nasceva il mare, L' OCEANO...erano troppo LONTANI per potersi SINCERARE DI PERSONA.

Ma c'era da poterne stare CERTI. C'era da poterci SCOMMETTERE.

C'era da crederci che gli abitanti del regno ANCOR PIU' VASTO di quello costituito dalle TERRE EMERSE...in quel momento si stessero lascaindo andare a BALZI, TUFFI, GESTI e VERSI di GIUBILO e di ESULTANZA.

Chi non poteva...PARTECIPAVA COSI'. Mentre chi poteva...

Chi poteva MARCIAVA.

Con le proprie ZAMPE, sul proprio VENTRE, sulle proprie ALI...essi MARCIAVANO.

Per NON MANCARE ALL' APPUNTAMENTO.

Poiché grande era il privilegio che era toccato loro.

La fortuna, l'immenso vanto ed onore di poter assistere a qualcosa di UNICO.

Qualcosa che avrebbero potuto raccontare ai loro FIGLI. Ai loro NIPOTI. E gli eredi ne avrebbero potuto parlare a loro volta ai loro discendenti. Almeno fino al prossimo.

L'opportunità di assistere all' AGGIUNTA DI UN ALTRO TASSELLO DEL MOSAICO.

All'aggiunta di un'altra ORMA, di un'altra IMPRONTA sulla CORTECCIA.

All' INIZIO, al PRINCIPIO DI UN ALTRO GIRO.

Un altro, NUOVO giro del CERCHIO.

Del GRANDE CERCHIO DELLA VITA.

Ad una NASCITA.

All'arrivo del NUOVO PRINCIPE.

E del FUTURO NUOVO SOVRANO.

Non c'era più tempo da perdere.

Bisognava giungere al luogo.

Dove tutto FINISCE e dove tutto HA INIZIO, da SEMPRE.

Da ORA e da SEMPRE. Nei secoli dei secoli e per i MILLENNI.

Dove tutto NASCE e poi MUORE. Per poi RINASCERE e poi ancora RISORGERE in un ciclo CONTINUO, PERPETUO ed IMMUTABILE. Perché PERFETTO.

Tutti alla RUPE, dunque. Senza tentennare od esitare.

Senza dubbi o timori di sorta. Ma con un'infinita SPERANZA ed un'incrollabile FEDE nel cuore.

Tutti laggiù.

Alla rupe.

Alla RUPE DEI RE.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il velo che aveva davanti agli occhi scemò di colpo.

Il velo nero di ogni notte. Quello del SONNO.

Del sonno più PROFONDO. Di cui, ancora una volta, era riuscito a SCALARNE GLI ABISSI per poi RIUSCIRNE FUORI.

Per restituire L' ANIMA AL CORPO, come ogni volta che riapriva gli occhi. E non era sempre detto che si dovesse trattare per forza della MATTINA.

Secondo un'antica credenza essa, l'anima...durante ogni sonno e letargo, brevi oppure lunghi che fossero si distaccava dal suo PROPRIETARIO e dal CORPO CHE L'OSPITAVA, per andarsene a fare un giro per le TERRE CIRCOSTANTI e per il MONDO.

Dipendeva da quanto tempo le veniva concesso. E ciò era nelle MANI, nei PIEDI e nelle MEMBRA di colui che rimaneva immobile ed inanimato, e per quanto decideva di rimanere in tale stato.

L'importante era che FACESSE RITORNO. E prima che il corpo e la persona tornassero a MUOVERSI. A PARLARE. A VIVERE.

Era una sorta di ACCORDO NON SCRITTO.

Una specie di TACITO PATTO tra il piano ASTRALE e quello REALE.

Di accordo tra il mondo dei VIVI e quello di coloro che NON ERANO PIU'. O che NON ERANO ANCORA. Tra il regno dei MORTALI e quello degli SPIRITI.

Tra i VIVENTI e gli ETERNI.

Una cosa naturale e scontata come e quanto lo é il fatto che il sole che sorge, DEVE sorgere ad EST per poi tramontare, DOVER tramontare ad OVEST.

Ce l'aveva sempre fatta. Ogni volta ce la faceva, a TORNARE INDIETRO IN TEMPO.

SEMPRE. LA MAGGIOR PARTE DELLE VOLTE, almeno. In caso contrario...

In caso contrario NON SI TORNAVA PIU'.

NESSUNO tornava. Nessuno faceva più rientro.

Giù LEI....Giù TUTTI.

E se era davvero così... se era così che stavano veramente le cose...

Ogni dormita era una SCOMMESSA. Doveva essere PER FORZA COSI'.

Una scommessa che AVEVA VINTO ANCHE QUESTA VOLTA.

E a dimostrarlo che il nero che aveva davanti agli occhi serrati...NON ERA PIU' TALE.

Non era più nero. Stava MUTANDO DI TONALITA'.

Stava diventando di ROSSO. Un rosso vivo.

Il colore di ciò che gli stava scorrendo senza sosta dentro ai VASI SANGUIGNI dello strato interno della membrana adibita a PROTEGGERE e CELARE L' OCCHIO.

Così simile ad una CARTILAGINE, per CONSISTENZA e SOSTANZA. Forse per il semplice fatto che...LO ERA, punto.

Non se lo ricordava, con chiarezza. Era un po' CARENTE IN SCIENZE, nei tempi recenti. IN BARBA a chi sostiene che quel che si impara a scuola NON LO SI SCORDA MAI.

E dire che li aveva LETTI, RI – LETTI e STRA – RILETTI, quei BENEDETTI CAPITOLI. Era una delle sue MATERIE PREFERITE IN ASSOLUTO.

Ma su quello...ZERO COMPLETO. BUIO TOTALE.

Come quello che gli aveva RICOPERTO LE PUPILLE FINO AD APPENA UN ATTIMO PRIMA.

Da NERO a ROSSO. Ed oltretutto...NON PIU' STATICO.

Non più statico. Ma MOBILE e VITALE. FRENETICO, persino.

Poteva scorgere il NUTRIMENTO e la linfa portata dalle VENE, dalle minuscole ARTIERE e dagli ancora più microscopici CAPILLARI che gli scorrevano SOTTOPELLE e SOTTOPELLICCIA.

E poi i MICROBI, i BATTERI e tutti quanti gli altri MICRO – ORGANISMI MONO o MULTI – CELLULARI che FREMEVANO e DANZAVANO senza sosta alcuna sulla superficie.

Tutto quello che era in grado di notare la sua TIPICA PUPILLA di PREDATORE, perfettamente ALLENATA ed ADDESTRATA. Oltre ad una certa e discreta dose di CAPACITA' INNATE e di TALENTO e PREDISPOSIZIONI NATURALI di cui già disponeva sin dal principio.

Si stropicciò le palpebre ancora calate con le prime dita della mano, strizzandole ben bene contro e tormentando a dovere i bulbi fino a causarsi da solo delle SCARICHE AZZURROGNOLE proprio davanti alle PUPILLE.

Si sentiva STORDITO, CONFUSO.

Sentiva di essere reduce da un sonno...no, non era esatto.

Da una sorta di DORMIVEGLIA.

Ecco, si. QUELLA, era la parola esatta. Quella costituiva il termine più ADATTO e VICINO a ciò che aveva provato.

Quella sensazione dove si dorme PROFONDAMENTE, alla pari dei GHIRI. Ma dove si é e si resta più che intimamente convinti di NON AVER DORMITO AFFATTO. E ci si finisce con lo svegliarsi e con l'alzarsi dal letto PIU' STANCHI di quanto non lo si fosse prima di sdraiarcisi sopra, la sera prima.

La sua anima aveva appena fatto ritorno da un viaggio DIVERSO DAL SOLITO e dal CONSUETO.

Un viaggio STRANO, AGITATO.

Uno di quelli dove, nel corso del tragitto, si può finire vittima di SOGNI.

Ma non sogni che si possano definire NORMALI. Non nel SENSO COMUNE DI QUESTO TERMINE.

Sogni alquanto SINGOLARI

Sogni CONFUSI. O RIVELATORI. O ENTRAMBI.

Che SPIEGANO ed al contempo INGARBUGLIANO.

ILLUMINANO ed insieme ADOMBRANO.

SEMPLIFICANO ed al contempo COMPLICANO.

Uno di quei sogni di cui NON RIMANE NE' VI RIMANE ALCUNA TRACCIA.

Di loro e di quel che possono aver LASCIATO DENTRO A CHI LI HA AVUTI.

Uno di quei sono di cui non resta NIENTE. ASSOLUTAMENTE NIENTE. Se non una vaga sensazione di GENERICO TRASCORSO.

Non era questo il caso. Non era il SUO, di caso. Perché lui...

Lui SE LO RICORDAVA BENISSIMO, quel che aveva appena finito di sognare. E quello che aveva sognato per TUTTA QUANTA LA NOTTE, fino ad adesso.

Aveva sognato una CANZONE. O, meglio...

UN CANTO.

Uno di quei canti ANTICHI, TRIBALI. Effettuati da individui che devono tenere parecchio a PERPETUARE LA TRADIZIONE e le COSTUMANZE. E che non fanno altro che fare quello che a loro volta facevano i loro PADRI, quando avevano la loro STESSA ETA'.

E lo stesso doveva valere per tutti quelli che erano VENUTI PRIMA.

Lo stesso dovevano aver fatto I PADRI DEI LORO PADRI. E IDEM CON PATATE anche per I PADRI DEI PADRI DEI PADRI, e così via.

Fino all' INIZIO DELLE LORO FAMIGLIE.E molto probabilmente fino alla loro ipotizzabile FINE, in un futuro.

In TUTTE le famiglie. Ed in TUTTI i tempi.

Fin da che i tempi erano cominciati e molto probabilmente anche fino a che non fossero presumibilmente terminati, un giorno.

Uno di quei canti in lingua ARCANA e SCONOSCIUTA, almeno all'apparenza. Ma che in realtà così appare alle orecchie inesperte e novizie di chi non vi é PRATICO od AVVEZZO o, che semplicemente, NON HA LA POSSIBILITA' DI PARLARLA e MASTICARLA OGNI SINGOLO GIORNO, TUTTI I SANTI GIORNI.

Un canto che poteva essere pronunciato in SWAHILI. Oppure in ZULU. Uno di quei FONEMI che vanno tanto per la maggiore a SUD della LINEA EQUATORIALE, oppure a NORD. O magari LUNGO QUELLA SORTA DI SENTIERO INESISTENTE E TRACCIATO SOLO CON LA FANTASIA E L'IMMAGINAZIONE. O LIEVEMENTE AI LATI DI ESSA.

Una retta che segue la CONFORMAZIONE DEL GLOBO TERRACQUEO, e che la CIRCUMNAVIGA. Dividendola in due perfetti EMISFERI.

Una retta puramente TEORICA. Ma comunque importantissima.

Una retta oltre la quale l' ESTATE diventa INVERNO. E VICE – VERSA.

Tutto dipende da dove si proviene e dal senso in cui si decide di ATTRAVERSARLA.

Un canto STRANIERO, INCOMPRENSIBILE. Ma che, pur non comprendendolo appieno...anche così riusciva ad essere ugualmente POTENTE ed EVOCATIVO. E che ANCHE ADESSO gli stava RIMBOMBANDO DENTRO ALLA TESTA E DENTRO ALLE ORECCHIE.

Solo che...

Solo che adesso anche il canto era CAMBIATO.

Esattamente come gli era cambiato il colore sotto alle palpebre, che da nero gli era diventato rosso.

Ma che, in relatà...era SEMPRE STATO ROSSO, sin dal principio.

Era solo L' ASSENZA DI LUCE, che lo rendeva NERO.

Ma adesso che d'improvviso gli si era fatto CHIARO tutto attorno, per dei motivi che erano ancora tutti da scoprire e che ben presto avrebbe scoperto...

Con l'arrivo della luce il canto era MUTATO.

La voce ACUTA ed insieme SQUILLANTE, anche se di genere MASCHILE, aveva dato e lasciato posto e spazio ad una voce dal timbro più BASSO e GREVE, anche se di genere FEMMINILE.

Ma che restava lo stesso POTENTE.

Ma che restava lo stesso TRASCINANTE.

Ma che restava lo stesso AMMALIANTE ed AFFASCINANTE.

EVOCATIVA. Al punto che non riusciva più a levarsela dai PENSIERI e dalla MEMORIA.

Nemmeno se avesse POTUTO.

Nemmeno se lo avesse VOLUTO.

Ma la cosa più incredibile era che adesso...

La cosa più incredibile era che adesso, quella canzone...quella canzone lui LA CAPIVA.

La stava capendo. La COMPRENDEVA PERFETTAMENTE.

 

...E un bel giorno ti accorgi che esisti...

 

Si decise ad aprirli finalmente.

Gli occhi. Per VEDERCI MEGLIO, finalmente.

In TUTTI I SENSI. Non solo quello STRETTO o puramente METAFORICO.

 

...Che sei parte del mondo anche tu...

 

Li aveva chiusi mentre si trovava nella stanza messa a disposizione per gli OSPITI DI FIDUCIA, i semplici VIANDANTI e i CLIENTI AFFEZIONATI dalla padrona di casa che lo aveva ACCOLTO.

 

...Non per tua volontà...

 

Da LAUREEN.

Quello ben se lo ricordava, mentre gli altri ce lo stavano portando lentamente a braccia dopo averlo rimesso in sesto sopra al tavolo del soggiorno.

Era stata l'ultima cosa che aveva visto, prima di PERDERE CONOSCENZA per l'ennesima volta.

Quella definitiva, che lo aveva fatto sprofondare pe il resto della nottata in un riposo ristoratore. E PRIVO DI SOGNI.

 

E ti chiedi chissà...

 

Almeno così l'aveva pensata. Peccato solamente che...le cose NON FOSSERO ANDATE IN TAL MODO.

 

...Siamo qui, per volere di chi...

 

E c'era da giurare che la SCHIFEZZA che il suo caro MENTORE dalle lunghe orecchie e dal manto color della sabbia aveva portato con sé e messo tra le mani della DAINA PIU' ANZIANA nonché PROPRIETARIA DELLA DIMORA...avesse di sicuro AVUTO IL SUO BEL PESO, in tal proposito. Oltre a quello di APPESTARE, AFFUMICARE ed IMPUZZOLENTIRE MEZZA CAMERA, s'intende.

 

...Poi un raggio di sole ti abbraccia...

 

Vi era solo da sperare che i cosidetti ALTRI EFFETTI fossero altrettanto VALIDI come quelli che gli stava dimostrando adesso.

E cioé che quella ROBACCIA fosse anche PORTENTOSA ed EFFICACE come PANACEA e MEDICAMENTO, oltre che come ALLUCINOGENO.

 

...Ed i tuoi occhi si tingon di blu...

 

Era chiaro che la colpa principale di quanto stava avvenendo era da attribuire esclusivamente a quello. Perché adesso che aveva preso a darsi un'occhiata intorno, voltando il proprio capo prima a destra e poi a manca, e a ripetere...si era immediatamente reso conto di NON TROVARSI PIU' LI'.

 

...E ti basta così...

 

Se ne era accorto non appena aveva fissato lo sguardo sul soffitto.

Perché sempre di soffitto si trattava. Sempre così lo si poteva chiamare, anche se NON FACEVA PARTE DI UN ABITAZIONE.

 

...Ogni dubbio và via...

 

Era la volta di una CAVERNA. Di una SPELONCA.

Una volta che tracciava un ARCO, nella roccia in cui la natura stessa doveva averla scavata e ricavata col passare di ere.

Pezzo dopo pezzo, frammento dopo frammento, particella dopo particella

Con la pazienza e la costanza pressoché infinite della goccia d'acqua cristallina e sorgiva. E del refolo di vento di Zefiro.

 

...Ed i perché non esistono più...

 

Un arco SEMI – TONDO. PULITO. PERFETTO. E lui...

Lui ci stava PROPRIO SOTTO. Sdraiato SCHIENA A TERRA, come in ADORAZIONE.

Alla stregua di quegli antichi SAGGI ed ASTRONOMI che si diceva si mettessero nella MEDESIMA POSIZIONE, sul fondo di un POZZO ARTESIANO, allo scopo di OSSERVARE LE STELLE.

 

...E' una giostra che va...

 

Da lì non si vedevano di certo, visto che la parete faceva da spesso FILTRO.

Vi erano però dei residui, delle tracce che brillavano riflettendo la fioca luminosità. Il massimo che si poteva ottenere stando così lontani ed a tale distanza dall'entrata.

Ma tanto lui li avrebbe visti ugualmente. Quella fitta PENOMBRA, da sé, era più che sufficiente per farli risaltare lo stesso alle sue pupille di PREDATORE. Ben allenate ed abituate da sempre a vedere anche nelle tenebre più buie, come già accennato in precedenza.

 

...questa vita che...

 

Minuti, sparuti, sporadici ma significativi giacimenti e filoni di minerali

Quarzi. Cristalli salini e di salgemma. Forse persino dell' ORO, presente in qualche isolata PAGLIUZZA. Anche se non si stava certo a setacciare sul greto o sul fondale di un FIUME o di un TORRENTE.

Ma forse, una volta ed in tempi ormai remoti un fiume ci doveva SCORRERE PER DAVVERO, all'interno di quella cavita, vista la sua singolare CONFORMAZIONE...

 

...Gira insieme a noi...

 

Tutto quell'insieme, col suo pallido splendore, poteva far tranquillamente le veci degli ASTRI.

Anche loro...anche loro parevano dei SOVRANI che, radunati in fitta schiera, dopo aver completato il loro circolo vitale prendono il posto che gli spetta, lassù nel COSMO e negli SPAZI SIDERALI.

E dall'alto dei loro TRONI CELESTI, ETEREI ed ETERNI ci OSSERVANO, ci CONSIGLIANO e ci PROTEGGONO.

E' una storia, una leggenda che si tramanda da quando gli animali hanno iniziato a procedere su due ZAMPE.

Quando i mammiferi MUOIONO...diventano STELLE.

Un giorno lontano...ci si ritroverà tutti LASSU'.

E lì si rimarrà. Fino alla FINE DEI TEMPI. Fino a che NON SI PRECIPITERA' DI NUOVO SULLA TERRA, per FARVI RITORNO.

 

...E non si ferma mai...

 

Ma a lui, in fondo...NON IMPORTAVA UN GRAN CHE, di quegli astri e di quei sovrani che li avevano formati nel momento in cui la loro anima era ascesa al cielo ed aveva iniziato ad emettere luce.

A lui...gliene INTERESSAVA SOLTANTO UNA.

Lui CE L' AVEVA GIA' IL SUO PUNTO DI RIFERIMENTO.

La sua STELLA POLARE, su cui tenere fisso il campo visivo per riuscire a tenere la ROTTA e la STRADA MAESTRA senza PERDERSI né SMARRIRSI, nel mezzo di quel GRAN MARE IN PERENNE TEMPESTA E BURRASCA che é in genere la VITA.

 

...Ed ogni vita lo sa...

 

Più che una stella, la sua era una STELLINA.

Piccola. Piccolissima. A tratti quasi INVISIBILE ed IMPERCETTIBILE, se non la si sa bene dove CERCARE. Ma...

Ma una volta che la si TROVA, e ci si lascia AVVOLGERE dalla sua BIANCA PUREZZA e dal suo IMMACOLATO CANDORE...si scopre che quella piccola, invisibile ed impercettibile stellina, in realtà...RISPLENDE OLTRE OGNI LIMITE.

La LUCE che inizia ad emettere é a dir poco ABBAGLIANTE. ABBACINANTE. INCANDESCENTE.

Ma essa é anche una luce che CONFORTA. E che RASSICURA chiunque la guardi.

Sembra che possa arrivare a BRUCIARTI, dal tanto che ILLUMINA. Ed invece...ti RISCALDA. E ti METTE AL RIPARO. Basta solamente...

Basta soltanto FIDARSI DI LEI. Ed AFFIDARCISI.

Totalmente. Incondizionatamente. E da quel momento...

Da quel momento NON SI AVRA' NE' SI SENTIRA' PIU' IL BISOGNO DI NIENT'ALTRO.

 

...Che rinascerà...

 

E poi, lui, la sua STELLA CHE LO GUIDAVA...NON AVEVA DI CERTO LA NECESSITA' DI METTERSI A GUARDARE LO SPAZIO STELLATO DI NOTTE, per trovarla.

Lui, la sua stella...CE L'AVEVA GIA' SULLA TERRA.

Non sapeva dire con assoluta CERTEZZA o CHIAREZZA se fosse DISCESA diritta diritta dal luogo dove si trovavano tutte le altre sue SORELLE. E nemmeno DA QUANTO SI TROVASSE LI'. Ma di sicuro...

Di sicuro era GIA' PRESENTE SUL PIANETA. E si era PIAZZATA DA SUBITO AL SUO FIANCO.

Ce l'aveva sempre ACCANTO. Sempre pronta a CONSIGLIARLO, AIUTARLO e PROTEGGERLO.

 

...In un fiore che fine non ha...

 

Avrebbe potuto e dovuto TENERLO SEMPRE CON SE', un simile TESORO. Almeno QUANTO LEI FACEVA ED AVEVA SEMPRE FATTO CON LUI.

Sempre. Al SICURO ed al RIPARO. Da TUTTO. Da OGNI COSA.

Da ogni MINACCIA e da ogni PERICOLO.

 

...Poi un soffio di vento ti sfiora...

 

Avrebbe potuto, dovuto DIFENDERLA. Con TUTTE QUANTE LE SUE FORZE. Ed invece...

Invece l'aveva PERDUTA.

Prima soltanto DI VISTA. E poi, in seguito...

In seguito aveva finito col SMARRIRLA DEL TUTTO.

 

...Ed il calore che senti sarà...

 

Da allora...da allora aveva PRESO, anzi...RIPRESO A CERCARLA. E NON AVEVA PIU' SMESSO.

MAI PIU'.

In OGNI ANGOLO DEL MONDO, DAVANTI ed INTORNO A SE', nel DISPERATO quanto ILLUSORIO tentativo di poterla SCORGERE DI NUOVO. E non riuscendoci...

Non riuscendoci aveva finito col volgere anche lui lo sguardo AL CIELO.

Se non la trovava nel mondo, allora forse l'avrebbe trovata scrutando nel RESTO DI CIO' CHE RIMANEVA DELL' UNIVERSO.

 

...La forza di cui hai bisogno...

 

Alle volte gli sembrava di riuscire a poterla INTRAVEDERE. Di poterla INCONTRARE ANCORA.

ANCORA UNA VOLTA. Anche se non era certo una PRESENZA PARAGONABILE A QUELLA CHE AVEVA PRIMA.

Non era infatti paragonabile alla presenza CONCRETA, REALE, TANGIBILE di quando era IN CARNE, OSSA e PELLICCIA. Ma andava bene lo stesso.

Andava bene ANCHE COSI'.

 

...Se vuoi resterà dentro di te...

 

Alle volte gli sembrava, aveva l'impressione di RICONOSCERLA, di IDENTIFICARLA, di RITROVARLA in qualche astro situato ai margini del cosmo e ben lontano dal resto delle altre COSTELLAZIONI, GALASSIE e NEBULOSE.

In quelli che in genere erano i PRIMI a sorgere con l'arrivare della sera, e gli ULTIMI a sparire col sopraggiungere di un nuovo mattino.

Era una stellina che NON AMAVA STARE IN GRUPPO, la sua.

Preferiva LAVORARE E RISPLENDERE DA SOLA, ed in generale non GRADIVA LA COMPAGNIA DELLE SUE SIMILI.

Non gradiva alcuna compagnia. A parte...

Fatta eccezione PER LA SUA.

La cercava lì, nelle zone periferiche ed estreme dell'orizzonte. Oppure NELLA FACCIA VISIBILE DELLA LUNA, quando era BELLA ALTA e TONDA.

In quella MACCHIA, quella CHIAZZA la cui forma ricordava e GLI ricordava tanto UN ESPONENTE DELLA SUA SPECIE. Solo in formato GIGANTE.

 

...Devi solo sentirti al sicuro...

 

Issò le proprie spalle, sollevando il tronco e mettendolo a quarantacinque gradi quasi esatti, poggiando le punte dei gomiti per sostenersi. Questa volta a novanta gradi sempre esatti, come ogni angolo retto che si rispetti comanda.

Aveva pure fatto la stessa cosa con la gamba sinistra e mettendo la pianta interamente attaccata al suolo, in modo da favorire il movimento.

Era stato un improvviso bagliore, a costringerlo anzi, a costringere il suo istinto a spingerlo a fare così.

Il medesimo motivo che lo aveva convinto, volente o nolente, ad aprire gli occhi dopo averglieli irrorati con le sue stille bianche ed insieme dorate.

Un raggio di sole. Una lama di luce che aveva preso a penetrare di forza, irruenza e prepotenza nella grotta attraverso una fenditura dalla forma CUNEIFORME che doveva essere insieme sia L'INGRESSO che L'USCITA da quel luogo così silenzioso, ritirato e solitario.

L'apertura non era molto grande, ma quella luce era FORTE. DAVVERO forte. Si faticava a tenere le palpebre aperte.

Si mise una mano, posizionata di taglio e orizzontale, a coprire la fronte martoriata dal CHIARO e dal CALDO, mentre una crescente sensazione di FASTIDIO e di DISAGIO gli si diffondeva attraverso il muso, le guance e la mascella fino al tartufo violaceo.

 

...C'é qualcuno che é sempre con noi...

 

Carotina gli diceva sempre che bisognava avere il coraggio di guardare il mammifero che si ha di fronte dritto dritto nelle palle degli occhi.

Sempre.

Tsk. Una come lei, col coraggio che aveva e teneva, avrebbe potuto guardare dritto dritto negli occhi persino IL SOLE.

Una come lei avrebbe potuto, poteva davvero TUTTO.

Avrebbe potuto davvero fare QUALSIASI COSA.

Lui, invece, lo sguardo lo aveva dovuto per forza abbassare. Quella luce era a dir poco insostenibile.

E fu proprio allora, mentre volgeva le verdi pupille all'ingiù e verso il proprio petto, che se ne accorse.

E dire che la frescura dell'aria che sentiva a contatto con la parte esposta del suo manto color rossiccio e della crema avrebbe dovuto METTERLO IN GUARDIA, come minimo. E DA SUBITO, anche.

Non che fosse una gran NOVITA', quella cosa. Era più che abituato a sentirla, quella sensazione.

Ma in genere la percepiva lungo le parti SCOPERTE, come IL COLLO e LE BRACCIA. Ed invece, questa volta...

Questa volta era DIVERSO. DECISAMENTE DIVERSO.

Il freschetto inebriante, che quasi faceva da contrasto col calore che sentiva sul muso, era TROPPO.

DAVVERO troppo, per i suoi gusti.

Qualcosa NON QUADRAVA. E ci mise ben poco a capire, cosa, mentre si figurava come MEZZO PUNCH e MEZZO SORBETTO. Il primo dalla gola in su, mentre l'altro dalla base di essa verso la direzione totalmente opposta.

Lo percepiva così chiaramente, quel fresco...per il semplice fatto che NON ERA VESTITO.

Lo soffriva perché NON AVEVA NIENTE INDOSSO.

ERA NUDO.

COMPLETAMENTE NUDO.

Ma dove...dove erano finiti gli abiti?

 

...Alza gli occhi e se vuoi...

 

Puf. Spariti. Dileguati nel nulla, come per MAGIA.

Come se NON FOSSERO MAI ESISTITI. Ed in effetti...

In effetti sembrava davvero UN' OPERA DI MAGIA. Come TUTTO QUELLO che STAVA ACCADENDO e che lo stava CIRCONDANDO.

 

...Tu vederlo potrai...

 

Vi era solo da PREGARE, da SPERARE che Laureen, Maggie o qualche altra femmina del paese che aveva già dato vistosa prova di APPREZZARE PARECCHIO LE SUE GRAZIE non si trovasse lì vicino, oppure nei paraggi. Ma qualcosa...

Qualcosa, dentro di lui gli stava dicendo, suggerendo che NON VI ERA PERICOLO, a tal riguardo.

Che NON ERA COSI', e di starsene pure TRANQUILLO.

In quanto al suo compare Finnick, che vi fosse oppure non vi fosse...BEN POCO CAMBIAVA, nel suo specifico caso.

Si sarebbe senz'altro fatto una GRANDE e GRASSA RISATA, indicandolo ben bene col tozzo dito e tenendosi la fronte della sua ZUCCA VUOTA con l'altra altrettanto tozza manina, chiari indici di evidenti problemi che lo avrebbero portato ad un futuro di potenziale BRACHIODATTILO.

Non che importasse, o che gli importasse. Non servono le FALANGI LUNGHE, quando si tratta di MENARE e di SPARGERE MAZZATE A SPRON BATTUTO e A TUTTO SPIANO.

Non gliene FREGAVA PRESSOCHE' NULLA, al TAPPO SCORBUTICO. Almeno tanto quanto se ne INFISCHIAVA lui dei suoi continui SBEFFEGGIAMENTI e delle sue ripetute PERCULATE a getto praticamente continuo.

Mentre rifletteva su tale, inequivocabile fatto...di colpo accadde qualcosa.

Una lieve variazione della luce davanti a lui. Un'ombra si era frapposta, interrompendone la soluzione di continuità.

C'era QUALCUNO, sulla soglia della caverna.

Era lì, fermo ed immobile, come se indugiasse. E si stava sporgendo in avanti tenendo una mano posizionata sul lato corrispondente dell'entrata, come a volersi sincerare che la grotta presso cui conduceva fosse abitata od occupata. Ma, soprattutto...CHI la stesse abitando ed occupando, per la precisione.

Vi era decisamente qualcuno, e...

Uh – oh.

Fermi tutti, gente.

NON qualcuno.

Era QUALCUNA.

La figura, pur rimanendo ancora nera e sfocata a causa del contrasto, non lasciava addito a dubbi di sorta.

Le linee di contorno erano morbide ed aggraziate. E i fianchi, anche se lo si notava a malapena, risulatavano leggermente più ampi. Anche se di poco.

I tipici fianchi che all'accorrenza sono già belli che pronti ad allargarsi per ospitare delle nuove vite in grembo, a patto di trovare qulache MASCHIO VOLENTEROSO E magari pure TEMERARIO pronto a RIEMPIRLO e FARCIRLO a dovere.

Non vi era alcuna possibilità di errore, sbaglio od equivoco. Era...

Era una MAMMIFERA. Di PICCOLE DIMENSIONI, a giudicare dall'aspetto MINUTO.

Ma le sorprese non erano ancora finite.

“Ugh...”

L'inquilino si lasaciò scappare un breve e mezzo soffocato gemito, mentre si metteva in guardia e sull'attenti pur non rinunciando a rimanersene ancora parzialmente sdraiato.

Del resto, anche se si fosse rimesso in piedi...dove daimine avrebbe pouto fuggirsene, di grazia?

La porta, una sola era. Non si poteva entrare ed uscire che di lì.

La figuraccia era ormai inevitabile.

La mammifera misteriosa doveva essere una PREDA. Ed infatti, alla pari di tutte quante le prede...gli dimostrò seduta stante di essere dotata di un udito pressoché sopraffino.

Era stato un verso appena percettibile. Ma lei...lei lo aveva sentito benissimo.

Drizzò all'istante le proprie orecchie, con un movimento fulmineo.

Erano lunghe. Sottili. Affusolate.

Erano...

Era UNA CONIGLIA.

UNA CONIGLIETTA.

Ed in contemporanea a quel gesto...PARLO', anche.

“...Nick?!”

 

Ed i perché svaniranno nel blu...

 

Aveva parlato. Gli aveva appena parlato.

Insieme all' ULTIMA STROFA di quella canzone che da un po' gli continuava a RISUONARE NELLA MENTE, senza sosta.

Ma la cosa sconvolgente non era il fatto che gli avesse dimostrato di conoscerlo.

No. Era LA VOCE IN SE'.

Con quella voce avrebbe potuto dirgli qualunque cosa. Qualunque.

Qualunque genere o tipo di FROTTOLA, BUBBOLA o FESSERIA.

Persino che la luna era in realtà composta da FORMAGGIO VERDE. Perché tanto...

Tanto lui NON L' AVREBBE COMUNQUE ASCOLTATA. Non l'avrebbe PIU' ascoltata.

Non avrebbe più potuto farlo, nemmeno se avesse voluto.

Nemmeno se lo avesse voluto con tutte le sue forze, con ogni singolo grammo o joule.

Non contava tanto quel che gli aveva appena detto, quel che NON gli stava dicendo visto che adesso se ne rimaneva bella zitta oppure quel che avrebbe potuto dirgli da lì a poco.

Era LA VOCE, che contava.

Era QUELLA, a contare SOLTANTO e PER DAVVERO.

Una voce che non sentiva più da tempo. Non DAL VIVO, almeno.

Una voce che ormai si era DISABITUATO a sentire, dato che ormai non lo poteva fare se non attingendo o immergendosi nei propri ricordi e nelle proprie memorie. Che anche se non sarebbero MAI SBIADITI, in nessun caso e per nessuna ragione...NON ERA PROPRIAMENTE LA STESSA COSA.

Una voce che gli sembrava di non sentire più da tempi immemori. Nonostante, a conti rapidamente fatti...di tempo NON E' CHE NE FOSSE PASSATO POI MOLTO.

Se lo lasciò scappare. Non si trattenne più.

Non c'era bisogno o motivo per potersi trattenere oltre. Era TROPPO.

DECISAMENTE TROPPO.

Troppo era trascorso. Anche se relativamente poco, come si era detto. Ed inoltre...

Inoltre da troppo NON LO DICEVA.

Da troppo NON LA CHIAMAVA.

Da troppo non la chiamava PIU' COSI'.

Non ce la fece. E lo fece.

Non poteva tacere.

Lo disse.

“...C...CAROTINA?!”

Era una voce che mai avrebbe sperato di poter risentire.

Che non sperava più di poter risentire, anche se aveva giurato sia a a sé stesso che a lei di NON PERDERLA MAI, la speranza. Ma...

Ma non ci aveva sperato davvero più, ormai. E adesso...

Adesso si sentiva FUORI DI SE' DALLA GIOIA. Se non fosse...

Se non fosse che quella era anche la voce che NON AVEVA MAI IMMAGINATO DI POTER SENTIRE PROPRIO ADESSO.

Non LI'. Non ORA. Non in una SIMILE SITUAZIONE.

Era la voce dell' ULTIMISSIMA PERSONA che avrebbe dovuto vederlo COSI'.

NUDO.

Si portò le mani, giunte per i polsi messi l'uno sopra all'altro, in mezzo all'inguine per coprire e celare le proprie parti BASSE e VILI. Poi fece passare la sua coda folta e setosa da sotto i glutei e gliela posizionò proprio davanti, per poter mascherare meglio il tutto. Ed infine, completò l'opera rannicchiando ed incrociando le gambe in modo da racchiudervi dentro le braccia tenute strette.

Si era rattrappito al punto da sembrare quasi che avesse ridotto le proprie fattezze.

Si girò quindi verso il lato cieco della caverna, cercando goffamente di mostrare il meno possibile.

La sentì entrare. Ne udì i passi lievi e leggeri. Ma...

Ma non osava voltarsi. Non ce la faceva.

Ma la tentazione era troppo GRANDE, troppo INTENSA.

Troppo IRRESISTIBILE.

Non la vedeva da UN SACCO.

Doveva...VOLEVA vederla. Ad ogni costo e a qualsiasi conseguenza.

Girò la testa all'indietro, tirando i muscoli del collo sino allo spasimo e portandola alla massima escursione possibile e che gli consentiva l'articolazione.

Purtroppo non disponeva del dono di una vista LATERALE E PERIFERICA come la maggior parte degli ERBIVORI.

Ce ne aveva di belle. VISIONE NOTTURNA, FIUTO INFALLIBILE. Ma...

Ma gli OCCHI A GRANDANGOLO no. Non facevano parte de suo CORREDO GENETICO. Nossignore.

Si girò del tutto, nel frattempo. E nel momento stesso in cui gli riuscì di portare a termine la manovra...la VIDE.

Era LEI.

Era PROPRIO LEI.

Era lei, FINALMENTE.

ERA JUDY.

 

...E' una giostra che va...

 

Era Judy.

Era proprio come se la RICORDAVA.

Era proprio come sperava di RIVEDERLA, e di RITROVARLA.

Beh...PIU' O MENO.

Era la sua CONIGLIETTA.

La sua CAROTINA.

Ed era QUELLA DI SEMPRE. Ed era...

Ed era NUDA.

Da non credere.

Era nuda ANCHE LEI, esattamente come lo era LUI.

Non si aspettava certo di trovarsela davanti COSI', oltre che in un occasione talmente INCRESCIOSA.

Non si era neanche DICHIARATO, accidenti. Non aveva nemmeno fatto a tempo ad ESTERNARLE i suoi sentimenti, e ciò che PROVAVA e che stava provando per lei da UN BEL PO'.

E che forse provava da SEMPRE. Da quando L' AVEVA CONOSCIUTA, molto probabilmente. E da quando si erano INCONTRATI.

Ma si deve ANDARE PER GRADI in queste cose, dannazione. UNA COSA ALLA VOLTA.

Di solito si comincia col VEDERSI, con L' ASSIDUA FREQUENTAZIONE, con le USCITE INSIEME...e poi si passa AL BACIO, da prima CASTIGATO per poi arrivare a quello PIU' SPINTO che non prevede IL SOLO UTILIZZO DELLE LABBRA MA ANCHE QUELLO CHE SI TROVA TRA I DENTI, poi una bella CENETTA AL RISTORANTE, DUE CHIACCHIERE IN UN LOCALINO INTIMO E ROMANTICO e poi, poi...forse, poi...

Il FORSE POI che in genere si conclude IN CASA DI UNO DEI DUE, oppure in un BELL'ALBERGHETTO PER COPPIETTE.

SOTTO ALLE LENZUOLA, TRA LE COPERTE E SU DI UN BEL MATERASSO CONVENZIONALE O AD ACQUA, che é ancora meglio.

In genere va così. Ma qui...

Qui era tutto STORTO, gente.

Tutto SBAGLIATO. Tutto FUORI SEDE.

NIENTE ERA IN ORDINE, qui.

Ma proprio NIENTE DI NIENTE.

La scena era a dir poco IMBRAZZANTE. La VERGOGNA...TOTALE.

Ma la cosa sorprendente era che questo doveva valere in PARTICOLAR MODO PER IL SOLO MASCHIO LI' PRESENTE.

E ciò era ben strano. Di solito sono LORO, ad attendere come la manna queste cose e ad APPROFITTARSENE AL VOLO, cogliendo la SUCCOSA OPPORTUNITA' al balzo.

Peccato solo...peccato solo che in quel momento NON FOSSE COSI'.

Non stava andando affatto così. NON IN QUEL POSTO, almeno.

Lo sconcerto non era affatto RICAMBIATO.

Non sembrava così PALESE ed EVIDENTE per LEI quanto invece lo era per LUI.

Judy lo stava guardando con un'espressione alquanto STRANA e CURIOSA, mentre gli si stava avvicinando lentamente e con calma.

La coniglietta sembrava decisamente SORPRESA, da quel suo atteggiamento.

Si. Dava ed aveva tutta quanta l'aria di essere estremamente MERAVIGLIATA. Per non dire PERPLESSA.

“...Ma che stai facendo?” Gli chiese.

 

...Questa vita che...

 

“C – cosa?!” Si schermì Nick, sempre più allibito.

“Si, dico a te” gli rispose decisa Judy. “Da quando in qua ti vergogni a FARTI VEDERE NUDO, scusa? Da ME, per giunta...”

“C – che?!”

“Questa poi...” continuò la coniglietta, mettendosi a ridere. “Come se non conoscessi OGNI ANGOLO ed OGNI CENTIMETRO del TUO CORPO. L'avrò visto TANTE DI QUELLE VOLTE...almeno quanto tu HAI VISTO IL MIO.”

“V – v – veramente...”balbettò confusamente la volpe. “V – veramente i – io...”

“Oh andiamo, Nick” gli fece lei. “Credi che non me ne sia accorta cosa fai quando ci addormentiamo STESI L' UNO ACCANTO ALL'ALTRO, DOPO OGNI NOTTE D' AMORE? Come se non lo sapessi che FINGI DI DORMIRE, E rimani lì a SBIRCIARMI...Beh, sappi che spesso ANCH' IO LO FACCIO. Anche io FINGO DI DORMIRE, tesoro. Ed anche io, certe volte, rimango lì a GUARDARTI quando sei tu il primo a CHIUDERE OCCHIO...”

Nick non capiva più niente. La testa gli stava VORTICANDO.

Era sulle MONTAGNE RUSSE, inun TOUR A RIPETIZIONE e SENZA STOP. In un giro PERPETUO sull' OTTOVOLANTE, con un BIGLIETTO RIDE – FREE valido per L'INTERA GIORNATA.

L'intera SETTIMANA. L' intero MESE. L'intero ANNO, addirittura.

Judy, incurante di ciò, lo raggiunse e si inginocchiò mettendosi proprio al suo fianco.

“C – cosa...cosa HAI INTENZIONE DI FARE?!” Le chiese Nick, allarmato. “C – che cosa...che cosa vuoi FARM...”

La coniglia non gli diede nemmeno il tempo di finire la frase.

 

...Gira insieme a noi...

 

Gli afferrò bicipite ed avambraccio destri con entrambe le zampine anteriori, e con uno strattone secco e deciso lo obbligò a rimettersi sulla schiena.

“N – NO!!” Le urlò. “NO!! FERMA!! NO!!” T – TI PREGO, NO!!”

Eseguì l'azione in modo talmente veloce e rapido che le gambe della volpe si sciolsero dall'incrocio che aveva effettuato, e fecero immediato ritorno nella loro posizione naturale. Facendo così buona compagnia agli arti superiori che si erano già slegati per colpa dell'irruenta strappata, e dell'appendice caudale che aveva deciso ed optato per una saggia ed inevitabile BATTUTA IN RITIRATA.

La barriera, lo scudo che aveva eretto per nascondersi alla sua vista...erano MISERAMENTE CROLLATE.

Era SCOPERTO. VULNERABILE. Come del resto lo era praticamente SEMPRE, in sua presenza. E adesso...

Adesso le stava mostrando TUTTO.

TUTTO. Ogni cosa.

 

...E non si ferma mai...

 

Il sorriso di Judy parve ACCENTUARSI, facendosi quasi MALIZIOSO.

“Vediamo un po' come sei messo...”

“No, Car...a – aspetta, JUDY!! Per favore!! Aspetta SOLO UN MINUTO, per favore!!”

“Guarda, guarda” ammiccò la coniglietta. “Sai...quando MI CHIAMI COL MIO NOME DI BATTESIMO c'é veramente di che PREOCCUPARSI...”

“M – ma...che stai...che stai facend...”

Non gli rispose. Lo scrutò dall'alto in basso, in silenzio. E soffermandosi un pochino più a lungo in un paio di punti che forse NON ERA PROPRIO IL CASO DI STARE A SPECIFICARE.

Fu un'ispezione breve, ma celere. Il classico modo di fare di chi NON SI ASPETTA GROSSE SORPRESE. Ma solo ed unicamente per il fatto che NON VEDE DI BUON OCCHIO MODIFICHE e CAMBIAMENTI vari, perché ha IMPARATO AD APPREZZARE QUEL CHE HA SENZA VOLERLO PARTICOLARMENTE ALTERARE.

“Stà tranquillo...” gli fece, con voce dolce e suadente. “Adesso che ti vedo...adesso che ti posso guardare bene, ti posso assicurare che sei sempre IL NICK CHE CONOSCO IO. Qualunque cosa accada, o che possa accadere...sei e rimarrai sempre IL MIO NICK. Il mio BEL NICK. Il FURBACCHIONE che ADORO. E che AMO. Che AMO CON TUTTA ME STESSA.”

Prima che il furbacchione in questione potesse aggiungere qualcosa lei gli si buttò sopra al petto con il proprio fianco destro, SDRAIANDOGLISI SOPRA e DI TRAVERSO, a PERPENDICOLO.

La sua manina sinistra andò a poggiarsi sulla sommità della testa di lui, ed iniziò a muoversi in una serie di carezze circolari che gli scompigliarono affetuosamente il ciuffetto appena sopra la fronte.

“C – Carot...”

Un brivido gli attraverso il cranio. Era come se dalla punta di quei polpastrelli le fosse partita una scarica elettrica che lo aveva attraversato da capo a piedi.

Aveva sentito rizzarglisi il pelo. Persino la sua coda doveva essere diventata un PUNTASPILLI.

“Proprio non ce la fai ad evitare di chiamarmi così, eh?” Lo interruppe Judy, con tono sarcastico. “Nemmeno in un MOMENTO DEL GENERE,a quanto pare...”

“Ti vedo piuttosto scombussolato” aggiunse. “Ho come idea che tu serva un aTERAPIA D'URTO, mi sa. Beh...non preoccuparti. Adesso...adesso ci penso io a DARTI LA GIUSTA SVEGLIA.”

Allungò anche l'altra mano, mentre abbassava la prima all'altezza della mandibola.

Fece in modo di farle entrambe ritrovare lì, ognuna sul suo lato speculare e con i pollici situati ad un paio di millimetri circa sotto agli zigomi.

Poi tirò la testa di Nick a sé, ed a quel punto non le restò altro da fare che allungare la sua.

Si ricongiunsero a metà tragitto esatto. E nel momento esatto in cui ciò avvenne...Judy decise di STAMPARGLI UN BACIO DRITTO SULLE LABBRA.

 

...Ed ogni vita lo sa...

 

Le pressò con estrema foga contro alle sue, arrivando fin quasi a schaicciargliele come due pomodori rinsecchiti.

Ci fu del trasporto, in quell'atto. Questo era più che certo. Ma il tutto non poté fare a meno di risultare piuttosto ROZZO, GREZZO ed ALQUANTO SBRIGATIVO.

Era comunque stato QUALCOSA, tuttavia.

Qualcosa nel senso di FOCOSO, INTENSO, PASSIONALE nonostante la brevità.

Non era venuto fuori LANGUIDO come Nick avrebbe potuto pre – figurarsi il PRIMO BACIO della vita. Il PRIMO BACIO TRA LORO DUE. Ma...

Ma il suo EFFETTO lo aveva comunque SORTITO.

Il nodo formato NIDO DI RONDINE che gli si era formato tra UGOLA, FARINGE, LARINGE e TRACHEA gli si era subitaneamente liquefatto in un'ondata di calore che gli aveva fatto AVVAMPARE l'intera epidermide, per poi concentrarsi in un unico quanto compatto blocco che gli partiva dall'esofago e dalla bocca dello stomaco fino alla parte inferiore del suo ventre ed al sottopancia, proprio dove finiva la sua macchia di manto più chiara.

Ma gli andò fin troppo bene, vista la situazione. I continui STIMOLI a cui la coniglietta stava sottoponendo sia il suo CERVELLO che il suo FISICO, nella fattispecie L' IPOTALAMO che i suoi NEUROTRASMETTORI con particolare riferimento a quelli adibiti al subitaneo rilascio di ORMONI...NON EBBERO ALCUN EFFETTO, per sua fortuna.

 

...Che rinascerà...

 

Forse fu per L' ASSURDITA ed insieme L' IMPLAUSIBILITA' della situazione in sé.

Forse perché si era davvero reso conto tutto quel che stava vedendo succedere altro non era che poco più di un MIRAGGIO. Un' ILLUSIONE. Un' ALLUCINAZIONE bella e buona.

Non era reale. NON POTEVA ESSERLO. Perciò...

Perciò NON LO RIFIUTO'. Questo no.

Perché aveva capito che NON SE NE USCIVA, da lì.

Se davvero era un SOGNO, o qualcosa d'altro del genere...non ne sarebbe uscito fino a che non fosse giunto al TERMINE di esso.

COME TUTTI I VIAGGI, alla fine della fiera. Una volta che si é PARTITI...si può solo AVERE PAZIENZA, METTERSI COMODI ed ATTENDERE CON CALMA DI ARRIVARE.

Sempre ammesso che SI ARRIVI DA QUALCHE PARTE, prima o poi.

Ma questo, lui...NON POTEVA SAPERLO. Almeno fin quando non avrebbe saputo DOVE DIAMINE SI STAVA ANDANDO A PARARE, con quell' ACCIDENTE DI SOGNO.

 

...In un fiore che fine non ha...

 

E forse fu proprio per tale motivo che, ESTREMO STUPORE a parte...non vi furono ULTERIORI REAZIONI, da parte sua.

Non vi furono SOLLEVAMENTI né REAZIONI DI TIPO IDRAULICO DI SORTA, nelle parti basse.

E di ciò se ne dovette accorgere pure Judy, anche se ritenne opportuno far scivolare la propria zampina anteriore sinistra vicino al suo fianco. Per poi allungarla verso le PERIFERIE INTIME di lui e SINCERARSI DI PERSONA di come stavano le cose.

TOCCANDO DIRETTAMENTE CON MANO. E non solo per modo di dire.

A differenza del suo appena ritrovato partner, lei non aveva nemmeno bisogno di voltarsi per capire L'ANDAZZO e L' ANTIFONA.

Era una PREDA, a differenza di chi le stava SOTTO. Ed in quanto tale...aveva la VISTA PERIFERICA e LATERALE DISPONIBILE DI SERIE, alla pari di TUTTI GLI ALTRI MODELLI.

TASTO' e STRIZZO' ripetutamente dove AVREBBE DOVUTO FARLO. Dove SAPEVA FIN TROPPO BENE che avrebbe dovuto farlo. Col risultato di far DIMENARE e SUSSULTARE ripetutamente il PRIOPRIETARIO delle PARTI INTERESSATE e TIRATE IN CAUSA.

“Oh!!” Fece lui, sbalzando e sgroppando. “Ow!! Hoow!! Ehi!! Piano! Piano, ti ho detto!! E'...é DELICATO, LI'!!”

Quasi se la tolse di dosso. Ma il corpicino di lei, all'apprenza così MINUTO, GRACILE e MINGHERLINO ma in realtà TOSTO e VIGOROSO per via di MUSCOLI perfettamente SODI ed ALLENATI ma mascherati sotto DELICATE e a prima vista INOFFENSIVE FORME FEMMINILI, lo teneva INCHIODATO. E lo costringeva a starsene e rimanersene DOCILE lì dove stava.

Giocherellò ancora per un poco con gli ELEMENTI INCRIMINATI. Ma solo per avere una PRECISA CONFERMA di quel che già stava sospettando.

Una conferma alquanto SGRADITA, a giudicare dalla smorfia di evidente DISAPPUNTO che le si dsegnò sul musetto.

“Tsk, tsk...” gli fece lei. “Ho come idea che tu sia un po' SPOMPATINO, dolcezza. Mi sa tanto che abbiamo un po' ESAGERATO con le nostre NOTTI DI PASSIONE.”

“N – notti d – di...di P – PASSIONE, hai detto?!”

“Si, caro” gli confermò. “ESSE – E – ESSE – ESSE – O, nel caso tu non l'abbia capito. Ho come idea che ci abbiamo DATO DECISAMENTE TROPPO DENTRO, di recente. Da stasera in poi...sara meglio DORMIRE E BASTA, almeno per un po'.”

Si rialzò in piedi, di scatto.

“Forza” gli disse, tendendogli la mano. “Adesso basta scherzare. E' ora di ANDARE.”

“A...ANDARE?!” Esclamò Nick. “E...E dove?!

“Ma come, dove?” Le fece lei. “RAFIKI, lo SCIAMANO...ci aspetta. Lo dobbiamo raggiungere. Ed IN FRETTA, anche.”

La volpe la guardò per un istante.

“...Chi?!” Le domandò, dopo una breve pausa spesa a riflettere e focalizzare.

“Come sarebbe a dire, CHI?!” Sbraitò Judy. “Non...non mi verrai a dire che TI SEI DIMENTICATO CHE GIORNO E' OGGI! E COSA DOBBIAMO FARE!!”

“I – io...io n – non...NON SAPREI, Carotina. C – così, su due zampe...n – non...non lo saprei proprio...”

“M – ma...ma NON E' POSSIBILE, Nick! Tutto...tutto questo é SEMPLICEMENTE ASSURDO!!”

Già. Era proprio ASSURDO. AL DI FUORI DI OGNI LOGICA.

Era questo, ciò che aveva appena pensato lui. Ma ritenne opportuno NON ESTERNARLO e GIRAGLI OPPORTUNAMENTE ATTORNO.

Un truffatore esperto e navigato trova sempre il modo di giungere al NOCCIOLO ed al CUORE. Sia delle QUESTIONI che delle PERSONE. In MILLE MODI ed anche per VIE TRAVERSE, quando e se occorre.

“I – io...io credo di essere un po'...u – un po' c – confuso” le confidò, mentre si teneva la testa con una mano ostentando un fittizio senso di disorientamento. Ma evidente quanto bastava per risultare CONVINCENTE. O almeno che o fosse agli OCCHIETTI VIOLA di lei.

“A...aiutami tu a capire, per favore” la implorò. “Ragguagliami tu.”

“Oggi é il giorno del BATTESIMO” rispose Judy.

“I...il B – BATTESIMO?!” Le disse Nick.

“Si” gli confermò la coniglietta. “Il BATTESIMO. Del PRINCIPINO. Di NOSTRO FIGLIO, NICK!!”

“D – di...di NOSTRO FIGLIO?!”

“Ma non ti ricordi neanche di QUESTO?!”

Lei sospirò. Poi afferrò una delle sue mani senza stare nemmeno ad aspettare che lui gliela offrisse e lo tirò in piedi con uno strattone, facendolo alzare a sua volta.

“I casi sono due, con te” sentenziò. “O ti é PARTITO SUL SERIO UN EMBOLO...oppure ti ho decisamente STRAPAZZATO TROPPO, ultimamente. Un po' di sana ASTINENZA non ti farà male.”

Lo tenne per il palmo della mano con cui lo aveva appena aiutato a risalire. Poi lo fece incamminare lentamente con lei, verso l'uscita.

“Su, caro” lo consolò, dandogli una serie di lievi e ripetute pacche sulla spalla più prossima. “Coraggio, non te la prendere. Forse...forse HO ESAGERATO IO. Si sa che non tutti possono TENERE IL RITMO DI NOI CONIGLI, su certe cose...”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

...E' una giostra che va...

 

Uscirono all'esterno. E non credettero a quel che dovettero vedere coi loro occhi.

Nick DI PIU', senz'altro.

Judy dava tutta l'aria di ASPETTARSELO, sotto un certo punto di vista. Ma era rimasta UGUALMENTE ESTASIATA, dallo spettacolo che si parava dinnanzi a loro.

Si trovavano, sia loro che la grotta, ai piedi ed alla base di un gigantesco, monumentale LASTRONE DI ARDESIA, a giudicare dal colore brunastro.

Era sostenuto da una sorta di picco puntuto la cui estremità acuminata era piazzata proprio sotto alla sua parte centrale, nell'esatto punto mediano.

Sembrava perennemente in bilico, in una sorta di equilibrio sempre precario quanto approssimativo.

Come facesse a rimanere in piedi a quelle condizioni doveva costituire un assoluto MISTERO.

Un autentico MIRACOLO. Se poi si considerava che doveva essere lì da tempi immemori.

Da DECENNI. SECOLI. Se non MILLENNI.

Il fatto che non fosse ancora CROLLATA, ACCARTOCCIANDOSI SU SE' STESSA...andava ritenuto come un PRODIGIO.

UN PRODIGIO DELLA NATURA.

 

...Questa vita che...

 

Dava l'impressione di essere UN DITO.

Quella SPORGENZA, così PERICOLANTE e MAESTOSA insieme...dava tutta l'aria di essere un dito.

Una FALANGE di pura pietra, alzata e puntata verso il cielo.

Ed al suo cospetto...

Al suo cospetto si era radunata una vera e propria MOLTITUDINE.

Un OCEANO di MAMMIFERI.

PREDE e PREDATORI.

Zebre. Antilopi. Giraffe. Elefanti. Gnu.

E poi tigri, leopardi, licaoni, e...

No. Delle IENE non vi era ALCUNA TRACCIA.

Chissà perché. Ma, a parte quello...vi era davvero DI TUTTO.

Di tutto. Di tutto, ed anche di più. E non solo.

L'atmosfera era SACRALE. SOLENNE.

Non si poteva udire nemmeno una mosca o una zanzara volare. Eppure...

Eppure a Nick stava quasi VENENDO DA RIDERE.

Era sul punto di partire con una bella e sana SGHIGNAZZATA DI PURO GUSTO. E stava davvero facendo una gran fatica a trattenersi.

E non per il fatto che lo spazio aereo circostante fosse solcato ed invaso da ogni genere di CREATURE PIUMATE ed alate che, nel mondo e dal tempo in cui proveniva lui...NON ESISTEVANO PRATICAMENTE PIU'. E DA UN BEL PEZZO, anche.

E lo stesso si poteva con sicurezza affermare di quelle che stavano STRISCIANDO AL SUOLO. Oppure vi CAMMINAVANO VICINO QUASI RASENTANDOLO CON LA PANCIA, ed egualmente a quelli menzionati in precedenza erano ricoperti di SQUAME e di SCAGLIE.

UCCELLI e RETTILI erano ormai da considerarsi ESTINTI. PIU' CHE ESTINTI.

Erano ormai POLVERE, nel suo mondo. POLVERE INGHIOTTITA DALL' INESORABILE SCORRERE DEL FLUSSO DEL FIUME DEL TEMPO. E di cui NON VI ERA RIMASTA LA BENCHE' MINIMA TRACCIA, se non sulle pagine dei LIBRI e dei TRATTATI di STORIA NATURALISTICA.

E la sua ilarità non era nemmeno dovuta al fatto che i partecipanti e gli occupanti del piazzale sottostante stazionassero e procedessero a QUATTRO ZAMPE, come facevano tutti i mammiferi prima che L' EVOLUZIONE DELLE SPECIE desse loro LA SPINTA NELLA DIREZIONE GIUSTA facendogli guadagnare ed ottenere LA POSIZIONE ERETTA, oltre al fatto di poter fare SFOGGIO ed adeguato UTILIZZO di un bel paio di POLLICI OPPONIBILI.

E neanche la causava il rendersi conto che gli animali, TUTTI gli animali lì presenti, oltre che messi GATTONI e CARPONI...erano TUTTI NUDI, esattamente come LUI e JUDY.

Anche se per un attimo lo attraversò il consistente sospetto che il MYSTIC SPRING OASIS CLUB si fosse d'improvviso ALLARGATO.

Il MYSTIC SPRING OASIS CLUB.

Il CLUB DELL' OASI DELLA FONTE MISTICA.

Il RINOMATO ed insieme FAMIGERATO RITROVO per mammiferi NUDISTI, NATURISTI o semplicemente VIZIOSI e DEPRAVATI visto che, approfittando del fatto che fossero tutti NATURE, qualcuno se ne approfittava per soddisfare i propri insaziabili APPETITI di genere prettamente CARNALE sfruttando il fatto che gli iscritti, al'interno della struttura, erano liberi di girovagare e partecipare alle attività dell'associazione rigorosamente in costume ADAMITICO.

Intrattenersi in attività di tipo SESSUALE era PROIBITO, lì dentro. Fatta eccezione per alcune GIORNATE PIUTTOSTO PARTICOLARI, che ora non si starà certo a NOMINARE e nemmeno ad ELENCARE.

Ma si dice che se anche ogni UCCISIONE costituisca un CRIMINE, non per questo la gente FACCIA A MENO DI FARLA.

Così come molta gente che spesso si ritrova a farsi contestare la loro PRIMA INFRAZIONE...in realtà l'infrazione in questione l'aveva GIA' COMMESSA. E RIPETUTAMENTE, anche.

Era solo la PRIMA VOLTA CHE LI BECCAVANO, tutto qui.

Allo stesso modo molti si intrufolavano in veste di AGENTI GUASTATORI. Per rimediare qualche SVELTINA di SOPPIATTO, di STRAFORO e SOTTOBANCO. Del resto, il posto era bello grande. E i due gerenti, rispettivamente uno YAK ed un' ELEFANTESSA, non erano proprio il massimo dell' ACUME. Anche se il primo era dotato di una memoria a dir poco PRODIGIOSA.

Cosa abbastanza strana, visto che di solito sono i PACHIDERMI ad avere una MEMORIA DI FERRO.

Ma a Zootropolis, si sa...OGNUNO PUO' ESSERE CIO' CHE VUOLE, no?

E quindi bisogna contare che la frase in questione si presta a MILLE INTERPRETAZIONI DIFFERENTI. E ad un inevitabile quanto logico ROVESCIO DELLA MEDAGLIA.

Quindi, se ognuno può essere davvero ciò che vuole...allora ciò significa che NON PER FORZA UNO DEVE ESSERE COME LA GENTE SI ASPETTA CHE SIA.

Il che sta a significare che ci si può imbattere anche in GHEPARDI LENTI E OBESI, ELEFANTI SMEMORATI, BRADIPI CON LA FISSA DELLA VELOCITA' ESTREMA, BUFALI PERSINO COMPRENSIVI NONOSTANTE LA TESTARDAGGINE CONGENITA...e CONIGLI CORAGGIOSI.

E VOLPI ONESTE.

Non era il caso di FINNICK, però.

Qualcuno se ne approfittava del fatto che si stava TUTTI IGNUDI, si diceva poc'anzi. Ma vi era anche chi osava fare di PEGGIO, proprio come il suo EX – COMPARE.

Come il buon vecchio Finn, che tutto ad un tratto...no, anzi, DA SUBITO AVEVA PRESO A LUCRARCI SOPRA, facendosi pagare per le sue PRESTAZIONI INDECENTI. Ma SOLO PER CHI STAVA A GUARDARE, non certo per chi le SUBIVA.

Fini che lo BECCARONO, e le venne apioppata una bella ORDINANZA RESTRITTIVA.

Non solo non poteva più entrare, ma non poteva nemmeno più AVVICINARSI ALLE MURA dato che doveva starsene almeno a VENTI METRI DI DISTANZA dal perimetro esterno del locale.

Fu la FINE quindi della sua INTRAPRENDENTE quanto AUDACE attività IN PROPRIO. DENTRO AD UN ALTRA ATTIVITA'. E dentro anche a PARECCHIE FRUITRICI dell'attività in questione. Con grande, grandissimo SCORNO da parte di una considerevole fetta della clientela FEMMINILE e con altrettanto enorme SOLLIEVO da parte di TUTTI GLI ALTRI.

Forse l'unico problema, lì...lo costituiva il fatto che il buon vecchio Finn stava semplicemente ROVINANDO LA REPUTAZIONE DI MOLTA GENTE.

In ogni caso, quando lo COLSERO IN FRAGRANTE...la sua brillante dichiarazione per la stampa fu:

 

“E allora? E mica lo facevo di NASCOSTO!!”

 

Non aveva saputo uscirsene proprio con NIENTE DI MEGLIO, quel BABBEO PATENTATO.

Tornando prettamente al CLUB di NUDISTI...a Nick venne istintivamente da pensare che avessero fatto UN BEL MUCCHIO DI SOLDI, di recente. Al punto da potersi permettere di costruire una SEDE DISTACCATA.

Un bel RESORT, composto da ettari ed ettari di terreno VERGINE ed INCOLTO, situato in qualche PAESE SPERDUTO ed ESOTICO. Dove poter organizzare FESTE A TEMA. Oppure SCHERZI A TEMA.

Sì. Qul che stava succedendo sembrava davvero un grossissimo, monumentale e clamoroso SCHERZO.

BEN RIUSCITO, tra l'altro. Ci sarebbe stato senz'altro da fare i più sentiti COMPLIMENTI al MARPIONE che lo aveva IDEATO ed ORGANIZZATO.

Perché gli scherzi MIGLIORI, quelli più EFFICACI...sono quelli in cui la BURLA confina con L'INCUBO.

Peccato solo che, quel giorno...NON VI FOSSE NESSUN COMPLEANNO, IN VISTA. E NEMMENO UNA RICORRENZA, SEGNATA SUL CALENDARIO.

Non furono comunque questi pensieri e queste considerazioni, a farlo ridere dentro di sé. Così come non fu la sua innata capcità di vedere sempre il LATO COMICO in ogni cosa.

La cosa veramente ma veramente BUFFA era la creatura che stava tenendo quell'assurda quanto astrusa ed inspiegabile cerimonia. Quello che stava ricoprendo la funzione di MINISTRO DI CULTO.

Nick, in precedenza, non era rimasto sconcertato come lo era ADESSO. Anche se vedere coi propri occhi animali ormai SCOMPARSI ancora IN VITA e capaci di muoversi e di emettere ognuno il suo CANTO e VERSO tipico doveva far lo stesso un certo EFFETTO.

Ma l'animale che gli stava di fronte...avrebbe potuto giurare su di una montagna di bibbie fresche fresche di stampa, su ciò che aveva di più caro e prezioso al mondo e persino sulla sua testa di NON AVER MAI VISTO UN SIMILE ESSERE.

MAI. NELL'INTERO CORSO DELLA SUA ESISTENZA.

 

...Gira insieme a noi...

 

Come loro due, e a differenza di tutti gli altri...era anche lui RITTO SULLE DUE ZAMPE INFERIORI ed in POSIZIONE ERETTA.

Aveva il pelo color grigio scuro, e da quel poco che si poteva notare vedendolo di spalle, a partire dal collo fino a giù sul ventre gli si doveva estendere un'unica chiazza di tonalita più chiara. Mentre diventava invece di una sfumatura più scura, nel punto in cui le braccia confluivano negli snelli e magrissimi polsi.

Ecco. Le braccia. LE BRACCIA, dannazione.

Straordinariamente lunghe, addirittura sproporzionate rispetto alle gambe. E le dita, sia quelle della mani e dei piedi...erano completamente GLABRE. Così come le ORECCHIE.

Inoltre, aveva una CRINIERA. BIANCA, come la neve della cima di una vetta ancora INESPLORATA ed INCONTAMINATA. Solo che sembrava partirgli dalla base della nuca piuttosto che dalla parte superiore della testa.

Ma il particolare più inquietante erano le NATICHE.

Erano anch'esse PRIVE DI PELLICCIA. E ROSSE E TONDE COME DUE GROSSI POMODORI.

 

...E non si ferma mai...

 

La creatura stava reggendo in grembo, tenendo una della due braccia ripiegata su sé stessa come una CESTA o una CULLA, un fagottino di stoffa bianco come la sua criniera. Mentre con l'altra mano stava tenendo nel palmo un frutto altrettando tondo almeno quanto lo erano gli emisferi delle sue due CHIAPPE. E PARECCHIO SUCCOSO, a giudicare dall'aspetto.

Dentro all'involto vi doveva essere un altro essere vivente. Nei primi giorni della sua vita, però.

Un PICCOLO. Un CUCCIOLO. E NATO DA POCO, anche.

Lo si poteva intuire dal fatto che la creatura, che dal canto suo sembrava invece PARECCHIO ANZIANA ED IN LA' CON GLI ANNI, gli stava cantando una sorta di strana e singolare NENIA.

Una NINNA – NANNA. Per tenerlo calmo e tranquillo. Per farlo dormire.

 

“...Ohm n'gh' ghuth...vhajhra wnt' thurr...mhah' nhuh phahaharahyah hoh' jhonht...dhihdhohmhehbhahwhah rh' nhert...sahrhbah sahr' hbah habh' shluth...mhaalaahkaahlah kharmah ghon' dharh...sahrudoh sahsahbharmah cyh' ham...holy' bhutz' bahura chittham...maahlahlahke' helehlah mihshnafh...”

 

Poi alzò la mano destra e con un movimento deciso lanciò il frutto a terra, facendolo spiaccicare di netto.

Allungò quindi il dito indice e medio di quella stessa mano e le intinse nella polpa e nel sugo che aveva appena rivelato ed esposto al sole ed all'aria. E le avvicinò al fagotto, immergendovele dentro e tracciando una brevissima linea orizzontale.

A qulunque cos...no, a chiunque vi fosse dentro a quelle fasce doveva aver fatto sicuramente qualcosa.

Nick pensò che aveva dovuto imprimergli un marchio. SULLA FRONTE.

Non poteva saperlo con chiarezza. Ma lo INTUIVA. Lo SENTIVA, che doveva essere per forza così.

Dopotutto, era la conclusione più naturale e logica.

 

...Ed ogni vita lo sa...

 

La creatura si girò e prese a dirigersi verso di loro.

Nick poté finalmente vederlo in faccia. E, per poco e per un soffio...NON GLI SCOPPIO' A RIDERE, ADDOSSO A QUELLA FACCIA.

 

Oddio, pensò. Visto davanti...visto dal DAVANTI E' ANCORA PEGGIO CHE DI DIETRO.

Ha il MUSO che é MESSO ANCORA PEGGIO DEL SEDERE.

Non so...non saprei dire CHI SIA IL PIU' BRUTTO, tra i due.

 

La mandibola ed il mento erano privi di manto pure la loro. E dalla punta del secondo partiva, orientato verso il petto, un pizzetto bianco e candido quanto lo era criniera.

Il naso era a dir poco enorme, e copriva tutta la parte centrale del volto.

Ad entrambi i lati di esso vi erano due livree composte da una serie di strisce blu che seguivano le linee degli zigomi, in cui si intarsiavano le orbite e le palpebre, di colore azzurro come il cielo nelle giornate più limpide e terse.

Gli occhi erano giallastri, con due pupille nere come l'ebano.

La volpe si voltò a guardare Judy. Più che altro per sincerarsi delle sue reazioni.

La conigliettà, che già sorrideva, accentuò il suo sorriso. Anche se non era certo dovuto ai medesimi motivi che avevano dato vita a quello del suo compagno.

 

...Che rinascera'...

 

Nel frattempo, la strana creatura li aveva raggiunti.

Mise gli occhi sull'involto bianco. Ma non glielo mostrò. Ne diede da capire che potevano prenderlo.

Non ancora, almeno. Anche se..

Anche se era chiaro, fin troppo chiaro che quello, o quella, era...era...

Era IL LORO, o LA LORO...

“Oggi è un gran giorno, amici miei” disse, con voce lenta e calma. Quella di chi da sempre é abituato a misurare le parole. Ogni singola parola-

“Lode a te, o sommo Rafiki” disse Judy.

“Il nome, presto” aggiunse. “Lo avete deciso, il nome?”

“Io e mio MARITO abbiamo deciso. E...”

“Ehm...per caso é SIMBA?”

Era stato Nick a dare quel suggerimento, prendendo a sorpresa la parola. E senza che nessuno glielo avesse chiesto, a giudicare dalle smorfie che fecero gli altri due.

Quella della coniglietta, soprattutto. Che sembrava si stesse chiedendo ma soprattutto GLI stesse chiedendo come aveva fatto a venirgli in testa un'idea così BALZANA e BALORDA.

Lo sciamano, visto che di lui si trattava, scoppiò a ridere mettendosi una mano davanti alla bocca e coprendosi le palpebre.

“Ehm...ho...ho indovinato, forse?” Fece Nick, alquanto titubante. “O...o magari é meglio KIMBA?”

“Scegli tu” propose Judy, senza dargli minimamente retta. E senza neanche degnarsi di rispondergli. “Così abbiamo deciso. E anche Nick é d'accordo. Ne abbiamo già parlato, anche se oggi il mio consorte sembra NON RICORDARSI NULLA. Un FICO SECCO.”

“Abbiamo deciso che sarà la NATURA, a decidere il nome” aggiunse. “Saranno la GRANDE MADRE ed il GRANDE PADRE, a decidere il nome. Saranno il cielo e la terra a stabilirlo, tramite la tua lingua.”

La creatura abbasso lo sgurado, in segno di riverenza e di profondo rispetto.

“Vi ringrazio, vostra ALTEZZA” confidò. “Per me é un onore. Il più grande onore che potevo ricevere in dono dai miei due migliori amici.”

Nick emise un sospiro.

Nonostante non riuscisse ancora a crederci, per lo meno non fino in fondo...quello a cui aveva appena assistito l'aveva detta ben lunga sul ruolo che avrebbe avuto e ricoperto, all'interno della gerarchia famigliare. E su chi avrebbe portato i pantaloni, dentro a quella cas...

Pardon, a quella caverna.

Tornò verso il bordo della rupe. Ed alzò il fagotto al cielo con entrambe le mani.

Uno squarcio aprì le nubi, ed un raggio di sole investì le due figure.

Colui che stava offrendo il nuovo arrivato e nascituro alla benedizione del grande astro che ogni giorno, ora e sempre, provvede scaldare ed illuminare l'intero mondo pronunziò qualcosa.

Un nome. Appena accennato e mormorato a mezze fauci.

Un nome che poteva essere KYLE. O EMILIE. Oppure ERMENEGILDO O GENOVEFFA, tanto era uguale.

Non si capiva. Non si capiva lo stesso.

Gli animali sotto la sporgenza si levarono sulle loro zampe posteriori, esultando e mettendosi a cantare inni di gioia e di giubilo, ciascuno con la voce ed i versi che il creato aveva scelto per loro. Ognuno di loro.

 

...In un fiore che ancora vivrà...

 

Lo sciamano fece ritorno dalla coppia. E, finalmente...

Finalmente mostrò loro l'involto.

“Ecco” disse. “E' compiuto. Tutto é compiuto, amici. Ve lo affido. Crescetelo con amore, con saggezza e con pazienza. Crescetelo forte, ma con con un cuore altrettanto forte. E grande.”

“Lo faremo” promise Judy, con solerzia.

“L – lo...lo f – faremo” le fece eco Nick, anche se tentennò un poco.

“Ora é vostro” disse la creatura. E subito dopo mise in braccio ciò che portava alla coniglietta, che lo resse al meglio con entrambe le proprie zampe anteriori. Era così piccolo...

Lei sembrava raggiante. Radiosa. Almeno quanto il sole che era spuntato sopra la rupe.

Stava piangendo e ridendo al tempo stesso. Due lacrime le rigarono le guance, con le gocce che avevano dato inizio alla copiosa discesa che erano ancora ben visibili, perfettamente sferiche e luccicanti come due minuscole perle.

Nick stava tremando dall'amozione, nonostante la situazione a dir poco irreale ed assurda.
Per quanto inconcepibile possa essere, tra una coniglietta di madre ed una volpe di padre...UN FIGLIO E' E RESTA PUR SEMPRE UN FIGLIO.

Allungò una mano verso il fagotto. Non riusciva ancora a vederne bene il musino. Inoltre...sembrava stesse emettendo un aluce diafana.

Infilò la mano in quel bagliore, e...qualcosa gliela strinse.

Una manina. Era...era caldissima.

Contemporaneamente il bagliore diminui d'intesità, in modo da rivelare le fattezze e l'aspetto del pargolo.

Nick si avvicinò. E lo guarò. Era...

Era...

Era...

No.

Non era POSSIBILE. Non...

NON POTEVA ESSERE LUI.

NON POTEVA DAVVERO ESSERE LUI.

NON POTEVA.

Era...

Era FINNICK.

Com'era...

COME POTEVA ESSERE?

COME DIAVOLO POTEVA ESSERE?

Il fennec lo stava osservando con sguardo perfido, mentre succhiava a ritmo continuo e cadenzato un ciuccio viola dalla forma vagamente romboidale.

Viola. Il chiaro colore della MALVAGITA', da sempre. E del LUTTO DEI FUNERALI, altro che delle NASCITE.

Ed al centro della sua piccola fronte, proprio come il suo PRESUNTO GENITORE DI STAMPO MASCHILE aveva ipotizzato in precedenza...vi si poteva scorgere una piccola liena orizzontale tracciata col pollice, mediante la polpa del frutto assassinato in precedenza inscenando una caduta di tipo puramente accidentale.

La volpe si sentì raggelare il sangue, a quell'orrida vista. Se avesse voltato lo sguardo, anche solo per una singola frazione di istante, avrebbe potuto quasi sicuramente scorgere della BRINA AZZURRINA sulla sua rossa pelliccia.

Si girò verso Judy, che gli rivolse un sorriso ebete.

“Non é BELLISSIMO, amore?” Gli disse, beata e giuliva.

Non oso risponderle. Non A VIVA VOCE, almeno.

 

Bellissimo, eh? Certo, Carotina.

COME NO.

Da BUTTARSI GIU' DA UN PALAZZO DI CENTO PIANI.

O DALL'ACCIDENTE DI RUPE CHE ABBIAMO DAVANTI.

DRITTO FILATO.

Bellissimo, dici? Nel PEGGIORE DEGLI INCUBI.

O degli SCHERZI, tanto per restare a TEMA.

 

Cercò di divincolarsi disperatamente, nel tentativo di liberarsi. Ma il pupo non aveva la mnima intenzione di mollare la presa e di lasciarlo andare.

Davvero incredibile che avesse tutta quella forza così erculea e mostruosa, trattandosi di un poppante. Ma visto che si trattava di FINN...forse non vi era da stupirsi più di tanto.

“Allora?” Insistette la coniglietta. “Non dici nulla? Non é forse bellissimo il nostro BAMBINO?”

“Allora?” Gli ripetè, impaziente. “Non dici nulla...PAPA'?”

PUPO – FINNICK allungò la zampetta anteriore rimasta libera verso di sé e si tolse il ciuccio emettendo un rumore di tappo di sughero sturato con forza dal collo di una bottiglia. E...

E PARLO'.

GLI PARLO.

Gli parlò con la sua tipica voce rauca e catarrosa. Nonostante la tenera età doveva già FUMARE e SCARACCHIARE come un OTTUAGENARIO NAVIGATO.

Gli parlò. Rivolgendogli un'occhiata diabolica con i canini scoperti e gli occhi iniettati di sangue.

Lo sguardo che doveva avere un qualunque tipico SICARIO pronto a colpire.

 

“...DADDY!! AHR, AHR, AHR!!”

 

Poi scoppiò a sghignazzare, imitato dalla cara mammina.

Nick non ce la fece più.

Inspirò d'istinto e iniziò ad URLARE.

A pieni polmoni e con quanto fiato aveva e gli era rimasto in gola. E con la faccia stravolta.

 

“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHH!!”

 

Finn, o almeno quel che si poteva vedere di lui da dentro al fagotto, iniziò ad emettere uno strano bagliore che nel giro di pochi attimi cominciò ad aumentare in maniera esponenziale.

Quello splendore spettrale si ingigantiva a vista d'occhio. Diventava sempre più luminoso ed abbagliante. Oltre ogni limite.

Stava diventando...no, era già insopportabile.

Nick non riusciva più a tenere i propri occhi aperti. Eppure non riusciva lo stesso a distorglierli.

Il bagliore fuoriuscì dall'involto, iniziando ad avvolgere ogni cosa.

Sembrava stesse inglobando, inghiottendo tutto. Tutto quanto.

E chi lo stava emettendo non smetteva più di ridere, di ridere...

Il bianco accecante ricoprì l'intera rupe. E da lì l'intera valle. Ed infine l'intera Savana, al gran completo.

Il bianco aveva avuto il sopravvento totale. E Nick non poté vedere né sentire alcunché.

Più nulla.

 

...Ancora vivrà.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti, rieccomi qua!!

Come andiamo?

Spero bene. Per tutti voi.

Pare che pian piano il Lock – down stia iniziando ad allentarsi.

E meno male, direi.

Posso giusto parlare per me, ma...in questi due mesi siamo andati avanti a lavorare, nel massimo rispetto delle misure di sicurezza. Con mascherina e quant'altro.

Quindi, se ce l'abbiamo fatta senza avere contagi...può farlo chiunque altro.

A parte queste considerazioni...é importante tornare al lavoro. E non solo per tenere impegnata la gente in qualche modo.

Occorre far ripartire l'economia, o di questo passo...rischiamo di trovarci di fronte ad un'emergenza ancora più grave del morbo che ci ha colpito fino ad ora. E che sta continuando a colpirci, perché é tutto tranne che debellato.

Per usare un eufemismo, visto che si stanno facendo molti paragoni con l'ultima guerra mondiale...non serve aver scampato i proiettili al fronte se poi devo tornare a casa per crepare di fame.

Poi...molto starà a noi.

Occorrerà una grande responsabilità. Da parte di tutti.

Se ci riversiamo in strada tutti come prima ricomincerà tutto da capo. E noto che molta gente non aspetta altro.

Allora...vuol dire che molti non hanno ancora capito nulla.

Piuttosto...vedendo che l'aria é tornata pulita, le stagioni hanno ripreso il loro regolare corso (é Primavera. E come ogni Primavera che si rispetti...NON FA TANTO CALDO. Non é giusto che ad Aprile faccia caldo come a Giugno inoltrato) e ci sono alcuni animali selvatici a passeggio per le città come cervi, volpi, conigli, porcospini, anatre, germani (e pure cinghiali), e nei mari si sono rivisti delfini e capodogli...

Sopra al Duomo si é vista un'aquila reale, rendiamoci conto. Erano sparite da quarant'anni!!

Persino il cielo sembra più blu. Non c'é più quella cappa grigia di smog che ricopriva la metropoli e che potevi scorgere arrivando dalla tangenziale.

E' bello vedere degli animali aver riottenuto il loro spazio, senza essere costretti ad andare in giro di notte quando l'uomo non c'é.

Ora io mi chiedo...riusciremo a mantenere tutto così?

Ne dubito. Una volta finito tutto...le cose torneranno come prima. Se non peggio.

Nessuno impara mai nulla.

Riusciremo a trovare un nuovo modo di porci davanti al mondo, e alle altre creature? Ch hanno il diritto di vivere esattamente come noi?

Speriamo. O presto accadrà di nuovo qualcosa.

Ma ora veniamo al racconto.

Dunque...con questo mese, anche se con un LEEEGGERISSIMO ritardo, sono esattamente trascorsi QUATTRO ANNI ESATTI dall'inizio della pubblicazione di questa long.

E direi che non vi era modo migliore di festeggiarlo se non di far tornare in pista il protagonista principale.

NICK.

Perché questo, ormai, é un romanzo corale. Di volta in volta ogni personaggio acquisisce una sua importanza. Lo abbiamo visto nelle scorse puntate, con Maggie e Finnick.

Ma l'elemento principale, il catalizzatore degli eventi...é e resta la nostra volpe.

Quest'anno la Pasqua é caduta proprio di questo mese, e perciò...credo che calzi a pennello, a costo di rischiare di passare per blasfemi.

In effetti, quello a cui stiamo assistendo é una vera e propria RESURREZIONE.

Come indica il titolo, del resto.

Nick sta RISORGENDO. Ma ovviamente...sapete già che a me le cose facili non piacciono.

Quindi...sto facendo in modo che la cosa avvenga in un modo del tutto particolare.

Scherzi a parte...gli ultimi due episodi devono aver spiazzato non poco.

Prima quell'assurdo rito da parte del nanerottolo malefico, e poi...questo.

In tal proprosito...ne approfitto per rassicurare tutti.

Non vi é alcuna pretesa di realismo, in quello che ho raccontato. E' una rappresentazione della magia come la si potrebbe vedere in un qualunque film della Disney.

Come i poteri di Merlino o di Magò, oppure la sciamanesimo mostrato in film come KODA – FRATELLO ORSO oppure IL VIAGGIO DI ARLO. O il Vodoo utilizzato da Monsieur Faciliér ne L A PRINCIPESSA E IL RANOCCHIO. Giusto per citarne alcuni.

Quello che avete visto non rappresenta in alcun modo le idee dell'autore, e nemmeno vuol essere un tentativo di parlare o di convertire gente all'occulto.

Ci mancherebbe altro.

IT'S JUST ENTERTAINMENT, come direbbero negli states. E' solo a fine di divertimento.

Idem per la scena piuttosto PICCANTE tra Nick e Judy, improvvisamente e a sorpresa ritrovati. Anche se solo in campo puramente ONIRICO, almeno per il momento.

A me ha fatto ridere, come scena. Per questo non ho ritenuto cambiare rating.

Non diventeranno la norma, scene simili. E non si andrà mai oltre così.

Pigliatelo come uno SPASSOSO FUORI – PROGRAMMA, tutto qui.

Comunque...posso ben immaginare che tra questo e lo scorso episodio parecchi lettori siano rimasti ragionevolmente spiazzati.

Prima il rito magico, ed ora un bel VIAGGIO LISERGICO (giusto perché abbiamo citato ARLO. Dove, ad un certo punto, i due protagonisti finiscono vittime di allucinazioni dopo aver ingurgitato alcune bacche non meglio precisate).

Inutile dire che si tratta di un sogno, come ho già accennato poche righe più sopra. Così come é superfluo aggiungere cosa lo abbia scatenato.

Che cosa, dite? Ma naturalmente la robaccia che Finn ha ordinato a Laureen di bruciare nell'incensiera!!

Ma tu guarda un po'...chi l'avrebbe mai detto che le droghe del piccoletto fossero in grado di APRIRE VARCHI SU ALTRI UNIVERSI?

Forse lo dovrebbero mettere sulle avvertenze.

ATTENZIONE!! L' USO PROLUNGATO PUO' GENERARE CROSS – OVER A CASO E TOTALMENTE INSENSATI CON ALTRE OPERE, PER POI STRAVOLGERNE COMPLETAMENTE IL SENSO E METTERLE OLTREMODO IN RIDICOLO.

Infine...avrete capito tutti con quale classico si sia contaminato, questa volta.

Il sottoscritto, con IL RE LEONE, ha sempre avuto un rapporto alquanto controverso.

Per carità, lo considero un grandissimo film. E l'ho rivalutato del tutto.

Ma la sua creazione risale ad un periodo in cui noi appassionati di anime e di vecchi cartoni giapponesi la Disney la vedevamo come IL FUMO NEGLI OCCHI.

Giravano GRAVISSIMI SOSPETTI DI PLAGIO, sui suoi confronti. E vedendo certi suoi film...c'era da giurare che il tremendo sospetto in questione NON FOSSE POI DEL TUTTO INFONDATO.

Diciamo che la casa di Topolino versava in un momento di crisi creativa e di idee.

E perciò...nel tentativo di salvare la baracca aveva preso a SCOPIAZZARE A DESTRA E A MANCA. E SENZA VOLER PAGARE DAZIO, per giunta.

Nel caso de IL RE LEONE, erano fin troppo evidenti le analogie con un vecchissimo capolavoro animato del grande (anzi, grandissimo) OSAMU TEZUKA.

Chi é? Mah, un signore (buonanima, ormai) che viene tuttora considerato il PIU' GRANDE AUTORE DI MANGA MAI ESISTITO.

Che ha dato vita a centinaia di opere che hanno ispirato decine e decine di autori negli anni a venire.

Al punto che gli hanno intitolato un premio omonimo, che ogni hanno viene donato ai migliori manga di svariate categorie (giusto per parentesi, e per citare un'opera che mi sta piacendo parecchio...nel 2018, tra gli altri, lo ha vinto BEASTARS di Paru Itagaki. Negli esordienti, mi pare).

A noi ne interessa uno, in particolare.

JUNGLE TAITEI. Da noi detto LEO, IL RE DELLA GIUNGLA. Oppure KIMBA, IL LEONE BIANCO (da qui la battuta del nostro NICK. Anche se persino Matt Groening ne I SIMPSON ha fatto un battuta simile, in una puntata).

Ovviamente, interrogata sul fatto, la Disney fece orecchie da mercante.

 

LEO, IL RE DELLA GIUNGLA?

MAI SENTITO.

 

Del resto, accusare una persona non basta. Anche se hai ragione. Perché la scopiazzatura era in troppo evidente. E come se non bastasse...la Disney fece pure di peggio, più avanti.

Qualcuno si ricorda ATLANTIS – L' IMPERO PERDUTO?

Anche lì. Scopiazzarono alla grande. Da cosa?

Semplice. Da FUSHIGI NO UMI NO NADIA di Hideaki Anno e dello studio Gainax. Da noi NADIA E IL MISTERO DELLA PIETRA AZZURRA.

Ma anche in quel caso...

 

IL MISTERO DELLA PIETRA AZZURRA?

MAI SENTITO NOMINARE.

 

Ma come dicevo...anche avere ragione NON BASTA, per la legge.

Lo so. E' una delle contraddizioni della società.

Vuoi ottenere i tuoi diritti, presso una multinazionale? Libero di provarci.

Loro ti dicono PENSI DI AVERE RAGIONE? FACCI CAUSA, BELLO. E VEDIAMO CHI VINCE.

I processi...COSTANO. E pure gli avvocati. Specie se poi ti vuoi mettere contro una delle industire più potenti del mondo, che può permettersi i migliori difensori provenienti dagli studi più rinomati.

Ricordatevi una cosa, ragazzi.

Per la legge...NON VINCE CHI HA RAGIONE. VINCE CHI HA SOLDI, POTERE, MEZZI E I MIGLIORI RAPPRESENTANTI LEGALI.

Da cui é facile intuire che molti autori giapponesi si incazzarono come bestie, per questi presunti saccheggi. In particolar modo per la faccenda di Tezuka, che considerarono un vero affronto.

Ma rinunciarono praticamente da subito a citare a giudizio la Disney, per evitare di finire coinvolti in una battaglia legale che avrebbero sicuramente perso. E che li avrebbe mandati in rovina.

Perché i colossi dell'industria si possono permettere di pagare risarcimenti milionari ogni anno per i danni che fanno, in cambio di avere la stupenda libertà di continuare a fare i loro PORCACCI COMODI.

Oggi come oggi la considero acqua passata. Ma la cosa fece incapperare non poco anche noi appassionati di animazione giapponese.

La consideravamo UN' INGIUSTIZIA BELLA E BUONA.

Poi, come direbbe il grande Quentin Tarantino...

 

E' INUTILE ACCUSARE DI COPIARE, NEL CINEMA. PERCHE' TUTTI COPIANO, ECCO LA VERITA'.

 

Parole sante, per carità. Anche se ritengo che bisognerebbe avere un minimo di RITEGNO. Anche nel fare certe cose.

Detto questo, IL RE LEONE lo avevo visto. E non mi era affatto dispiaciuto, nonostante le opere Disney di quel periodo non mi andassero paritcolarmente a genio. Discorso a parte per i vecchi classici (tipo ROBIN HOOD o LA SPADA NELLA ROCCIA, tanto per intenderci).

Ma é a rivederlo da ADULTO, ma soprattutto da GENITORE...che il messaggio di questo film emerge in tutta la sua IMPORTANZA e POTENZA.

Parla di cosa vuol dire AVERE LA RESPONSABILITA' DI CRESCERE UNA VITA, tra le altre cose.

Noi mamme e papà diciamo ai nostri bambini che ci saremo PER SEMPRE. O al massimo PER TUTTO IL TEMPO CHE AVRANNO BISOGNO DI NOI. Ma...

Ma sappiamo fin troppo bene che NON E' COSI', CHE STANNO DAVVERO LE COSE.

E allora cerchiamo di passare più tempo possibile, con loro. Ben sapendo che un momento perso...NON TORNERA' MAI PIU'.

Il tutto tra MILLE IMPEGNI ED INCOMBENZE.

Certo, alle volte ci sembra che NON BASTI MAI.

Vorremmo essere più presenti, vorremo poter dare di più, dargli di più, ma...

Ma tocca ACCONTENTARSI. Altrimenti si rischia di PERDERE ANCHE QUEL POCO CHE SI RIESCE A DARE.

Sempre per il discorso di vederci i lati positivi a tutti i costi...sarebbe meglio che la mia piccola fosse a scuola, certo. Ma da quando é a casa...stiamo giocando e facendo un sacco di cose insieme. Come non avrei mai sperato.

E un'altra cosa.

Un giorno loro ci saranno quando noi non ci saremo più. Ma prima di allora...sono poche le cose che alla fine vale la pena fargli capire, nonostante si abbia sempre il tremendo dubbio di non essere all'altezza.

I figli...HANNO IL LORO PROGETTO DI VITA STAMPATO IN TESTA, come ce le avevamo noi. E Procedono dritti per la loro strada, come BULLDOZER.

Vorremmo solo fargli capire quanto li amiamo, e che sono LA COSA PIU' BELLA CHE LA VITA CI HA REGALATO. E che faremmo di tutto per renderli felici.

E basta davvero poco, sapete. Non ho mai avuto amiche che si accontentassero di vedersi un cartone animato o fare un disegno insieme. E poi...

E poi quel che conta di più e di insegnarli a FARE SEMPRE LA COSA GIUSTA.

Per NOI. Per LORO. Per TUTTI.

Perché, come diceva Judy in una mia vecchia storia...BISOGNA ESSERE UNO DEI BUONI.

PERCHE' DI CATTIVI, A QUESTO MONDO...CE NE SONO GIA' FIN TROPPI.

 

Fare LA COSA GIUSTA.

E SAPERE COME E QUANDO FARLA.

Questo conta, alla fine.

Solo questo.

Spero di riuscirci.

Ok, scusate se ho divagato. Torniamo alla storia.

Dunque...come dicevamo, tra il capitolo precedente e questo sarete rimasti senz'altro disorientati.

Qualcuno penserà che il caro Redferne ha esaurito le idee e sta cominciando a buttarla sull'assurdo.

Vi garantisco che NON E' COSI', ragazzi. State tranquilli.

Che questa storia si piena di STRANEZZE, sopratttutto quando c'é di mezzo un certo NANEROTTOLO MALEFICO DI NOME FINNICK...lo si é già visto.

E' un CARTONE ANIMATO, dopotutto. Non dimentichiamolo.

C'é un filo logico ben preciso, dietro alle mie ultime scelte.

Ho il perfetto controllo della storia e SO QUEL CHE FACCIO E CHE STO FACENDO.

Il CAPITANO continua ad essere BEN SALDO AL TIMONE DELLA NAVE. Non abbiate paura.

Tra una BIZZARRIA e l'altra...ben presto si tornerà a FARE SUL SERIO, credetemi.

Nel corso di questopera ho già preso direzioni INEDITE. TEMERARIE. Persino FOLLI, certe volte. Ma ne sono venuto sempre A CAPO. E non credo di aver mai DELUSO NESSUNO, mi pare.

In caso contrario...vi chiedo scusa. Non abbiatene a male.

Resta il fatto che questi capitoli, esattamente come tutti quelli che ho scritto fino ad ora...NON POTEVO SCRIVERLI IN MODO DIFFERENTE DA COSI', ve l'assicuro.

COSI' L'HO PENSATA, la mia storia. E NON POSSO MODIFICARLA DI UNA SOLA VIRGOLA.

NON SAREBBE PIU' MIA, alrimenti.

ABBIATE FIDUCIA, come avete sempre fatto.

Vi chiedo solo questo.

Bene.

E adesso, come si diceva dall'inizio...

Sono QUATTRO ANNI che la mia long va avanti. E come ad ogni anniversario...é tempo di BILANCI.

Facciamo il punto della situazione.

Ormai riesco a sfornare il mio episodio al mese con regolarità.

La storia, non per vantarmi (che non mi piace. Meglio tenere il basso profilo)...in termini di recensioni sta macinando NUMERI DA RECORD.

Abbiamo ( e ribadisco ABBIAMO, perché il merito é soprattutto VOSTRO) toccato quota SEICENTOTRENTUNO RECENSIONI.

Sono felicissimo. E ancora non é finita.

Ormai il mio obiettivo (non dichiarato, eh) sono le MILLE RECENSIONI.

E credo che per quando finirà la storia...CE LA FAREMO.

E ce n'é ancora PARECCHIO, credetemi sulla parola.

Per quanto riguarda le storie PIU' POPOLARI...dopo una permanenza al TERZO POSTO per qualche mese, la mia é ritornata al QUARTO e da lì non si é più mossa.

Penso che Aoimotion e DeniseCecilia (anche se é molto tempo che non si rifanno più vive da queste parti, purtroppo) sono e rimarrano INARRIVABILI, per il sottoscritto.

C'é stata qualche defezione, tra le preferenze. Ma lo ritengo normale.

In quattro anni tante cose cambiano. Vecchi lettori che se ne vanno (e poi magari tornano), altri nuovi che arrivano...

Comunque, lasciatemi dire che sono contento.

Per i risultati raggiunti e anche per L' INCREDIBILE VITALITA' che sta dimostrando questo fandom.

Davvero pazzesco, visto che ormai sono passati ANCHE QUATTRO ANNI DALL'USCITA DI QUESTO FILM.

Non mi stancherò mai di ripeterlo: Zootropolis...HA QUALCOSA DI MAGICO.

Tornando al mio racconto, che così concludo...critiche, in senso stretto, ne ho ricevute pochissime. Segno che la storia sta funzionando, dopotutto.

La vicenda é definitivamente DECOLLATA, e ha PRESO IL VOLO.

Non dico che sono arrivato al punto di POTER FARE E FAR FARE AI PERSONAGGI TUTTO QUEL CHE VOGLIO, ma...QUASI.

Una critica ce la voglio mettere io, però. Insieme ad alcune scuse.

Spesso ho notato un bel po' di errori di battitura, nel testo (e qui colgo l'occasione per citare e ringraziare il collega ed amico Sir Joseph Conrard per il sontuoso lavoro di redattore e correttore).

Non so che dirvi. E non so come scusarmi, davvero. Ricontrollerò decine di volte, eppure...qualcosa, alla fine, scappa sempre.

Per carità: niente di talmente grave da inficiarne la lettura. Però...DA' SUI NERVI, questo é certo.

Certe volte credo che dipenda dall'editor, o dal programma che uso per scrivere. O magari sbaglio durante la fase di copia e incolla.

Ma ho imparato che una persona onesta non si deve mai nascondere dietro scuse o giustificazioni.

Perciò dal canto mio ci aggiungo anche la stanchezza, la fretta, la concentrazione che certe volte non é proprio il massimo, le distrazioni varie...

Cercherò di fare più attenzione, da ora in poi.

E voglio anche scusarmi per il MOSTRUOSO RITARDO con cui sto rispondendo alle vostre recensioni.

Chiedo perdono ma...in questo periodo sono INCASINATISSIMO.

Come tutti, vista la situazione.

Ma pian piano ce la farò. Risponderò a tutti, promesso.

Portate solo un pochino di pazienza.

So che non ci sono problemi, ma...ci tenevo a precisarlo.

Passiamo all'angolo della COLONNA SONORA.

Come suggerito dalle strofe infilate tra una riga di testo e l'altra...fate a voi stessi L'ENORME PIACERE di ascoltarvi la bellissima e commovente IL CERCHIO DELLA VITA della nostra grandissima IVANA SPAGNA.

A me, quando l'ho sentita mentre rileggevo l'episodio...E' SCAPPATA UNA LACRIMA, giuro.

E adesso, prima di finire...il consueto angolo dei ringraziamenti.

Un grazie di cuore a hera85, Sir Joseph Conrard e Plando per le recensioni all'ultimo capitolo.

E poi un grazie a RyodaUshitoraIT per le recensioni ai capitoli 40, 41, 42, 43, 44 e 45.

E un grazie alla new entry Mr Zenit per la recensione al capitolo 23. E per aver iniziato a leggere il mio racconto.

Ed infine un grazie a EnZo89 per la recensione al capitolo 68.

E come sempre...un grazie a chiunque leggerà la mia storia e se la sentirà di lasciare un parere.

E prima di salutarci...

UN GRAZIE ENORME A TUTTI PER ESSERCI, RAGAZZI.

E per CONTINUARE AD ESSERCI.

Abbiamo tagliato un altro traguardo, ma la strada ed il viaggio sono ancora LUNGHI.

CONTINUIAMO A PERCORRERLI INSIEME!!

 

Grazie ancora e alla prossima!

 

 

See ya!!

 

 

 

Roberto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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