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Autore: JennyPotter99    30/04/2020    0 recensioni
Una giovane ragazza e sua madre arrivano, in una fredda giornata ventosa, in un paesino francese per rivoluzionare la regola della tranquillitè.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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A notte fonda, mentre si rivestivano, sentirono un odore strano nell’aria.
Roux attraccò vicino al bosco e fece capolino per controllare.
Era puzza di fumo e veniva dalla barca principale.
Spaventati, i due si precipitarono lì e videro che la barca aveva preso completamente fuoco al largo.
II bambini urlavano e il resto delle persone cercava di spegnere il fuoco.
Anouk si guardò intorno in cerca di sua madre.- Mamma?!- urlò, ma senza vederla.
L’ultima volta che l’aveva vista era sulla barca e temé il peggio.
Senza pensarci, si tuffò in acqua e nuotò in fretta verso di essa, non curante delle conseguenze.
Roux la seguì, cercando di impedirglielo.- Fermati, è troppo pericoloso!- le urlò, afferrandola.
-No, lasciami!-
Improvvisamente, ci fu un’esplosione e la barca si ruppe.
Ormai, semmai ci fosse stato qualcuno, era troppo tardi.
Roux la trascinò a riva, stringendola a se, mentre piangeva disperata.
-Perché mi hai fermata?- singhiozzò, rossa in viso.
-Era troppo tardi.- rispose lui, baciandole la fronte.
Ad un certo punto, udirono una vocina famigliare che la chiamò.
Anouk alzò lo sguardo e vide Vienne con Josephine.
-Mamma!- esclamò, alzandosi in fretta per andare ad abbracciarla.- Grazie a Dio!-
-Ho avuto tanta paura.- pianse Vienne, tremando.
-Lo so, mamma, è tutto okay adesso.-
***
La sera dopo, a notte fonda, Anouk stringeva a se sua madre mentre dormiva profondamente.
Dopo quello che era successo, Anouk si promise che sarebbe rimasta sempre accanto a lei e sarebbe stata sempre d’accordo con le sue decisioni.
La malattia peggiorava e Vienne aveva bisogno di aiuto.
Accarezzandole la guancia, Anouk sentì un rumore dalla finestra.
L’aprì e vide Roux lanciarle sassolini per ottenere la sua attenzione.
Così scese di sotto e lo fece entrare, notando che la porta faceva un fastidioso cigolio.
Anouk si sedette al bancone, Roux invece restò appoggiato al muro.
C’era tensione fra di loro e la ragazza sapeva bene cosa fosse venuto a dirle.
-Volevo solo venire a controllare che steste bene.- le disse Roux.
Anouk aveva ancora le borse sotto gli occhi per quanto aveva pianto.- Sì, stiamo bene…- gli rispose, giocherellando con delle briciole di cioccolato.
-Sono venuto a dirti che…-
-Lo so.- lo interruppe lei.- Ma come farai? Hai perso la tua casa.-
-No, solo un mezzo per andare da un posto all’altro.- commentò Roux, alzando le spalle.- Anouk, mi dispiace…-
Nonostante si fossero uniti in quel modo, Anouk sapeva che prima o poi quel giorno sarebbe arrivato. -Anche a me.- aggiunse, posando lo sguardo sul piatto disegnato.- Non ho indovinato il tuo preferito.-
Roux le si avvicinò lentamente, prendendole il viso tra le mani per baciarla dolcemente.- E’ questo.-
Anouk gli accarezzò la guancia e lo guardò negli occhi per un’ultima volta, per poi lasciarlo andare.
***
Le cose al villaggio stavano peggiorando.
Il giorno dopo, Anouk e Vienne vennero a sapere che Armande se ne era andata nel sonno, ancor prima di venire ricoverata.
Anouk si sentì tremendamente in colpa.
Probabilmente il cibo mangiato quella sera e il fatto di essersi stancata troppo, l’avevano avvicinata sempre di più alla fine.
Vienne sembrava molto più dispiaciuta di lei, durante il funerale.
Quello stesso giorno, Vienne volle tornare al molo ed Anouk ce la portò.
Soffiava uno strano vento fresco, anche se era giunta la primavera.
Vienne guardò il porto vuoto e versò una lacrima.- I pirati se ne sono andati…- mormorò, tra se e se, ma Anouk la sentì.
-Sì, mamma, mi dispiace…- le disse lei.
Ad un certo punto, Vienne la fulminò con lo sguardo.- E’ ora.-
Anouk sapeva benissimo cosa intendesse: dovevano andarsene.
Dopo quasi sei mesi, era giunto il momento di andare via, come comandava il vento.
Spesso Vienne diceva che era lo spirito di sua madre che la guidava.
Così, quel pomeriggio, iniziarono a fare le valige.
-Inizio io a cucinare qualcosa per la festa di domenica?- domandò Josephine, salendo di sopra e vedendole preparare le borse.- Che state facendo?-
-Partiamo, domani mattina presto.- rispose Vienne, raccogliendo la pochette in bagno.
Josephine si fiondò sulla valigia e ci si mise sopra.- Non te lo permetto…Se è per Armande, non è colpa tua.-
Anouk cercò di non far trasparire le emozioni: se l’era cercata, dopotutto, non doveva affezionarsi a nessuno.- E’ ora, tutto qui.-
-Se te ne vai, tornerà tutto come prima.- singhiozzò l’altra.
Anouk pensò invece che Luc fosse di nuovo senza una nonna, che il paese, grazie al conte, fosse ancora tutto contro di loro.
-E’ ancora tutto come prima.- commentò Anouk, piegando i vestiti.
-Non per me.- esclamò Josephine, correndo fuori.
Anouk, questa volta, non poté seguirla.
***
Il mattino dopo, nonostante ci fossero nuvole grigie e un vento tempestoso, Anouk e Vienne si alzarono per partire.
Mettendosi il mantello rosso, Anouk ripensò alle parole di Roux: e se per una volta fossero rimasti?
Se non avessero dato retta al vento e avessero piantato radici?-
Così, Anouk si tolse la mantellina.- Io non vengo.- affermò con decisione, risedendosi sul letto.
-Coraggio, non fare la sciocca, mettitela.- insistette Vienne, ma lei non si mosse e così l’afferrò per il polso.- Senti, ragazzina, tu fai quello che ti dico io, è chiaro?!-
Anouk si liberò dalla sua presa.- Non sono più una ragazzina!-
-Certo, che lo sei, hai 13 anni e fin che sei con me, fai quello che dico io!-
A quel punto, la ragazza sgranò gli occhi sentendo quella voce.- Q-Quanti anni ho?-
-13, sei una ragazzina!-
-No, mamma….Ho 27 anni.- singhiozzò Anouk: Vienne stava peggiorando sempre di più.- E tu sei malata, mamma, devi farti vedere da qualcuno!-
Vienne la riprese di nuovo per il braccio.- Non dire sciocchezze, muoviti, forza!-
Anouk si dimenò e inciampò per le scalette, rotolando giù insieme alla valigia che si aprì.
Improvvisamente, il contenitore con le ceneri della nonna si ruppe in mille pezzi, rovesciando le polveri sul pavimento.
Vienne si immobilizzò, non potendo crederci.
-O-oddio, mamma, scusami tanto.- piagnucolò Anouk, cercando di rimetterle al suo interno.- Vedrai, la prossima volta andrà meglio.- continuò, asciugandosi il viso col dorso della mano.- Sono pronta ad andare ora.-
Ma prima che qualcuno potesse fare un passo, udirono degli schiamazzi provenire dalla cucina.
Le due andarono a vedere e scoprirono che Josephine, Luc, Caroline, la vedova Odelle, il signor Brelot e la coppia di sposi stavano preparando le cose che loro avevano pianificato di cucinare per la festa della fertilità nella domenica di Pasqua.
Anouk e Vienne li guardarono sorprese: non si sarebbero immaginate una cosa del genere.
Josephine si avvicinò con un piccolo sorriso e una scodella piena di mandorle tritate.- Che dici? Le ho tritate abbastanza fini?- chiese a Vienne.
Anouk si immaginava, però, che fosse tutta opera di Josephine.
Vienne annuì alla sua domanda e per quel giorno, decise di non partire.
   
 
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