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Autore: MauraLCohen    27/04/2020    1 recensioni
Raccolta di missing moments su Sandy e Kirsten per raccontare del loro passato a Berkeley, di qualche breve frammento della loro vita quotidiana a Newport e non solo... Il tutto condito da una buona dose di hurt/comfort.
[Alcuni prompt sono presi dal gruppo Facebook “Hurt/Comfort Italia - Fanfiction e fanart”]
Genere: Hurt/Comfort, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kirsten Cohen, Sandy Cohen
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: influenza;
Parole: 480
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Il sole stava appena iniziando a sorgere quando Sandy si scostò di dosso le lenzuola per mettersi seduto. Intorno a sé la stanza era silenziosa e leggermente illuminata dalle timide luci dell’alba. Quella era la parte della giornata che l’uomo preferiva: la calma che si respirava quando tutti dormivano gli lasciava addosso una bella sensazione; come ogni mattina, si sistemò per andare a fare un po’ di surf, sperando che ci fossero onde stupende ad aspettarlo. Dal bagno tornò in camera da letto, per salutare Kirsten che ancora dormiva rannicchiata su un fianco. Sandy si avvicinò al suo viso, piano per non svegliarla, ma quando poggiò le labbra sulla sua fronte si rese conto che era in fiamme. Kirsten stava sudando freddo e il volto era contratto in un’espressione sofferente. Sandy le accarezzò un braccio. « Tesoro? » la chiamò e lei prese a muoversi lentamente, strizzando lievemente gli occhi. Sandy la chiamò ancora, finché Kirsten non si svegliò del tutto. 

« È già ora di alzarsi? » si lamentò lei, mentre il dolore alla testa sopraggiungeva violento, costringendola a chiudere gli occhi di colpo. 

« Hai la febbre alta » disse Sandy, accarezzandole i capelli. « Ti preparo qualcosa da mangiare, così puoi prendere l’aspirina. » 

Kirsten annuì tenendo le mani pressate sulle tempie. Il dolore la stava uccidendo e sentiva tutto il corpo andare a fuoco. Si tolse di dosso tutte le coperte, rimanendo distesa a letto con solo la vestaglia a coprirla. Dio, ci mancava l’influenza, pensò. Lei odiava stare male; odiava non poter lavorare e dover rimanere imprigionata tra i cuscini, agonizzante, mentre tutto il resto del mondo correva veloce in preda ai mille impegni. 

Sandy, fortunatamente, ci mise pochi minuti a tornare, distogliendola da tutti quei pensieri che le stavano affollando la mente. Aveva in mano il vassoio con le uova strapazzate e il cappuccino decaffeinato per cui la moglie andava matta. Appoggiò la colazione sul comodino vicino a lei, seguita dal bicchiere d’acqua con l’aspirina e il termometro. Sandy le prese prima la temperatura: 102.2. Era decisamente troppo alta. 

« Visto? Avevo ragione ieri a dirti di prendere una giacca. » 

« Non sei d’aiuto » rispose ironicamente Kirsten, mettendosi seduta. « Ci mancava solo il raffreddore » aggiunse, sbuffando, mentre Sandy gli porgeva il cappuccino e le uova strapazzate. 

« Stai a letto e riposati » le disse con fare paterno. « Passerà in un lampo. »

« Me lo auguro » rispose Kirsten, prendendo un sorso dalla propria tazza, poi riportò gli occhi sul marito, assumendo un’espressione curiosa. « Ma tu non dovresti essere in spiaggia a quest’ora? » 

Sandy fece spallucce, sorridendole mentre le si sdraiava vicino. « E lasciarti sola in casa, moribonda? Mai. Il surf può aspettare » le rispose, posandole un bacio sulla fronte. Lei gli sorrise di rimando. « Grazie » bisbigliò, rannicchiandosi tra le sue braccia.

   
 
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