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Autore: Bloodred Ridin Hood    24/04/2020    1 recensioni
Commedia sperimentale sulle vicende di vita quotidiana della famiglia più disfunzionale della saga.
Immaginate la vita di tutti i giorni della famiglia Mishima in un universo parallelo in cui i suoi membri, pur non andando esattamente d’accordo, non cerchino di mandarsi all'altro mondo gli uni con gli altri.
[AU in contesto realistico] [POV alternato]
[Slow-burn XiaoJin, LarsxAlisa] [KazuyaxJun] [Accenni di altre ship]
[COMPLETA]
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Asuka Kazama, Jin Kazama, Jun Kazama, Lars Alexandersson
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Under Fake Stars
(Jun)

“Capisci cosa intendo, Asuka?! C’è una bella differenza tra il mio e il tuo incidente!” spiego spingendo la porta d’ingresso con una spalla “Il mio era un atto difensivo, il tuo un deliberato attacco. Le due cose non sono minimamente paragonabili!”
Entro in casa trasportando l’enorme, splendido vaso di fiori che mi è stato recapitato stamattina come regalo. Mi seguono Kazuya e Asuka, carichi di spesa. 
Ho chiesto ad Asuka di venire con noi stamattina per la spesa del sabato. Ho deciso di optare per qualcosa di leggero per punirla per la sua cattiveria nei confronti di Heihachi. Meglio una lunga, estenuante chiacchierata-ramanzina a quattr’occhi piuttosto che punizioni più pesanti. Volevo lanciarle un messaggio con questa scelta, a volte il potere della parola è più potente di qualsiasi ripicca. Ma non sembra che la mia idea stia funzionando troppo. Asuka ancora non sembra condividere il mio punto di vista.
“Tu gli hai sparato addosso del tranquillante per elefanti!” borbotta Asuka “Quello che ho fatto io a confronto è poco più che un solletico!”
“Non era un tranquillante per elefanti!” preciso attraversando il soggiorno.
“Però è vero che la ragazza ha avuto una brava maestra.” sogghigna Kazuya dietro di noi.
Mi fermo, mi volto e lo guardo offesa oltre i tulipani del mio vaso regalo. 
Kazuya dannazione, da che parte stai?! 
Certo, capisco che il pensiero del padre a cui viene forzata una ceretta ai baffi lo diverte ancora, e ci sta. Ammetto di aver sorriso anche io dopo aver sentito il racconto di questa malefatta, ma Asuka deve capire che un comportamento simile ai danni di un uomo anziano, per quanto sia la persona che meno tollero a questo mondo, non è assolutamente accettabile! 
Ma educare qualcuno quando la tua fedina penale non è del tutto immacolata non è la cosa più semplice di questo mondo. Però io avrò pure i miei peccati alle spalle, ma non per questo Asuka deve seguire la mia strada!
Scuoto la testa con indignazione e continuo a camminare.
“Va bene.” decido di ignorare Kazuya, sistemerò le cose con lui più tardi, e torno a rivolgermi a mia nipote “Quello che ho fatto io è decisamente più grave… visto fuori contesto.”
Asuka sta per rintervenire, ma la blocco.
“MA! Ed è un grosso ma... ti ripeto che nel mio caso lui si era intrufolato in casa mia senza essere invitato col solo intento di creare disordine! È ben diverso da quello che hai fatto tu, che è stato un vero e proprio dispetto, gratuito e fine a sé stesso!”
“Non sentite un rumore strano?” chiede Kazuya aggrottando le sopracciglia.
“Gratuito e fine a sé stesso?!” riprende Asuka ancora non disposta a darmi ragione “Ma se ceretta a parte lui ha fatto indirettamente la stessa cosa, quando ha fatto aggredire me e Jin con lo spray!”
“Non è stato lui.” ripete Kazuya con convinzione.
“Potrebbe non essere stato lui.” rettifico io.
Mi inchino per appoggiare il vaso di fiori a fianco alla vetrata in cucina e lo ammiro in tutta la sua bellezza. È sempre una soddisfazione quando qualcuno si mostra così riconoscente per il mio lavoro.
Come mi rialzo, in un breve momento di silenzio, inizio a notare anche io uno strano rumore di sottofondo, come una specie di ronzio. Ci sarà qualche guasto elettrico? Forse il frigo? Decido che indagherò più tardi.
“In ogni caso, Asuka…” riprendo il mio discorso “Se lo aggredisci in quel modo, lui passa automaticamente dalla parte della ragione. E non è proprio il caso, ne convieni?”
Lei si imbroncia ancora di più appoggiando le buste della spesa sul tavolo.
“Presumo di sì.” borbotta in risposta.
“E comunque mi ferisce che tu abbia fatto paragoni con il mio episodio. Non voglio darti un cattivo esempio!” ammetto togliendo la plastica di rivestimento dai fiori.
“Dai, ma per così poco! Tra una settimana se ne sarà già dimenticato!” borbotta lei.
“Il vecchio non dimentica. Si vendicherà prima o poi, questo è certo.” riprende Kazuya “Ma voi non sentite questo rumore?” 
“In effetti ultimamente gliene sono state fatte troppe.” sospiro “Stiamo giocando col fuoco. Il raid di Kazumi-san, il tranquillante, adesso pure questo. Deve essere furioso. Dobbiamo aspettarci un’altra visita di cortesia da un momento all’altro.”
“Sì, vabbè. Cambiando discorso…” riprende Asuka avvicinandosi ai fiori “Questi chi te li manda? Hai di nuovo salvato il barboncino di qualche ricca vecchietta?”
Poi alza la testa e si guarda intorno.
“Ora sì che lo sento questo rumore!” aggiunge con aria confusa “Che cos’è?!”
Getto nel bidone per il riciclo l'involucro dei fiori e torno davanti al vaso per ammirarlo ancora.
“Non sono ancora riuscita a trovare il bigliettino in realtà.” dico allungando il collo per cercare qualche segno di riconoscimento “Non so chi me li abbia mandati.”
“Non sai chi te li ha mandati?!” ripete Kazuya.
“Oh, ecco il biglietto!” esclama Asuka “L’hanno messo proprio in fondo!”
La vedo infilare una mano in mezzo alle foglie e ai petali colorati.
“Jun, dove hai trovato questi fiori?” chiede di nuovo Kazuya un po’ allarmato.
“Sta attenta però, tesoro!” avverto Asuka che sembra un po’ troppo poco delicata con le sue mani.
Poi mi rivolgo a Kazuya.
“Erano qua fuori quando siamo rientrati!” rispondo “Il corriere non deve aver trovato nessuno in casa e deve averli lasciati lì.”
Kazuya osserva attentamente Asuka.
“Jin è a casa però, no? Perché non li ha presi lui?”
“Magari sta giocando al computer con le cuffie e non ha sentito?” mi stringo nelle spalle “Che stai pensando, Kazuya? Mi è capitato altre volte di ricevere consegne direttamente a casa! Che c’è di strano?” 
“Preso!” esclama Asuka strappando il bigliettino con forza e sbilanciandosi all’indietro “Caspita quanto era legato bene!”
Improvvisamente il ronzio diventa esponenzialmente più forte… tanto che adesso è chiara l’origine. Scambio uno sguardo d’orrore con Kazuya. 
“Zia?” Asuka mi porge il bigliettino e si allontana di qualche passo.
Lo prendo e leggo la scritta rossa dalla calligrafia elegante.

L'acqua versata non può più tornare nel vassoio. Antico proverbio

“Dobbiamo portare questo vaso fuori di casa.” dico gelandomi “SUBITO!”
Lo raccolgo.
“JUN NO!”
Cattiva idea. È già troppo tardi.
“Zia Jun?!”
Alcuni strani insetti neri fuoriescono dalle foglie della composizione floreale e mi attaccano rimbalzandomi sul viso.
Lancio un urlo e faccio cadere il vaso, cercando di scacciarmeli dal viso.
Non appena il vaso cade a terra si frantuma in mille pezzi, i fiori di spargono sul pavimento e una miriade di insetti scuri e schifosi invadono l’ambiente in un batter d’occhio.
“FUORI DI QUI!! TUTTI FUORI IN GIARDINO!” tuona Kazuya a gran voce, prendendomi per un braccio e trascinandomi nell’altra stanza.


L’impresa di disinfestazione è arrivata in meno di un’ora. Dopo aver fatto un primo giro di ispezione in casa hanno stabilito che non solo si tratta di tipo di falena che non hanno mai visto prima, ma pare che sia pure particolarmente aggressivo e resistente agli insetticidi che normalmente si utilizzano in questi casi.
Il processo di disinfestazione durerà almeno tre giorni interi, durante i quali la casa verrà tenuta chiusa e sottoposta a emissioni di gas velenosi. I successivi tre giorni verranno utilizzati per la totale pulizia e risanamento della casa. Questo sempre se il primo tentativo di disinfestazione si rivelerà efficace, altrimenti si dovrà ripetere la prima procedura.
Quindi non solo per colpa delle sue stupide falene transgeniche non potremo usare la casa per una settimana, ma ci costringerà allo stesso modo ad utilizzare delle misure talmente nocive per l’ambiente, che al solo pensiero mi vengono i capogiri.
Un vero colpo basso, Heihachi.
Siamo seduti nei mobili da giardino, la famiglia al completo, Lars e Alisa compresi, e guardiamo in silenzio il lavoro degli operatori in tuta gialla attraverso le finestre del soggiorno.
Ci hanno fornito una specie di tuta da apicoltore con la quale siamo saliti a turno a prepararci un bagaglio con il cambio per sette giorni. Osservo la fila di borse e valigie davanti a noi. Sembriamo proprio una famiglia che è stata messa alle porte. Una famiglia sfrattata. Sfrattata da un vecchio sadico prepotente. E tutto perché sono stata troppo ingenua a non insospettirmi per quello strano regalo. Non lo posso sopportare.
Anche Kazuya è ovviamente furibondo. Osserva in silenzio la scena, accarezzando la testa di Devil accoccolato contro la sua gamba. Sta letteralmente fumando di rabbia.
“Guardate!” esclama Alisa puntando un dito contro il cielo “Penso sia diretto a… noi.”
Alziamo tutti la testa e osserviamo un aereo che traina uno striscione bianco con un messaggio: Divertitevi a schiacciare gli insetti, sfigati! - MH
“Ricordi quando dicevo che l’aggressione con lo spray al peperoncino non era nello stile di Heihachi?” chiede Kazuya in tono glaciale “Questo è il suo stile. Sganciarci addosso qualche sua bestiola mutante e far sì che recepiamo il messaggio. Questo è il suo perverso stile.”
Asuka sospira.
“Mi dispiace tanto, devo avergli dato il colpo finale in effetti.” dice mortificata “L’ho incattivito io.”
“È vero che non avresti dovuto stuzzicarlo.” ammetto “Ma, questa non è colpa tua, Asuka. Non è assolutamente colpa tua.”
Jin incrocia le braccia sul petto e sospira nervoso.
“Non sarà il caso di andare a prenotare una stanza di albergo?” chiede.
“Mi sembra una buona idea.” osserva Lars “Più aspettiamo e meno avremo la possibilità di trovare disponibilità per stanotte.”
Ci rifletto un secondo.
“No.” dico convinta “Niente albergo.”
“Scusa?” chiede Jin incerto.
Lo guardo con aria decisa.
“Heihachi non ci costringerà a lasciare la nostra casa.”
Segue un momento di silenzio e perplessità.
“Mamma… c’è già riuscito!
indica la vetrata Che cosa avresti intenzione di…”
Kazuya lo invita a desistere con un cenno della mano. Ci penserà lui.
“Jun…” dice tetro “Hai voglia di scherzare in un momento come questo?! Dobbiamo per forza cercarci un hotel.”
“Sono serissima!” mi alzo in piedi e affronto lo sguardo di tutti.
Punto un indice verso la casa.
“Non deve essere lui a vincere! Non ci farà lasciare la nostra casa!” insisto come se fossi ad un comizio politico “Noi staremo qui e combatteremo con lei! Al fianco della nostra adorata casa, a darle forza!”
“Jun…” ci riprova Kazuya
“Tieni a freno le tue fissazioni spirituali, non è il caso.”
“Abbiamo delle tende e dell’attrezzatura da campeggio che non usiamo mai nel capanno.” lo ignoro “Proprio all’inizio di quest’anno mi sono ricordata di quella che volta, quando Jin era piccolino, che noi tre abbiamo dormito in giardino per un episodio vagamente simile. Ed allora non abbiamo più avuto modo né di andare in campeggio, né di fare tante altre vacanze insieme.”
“Ti prego, trova il modo di farla ragionare e alla svelta.” sento Jin che sibila a Kazuya.
È davvero ironico che per una volta sembrino stare dalla stessa parte. Ma io non mi arrenderò tanto facilmente, neanche davanti ad un'improbabile alleanza padre-figlio come questa.
“Trasformeremo questo attacco di Heihachi in un’occasione per legare tra noi e conoscerci meglio.” continuo congiungendo le mani davanti al petto “E sarà fantastico dormire sotto le stelle.”
Asuka scoppia a ridere, poi si ferma davanti al mio sguardo serio.
“Zia Jun… ma allora non stai scherzando?”
“Io penso che sia una buona idea!” esclama Alisa alzandosi in piedi e guardandoci tutti con un gran sorriso “Mi sembra divertente e poi non sono mai stata in campeggio!”
“Grazie cara!” le sorrido
Sarà divertente, vedrai.
“Alisa, no! Non sarà divertente, proprio per niente!” la blocca subito Jin, poi si volta da me e mi parla come se stesse cercando di calmare una pazza “Mamma, è una pazzia. Andiamo in un albergo e stop!”
“Jun… il ragazzo ha ragione.” lo segue a ruota Kazuya parlando nervosamente “Non puoi pretendere davvero che improvvisiamo un camping in giardino.”
Li guardo irremovibile.
“Abbiamo uno splendido giardino, con tanto di bagno, laghetto, barbecue e mobili da giardino che non usiamo mai.” insisto “Il nostro giardino non ha niente da invidiare a tanti camping a 5 stelle che si vedono in giro.”
Kazuya aggrotta la fronte. Sembra in difficoltà.
“Io non mi muovo di qui.” tuono, poi mi dirigo verso il capanno a tirare fuori le tende “Non darò a quel vecchio la soddisfazione di buttarmi fuori di casa!”
“Ripensandoci però ha ragione!” sento dire ad Asuka.
“Oh ma tappati anche tu!” sbotta Jin.
“No, senti! Quello che Heihachi voleva ottenere con questo giochetto era quello di allontanarci dalla casa!” ragiona Asuka “La miglior contromossa che possiamo fare ora è quella di rendere il suo dispetto ineffettivo. Tu ci infesti la casa? Nessun problema, Heihachi! Noi ne approfittiamo per fare campeggio in giardino! La zia ha ragione! Mi piace l'idea!”
Sorrido orgogliosamente avvicinandomi alla finestrella del capanno. Brava Asuka, questo è esattamente il tipo di insegnamento che vorrei trasmetterti. Allora la mia ramanzina non è stata solo uno spreco di fiato! Rispondere ai dispetti con superiorità morale e spirito, questo è il miglior contrattacco!
“Non ci posso credere.” Jin si porta una mano davanti alla fronte “Ditemi che non sta succedendo davvero.”
“Vado ad aiutare Jun-san!” dice Alisa, dirigendosi verso il capanno.
Asuka la segue.
Si avvicina anche Lars.
Mi raggiungono dentro al capanno.
“Abbiamo tre tende!” dico ad Alisa, Asuka e Lars quando mi raggiungono “Una per me e Kazuya, una per le ragazze e una per i ragazzi.”
Lars corruga un momento le sopracciglia. Sì, in effetti Jin probabilmente non è il compagno di tenda ideale, soprattutto non quando è di questo umore, ma purtroppo non sono riuscita a trovare altre tende extra.
“Sarà divertente, vedrete.” riprendo, cercando di rassicurare nello specifico Lars “E se proprio dopo il primo giorno ci troveremo male… andremo in hotel. Ma vedrete che andrà tutto bene e ci divertiremo! Ne sono sicura!”
Sorrido ancora.
“Su, aiutatemi a prendere questa roba e andiamo a montare queste tende!” esclamo poi affrettandomi.
Esco dal capanno, ancora col sorriso sulle labbra e... mi ritrovo davanti Jin e Kazuya intenti a darsele di sana pianta. 
“Fermi…” quasi mi manca la voce.
Una delle sedie di legno stile giardino vittoriano finisce malauguratamente tra il loro scontro e con un calcio da entrambi i lati si spacca in più pezzi, finendo rovinosamente sul prato.
La mia sedia! La mia bellissima sedia del mio grazioso salottino vittoriano da giardino! Lo stesso giorno in cui la mia casa viene invasa da delle schifose bestiacce aliene. 
Mi porto le mani davanti alla bocca e lascio cadere il sacco con la tenda sull'erba, guardando i resti della povera sedia.
Jin a quel punto mi nota e fa un cenno al padre verso la mia direzione. A quel punto i
 miei due idioti smettono di combattere e mi guardano perplessi. Allentano le prese e si allontanano l'uno dall'altro.
“Mi dispiace per... la sedia.” mugugna Jin guardandomi colpevole.
È troppo, è decisamente troppo. Lancio un urlo di rabbia, poi li raggiungo a passi lunghi e veloci, mentre i cani iniziano ad abbaiarmi contro.
“Che diavolo vi è preso?!” chiedo severa “Perché vi stavate picchiando adesso?!”
“Mi ha dato la colpa di aver traviato Asuka nella mia cattiva strada! E per colpa di Asuka, cioè mia secondo lui, Heihachi si è indispettito e lui si ritrova oggi a dover dormire come un barbone!” spiega Jin “Come se fossi responsabile di tutte le strampalate idee che frullano nella testa di quella lì!

“Hey” protesta la cugina arrivando dietro di me.

Come se le avessi dato io l’idea di depilare il vecchiaccio!” aggiunge Jin.
“Ho detto mille volte che mi dispiace, non lo farò più!” borbotta Asuka sentendosi in colpa.
“Ho soltanto detto che se avesse in casa un modello più responsabile da seguire, forse oggi non avremmo avuto questo problema.” specifica Kazuya.
“Andiamo Kazuya, sai anche tu che è improbabile che Heihachi se la sia presa proprio per quel dispetto.” osservo.
Sono ancora molto arrabbiata per la sedia, ma cerco di parlare mantenendo calma e razionalità. 
“È molto più probabile che Heihachi stia pianificando questa vendetta dal giorno in cui l’ho addormentato.”
“In ogni caso, io ne ho abbastanza!” sbotta Jin “Ne ho abbastanza delle vostre follie, non ho intenzione di giocare a fare lo scout con voi, io me ne vado.”
“Fermo lì! Dove vorresti andare secondo te?!” lo interrogo con le mani sui fianchi.
“Non lo so! Ma preferirei dormire sotto un ponte piuttosto che qui con lui!” indica Kazuya, che lo sfotte ridacchiando.
“Sotto un ponte? Ci vediamo domani mattina quando tornerai con la coda tra le gambe.” sogghigna.
E a quel punto Jin ha una sfuriata inaspettata.
“Vaffanculo! Invece non mi rivedrete mai più!”
“Jin…” lo chiamo prima con calma, ma lui mi ignora e parte spedito a prendere il suo borsone da viaggio “Jin!” lo chiamo allora con più enfasi “Dove diavolo credi di andare?!”
“Non lo so! Più lontano possibile!” sbotta voltandosi da me “Per sempre.”
E quello sguardo ardente nei suoi occhi inizia a farmi paura.
“Jin, smettila subito. Mi stai facendo preoccupare.”
“Beh, mi dispiace. Ma ci penso da tanto tempo ormai e adesso ne ho veramente abbastanza. Non ce la faccio più.” dice con voce strozzata dalla rabbia “Io… devo assolutamente andarmene o sento che impazzirò.”
“Smetti di lagnarti come un moccioso che minaccia di scappare di casa.” lo sfotte Kazuya con un ghigno “Hai seriamente le palle per fare ciò che dici?”
Jin sgrana gli occhi.
“Kazuya!” gli lancio un urlo contro.
È impazzito forse?
“Jin, pensaci bene. Non fare pazzie. Non puoi andartene via di casa. Dove avresti intenzione di andare? E come farai se perderai le lezioni?!”
“Al diavolo le lezioni!” dice lui dirigendosi a passo svelto verso il cancello “Al diavolo lo studio!”
Un tuffo al cuore.
“Come sarebbe a dire al diavolo lo studio?!” 
Non risponde. È veramente intenzionato a fare quel che minaccia di fare.
“Jin, hai seriamente intenzione di andartene?”
“Sì!” sbotta “Oggi stesso!”
“Ma… dove?”
“All’estero. Dove non potrete trovarmi!”
Il mio battito accelera. Sembra davvero convinto e determinato. E so bene come la rabbia per i litigi con Kazuya a volte gli faccia perdere la ragione.
“Jin, non posso lasciarti buttare la tua vita! Non puoi andartene, mollare lo studio, pensa a tutto quello che hai costruito finora!”
“Non me ne potrebbe fregare di meno!” 
Siamo quasi arrivati al cancello.
“Jin…” deglutisco. Non vorrei davvero arrivare a questo punto, ma so di non avere scelta. Devo proteggerlo.
“Sai che… fino al tuo ventunesimo anno di età il tuo conto è ancora subordinato al mio, giusto?” chiedo “Sai che posso bloccarlo quando voglio, giusto?”
Si ferma, si volta e mi guarda pietrificato.
“Mi dispiace.” gli dico seriamente dispiaciuta.
Odio davvero dover ricorrere a questi ricatti. Sono mortificata. 
“Non mi lasci altra scelta.” continuo “Non posso lasciarti prendere decisioni come questa in un impeto di rabbia sragionata così. Lo sai che lo faccio per il tuo bene…”
“Non ho bisogno dei vostri soldi.” sibila lui “Non sono un ricco viziato figlio di papà.”
Detto questo apre il cancello e se ne va.


“Se n’è andato davvero?” chiede Kazuya, di nuovo intento ad accarezzare Devil, al mio ritorno. 
Tutti mi guardano curiosi. Ci sono ancora pezzi di sedia e gli attrezzi da campeggio sparsi sul prato.
Sospiro nervosamente. 
“Sì, se n’è andato.” rispondo secca “E ora devo andare a bloccargli il conto prima che faccia davvero la follia di scappare all’estero o qualcosa del genere. Deve riflettere su cosa sta facendo! Come può pensare di mollare gli studi così?!”
Vado a prendere la borsa del PC portatile.
“Gli hai detto che gli avresti bloccato il conto?” sogghigna Kazuya.
“Piantala di ridere!” sbotto “È una cosa seria! Sono molto preoccupata!” 
Deglutisco. Preoccupata e estremamente ferita.
“Mi ha detto non sono un ricco viziato figlio di papà. Ti rendi conto?”
Kazuya mi guarda a bocca aperta per qualche secondo, poi scoppia a ridere amaramente.
“Incredibile Jun, il tuo peggior incubo si concretizza.” esclama ironico “Anni e anni di tuoi discorsi con ideali socialisti, pulizie massacranti della domenica mattina per l’ostinazione di non voler assumere domestici -perché è roba da snob aristocratici-, uno stile di vita fintamente borghese perché non dobbiamo viziare il bambino... perché tutti i figli di miliardari crescono viziati e arroganti, come me... e lui ti ripaga con queste parole!”
“Kazuya, ti prego sta' zitto!”
I ragazzi assistono alla scena ammutoliti e in palese imbarazzo.
“No, non mi sto zitto! Nonostante tutti i tuoi sforzi per farlo crescere più umilmente possibile, più simile a te possibile, lui vuole comunque fuggire dallo status di ricco viziato figlio di papà. Perché è questo che sente di essere continuando a vivere qui.” continua Kazuya che evidentemente non ha ancora finito di togliersi i sassolini dalle scarpe “Non è ironico Jun?!”
“Ehm… se posso permettermi…” interviene timidamente Asuka “Anche questo potrebbe essere per colpa di Heihachi. L’altro giorno l’ha stuzzicato rivolgendogli esattamente quelle parole. A lui ha dato molto fastidio. È per quello che sono intervenuta col mio dispetto!” borbotta “Stavo difendendo Jin.”
Kazuya alza le braccia a mezz’aria, come se avesse avuto la conferma che tanto stava aspettando.
“Hai visto Jun? Ha la coda di paglia il ragazzo!” continua “Non è questione di doversi pulire il cesso o meno. Oltre tutta questa finta umiltà, lui sa benissimo di essere comunque un ricco viziato figlio di papà. Ha sempre avuto tutto quello che desiderava. Ha avuto l’istruzione migliore possibile… che ora ha pure voglia di buttare nel cesso, da ingrato viziato che è!”
Finisco l’operazione al computer, poi chiudo il portatile di colpo. 
“D’accordo, Kazuya.” lo interrompo “Avevi ragione! Vuoi sentirti dire questo?!” 
Lui inarca le sopracciglia.
“Mi dispiace averti costretto a uno stile di vita troppo umile per il tuo status!” ringhio “Vuoi vivere nel lusso sfrenato come tuo padre così da dimostrargli che il tuo conto in banca non è da meno? Fa’ pure! Fa’ quello che vuoi, comprati un castello! Non mi interessa più!”
“Non ho mai detto di voler vivere in un castello di duecento camere come Heihachi, né di volere un esercito di camerieri pronti a lucidarmi le scarpe come varco la soglia di casa.” riprende lui “Dico solo che con una media di quattordici ore di lavoro al giorno e quattro di sonno, non ci avrei visto niente di male nel assumere qualcuno che possa pulire il bagno al posto mio!”
Sbuffo, prendo il portafogli e tiro fuori una carta di credito.
“Asuka, prendi. Andate pure a cercarvi una stanza d’albergo da qualche parte.”
Non devono per forza assistere a questo discorso impietoso.
“Ok… grazie!” mormora Asuka prendendo la carta “Quanto… quanto possiamo spendere?”
Ironico. La domanda casca a pennello.
“Sai cosa ti dico Asuka? Spendi pure tutto quello che vuoi! Andate in un albergo di lusso! Dopo che ho fatto la taccagna per vent’anni, che vuoi che me ne importi?! Vero Kazuya?” 
“Tsk…” Kazuya sogghigna “Ironizza pure quanto vuoi, Jun. Sai benissimo anche tu che ho ragione!”
“Che aspettate ragazzi?!” continuo seria “Andate o rischierete di non trovare stanze libere.”
Guardo Kazuya furiosa.
Questa faccenda riguarda solo noi due e nessun altro. Dobbiamo risolverla da soli.


La vita di coppia è qualcosa di estremamente complicato. Anche dopo più di vent’anni.
Per due persone come noi poi, lo è ancora di più. 
Come ha potuto una ragazza semplice, di grandi e ambiziosi ideali, che ha sempre condotto una vita semplice e frugale, innamorarsi di un ricco capitalista, con un armadio pieno di scheletri che rappresenta l’esatto opposto degli ideali in cui crede?
Nessuno ha mai creduto nel nostro legame. 
I miei amici hanno osservato con confusione e diffidenza il mio rapporto con Kazuya nel costro degli anni. La mia famiglia mi ha direttamente tolto la parola. 
Devo essere completamente impazzita per loro. Non c'è altra spiegazione.
O noi o lui. Fu questo quello che mi dissero quasi vent’anni fa, quando li vidi ad Osaka per l’ultima volta. Al quinto mese di gravidanza. 
E forse in un certo senso sono impazzita davvero ad essermi innamorata di Kazuya. 
Io e lui siamo gli esatti opposti. Il giorno e la notte. Bianco e nero. Yin e Yang. Non abbiamo veramente quasi niente in comune, non la personalità, non il credo politico, non i gusti in fatto di libri o film.
Eppure è quando sono tra le sue braccia, anche dopo l’ennesima lunga litigata, che mi sento inondare di quel misterioso inspiegabile fuoco che mi fa sentire viva come nient’altro in questo mondo. Ed è come se lo scontro delle nostre diversità riaffermasse la nostra individualità.
È questo fuoco che anno dopo anno mi ricorda che quel lontano giorno ad Osaka presi la giusta decisione, anche se spezzò parte del mio cuore. Opposti che si attraggono, una guerra continua di idee contrastanti, che però sono misteriosamente in grado di generare qualcosa di bellissimo.
E mentre guardo Kazuya, la sua schiena muscolosa, cosparsa di cicatrici, seduto di spalle a fianco a me, penso che non c’è nessun altro al mondo per cui potrei sentirmi così.
E se dopo vent’anni di guerra continua continuiamo, nonostante tutto, a fremere in questo modo l'uno al tocco dell’altro, so che per lui deve valere la stessa cosa.
Kazuya si volta e mi porge il mio calice di vino rosso. Mi sollevo, mettendomi a sedere su questo futon da camping consumato dal suo scarso utilizzo e accolgo il bicchiere. Lui solleva appena le labbra in una maschera di sorriso. Uno di quei rari sorrisi non ironici che riserva solo a me.
Avvicina il suo calice e brindiamo in silenzio, davanti alla nostra casa buia e al momento inaccessibile, che osserviamo attraverso la zanzariera della tenda. Non abbiamo bisogno di brindare a niente di particolare, solo al nostro essere noi stessi e aver raggiunto qualche altro nuovo compromesso. Assumeremo qualcuno per avere un po’ di aiuto nelle faccende di casa, ma nel mentre faremo qualche donazione extra, e molto generosa, ad una lista di associazioni umanitarie e ambientaliste di mia scelta. La vita di coppia è complicata, ma quando trovi quello giusto, vale la pena lottare.
“Ne converrai che questo improvvisato camping invernale alla fine non è stato poi così male.” commento assaggiando il vino.
“Direi di no. Soprattutto ora che ci siamo tolti i mocciosi da in mezzo ai piedi.”
Sorrido. È sempre il solito burbero.
Si china all’indietro sui cuscini, passando un braccio dietro le mie spalle. Restiamo così, sotto le coperte a bere il nostro vino, riscaldandoci con il calore dei nostri corpi.
“Dico sul serio, Heihachi starà pensando di averci fatto un gran torto oggi. E invece siamo qui, a sorseggiare vino rosso pregiato, a tenerci caldo a vicenda…” sorrido “... a fare l’amore sotto le stelle.”
Kazuya guarda l’apice della teda, quel rettangolino di zanzariera che che ci divide dal resto del mondo.
“Credo che più che stelle quelle siano luci di aerei di linea. Ma questo non lo rende meno eccelso.”
Rido e mi avvicino ancora, appoggiando la testa contro il suo petto.
“Sai Kazuya, oggi ad un certo punto ho proprio avuto voglia di ucciderti.” riprendo parlando piano.
“Questo è il romanticismo che mi piace.” commenta lui con la sua particolare ironia.
“O comunque ho avuto voglia di lasciarti.” vado avanti “I miei genitori avevano ragione, ho pensato, sono stata pazza in tutti questi anni. Lo lascio oggi stesso.”
“Beh, non sarebbe neanche la prima volta che ne abbiamo avuto la tentazione.” osserva “Entrambi.”
Vero. Mi bagno le labbra con un altro sorso di vino.
“Quell’odioso capriccio da spocchioso aristocratico!” continuo poco dopo “Dio, Kazuya! Eri inascoltabile!"

Mmm. fa lui semplicemente.
Ma poi ho pensato anche che... per un riccaccio viziato come te sopportare tutti questi anni di miei sproloqui socialisti, come li chiami tu, non deve essere stato facile.” proseguo con il mio ragionamento “Intendo dire, uno che mi fa discorsi come quello di oggi, ha comunque accettato di lavarsi il gabinetto per vent’anni… solo per arrivare ad un compromesso… per stare con me.”
Lui emette un lungo sospiro.
“In effetti sai essere davvero insopportabile quando ti ci metti. Ma hai anche qualche pregio.” sogghigna.
Io sorrido ancora, contro la sua pelle.
“Oddio Kazuya, odio l'effetto che hai su di me. Mi sento come se non ti avessi mai amato tanto quanto in questo momento.” sussurro sentendomi arrossire come una liceale che confessa la sua prima cotta.
“E solo qualche ora fa volevi uccidermi.” sussurra accarezzandomi i capelli “Direi che è un notevole miglioramento.”
Tipico suo, continua a smorzare ogni mia sdolcinatezza con l’ironia. Anche per questo siamo così diversi, anche per questo mi sono innamorata di lui.
Non sto scherzando però adesso. Mi metto a sedere e lo guardo intensamente negli occhi.
“Sono seria.”
Lui aggrotta le sopracciglia e si solleva su un gomito.
“Ho deciso che sono pronta per…” sussurro con un sorriso “... tu sai cosa.”
“Jun…?” fa lui cautamente allungando le mani verso il mio bicchiere “Forse dovresti mettere da parte quel bicchiere di vino e…”
Scuoto la testa e sorrido.
“No, non c’entra niente il vino.” continuo.
Metto via il calice.
“In realtà è da un po’ che ci rifletto e… dopo stasera mi sono resa conto che non ha più senso aspettare.” riprendo sottovoce.
Anche lui si mette a sedere e mi guarda sbigottito.
“Ma non hai detto mille volte di stare bene così? Che non sentivi alcun bisogno di…”
“Kazuya, sono sicura.” insisto.
Lui esita ancora e si mette a ridere, un po’ divertito dalla situazione.
“Non ti interessa cosa dirà la gente? Lo troveranno tutti un po’ strano dopo tutto questo tempo…” osserva.
“Non mi interessa minimamente.” rispondo decisa.
“Non ti interessa neanche quello che dirà la tua famiglia? Quello che dirà Jin?” sogghigna “Perché sai che lui non la prenderà per niente bene.”
E posso vedere come il solo pensiero lo diverta già.
“Hai ragione, probabilmente non ne sarà contento.” sospiro seria “Ma se ne farà una ragione. Prima o poi si abituerà.” 
Ne sono fiduciosa. Certo, gli servirà un po’ di tempo per accettarlo, ma tanto ormai il nostro rapporto con Jin è già talmente compromesso, che dubito sarà questo a fare poi così tanta differenza.
“Sei pazza, Jun. Completamente pazza.” sogghigna Kazuya.
Lo guardo con un mezzo sorriso.
“Probabilmente sì.
” rispondo Ed è proprio per questo che mi asseconderai in questa idea, non è vero?” 
“Mi conosci.” sussurra con un ghigno.








NOTE:
Diciamo che dopo questo capitolo non ho granché da dire se non che innanzitutto mi scuso per il trash e poi che questo sarà l’ultimo capitolo narrato interamente da Jun. Almeno lei può già uscire dalle mie grinfie! Buon per lei! XD
Alla prossima!
  
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