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Autore: MusicAddicted    29/04/2020    26 recensioni
Prendete due serie TV, shakeratele fra loro, trovate un punto d’incontro, stravolgete tutto lo stravolgibile… ed ecco che otterrete questa storia.
Crowley ha una delle sue brillanti idee e la propone ad Aziraphale.
E se Jessica e Kevin avessero ottenuto i loro poteri in tutto un altro modo? Se fosse un altro il loro primo incontro?
Forse stavolta tutto fra loro potrà essere più romantico, forse.
Degli Ineffabili Maritini invece… che ve lo dico a fare?
E in tutto questo che ne sarà dell’Anticristo?
La fine del mondo si eviterà?
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Jessica Jones, Kilgrave, Trish Walker
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Notte fonda a tutti ^^’
Non credo vi ringrazierò mai abbastanza per il vostro supporto ed entusiasmo <3
Di quel sondaggio che vi ho posto nello scorso capitolo, alla fine ho optato per una fusione delle due alternative ^^’
Non vi resta che leggere ;)

 

ineffably-inevitable-cover


Capitolo IV: Rules are rules

 

                                                     London, Mayfair, Hill Street, 18 June 2000
 

Crowley passa l’aspirapolvere sul pavimento del suo salotto per quella che forse è la decima volta quella mattina.
Certo, gli basterebbe uno schiocco di dita per aver il pulito più brillante in assoluto, ma si dà il caso che quell'aggeggio che fa un rumore infernale riesca a tranquillizzarlo.
Ed è proprio tranquillità quello di cui Crowley ha bisogno.
Aziraphale sarà lì da lui a minuti.

La casa brilla come uno specchio e per renderla ancora più accogliente sul tavolo della cucina c’è un piatto di crepes con varie farciture.
Non ordinate da una pasticceria.
Né tantomeno create con la magia.
Crowley le ha preparate da sé, armato di un libro di ricette, un cospicuo numero di uova e un quantitativo ancora più grande di pazienza.
Non è stato poi così difficile… dopo le prime trenta frittatine sottili che ha carbonizzato e diciannove padelle rese inutilizzabili, maledicendo la Francia a più riprese, Crowley ha fatto suo quell’elaborato procedimento culinario.
E il profumo che emanano è indice che lui abbia fatto davvero un lavoro eccellente.
Crowley è sul punto di accendere delle candele e offuscare le luci, ma poi si ferma.

- E poi cos’altro? Una musica romantica in sottofondo? Cuscini a forma di maledetti cuori? Non è un appuntamento, idiota di un demone! Si tratta solo di lavoro.- si dà un pugno in testa il rosso, questo prima che il campanello suoni.

Non ha bisogno di alcun potere magico per poterlo percepire. Lui lo sa e basta che si tratta di Aziraphale.

- Ha scelto di entrare col metodo umano. - deduce Crowley, che seguendo lo stesso metodo si precipita alla porta come un bravo padrone di casa, per aprirgli ed accoglierlo.

Aziraphale fa il suo ingresso, mostrandogli un sorriso in grado di illuminare una stanza.

“Non ci vediamo da Amsterdam, caro. Solitamente odio compilare queste scartoffie burocratiche, ma ammetto di non essere mai stato così felice di fare il punto della situazione!” esordisce l’angelo, mostrandogli la cartellina in pelle con dentro tutti i moduli.

Un bel po’ diversi dai fogli macchiati di vino o caffè,ammucchiati in malo modo sulla scrivania in marmo del demone.

 

“Ma che appartamento grazioso!” si prodiga in complimenti il biondo

- C’è così tanto spazio anche per i miei libri se un domani vivessimo ins… ma cosa vado a pensare? - si morde un labbro, ringraziando il cielo che Crowley non lo stia guardando.

 

“Oh beh, sì, non sarà accogliente e confortevole come la tua libreria, ma è pur sempre un tetto sulla testa!” fa spallucce il bel demone, che è poco abituato ai complimenti.
 

“Sei troppo modesto… cosa insolita per un demone e… cos’è questo profumo delizioso?” si interrompe il bell’angelo, coi sensi allertati.
 

“In cucina troverai la risposta,” gli fa strada Crowley. “Ho preparato giusto qualcosina per addolcire la noia del lavoro…” farfuglia.

“Come preparato? Vuoi dire che queste meraviglie le hai fatte davvero tu?” domanda attonito Aziraphale, guardando le crepes sul tavolo con gli occhi che gli brillano.

“Beh sì, altrimenti avrei detto comprato… o creato con la magia…” borbotta l’altro. “Davvero trovi che siano belle?” domanda, gongolando.

“Altroché, e sono pronto a scommettere che saranno anche squisite! Devi insegnare anche a me come si preparano!” lo incita l’angelo.

Nella mente del demone scaturiscono immagini molto poco caste di loro due coperti solo da un minuscolo grembiulino e nient’altro… con Aziraphale impiastricciato di impasto e Crowley che lo pulisce a modo suo, ricorrendo anche alla sua lingua biforcuta.

Nella mente di Aziraphale scorrono immagini decisamente con un rating adatto anche a un pubblico minorenne di loro due che leggono insieme un libro di ricette, Crowley che sfiora la mano con la sua per insegnargli a tenere in mano correttamente il mestolo di legno, Crowley che lo stringe a sé, Crowley che gli bacia la punta del naso su cui è finita un po’ di quella ganache al cioccolato fondente che gli ha insegnato a preparare.

“Sì, si può fare, vedremo…” bofonchia Crowley, prima di andare a recuperare una manciata di fogli dalla sua scrivania.

 

Compilano pazientemente ogni campo, tirando le somme di quei primi mesi di attività dei loro protetti e intervallando quella mansione con il dolce spuntino preparato da Crowley, che si rivela essere tanto buono quanto bello.
 

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“Un paio di rapine sventate, tre risse evitate, due barboni salvati da un linciaggio, quattro teppistelli fermati e no, tre vecchine aiutate ad attraversare la strada non te le posso contare!” riepiloga Crowley, alla fine dei loro report, leggendo quello di Aziraphale.

“Non vedo perchè  no… okay, non c’entrerà una forza spropositata, ma resta comunque una buona azione!” borbotta Aziraphale, addentando l’ultima crepe rimasta. “E comunque, anche se me le conteggiassi, cambierebbe ben poco… guarda qui: sette casi di adulterio, cinque liti domestiche, tre risse in tre locali, cinque rapine a mano armata e.. un furto in una chiesa?” calca l’ultima voce nell’elenco, con uno sguardo indagatore verso Crowley.

 

“Rilassati, niente acqua benedetta, mi basta la tua.” sorride con aria innocente il demone. “Si tratta solo di una bravata, ha fatto rubare a un teppistello i soldi raccolti durante le ultime cerimonie!” chiarisce.
“Beh, se da una parte mi consola, dall’altra lo trovo un atto deplorevole!” sbuffa indignato il bell’angelo.

“Vero? Il mio pupillo va forte, ha una propensione poi per indurre alla violenza e alla lussuria!” ridacchia il rosso, compiaciuto.
“Non potresti… tenerlo un po’ più a freno?” azzarda Aziraphale.
“Cosa? No, te lo puoi scordare, angelo! Piuttosto, vedi di spronare un po’ di più la tua protetta!”
“Ma è ancora così piccola!” protesta il biondo.

“Beh, le hai dato tutti gli strumenti per difendersi, mi pare. Basta fare l’angelo chioccia, falle affrontare il mondo, per quello che è.” lo consiglia Crowley
“Temo tu abbia ragione, devo smetterla di proteggerla da ogni pericolo, almeno da quelli più lievi. Quando ci ritroveremo per il prossimo punto della situazione, le cose andranno molto diversamente!” spergiura Aziraphale.
“Tu dici? Io credo che il mio protetto possa solo migliorare, esplorare nuove strade, testare i propri limiti. E questo, di conseguenza, farà salire in classifica anche me. Sento già odore di promozione!” sogghigna Crowley. “Prima ho fatto mangiare a Eva la mela, poi ho quasi tentato Gesù quei quaranta giorni  nel deserto, quale altro incarico di prestigio potrebbero assegnarmi? Forse mi incaricheranno di portare l’Anticristo nel nostro mondo!” fa lo spaccone.

Si sa, ai demoni piace spararle grosse.

“Come se non ti fossi fatto notare abbastanza fra la tua gente!” alza gli occhi il biondo. “Beh, direi che il nostro lavoro per oggi è finito.” aggiunge, alzandosi, e dal volto di Crowley scompare all'istante sul sorrisetto impertinente.

“Come, di già?” si imbroncia.
“Sì, a meno che tu non ti sia dimenticato qualche cattiva azione.”
“No, direi che ci son tutte, a meno che trattenere qui con me un angelo un po’ troppo  ligio al dovere conti come cattiva azione!” ammicca verso di lui, intrappolandolo fra il muro e se stesso.

Si osservano ammutoliti e col respiro improvvisamente più pesante.

- È solo un gioco per lui, i demoni fanno sempre così… anche se lui è così diverso da tutti gli altri! - si perde nei suoi pensieri Aziraphale, prima di divincolarsi, scivolando via da lui come un’anguilla


“Beh, l’annullerebbe il fatto che questo angelo ligio al dovere non si lasci adescare da un demone fin troppo procrastinatore.” ribatte, riassaporando la libertà. “Ho lasciato la mia assistita in vacanza a Malibù con la sua sorellastra e la matrigna,” spiega.
 

“Non avevo capito che la tua pupilla fosse Cenerentola!” ironizza Crowley.
“Spiritoso!”
“Non avevi detto che non l’avresti più protetta in modo ossessivo?”
“Tu non capisci, quella Dorothy è il male puro… siamo sicuri non appartenga alle vostre schiere?” gli domanda retorico Aziraphale, prima di svanire col metodo soprannaturale, lasciando Crowley perplesso.

 

**********************  (Contemporaneamente )
 

                                           Malibu, Paradise Cove Beach Cafe, Pacific High Coast, 18 June 2000

Jessica e Patricia si rincorrono ridacchiando in riva all’oceano, felici e serene come ogni ragazzina della loro età dovrebbe essere.

Dopo essere apparso in un luogo nascosto a tutti, Aziraphale le intravvede dal ponticello adiacente e le raggiunge.

“Dov’è vostra madre?” domanda loro.

 

“Trish è mia sorella, ma quella non è certo mia madre!” ringhia Jessica infastidita.
“Non ha tutti i torti, Zira,” le dà manforte la ragazzina bionda. “Io però sono legata a lei dalla nascita e non ci posso fare nulla.”

 

Così come ha scoperto dei suoi poteri, Jessica ha voluto mettere Trish al corrente anche della ragione per cui li ha e nel giro di pochi giorni ha convinto Aziraphale a rivelarsi anche a lei e spiegarle ogni cosa.

“Beh, ogni tanto qualcosina si può fare…” sogghigna la morettina, con finta aria innocentina.

 

“Jessica, te lo ripeto, dov’è Dorothy?” domanda calmo Aziraphale.
 

“Nella sua cabina.” replica la sua protetta.
“E…” la sprona a continuare l’angelo.
“Chiusa a chiave. Imbavagliata.” rivela lei.

È sufficiente uno sguardo del biondo perché lei riveli ogni cosa.

“Può anche darsi che abbia trovato una sbarra di ferro e gliel’abbia avvolta attorno.” fa spallucce lei, come se fosse una cosa di poco conto.

 

“Oh, buon cielo, Jess!”
“L’ho sentita parlare al suo stupido telefono, coi suoi stupidi amici, voleva procurare un provino a Trish per un film… se Trish fosse stata *molto carina* con il regista… se capisci cosa intendo!”
“Io temo di capirlo…” brontola sconsolato.

 

- Protezione di minorenne, questa non l’ho inclusa nel punto della situazione, come ho potuto dimenticarmene? Considerando quante volte lo ha già fatto Jessica, avrei potuto quasi pareggiare i conti! - pondera l’angelo, facendosi un appunto mentale di chiamare Crowley per modificare i loro report.
 

Si fa indicare la cabina e si reca lì. Dato che Jessica gli ha anche consegnato le chiavi, non necessita di alcun miracolo per aprila.

La trova esattamente nelle condizioni che Jessica gli ha descritto, che mugugna senza che nessuno possa sentirla. Aziraphale  valuta se sia una buona idea o meno toglierle il bavaglio, per poi decidersi a farlo.

“Tu, angelo da strapazzo e quel diavolo che hai creato….” ringhia furente Dorothy.

Sì, anche lei è al corrente della verità. All’ennesimo abuso nei confronti di Trish, avvenuto fra le mura di casa, Jessica ha ritenuto opportuno darle sfoggio dei suoi poteri e Aziraphale non ha esitato a intervenire, rivelando la verità, ma facendole promettere il silenzio assoluto sull’intera questione.

“Mrs. Walker, non mi costringa a imbavagliarla di nuovo.” esordisce Aziraphale. “So cosa ha cercato di fare.” prosegue, mentre dispiega nuovamente la sbarra di ferro come se fosse fatta di carta.

“Era solo lavoro…” si difende lei.
“Accetti un consiglio spassionato. Lavori di meno,” fa una pausa il biondo, caricando quella parola con tutta l’ironia possibile. “E si goda di più le vacanze. Alle ragazze baderò io. Perchè non va a farsi un lungo, lunghissimo giro?” la esorta.
“Mi stai forse costringendo?” lo fulmina con lo sguardo la donna.
“Ma certo che no, non è nella mia natura. Solo che se fossi in lei seguirei il consiglio di rilassarmi. Non vorremmo svegliarci domattina con la cellulite, il doppio mento o le vene varicose, vero che no?” lancia la sua velata minaccia Aziraphale, più pacato che mai.

“E tu hai il coraggio di chiamarti angelo?” sbotta lei, raccogliendo le sue cose, pronta a seguire quell’ ‘amichevole’ consiglio.

“Se è per questo, conosco demoni che sono cento volte più umani di lei!” ribatte lui, prima che lei esca, sbattendo la porta.

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                                                  London, Goldsmiths University, Surrey House, 19 June 2000

“Quindi ti ho fatto fare bella figura ieri? Sono contento.” sorride Kevin a Crowley il mattino dopo, mentre fanno colazione nel suo alloggio.

Beh, uno solo dei due sta mangiando, l’altro si limita a rigirare il cucchiaino nella tazzina del caffè che forse berrà.

 

“Altroché, l’Inferno ha fatto impallidire il Paradiso!” ridacchia Crowley, dondolandosi sulla sedia.

“Lieto di non averti deluso,” mormora Kevin, mentre è intento a spalmare del burro sul suo toast. “Chi è il mio rivale?” domanda casuale, prendendo il primo morso.

“Come, prego?” solleva un sopracciglio l’altro.

“Come tu hai scelto me per far compiere cattive azioni alla gente, immagino che qualcuno dal Paradiso abbia un prescelto che ne fa compiere di buone…” deduce lo studente.

“Oh beh… le regole sono regole, non ti dovrei dire nulla a riguardo…” bofonchia l’altro.

“Ma…” lo anticipa lui.

“Diciamo che lei non fa compiere buone azioni, ma protegge da quelle cattive…” gli spiega.

“Oh, quindi è una lei.” commenta intrigato Kevin, versandosi del succo d’arancia.
“Per Satana, mi è sfuggito. E comunque vedi di non farti strane idee, è minorenne… dannazione, non dovevo dirti nemmeno questo!” si maledice Crowley.
“Beh, non sarà minorenne per sempre…” ridacchia Kevin, battendo la lingua contro i denti con aria maliziosa.
“Kevin…” lo redarguisce il demone.
“Scherzavo, scherzavo…”

“Farà bene per te ad essere così… piuttosto, dimmi, che piani hai per il futuro?”
“Uh?”
“Con il potere che ti ho dato… non lo vuoi girare un po’ il mondo?” gli domanda il demone, con i gomiti sul tavolo e il mento appoggiato sulle mani per poterlo scrutare meglio.
“Cos’è? Non ti basta più la lista dei miei compiti nel circondario?” sdrammatizza lo studente.
“A me va benissimo così, lo dicevo più nel tuo interesse. Col potere che ti ho concesso, praticamente puoi avere il mondo ai tuoi piedi, non vuoi prendere nulla per te?” indaga l’altro.
“Certo che sì, la mia laurea.” risponde quieto Kevin. “E non perché ho i poteri, ma perché ho studiato sodo per ottenerla. A Novembre, non solo uscirò con il massimo dei voti da qui, ma farò anche almeno un anno di praticantato. Questo perché voglio vedere qual è la differenza fra l’entrare nella mente della gente perchè uso il mio potere ed entrarci perché ho acquisito le giuste nozioni per farlo.” sogghigna lui.

“Deduco che il mondo quindi possa aspettare?” fa spallucce Crowley.
“Il mondo può aspettare.” conferma l’umano.

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                                                      Manhattan, Chase Bank, Plaza Health Club, 22 September 2000

Mentre la pattuglia di poliziotti si accalca vicino alle loro vetture, davanti alla banca, intimando al rapinatore di uscire con le mani in alto e liberare gli ostaggi, un’ormai quattordicenne morettina entra nell’edificio totalmente disarmata, senza troppi convenevoli e nel giro di tre minuti esce con il rapinatore tramortito e gli ostaggi che sono liberi di tornare alla loro quotidianità.

“Questo è per voi,” getta il malvivente in direzione dei poliziotti, che la fissano basiti.

Jessica raggiunge Aziraphale, che la attende a un angolo della strada e si è goduto tutta la scena.

“Questa è già la terza rapina che sventi nel giro di due mesi, ormai direi che sai il fatto tuo,” si complimenta l’angelo, mentre tornano a casa.

 

“Lo trovo divertente!” sogghigna la ragazza.
 

“Crowley aveva ragione, avrei dovuto smettere di essere così protettivo con te già dai primi giorni…”
“Chi è Crowley?”

Aziraphale vorrebbe mordersi la lingua.

“No, niente, cara,”
“Non l’avresti nominato se non fosse qualcuno di importante. Ora che ci penso, tu sai tutto di me, ma non mi hai mai detto nulla di te; non credi sia ora di ricambiare? A partire da questo Crowley…” insiste lei, con il piglio di chi può facilmente diventare una futura, brillante detective.

“Mi sembra giusto. Okay, come posso dire… così come esistiamo noi angeli, esistono anche i demoni. Crowley è uno di loro, anche se molto diverso da loro, ed è sulla terra da tanti millenni quanti i miei. Così come io ho scelto te come mia assistita, anche lui…”


“Quindi mi stai dicendo che c’è uno stronzo fra gli umani che fa aumentare le cattive azioni nel mondo? E che magari mi sta facendo fare il doppio del lavoro?” sfuria lei.
“Cosa avevamo detto sul linguaggio poco adatto a una ragazzina così a modo?” alza gli occhi Aziraphale.
“Dove cazzo la vedi la ragazzina a modo?” rimbrotta Jessica e l’angelo capisce che quella è una battaglia persa in partenza.
“E comunque sappi che è stata tutta un’idea di Crowley!”
“Ah, quindi è solo colpa di quello stronzo del tuo amico se io mi ritrovo in questo casino!”
“Non è uno stronzo!” puntualizza Aziraphale, per poi portarsi una mano davanti alla bocca, assalito dal rimorso per quel linguaggio scurrile.
“Però è tuo amico,” deduce Jessica, guardandolo arrossire. “E forse anche qualcosa di più, dico bene?”


“Cara, davvero, possiamo tornare a parlare di come sei stata brava oggi, alla banca?” comincia a sudare freddo Aziraphale.
“No, piuttosto parliamo del mio rivale!”
“Cosa ti fa pensare che sia un lui?” le domanda il biondo.
“Non lo so, intuito.” fa spallucce la mora.
“Sai, Jessica, credo proprio che diventerai un’ottima detective.” le sorride Aziraphale. “E comunque, sul tuo avversario non posso proprio dirti niente, né mai vi dovreste incontrare…”
“E perché no?” si acciglia la teenager.
“Non lo so, probabilmente avvertireste subito che siete due Nemesi e cerchereste di eliminarvi a vicenda…”
“Anche lui ha la super forza?” chiede intrigata lei.
“No, qualcosa di molto diverso, ma, come ti ho già detto, non posso dirti nulla a riguardo. Le regole sono regole.” replica integerrimo l’angelo.

 

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                                    London, Colbun Psychology, Bentinck House, Bolsover Street, 03 December 2002

“Ecco qui, Mr. Hartey, il piano elaborato con il Dr. Manner per aiutarla nella gestione della rabbia,” espone l’apprendista psicologo  Kevin Thompson al paziente che ha preso in gestione con il suo mentore.
Tutto è andato secondo i suoi ambiziosi piani, ha conseguito la laurea col massimo dei voti e ormai da due anni svolge l’apprendistato presso quello studio rinomato.

Sorride affabile al paziente, mentre lo accompagna alla porta.

Ed è lì che la figura professionale di Kevin cede impaziente il suo posto a Killgrave.

“Cominceremo dalla prossima settimana. E mentre cerchiamo un modo per rimediare al suo disturbo, accetti un consiglio: dia pieno sfogo a quella rabbia, Mr Hartey..” lo congeda, impartendogli quel comando mentale.

“Non scherzavo quando dicevo che sei nato per fare questo!” lo applaude Crowley, comparendogli davanti all’improvviso.

“Quante volte ti ho detto di non spiarmi da invisibile?” sbuffa Kevin.

“Non ce la faccio, è troppo divertente e poi questa cosa di sfruttare i tuoi pazienti è geniale!” lo encomia il demone.

“Non sono miei, non ho ancora uno studio mio, qui sono solo un assistente.” precisa il ventiseienne. “Se non fa grossi danni, tali da precludergli la libertà vigilata, forse il Dottor Manner rivedrà Mr. Hartey alla prossima seduta!” ridacchia.

“Perché solo lui? Tu non ci sarai?” si acciglia il rosso.

“Ricordi quel discorso che mi hai fatto tempo fa? Credo che sia venuto il momento di conoscere il mondo!” sogghigna il castano.

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                                            New York, Central Park, Upper East Side, 24 February 2004

Gironzolando in uno dei posti meno raccomandabili in piena notte, tra spacciatori colti con le mani in flagrante, scippatori fermati, aggressioni interrotte e malintenzionati disarmati di coltello o pistole anche solo con un calcio, la diciassettenne Jessica ormai è più che allenata a proteggere le persone da qualsiasi tipo di crimine.
E Central Park ormai è diventato il suo terreno di gioco preferito.

Pur mantenendo i contatti con Trish, Jessica è andata a vivere da sola in uno sgangherato appartamento a Hell’s Kitchen ed è in procinto di aprire la sua agenzia investigativa nel giro di qualche mese.

 

“Cara, non credo che ti ringrazierò mai abbastanza per tutti tuoi questi incredibili progressi, proprio ieri io e Crowley abbiamo rifatto il punto della situazione e hai staccato il tuo rivale di ben venti azioni in più!” gongola Aziraphale.
 

“Quindi, fammi capire, per voi è solo una gara?” si adombra lei, mettendosi le mani sui fianchi.

“Certo che no! Parliamo della salvaguardia dell’umanità intera, non potrei mai prendere sottogamba una questione così seria!” puntualizza lui, con un po’ troppa indignazione secondo quella che ormai è una giovane donna, pienamente sviluppata e con un carattere ancora più forte e deciso.

 

“Zira, guarda che a me non la si fa; andiamo, stavolta che avete scommesso?”
 

“Ho guidato la sua Bentley!” rivela l’angelo con un sorrisone e gli occhi che ancora gli brillano al ricordo.

Un’esperienza che per Crowley è stata traumatica.

“Lo sapevo!” alza gli occhi Jessica, ma in realtà è divertita. “Però son felice di sapere che stavolta ho fatto meglio di quello stronzo!” sogghigna, soddisfatta.

 

“Lascerò perdere il tuo epiteto per stavolta,” sbuffa l’angelo. “Quel che è certo è che non credo tu abbia più bisogno della mia stretta sorveglianza. Questo non significa che tu non possa chiamarmi, nel caso avessi bisogno di me.”
 

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                                            New York, Minton’s Playhouse, Harlem, 206 W 118th Street, 5 April 2006

Quel tizio non le è piaciuto da quando lo ha incrociato per strada, ha l’aria troppo nervosa, agitata e colpevole, come chi sta per fare qualcosa di terribile.
Per questo Jessica ha abbandonato la pista del caso che stava seguendo e ha pedinato quel tizio.
Ironico come a sua volta il tizio sembri essere sulle tracce di qualcun altro.
È da un quarto d’ora che lui se ne sta appostato nelle vicinanze del Minton's Playhouse, un elegante bar nel quartiere di Harlem.

E poco dopo l’inizio dell’happy hour, sembra arrivare l'obiettivo delle sue attese.
Jessica vede avvicinarsi un aitante giovane, forse nemmeno trentenne, alto, dal fisico slanciato e dai modi eleganti È vestito con un completo blu scuro e una camicia grigio azzurra.
Si passa più volte la mano in quei folti capelli castani che sembrano essere dotati di una gravità tutta loro, questo prima di accingersi a entrare.

Entra anche l’uomo sospetto, ma lo fa dal retro. Afferra, non visto, un grembiule appeso lì e lo indossa.
Beh, qualcuno però l’ha notato. Jessica, che è entrata nel suo stesso modo e non l’ha perso di vista un solo istante.

Cerca di capire perché si sia messo al bancone, finché un cameriere, senza interrogarsi se lui sia nuovo o meno, gli porta l’ordinazone del giovane uomo.

 

L’individuo sospetto prepara il cocktail ordinato con mani tremanti, poi si guarda intorno circospetto, estrae dalla tasca una specie di fiala e ne versa dentro il contenuto.
 

E a Jessica finalmente è tutto chiaro.


Kevin non scherzava, quando diceva che voleva vedere il mondo. Nel corso di quei poco più di tre anni è stato un po’ ovunque: Parigi, Strasburgo, Vienna, Berlino, Milano, Roma, Madrid, Lisbona, Irlanda e molte altre mete.

Solitamente non fa sosta per più di un paio di mesi, ma la Scozia gli è piaciuta così tanto che lì ha voluto fermarsi un anno intero.
Da poco è partito alla volta degli Stati Uniti e New York è la sua prima tappa, da quasi una settimana.

Per operare come Killgrave gli si presenta un terreno piuttosto fertile, in particolar modo per istigare le donne al tradimento.
Un’attività particolarmente edificante per lui.
Seduto sulla comoda poltroncina rossa, Killgrave si gode il sottofondo di musica jazz suoanata da una jam session che ospita quel locale, pensando alla prossima azione cattiva che può far commettere e a chi.
Ripensa anche  all’ultimo punto della situazione che Crowley gli ha riportato, risalente a poco più di due settimane.
La cosa che incuriosisce di più è che i due assistiti si sono rivelati in assoluta parità.

 

- Quella piccoletta evidentemente non è più l’impiastro dei primi tempi, che potevo battere anche a occhi chiusi, ma pare essersi data un gran da fare! - pondera, più divertito che infastidito.

Il cameriere gli poggia sul suo tavolino il Manhattan che ha chiesto, ma prima che lui possa portare il bicchiere alla sua bocca, qualcuno glielo strappa via di mano violentemente, facendolo finire a terra in mille pezzi.

“Non lo berrei se fossi in te, qualcuno ci ha messo dentro qualcosa di strano!” lo avverte una voce femminile dal tono un po’ ruvido.

Alzando lo sguardo, Kevin vede una giovane ragazza, forse a malapena ventenne, dai grandi occhi che racchiudono un abbraccio tra il nocciola acceso e il verde intenso. È decisamente alta, con un fisico esile ma anche atletico, le lunghe gambe sono fasciate da dei jeans neri e stretti e la sua giacchetta bianca crea ancora più contrasto coi lunghi capelli neri e setosi, raccolti in un morbido chignon che lascia libere due ciocche che le incorniciano un volto pressoché perfetto, con una bocca dalle labbra carnose e sensuali, accentuate da un rossetto rosso intenso.

 

Kevin non crede di aver mai visto una ragazza più bella.
 

TBC

 

              

Tadan! Finalmente si sono incontrati.
Un po’ perfido finire qui vero?

Killgrave made me do it.

 

LOL

 

Personalmente, mi affascina troppo l’idea di un Kevin psicologo (okay qui è solo assistente, ma qualcosina l’ha potuta combinare…. lasciamo perdere i viaggi contorti della mia mente che a un certo punto mi ha lanciato l’immagine che il suo paziente con evidenti problemi di gestione della rabbia fosse un certo Barty Crouch Jr, LOL, credo sia colpa della traduzione che sto facendo! XDD Ma pure un Alec Hardy che sbraita ogni secondo lo metterebbe a dura prova, lol )

Ho cercato le schede Marvel, ma non ho trovato risposta da nessuna parte, quindi ho deciso che Jessica compie gli anni da qualche parte fra Aprile e Settembre, mi ispira Maggio… mentre per Killy ho un headcanon tutto mio personale: lui compie gli anni il 10 Settembre perché è la giornata mondiale della prevenzione contro il suicidio.. e niente, è troppo ironica come cosa XD

 

Ce lo vedo Crowley andare in paranoia, da drama queen che è perché Azi va a casa sua per la prima volta… quanto al resto, non ce la possono fare, LOL
 

Avrei voluto scrivere di Azi che guidava la Bentley causa scommessa persa da Cro… ma era già troppo chilometrico di suo il capitolo, lo lascio alla vostra immaginazione ^^’
 

Spero vi stia piacendo l’evoluzione dei personaggi, quanto al prossimo capitolo, non vedo l’ora di scriverlo *O*, ho gli appunti pronti da mesi...
 

Alla prossima <3

   
 
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