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Autore: Hikari29    06/05/2020    0 recensioni
[ATTENZIONE : non fatevi ingannare dal titolo... Niente lupi mannari qui]
AU...mi hanno sempre incuriosito questo genere di storie...
E voi? Avete mai pensato a come sarebbero cambiati i personaggi vivendo in un altro mondo?Beh, io si ...e personalmente il contesto di dolce flirt mi ha sempre ispirata parecchio .
Vecchi e nuovi personaggi,ognuno con un ruolo fondamentale in questo mondo fatto di magia ,combattimenti ,amore...e anche un pizzico di follia. Due scuole... Dove ognuno avrà il suo ruolo. Una protagonista dal passato complicato, che ricomincerà a sorridere solo grazie all'affetto per i suoi nuovi amici. Incontri, scontri, lacrime, sorrisi, abbracci e sfide, e comportamenti inaspettati da parte di alcuni studenti, perché diciamocelo... Non si giudica un libro dalla copertina... Ed Eri lo capirà presto.
Questa è la mia prima storia ,o meglio la prima volta che ho il coraggio di presentarvi una mia creazione...e se vi ho incuriositi, preparatevi ad "Alpha Academy "....il dolce amoris non sarà più lo stesso.
! AVVERTENZE: la storia è un adattamento di una versione originale che potete trovare su wattpad!
Genere: Fantasy, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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P.O.V.  ERI
 

Per l'ennesima volta, l'ennesimo incubo... Come se fosse una novità.

Mi sveglio di soprassalto.

La fronte imperlata di sudore.
Le gambe leggermente intorpidite.
La schiena produce un leggero scricchiolio.

Ancora a piedi nudi raggiungo il bagno.
Sciacquo il viso con dell'acqua fredda per riprendermi.
E poi lo vedo : il mio riflesso.

Dio, perché a volte ho come l'impressione che non mi somigli per niente?

<< Piccoletta. >> 

La voce della mia compagna di stanza, per la prima volta non così fastidiosa, mi riporta alla realtà.

<< È ora. >>

Quasi mi svuoto mentre, in maniera autonoma, il mio corpo si muove.

I capelli sono a posto, la divisa non troppo spiegazzata, le scarpe scomode come sempre.
Ed io mi dirigo, come al solito, verso una delle aule. 

Tutto sembra fin troppo normale. Ma, di normale, non c'è proprio nulla.

<< Nessuna pressione, ragazzi. >>

Oggi, mi troverò finalmente faccia a faccia col nemico.

<< M-mostrate loro ciò che sapete fare. >>

Oggi, ti rivedrò, zia Agata. È una promessa.

<< Ce la faremo. >>

Oggi... vinceremo. Tutti insieme.

Smetto di pensare e vedo nei volti di tutti un'espressione concentrata, quella di chi vuole mettersi in gioco. 

Gli insegnanti che  hanno appena parlato sembrano quasi commossi dalla nostra determinazione. 
E, parlando di determinazione, chi altro poteva affiancarmisi se non il rosso dei miei stivali?

<< Scommetto che ne sconfiggo più di te, ragazzina. >>

<< Si, certo. Sogna pure. Ah, e ricordami di non colpire anche te. >>

Quasi mi dimentico della serietà della situazione. 
Che strano potere che hai, Castiel.

Gli rispondo a tono, mentre lui continua, come suo solito, a sfregarsi leggermente la punta del naso col pollice. Non capirò mai se si tratta o meno di un riflesso del nervosismo.

<< Aww, che ship! >>

<< Kentin, piantala! >>

Le voci del mio migliore amico e della sua timida ragazza si sovrappongono.

<< Perdonami, Violet. Farò più piano. Non trovi anche tu che la "EriEl" sia splendida? >>

<< Gli hai dato persino un nome? >> 
Si intromette Armin.

<< Beh, ne riparleremo quando si metteranno insieme. >> 
Aggiunge persino Lysandro.

Ma che?!

<< Noi saremmo qui ! >>

E, dopo aver risposto in coro, né io né il rosso abbiamo il coraggio di guardarci in faccia.

Ma perché? 

<< È ora, ragazzi. Andate e preparatevi. Li accoglieremo a braccia aperte. >>

Anche la direttrice Aryma ha detto la sua. 
Frasi banali, lo ammetto. Ma, solo adesso, mi rendo conto che tutto è reale.

Ci avviamo verso i dormitori e ognuno si dirige alla sua stanza.

Apro la porta soltanto dopo l'ennesimo sospiro e, una volta dentro, mi dedico a quella che sarà la mia tenuta da battaglia.

Il corpetto è stretto e solido, striminzito per i miei gusti. Ma, almeno, la parte più bassa, seppur velata, riesce a coprirmi parte del ventre.
Quelli che sembrano degli shorts sono comodi e non troppo corti, sorretti da una cintura che li unisce a un'altra velatura nera.
Gli stivaletti e i rivestimenti che mi coprono da polso a gomito sembrano i più tecnologici. I primi hanno una suola piatta, gli altri sono rigidi e a tratti affilati.
Tutto è sui toni del blu e ricoperto di squame, forse sintetiche, ma che, a dire degli insegnanti, mi permetteranno eventualmente di combattere sott'acqua con la stessa agilità di sempre.
Noto persino un auricolare e, subito, lo indosso per completare l'opera.
Ma ciò che non vedevo davvero l'ora di provare è la mia nuova spada : più leggera  per permettermi maggiore manualità, rigorosamente coordinata al resto e, ovviamente, ancora più compatibile al mio Alph.

Anche Lety è pronta. Si pavoneggia nel suo abitino, di un celeste chiaro e molto più scollato del mio.

A pensarci bene, nessuna delle due sembra avere abbastanza stoffa per coprirsi. Ma, dopotutto, veniamo entrambe dalla stessa regione e le basse temperature del periodo sono molto più confortevoli per quelli come noi.

Compie qualche altra giravolta ed io mi accorgo di quanto le sue calzature assomiglino a dei pattini, ma senza lame sotto.
Mette tra i capelli un superfluo fermaglio a forma di fiocco di neve, poi smentisce il mio primo pensiero, indossando d'un tratto una sorta di lungo cappotto che le copre dalle spalle in poi.

Quello che mi colpisce di più, però, è la sua arma: una grande lancia dotata di un paio di spuntoni e una lama affilata, che la rende più simile ad una falce.

Strano vederla così.

<< Che c'è? >>

È quasi infastidita dal mio sguardo.

<< Niente, niente. >>

Ed io nascondo un sorrisino.

Poi, finalmente ci riuniamo agli altri e, insieme, raggiungiamo quello che è lo spiazzale esterno dell'Alpha Academy.

Vedo il professor Pierrik piazzare uno scudo a proteggere l'edificio scolastico, mentre il resto di noi si scambia sguardi di intesa. Non siamo presenti soltanto noi della seconda classe, ma l'intero corpo studenti.
Riconosco Melody-san, quel Jade e altri senpai, ma di matricole ne vedo ben poche. 

Non importa : basteremo.

Ci voltiamo tutti di scatto e niente di ciò che vedo mi sorprende: una vasta nuvola di vapore violaceo viene fuori dalla vegetazione del boschetto poco lontano.

Sarà stato davvero così semplice arrivare fin qui? 

Che qualcuno abbia usato un potere simile a quello della nostra direttrice per teletrasportarli ?

Poco importano le ipotesi adesso.

Davanti a me, si erge una schiera di studenti che, da questo momento, saranno da considerarsi "nemici".

Alcuni attirano la mia attenzione più di altri : già visti in alcuni documenti della Delenay o, più semplicemente, troppo appariscenti.
Una ragazza in primo piano è ricoperta da bende, uno invece ha un lungo mantello rosso a coprirgli anche il volto.

Poi, tra tanti, vedo LUI. 
E, per accertarmi di aver ragione, volgo lo sguardo prima verso Castiel, poi verso Kim, e li vedo stringere i pugni.

<< Si comincia. >>
Dice il rosso.

Entrambi sguainiamo le spade e, come noi, anche i nostri compagni sono pronti alla carica.

In men che non si dica, entrambe le parti si corrono incontro e tutto sembra diventare una guerra di movimento. 
Non vogliamo la loro morte, ma loro non sembrano essere dello stesso avviso. 
Ed eccoci in uno scontro all'ultimo sangue. 

Perché deve andare così?

Zia Agata, dove sei?



 

P.O.V.  CASTIEL

<< WRAAAAAHH !!! >>

Ancora urlo e respingo con la mia fidata spada quanti più avversari possibili.

Tutto è stato talmente veloce. Ci siamo respinti troppo in fretta e, in altrettanto modo, stiamo continuando a lottare.

Non pensavo quest'arma potesse rendere così bene. Sembra tutto molto più semplice in queste vesti e, per la prima volta, sento davvero di essere più forte del mio stesso potere. 

Gli indicatori sulla lama segnano a quanto ammonti la carica elettrica che le da energia e, senza esitare, premo il pulsante che le da il comando di rilasciare tutto sul nemico che ho davanti. 

<< Che figata! >>

<< Già, lo penso anch'io ! >>
Si intromette una voce femminile. 

Mi sfreccia davanti nelle sue vesti vittoriane, ed io riesco soltanto a scorgere quella metà del suo viso che la lunga frangia non copre, mentre un sorrisetto inquietante si riflette sulla sua falce.

<< Va' via, Nina. Il tuo potere non funziona con lui! >>
La avverte una seconda presenza. 

Che è? Una specie di ape gigante?

Non ci vuole molto affinché anche lui vada a tappeto. 
Poi però, sento una presenza alle mie spalle e, di scatto, mi volto.

Ma ecco che i miei occhi si sbarrano.

<< Ne è passato di tempo, eh? Ti sei fatto crescere i capelli, per caso? >>

Dovevo aspettarmelo.

<< Dajan... >>

Lo vedo ghignare.
Osservo i suoi capelli, per nulla in ordine come al solito, con qualche ciocca a ricadere sul sorriso forzato. 
Anche il suo abbigliamento è completamente diverso : quei toni di nero e viola non sono per niente da...lui.
Che cosa sei diventato?

<< Sai, è buffo. >> 
Dice aggiustandosi le bende sulle mani.

<< Cosa è buffo? >>

<< Pensare che adesso che ti ho rivisto...sarà anche l'ultima volta. >>

E ancora sorride perfido mentre estrae ben due katana dalla schiena.

Non esito.

Mi getto su di lui come lui fa con me. 

Le nostre lame producono quel fastidioso rumore metallico, e così senza sosta, in quella che sembra diventare una gara di resistenza più che di forza.

<< TU. NON SEI. IN TE !!! >> 
Urlo, tra un colpo e l'altro.

Ancora non riesco a credere di star lottando proprio contro di lui. 
Contro quello che un tempo era il mio migliore amico. 
Come siamo arrivati a questo punto?

<< Hai ragione...>>

Cosa?!

<< È-è colpa sua! È lui che mi controlla! >>

Lui?

<< Aspetta! Intendi il fratello della nostra direttrice? Un certo Daisetsu, parli di lui? >>

E, per un attimo, abbasso la guardia.

Mai mossa fu più stupida, perché, come un pivello, mi faccio sorprendere . 
Adesso mi sovrasta e una delle sue lame è conficcata nel terreno proprio accanto alla mia testa.

<< Sei un idiota, come al solito. >>
Sussurra.

Poi comincia a ridere sguaiatamente.

<< Non ci posso credere! Te la sei bevuta davvero! Ahhh, il povero Castiel, così tenero e ingenuo. >>

Ringhio, ormai disarmato. 
Lui invece continua :

<< Sei proprio un sentimentale. >>

E mi afferra il volto, mentre ancora tiene entrambe le mie braccia bloccate da un piede e da un ginocchio.

Poi, lo noto. 
Guardo i suoi occhi e...sono neri!

Perché non sono più dorati?

E se il suo cambiamento fosse davvero colpa di qualcuno?

"Il suo Alph dovrebbe riguardare il controllo...di qualcosa" 

Ed ecco che i ricordi riaffiorano.

Lui, nel frattempo, impugna una katana e la tiene in modo perpendicolare al mio viso.

<< Ultime parole? >>

Amico, se sei ancora lì, ho il dovere di salvarti. Ma prima, devo sconfiggerti.

<< Sai cos'altro è buffo? >>

<< Cosa? >> 
Chiede spazientito.

<< Pensare che io abbia bisogno di una spada per farti del male. >>

E, senza dargli tempo, lascio che tutta la mia energia fluisca in una scarica molto più forte delle precedenti. 

In questi momenti, sono io stesso il fulmine.

Come previsto, lui si accascia e perde i sensi. 
Io lo sollevo da terra. E faccio per allontanarlo da questo casino.

<< Castiel, ma che fai? >>

Mi grida Lysandro.

Lui ancora si destreggia col suo stiletto e noto la ragazza di prima avvicinarglisi, mentre lui la respinge.

Gli rivolgo un sorriso, smezzato, ma sincero. 
Nel frattempo, trovo un posto sicuro per il ragazzo dalla pelle abbronzata, ancora caricato sulla mia schiena.

<< Fidati di me. >>

Mi concedo un ultimo secondo per cercare con lo sguardo una chioma blu, e la trovo intenta a fronteggiarsi con una tizia e la sua arma chiodata, mentre una Iris infuocata, fornita di arco e freccia, le copre le spalle.

Così, un po' più tranquillo, torno finalmente a fare la mia parte.




 

P.O.V.  LYSANDRO
 

<< Ti chiami Nina, giusto? >>

<< Ma bene! Abbiamo un altro sensitivo! Che banali che siete però...>>

Quasi mette il broncio, mentre ancora si fa avanti con la sua arma.

<< No. Mi spiace deluderti, ma ho solo un buon udito. >>

Continuo a difendermi, ma lei è forte.

<< Tanto meglio. La tua amica è stata davvero inutile. >>

<< Che cosa avete fatto ad Ambra? >>

Lei ancora ride e sogghigna.

<< Chi lo sa? Forse sta bene o forse...>>

Rotea su sé stessa.
Sfortunatamente, non sono l'unico a sentirla. E, neanche a dirlo, vedo Nathaniel più carico che mai a scagliarsi con il doppio della foga contro chiunque gli si pari davanti.

<< RIDATEMI MIA SORELLA! >>

<< Ihihih >> Ride ancora lei. 
<< Interessante il tuo amico. >>

Poi si avvicina di colpo al mio viso.

<< Ma tu lo sei ancora di più, senpai.  >> 

Ricaccio il suo sussurro con un colpo della mia lama, che lei prontamente schiva, lasciando soltanto che qualche suo capello colorato di rosa venga tagliato .

<< Tu...i miei capelli! >> 

Per la seconda volta assume un'espressione imbronciata e i suoi occhi sono quasi lucidi.

Certo, i suoi occhi! 

Ecco perché non riuscivo ad utilizzare il mio Alph su di lei!

<< Perché tieni i capelli a quel modo? Ti fa così paura esporti troppo? >>

La provoco.

<< Cosa!? N-no, io... mi piace tenerli così. >>

Per un attimo, smette di attaccare e si concentra ad aggiustare qualche ciuffo sul viso.

<< Non ti piacciono i tuoi occhi, per caso? >>

Non risponde.

<< Io scommetto che sono bellissimi. >>

Comincio ad avvicinarmi alla sua figura e lei sembra agitarsi, ma senza indietreggiare.

Mi fermo quando a separarci c'è un passo soltanto.

Lei chiude le palpebre, tremanti mentre le scosto la frangia bionda.

Poi le apre.

<< Wow. >> 

Mi trovo davanti due enormi perle grigie, splendide, devo ammettere.

Ed ora, si fa sul serio.

<< C-che succede? >>

<< Tranquilla, va tutto bene. >> 

La rassicuro.

<< Siamo nella tua mente. >>

La vedo sorpresa e tra i suoi pensieri sento riecheggiare un "ma come ha fatto?"

<< È il mio Alph. >>
Le chiarisco.

<< M-ma io avevo- >>

<< Appena usato il tuo potere su di me? >>
La interrompo.

<< Già, è un peccato. Davvero un peccato che a me basti un solo sguardo. Non è equo, tu non credi? >>

Continuo a camminare in questo vuoto tinto di bianco che è il suo mondo interiore.

Provo a raggiungerla ancora, ma lei sembra volersi dileguare.

<< Mh. Paralisi, eh? >>

"Smettila!"

<< Davvero un bell'Alph. >>

"Non voglio!"

I suoi pensieri si fanno sempre più forti.

<< Non vuoi cosa? Che io legga dentro di te? >>

Smette di premere le mani sulle tempie ed io ne approfitto per afferrarle il polso sinistro.

<< Non vuoi che io capisca...che in realtà sei una brava ragazza? >>

Ci troviamo entrambi a fluttuare, ancora nel bel mezzo del nulla.

Poi lo spazio si riempie dei suoi ricordi.

Una bambina felice.

Un coniglietto di peluche.

Tanti sorrisi e poi... lacrime.

Una famiglia che non c'è più.

Solitudine.

Derisione.

Esclusione.

Debrah!

Ecco perché è così legata a lei...

<< Sei ancora in tempo. Non è colpa tua. >>

Lo ripeto finché non sembra esserne convinta.

Piange. 
E la sua espressione sembra farla tornare a quando era solo una bambina.
 

Tutt'intorno riappare il contesto di qualche attimo fa e, di nuovo, ci troviamo nel bel mezzo della battaglia.

Questa volta però, lei si ferma e, con fare timido, mi sorride e annuisce : è dalla nostra parte.

Ci dividiamo. 

Lei trova un posto sicuro, mentre io fronteggio l'ennesimo nemico.

È un ragazzo interamente vestito di rosso e nero. 
Alcune parti del tessuto sono strappate, altre semplicemente rattoppate da appariscenti "x" rosse. Anche i capelli sono del medesimo colore, ma non lo rendono per nulla simile al mio amico: il suo ghigno è fin troppo malvagio.

<< Ti ho visto, sai? Con me non funziona. Userò la mia calamita per distrugg- >>

Non finisce la frase. Il mio stiletto lo ha già raggiunto.

<< Per la cronaca: io non svelerei così facilmente il mio Alph al nemico. >>

Estraggo l'arma.

<< Ah, e tranquillo. Non morirai. Vedi questa? >>

Dico indicandogli la sicura a metà della lunghezza della lama.

<< È fatta per evitare al mio pugnale di spingersi troppo in là. Dovresti ringraziarmi. >>

Poi lo osservo.

<< Ah, già. Non puoi. >>

Ottima idea quella del liquido paralizzante.

<< Non mi fate paura! >>

La voce di Rosalya mi distrae.

La vedo librarsi in aria mentre altri due tizi alati sembrano intrappolarla in un'enorme nuvola nera. 
Ma la mia preoccupazione sparisce così come è arrivata, perché l'albina subito riemerge impugnando ancora la sua arma dalla forma bizzarra.

<< Carino l'ombrellino! >> 
La punzecchia uno dei due.

<< Ti svelo un segreto. >>
Risponde lei a tono.

<< Io sono un ottimo arciere. >>

E, senza che capiscano nulla, la mia amica punta loro il suddetto ombrello, dalla cui superficie fuoriescono però delle punte di freccia, conficcate direttamente sulle loro spalle.

Ci dedichiamo finalmente un sorriso e la vedo correre direttamente verso di me. 
Ma, d'improvviso, sento un suono sordo, la sua espressione cambia e le sue labbra sembrano urlare: 

<< LYS, ATTENTO! >>

Un fischio assordante. 

Mi giro di colpo e mi trovo davanti LEI.

<< Debrah. >>

Il tempo sembra rallentato, ma ciò non vale per la figura che ho davanti.

<< Addio. >>
Dice soltanto.

Per un attimo, chiudo gli occhi preparandomi al peggio.

Ma non mentre lei mi guarda!

Non mentre Rosa mi sta guardando!

E, come fosse l'ultimo desiderio, si realizza. Ma tutto ha un prezzo.

<< Nina...>>

La sua figura si interpone tra me e la mora.

I suoi occhi ferrei e lucidi rivolti a me.

La bocca spalancata solcata da un rivolo di sangue.

La mano di colei che avrebbe dovuto essere sua amica direttamente artigliata alla sua schiena.

E, quel che è peggio, il volto di quest'ultima segnato da un ghigno soddisfatto.

<< Se-senpai...mi...dispiace. >>

Succede tutto in pochi attimi.

Il suo corpo si ingrigisce, così come gli abiti, diventando letteralmente pietra.

E, con un secondo colpo, si sgretola sotto il mio sguardo allibito.

<< Debole. >>

Sorride la colpevole.

<< ERA TUA AMICA! >>

<< Ahhh. Cos'è ? Una fissazione quella per l'amicizia? >>

I suoi occhi sono gelidi proprio come Castiel li aveva descritti.

Si pulisce le mani dalla polvere rimanente.

<< Ora tocca a te. >>

Arrabbiato e, al contempo, inerme, carico il peso sulle gambe e mi preparo a schivare.

Conoscere il suo Alph è sicuramente un vantaggio, ma vederla all'opera è tutta un'altra storia.

La respingo finché posso, ma la mia lama si spezza.

Fortunatamente però, una chioma rossa e un'altra blu mi si piazzano davanti.




 

P.O.V.  CASTIEL
 

Vedo il suo volto impazzito.
Pieno di rabbia al solo vedermi.
La sua espressione ancora più crudele di quanto ricordassi.

<< Due contro una. Non è affatto equo, sai? >>

Parla senza il minimo affanno e continua a respingerci con quelle sue bende come fossero fruste.

<< Ci vorranno molti altri di voi per fermarmi. >>

Conclude convinta.

Prosegue nella nostra direzione quasi ignorando i nostri colpi.

Vedo Eri affaticata mentre, con la sua spada, prova a colmare il vuoto lasciato dalla mia.

Con qualche senso di colpa e ancora più motivato, mi faccio quindi avanti. 

Non mi accorgo però di come la mia compagna sia stata scaraventata via, da un colpo che non so neanche da dove sia arrivato tra l'altro.

E se avesse usato il suo Alph?
Se l'avesse pietrificata?

Adesso, con ancora più foga, decido di passare al contrattacco.

Approfitto di una delle sue frustate per sciogliere finalmente i miei capelli e, una volta liberi, riesco ad usarli per condurre tutta l'energia elettrica presente nel mio corpo.

Nonostante la paura di coinvolgere anche gli altri, la mia mossa si rivela invece una via di fuga per coloro che, conoscendo le mie abilità, non si sono fatti scrupoli a sfruttare il fulmine per fare in modo che colpisse soltanto i nemici.

Quasi orgoglioso, rimango sconvolto quando invece la figura d'avanti a me non sembra risentire di nessun danno.

<< Credi che tu e i tuoi amichetti siate gli unici furbi  della zona? >>

Indica le sue bende, sicuramente fatte di un materiale isolante.

Deglutisco rumorosamente e lei sembra divertita dalla situazione.

<< Ci hai provato >>

Comincia avvicinandosi. 
Ha uno sguardo a dir poco furioso, quasi offeso.

<< ma hai fallito. >>

Non mi muovo, per la prima volta sconfitto.

<< WRAAAAHHHH >>

Lei urla, ma attorno a me tutto tace.

Poi succede.

<< C-c...bleah. >>

E, d'un tratto, un getto di  sangue le esce dalla bocca.

La osservo e, lentamente, i suoi occhi si spengono, diventando due lenti vuote riflesse dal nulla.

Il mio campo visivo si espande.

Cerco una figura alle sue spalle. 
E la vedo.

<< E-Eri... >>

<< Mh? >>

Come appena risvegliata da uno stato di trans, anche i suoi occhi mutano e tornano finalmente a brillare.

Sembra confusa, scandalizzata da ciò che appena successo, come se non sapesse esattamente quando il suo corpo si è sollevato da terra.

Estrae la lama dalla schiena di Debrah e, per qualche strano motivo, il sangue sulle sue mani diviene polvere così come la sua proprietaria.

Senza pensarci troppo, la stringo a me.

<< Sta' tranquilla. È finita. >>

Peccato non mi renda conto che siamo soltanto all'inizio.

<< VIENI FUORI, CODARDO! >>

Anche la direttrice urla.

Gli insegnanti la osservano, ancora carichi e arrabbiati.

Poi, un'ennesima aura oscura fatta di fumo attira l'attenzione di tutti e, ancor di più, la risata che proviene dal suo interno.

<< Sorellona... che piacere rivederti. >>

Esce spavaldo dalla sua tana e scruta tutti con cura.

Digrigna i denti solo per un attimo, dopo aver visto tutti quei suoi alleati sconfitti.

<< Persino Hattori... >>
Sussurra.

<< Restituisci Ambra Suzuki e Agata Seyran. È un ordine! >>

Il suo volto si fa cupo.

Da un gesto della mano, riesce a far ritrarre parte della nube, rivelando il volto spaventato della nostra compagna che, bendata, riesce solo a subire la spinta che la porta nella nostra direzione.

L'uomo, coperto completamente dal lungo e logoro mantello nero, osserva di sottecchi la scena, mentre Lee torna finalmente ad abbracciare la sua amica.

D'un tratto mugugna e la sua espressione, una volto risollevato, è a dir poco raccapricciante.

<< Siete più forti del previsto, in effetti. Ma... >>
Dice allargando le braccia.

<< Sta andando tutto secondo i piani. >>

Persino la direttrice sembra spaventata da ciò che succederà da adesso in poi.

Eri, ancora preoccupata, sembra chiedere col solo sguardo dove sia invece sua zia.

Come a volerle rispondere, Daisetsu sfrange un'altra parte della nube e la figura completamente in nero della donna in questione ci appare davanti.

Fluttua avvicinandosi gradualmente alla postazione dell'uomo incappucciato. Ma la sua espressone è spenta, il volto pallido, gli occhi vuoti. I capelli acconciati quasi perfettamente e quel suo abito sfarzoso che ricorda quello di...

<< ...una sposa. >

Mi sfugge.

<< Zia Agata... >> 

Poi, finalmente Ambra fa per parlare e si rivolge direttamente alla preside Aryma.

<< L-lui vuole usarli! Vuole usare i suoi poteri da fata! Il suo...desiderio sarà...>>

<< La disperazione. >>
Conclude lei.

Torno ad osservare Eri e vedo la sua preoccupazione tramutarsi in rabbia, mentre lei pianta i piedi a terra e si prepara all'attacco.

Il direttore della Beta Academy sembra accorgersene e si diverte. 
E ancora tiene le braccia aperte, finché un ennesimo fascio oscuro non circonda lui ed un tratto molto più esteso.

<< Sta succedendo... >> 
Sussurra ancora Ambra.

Qualcuno tossisce, altri stringono gli occhi arrossati. 
Ma, presto, tutto passa e, da quello stato vaporoso si concretizzano delle figure in carne ed ossa.

Ok... più ossa che carne. 

Ma che è? L'alba dei morti viventi?

<< Lo ammetto: niente di tutto questo sarebbe stato possibile senza il SUO aiuto. >>

Ricomincia a parlare seminascosto dall'oscurità.

<< Piantala adesso! Se vuoi metterci l'uno contro l'altro, sappi che non funziona! Nessuno dei nostri insegnanti ci volterebbe le spalle! >>
Gli urla la direttrice in risposta.

<< E chi ha mai parlato di un insegnante? >>

E, d'improvviso, tutto tace, finché una risata femminile non si diffonde nell'aria.

<< Waaa. Ok, adesso non riesco proprio più a trattenermi. È tutto troppo divertente. >>

Continua, mentre nessuno osa voltarsi.

Ma, questa voce...

   
 
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