La tua assenza
è un torpore diffuso,
una giostra illuminata
che non si muove.
La tua assenza
è la speranza disattesa
di uno scherzo telefonico:
mi chiama e poi rimane zitta
a respirare, mentre trattengo il fiato
e aspetto, ad occhi spalancati.
In tua assenza
l'ombra mi sgocciola sugli occhiali,
la timidezza mi ruba i passi,
le mie mani sono conchiglie spezzate.
Il tuo profumo era la mia casa
era il mio cuscino
era la mia dispensa.
C'è una vecchia cuccia di plastica
sotto il ponte tra veglia e coscienza,
mi ci riparo dal freddo della notte e
dell'assenza di te.