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Autore: Gatto1967    03/05/2020    2 recensioni
“Revenge” è una nota serie tv di qualche anno fa, in cui una giovane donna che da bambina aveva avuto la vita sconvolta a causa degli intrighi di una ricca e potente famiglia, torna ai suoi luoghi di origine (gli Hampton di NewYork) per mettere in atto una terribile vendetta.
Uhm… ma questo che c’entra con Candy?
Candy non è tipo da vendette, o forse sì?
In questa storia decisamente OOC, una Candy indurita da esperienze di vita che sono andate diversamente dalla serie originale, arriva alla villa dei Legan decisa a vendicarsi della ricca famiglia che le ha sconvolto l’esistenza.
Ci riuscirà? Sarà davvero capace di mettere in atto la sua vendetta?
p.s. ATTENZIONE!!! Questa NON è una storia sentimentale, bensì una storia che predilige il filone avventuroso/drammatico della saga Candyana.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Candy fermò la macchina: la collina di Pony, la sua meravigliosa collina, stava lì, davanti a lei. Dall’altra parte c’era la sua casa di Pony, da dove un giorno di tanti anni addietro era partita sognando principi e favole, e ritrovandosi invece in un incubo.

E soltanto ora, dopo tanti anni, le sembrava di risvegliarsi finalmente da quell’incubo osceno che aveva sconvolto la sua vita.

 

“Carissima Candy

Forse sarai sorpresa del fatto che ti abbiamo nominato nostra erede, ma c’è una spiegazione:

Quando sei arrivata da noi, eravamo due persone acide e odiose, trattavamo male le persone che lavoravano per noi, e trattammo male anche te.

Ricorderai ancora la frustata che ti diedi sulla coscia quel giorno che facesti cadere un piatto per terra nello sparecchiare la nostra tavola.

Anche se in seguito mi hai concesso il tuo perdono per quel gesto infame, il ricordo di quel giorno mi brucia ancora.

Tu reagisti con compostezza a quella frustata, inghiottisti le tue lacrime e raccogliesti i cocci di quello stupido piatto.

In quel momento qualcosa dentro di noi morì per sempre, e noi diventammo due persone nuove.

Abbiamo deciso di lasciare a te tutto il nostro patrimonio, certi che ne farai un buon uso. I nostri peones e vaqueros sono brave persone, ma non saprebbero mai gestire quelle ricchezze, tu hai l’intelligenza e la sensibilità per farlo e per prenderti cura dei nostri dipendenti e tuoi amici nel modo migliore.

 

Conchita e Porfirio Lopez”

 

Recitando mentalmente a memoria la lettera di Conchita Lopez, Candy percorse l’ultimo tratto di quella strada che conduceva al rancho Dorado. Con quella lettera consegnatale qualche mese prima da un notaio di Ciudad Juarez, quei due anziani rancheros l’avevano nominata loro erede universale. Tutto il loro denaro depositato in banche e cassette di sicurezza a Mexico City, ora era suo, e lei era diventata a soli diciannove anni, anche grazie a sapienti ed oculati investimenti, una delle donne più ricche del Messico.

Anche se non aveva mai dato importanza al denaro, sentiva di doverli ringraziare. I primi tempi al Rancho Dorado erano stati molto duri per lei, la bionda yanqui che tutti trattavano come una schiava e alla quale venivano delegati i lavori più umili e pesanti. Ma poi gradualmente le cose erano cambiate, e Candy aveva conquistato il cuore di tutti, compresi i signori Lopez. 

Superò la collina che la separava dal Rancho dei Lopez e vide le rovine abbandonate della casa dove aveva vissuto per quattro anni.

Un anno prima una banda di spietati bandidos l’aveva raso al suolo dopo aver fatto strage degli occupanti e trafugato tutto il bestiame e i valori che i Lopez tenevano in casa.

In seguito quei bandidos erano stati sgominati dall’esercito messicano, ma questo non aveva certo restituito la vita agli abitanti del Rancho Dorado.

Entrata nel recinto di quella che era stata la fattoria dei Lopez Candy sentì di non avere più lacrime da piangere, sentì che il suo cuore si era inaridito, e che da quel giorno in poi avrebbe vissuto solo per un obiettivo: la vendetta contro chi le aveva causato tante sofferenze.

In mente aveva un solo odiatissimo nome: Legan!  

 

La macchina di Candy percorse l’ultimo tratto di strada che la riportava al suo mondo, ai suoi affetti. Chissà come avrebbero reagito miss Pony e Suor Maria a rivederla!

Il suo arrivo suscitò la curiosità di un manipolo di bambini che giocavano davanti all’edificio. C’era anche un uomo insieme a loro, un uomo vestito da cowboy, chissà chi era.

Candy fermò la macchina proprio davanti all’ingresso della casa, e scese.

L’uomo, un giovane appena più grande di lei, la squadrò attentamente e poi sgranò gli occhi.

-CANDY!- disse infine scandendo il nome lettera per lettera.

-Ma chi… TOM! Tu sei Tom!-

Candy corse ad abbracciare quel Tom che per lei era stato come un fratello, e quando fu fra le sue braccia scoppiò in lacrime.

-Tom che succede?-

A quelle parole Tom e Candy si staccarono e guardarono Suor Maria che era appena uscita dalla casa.

-Ma… ma… - 

La suora guardò attentamente quella giovane donna, cercando in lei il ricordo di una persona a lei nota.

Il corpo e i capelli non le dicevano niente, ma gli occhi, quegli occhi grandi e chiari…

-C-C-C-

Non osava pronunciare quel nome, il nome di una persona tanto amata e perduta.

-Sì Suor Maria, sono proprio io: sono Candy. E sono tornata.-

Candy corse ad abbracciare quella donna che per lei era stata una madre, e Suor Maria credette quasi di essere morta e in Paradiso, per aver ritrovato la sua Candy.

 

-Così miss Pony è morta un anno fa…-

-Sì Candy, ormai era anziana e una polmonite le è stata fatale.-

Seduta in quello che ora era l’ufficio di Suor Maria, Candy si maledisse: se non avesse perso tanto tempo con i suoi inutili piani di vendetta avrebbe potuto rivedere anche lei.

-È morta chiamando il tuo nome Candy.- le disse Suor Maria prendendole la mano.

Candy sbottò a piangere e Suor Maria le accarezzò la testa.

-Mi… mi benedica sorella perché ho peccato, ho molto peccato…- disse davanti a degli stupefatti Tom e Suor Maria.

Poi si liberò di tutto quello che teneva dentro e raccontò tutte le sue traversie inclusi i suoi insani progetti di vendetta.

-Ho impiegato sei anni a preparare la mia vendetta, a studiare gli affari dei Legan e come poterli colpire più profondamente e poi…-

-Poi hai fatto la scelta giusta Candy! L’odio aveva avvelenato il tuo cuore generoso, ma adesso sei tornata quella di un tempo. 

Sei tornata a casa Candy!-

-Sono tornata per restare Sorella! Userò il mio denaro per mandare avanti la casa di Pony e forse anche per costruire altri posti come questo, io… non voglio che altri bambini soffrano quello che ho sofferto io…-

-Ecco cara, questi sono progetti sani, progetti degni di te bambina mia.-

Poi la buona suora guardò Tom scambiando con lui un doloroso sguardo d’intesa.

-Vieni con me Candy.- disse poi alzandosi -Devo mostrarti una cosa.-

Uscirono tutti e tre dalla casa e salirono sulla collina. Quando furono in cima Candy seguì Suor Maria e Tom aggirando il grande albero.

Da quella parte Candy vide una lapide solitaria.

-Non ditemi che miss Pony…-

-No Candy, miss Pony è sepolta nel cimitero del paese, questa è la tomba di qualcun altro, qualcuno che ti era molto vicino.-

-E chi sarebbe?- chiese Candy avvicinandosi alla lapide in modo da vederne la scritta, e quando la vide le si fermò il cuore:

“Clean”

Questo era il nome inciso sulla piccola lapide solitaria.

-Tanti anni fa, dopo che tu eri scomparsa, il piccolo Clean si presentò alla porta della casa. 

Era sporco, ferito, gli mancava anche un pezzo di coda.-

Candy rivide nella sua mente il piccolo Clean che cercava di sfuggire ai colpi di pistola di quei banditi e capì dove potesse aver perso quel pezzo di coda.

-Ovviamente lo curammo e lo tenemmo sempre con noi, anche se vederlo ci portava sempre più a tormentarci con il ricordo di te, capisci? Non facevamo altro che chiederci cosa potesse esserti successo Candy, cosa potesse aver visto il piccolo Clean.

Ha vissuto fino a quattro anni fa. Ogni giorno saliva sulla collina e sul grande albero, e per quanto possa sembrare assurdo scrutava l’orizzonte, forse sperando di vederti arrivare Candy…-

Candy cadde in ginocchio sulla piccola tomba e una volta di più si maledisse: se solo fosse tornata subito alla casa di Pony invece di odiare i Legan…

Tom e Suor Maria la lasciarono sola.

 

   
 
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