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Autore: pin    03/05/2020    8 recensioni
Lui: un principe, erede al trono del pianeta Gogeta; un pianeta abitato da maghi, streghe, druidi, draghi e qualsiasi altra cosa che abbia a che fare con la magia.
Lei: una povera ragazza gitana, di origini ispaniche; orfana di entrambi i genitori, con una grande passione per il canto.
Lei è terrestre, lui è un mago.
Un giorno, si incontrano per caso in un pub sulla terra, lei si esibisce lì la sera; per dare sfogo alla sua passione, e per guadagnare qualche soldo.
Niente è quel che sembra. Antichi segreti verranno alla luce
Tra di loro nascerà una grande passione, ma durerà nonostante le difficoltà e la grande differenza sociale? Posso assicurare che ci saranno dei personaggi inaspettati, e segreti nascosti saranno svelati.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Lui:


Arrivo da Gaius per la seconda parte del mio addestramento; come sempre in ritardo.

Ora, devo solo stare attento che i miei pensieri non siano scoperti. Devo assolutamente evitare che mi venga letta la mente.

È ovvio che mio padre abbia incaricato sia Eragon che Gaius di tenermi sotto controllo, e di informarlo sul mio andamento.

Non so ancora in che modo, ma io ritornerò sulla terra! A qualsiasi costo!

Varco la porta del suo laboratorio, lo trovo indaffarato su una scala in legno a sistemare alcuni libri su uno scaffale molto alto di una vecchia libreria.

Non si è accorto della mia presenza.
Tossisco per attirare la sua attenzione, perché non ho tutta la giornata a disposizione...

Si gira nella mia direzione, perdendo l'equilibrio e rischiando di cadere.
Con un battito di ciglia fermo il tempo, per una manciata di secondi, prima che lui si schianti a pochi metri dal pavimento.
Mi guardo in torno cercando qualcosa di morbido per attenuare la sua caduta.
Noto un letto e stendo la mano: i miei occhi si colorano di un marrone più intenso, il letto si muove, e il medico di corte fa un tonfo sul morbido materasso.

Ho evitato il peggio...

"La ringrazio Sire!" Mi dice abbassando il capo, acquistando un pó di contegno.
"Come mai siete da queste parti?" Mi domanda lasciandomi perplesso.

Ora ne ho la conferma, Gaius è un vecchio rincitrullito, altro che saggio...

"Per l'addestramento imposto da mio padre" dico in modo ovvio senza nascondere il mio imbarazzante sgomento.

"Capisco" mi dice annuendo, "accomodatevi!" Mi invita a sedermi, accompagnando il gesto con la mano, su una sedia vicino alla tavola.

Sposto la sedia e mi siedo, imitato da lui.
Rimaniamo alcuni minuti a guardarci in silenzio.

"Cosa posso fare per voi?" Mi ridomanda facendomi sbuffare.

Ma costui ci è o ci fa?

"Mio padre vuole che mi insegnate la difesa contro le arti oscure, è un suo ordine." Dico ormai esasperato stufo di quelle stupide domande.

Ma cosa vuole un disegnino?

"È solo questo il motivo?" Mi domanda guardandomi negli occhi, "siete sicuro che non ci sia altro?" Non capisco dove voglia arrivare con tutte queste domande inutili.

Chi me la fatto fare di venire da questo vecchio pazzo...
Ah già, dimenticavo, mio padre...

Cerco di mostrare un'espressione disinvolta, anche se dentro di me ammonto di rabbia.
Rimango in silenzio cercando di non far notare il tic nervoso all'occhio.

"Si!" Affermo deciso a voce alta alzandomi dalla sedia.
Altri minuti di interminabile silenzio, in cui anche Gaius si alza dalla sedia e arriva alle mie spalle.

"Ok, possiamo cominciare." Afferma lasciandosi sfuggire un sorriso.
Mi sta spaventando..
"Ho dei lavoretti per voi Sire" conclude, confermando le mie preoccupazioni.

Mi giro di scatto, per nulla d'accordo con lui, lasciandomi sfuggire un ringhio.

"Ci sarebbe da pulire il pavimento." Mi dice con tranquillità, facendomi intuire che lo sgradevole compito tocca a me; come se fosse la cosa più naturale del mondo.

"State scherzando vero?" Gli parlo tra I denti, a suon di minaccia, stringendo i pugni, fino ad affondare le unghie nei palmi; cercando di trattenere la rabbia.

"No, mai stato così serio." Afferma lui con una scrollata di spalle.

"No, è fuori discussione io sono il principe, erede al trono. Mi rifiuto di fare lavori di un umile servitore." Rispondo armai alterato camminando e gesticolando per la stanza.

Ma è impazzito? Dov'è finito il rispetto per I reali?

"Volete o no essere addestrato?" Ecco la fregatura...
"Fa parte dell'addestramento Sire, oppure avete paura a mettervi in gioco?"

Mi soffermo a pensare, indeciso sul da farsi, credo che la vena sulla fronte stia per scoppiare.

"Dov'è il secchio e il panno? allora!" Dico deciso raccogliendo tutta la mia pazienza, ed anche la sfida.
Che non si dica mai che io sia un codardo.
Mi fermo dinanzi al mio interlocutore, guardandolo negli occhi, in modo più minaccioso possibile.

"Vi giuro Gaius che se lo verrà a sapere qualcuno, vi impiccherò io stesso!" Concludo puntando il dito.
Mi da la sua parola d'onore, prima di lasciare la stanza.

A mio malgrado, mi inginocchio per lucidare il pavimento, di un mio servitore.


"Ahia!" Mi lascio sfuggire un'esclamazione sofferente.
Non mi sento più le ginocchia, e mi si è anche rovinata un'unghia.
E poi le braccia, le muovo stiracchiandomi, tra poco mi verrà la cervicale.

Ma come fanno i servi a fare questi spiacevoli lavori.
Mi rilasso sedendomi a terra.
Mi serve un'idea: il vecchio non ha parlato di non usare la magia.

Mi concentro fissando I miei strumenti, che da soli prendono vita e iniziano a pulire.
Mi appoggio con la schiena alla parete, con un sorriso soddisfatto guardando la scena.

Il cingolio della porta che si apre, mi distoglie dalla mia concentrazione, facendomi rovesciare il secchio di acqua addosso.

Sono bagnato fradicio.
Mi mordo le labbra trattenendo qualche imprecazione.

"Vedo che vi state riposando?" Dice Gaius appena entrato nella stanza.

Ma mi prende in giro?

"Comunque, avete fatto un attimo lavoro. Potete andare a cambiarvi, per oggi abbiamo finito." Mi concede.

Mi alzo, lo saluto con un cenno del capo ed esco dal suo laboratorio.





Re:


"Quel tuo figlio si è fatto una gita sulla Terra ed io non sono stato informato?" Urla mio figlio maggiore fuori di sè dalla rabbia, percorrendo le mattonelle a grandi falcate.

Avevo pensato di nasconderglielo, sapendo dei suoi rapporti con il fratello minore, ma la situazione è più grave del previsto e quindi ora ho deciso di parlargli.

La visione dell'umana salire su questo trono, ed essere incoronata regina, mi ha spiazzato, innervosito.

Ora non si tratta più di una bravata da ragazzini, ne vale della nostra conservazione, del nostro futuro.

Bisogna intervenire ad ogni costo, e per farlo ho bisogno di tutto l'aiuto possibile.

"Calmati, Mondred!" Lo richiamo severamente.
"L'erede al trono di questo pianeta, se la fa con le prostitute, e voi mi chiedete di calmarmi? Assurdo!" Continua ancora più inviperito.

Non c'è che dire, è proprio arrabbiato.

"Quel tuo figlio ci condannerà tutti alla rovina!" Urla per poi zittirsi di colpo quando la fonte dei nostri discorsi spalanca la porta...





Lui:


Mi dirigo verso le mie stanze stizzito per l'esperienza di prima.
"Sire il re vuole vedervi nella sala del trono." Mi dice una guardia venutami incontro.

Sospiro preparandomi mentalmente ad un altro scontro con mio padre.

"Immediatamente!" Aggiunge non lasciandomi nemmeno il tempo si rendermi presentabile.

Percorro i corridoi che ormai conosco a memoria, fino a raggiungere la sala.
Appoggio le mani alla porta, prendendomi un attimo di pausa per raccogliere tutta la mia pazienza, preparandomi ad un imminente scontro.

"Quel tuo figlio ci condannerà tutti alla rovina!" Le parole vengono urlate con rabbia, mi avvolgono come un vento gelido procurandomi un brivido.
Conosco questa voce, è di mio fratello maggiore.
Riesco a percepire tutto il suo disprezzo nei miei confronti.

Con un gesto deciso spalanco le porte ed entro, cogliendoli di sorpresa.
Mondred si azzittisce all'improvviso, mordendosi le labbra per trattenere la rabbia.
Mi fissa in modo truce, I suoi occhi mi gelano il sangue nelle vene.

"Volevate vedermi padre?" Domando rivolto al re seduto sul trono sfarzoso d'oro, cercando di non farmi intimorire dalla presenza di mio fratello in piedi alla sua destra.

"Come osi presentarti così al cospetto del tuo sovrano?" Mi accusa Mondred sputtando tutto il suo disgusto.

Il suo tono mi provoca tristezza, un tuffo al cuore. Sono le prime parole che mi rivolge dopo anni, le immaginavo diversamente.

A guardarmi bene, ho la camicia inzuppata d'acqua spiaccicata sui pettorali, lasciandoli intravedere, e capelli bagnati e gocciolanti.

"Perdonatemi padre, non ho avuto il tempo di rendermi presentabile."
Dico tutto d'un fiato evitando il suo sguardo.

Ecco mio fratello maggiore Mondred, primogenito della nostra famiglia.
Capelli scuri, occhi neri, alto muscoloso nella sua sfolgorante armatura raffigurante lo stemma di famiglia.
Al capo delle armate di mio padre, cavaliere d'elitè, ma in cuor suo aspira al trono di nostro padre.

"Mikail! Parlami un pò della Terra?" Mi chiede a bruciapelo il mio genitore, riscuotendomi dai miei pensieri.
"Hai incontrato o conosciuto qualcuno in particolare? Diciamo...una ragazza?" Continua dicendo con il suo sguardo indagatore.

Dove vuole andare a parare, non capisco?
E poi, cosa ci fa Mondred qui?

"Ah!" Esclamo, "non ci posso credere ancora con questa storia!" Dico facendo notare la mia amarezza.
"Non è la prima volta che vado con gli amici a divertirmi chissà dove... non avete mai fatto un dramma, dopo la solita ramanzina, era tutto finito. Ora ne state facendo un fatto personale." Rispondo con sfrontatezza aggiungendo un pizzico di insolenza.

Perché oggi proprio non è giornata, sono stufo!
Voglio essere lasciato in pace di vivere la mia vita.

Vedo avvicinarsi Mondred all'improvviso, a pochi centimetri dal mio viso mi tira un forte schiaffo, facendomi piegare sulle ginocchia.
Del liquido rosso fuori esce dalle mie labbra, un sapore amaro si impossessa della mia bocca.
Il suo gesto inaspettato mi ha preso in contro piede, non lasciandomi nemmeno il tempo di reagire.

"Come osi parlare così al tuo re" urla tenendo ancora la mano alzata, per poi abbassarla.

Tante volte ho immaginato il giorno in cui avremo di nuovo parlato nella stessa stanza, guardandoci negli occhi da fratelli, ma mai mi sarei aspettato così tanto odio da parte sua nei miei confronti.

La ferita non è grave, mi ha solo spaccato il labbro, ma la sofferenza peggiore in questo momento è quello che ho dentro l'anima.

"Questo inetto padre, passa il suo tempo a intrattenersi con prostitute, disperdendo I vostri averi e sputando nel piatto in cui mangia. Costui è il disonore della vostra stirpe, l'erba cattiva che va estirpata." Continua puntandomi il dito contro afferrandomi per il colletto della camicia.

"Di la verità Mondred, saresti capace di vendere l'anima al diavolo in cambio del trono." Rispondo alle sue provocazioni con lo stesso veleno, asciugandomi con la mano una goccia di sangue.

Rosso di rabbia, alza un pugno per colpirmi ancora.

Mi stringo nelle spalle, socchiudo gli occhi pronto a ricevere un altro colpo.

"Adesso basta, Mondred!" Lo richiama nostro padre. Si ferma di colpo con la mano a mezz'aria, lascia la presa della mia camicia, abbassa il braccio e stringe I pugni.

"Non hai l'autorità per compiere un gesto simile." Una doccia fredda...
Non osa alzare lo sguardo verso il suo interlocutore che continua a parlargli.
"È colpa tua, ti sei lasciato battere da un moccioso il giorno della cosidetta sfida." Conclude in tono duro ed autoritario indicandomi.

Ecco il padre che conosco, sempre pronto ad accentuare la nostra rivalità.

"Perdonatemi padre! Ho perso il controllo." Risponde Mondred abbozzando un inchino, lasciando la sala con la coda tra le gambe.

"Ora a noi due Mikail." Dice rivolto a me aspettando una risposta.

"Padre, per me questa storia è un capitolo chiuso. Sono stato punito abbastanza, ho imparato la lezione." Annuisce soddisfatto delle mie parole.

Spero di averlo convinto!

"Comunque continuerai con I tuoi allenamenti." Mi dice prima di invitarmi a lasciare la stanza.





Re:


Mi soffermo a guardare il punto dove I miei figli sono andati via.
Vedere Mondred così pieno di odio mi ha turbato, sarebbe davvero stato capace di uccidere il fratello?

Mikail, mi auguro per te che questa sia davvero una vicenda chiusa.
Non vorrei essere costretto a prendere una decisione drastica.





Lui:


Ho una grande rabbia che mi sale al cervello, a grandi passi raggiungo le mie stanze, ed entro.

Con una manata butto a terra tutti I candelabri, posti sopra al tavolino d'ingresso.

"Sire! Vi sentite bene?" Sento dire alla mia serva di turno, venuta per farmi compagnia.
"Cosa vi è successo?" Continua guardandomi spaventata.

"Vattene!" Le urlo, "andatevene tutti, lasciatemi da solo." Alzo ancora di più la voce.

Intimorita si inchina e se ne va.
Con un calcio capovolgo il tavolo, rombo vari oggetti e statue poste per la stanza.
Strappo quelle odiose tende, con un pugno spacco I vetri delle finestre.
Tolgo le coperte dal letto e le getto a terra, volano cuscini.

Odio questo posto, detesto questo luogo, non sopporto più questa vita.
Voglio andarmene al più presto da qui, e non tornare più.

Scateno tutta la mia furia, polverizzando quasi tutto.

Pian piano dopo la sfuriata, mi calmo ed riacquisto lucidità.
Mi siedo a terra con la schiena appoggiata ai piedi del letto.
Mi porto le mani al viso, in uno stato di confusione ed angoscia.
Calde lacrime salate, sfuggono al mio controllo, e mi bagnano il viso.
Penso a mio padre, a mio fratello, al suo disprezzo.

Rivoglio il Mondred dei vecchi tempi, colui che mi medicava quando da piccolo mi sbucciavo le ginocchia.


"Ho la soluzione a tutti I tuoi problemi... miao!" Sento una voce, un essere che si avvicina furtivo.

"Non ho tempo per le tue stupidaggini Salem!" Dico rivolto al gatto di mia sorella, ex stregone che mi gironzola intorno.

"Ho un piano per farti evadere, miao!" Continua, ha catturato la mia attenzione.
Alzo il capo, mi asciugo le lacrime e riacquisto contegno.

"Ti ascolto!" Gli dico incurvando le labbra in sorriso furbo.

"La pozione polisucco, miao!"esclama lasciandomi sconvolto.




Angolo dell'autrice: in questo capitolo ho voluto sottolineare il rapporto tra I due fratelli.
Come tutti sappiamo Mikail ha sia una sorella maggiore:Zelda, con la quale c'è molta complicità.
E un fratello più grande che in questo capitolo viene anche specificato il nome: Mondred.
Il quale non nasconde il suo odio e disprezzo verso il fratellino, per aver vinto la cosiddetta sfida ed avergli rubato il diritto di erede al trono.
Chissà Gaius cosa ha voluto insegnare al principe Mikail facendogli pulire il pavimento come un comune servitore: sicuramente l'umiltà.
Ringrazio chi legge, e recensisce. Mi scuso per gli eventuali errori, ma purtroppo il t9 del cellulare mi fa penare.
Recensite in tanti aiutandomi a migliorare.

  
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