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Autore: valechan91    24/04/2020    1 recensioni
un compleanno particolare per il nostro guardiano della Pioggia.
Happy birthday Takeshi Yamamoto!
24/4/2020
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Takeshi Yamamoto
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Compleanno e emozioni ad un solo sguardo
 
 
Era passato un po' di tempo da quando erano arrivati tutti nel futuro, da quando stavano lottando per trovare Irie Shoichi e ritornare nel passato.
Lì, le cose erano cambiate, soprattutto per Yamamoto.
Cercava di nasconderlo, anche con gli allenamenti, ma non sarebbe stato in grado di riuscirci per molto.
L'arrivo nel futuro per Takeshi era stato come fallire una battuta facilissima, un colpo che non si aspettava di sbagliare.
Suo padre Tsuyoshi era sempre stato un punto di riferimento, la sola persona che credeva fermamente non avrebbe mai battuto. Grazie a lui aveva appreso lo Shigure Souen, e aveva la sua Shigure Kintoki, che sembrava fatta apposta per lui. E ora...
Era stato un duro colpo sapere che fosse stato ucciso dai Millefiore. 
Non poteva neanche uscire a vedere in che situazione fosse casa sua, e il TakeSushi. 
 
Si trovava nella sua stanza, nella base sotterranea fatta costruire dallo Tsuna del futuro. Quel ragazzo sarebbe diventato un grande leader, un giorno, Takeshi lo sapeva. Sorrise amaramente.
Ricordava ancora quando durante la festa per la vittoria sui Varia si era ricordato che era Belphegor quello strano tipo che veniva al ristorante e che sembrava guardare suo padre con ammirazione. Ricordava bene la faccia preoccupata di Tsuna, che chiedeva a quel piccolo bambino che viveva da lui se le cose fossero sistemate. Ricordava le urla di Gokudera nei suoi confronti, che aveva sviato con una risata e con una pacca sulla spalla, suscitando l'ira dell'amico. 
Come sembravano lontani quei tempi...
La sconfitta contro Gamma bruciava, e molto. Aveva anche detto a Gokudera delle cose che non pensava sul serio...o almeno...
Ammirava la devozione che l'amico aveva per Tsuna, perchè quel ragazzo tanto minuto era così particolare e unico da attirare tutti inconsapevolmente e conquistare tutti. Aveva attirato a sè tutti loro come guardiani, e Takeshi ne era felice. si sentiva orgoglioso di farne parte.
Quella battaglia, però, gli aveva fatto capire che non avrebbe potuto aiutare nessuno senza impegnarsi e senza lottare. Spada o baseball? Ecco il dilemma.
Con la spada, poteva proteggere le persone a cui teneva. Il baseball era il suo sogno. 
E riflettendo sugli avvenimenti che aveva vissuto di recente, dopo essersi rimesso dalla battaglia contro il fulmine dei Millefiore, aveva dimenticato qualcosa.
 
Quel mattino, Takeshi si svegliò presto e andò a fare colazione come sempre. 
Dopo gli allenamenti, erano tutti affamati e a pranzo Yamamoto si trovò con un vero e proprio banchetto. 
"Hahi! Tsuna-san ci ha detto che è il tuo compleanno, Yamamoto-san!" commentò Haru. Lei e Kyoko avevano cucinato per un esercito,per festeggiarlo.
"Auguri, Yamamoto!" fece Tsuna
"Ma sei proprio stupido... scordarsi del proprio compleanno... tch. Auguri, fissato del baseball... Yamamoto" fece Hayato, contrariato, evitando di prenderlo per il colletto. Aveva notato quello sguardo.
Gokudera stava imparando a conoscerlo. Takeshi era stupido, uno sportivo ossessionato tutto muscoli e niente cervello, quasi al livello di quel fissato della boxe, il loro guardiano del Sole. 
Ma con la battaglia contro i Varia aveva notato in lui, e negli altri, un lato molto più serio, che cercavano di nascondere.  E lo aveva capito anche durante lo scontro con Gamma...
Yamamoto sembrava quasi un'altra persona. 
Takeshi scoppiò a ridere e ringraziò tutti. 
 
Quel giorno, i ragazzi passarono il pomeriggio a riposarsi dopo quel sontuoso pranzo. Reborn decise di lasciare loro il pomeriggio libero, tutti loro dovevano riordinare le idee.
E sembravano esserci novità dal fronte Kokuyo... quindi Mukuro stava agendo. 
Quel pomeriggio, Gokudera andò a bussare nella camera di Yamamoto, che lo fissò sorpreso.
"Cosa c'è, Gokudera?" chiese, con quello sguardo e con quella voce innocente che faceva saltare i nervi al ragazzo albino
"Taci e seguimi" Hayato lo prese per il polso e lo trascinò in una stanza. Era una camera antecedente la sala in cui si allenava. Lo aveva portato lì, c'era un pianoforte. 
E voleva dargli qualcosa, che aveva recuperato con il Decimo in uno sgabuzzino nei piani inferiori della base.
Gokudera gli indicò un enorme divano bianco. " Siediti lì e stai zitto. Non dire una parola, e non dire niente a nessuno."
Takeshi lo fissò sorpreso, poi alzando le mani in segno di resa, con un sorriso, andò a sedersi.
Hayato andò a sedersi al piano, e iniziò a suonare. Non sapeva nemmeno lui cosa gli fosse preso.
Forse era tutta colpa di quello sguardo, e di quelle parole. 
La loro Pioggia era quella che lavava via tutta la tristezza che provavano, e non poteva permettere che proprio lui non riuscisse in quello. 
Gokudera suonò una melodia per qualche minuto, una musica che Yamamoto non conosceva. 
Quando terminò di suonare, Hayato si voltò verso il compagno, tirò fuori dalla tasca un polsino azzurro e glielo lanciò. Takeshi lo prese al volo e lo fissò senza capire. 
" io e il Decimo lo abbiamo trovato in un ripostiglio, accanto a questo" Gokudera si alzò passandogli un fodero in bambù. Yamamoto lo riconobbe, era quello della Shigure Kintoki.
Forse la sua versione del futuro l'aveva messa da parte in attesa, il piccoletto gli aveva detto che non riusciva a usarla con le sue fiamme.
Quella che era con lui era quella vera, ma quel fodero era un buon ricordo. 
così come gli anelli, che dovevano proteggere
Gokudera si irritò. Quel tipo non si stava riprendendo affatto, anzi, sembrava anche più stupido di prima. Gli si avvicinò quasi furioso e lo prese per il colletto.
"Ascoltami bene, stupido fanatico del baseball" lo fissò negli occhi, mentre Takeshi lo guardava serio e gli afferrava il polso con forza, senza però allontanarlo " è un duro colpo per tutti quello che stanno combinando i Millefiore, e se penso a cosa hanno fatto al Decimo vorrei solo ammazzarli tutti fino all'ultimo"
Hayato abbassò per qualche secondo lo sguardo sulla maglietta del compagno, riflettendo e socchiudendo gli occhi. L'avrebbero pagata.
Rialzò la testa e continuò. " Non serve abbattersi, abbiamo gli anelli. Troveremo quel maledetto di Irie e lo abbatteremo. Salveremo il Decimo e tutti quanti, anche gli altri"
non gli avrebbe mai detto nemmeno sotto tortura che quando era arrivato nel futuro, era rimasto stupito di come Yamamoto avesse salvato Haru e Lambo dall'attacco di Tazaru, senza sapere niente. 
Almeno quello stupido avrebbe fatto qualcosa.
Takeshi lo fissò, e Gokudera proferì le ultime parole del discorso che voleva fargli, ma che era andato a farsi benedire, e molto diverso da come aveva ideato. E certo, lo aveva fatto solo per non vedere più la faccia preoccupata del loro boss. " Salveremo anche tuo padre e quello stupido locale"
Takeshi in quel momento sorrise, e si mise  a ridere, facendo innervosire l'altro.
"Parlo seriamente, idiota!" ribattè Hayato, urlando, quasi in preda a una crisi isterica. 
" Calmati, Gokudera, e grazie"
" e comunque non mi trascinare più da te, il Decimo si potrebbe fare un'idea sbagliata visto che non siamo amici " borbottò Gokudera, marcando il "non", anche se forse nemmeno ci credeva
Stando a contatto con quei tipi, forse stava trovando qualcosa da proteggere. Avrebbe dedicato la vita al Decimo, e per quanto volesse monopolizzarlo come suo braccio destro, gli altri Guardiani non erano stati scelti a caso. 
Reborn gli aveva spiegato che i loro anelli simboleggiavano anche i legami tra di loro. 
Tempesta e Pioggia...
Scosse la testa, mettendo da parte i propri pensieri. 
"Gokudera, suoneresti di nuovo per me?" chiese Takeshi, innocentemente
"MA NEMMENO PER SOGNO!" sbraitò l'albino, tirandolo su dal divano a forza per invitarlo a uscire
Yamamoto, senza nemmeno ascoltarlo, si sedette di nuovo, trascinando con sè l'altro. 
Ora Gokudera era seduto tra le gambe di Yamamoto, e malediceva quella situazione e quei centimetri di altezza con cui il moro lo superava. 
Takeshi lo abbracciò, non senza l'opposizione del compagno.
"OHI! ma che diavolo..."
"restiamo così per un po" disse piano Yamamoto, senza lasciarlo, mentre gli stringeva la vita
Hayato aveva le mani poggiate sulle spalle dell'altro. Quella situazione non gli piaceva. Tutto quello non gli piaceva. 
Dopo gli avrebbe tirato un pugno in faccia.
" Se lo dici a qualcuno ti ammazzo" bofonchiò, suscitando l'ilarità dell'altro
Passarono pochi minuti e (Gokudera non seppe mai come) si ritrovò con le labbra del moro sulle sue, in un tocco gentile e delicato di qualche secondo. Solo un mero sfiorarsi di labbra.
Takeshi scoppiò a ridere mentre Hayato lo afferrava per il colletto, con gli occhi fiammeggianti di rabbia
Con le mani in segno di resa, cercò di calmarlo, e appena riuscì si allontanò, portando con sè il fodero della sua spada e il polsino.
Gokudera andò a rinchiudersi in camera sua fino all'ora di cena, salutando Tsuna che incontrò nei corridoi. L'albino era rosso di rabbia, ma almeno era riuscito nel suo intento. 
Ma non riusciva a togliersi dalla testa quegli occhi...
 
Takeshi, nella sua stanza, notò qualcosa inserito nel fodero. C'era un bigliettino attaccato con dello scotch. Il ragazzo lo staccò e lo lesse.
Si sedette sul letto, sorpreso. Era la scrittura di suo padre.
"Auguri al mio erede, Takeshi" recitava il biglietto
Fissò come incantato il biglietto per alcuni secondi,  poi con uno scatto afferrò il polsino.
Non lo aveva notato prima, ma c'era un piccola bustina.
Yamamoto la aprì, e trovò un biglietto per una partita di baseball della sua squadra preferita e un messaggio. "Per la major league, al miglior battitore"
Ancora la scrittura di Tsuyoshi Yamamoto.
Probabilmente doveva appartenere a lui, alla sua versione futura. Dovevano essere dei regali di suo padre per lui. 
Takeshi sorrise amaramente, lasciando che gli occhi si inumidissero e che qualche lacrima facesse capolino.
"Grazie, papà" disse sottovoce
Non avrebbe rinunciato facilmente alle cose a cui teneva. Il baseball. i Vongola.
Avrebbe raggiunto i propri sogni, senza rinunciare ai suoi amici.
E chissà, forse avrebbe soffiato a Gokudera il posto di braccio destro tanto ambito dall'amico. A quel pensiero, Yamamoto sorrise, immaginando l'ira dell'albino. 
Mise quei due oggetti accanto al regaliìo fatto dalle ragazze, una piccola bambolina con le sue fattezze. 
Non potevano fare molto, poichè uscire era difficile. 
Ma lui non era il tipo da pretendere troppo. Se tutti stavano bene, per lui era il regalo migliore che potesse chiedere.
Quella sera, a cena, Takeshi era lo stesso di sempre, e Hayato lo fissava assolutamente innervosito.
C'era anche altro a cui non avrebbe rinunciato. 
Dopo quella piccola festa, trascinò Gokudera in un angolo cieco del corridoio e lo baciò, stavolta senza trattenersi molto. Hayato era bloccato tra il muro e il corpo del moro, e mentre chiudeva gli occhi ricambiò leggermente quel bacio.  Lasciò che l'altro esplorasse la sua bocca, come incantato e sorpreso da quella forza che poche volte Yamamoto aveva dimostrato. 
Al termine, tirò un pugno a Takeshi, che si sbilanciò senza allontanarsi dall'albino.
"che cazzo fai?!" replicò Gokudera, senza alzare troppo la voce come avrebbe voluto. 
Non avrebbe sopportato di attirare l'attenzione, soprattutto del Decimo. 
Sempre tenendolo bloccato, con l'aria seria che aveva sempre in campo o quando usava la spada, Takeshi gli sussurrò al suo orecchio " non ho intenzione di rinunciare"
Hayato lo vide allontanarsi, senza poter ribattere. Non aveva nemmeno capito a cosa si riferisse. 
"Tch. Merda" borbottò, dirigendosi velocemente verso la propria camera. 
Era rosso di rabbia, e con il cuore impazzito. 
Era sempre colpa di quegli occhi... e Gokudera lo avrebbe notato ancora, qualche tempo dopo.
 
 
 
 
Happy birthday Takeshi Yamamoto!
Per il suo compleanno, non potevo non scrivere una 8059 ( arriverà anche una 8086 più in là). è un personaggio che mi ha sempre colpito e spero di averlo reso bene.
alla prossima!
   
 
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