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Autore: LittleBunny    04/05/2020    1 recensioni
Passò un lungo istante in silenzio, prima di iniziare a dare delle, seppur lievi, testate sul suo armadietto, sotto lo sguardo incredulo di alcuni studenti che, dopo averlo guardato in maniera perplessa, decisero di allontanarsi.
Smise quasi all'istante, mugugnando parole incomprensibili, un unico pensiero ad invadergli la mente: era un'idiota.
Lo pensava già da un po' , ma ora aveva la conferma definitiva.
Era. Un. Totale. Idiota.
Come diavolo gli era saltato in mente di dire cose del genere ad uno che era il doppio di lui? Non gli bastava quello che stava passando con Flash, doveva per forza stuzzicare uno che poteva prenderlo a pugni, senza trovare la benchè minima resistenza?

[AU! SpideyPool]
Genere: Angst, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Deadpool, Peter Parker
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Irresistible010 ● In questa fanfiction, NON si fa riferimento al Peter Parker della MCU ma è ispirato a quello dei fumetti;
● I personaggi NON sono miei ma della Marvel Comics.



10° Capitolo.


La sua vita era diventata - ulteriormente - un inferno grazie a colui che era tornato ad essere il suo amico.
Chi? Ovviamente Wade Wilson.
Glielo aveva fatto capire a quella cena con gli zii, con quegli sguardi che sembravano volergli leggere dentro, con quei sorrisi maliziosi che non facevano altro che imbarazzarlo, per non parlare del piedino sotto il tavolo che gli fece andare di traverso il polpettone di zia May.
Aveva una cotta gigantesca per l'amico e il biondo lo sapeva benissimo, a quanto pareva.
Non si azzardava neanche più a pensare che 'non poteva andare peggio di così' perchè non c'era mai fine al peggio e, per l'esattezza, non c'era mai fine a quanto potesse cadere in basso.
Mentre percorreva i lunghi corridoi della scuola, stringendo forte lo zaino al petto, non poteva fare a meno di guardarsi intorno con circospezione, con l'angoscia di trovarsi davanti, quando meno se l'aspettava, il canadese.
Sinceramente, non si sentiva psicologicamente pronto a essere rifiutato da uno dei suoi migliori amici - perchè era questo quello che stava per succedere, no?
Sarebbe arrivato il momento in cui il più grande avrebbe smesso di scherzare sulla cosa e gli avrebbe dato il due di picche e-

"Pete!"

"AH!"

Il newyorkese saltò letteralmente sul posto, come si sentì sfiorare la spalla da Mary Jane, che ora lo guardava con un sopracciglio alzato.

"Mi fa piacere che ti sei ripreso dall'influenza." esordì la ragazza, incrociando le braccia al petto "Ma pensavo saresti stato più felice di rivedermi, dopo tanto tempo."

"Oh- scusami, davvero, non è per te." si scusò l'altro, con un sorriso flebile "È che, emh, diciamo non ho voglia di incontrare gente oggi."

"E dove sarebbe la novità?"

Si bloccò un attimo a rimuginare, per poi guardarlo con fare sospettoso.

"... C'entra qualcosa Wade?"

A sentire quel nome, istintivamente, le sue guance si colorarono di rosso.

"Io- Lui- No, cioè, perchè dovrebbe c'entrare lui?"

"Mmh... Sarà." mormorò, per poi posare lo sguardo su un qualcosa di non precisato di fronte a sè "Allora non sarà un problema, visto che il tuo amico si sta dirigendo proprio qui."

"Cos-"

"Ehi, principessa~"

Come sentì quella voce familiare, trasalì istintivamente e non ebbe neanche il tempo di inventarsi qualche scusa per fuggire da quella situazione che la rossa, senza dire una parola, si allontanò alla velocità della luce.
Era bello vedere le amicizie nel momento del bisogno.

"Ciao..." borbottò, girandosi molto lentamente nella direzione dell'altro "Ti, uh, serve qualcosa?"

Il maggiore lo guardò per un istante, con un sorrisone stampato sul viso e gli occhi che lo guardavano con fare interrogatorio.

"Come mai così 'rigido'? Successo qualcosa?"

Mentre parlava, Wade gli si avvicinò, cosa che costrinse Peter a poggiare la schiena sugli armadietti, nel vano tentativo di allontanarsi in qualche modo.
Il canadese sembrò notarlo e il suo sorriso si allargò.

"Beh, c'è da dire che le cose rigide non mi dispiacciono poi così-"

"Che vuoi??"

A quella reazione, il biondo se la rise fra sè e sè, a quanto pare divertito nel vedere il moro andare sempre più nel panico.
Era in momenti come questi che sperava davvero di sbagliarsi, che magari era semplicemente più 'vivace' del solito ma erano anche i momenti in cui più era conscio di quanto fosse palese il suo interesse nei confronti del maggiore.
Dannazione.

"Devo avere un motivo specifico per voler parlare col mio migliore amico?"

Disse l'ultima frase con un certo orgoglio e il minore non potè fare a meno di roteare gli occhi, quasi con esasperazione visto che non aveva fatto che ripete 'migliori amici' almeno un'infinità di volte, in qualsiasi contesto, in quel brevissimo arco di tempo in cui avevano 'fatto pace'.
Peter stava pagando il prezzo di parlare troppo con quel cretino.

"Ti sei proprio fissato.." borbottò, incrociando le braccia al petto, ancora a disagio per via di quella vicinanza.

"Non so a cosa ti riferisci" disse, con una finta espressione innocente "Però dovevo parlarti di qualcosa."

Il moro si irrigidì di colpo a quelle parole e si ritrovò a deglutire istintivamente.
Che fosse arrivato il momento di essere rifiutato?
Non che non se l'aspettasse da un momento all'altro ma, ehi, non così all'improvviso ma, soprattutto, non davanti a mezza scuola che potess-

"Sai cosa c'è fra poco?"

Okay, questo non se l'aspettava.

"...Eh?"

"Oh, andiamo, non fare finta di niente! C'è..."

Fece una pausa, imitando il suono del rullo di tamburi con la bocca, per poi gesticolare con le mani, come se stesse suonando una batteria immaginaria.

"... il ballo di fine anno!"

Il minore lo fissò perplesso, alzando un sopracciglio.

"Quindi?"

"Come quindi!" esclamò in tono oltraggiato "Penso che dovremo fare qualcosa quel giorno! Insieme, ecco."

Peter sbattè gli occhi ripetutamente, come se cercasse di capire se quello che si stavano dicendo fosse vero o fosse frutto della sua immaginazione.

"... Mi stai chiedendo di venire al ballo con te o qualcosa del genere?"

"Teeeeecnicamente," esordì l'altro, facendo spallucce " ti sto chiedendo di fare qualcosa con me quel giorno. Potrebbe, non so, essere figo, no? Ma se vuoi, possiamo fare qualcosa di più tranquillo, tipo-"

"Sì." esclamò il newyorkese di colpo, tutto d'un fiato "Io, uh, ci vengo. Cioè, non so bene che hai in mente ma"

"GRANDE." ribattè il biondo, con un sorrisone radioso "Allora, ci sentiamo, okay? WAAHHH"

Wade si esibì davanti al moro - e a tutti quelli che passavano per quel corridoio, che lo guardavano perplessi -  in alcune mosse, che sembravano un incrocio con le tecniche di Dragonball e Karate Kid.

"Ho fatto proprio bene a chiedertelo ora." disse ancora il ragazzo, facendo un po' di stretching sul posto "Ora sarò ancora più carico per gli allenamenti! Ci vediamo dopo, allora. Per la nostra solita sessione di studio! Ok??"

Mentre il minore lo salutava con la mano vedendolo allontanarsi, un piccolo sorriso gli affiorò in viso.
Stava succedendo davvero? L'aveva davvero invitato al ballo? Era davvero così semplice?
Da Wade ci si aspettava di tutto, quindi magari aveva in mente altro ma-

"Quindi hai un appuntamento??"

Ecco che, da dietro l'angolo, riapparve nuovamente Mary Jane che lo fece nuovamente sussultare.

"Cos- Non eri andata via?"

"Mi ero solo messa in disparte per lasciarvi un po' di privacy." ribattè, senza battere ciglio "Comunque non cambiare discorso. Ho sentito bene, ti ha invitato al ballo? Quindi Harry non si sbagliava quella volta. Lui è... insomma. E tu 'ci stai'?"

Peter avvampò brutalmente a quelle insinuazioni.

"Che... Che diavolo vorrebbe dire, scusa?!" esclamò, cercando di celare l'imbarazzo con il disdegno, fallendo miseramente "Il fatto che a lui piacciono anche i ragazzi, non vuol dire che ci stia provando con me. E poi, conoscendolo, non ha davvero intenzione di-"

"Ah-ah, certo." lo interruppe l'altra, roteando gli occhi "Però, nel caso l'invito fosse quello che sembra, hai qualcosa di decente da metterti?"

"Cioè?"

"Come cioè? Stiamo parlando di un ballo!" disse con esasperazione "Metti che ci andate, anche solo come amici perchè magari non trova qualcuno con cui andare, cosa tra parentesi improbabile, visto che è parecchio popolare... non penserai di andarci con felpa e jeans, vero?"

Immediatamente il moro si irrigidì a quelle parole, non tanto per la consapevolezza che il suo armadio fosse composto dal 90% proprio di felpe e jeans ma che Mary Jane sostenesse che Wade fosse popolare.
Non che ne dubitasse, visto che era conscio di quanto fosse di bella presenza, ma...
Che la rossa avesse visto l'amico con altre persone in atteggiamenti particolari? O qualcun'altro parlasse di lui, in quel senso? O...?

"Ehi! Terra chiama Pete!!" esclamò l'amica esasperata, passandogli la mano davanti agli occhi "Non mi hai risposto."

"Ah, uh." borbottò il newyorkese, cercando di ricomporsi "Io.. sì, credo di avere qualcosa."

"... Credi?"

Mary Jane fece un enorme sospiro profondo e si mise le mani sui fianchi.

"Sigh, sei fortunato: voglio darti una mano. E fortunatamente, abbiamo un po' di tempo prima della grande serata."

" In che senso?" ribattè Peter, alzando un sopracciglio "Che hai intenzione di fare?"

"Beh..." esclamò l'altra, facendogli l'occhiolino "Vedrai."

****************

"Sai Mary Jane, non penso che questa sia una buona idea... Lascia perdere."

"Oddio Pete!" sbraitò, avvicinandosi pericolosamente all'altro con una spazzola "Sono giorni che ti sento ripetere la stessa cosa! Ora stai zitto e fatti aiutare, stasera è il gran giorno, dopotutto."

Mentre delle lacrimucce di dolore gli uscivano dagli occhi come la rossa si avventò malamente sui suoi capelli, il moro non potè fare a meno di pensare in che modo erano passate le settimane con l'amica.
Dopo che lo aveva convinto a farle vedere cosa avesse nell'armadio per quella sera ed appurato che per il sopra fosse okay - anche se aveva storto il naso a sapere che la cravatta l'avrebbe chiesta in prestito allo zio - aveva insistito per andare a comprare assieme un bel paio di pantaloni eleganti.
Pur di convincerlo, era arrivata a mettere in mezzo zia May che, appurata la notizia che il nipote avesse una serata speciale in ballo, gli aveva prestato qualche spicciolo, raccomandandogli di prendere quello che voleva, senza preoccuparsi dei soldi.
Era quasi ammirevole che, in un modo o nell'altro, l'amica stava convincendo la gente intorno a sè a fare come volesse lei.
Oltre ad essere abbastanza spaventoso, ovviamente.
Mentre sembrava che l'altra avesse quasi finito di torturarlo, dopo avergli strappato brutalmente metà dei suoi capelli, Peter pensò all'ironia della situazione.
A inizio anno era stracotto di lei e cercava di evitarla il più possibile dopo la pugnalata al cuore con Harry ed ora eccoli di nuovo insieme, con Mary Jane che lo trattava peggio di una bambola, per riuscire ad avere l'appuntamento perfetto con un ragazzo.
Se al tempo, qualcuno dal futuro gli avesse detto che le cose si sarebbero evolute in questo modo, molto probabilmente gli avrebbe riso in faccia.

"Okay." esclamò la rossa, esasperata "I tuoi capelli sono completamente ingestibili, non importa quanto cerchi di domarli. Se usassi delle forcine? Giusto per dargli una forma."

"Vuoi davvero che dia la mia opinione o è una domanda retorica e farai comunque come pare a te?" rispose, stancamente l'altro.

"Va bene, vada per le forcine."

Scrollando le spalle, posò lo sguardo distrutto sullo specchio, dandosi velocemente un'occhiata.
Indossava una camicia nera, con intorno una cravatta blu scuro ancora da annodare e dei pantaloni dello stesso colore della camicia che erano anche fin troppo aderenti per i suoi gusti - ma sulle scelte di Mary Jane non osava più aprir bocca - mentre la giacca rossa, che era un mix fra qualcosa di sportivo ed elegante, era appesa in attesa di essere indossata.
Doveva ammetterlo : oggi si faceva meno schifo del solito.

"Ecco qua, trovate!" disse eccitata, avvicinandosi pericolosamente con le forcine fra le mani "Ora però devi stare fermo."

Peter cercò di stare fermo come gli era stato detto ma, essere toccato in quel modo fra i capelli, era davvero una rottura.

"Piuttosto, come sta andando fra te e Harry?" chiese per concentrarsi su altro, piuttosto che per vera e propria curiosità a riguardo.

"Oh..." mormorò l'altra "Normale direi."

Dal modo un po' piatto - e dal fatto che la presa sui suoi capelli era più delicata - il moro intuì che ci dovesse essere qualcosa.
Ovviamente, la cosa non potè fare altro che impensierirlo, non solo perchè era una sua cara amica ma perchè era preoccupato che fosse responsabile di qualche loro problema.

"Se non vuoi dirmelo, non importa, ma... ci sono problemi?"

"Mh, no, problemi no." ribattè, con un sospiro "Diciamo che è più complicato da capire di quanto pensassi. Agli inizi era così dolce, ora invece..."

Sospirò nuovamente, facendosi di colpo silenziosa e l'amico non aveva idea su cosa fare a riguardo, se insistere per saperne di più o se lasciarla fare.
Purtroppo, non ebbe il tempo di decidere, perchè un sonoro colpo alla spalla lo fece desistere.

"Ecco fatto Cenerentola, ora sei pronto per il ballo!" cinguettò l'altra, come se nulla fosse.

Il newyorkese si alzò e sulla bocca si formò una piccola 'o' dalla sorpresa, appena vide la trasformazione finale dei suoi capelli.
Nonostante tenessero il loro stile 'ribelle', con le forcine Mary Jane era riuscita a dargli una forma, spostandogli da un lato.

"Beh, c'è da dire che hai del talento." ammise il ragazzo, guardandosi allo specchio ancora esterrefatto.

"Lo so." esclamò, sorridendo soddisfatta "Sarebbe ancora meglio se tu togliessi quegli occhiali."

"Sai vero che questi occhiali mi permettono di vedere, vero?

La rossa sbuffò a quelle parole, per poi avvicinarsi all'altro, mettendogli il braccio intorno al suo, prendendolo a braccetto.

"Vedrai Pete, questa serata sarà un successone."

****************

Se il moro avesse saputo un modo per sparire in un istante dalla faccia della terra, sicuramente l'avrebbe fatto.
Dopo che aveva sentito il campanello ed aveva salutato gli zii con un bacio - per non mettersi pressioni da solo, gli aveva semplicemente detto che un amico l'aveva invitato al ballo per non andare da solo - aprì la porta e, come si trovò davanti Wade, capì immediatamente che qualcosa non andava.
Quando vide il canadese, che a differenza sua, era vestito in maniera abbastanza casual - con una canottiera rosa e un paio di jeans corti abbastanza aderenti - inizialmente fu confuso ma non ci fece caso più di tanto.
Insomma, l'altro era capacissimo di presentarsi ad un importante conferenza col tutù di Hello Kitty, quindi questo era davvero il minimo.
Ma quando vide, poco più avanti, dei ragazzi parcheggiati in macchina che incitavano il biondo a prendere il suo amico per il party, non solo capì che aveva capito male l'intera uscita - e che quindi non ci sarebbe stato nessun ballo - ma che non poteva sotterrarsi sul momento, anche se avrebbe voluto.
E, cosa forse ancora peggiore, il canadese non parlava e non faceva altro che fissarlo, facendolo sentire ancora più umiliato.

"Scusa, avevo capito che-"

"Ti sei fatto carino solo per me?"

Quella domanda fatta così di colpo e in tono così serio, lo spiazzò e non potè fare a meno di arrossire.
Praticamente, ormai era diventato l'andazzo con l'amico, ogni qualvolta gli parlasse.

"Io... non è che l'ho fatto per te." si precipitò a puntualizzare Peter, in preda alla vergogna "Pensavo che, insomma, sai, saremmo andati al ballo, cioè dai tuoi discorsi sembrava- e insomma, ci siamo capiti male, credo."

"Ow, sì, effettivamente, ho il brutto vizio di non essere chiaro." rispose, senza togliergli gli occhi di dosso "... Ma, sai, non è che non si possa rimediare."

Il moro lo guardò con fare interrogativo, in attesa di una spiegazione.

"Beeeeh, oggi sei... wow. Ecco. Non che tu non lo sia di solito, non fraintendermi, ma oggi sei... più wow del solito e-" disse, sorridendo in maniera un po' ebete "Quindi, insomma, non mi faccio problemi a dire a quegli altri di farsela a piedi per il party in spiaggia. Lo sai, no? Macchina mia, regole mie."

"Ma sono tuoi amici." replicò Peter, osservando da lontano quei ragazzi in macchina che non facevano che sbraitare e fare confusione "Non hai preso impegni anche con loro? E, sai, non hai proprio l'abbigliamento adatto al ballo."

"Tranquillo, non penso se la prenderebbero. Non siamo poi così amici." esclamò, facendo spallucce come se nulla fosse "E come sarebbe che non ho il vestito adatto? Io sarei sempre il top nelle feste, anche se andassi nudo!"

Vedendo che aveva fatto ridere il moro, Wade continuò con un sorriso più largo.

"Ma se ci tiene così tanto all'etichetta e al bon ton, possiamo andare a mangiare qualcosa assieme. Italiano? Messicano? CHIMICHANGA!" disse ancora, sempre più entusiasta all'idea "Almeno siamo diversi assieme. E' un idea molto intelligente, soprattutto detta da uno come me, no?"

Mentre il più basso continuava a ridere, si accorse ben presto di una mano che, delicatamente, gli sfiorava la guancia.

"Dio, non riesco a toglierti di dosso." esclamò il biondo con fare perso, spostando la mano verso una ciocca dei suoi capelli "E... davvero, principalmente, oggi volevo stare con te quindi... Ballo o tacos o anche solo barboneggiare sulla panchina, va bene per me."

Con estrema difficoltà visto quanto gli batteva forte il cuore a quelle parole e a quei tocchi, il newyorkese riflettè su quelle parole.
Sinceramente, era ovvio che avrebbe preferito qualsiasi cosa allo stare in macchina con gente che non conosceva - e che non gli facevano a tatto un'ottima impressione - per andare ad un party dove avrebbe ballato e sarebbe stato schiacciato da un milione di persone: praticamente il suo incubo.
D'altro canto, pensò alla situazione dell'amico a livello scolastico e familiare.
Wade aveva bisogno di persone che gli stavano intorno - non solo di Peter - e, per come era fatto, un party era l'ideale per fargli ricaricare un po' le batterie, dopo tutto quello che aveva e stava passando.
Forse, era proprio questo il motivo per cui aveva deciso di fare quel genere di uscita.
Quindi, che diritto aveva di rifiutare?

"Io..." mormorò il minore, titubante "Non è un problema se andiamo in spiaggia con i tuoi amici."

Il biondo alzò un sopracciglio, sospettoso.

"Sicuro? Non devi sentirti obbligato a-"

"Ma sì, cioè, fa bene cambiare una volta tanto... no?" disse ancora, con fare per niente convinto "Ma, mh, penso dovrò cambiarmi. Non penso sia il caso di farmi vedere così elegante."

"...Nah, te l'ho detto, sei carino." replicò il canadese, guardando pensieroso "Magari c'è da fare qualche modifica.. posso?"

Il newyorkese annuì e la mano dell'amico si spostò sul suo petto.
Con delicatezza, gli fece togliere la giacca, che gli mise fra le mani, per poi sfiorargli la camicia e allentargli con lentezza la cravatta.
I suoi movimenti e lo sguardo intenso che gli lanciò durante tutta la durata di quell'atto, lo agitarono e gli fecero sentire un improvviso caldo in tutto il corpo, per qualche motivo a lui sconosciuto.
Quando poi l'altro lo liberò dal primo bottone della camicia, si ritrovò a deglutire, per poi avvampare completamente quando fece lo stesso con il secondo bottone.

"Così dovresti andare bene." sussurrò il canadese con voce calda "Puoi lasciare la cravatta e la giacca a casa."

In quel preciso momento, il minore si chiese come non fosse cascato rovinosamente a terra, visto come le sue gambe si erano fatte di burro.

"Io..." borbottò Peter, schiarendosi successivamente la voce "Sei.. sicuro? Siamo praticamente a giugno ma in spiaggia dovrebbe fare freddo. Sei sicuro che dovrei lasciare la giacca qui?"

"Non ti preoccupare." proclamò l'altro, facendogli l'occhiolino "Nel caso, ho portato la felpa di riserva per te."

****************

Più passava il tempo in quella macchina, più si stava pentendo di non essere in qualche chioschetto a mangiare un hot dog in compagnia del suo amico.
Come era entrato in quella macchina, posizionandosi praticamente a fianco di Wade, che era il guidatore, subito il moro si ritrovò a storcere il naso per l'odore di sigaretta - e forse anche di altro - che emanavano i suoi amici che stavano fumando dentro la macchina con i finestrini chiusi.
Sentendo tossire il più piccolo e vedendolo cercare di aprire invano il finestrino - a quanto pare rotto - il biondo minacciò gli altri che, se non avessero spento tutto, avrebbero fatto meglio a 'mettere il culo fuori dalla macchina e farsela a piedi' e questo fece guadagnare al newyorkese la sua prima occhiataccia dai membri di quel gruppetto strampalato.
La seconda occhiataccia che si beccò in quella macchina fu quando i ragazzi si lamentarono che il biondo andasse 'troppo piano' ed era 'troppo precisino' e il minore era davvero sconcertato, visto che in quel breve lasso di tempo non aveva rispettato mezzo stop e, nonostante avesse la cintura, si reggeva comunque alla maniglia interna, per paura di volare via da un momento all'altro.
Non osava immaginare come guidasse di solito.
A quel punto, i tre ragazzi situati sul sedile posteriore, decisero di passare alle "attività ricreative".
Per la precisione, Noah e Liam - o almeno, così gli sembrava di aver capito che si chiamassero, visto che neanche si erano presentati decentemente- decisero di stringersi fra di loro e di infilarsi la lingua nelle loro reciproche bocche.
' Stronzetti ' aveva detto il maggiore a quel punto 'se trovo ancora macchie strane nel sedile, vi spacco il culo' e, se Peter era rimasto assai turbato da quel 'ancora' , non si potevano definire turbati i due, che continuarono a pomiciare come se nulla fosse.
Nonostante ciò, quei due non erano quelli che lo preoccupavano di più - anche se si rifiutava di guardare dietro, per paura di quello che avrebbe potuto vedere.
Cassidy, l'unica ragazza all'interno della macchina, non solo sembrava non essere per niente preoccupata dei due che, al suo fianco, erano nel pieno di effusione pubbliche , ma sembrava avere un certo interesse per Wade, con il quale non perdeva occasione di parlare delle cose più effimere in maniera languida o di toccargli il petto da dietro o di infilarsi in qualche modo al centro del sedile, inclinarsi e fare in modo, di stringere le braccia per mettere in risalto ulteriormente la sua scollatura al seno.
Ovviamente, la cosa non faceva altro che irritare un certo newyorkese di nostra conoscenza per quanto apprezzasse che l'altro la rifiutasse ogni volta.

"Oh dio Wade, sei diventato noioso!" esclamò la ragazza, con voce stridula "Quando ti ho conosciuto eri più divertente."

"Beh Cassy, la gente cambia ed evolve come un fottutissimo pokemon." ribattè l'altro, esasperato "Ora mi lasci guidare in pace?"

"Ma-"

"Scusa ma..." borbottò il moro a quel punto, nascondendo difficilmente la sua irritazione "Non conviene che ti metta... non so, la cintura? Potresti perdere l'equilibrio..."

Cassidy tacque per la prima volta da quando erano in macchina, per osservare Peter dall'alto verso il basso per un lungo istante.

"Con tutto il rispetto, damerino, sono rimasta in equilibrio a 'rodei' più intensi di questo, non so se mi spiego." rispose usando un tono di superiorità e malizia assieme "Una macchina è niente."

"Cassidy, è l'ultimo avvertimento." disse rabbioso Wade, lanciandogli un'occhiataccia "Sai che non mi interessa se sei una donna, la faccia te la spacco come chiunque altro, sì?"

"Uff, da quanto ti interessa così tanto di qualcuno?" mormorò con un finto broncio, tornando a toccargli il braccio, accarezzandoglielo sensualmente "Sei stressato, per caso? Sai che io conosco un ottimo modo per scaricare lo stress con-"

"AAAH!"

Ad interrompere la conversazione, fu l'urlo improvviso del moro che fece frenare il canadese dallo spavento, causando la caduta sul tappetino del sedile posteriore dei ragazzi e la perdita di equilibrio alla ragazza, che andò a sbattere sulla radio, accendendola di colpo.
La canzone Wannabe delle Spice Girls risuonava nell'aria mentre i cinque riprendevano fiato dallo spavento.

"Dio, che male..." esclamò Cassidy dolorante, tornando a sedersi con una mano sulla fronte "Ma sei cretino? Che urli a fare?!"

"... Scusate..." borbottò il newyorkese in imbarazzo "Mi pareva di aver visto un gatto che attraversava in mezzo alla strada..."

"Ma quale gatto?? Io non ho visto nessun gatto!"

"Beh, non mi pare che stessi badando tantissimo alla strada..." gli fece notare il biondo, con uno sbuffo.

"Ti dico che non c'era!" sbraitò ancora "E potevo farmi male sul serio!"

"Beh... ti avevo detto che era il caso di metterti le cinture di sicurezza..." gli fece notare Peter, guardandola dallo specchietto della macchina.

A quel punto, la ragazza divenne furente e fece per dire qualcosa quando i ragazzi al suo fianco, che nel mentre si erano sistemati nuovamente sui sedili posteriori, si misero a ridere.

"Beh Cassy, non sei brava a montare senza perdere l'equilibrio come pensavi..."

Mentre dietro iniziò una discussione animata fra i tre, il ragazzo dagli occhiali iniziò a muoversi molto lentamente in direzione del più grande, con l'enorme paura che fosse arrabbiato con lui.
Invece, oltre ogni aspettative, Wade era chino sul volante mentre nascondeva metà del viso, e lo fissava con sincera curiosità.

"... Cosa?"

A quel punto, il maggiore si spostò da quella posizione, facendo segno all'altro di avvicinarsi, per poi inclinarsi verso di lui.

"... Uh gatto, mh?" gli sussurrò all'orecchio, in modo che solo lui potesse sentirlo, con un sorriso sulle labbra.

A quel punto, il newyorkese arrossì, tornando a sistemarsi sul suo sedile, guardando il finestrino, evitando di proferire nuovamente parola fino a fine tragitto.
A quanto pareva, anche l'amico aveva capito che non c'era stato nessun gatto in mezzo alla strada.

****************

In qualche modo, con indomito coraggio, era riuscito a sopravvivere quell'eterna mezz'ora in macchina con tre - quattro, se si contava Wade - pazzi furiosi ed era riuscito a non ammazzarsi e non ammazzare nessuno: era fiero di sè stesso.
Tuttavia, vedendo poco distante il party, con gente più mezza nuda che vestita, che ballava a suon di musica a palla, la voglia di scappare si era fatta prepotentemente strada in lui.
Se solo pensava a quanto fosse stato stupido a credere che davvero l'amico l'avesse invitato al ballo...
Sperava con tutto il cuore che Mary Jane - sua amica e , purtroppo, sua vicina di casa - non l'avesse osservato dalla finestra per vedere come andava la situazione o, ancora peggio, che i suoi zii non avessero fatto lo stesso.
Sarebbe stato.... alquanto imbarazzante, vista poi come si era evoluta la situazione.

"Bene, finalmente siamo nuovamente da soli, principessa~"

Quelle parole, seguite dal braccio del più alto che gli circondò il fianco, per avvicinarlo a sè, lo fecero sussultare.

"Uh... Cosa?" balbettò in preda all'imbarazzo, sentendo le guance colorarsi "E i tuoi amici dove...?"

"Loro? Boh, saranno andati da qualche parte a divertirsi." mormorò, stringendolo un po' di più a sè, posando la guancia fra i suoi capelli "Te l'ho già detto che oggi i tuoi capelli sono più belli del solito? Hai fatto qualcosa di particolare?"

"Wade, li ho solo lavati e ci avrò messo qualche forcina... Non è niente di che."

"Niente di che, Petey?" esclamò l'amico in tono offeso, spostandosi di colpo per guardarlo negli occhi "Niente di che? Mi sento oltraggiato per la tua mancanza di prospettiva nel capire quanto tu sia una bomba, in questo momento."

"Perchè ho come l'impressione che tu non sappia il significato di metà delle parole che hai detto...?" mormorò il newyorkese, rivolgendogli un sorriso divertito.

Il biondo aprì la bocca fino a formare una 'o' per poi incrociare le braccia al petto, facendo la parte dell'arrabbiato.

"Sei uno schianto e manco ci credi se te lo dico. Sono arrabbiato, basta!" esclamò, in maniera sempre più teatrale "Come minimo, soprattutto dopo il colpo che mi hai fatto prendere in macchina, mi merito un bacio."

A quella proposta, il minore arrossì di botto fissandolo con occhi semi sbarrati dallo stupore.

"I-io... cosa?"

"Maaaa sììì..." esclamò il canadese, ghignando compiaciuto dalla reazione dell'altro, per poi inclinarsi e porgergli la guancia "Siamo migliori amici, no? E quale modo di far pace da bravi amichetti nel cuore se non con un bacio sulla guancia, mh?"

Peter lo fissò per un istante perplesso, senza parole dalla sfacciataggine e dall'infantilità dell'amico, che sembrava lo facesse apposta ad imbarazzarlo.
Anzi, sembrava proprio che lo divertisse metterlo così tanto in difficoltà.
Beh, questa volta sarebbe stato diverso.
Facendosi coraggio, avvicinò le labbra alla sua guancia, sporgendosi lievemente in punta di piedi, e gli scoccò un leggero e veloce bacio.

"B-Beh..." esclamò in preda alla vergogna, staccandosi di qualche metro "Ora siamo apposto, sì? La smetti di fare lo stupido??"

Tuttavia, il più alto non si mosse.
Rimase per un lungo istante in silenzio, guardandolo con la stessa intensità di un baccalà morto, senza quasi respirare.
Il moro iniziava a dubitare, effettivamente, se l'altro stesse respirando.

"... Uh, Wade tutto-?"

Prima che potesse rispondere, il maggiore diede un colpo alla sua macchina - un fuoristrada già malconcio di suo - per poi iniziare uno dei suoi solito sproloqui in solitario, ed infine fare un enorme respiro profondo.

"Assolutamente, sto benissimo." disse infine l'amico, prendendolo poi per mano "Ora , prima che mi vengano idee strane, tuffiamoci nella mischia!"

Il newyorkese non ebbe neanche il tempo di chiedersi cosa intendesse l'altro con 'idee strane' che venne letteralmente trascinato dall'altro in mezzo alla folla.
Per il ragazzo, fu come un tuffo in acqua, dove dovevi premunirti di prendere più fiato possibile per riuscire a stare sotto il più a lungo possibile e infatti, come appunto succede quando stai troppo tempo senza fiato in acqua, il senso di soffocamento si fece sentire ben presto e non migliorò la situazione quando iniziò a scontrarsi con la gente, ricevendo spallate, sentendosi sfiorare di sfuggita da mani sconosciute.

"Tutto bene??"

Sussultò violentemente quando sentì la voce di Wade rimbombare prepotentemente sulle sue orecchie, visto che era costretto ad urlare per via della musica assordante.
Con un sorriso flebile, cercando di cacciare via queste sensazioni, annuì debolmente con la testa.

"Sicuro?" gli urlò ancora all'orecchio, per farsi sentire " Non hai per niente una bella cera..."

Cercando di essere più convincente possibile, cercò di annuire più vigorosamente con la testa ma come venne colpito per sbaglio nuovamente, facendogli perdere quasi l'equilibrio, sentì una forte nausea invaderlo.

"... Senti, ho un'idea." disse ancora il canadese "Aspettami più avanti, sulla spiaggia. Lì è più calmo, solitamente fanno giochi stupidi come il gioco della bottiglia e simile. Non dovresti avere problemi con la folla. Nel mentre io vado a cercare un po' di cibo, okay? Solitamente c'è sempre chi ordina un trilione di pizze, magari con qualcosa sullo stomaco va meglio, mh?"

A quel punto, Peter avrebbe tanto voluto trovare la forza di dirgli 'no', che andava tutto bene, che poteva stare in mezzo alla folla e provare - goffamente - a ballare ma era arrivato davvero al limite e, annuendo con un sorriso flebile, si allontanò il più velocemente possibile dalla folla.
Dopo vari spintoni, beccandosi un sacco di accidenti di ogni tipo per la poca grazia con cui stava letteralmente scappando, finalmente ritrovò l'aria e potè respirare in pace.
Appena si fu tranquillizzato, ripensò a quanto dovesse essere pesante per il maggiore, uscire con uno come lui.
Praticamente, se non erano attività che riguardavano lo studio o il mangiare o lo stare chiuso in casa, il moro storceva il naso o si sentiva male, come in quel momento.
Era in momenti come questi che il newyorkese si chiedeva che ci vedesse l'altro di tanto divertente in lui..
A peggiorare la situazione, un ragazzo palesemente già ubriaco che, mentre il ragazzo era perso nei suoi pensieri, gli rovesciò per sbaglio la bottiglia di birra addosso.

"Oddio, scusa amico, non ti avevo visto..." biascicò il ragazzo particolarmente perso, andando poi a trascinarsi verso altri ragazzi che bevevano allegramente.

La tristezza del ragazzo con gli occhiali si trasformò presto in rabbia e frustrazione, vedendo come tutta la camicia e i pantaloni fossero orribilmente imbrattati di alcol, per non parlare dell'odore amaro nauseante.
E dire che buona parte della roba o l'aveva indossata davvero poco o comunque era stata comprata di recente, con i soldi che gli zii faticosamente guadagnavano.

"Bah, ci mancava solo questa..." borbottò irritato, guardandosi, sperando con tutto il cuore che con un lavaggio, la roba tornasse come nuova.

"Che disdetta... Uh, Pietro, giusto?"

Sentendo quella voce si voltò e riconobbe subito la ragazza dai capelli lunghi boccolosi, il trucco eccessivo e dalla scollatura esagerata.

"Ciao Cassidy." borbottò Peter, per niente in vena di essere educato in un momento come questo "Ti serve qualcosa? Comunque, è Peter."

"Oooh, scuuusa! Tieni questo per farmi perdonare. " rispose con voce civettuola, prendendo dalla sua borsetta minuscola un fazzoletto di stoffa che gli porse "Ecco a te, meglio di niente, mh?"

Assai perplesso, il moro prese dopo qualche tentennamento il fazzoletto, usandolo per tamponare il più possibile.
Doveva ammettere che, almeno apparentemente, era stato un bel gesto.

"Grazie."

"E di che, zuccherino?" esclamò la ragazza, sorridendogli "Ad ogni modo, perchè non aspetti Wade lì, sul pontile di legno? Lì c'è sicuramente meno gente ed eviti questi spiacevoli incidenti, che dici?"

Il newyorkese fissò il pontile poco distante da lì indicato dalla corvina, facendoci un pensierino : effettivamente, li pareva non esserci nessuno o quasi.

"Sì ma Wade..."

"Lo avviso io Wade." si propose la ragazza, con un sorriso ancora più raggiante "E poi, se ci sono problemi, puoi semplicemente tornare qui, no?"

Vedendo il ragazzo ancora titubante a quelle parole, Cassidy continuò.

"... O puoi andare a raggiungerlo o aspettare qui Wade e sperare di non beccarti altra birra addosso. Decidi tu!"

A quel punto, il moro si ritrovò a non avere altra scelta.
Aveva decisamente bisogno di un posto tranquillo, senza ubriachi in giro, anche se ciò costava il fidarsi di una ragazza che gli aveva fatto una pessima impressione.

"Io... D'accordo, allora grazie." mormorò con un sorriso, restituendole il fazzoletto "Allora, mi fido di te."

 ****************

Peter iniziò a domandarsi perchè, nonostante si definisse il primo ad odiare tutta o quasi l'umanità, si ostinasse a fidarsi così tanto delle persone.
Insomma, era passato parecchio tempo, circa una ventina di minuti, ma il biondo non si era fatto vedere e sì, era vero che ora il newyorkese aveva completamente ricaricato le batterie, seduto sul pontile con il suono delle onde del mare nelle orecchie a calmarlo - interrotto a volte, dalle coppiette che venivano lì per avere un po' di intimità - ma ora iniziava a pensare sul serio che quella ragazza gli avesse mentito.
O se ne fosse fregata, visto il tipo.
Aveva provato anche a scrivere vari messaggi al canadese senza ricevere alcuna risposta.
Le cose erano due : o era ancora in cerca di pizze o era successo qualcosa.
In ogni caso, si era davvero scocciato di aspettarlo, ora sarebbe andato a cercarlo e lo avrebbe pregato di andarsene da lì.
Conosceva Wade abbastanza da sapere che lo avrebbe capito e, regalandogli un sorriso, l'avrebbe portato dove avesse voluto.

"Scusaci piccoletto."

Nel momento esatto in cui il moro si alzò, qualcuno lo spinse e, ben presto, si ritrovò letteralmente in acqua.
Era quasi ironico come, poco prima si sentisse come essere nel fondo del mare e ora ci si ritrovasse letteralmente.
Il ragazzo riemerse subito dopo, fortunatamente, senza perdere gli occhiali, guardando sconcertato i ragazzi che l'avevano spinto, che riconobbe essere i ragazzi in macchina.

"Liam, te l'ho detto che il ragazzo sapeva nuotare..." esclamò uno dei due, dando una pacca consolatrice sulla schiena dell'altro.

"Scusaci piccoletto!" disse l'altro rivolto a Peter "Non abbiamo niente contro di te, davvero! Ma Cassidy è una nostra amica, non abbiamo potuto evitare di farle questo favore. Uh, spero ci perdonerai, ci vediamo."

Mentre vedeva i due ragazzi andare via dal pontile il moro, che ora stava ribollendo di rabbia, si ritrovò a perdere completamente la fiducia nell'umanità. Stavolta sul serio.
... Doveva assolutamente trovare Wade.

****************

Quella sera, il nostro protagonista aveva fatto il pieno di ciò che più odia nella vita: i fumatori, la birra addosso, gli scherzi stupidi, feste assordanti e ragazze irritanti che ci provavano con il ragazzo che gli piaceva.
Quando nuotando il più velocemente possibile, si ritrovò nuovamente in riva, si strizzò la camicia, passandosi poi una mano fra i capelli, per toglierli dal viso.
Immediatamente, ebbe un'illuminazione e si guardò freneticamente le tasche dei pantaloni.
Il suo portafoglio era completamente zuppo e dovette aprirlo con cautela, per non strappare i documenti e quei pochi spicci che aveva lì dentro - sperò con tutto il cuore che, asciugando i soldi, avrebbe potuto continuare ad usarli senza problemi - per poi prendere il suo cellulare: nonostante fosse pieno d'acqua, fortunatamente, sembrava funzionare.
Sicuramente avrebbe dovuto smontarlo ed asciugare tutti i componenti e cambiarli se era necessario ma, in quel momento, sperò con tutto il cuore che durasse fino al suo ritorno a casa e per far questo, doveva trovare il canadese che... a proposito, che diavolo di fine aveva fatto?
Ormai era da un bel po' che non si erano visti e iniziò a stringergli il petto.
... Non l'aveva dimenticato, giusto?
Insomma, lo conosceva abbastanza bene da sapere che lui non-

"WADE, DEVI FARE LA PENITENZA!"

Sentito quel nome, Peter si voltò immediatamente, notando un gruppo di persone attorno ad un fuoco a qualche metro di distanza, notò di spalle qualcuno che sembrava proprio il suo amico.
... Perchè era lì invece di cercarlo?
Un momento, forse era arrivato alla conclusione sbagliata: se Cassidy gli aveva fatto quel brutto tiro, era probabile che Wade non sapesse dove stava e che lo stesse aspettando lì.
Anche se non capiva perchè stava giocando al... gioco della bottiglia?

"Sìsì ho capito." lo sentì dire, con voce annoiata "Che devo fare?"

Per qualche oscuro motivo, il moro si irrigidì e qualcosa gli diceva che sarebbe successo qualcosa di pessimo a breve.

"Mmmh, vediamo un po'..." esclamò una ragazza che riconobbe come Cassidy.

Gli occhi della ragazza e del moro si incrociarono e, sul viso della corvina, apparve immediatamente un ghigno malefico.

"Come penitenza... Devi essere baciato da me." disse, in tono canzonatorio "Che ne pensi?"

A quelle parole, gli occhi del newyorkese si sbarrarono e sentì il cuore fare terribilmente male.
Nonostante avesse già capito che sarebbe successo da lì a breve, dentro di sè urlava di no, di non farlo, anche se non c'era motivo alcuno per rifiutare, perchè loro erano solo amici e niente di più.
Avrebbe tanto voluto urlare ma, per quanto avesse le labbra socchiuse, gli uscì a malapena un piccolo rantolo soffocato.
Ti prego, avrebbe voluto dire, tu mi piaci.

"Boh okay." gli sentì rispondere e il mondo del newyorkese gli cadde addosso.

Di lì a poco, tutte le scene che si susseguirono andarono come a rallentatore.
I fischi di approvazione da parte dei ragazzi intorno a loro.
La corvina che, senza troppi giri di parole, gli si era messa a cavalcioni sulle gambe.
I loro visi che si avvicinavano.
Le urla di approvazione ancora maggiori dell'inizio.
Non seppe dire quanto durò quel bacio ma sembrò sentire distintamente dentro di sè qualcosa che non sentiva da troppo tempo ma comunque abbastanza familiare: il suono del suo cuore a pezzi.



// Bello che ogni capitolo ormai inizia sempre - o quasi - con 'Wade Wilson mi sta rovinando la vita' , AHHAAHAH
Btw, ciao ragazzi, come state? Scusate il ritardo, ma il mood non è esattamente nei migliori per scrivere ;_;
Ho avuto pure un dubbio amletico (dubbio che poi riguardava TUTTA la parte di questo capitolo) e rip, fortunatamente CREDO di non aver scritto fesserie.
Come state? Spero che la vostra quarantena non si stata troppo stressante. ;_;
Parlando della storia... beh, che dire, ad ogni capitolo che passa, c'è sempre qualche casino.
E pensare che mancano altri 2 capitoli (e, oddio, mi fa così strano pensare di avere quasi concluso una long!)
Ringrazio come al solito Alice per le correzioni, ci vediamo al prossimo capitolo <3
Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate fra le recensioni, se vi va! <3
   
 
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