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Autore: arashinosora5927    25/04/2020    2 recensioni
Il sorriso che tutti davano per scontato non era poi così semplice da mantenere.
Buon compleanno Yamamoto!
Lo so, ho fallito, dovevo pubblicarla ieri, ma a mia discolpa l'ho iniziata ieri.
Una piccola fic dedicata al Best Boy che deserves a lot visto attraverso gli occhi di Gokudera.
[Slight 5927] perché hey sono io a scrivere, che vi aspettavate?
Spero vi piaccia
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Takeshi Yamamoto, Tsunayoshi Sawada
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando se ne rese conto era la sera del 22 aprile, era già tardi, ma forse non abbastanza.

Si sorprese nello scoprirsi con un pensiero simile per la mente, tanto insistente e vigile al punto da farlo mettere immediatamente all'opera.

Certo, non poteva fare tutto da solo, non sarebbe stato giusto, ma poteva studiare e calcolare esattamente come farlo.

Sospirò, si mise seduto sul letto a gambe incrociate. Doveva ammetterlo: voleva fare qualcosa di speciale.

Sai dopodomani che giorno è? inviò immediatamente il messaggio a Tsuna.

La risposta non tardò ad arrivare.

Il compleanno di Yamamoto. Che facciamo?

Ci sto pensando in questo momento

Gokudera ormai lo sapeva, sapeva che per quanto gli piacesse fingere il contrario Tsuna non era la sola persona a cui si era affezionato, infatti aveva lentamente imparato ad apprezzare tutti i guardiani e voleva decisamente bene a Yamamoto.

A essere totalmente sincero con se stesso teneva a tutti, ma era terrorizzato al solo pensiero dell'abbandono per questo era molto più facile recitare la parte del duro senza interesse, piuttosto che scoprire la vulnerabilità di chi ha paura dei legami.

Era troppo intelligente per non aver fatto un'analisi completa di se stesso ed essersi capito, ma questo non significava doverlo per forza condividere.

Crescendo si era reso conto di quanto fosse stanco di recitare una parte che non gli apparteneva realmente, di mostrarsi sempre impeccabile e forte specialmente con la persona che amava più al mondo. A Tsuna vendeva continuamente una versione di lui che a conti fatti non esisteva, mentre con Yamamoto era molto più spontaneo anche se non del tutto sincero.

Era così stanco di quel meccanismo, al punto tale che aveva deciso di cambiare.

Per questo Tsuna era l'unico a essere a conoscenza dei suoi problemi relazionali spiegati anche se parzialmente nella loro natura, l'unico ad aver avuto questo onore. Mentre Yamamoto aveva potuto vedere in altri momenti il lato più vulnerabile di Gokudera.

Lo aveva visto quando era scoppiato a piangere sul tetto dell'appartamento dove erano stati confinati tutti insieme per un allenamento stremante. Lo aveva trovato con la sigaretta tra le dita che tremavano e lo aveva visto per la prima volta cercare conforto nel contatto fisico, nel calore di un abbraccio.

Certo, Gokudera lo aveva minacciato se avesse aperto bocca, ma gli aveva aperto il cuore, forse anche per limite di sopportazione, ma in fondo perché sapeva di essere al sicuro. Gli aveva detto di essere stanco di vivere con quel segreto tanto pesante dentro, di non avergli mai dato voce e poi gli aveva confessato di essere innamorato di Tsuna e di avere davvero paura che quei sentimenti lo avrebbero messo nei guai crescendo ogni giorno fino a diventare incontenibili.

Yamamoto non si era sorpreso, anzi sembrava sapere già esattamente cosa Gokudera avrebbe detto e come lo avrebbe fatto.

Lo rassicurò e non smise di parlargli finché non riuscì a calmarlo completamente.

Già, Yamamoto era questo, la calma, la calma che elimina il conflitto e lava via ogni dolore.

Gokudera, però, sapeva che essere il fattore di tranquillità della situazione, la colla tra i pezzi, il sorriso che scaldava l'animo di tutti era un compito arduo e faticoso, che frequentemente veniva dato per scontato.

Spesso si era domandato se Yamamoto fosse davvero stupido al punto tale da non avere consapevolezza delle situazioni o fosse sotto antidepressivi potenti, più spesso di quanto gli piacesse riconoscere si ritrovava a pensare che fosse la seconda, ma doveva ammettere che preferiva l'ingenuità alla tristezza del suo amico.

Yamamoto non era solo la passione infinita che aveva per il baseball, non era solo quello che con la risata sempre pronta plavata ogni scontro, era molto di più.

Aveva dentro una sofferenza che non mostrava, un mondo di cui non parlava, ma Gokudera, Gokudera aveva visto tutto.

Yamamoto era orfano di madre, in questo erano molto simili, aveva un dolore a cui non osava accedere e Gokudera sapeva bene perché, sapeva che dare voce a sentimenti simili era devastante.

Per la prima volta si trovava a pensare a quanto avessero realmente in comune, a come fossero due maschere costruite su sentimenti diversi, la gioia e la rabbia, entrambe finzione per nascondere la tristezza.

Yamamoto era di più di un giocatore di baseball, di più di un figlio che aiutava il padre con il ristorante, anche se Gokudera doveva ammetterlo, per questo aspetto lo invidiava davvero tanto.

Yamamoto aveva il padre migliore al mondo cosa che né lui né Tsuna potevano in alcun modo vantare. Il suo, Gokudera lo ricordava molto bene, lo aveva sempre trattato con disprezzo, rifiuto, come se fosse una delusione, salvo quelle rare volte in cui lo faceva esibire per i suoi ospiti suonando il piano.

Sicuramente Yamamoto aveva un futuro nella ristorazione, nella preparazione del sushi, ma non era solo questo.

Yamamoto era un ragazzo molto più profondo di come spesso gli piaceva figurarselo, persino più intelligente. Aveva una passione per il baseball e a volte sembrava non sapere parlare di altro, ma c'era molto di più.

Sapeva preparare piatti perfettamente ed era stato fondamentale proprio per questo in determinati momenti duri come quando le ragazze nel futuro avevano deciso di smettere di cucinare per loro.

Era uno spadaccino provetto, al punto tale che Squalo ne aveva riconosciuto la bravura nonostante la sua superbia.

Un assassino nato, hitman al livello di Reborn, come aveva testimoniato lo stesso, col cuore tenero, ma con un coraggio da vendere.

Era un amante degli animali, se Gokudera avesse dovuto paragonarlo a uno preciso avrebbe scelto il cane, poteva dire che avevano lo stesso atteggiamento.

Yamamoto poi suonava la chitarra e nonostante non avesse voti brillanti riusciva sempre a cavarsela con la sua simpatia.

Aveva addosso una pressione sociale immensa per il ruolo che si era scelto e che aveva deciso di recitare.

Era forte, sembrava saper fare tutto per questo chiunque poteva sviluppare un complesso di inferiorità nei suoi confronti, ma dopo aver analizzato la situazione attentamente Gokudera aveva smesso di invidiarlo.

C'era però una cosa in cui Yamamoto eccelleva senza rivali, in cui nessuno gli avrebbe mai potuto tenere testa e questa era il modo in cui considerava l'amicizia.

Per Yamamoto era sacra, era famiglia, era l'amore più puro. Questo sentimento lo trasformava, lo rendeva capace dell'impossibile, dava un senso a ogni suo sforzo e trasformava quella maschera nel suo reale viso.

Gokudera se ne era accorto e in parte lo invidiava perché non era capace di ricambiare con lo stesso impegno, con la stessa partecipazione e sopratutto con lo stesso amore.

Sorrise, guardando il cellulare.
Era merito suo, merito di Yamamoto se ora a Tsuna dava il tu, se con lui poteva essere se stesso fino in fondo.

Yamamoto era stato silenziosamente l'artefice di ogni mossa che aveva fatto nascere la loro relazione, il consigliere nascosto al buio.

Per questo, per tutto quello che Gokudera sapeva significare l'amicizia per Yamamoto aveva deciso di non dirglielo, di non metterlo al corrente di come le cose erano evolute con Tsuna, del fatto che ora stavano insieme. Non voleva si sentisse di troppo, tagliato fuori, loro erano un trio, non voleva che ciò finisse.

Poi invece Yamamoto lo aveva sorpreso ancora una volta con il suo esserne già al corrente e non il sentirsi in alcun modo messo da parte.

Non gli ci vollero altre riflessioni per sapere esattamente cosa fare.

Ho un'idea!

Yamamoto aveva fatto per lui così tanto, per loro così tanto, era sempre disponibile ed entusiasta. Aveva sempre sorriso, aveva sempre riso davanti al suo carattere insopportabile e quanto più Gokudera era acido tanto più Yamamoto era dolce e comprensivo. Yamamoto lo aveva accettato così come era dal primo istante, giocando con lui, mettendosi anche in competizione a volte, ma dicendogli chiaramente di abbandonarsi perché con lui era al sicuro, finché non glielo aveva detto chiaro e forte durante lo scontro con Gamma.

Gokudera augurò la buonanotte a Tsuna dopo avergli spiegato la sua idea, a questo punto andò a dormire pensando a quanto non si sentisse all'altezza di Yamamoto.

Il giorno dopo fu interamente dedicato al loro piano, lui e Tsuna attraversarono Namimori in lungo e in largo per mettere a punto ciò che avevano progettato.

Coinvolsero Ryohei, lui con quegli allenamenti mattutini sarebbe stato il distrattore ideale.

La sera del 23 aprile erano entrambi sfiniti, ma era tutto pronto.

Il 24 aprile quell'anno cadeva di venerdì e si dà il caso che fosse anche lo stesso giorno in cui fiorirono i ciliegi.

Fu un normale giorno di scuola, Yamamoto non ricevette nessun augurio, ciò nonostante non storse il naso né perse il sorriso.

Trascorse la giornata tranquillamente e a fine lezione Gokudera e Tsuna lo salutarono e iniziarono a camminare consci del fatto che di lì a breve sarebbe arrivato Ryohei.

Come da programma questi lo fece correre in lungo e largo assieme a lui per la città di Namimori così che Gokudera e Tsuna ebbero il tempo necessario.

Quando tutto fu pronto Tsuyoshi accolse suo figlio al Takesushi e stelle filanti e coriandoli volarono mentre così tante persone di fecero gli auguri in coro.

Yamamoto si commosse, iniziò a ringraziare immediatamente e sorrise dal cuore, con quella sincerità buona che solo lui possedeva.

I primi a farsi avanti furono i suoi compagni di squadra.

"Tanti auguri, capitano" gli dissero onorandolo con una medaglia d'oro fatta appositamente per lui dove venivano esaltate le sue doti di leader e guida.

Ryohei gli consegnò i pantaloncini per giocare a baseball che aveva fatto fare per lui con il suo nome ricamato in grande su un lato.

"Tieni, rispondi..." disse Gokudera porgendogli uno smartphone.

"VOIIIII" si sentì immediatamente l'urlo dall'altra parte e si vide il viso dello spadaccino.

"Squalo!" esclamò Yamamoto entusiasta.

"Sarà meglio per te che scelga la spada, ragazzo, questi sono i miei auguri. In caso contrario ti farò a fettine."

Yamamoto sorrise, sorrise amabilmente e poi rise mentre gocce di perplessità apparvero sul viso di tutti i presenti, Squalo compreso.

La chiamata finì immediatamente quando Jiro entrò nella sala portando l'attenzione sul bancone colmo di sushi e altri piatti deliziosi.

"Avanti, sedetevi e mangiate che è tutto di prima scelta" disse Tsuyoshi e in quel momento Yamamoto si rese conto che il ristorante era stato sistemato in modo tale da ospitare un unico lungo tavolo.

Dopo aver mangiato a sbafo fu la volta delle ragazze, a Kyoko, Haru e Chrome era stata affidata la torta.
Reggendola con attenzione la portarono al centro del tavolo e accesero le diciassette candeline.

Gli cantarono la canzone e gli dissero di esprimere un desiderio.

Tutti lo festeggiarono e quando la festa potè dirsi conclusa rimasero in tre, solo loro tre, il loro trio.

"Questo è da parte nostra" disse Tsuna porgendogli una busta.

"Ora mi fate anche i regali insieme" ridacchiò Yamamoto aprendola.

I suoi occhi si riempirono di lacrime di gioia quando vide il suo regalo.
Senza passare dal via Yamamoto indossò la maglietta che gli era stata regalata e si specchiò nel riflesso sul vetro.

Era semplice, un bianco candido, ma sul retro e sul davanti aveva delle stampe.

N#1 Best friend spiccava sulla schiena, mentre il petto aveva diversi simboli che lo rappresentavano e sotto in piccolo la scritta senza pioggia non crescono fiori.

Yamamoto li abbracciò senza pensarci e li strinse così forte da fare loro male. Gokudera protestò, ma tutti sapevano che era solo scena, infatti presto ricambiò a propria volta.

Con quel gesto sentì di essere stato ripagato per tutto il suo impegno, per ogni istante in cui aveva fatto del suo meglio per stare al loro fianco, per ogni volta che li aveva salvati, per ogni lacrima nascosta per portare un sorriso, per ogni silenzio mai condiviso. Yamamoto vide riconosciuto ogni sforzo e sopratutto sentì fino in fondo quanto fosse stato apprezzato ogni secondo.

"Perché siamo veramente fortunati ad averti. Non hai eguali e non te lo dimostriamo mai abbastanza quanto sei fondamentale per noi e quanto ti vogliamo bene" gli disse Tsuna.

Yamamoto sorrise lasciando andare quelle lacrime di felicità.

"Lo so, io lo so cosa provate per me, ma è così bello sentirvelo dire ad alta voce" mormorò.

Gokudera sospirò, era come sempre tentato di rompere l'atmosfera dicendo qualcosa di sgradevole perché tutto quell'affetto esternato suo malgrado lo metteva a disagio.

"Sì, ma adesso non esagerare..." sbuffò e sciolse l'abbraccio.

In quel momento qualcuno bussò alla porta del Takesushi e Yamamoto andò ad aprire.

"Questo è da parte di Kyo-san, buon compleanno Yamamoto Takeshi" gli disse Kusakabe sorprendendo tutti con la sua presenza.

Così come era arrivato il braccio destro di Hibari se ne era già andato.

Yamamoto aprì il pacchetto ed estrasse una collanina con una rondine stilizzata.
C'era anche un bigliettino.

Sei un valido combattente, ho molta stima di te. Auguri, Hibari Kyoya.

Yamamoto rimase sconvolto, ma indossò immediatamente la collana.

Tornò dai suoi amici o meglio da Tsuna perché Gokudera si era allontanato a fumare verso la finestra.

"Vorrei tanto che la smettesse di fare così" sospirò Yamamoto guardandolo in lontananza.

Tsuna voleva dire qualcosa sull'inaspettato regalo di Hibari, ma fu distratto da quel commento.

"Comunque grazie per tutto quello che hai organizzato, io davvero non ti merito..." mormorò Yamamoto.

Tsuna accennò un sorriso, il suo sguardo seguì i movimenti nervosi delle dita di Gokudera.

"Guarda che è stata un'idea sua, tutto, ogni cosa. Io non c'entro niente... per una volta ho solo eseguito quello che mi ha detto di fare. Gokudera ti vuole molto bene, forse non te lo dirà mai a voce, ma questo è il suo modo per esprimerlo."

Anche Yamamoto sorrise quello era il compleanno migliore della sua vita, doveva ammettere di essere sorpreso, ma si era reso conto dell'ultimo concetto espresso da Tsuna dalla prima volta che gli aveva parlato.

"E comunque sia Yama, noi lo sappiamo che anche tu sei umano quindi se volessi parlarci dei tuoi problemi al posto di farti sempre carico dei nostri noi ne saremmo solo felici."

Gokudera guardò verso l'orizzonte, lasciò andare un rivolo di fumo.

Forse non sarò mai capace di darti quanto tu dai a me, ma farò sempre del mio meglio per farti sentire che sei pienamente ricambiato
   
 
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