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Autore: niinfea    05/05/2020    0 recensioni
— don't let me go, don't let me go,
'cause I'm tired of sleeping alone.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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non andare
 


vorrei proteggerci ma non so se ti fidi,
a volte non ti sento nemmeno quando gridi.



 

“Ma se un giorno decidessi di andarmene, tu cosa faresti?”
“Semplicemente non farlo.”

Brontoli divertito e nascondi il tuo viso contro la mia clavicola, stringendomi più forte a te. Le tue braccia mi avvolgono la vita, mentre il profumo della tua pelle mi si insinua dolcemente nelle narici. I tuoi capelli mi solleticano il collo e il respiro caldo sul petto mi provoca brividi in tutto il corpo.
Non capisco il motivo di questa domanda inaspettata, e ora una paura folle mi stringe la bocca dello stomaco, mentre il mio corpo stretto al tuo si irrigidisce. Vorrei chiederti se un giorno lo farai davvero, se quella volta che sbatterai la porta alle tue spalle, non la riaprirai più. Vorrei anche risponderti che non so che cosa farei, se tu te ne andassi. E credimi se ti dico che ci ho pensato già molte - troppe - volte, e non lo so ancora.
Potrei anche dirti che se te ne andassi, ti porteresti dietro un pezzo di me, ma sappiamo entrambi che sono solo stronzate. Che gli scrittori non sanno più cosa inventarsi ormai, e forse nemmeno io che sto rivolgendo i miei pensieri a te. Ma sono sicura che quando te ne andrai, non ti porteresti dietro una parte di me, perché allora che senso avrebbe andarsene? Tu quel pezzo del mio cuore me lo restituiresti, spezzato e senza ossigeno, difficile da riportare in vita. E ti terresti solo il tuo orgoglio e la tua testardaggine e dei ricordi sbiaditi che ti provocheranno una nostalgia che ti renderà difficile deglutire. E lo so che è un’immagine brutta e dolorosa, ma penso che il pensiero di te, che prendi le chiavi della macchina e parti così, all’improvviso, senza una parola, senza un bacio, senza uno sguardo, sia lacerante.
Ma ti giuro, ti giuro, non urlerei. Non piangerei e non ti seguirei a piedi. Perché se hai pensato che forse è meglio restare lontani, allora va bene così. Ma ti prego, non farlo così inaspettatamente: parlami, dimmi cosa succede, baciami, accarezzami, e sarà doloroso, ma almeno sarò sicura che mi hai sempre voluto bene e che forse non era così che doveva andare.
E poi, lo sai, non mi piacciono i cambiamenti. E sai anche che la casa sarebbe vuota e gelida senza la tua figura alta e scalza che lascia impronte un po’ ovunque, sui mobili e sugli oggetti. E lo sai che sarebbe silenziosa, senza la tua voce e senza i tuoi sussurri alle due del mattino.
E farà male.
Una profonda lacerazione al petto, non inaspettata. Come una ferita già aperta, che si allarga maggiormente, lasciandoti annegare nel sangue e nel bruciore. Perché un po’ lo sapevo. Quante volte ho avuto il terrore di questa tua partenza. Quante volte il mio cuore si stringe in una morsa quando la tua voce si alza e inizi a non guardarmi neanche più in faccia. Quante volte mi ferisci e poi, delicatamente, asciughi le mie lacrime. E non sono brava con le parole neanche nei pensieri, ma ti prego, sai che sono un disastro, sai che ho bisogno di te, sai che ho paura. Non farla questa idiozia. 

“Dammi una risposta sensata e abbastanza lunga.”
“Come potrei?”
“Fare cosa?”

Vivere, sopravvivere.
Senza te che affondi le dita tra i miei capelli, che li tiri scherzosamente e premi le tue mani gelide sulle mie guance, per avvicinare il mio volto al tuo e lasciarmi un dolce bacio sulle labbra. Senza le tue occhiate birichine e i tuoi sorrisi spavaldi. Senza le nostre uscite notturne, quei viaggi in macchina ad ascoltare le tue canzoni che non sopporto e il vento tra le dita. Senza le tue partenze e le mie aspettative. Senza quei messaggi brevi e diretti che ti toccano il cuore e ti scaldano le guance e quelle chiamate inattese. Senza i tuoi sussurri vellutati alle orecchie che dio solo sa cosa mi provocano allo stomaco, e le canzoni dei My Chemical Romance canticchiate svogliatamente alle undici di sera, a ballare scalzi nel tuo appartamento.
 

“Mi hai sempre stupito con le tue frasi lunghe e profonde.”
“Smettila.”

“Umh… io penso che non ce la faresti.”

Un sorriso stanco e un’occhiata profonda.
Porto una mano dietro la tua nuca e accarezzo distrattamente i capelli scuri.
“A fare cosa?” bisbiglio. 

E la luna è troppo lontana questa notte, e le stelle sono invisibili.
E ti prego, non andare. 
 
   
 
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