Teatro e Musical > Romeo e Giuletta - Ama e cambia il mondo
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Autore: Miss_MaD    27/04/2020    0 recensioni
"Senza leggi né padroni,
Solo vivere è importante.
Notte e giorno,
Ogni momento
Perché il tempo è come il vento."
E se tra i re del mondo ci fosse stata una ragazza?
Benvolio estremamente OOC
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Benvolio Montecchi, Giulietta Capuleti, Mercuzio Della Scala, Nuovo personaggio, Romeo Montecchi
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Violenza
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Si diedero appuntamento per il giorno seguente nel tardo pomeriggio.
Man mano che attraversavano il viale di pietre rosate, Luna avvertì una strana sensazione allo stomaco: si sentiva osservata e in qualche modo giudicata dalle guardie che stavano di vedetta, eppure quando era stata lì con Romeo e Benvolio era sicura di essere passata inosservata, o forse era stato il gruppo di gente che non aveva attirato l'attenzione, mentre ora il nipote del principe che si accompagnava con una ragazza sola verso il castello, poteva far pensare a molte cose. Relegò quella senzazione in un angolo remoto di sè quando, una volta dentro, vennero accolti da un servitore anziano, un certo Tobia, che le sorrise dolcemente, rassicurandola:
《Buonasera, signorina.》
Dopodichè il ragazzo accompagnò Luna verso la sua stanza.

《Qui c'è la tua camera per la notte, c'è una sala da bagno con l' acqua già calda, sentiti come a casa tua.》le disse, congedandosi.
Appena varcata la soglia, la ragazza venne accolta da una stanza in pietra non molto ampia ma ben arredata: c'era un letto a due piazze, qualche baule, un séparé e una piccola toeletta.
Attraversata una porta alla sinistra della stanza, si ritrovò nella sala da bagno, anch' essa in pietra, con una grande vasca scavata nel pavimento, alta abbastanza perché ci si potesse camminare dentro, con un grande scalino ai lati per sedersi e, accanto, un mobile pieno di teli.

Luna era immersa ormai da una decina di minuti nell' acqua tiepida, quando una porta che non aveva notato in fondo alla stanza si aprì leggermente, lasciando entrare Mercuzio:
《Ah, dimenticavo, la tua stanza comunica con la mia》le disse, con un sorriso sghembo.
《Grazie per l' informazione》gli sorrise, sarcastica《Ora POTRESTI ANDARE VIA?》domandò alterata, cercando di coprirsi.
Per tutta risposta lui rise: 《Come se fosse la prima volta che vedo una ragazza nuda.》disse, canzonandola, mentre lo stomaco di Luna si stringeva in una morsa di gelosia.
《Ad ogni modo, sul tuo letto c'è il vestito, quando sei pronta avvisami.》

Quasi un' ora dopo, la ragazza bussò alla porta di Mercuzio, che aprì.
《Luna sei... un angelo.》 Le prese la mano, e la fece girare su se stessa. Indossava un vestito nero, con ricami dorati sul bustino, la scollatura ampia ma non profonda e le pieghe interne delle maniche e della gonna di color giallo acceso. I capelli scuri erano acconciati in una treccia insieme ad un laccio dorato《di questo passo dovrò farti da guardia del corpo》le sorrise, sincero, per poi invitarla a fare un giro per il castello, cosa che lei accettò di buon grado.
Durante la visita, Luna sperava di incontrare il principe, o per lo meno la zia di Mercuzio, per poterli ringraziare, ma la fortuna non fu dalla sua parte, in quel senso.

《È tutto meraviglioso, ma il giardino resta la mia parte preferita》commentò Luna, dopo aver trascorso un' ora buona a girare per le stanze.
《Allora, se la signorina vuole seguirmi...》le fece cenno Mercuzio, mentre apriva il portone nero che conduceva al giardino.
I due passeggiarono per qualche minuto sotto al roseto, finché Luna non prese coraggio e gli chiese il motivo per cui non erano stati invitati anche Romeo e Benvolio.
Lui per tutta risposta fece spallucce:
《In realtà dovevano esserci, ma visto come ti hanno trattata ieri mattina ho cambiato idea all' ultimo minuto...》
Luna sorrise timidamente:《Be', grazie》
《Potrei sapere cosa è successo? Di solito voi tre siete così uniti...》domandò Mercuzio in preda alla curiosità.
Lei rispose con un sospiro e gli raccontò tutto ciò che era successo dopo la festa.
《È per questo che te ne sei andata?》 chiese il giovane, e lei annuì.

Gli attimi di silenzio tra i due vennero spezzati dalla voce del principe:
《Cosa ci fate voi due fuori da soli?》 Domandò con un sopracciglio alzato.
《Dubitate forse del vostro nipote preferito, zio? Luna mi stava semplicemente raccontando una storia accaduta dai Montecchi》 sorrise ruffiano Mercuzio.
《Sempre insieme, tu e quei delinquenti, eh? 》le domandò con un sorriso bonario《E si, nipote, dubito di te in ogni tua azione. Ti avviso, se dovesse succederle qualcosa ti riterrò pienamente responsabile, intesi?》 Ordinò, un dito alzato e lo sguardo severo, tanto che il ragazzo si ritrovò a chinare il capo, ma con un sorriso: 
《Sissignore!》disse, ridacchiando con Luna.

L'uomo li guardò ridere per qualche secondo, prendendosi le mani dietro la schiena in un atteggiamento di pace improvvisa, concentrandosi poi su una rosa:
《Luna?》 La chiamò
《Si, Vostra maestà?》 La ragazza si fece subito seria.
《Quanto ti avvicineresti a una rosa per ammirarla al meglio?》 Domandò il Principe, lasciandola spaesata per qualche secondo.
《Bè, abbastanza, sire, anche a costo di pungermi: le rose sono il mio fiore preferito.》

L' uomo annui in silenzio, per poi concludere:
《Hai ragione, le rose sono fiori complicati, ma se riesci a non farti spaventare dalle tante spine, si rivelano dei piccoli tesori...》

Luna e Mercuzio si guardarono negli occhi, senza capire dove volesse arrivare il discorso dell'uomo che, d' un tratto, annunciò:
《Sarà il caso che voi entriate, inizia a fare fresco e la gente sta arrivando.》
《Certo, Zio》 annuì Mercuzio alzandosi dal piccolo gazebo e porgendo la mano a Luna per aiutarla ad alzarsi, mentre lei rispondeva con un sorriso.
《Fai attenzione, Luna, a non farti pungere, e ti ritroverai con una rosa meravigliosa tra le mani.》
Mentre gli passava accanto, il Principe le mormorò questa frase.
Non capiva cosa intendesse, né il motivo per cui continuava a tirare in ballo le rose, ma dopotutto era il Principe, e lei era ospite nel suo castello, quindi chinò  il capo, mormorando a sua volta:《sissignore》 e, sotobraccio a Mercuzio, entrò nel castello, pronta per la festa.
   
 
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