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Autore: _J_HUN_    29/04/2020    0 recensioni
Il sociopatico è chi non si adatta ai costumi e ai comportamenti della propria comunità con significato affine ad "asociale".
Jonathan é un sociopatico laureato immerso nella sua più totale cattiveria appena trasferitosi in un collegio pieno di ragazzi della sua età che però evitano di dargli confidenza; è il tipico bislacco pronto a recitare la parte del bullo.
Cosa succede quando sei insicura del tuo corpo? Quando senti di non essere abbastanza per la società e tutto ciò che ti circonda sembra andarti contro?
Arianna Martini ha un sogno: sentirsi come ogni altra ragazza. Dopo essersi imbattuta in Jonathan la sua vita prenderà una brutta piega, inizierà a vivere un vero orrore.
Cosa succede quando sei innamorato della persona sbagliata? Cosa succede quando sai che quello che provi è sbagliato? Come ti senti quando la società ti giudica "deviato mentalmente"? E se ci fosse una minima possibilità che potrebbe essere tutto diverso, cosa faresti? Rischieresti tutto?
Alan, fratello maggiore di Arianna, è perdutamente innamorato di lei sfogando la sua frustrazione in protezione.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Scolastico
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01: Ikigai:
“Ciò che ci da la forza di svegliarci ogni mattina.”
 
<< Alza il tuo culo dal letto e metti questa cazzo di divisa >>
Salve, il mio nome è Arianna Martini e la voce che mi sta gentilmente invitando a prepararmi per andare a scuola è quella di mio fratello Alan. Sento sollevare con forza il materasso e in un attimo la mia pelle viene a contatto con il tocco delle lisce mattonelle del gelido pavimento della mia stanza. Sobbalzo dallo spavento mettendomi sulle ginocchia in maniera acrobatica; i raggi del sole filtrano attraverso la tendina rosa che Alan sta appena tirando via con rabbia. 
<< Arianna! >>
Dice portando una mano verso la mia direzione. La afferro riuscendo così ad alzarmi- mi sento così stordita. Certo, un fratello che fa irruzione in camera della sorella buttandola letteralmente giù dal letto sprigionando poi i raggi del sole provenienti dalla finestra non è il massimo. 
<< Alan, c'è bisogno di fare così? >>
Scuote il capo come risposta prendendo poi a massaggiarsi le tempie con le dita. 
<< Ricordi cosa mi hai detto ieri? >>
Mi domanda con una leggera smorfia dipinta sul viso. 
Mi sono appena svegliata, Alan, quindi: No, non me lo ricordo. Scuoto il capo come risposta alla sua domanda e lui, di consueto, fa lo stesso cercando di sottolineare il suo stato di rabbia.  
<< Arianna, ieri mi hai detto di voler perdere i tuoi chili di troppo >>
Fisso Alan arrossendo visibilmente: è vero, ieri mi ero lamentata dei miei chili di troppo- sarà stata la milionesima volta in cui ho aperto bocca partorendo le solite e inutile lamentele riguardanti le mie imperfezioni fisiche, ma non pensavo che Alan avesse davvero ascoltato tutto regalandomi seriamente delle accurate attenzione. 
<< Ho pensato che svegliandoti prima del solito e proponendo di fare la strada a piedi invece di prendere l'autobus ogni mattina ti sarebbe tornato utile per perdere peso, che ne pensi? >>
Amo mio fratello, è l'unica persona che faccia concretamente qualcosa per me- certo, l'idea di fare mezz'ora di strada a piedi ogni mattina non è il massimo-ma sì-potrebbe essere utile. 
<< Ecco... Alan, ti ringrazio >>
Dico evitando il suo sguardo ad ogni costo. Sento una mano calda sulla mia spalla che mi spinge verso di lui. Mi abbraccia con dolcezza bofonchiando appena appena qualcosa vicino al mio orecchio.
<< Anche se secondo me non hai bisogno di perdere chili, ma se questo ti fa sentire più bella, allora va bene! >>
Rompo l'abbraccio- non accade spesso che me ne dia uno, ma quello era troppo "imbarazzante". Amo mio fratello, ma il fatto che provi ad entrare nelle mie cose private rende il tutto un po' "difficile". Mi imbarazza molto il suo comportamento morboso, ma, sarà forse il mancato affetto ricevuto da nostra madre ad averlo reso così amorevole.
<< Grazie, Alan. Grazie davvero, adesso dovrei cambiarmi… posso rimanere da sola? >>
Lui sorride per poi annuire col capo. Una volta fuori dalla stanza inizio a stirare le braccia in avanti- ancora doloranti per via della caduta. I miei occhi sono ancora impiastrati dal sonno e la mia voglia di uscire è pari a zero. Ma cosa posso fare? Devo andare a scuola. 
Mi vesto con cura indossando la camicetta bianca con il cartellino cucito in alto sulla sinistra e la gonna nera corta. Odio la divisa scolastica, mi fa sentire a “disagio" con il mio corpo. Anche se Alan lo nega io vedo ogni mia imperfezione fisica, come ad esempio i fianchi larghi e le cosce massicce. Dovevo per forza avere un metabolismo lento? Nonostante io mangi poco non riesco comunque a perdere peso, è come se il mio corpo si rifiutasse di obbedire ai miei ordini- io mi vedo così brutta che se solo potessi cambierei ogni particolare del mio corpo.
Qualcuno bussa alla porta.
<< Arianna, sei pronta? >>
Sospiro rumorosamente. Afferro lo zaino lasciato a giacere dal pomeriggio prima ai piedi del letto spalancando successivamente la porta di camera mia. 
<< Sono pronta >>
Dico superando Alan immobile sulla soglia. Scendo le scale velocemente possibile riuscendo a prendere al volo una fetta di toast dal tavolo della cucina.
<< Arianna! Non devi mangiarlo! Quello ti farà ingrassare! >>
Prima di uscire fuori casa sento i passi veloci di mio fratello dietro le mie spalle, mi strappa dalle mani la fetta tostata di pancarrè gettandola poi alle sue spalle.
<< Ci penso io a te, andiamo! >>
Mi dice sorridendo. No, Alan, tu non penserai a me. Scuoto il capo nervosa- odio quando fa così, con quel suo atteggiamento insistente. Cerca di dare un aiuto che nessuno può darmi. 
 
<< CHI HA LANCIATO IL PANCARRÈ PER TERRA? AVEVO APPENA PASSATO LA SCOPA! >>
Rabbrividisco: è la voce di nostra madre.
Sento le mani di Alan spingermi fuori invitandomi a correre in strada più velocemente possibile.
Fantastico, la mamma sarà furiosa per colpa tua!
Arriviamo alla fine del vicinato e ci fermiamo temporaneamente per riprendere fiato.
<< Sei impazzito? Adesso la mamma c- >>
La mia attenzione viene attirata da un camion dei traslochi che passa con velocità avanti a noi dirigendosi verso la villa fianco la nostra. Alan osserva stupefatto il mezzo- quasi incredulo quanto me. 
<< Qualcuno si sta trasferendo vicino casa nostra! Fantastico! >>
Ricordo di essere arrabbiata con lui non appena sento la sua voce, così mi volto verso la sua direzione con occhi pieni di rabbia. Alan capisce e immediatamente- subito dopo aver cambiato espressione- inizia a correre via mentre io, presa dall'ira, lo inseguo a perdifiato.
<< ALAN! >>
———————————————————
Alan ormai è riuscito a entrare nel cortile della scuola unendosi al suo gruppo di amici: Yan, John e Hans. Io ormai non riesco più a correre così inizio a camminare lentamente provando a riprendere fiato. Certo, ora che ho corso spero di aver perso anche solo un grammo del mio peso attuale anche se credo sia impossibile. Da lontano, per mia fortuna, vedo arrivare Helen e Aurora. Mi vengono incontro chiedendomi cosa sia successo- vedermi respirare con fatica di mattina presto non è normale.
<< Alan... mi ha fatto arrabbiare, per questo adesso sono molto stanca a tal punto da mancarmi il fiato. L'ho rincorso per tutta la strada che c'è da casa mia fino scuola. >>
Aurora porta una mano alla fronte, come per lasciarci intendere che sia esasperata. Io e Helen la guardiamo un po' stranite. 
Posso definire Aurora come un’ossessionata da news, è una ragazza simpatica, bella e molto intelligente; è lei che gestisce il giornalino scolastico ed è sempre lei che trova i pettegolezzi più piccanti. Aurora è alta un metro e settanta, ha i capelli neri, corti e porta la frangia, le sue labbra sono fine a forma di cuore, il suo naso è piccolo e tondo e ha gli occhi grandi e castani. Lei però, a differenza mia, è molto più magra. 
Helen, invece, è alta quanto me, più o meno un metro e sessanta, ha i capelli lunghi castani e rigorosamente raccolti in una coda alta, le sue labbra sono carnose come le mie e il naso è fino e rotondo. Anche lei ha gli occhi a grandi color nocciola. Riguardo lei, posso dire che sia fissata con la musica, ascolta musica pop e hip-hop a palla e non perde mai l'occasione di imparare qualche canzone a memoria- è ormai da un anno che vorrebbe iniziare a fare danza anche se non ne ha mai trovato il tempo e seriamente la voglia. 
E io?  Io ho i capelli lunghi e mossi di color caramello, il viso fino con labbra carnose, il naso all'insù, gli occhi a grandi, sempre color caramello con riflessi dorati. Amo i libri, il disegno, mi piace molto cantare e anche se nessuno lo sa, a casa, non perdo occasione di imparare qualche coreografia provandola fino allo sfinimento. Tutte e tre abbiamo diciassette anni, e frequentiamo il corso di lingue, chimica, matematica, arte e ginnastica Insieme: siamo in un collegio.
<< Alan è sempre un po'... gne... >>
Dice Aurora grattandosi la nuca un po' sconcertata.
<< Gne...? >>
 
Diciamo io e Helen contemporaneamente. Lei ci guarda come per dire di lasciare perdere. Aurora sa essere molto strana delle volte. 
<< Beh... andiamo, sta per suonare la campana >>
Avverte Helen afferrandomi da sotto un braccio. Lei è decisamente la più dolce, è sempre pronta a dare abbracci e a dire le cose più smielate a differenza di Aurora che sembra essere fatta di ghiaccio. 
Entriamo all’interno dell’edificio notando una certa confusione.
<< Il mio istinto mi sta dicendo che c'è profumo di notizia! >> 
Pronuncia Aurora strofinando le mani con espressione malefica come se stesse per attuare un piano malefico. Io e Helen solleviamo gli occhi al cielo dirigendoci di consueto verso la folla.
Non appena siamo abbastanza vicine alla confusione notiamo un gruppo di ragazze nascoste dietro l'angolo a guardare qualcosa- ci avviciniamo curiose di saperne di più. 
<< Tu, cosa fai? >>
Domanda Aurora a Yerin, una ragazza più grande di noi appena di un anno. È stata bocciata al secondo e quindi ripete il penultimo frequentando alcuni nostri stessi corsi. È il tipo di ragazza che odio, può vantarsi di essere bella solo perché è una bellezza orientale, come se possedere un paio di occhi a mandorla fosse quasi un talento da ammirare.
<< Pare sia arrivato un nuovo ragazzo... com'è possibile? A fine anno poi! Si dice che non ci sia una sola cosa che non sappia fare! >>
Io, Helen e Aurora ci lanciamo uno sguardo leggermente confuse da quanto udito. Ci sporgiamo dal margine del corridoio venendo travolte dall'immagine di un ragazzo nuovo, vestito in maniera molto semplice: normali jeans scuri, una felpa larga di colore verde e un paio di Vans nere. 
 
Vedo subito Aurora prendere il suo taccuino tascabile- già, inizierà a scrivere uno dei suoi normali articoli. 
<< L'avevo detto che c'era profumo di novità! >> 
Dice subito dopo, noto provenire dai suoi occhi una luce brillante- forse è la solita convinzione di una che ha trovato l’argomento perfetto da inserire nel nuovo giornalino scolastico. Quello è lo sguardo di chi sta facendo quello che meglio sa fare
<< Ma chi diamine è? >> 
Chiede Helen incrociando le braccia. Helen è un tipo abbastanza particolare, non le piacciono molto i ragazzi- nel senso- non è quel tipo di ragazza che sbava dietro a qualcuno, al contrario, le piace molto che un ragazzo le vada dietro. È per questo che cerca di stare il più distante possibile da ogni individuo di sesso maschile. 
<< Credo si chiami Jonathan>> 
Risponde Yerin interpretando l’espressione di una poco di buono pronta a provarci con lui dall’inizio alla fine. Io e Helen ci lanciamo uno sguardo complice, come se sapessimo già l'esito della futura situazione- imbarazzante e di per sé inutile. Aurora continua a prendere appunti descrivendo sicuramente nel dettaglio il ragazzo aggiungendo una specie di sketch somigliante a uno scarabocchio.
Siete tutti pazzi. Penso, riprendendo a guardare quello strano tipo. 
<< Credo frequenti il corso d'arte >>
Sobbalzo leggermente interpretando un’espressione a dir poco sorpresa. Arte? Quindi lo vedrò al corso. Quali altre materie ha scelto?
<< Studia arte, è vero >>
 
Interrompe una voce maschile. Mi giro velocemente ritrovandomi Yan, Alan e Hans alle mie spalle. 
<< Ciao >>
Dico leggermente sorpresa dal loro arrivo. 
<< Ciao, Arianna... >>
Dice Yan avvicinandosi a me. Decido di rimanere in silenzio e ascoltare ciò che ha da dire. 
<< Arriva dal Canada, Toronto... me ne ha parlato Hans, lo ha conosciuto lì durante un concorso di danza >>
Grazie, Yan: se non ci fossi tu morirei. Ridacchio tra me e me. Che strano, certo che qui arrivano sempre più maschi che femmine- sembra quasi che il destino voglia giocarmi un brutto scherzo. 
<< Sorellina, non dirmi che ti piace quel tipo lì! Io sono un ballerino migliore di lui! >>
Farfuglia Alan mettendosi subito in mostra. Scuoto il capo velocemente porgendo le mani avanti- lo ha detto con la totale convinzione che mi piaccia. 
<< Ma che dici, Alan!? Ad Arianna non piacerà mai un tipo che piace a tutte! >>
Dice Aurora sconnettendosi temporaneamente dal suo lavoro. Ringrazio Dio che una volta ogni tanto una delle due riesca a sparare una frase di senso compiuto a mio favore, altrimenti mi sarei già ammazzata. 
<< Beh... credo che gli andrò incontro lo stesso >> 
Dice Alan con aria autoritaria facendosi avanti. Oh mio Dio, no, ti supplico Alan, rimani dove sei. 
 
<< Alan, né io e né tantomeno Hans ti seguiremo per avvicinarci a Jonathan per sapere se piace ad Arianna. Ha detto che non le piace, quindi che motivazione hai di fare così? >>
Dice Yan aggrottando la fronte. Se non riuscirò a trovare marito- cosa molto probabile- sposerò Yan.
Alan sbuffa- ti abbiamo beccato, stronzetto.
<< Il primo giorno è sempre il più ansiogeno per i nuovi arrivati, no? Perché non andiamo da lui invece? >>
Propone invece Hans. 
<< No >> 
Pronuncia invece Yan con un sopracciglio alzato e con tono retorico. Il mio cuore batte a mille- amo Alan, ma quando si comporta in maniera così impicciona riesce a far nascere in me un sentimento d'avversione tale da volerlo seppellire vivo. 
<< Non mi sembra per niente ansioso comunque... >>
Farfuglia Alan incrociando le braccia. Mi volto velocemente verso la direzione del nuovo arrivato verificando le parole di mio fratello: non ha torto. Quel ragazzo non sembra avere ansia per il suo primo giorno di scuola, sarà forse troppo sicuro di sé.
<< Più tardi andiamo a parlargli... ricordo che era simpatico >>
Dice Hans grattandosi la nuca con due dita. 
<< Fate ciò che diavolo volete, ma non contate su di me! >>
Si lamenta Yan dando le spalle a tutti noi per poi andare chissà dove.
Rimangono avanti a me Alan e Hans. 
<< Arianna, sono geloso, per favore… se ti piace qualcuno dimmelo subito >>
Dice Alan lamentandosi mentre Hans sospira.
<< Ancora?! Non le piace! Alan... e poi, è tua sorella, ti confiderebbe una roba del genere! >>
Ma, un attimo. E John? Dove diamine è finito?
<< Ragazzi, ma... John? >>
Domando con un puntello di curiosità.
<< Sta ripassando per fisica... ha un'interrogazione >>
Annuisco col capo. Certo, John è un ragazzo che studia molto a differenza di Alan e Hans, che si riducono sempre all'ultimo prima di combinare qualcosa con le materie scolastiche.
Per mia fortuna suona in tempo la campana. 
<< Andiamo >>
Dice Hans ticchettando la spalla di Alan con un dito. Quest'ultimo mi rivolge uno sguardo severo- ho detto che non mi piace!!!
Sbuffo rumorosamente. Aurora e Helen mi fanno cenno di andare in classe. 
<< Alan è un folle se pensa che ti possa piacere un tipo così banale come quello >>
Mi consola Aurora continuando a segnare qualcosa sul suo taccuino. 
<< E penso che se ti piacesse glielo diresti... non è così? >>
Mi domanda Helen.
Mi sento proiettata in un baratro di oscura arretratezza- che fastidio, una sensazione davvero fastidiosa.
<< Il problema non si pone: non mi piace nessuno. Discorso chiuso! >>
Dico lasciando traspirare un lieve puntello di fastidio. 
———————————————————
Una volta terminata la prima ora di francese mi dirigo il più velocemente possibile verso l'aula di chimica; sto camminando veloce in modo che Helen e Aurora non possano raggiungermi e riempirmi la testa con le loro solite domande idiote. Non appena arrivo sulla soglia della porta noto l'immagine di un ragazzo alto, snello e con un fascino non indifferente, seduto comodamente sopra uno dei banchi lunghi e bianchi intento a parlare con alcuni dei miei compagni di classe. Mi blocco immediatamente attendendo con pentimento e ansia l'arrivo di Helen e Aurora- forse non avrei dovuto accelerare così tanto il passo. Passano i secondi e Veve- uno dei miei compagni di corso di chimica- si volta verso di me. 
<< Arianna, entra! Suvvia, altrimenti non fai passare le altre persone da quella porta >>
Colgo immediatamente il chiaro riferimento alla mia imperfezione fisica e dopo aver appreso un colore purpureo in viso mi dirigo diretta al mio posto a sguardo basso. I ragazzi iniziano a ridere, tutti iniziano a ridere, tutti tranne Jonathan- il nuovo ragazzo- e Zaki.
Quest'ultimo si avvicina a me mettendosi in equilibrio sulle ginocchia. 
<< Arianna!!! >>
Dice con tono scherzoso provando a farmi ridere.
<< Non badare a ciò che dicono... sono tutti un pugno di stupidi! >>
Mi dice subito dopo.
Helen e Aurora fanno la loro entrata seguite da Alan, John, Yan e Hans. Non appena mio fratello entra in aula cala il silenzio.
<< Perché stavate ridendo? Idioti >>
Sbuffa lanciando lo zaino vicino al mio sul banco. Zaki si alza terrorizzato mettendosi a sedere sulla sedia alla mia sinistra. Essendo un laboratorio abbiamo dei lunghi banchi bianchi e alti invece dei normali banchi a due. 
<< Oh, niente di che... ho detto a tua sorella di togliersi dal centro della porta altrimenti nessuno sarebbe riuscito a passare per via della sua stazza massiccia! >>
Pronuncia forte Veve scandendo parola per parola. Vedo l'odio crescere negli occhi di mio fratello- immediatamente Yan, Hans e John si mettono avanti a lui per evitare che faccia un altro passo avanti. 
<< Tua madre è una grossa polpetta di maiale!! >>
Urla Alan ormai arrabbiato. 
<< Qui l'unica polpetta di maial- >> 
<< Basta >>
Veve si ammutolisce. Tutti gli sguardi finiscono su Jonathan.
<< Basta continuare a discutere: stavamo così bene prima. >>
Dopo ciò scende dal tavolo e si avvicina frettolosamente alla mia postazione. Sento le guance diventare ancora più rosse, e proprio quando penso che stia per venire proprio verso di me, eccolo che si siede al tavolo avanti al mio dandomi le spalle.
<< Basta, Alan, siediti >>
 
Dice Yan attendendo che mio fratello si sposti. Da' le spalle a quel gruppo idiota di ragazzi avvicinandosi poi al suo posto.
<< E lui chi è? >>
Chiede nervosamente trovando Zaki seduto vicino a me. Jonathan si volta verso di noi incuriosito dalla situazione.
<< E-Ehm... mi sono avvicinato io, me ne vado! >>
Dice il ragazzo alzandosi immediatamente. Alan sbuffa incollando il sedere alla sedia fianco la mia sinistra. 
<< Smettila di guardare! >>
Ringhia subito dopo verso Jonathan. Il ragazzo sospira silenziosamente e prima di voltarsi mi guarda incuriosito. Lo ha fatto per almeno cinque secondi e dopo si è voltato e non ha proferito più parola. Ma non è giusto, non è giusto come Alan si sia rivolto nei riguardi di Jonathan, questo ragazzo mai visto prima ha appena fermato un’imminente, irreversibile e focosa lite tra mio fratello e quel gruppo di ragazzi. 
<< Al- >>
Prova a dire qualcosa ma il professore entra in aula- ci alziamo tutti quanti per poi risederci. Sono costretta a sussurrare per risultargli comprensibile.
<< Non è giusto come hai parlato a Jonathan... chiedigli scusa, ci ha solamente aiutati! >>
<< No! >>
Risponde lui con tono alterato innervosendosi visibilmente. 
<< Allora lo farò io dopo! Fanciuuuullo! >>
 
E mi volto dal lato opposto. 
Che fastidio, quando fa così vorrei ucciderlo!
E mentre l'ora passa, sento come gli occhi di qualcuno addosso. Cerco involontariamente la fonte di quello sguardo maniacale e incredibilmente noto Zaki che ogni tanto si volta per lanciarmi un’occhiata veloce. 
Zaki, Lee Zaki, uno dei ragazzi più carini della scuola. Alto, bello, talentoso. Non ho mai capito perché perda tempo con persone come me, Helen e Aurora; quasi ogni mattina, prima di entrare a scuola, si prende il lusso di comprare a tutte e tre la colazione e, qualche volta, senza che mio fratello lo veda, si offre spesso di portare i nostri libri nell'aula successiva. È così gentile, e la gentilezza è qualcosa che i ragazzi belli e voluti da tutti non hanno. Ma Zaki sembra diverso, molto diverso. Si preoccupa, è dolce e sensibile
<< Arianna... >>
Mi chiama Alan tra una pausa e l'altra durante la spiegazione del professore. 
<< Volevo solo proteggerti... scusa se ho esagerato >>
<< Non fa niente, ma ora, per favore, segui la lezione. >>
Questa sarà una luuunga mattinata.
———————————————————
<< Promettilo >>
<< No >>
<< Arianna! >>
<< Non te lo prometto, ma non lo faccio! >>
<< Okay. Lo hai detto! Mi arrabbio se dopo lo fara! Ciao sorellina! >>
Finita la lezione, e dopo aver rassicurato Alan che non avrei fatto nulla di simile come scusarmi con un ragazzo che non conosco, raggiungo Helen e Aurora all'uscita dell'aula. Alan e gli altri ragazzi si allontanano verso il loro corso di musica mentre io, con le mie compagne ci dirigiamo verso l'aula di Spagnolo.
Certo... anche se ho promesso a Alan che non lo farò...
Dico tra me e me notando l'immagine di Jonathan superare me e le mie amiche. No, non posso far finta di niente, quel ragazzo mi ha aiutato e in un certo senso, ha risparmiato una sospensione ai miei amici, non posso fare finta di niente. 
<< Ragazze, scusatemi... torno subito >>
Dico subito dopo lasciando Helen e Aurora ferme lì con aria confusa. Aumento il passo fino a trovarmi a un metro da Jonathan, il nuovo ragazzo.
<< Hey, aspetta! >>
Dico. Lui si gira con fare scocciato e mi squadra dalla testa ai piedi.
<< Che c'è? >>
Mi domanda con tono acido. 
<< Mi dispiace per il modo in cui Alan, mio fratello, ti ha parlato poco fa. Sono Arianna, volevo ringraziarti per aver fermato quei ragazzi dal riempirmi di insult- >>
<< Pensi che l'abbia fatto per te? >>
Mi domanda. Rimango basita. I ragazzi iniziano a circondarci come per assistere alla scena.
<< Credi davvero che abbia detto "basta" solo perché stavano prendendo in giro una ragazza con qualche chilo in più? Pensi davvero che me ne freghi qualcosa? >>
Sento il cuore battere velocemente, tutti in quel momento ci stanno guardando-MI stanno guardando. Mi sento mortificata.
<< Come ho detto prima in aula "basta discutere: stavamo così bene prima" proprio perché la causa del mio fastidio eri tu. Non l'ho fatto per proteggerti o robe simili, io l'ho fatto perché mi stava dando fastidio l’attenzione che ti veniva rivolta>>
Sento le lacrime pizzicarmi gli occhi- le persone ridono. Jonathan si guarda intorno e dopo aver incrociato le braccia mi lancia uno sguardo chino di disgusto.
<< Stammi alla larga, grassona >>
In quel preciso istante noto le immagini di Helen e Aurora farsi avanti. Perché sono venute?
<< Hey, coso! >>
Ringhia Helen con la sua vocina fina e acuta.
<< Chiedile scusa, adesso! >>
Dice subito dopo. Le perone attorno a me stanno ridendo- stanno ridendo di me. 
<< Non chiederò scusa a un rifiuto della società come lei…>>
Risponde dandoci definitivamente le spalle. Supera la folla dirigendosi sicuramente al prossimo corso. 
Arianna, respira. Arianna, respira.
Avevo ragione: la gentilezza è qualcosa che i ragazzi belli e voluti da tutti non hanno. E Jonathan rientra in quella cerchia di ragazzi più dotati e affascinanti nonché talentosi.  Accidenti a me e al mio grande cuore. 
<< Lasciamo perdere, Helen. Piuttosto! Non ci sta niente da ridere! Sparite se non volete che vi accechi uno per uno con la mia penna da taccuino! >>
Minaccia Aurora facendo allontanare gran parte della folla. Helen mi trascina per un braccio fuori dalla mischia, ma ormai il danno è stato fatto, Alan lo verrà a sapere e per me sarà la fine.
<< Arianna! >>
Helen e Aurora ignorano quella voce maschile che mi chiama alle spalle.
<< Arianna! >>
Chiama ancora più forte- sento dei passi avvicinarsi sempre di più verso la mia direzione.
<< Arianna! >>
Helen e Aurora si fermano. Mi volto terrorizzata trovandomi la figura di Zaki ansimante.
<< Ti ho seguita tutto il tempo, ti ho chiamata ma non mi hai risposto >>
Non è momento. 
<< Volevo dirti... che non è vero ciò che ha detto Jonathan, non sei una "grassona", sei bellissima! >>
Vai al diavolo, Zaki!
Scoppio in lacrime iniziando a correre lontano da tutti- da Helen, Aurora e Zaki. 
Andate tutti al diavolo!
Corro, corro più che posso finché non mi scontro con qualcuno. Alzo lo sguardo e trovo gli occhi severi di Alan che mi guardano. 
<< Te lo avevo detto... di non farlo >>
Dice, e senza dire altro allarga le braccia in modo che io possa trovare conforto.
Hai ragione, non avrei dovuto farlo.
Le persone così, non sono gentili... ma, Alan, tu fai parte di quella categoria, perché allora sei così gentile e dolce con tutti?
 
 
   
 
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