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Autore: luciadom    24/04/2020    11 recensioni
Kaori è sola, sotto la pioggia, che si lascia andare a particolari ricordi.
Ma è davvero da sola?
Dal testo:
Stava per aggiungere altro, ma s’interruppe all’istante: qualcuno la stava osservando da lontano, di nascosto.
Rimase immobile, le orecchie tese, una mano scivolò lentamente nella sua borsa ad accarezzare il manico della sua pistola, altro ricordo di suo fratello assieme all’anello gemello di Sayuri.
Come aveva detto durante il suo monologo, poco prima, per quanto volesse dire e fare Ryo, i suoi sensi erano migliorati tantissimo e adesso riusciva a percepire presenze sinistre o nascoste quasi quanto lui.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hideyuki Makimura, Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Disclaimer: i personaggi, le musiche, le scene richiamate, tratte sia dall’Anime sia dal Manga, non mi appartengono.
Sono dei rispettivi autori e non li uso a scopo di lucro, ma solo per passione.
 
Autore di City Hunter: Tsukasa Hōjō
 
Musica: Day Dream è la parte strumentale, ispirata a "That's the way" di Bruce Hornsby.
Vi posto i link di entrambe le versioni, accompagnate da scene dell’opera di Hōjō:
 
Versione strumentale: https://www.youtube.com/watch?v=2pQF27t8vPE
Versione cantata: https://www.youtube.com/watch?v=Hnv2miEEvvw
 
Rain and memories
 
 
 
 
“Il cielo sta per mettersi a piangere. È in giornate come questa che le ferite tornano a sanguinare.”
 
 
 
Pioveva.
Pioveva proprio come quel giorno, quando la sua vita era cambiata all’improvviso, e da spensierata ragazza di appena vent’anni, si era trovata a dover diventare donna in una sola volta, dopo che aveva perso lui.
A dire la verità, lei era cresciuta già da tempo, e già da piccola aveva dimostrato fin da subito di non essere come tutte le altre bambine prima, e come tutte le altre ragazze poi.
La perdita dei suoi genitori non era stata che la prima delle tante prove che avrebbe dovuto affrontare nella sua vita.
Pioveva, e nonostante fosse passato ormai del tempo, lei riusciva a dare sfogo a tutto ciò che provava solo quando stava da sola.
E adesso, infatti, gli occhi minacciavano di piangere, ma non erano ancora il luogo e il momento adatti per farlo.
Fece un lungo respiro e si concentrò alla guida.
Mancava poco ormai.
Pioveva, e il cielo sembrava piangere con lei e prima di lei.
Ferma a un semaforo, si sporse in avanti e guardò il parabrezza.
Non era la prima volta che la pioggia accompagnava quella ricorrenza, così come aveva accompagnato anche altri momenti che aveva vissuto e che l’avevano segnata.
Tempo prima, poco più che adolescente, quando aveva visto per la prima volta l’uomo che adesso era il suo socio, non avrebbe mai immaginato che gli eventi avrebbero preso una piega tale da portarla a diventare la persona che era.
Rispetto alle sue coetanee era sempre stata un po’ mascolina, meno frivola e molto più forte e determinata, affatto superficiale, ma in fondo aveva sempre condiviso, e forse li condivideva ancora, i sogni di qualsiasi donna.
Un fidanzato, una casetta, il matrimonio, dei bambini … tutte cose che non poteva più permettersi col suo lavoro.
Beh, in realtà avrebbe potuto eccome!
La sua migliore amica era un ex' mercenaria, e adesso non condivideva forse la gestione di un Bar, assieme al suo uomo, abituato anche lui a combattere?
Ancora praticanti della vecchia vita contro i criminali non lasciavano che il dovere intaccasse la loro felicità.
E Mick e Kazue? Ancora di più, soprattutto calcolando anche la loro, di storia!
I suoi amici avevano patito pene forse anche più dure delle sue, eppure erano andati avanti, letteralmente, raccogliendo i cocci del proprio vissuto e costruendone uno nuovo, pezzo alla volta.
E poi, c’era lei, lei e quella causa ormai persa di Ryo.
Prima ancora di diventare una sweeper, ancora ignara di quel mondo, quando viveva ancora con Hideyuki, spesso si ritrovava a pensare che un giorno sarebbe stato lui, siccome un padre non ce l’avevano più, ad accompagnarla all’altare, ma anche quell’idea si era dissolta via come una bolla di sapone.
Scosse la testa.
Un automobilista dietro di lei suonò con non poca calma il clacson.
Era scattato il verde e neanche se ne era resa conto.
Se fosse stato in macchina con lei, il suo partner l’avrebbe sicuramente presa in giro come suo solito, dicendole di avere sempre la testa tra le nuvole.
Rimise in moto, cacciando una mano dal finestrino a mo di scuse, e partì concentrandosi sulla strada.
In quel momento non era proprio il caso di perdersi in simili fantasie.
Era cambiata molto dal giorno in cui tutto era cominciato.
Non era più la ragazzina di un tempo, ma ciononostante, malgrado tutte le volte che aveva rischiato la vita, malgrado tutte le avventure vissute con Ryo, anche i casi più assurdi e pericolosi che avevano affrontato, non avrebbe cambiato un solo istante di tutti quegli anni.
Non sarebbe mai stata una persona differente, né avrebbe mai potuto vivere altrove o con un altro lavoro.
Quella era la sua vita.
La pioggia continuava a scendere senza sosta su Shinjuku, e la sua pandina verde si confondeva nel traffico cittadino.
Forse stanca del silenzio, o forse del rumore troppo assordante dei suoi pensieri, accese meccanicamente lo stereo.
La nostalgia era la sua compagnia nell’abitacolo.
Aveva fatto incidere una particolare playlist su una cassetta, e non aveva potuto mancare di aggiungere Day Dream, la musica preferita da Hideyuki.
Storse le labbra.
Le note chiamarono immediatamente alla memoria innumerevoli ricordi.
Suo fratello aveva amato quella canzone.
Aveva sempre apprezzato anche il testo cantato, ma aveva ascoltato tante di quelle volte la versione strumentale da rischiare di consumarne il vinile.
A furia di riascoltarla, aveva finito con innamorarsi anche lei di quella musica.
Arrivò finalmente a destinazione.
Pioveva.
Parcheggiò vicino l’entrata del cimitero e scese aprendo un grazioso ombrellino azzurro, con dei piccoli martelletti stampati sulla tela.
Camminò sommessamente lungo i viali, tra le lapidi protette dai cipressi, fino ad arrivare da lui.
Non era di certo il primo anniversario della sua morte, ma il dolore era sempre presente.
 
- Ciao, fratellone! -
 
Rimase immobile di fronte la tomba di suo fratello, con la pioggia che continuava a cadere su di lei.
Stranamente, Ryo non l’aveva accompagnata, come invece era solito fare.
Il suo comportamento non era normale. Ryo non avrebbe mai rinunciato a essere lì, soprattutto nell’anniversario della morte del suo migliore amico.
Kaori si ritrovò a pensare che il suo collega fosse sparito da quella mattina con una scusa banale, o comunque una scusa cui lei non aveva creduto.
Le aveva detto di dover parlare con i loro informatori, di voler fare un giro tra i bassifondi, per tenere sempre la situazione cittadina sottocontrollo, ma lei non ne aveva visto la necessità.
Non si trattava d’ingenuità, di estrema fiducia nel prossimo o della vana speranza di un po’ di pace dal mondo di morte cui ormai era abituata.
Semplicemente sentiva che, almeno da quel punto di vista, per il momento andava tutto bene.
A meno che Ryo non le stesse nascondendo qualcosa, che magari stesse lavorando a qualche caso da solo, lei sapeva, controllandola ogni mattina, che non c’era nessun XYZ sulla lavagna della stazione, nessuno da proteggere.
Apparentemente non c’era nemmeno il sentore di un qualche pericolo.
Se Ryo non stava lavorando a qualcosa tagliandola fuori, oppure, se non l’avesse esclusa per proteggerla o per non farla preoccupare, era più che sicura che quella degli informatori fosse una delle sue solite balle.
Non seppe cosa potesse farle più rabbia, che Ryo le mentisse o che non la coinvolgesse, ancora non ritenendola all’altezza e con la scusa di dover tener fede al giuramento fatto a suo fratello.
La ragazza finì col dedurre, che qualunque fosse il motivo della sua assenza, quel giorno Ryo non era stato del tutto sincero con lei.
Decise di lasciar correre.
Ryo sapeva essere molto enigmatico e per lui era sempre stato difficile aprirsi.
Inoltre, se davvero si trattava di lavoro, anche se con una punta di stizza, Kaori in fondo sapeva fin troppo bene che c’era sempre un motivo valido se lui si comportava in un certo modo, ma per certi versi restava comunque un caso disperato.
Per quanto ancora l’avrebbe rincorso?
Ormai gli stava accanto da otto anni, e allontanarsi da lui le avrebbe fatto molto più male di quanto a volte non lo facevano i suoi atteggiamenti.
Hideyuki, in punto di morte, l’aveva affidata a lui.
Aveva chiesto al famigerato City Hunter di prendersi cura della sua sorellina, ma immaginava davvero che le cose sarebbero andate a quel modo?
E se invece sapeva fin dall’inizio, ancora prima di andare incontro al suo tragico destino, che lei e Ryo sarebbero stati per sempre legati, in un modo o nell’altro?
Personalmente, non se lo ricordava nemmeno più quando era accaduto, qual era stato il momento esatto in cui si era innamorata di Ryo Saeba.
Forse era successo da ragazzina, la prima volta che l’aveva visto, come un colpo di fulmine.
Forse una delle innumerevoli volte che lui l’aveva salvata.
Forse con le sue martellate, con cui sfogava gelosia e frustrazione.
Non sapeva, o forse sì, che Ryo l’amava più di qualsiasi altra cosa e che non avrebbe mai potuto fare a meno di lei, ma che il suo modo di rapportarsi, le sue prese in giro, il suo allontanarla, non erano che sotterfugi per non macchiarla col suo mondo.
Lei però ormai c’era dentro, col corpo e con l’anima, e allora perché negarsi la felicità?
Kaori proprio non riusciva a capirlo.
Il suo socio sapeva essere maledettamente ostinato, ma lei poteva esserlo molto di più.
Se nonostante tutta la sofferenza accumulata non l’aveva ancora abbondato, non lo avrebbe di certo fatto adesso.
 
- Sai …- riprese finalmente, interrompendo il suo fiume di pensieri e tornando a guardare la fredda pietra con attenzione. - Quello zuccone del tuo amico stamattina mi ha augurato buon compleanno velocemente e poi è scappato via. Si è proprio volatilizzato! Ha detto di voler parlare con i nostri informatori, ma non mi ha convinto. Il suo sguardo, quando me l’ha detto, non sembrava essere quello dello sweeper serio e implacabile qual è. C’era … una luce diversa, ma non sono riuscita a interpretarla del tutto. È venuto a salutarti da solo? Aveva bisogno di stare da solo e sfogarsi col suo migliore amico? Beh, dopotutto, tu sei sempre stato un ottimo ascoltatore, e hai sempre avuto la risposta giusta a tutti i nostri problemi. È capitato molto raramente che lui venisse qua senza di me, soprattutto, non si è mai dimenticato di te, nè tantomeno di quale data sia oggi. Allora … c’è forse qualcosa che lo turba? Perché non si confida con me? -
 
I suoi occhi si velarono di ulteriore tristezza.
Da quando Hideyuki non c’era più, non le importava più nulla del suo compleanno, non che prima dei vent’anni vi abbia dato chissà quanto peso.
Festeggiarlo sì, ma in semplicità, ma da quando la ricorrenza della sua nascita e quella della morte di suo fratello coincidevano, per lei non aveva il benché minimo senso fare festa.
Una volta, a pochi giorni dal suo compleanno, Ryo le aveva chiesto cosa desiderasse ricevere come regalo, e lei gli aveva risposto che l’unica cosa che desiderava era di trascorrere quel giorno con lui, sani e salvi.
Avevano appena chiuso un caso e lui era andato incredibilmente vicino alla morte, proprio lì, in quel cimitero.
Se il proiettile che gli era stato esploso contro non avesse prima strisciato contro la lapide, rallentando e cambiando la sua traiettoria, molto probabilmente non avrebbe solo sfiorato la fronte di Ryo, ma sarebbe andato molto più in profondità e a quell’eventualità Kaori ancora non riusciva a pensare.
Più volte nei suoi incubi aveva visto Ryo morire così, e il dolore era stato talmente grande, anche se solo onirico, da turbarla per il resto della giornata, dopo il suo risveglio.
La lapide che aveva “salvato” Ryo, in quell’occasione, era stata proprio quella di Hideyuki, come se il suo migliore amico avesse posato la sua mano su di lui, dal Cielo.
Kaori sospirò e si strinse nelle spalle.
Fissò gli occhi velati di lacrime sulla scheggia che aveva lasciato quel proiettile, sulla tomba di suo fratello.
 
- Se io non sono ancora in grado di proteggerlo, fallo tu per me, continua a vegliare su di lui … e su di me. -
 
Continuava a piovere e a un tratto la sweeper si guardò intorno.
La pioggia aveva rovinato gli omaggi floreali donati agli altri defunti.
Sorrise sarcastica. Quando aveva visto quei grossi nuvoloni minacciosi, prima di uscire, aveva fatto bene a rinunciare a passare prima dal fioraio, nonostante avesse ben chiara un’idea in testa.
Tornò a guardare di fronte a sé, riallacciandosi ad altri ricordi: al matrimonio di Miki e Umibozu, e a quando la sua migliore amica le aveva spiegato il perché del suo bouquet.
Miki sapeva quanto Kaori apprezzasse il linguaggio dei fiori, e le aveva raccontato cosa simboleggiassero il giglio bianco e il pan di cuculo per lei e Umi.
Kaori adorava i garofani bianchi, ma per suo fratello aveva pensato ai philadephus, come simbolo di quello che era stato il loro legame.
 
- Volevo portarti dei philadephus, Hide, ma questo tempaccio li avrebbe rovinati. Ti prometto, però, che quando farà sole verrò a portarteli! - si fermò per pochi istanti, ma riprese subito. - Te lo ricordi cosa rappresentano per il linguaggio dei fiori, non è vero? Amore fraterno … eravamo così legati io e te! Dio, mi manchi così tanto! Sono anni che te ne sei andato eppure a me sembra successo solo ieri. Ryo ti ha vendicato, ha combattuto contro quegli assassini che ti hanno portato via da noi, ma ciò non è bastato. So che avrebbe voluto fare di più, che da qualche parte, in fondo al cuore, si sente ancora in colpa per non essere arrivato in tempo per impedire che ti uccidessero. A torto forse si sente ancora in colpa per qualcosa che probabilmente, non avrebbe comunque potuto evitare. Lo conosco troppo bene ormai, sono l’unica che sa guardare oltre la sua maschera, e sono più che sicura che soffra ancora tanto anche lui. Hai lasciato un vuoto dentro di noi, fratellone, e per quanto voglia bene a Sayuri, e lei ne vuole a me, nessuno potrà mai sostituirti. Mi hai fatto anche da padre e madre, non sei stato un semplice fratello maggiore, e per quanto ci si possa sforzare, vent’anni non si cancellano come un colpo di spugna … -
 
Fece un paio di respiri profondi, per mandare via il magone.
 
- Sono sicura che anche nel cuore di Ryo le ferite non si siano mai veramente rimarginate sai? Una volta mi ha detto che è proprio in giornate come queste, che il dolore si fa sentire più forte. Non so a cosa si stesse riferendo, se alla tua morte, o all’esperienza con la Polvere degli Angeli, o a Kaibara e alla guerriglia … o a qualsiasi altra cosa abbia dovuto affrontare, ma aveva ragione, perché lo stesso vale per me. La pioggia per noi non lava via il dolore, al contrario, lo alimenta. Tu lo conoscevi come me … lui è sempre così misterioso, ma io ormai credo di capire quasi sempre cosa gli passi per la testa! Solo oggi, non capisco come mai non sia qui, o per lo meno, come mai non è qui con me! Chissà dove si è andato a cacciare! –
 
“Nessuno muore, se vive nel cuore di chi resta …”
 
La profonda voce di Ryo aveva pronunciato quelle parole in più occasioni, e lei non aveva potuto che trovarsi sempre in accordo con lui.
Estrasse un fazzoletto dalla sua borsetta e pulì del fango che marchiava l’intestazione sulla lapide.
Non avrebbe mai voluto vedere nessuna macchia sul suo nome, di nessun genere.
Le venne inevitabilmente in mente l’inchiesta ai danni di Hideyuki, quando ad un anno e mezzo dalla sua scomparsa, era venuta a sapere che lo credevano coinvolto nel narcotraffico.
Non aveva creduto ad una sola parola allora, e né vi avrebbe creduto mai.
Anche Ryo era rimasto dalla sua parte, e si era rifiutato di fermarsi a quei dossier che Reika e Saeko gli avevano prestato per far luce sulla faccenda.
Anche Falcon si era attivato per aiutarli, avendo a suo dire con Hideyuki un debito, che non aveva potuto saldare quando l’ex poliziotto era ancora in vita.
Hideyuki era stato troppo onesto e la persona migliore del mondo per Kaori, ed era stata proprio la sua onestà che l’aveva portato alla morte.
La faccenda si era risolta, come sempre, non senza grane, ma alla fine lei era potuta tornare con Ryo a porre omaggio alla sua lapide, entrambi con la certezza che avrebbero continuato a proteggere la sua memoria.
 
- Cosa ne pensi Hide? Di me, di quello che sono diventata, di me e Ryo …-
 
Il nodo della situazione era sempre quello.
Sapeva essere forte e determinata, anche se a volte faticava a contenere le sue emozioni, soprattutto le sue manifestazioni di gelosia, ma dopo una sonora martellata tra lei e Ryo tornava sempre tutto a posto e l’equivoco era subito dimenticato da entrambi.
La cosa su cui proprio non riusciva a superare paure e insicurezze, era il suo rapporto con Ryo, e la colpa, non era soltanto sua, o meglio, non era decisamente sua!
Se reagiva istericamente, era solo per nascondere le ferite che Ryo le infliggeva all’anima, volontariamente o meno.
Sapeva che il suo partner teneva a lei, a modo suo e piuttosto goffamente gliel’aveva dimostrato, ma era il fatto che lui non volesse superare quella stramba situazione platonica ad innervosirla.
Non che fosse interessata a lui solo a livello … carnale.
Beh, lo desiderava, era pur sempre una donna, con i suoi desideri, le sue esigenze, e per quanto a volte si comportasse da stupido il fascino e la prestanza fisica del suo collega non passavano di certo inosservati, ma non era nemmeno come le conigliette dei locali che frequentava lui.
A lei non interessava il mero sesso.
Si sarebbe accontenta di poco, ma di un amore vissuto veramente, e non ne poteva più di quell’assurda situazione.
 
- Come sweeper sono migliorata tanto negli ultimi anni. – Riprese, come se suo fratello potesse davvero risponderle. - Grazie a Mick so sparare, Umibozu è un asso nel costruire trappole per i nostri nemici ed ho imparato in fretta e Ryo stesso mi ha insegnato tutti i trucchi alla guida per i pedinamenti. Anche i miei riflessi si sono più acuiti, anche se Ryo, orgoglioso com’è, non lo ammetterebbe mai. Ma tra noi due, invece? Io sono stanca di aspettarlo Hideyuki, stanca … perché ogni volta che facciamo un passo avanti poi lui ne fa tre indietro? -
 
“Io sopravvivrò, e lo farò per la persona che amo! Questo è il mio modo di amare!”
 
“Voglio sopravvivere per la persona che amo, e  allo stesso tempo la voglio proteggere!”
 
Le magnifiche parole che aveva detto nella radura al Generale Croiz, rivolte anche a lei, le tornarono alla mente e al cuore.
L’uomo li aveva scherniti, alludendo al fatto che entrambi si erano dimostrati disposti a sacrificarsi l’una per l’altro, adducendo al loro come ad una forma di amore superiore.
Ryo, con le sue parole, non si era dimostrato dello stesso avviso, anche se Kaori gli aveva urlato chiaramente che sarebbe stata felice di morire, pur di saperlo salvo.
Se davvero anche lui la amava, perché accidenti non si decideva una volta per sempre?
Kaori tornò di nuovo al presente.
 
- Se solo tu fossi qui, Hide! Magari gli daresti una bella strigliata e … -
 
Stava per aggiungere altro, ma s’interruppe all’istante: qualcuno la stava osservando da lontano, di nascosto.
Rimase immobile, le orecchie tese, una mano scivolò lentamente nella sua borsa ad accarezzare il manico della sua pistola, altro ricordo di suo fratello assieme all’anello gemello di Sayuri.
Come aveva detto durante il suo monologo, poco prima, per quanto volesse dire e fare Ryo, i suoi sensi erano migliorati tantissimo e adesso riusciva a percepire presenze sinistre o nascoste quasi quanto lui.
Passò qualche altro istante e riuscì a distinguere, nella solitudine del luogo e nello scrosciare della pioggia, dei passi avvicinarsi lentamente a lei.
S’irrigidì, pronta a reagire, ma poi si rilassò subito dopo.
Avrebbe riconosciuto quei passi tra mille.
Non era in pericolo e restò ferma a guardare nella direzione da cui proveniva quel rumore.
Tra le fronde delle siepi, i passi forti e calcolati del suo socio si fecero sempre più vicini, fino a quando non apparve nella pioggia e le si avvicinò.
 
- Se non sei a casa, non potevi che essere ancora qui, oggi, anche col temporale.-
 
- Non posso esimermi, e neanche tu, a quanto vedo … come sempre d'altronde.-
 
- Lo so, e hai ragione, nemmeno io potrei mancare in queste occasioni.-
 
 Lui le si fece più vicino, coprendola col suo ombrello, ben più grande da sovrastare anche il piccolo ombrellino di Kaori.
Lei sorrise.
Le vennero in mente altre parole di Ryo.
 
“Ci sono due cose che un uomo deve fare nella vita, uno è amare la propria donna e l’altra è rendere i favori agli amici.”
 
Non l’avrebbe mai delusa, non su quell’ultimo punto, almeno.
Rimasero in silenzio per un po’, condividendo la stessa nostalgia.
Fu Kaori a riprendere la parola, non staccando mai lo sguardo dall’incisione HIDEYUKI MAKIMURA.
 
- Tutto bene col lavoro? -
 
- Eh? -
 
Ryo la guardò stralunato.
 
- Le informazioni che cercavi stamattina … - specificò lei, guardandolo sospettosa.
 
Che le avesse veramente mentito e fosse andato in giro per locali, da quelle donnine frivole e superficiali che tanto la facevano ingelosire?
No, non poteva essere, non in quel giorno!
Rispettava troppo la memoria del suo migliore amico per comportarsi a quella maniera.
 
- Ah, sì certo! - Ryo controbatté subito, quasi sulla difensiva, prima che lei potesse farsi altre paranoie. -Sì è tutto regolare. Volevo accertarmi che non ci fosse nessun rompiscatole in città. Siamo tranquilli da troppo tempo, Sugar, c’è una calma quasi surreale e non ci siamo abituati!-
 
Kaori fece spallucce, forse gli doveva credere.
Ryo non aveva  tutti i torti effettivamente, e se non fosse stato per il fatto che lui si allenava periodicamente al poligono, la sua Magnum stava rischiando di fare le ragnatele!
Non avevano incarichi né problemi da almeno un mese ormai, e a parte qualche noioso caso, nessuno li minacciava, almeno per il momento.
 
- Andiamo a casa? Non smetterà di piovere per adesso e rischiamo un malanno. Sono sicuro che Maki non se ne ravvedrà se non restiamo oltre. -
 
Kaori annuì. - Sì, ma io ho la mia macchina.-
 
- Sì ho visto. - rispose lui - E io sono venuto con Mick invece, quindi sono a piedi. Chiudi quel ridicolo ombrellino, meglio coprirci con uno solo e grande, e non incastrarci no?- concluse sghembo.
 
Lei lo fulminò con lo sguardo.
Cosa aveva da ridire sul suo bellissimo ombrellino?
Voleva forse provare la concretezza dei martelli che vi erano disegnati?
Alzò gli occhi al cielo ed abbassò l’ombrello.
Lo chiuse con cura, attenta a non bagnare né lei né Ryo più di quanto già non lo fossero.
Lo sweeper l’attirò a sé per coprirla meglio, fingendo di non notare il suo inevitabile rossore.
Sapeva di riservarle meno di quanto lei meritava, ma sapeva anche che Kaori sapeva cogliere soprattutto i piccoli gesti.
Proteggerla era per lui l’unico modo per cercare di dimostrare quanto l’amasse, ma per quanto avesse più volte tentato di dirglielo esplicitamente, soprattutto dopo le sue parole nella radura, alla fine si era sempre bloccato.
La partner nel lavoro di Ryo Saeba non poteva essere anche la sua donna, era troppo pericoloso e lui non era pronto a perderla.
Non lo sarebbe mai stato.
Si voltò per un momento a scorgere la lapide di Hideyuki, in lontananza.
Gli mancava terribilmente, forse tanto quanto mancava a sua sorella.
Era stato come un fratello per lui, non solo il suo migliore amico, la sua vera famiglia dopo Kaibara, e di famiglia aveva potuto veramente parlare quando nella sua vita era entrata anche Kaori.
Se non fosse stato per Hideyuki, forse lui e Kaori non si sarebbero nemmeno mai incontrati, o forse, sarebbe successo comunque.
Lui e Kaori, nella sua mente, erano da sempre destinati ad essere una cosa sola, non solo sul lavoro.
Si avviarono all’uscita senza parlare.
Ryo accompagnò Kaori al sedile del passeggero scortandola con l’ombrello, finché non si fu seduta, poi fece il giro dell’auto e si mise poi al posto di guida.
Quando arrivarono al palazzo di mattoni, ripeté lo stesso gesto al contrario, quasi sorprendendola, e quando lei s’incamminò verso il portone, restò indietro di qualche passo.
Volontariamente.
La sua partner corse leggera e svelta su per le scale e spalancò la porta del loro appartamento.
Nonostante tutte le premure di Ryo per non farla bagnare, era stata comunque sotto la pioggia con un ombrellino effettivamente minuscolo, e aveva bisogno di abiti asciutti.
L’interno dell’appartamento era tutto buio ed una strana sensazione sì impadronì di lei.
Come poco prima al cimitero, si concesse qualche secondo per studiare la situazione.
Portò una mano alla borsetta, già pronta ad impugnare la sua arma qualora ce ne fosse stato bisogno, ma non sentiva aure negative.
Decise ad accendere la luce, con uno scatto deciso all’interruttore.
Fu subito invasa da applausi, grida, coriandoli e il travolgente abbraccio di quella che riconobbe come la sua migliore amica.
 
- Ma … che …? -
 
- SORPRESA!!! -
 
- Buon compleanno Kaori! -
 
Le voci di tutti le fecero realizzare cosa stesse accadendo.
Una festa a sorpresa.
Una festa a sorpresa per lei.
Una festa a sorpresa per il suo compleanno.
Un’ intuizione la colpì. Ma allora, Ryo quel giorno era sparito forse per quel motivo?
Diede un’occhiata veloce alla stanza, per quanto l’abbraccio stavolta troppo caloroso di Mick le permise di fare.
Scorse Kazue divertita e rassegnata, le sorelle Nogami, Umibozu, rosso come un peperone e ancora con un tubetto vuoto di coriandoli tra le grandi mani, vide Doc.
C’erano proprio tutti, persino Eriko.
Sobbalzò, mancava soltanto lui.
Solo allora, voltandosi di scatto, si rese conto che il suo partner non era entrato con lei, ma percepì subito la sua presenza.
Ryo comparve dall’angolo della porta, sorridendole.
In mano aveva un mazzo di garofani bianchi, candidi e purissimi.
 
- Buon compleanno, Kaori-Chan! -
 
Kaori sorrise.
Con il pollice si accarezzò l’anulare della mano destra, dove portava sempre l’anello donatole da Hideyuki.
 
“ No fratellone, Ryo non si dimentica proprio mai di noi! “
 
 
NdA
Ed eccomi qui.
Shottina un po’ nostalgica che ho concluso in maniera più tenera.
Dunque, ho raccolto un po’ di episodi che attraversano le varie stagioni e i vari volumetti.
Conosco l’Anime interamente.
Ho visto più volte le quattro stagioni, gli Special, persino Angel Heart, e di recente ho anche visto il lungometraggio edito in occasione del trentennale giapponese di City Hunter.
In ultimo, ho visto il Live Action francese in lingua originale.
Non l’ho ancora trovato in italiano, ma otto anni passati a studiare il francese, ai tempi della scuola, e il continuarlo a praticare qualche volta per lavoro, mi hanno aiutata a capire la maggior parte delle battute.
Certo, non lo si può paragonare all’opera originale.
Per molti versi la riprende, è anche carino, ma alla fine è un film, a mio avviso, da vedere se ci si vuole fare una sonora risata, perché sfiora il trash!
Ho ripreso a leggere il Manga, a leggerlo seriamente, e devo dire che per quanto ami l’Anime, la versione cartacea ha tutto un altro sapore!
Per quanto riguarda gli altri riferimenti, la canzone che sta alla base del capitolo è Day Dream.
Day Dream è la musica preferita da Hideyuki.
Nell’Anime è ripresa più volte, in modo particolare, ha un ruolo centrale nei due episodi in cui, inizialmente, si crede che Hideyuki fosse stato coinvolto nel mercato della droga.
Fa parte della Colonna Sonora dell’Anime e a mio avviso è tra le musiche più belle di tutte e quattro le Stagioni e anche degli Special.
Più precisamente, Day Dream è il titolo con cui compare negli episodi, ed è ispirata a "That's the way" di Bruce Hornsby.
Le frasi in corsivo sono citazioni dell’Anime e del Manga che sto raccogliendo man mano, tra episodi e fumetto, mentre, per quanto riguarda il linguaggio dei fiori, mi ha sempre affascinato, e affascinando anche i nostri personaggi preferiti, ho pensato di inserirlo, trovando anche qualcosa che potesse richiamare Kaori ed Hideyuki.
Il philadephus, infatti, indica amore fraterno, memoria e ricordo.
Beh, spero che questa piccola shottina vi sia piaciuta, e ringrazio chi è arrivato fino a qui.
È solo il mio secondo esperimento in questo Fandom, e sto seriamente pensando di scrivere molto anche qui, oltre il Fandom di Sailor Moon che frequento ormai da anni! Forse potrei scrivere anche qualcosa capitoli, dipende dalle idee!
Grazie a chi ha letto la mia Song-Fic su Ryo & Kaori, "Shallow".
Per ora vi abbraccio, e ringrazio chi leggerà solamente o magari vorrà lasciare un segno del suo passaggio.
A presto!
Lucia
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