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Autore: DeadlyNadder 92    07/05/2020    1 recensioni
Sono passati mesi, ormai Astrid e Bruta sono al corrispettivo del nono e ottavo mese di gravidanza.
Le cose a Berk vanno meravigliosamente, eccetto qualche piccola litigarella tra Moccicoso e Bruta che andava a finire nei migliori dei modi.
Straordinario è l'avvenimento che anche se la ragazza era incinta riuscivano sempre a trovare modi particolari per fare l'amore.
Diciamocela tutta, anche Hiccup e Astrid non si risparmiavano ma tutto quanto in certi parametri. Era quasi arrivata al termine della gestazione e Hiccup voleva evitare qual si voglia danno fisico sia hai figli che alla donna amata.
Cinque anni dopo,Tufo e Hel si frequentano ancora. Sembrano essersi aiutati a vicenda nel migliorarsi.
Pensate che ora Tufo si dimostra per quello che è senza alcun timore!
Gambedipesce e Vör pensano ancora in un futuro insieme. Le loro insicurezze sono molte, ma si aiuteranno a superarle e fortificarsi.
Stoick e Valka? Beh, loro sono ancora a Berk e ci rimarranno per tanto altro tempo.
Skaracchio invece? Forse avrà trovato l'amore, chi lo sa.
Una cosa è certa....Alcuni di loro non si conosceranno mai abbastanza.
Allert: Sporadici spoiler su Dragons: Race to the Edge.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si umidi le labbra, lentamente si voltò verso le due fanciulle lasciando che un dolce sorrise comparisse abituale sulle labbra di lei. 
'Vi ringrazio, mie care. Ora so chi sono, so cosa voleva dirmi la Norna.' aveva esclamato la bionda, il capo accostarsi a quello delle due giovani donne lasciandovi sulle fronti un bacio. 

«Io sono Vör Frigg Freyja Haddock, i cui cognome presi Dragonsdóttir.
Abitante dell'Isola di Berk, componente della Tribù degli Hairy Hooligans. 
Nata nell'Isola delle Shieldmaiden, forse Futuro Nuovo Capo della Tribù di Ásgarðr.
Figlia di Thora Gefjun Skaði e Skjöldr Njörðr Haddock. 
Sono qui per prendere in marito Gambedipesce Óðin Justin Ingerman.»

L'annuncio di Vör venne scandito lentamente, ad ogni suo passo i fiori comparire di un vivace rosso cremisi.
Del fuoco danzava con dei sfavillii sui bordi della gonna mentre la figura della donna tornava ad avanzare verso il futuro marito. 
'Non mi sento molto diversa.' ammise a Gambedipesce una volta che lo raggiunse. I due risero divertiti prima di posare la fronte l'una sull'altra.
'Devo continuare?' domandò Skaracchio volgendo lo sguardo a tutti i presenti. Stoick e Hiccup muovere contemporaneamente la mano ad incitare a continuare la cerimonia.
Nonostante gli Dèi fossero li con loro non continuare sarebbe risultata solamente una vivida mancanza di rispetto. 
'Gli anelli, prego.' aveva ripreso Skaracchio conscio che il terzo e penultimo matrimonio prima dello Snoggletog e del nuovo anno ad arrivare.
Rimase li, con lo sguardo fermo sui due giovani che si scambiavano finalmente gli anelli, rigorosamente offerti sulla punta delle nuove spade. 
Ci pensò, l'uomo, con un sorriso sulle labbra mentre l'idea di quella sovrapposizione tra spada e anelli volesse ricordare quanto vincolante fosse il giuramento fatto dalla coppia.
Giuramento che rappresentava una minaccia per chiunque avesse osato infrangerlo.
La sposa affiancò la spada dello sposo, le loro mani unirsi sulle else delle spada fatte combaciare. 
Sulle dita dei due scintillare quelle due fedi argentate dove una striscia di color bronzo l'attraversava di traverso.
Una valenza simbolica semplice, i due materiali all'inizio partivano l'uno sopra all'altro ma sempre ben distinti; come due persone che ancora non si conoscono; poi la scia di bronzo scivolava in basso sino ad unirsi con l'estesa scia argentata; come due persone si conoscono e, infine, si fondono sino a divenire una sola. 
Le mani dell'uomo si posarono sul capo di entrambi i ragazzi, con 'grazia' li spinse l'uno contro l'altro stando attento a non farle sbattere.
'Vuoi realmente Vör come moglie? Si sincero, gli Dèi ascoltano, soppesano e valutano.' aveva detto il vichingo dai baffi dorati. 
'Lo voglio.' aveva risposto Gambedipesce, ormai perso nelle gemme turchesi degli occhi di lei. 
'Vuoi realmente Gambedipesce come marito? Si sincera, gli Dèi ascoltano, soppesano e valutano.' andò a riformulare il celebrante, trascurando beatamente che la Dèa dei matrimoni fosse proprio li presente e la stesse interrogando su una domanda scontata.
'Lo voglio.' rispose immediatamente Vör. Gli occhi della bionda erano instancabili di abbandonarsi in quei smeraldi degli occhi del suo lui. 
'Popolo di Berk, avete sentito?' aveva chiesto Skaracchio mentre un boato di applausi e urla entusiastiche prendeva luogo sul fiordo scuotendo persino il cielo illuminato dai colori.
'Gente, la seconda generazione è arrivata. Gambedipesce e Vör Ingerman!' aveva gridato il biondo rintontendo i due poveri ragazzi a cui venne dato il diritto di baciarsi.
Questa volta in veste di coniugi, i due vichinghi andarono a scambiarsi quel sognato bacio tanto atteso.

Ore 04:00. La festa nuziale che durava già da quattro ore, rincuorò la povera Vör che durante la corsa della sposa, una vera e propria gara tra i due cortei, andò a sbattere rovinosamente contro un albero cadendo in un mucchio di neve che la ricoprì da testa a piedi.
Come era di tradizione, comunque, Gambedipesce poté accompagnare Vör attraverso la soglia d'entrata.
Difatti, era credenza che ogni porta fosse un portale di transito tra due mondi, oltrepassare quella soglia, dunque, rappresentava per Vör il passaggio dalla condizione di vergine a quella di moglie.
Era, comunque, di estrema importanza che non inciampasse nell'oltrepassare la porta d'ingresso, se ciò fosse accaduto il presagio voleva dire solo una cosa: Grande Sfortuna.
Come per i suoi coetanei, la festa si sarebbe tenuta nella Sala Meade dove, ancor prima di lui, anche suo padre e tutti gli altri uomini del Villaggio avevano iniziato il loro viaggio.
Ogni colonna della Sala, che sia grande o piccola, rappresentava un nucleo famigliare e, come tale, ogni componente della sopra citata famiglia si sposava, doveva affondare un colpo per essere d'esempio anche a coloro che li avrebbero succeduti.
'Gambedipesce, seguimi.' aveva detto Hiccup facendo strada al giovane Ingerman verso la colonna che rappresentava la sua famiglia.
Rimase impressionato, Gambedipesce, nel vedere quante spade erano state conficcate in quella colonna.
Perse velocemente il conto di quanti fossero, su per giù tanti quanti quelli degli Haddock, Hofferson, Thorston e persino Jorgenson!
'Ragazzo, buona fortuna.' disse Stoick posando una mano sulla spalla del ragazzo prima di allontanarsi e andare nella parte opposta ad affiancare i genitori del biondo, la moglie e il figlio.
'Non temere figlio mio, non è così spaventoso come sembra.' aveva rassicurato Bragi incitando con lo sguardo il sostanzioso figlio.
Gambedipesce deglutì.
Vör rimase al suo fianco, le labbra sussurrare un lento 'Ce la farai, non sei di meno di chiunque altro.'
Il silenzio, dunque, rimanere sovrano in quell'angolo della Sala dove una folla si era accalcata per vedere i risultati del giovane.
Deglutì ancora, Gambedipesce con le mani che tremarono.
Nonostante le parole della moglie, del padre e di Stoick, la paura rimaneva sempre la stessa.
'Non aver paura piccolo mio. Non ce n'è di averne.' aveva aggiunto Iðunn con quel suo sorriso così dolce da riuscire a vendere miele alle api.
E successe.
All'improvviso successe quello per cui tutti attesero sei minuti di pura tensione e tentennamenti.
La lama della spada scomparve del tutto nella colonna, unica parte ancora visibile l'elsa che venne lasciata di scatto dal ragazzo.
Lo sguardo di tutti si spostò dalla parte opposta della colonna a Gambedipesce che guardava Stoick e Hiccup con chiara e palese espressione preoccupata sul volto.
'Ehm...' un brusio comparire tra i spettatori, gli occhi di Bragi sgranarsi insieme a quelli dei compagni di Squadra, Iðunn incrociare le braccia al petto sfoggiando un'espressione orgogliosa e soddisfatta.
'Io sapevo che ci sapeva fare con la spada. Sull'attuale Isola delle Dèe abbiamo combattuto e cielo, come muoveva quelle mani e quei fianchi era al dir poco spettacolare.' con un sorriso fiero e soddisfatto la bionda guardò maliziosamente il marito prima di aggiungere un 'Mh, prevedo cose giganti in quest'uomo... non solo l'intelligenza, il buon cuore e la bellezza.'  che andarono a far arrossire le donne presenti. 
'Effetto Freyja..' andarono a concordare le due ancelle che risero sotto i baffi divertite.
'Ragazzo, non guardarti in giro interrogativo, vieni a guardare tu stesso.' lo invitò Stoick.
Gambedipesce si avvicinò a lui, lo sguardo abbassato ripercorrere il terreno sino alla punta della spada che sporgeva di un paio di cm dalla colonna.
'Il primo in tutta la storia degli Ingerman a fare questo.' affermò Bragi battendo la mano sulla schiena del figlio che rimase senza respiro.
'Più profonda è la fenditura provocata dall'affondo della lama e più fortuna attende alla coppia di sposi. In più il conficcare la spada nella colonna è dimostrazione di virilità e più è profonda, appunto, più la fortuna si presenta con abbondanza di figli generati.' aggiunse Iðunn guardando di sottecchi le ragazze al suo fianco, tutte impressionate e a bocca aperta. 
'E ora sappiamo tutti che di pesce non ha neanche quello.' esclamò Moccicoso lasciando, ancora una volta, tutti di sasso.
Le sue battute.
Nessuno gliele avrebbe mai torte dalla bocca.
E qui arriviamo al bello, dopo questa dimostrazione mozzafiato di virilità inizia la festa e, come ogni altra festa nuziale, si incentrava sulla parte più importante: La bevanda nuziale, appunto. 
A Vör fu impedito di svolgere il suo nuovo dovere di donna di casa, per l'appunto anche servire da bere agli ospiti. Al suo posto vi fu Hlín aiutata da Eret.
Quando l'ancella porse la brocca di idromele alla fanciulla, questa la ringraziò con un caloroso sorriso.
Ma vi fu altro che riscaldò il cuore di Hlín che, in quei minuti a servire da bere fu accolta da un complimento dall'affascinante Eret. 
 
«Ale I bring thee, thou oak-of-battle,
With strength blended and brightest honor;
'Tis mized with magic and mighty songs,
With goodly spells, wish-speeding runes.»

Aveva recitato la Sovrana dei Draghi porgendo la coppa piena di idromele al marito.
Quando questa fu colta dalle mani di lei in quelle di lui, l'uomo la consacrò al Dio Thor tracciandovi attentamente sopra un martello con la punta di una delle dita.
Poi brindò ad Odino, la successiva battuta di Tufo sul fatto che brindava a se stesso accompagnò il suo sorseggiare prima di porgere il boccale alla moglie che avrebbe fatto lo stesso, brindando, però, alla Dèa Freyja prima di sorseggiare a sua volta l'idromele.
Un altra battuta di Tufo ricordò a Vör che stava brindando a se stessa.
'Effettivamente Tufo non ha tutti i torti!' aveva esclamato Gustav mentre alzava il boccale al grido 'Agli Dèi seduti con noi!' che venne accorto da tutti quanti con gran fragore.
Skaracchio si alzò dalla sua seduta, afferrò un martello dal suo fianco e si avvicinò a Vör che lo guardò in silenzio. 

«Bring the Hammer the bride to bless:
On the maiden's lap lay ye Mjölnir;
In Vör's Name then our wedlock hallow!»

Recitò con solennità l'uomo che, quando allontanò il martello dal ventre di Vör si voltò verso gli invitati fissandoli in un primo silenzio.
'Ho consacrato il ventre di Frigg a Frigg. Questo si che è strano!' aveva esclamato poi con una fragorosa risata tornando a sedere al fianco di Sangueputrefatto che lo prese sottobraccio poggiando il capo sulla sua spalla. 
'La mia bambina ormai è divenuta una donna.' aveva singhiozzato il futuro coniuge del sacerdote, cioè Skaracchio.

«Più tardi la notte di nozze eh Gambe!
Tratta bene mia cugina altrimenti sono guai per te!»

«Non farei mai del male a Vör, Moccicoso.»

«Ehm, non vorrei essere un guastafeste ma...»

«Cosa c'è Gustav?»

«Ehm... Le regole vogliono che la prima notte di nozze avvenga dopo la celebrazione delle nozze sull'Isola natia della Sposa.»

«Hlín, davvero?»

«Si mio Signore.
Le regole impongono che una Dèa debba perdere la verginità solo quando compierà le nozze a casa.»

«Hlín, io sono a casa.
Vedi, nonostante io non sia nata qui, le mie nozze si terranno solamente a Berk. 
Ripeterle sarebbe uno spreco di tempo, soprattutto se contiamo che il viaggio per l'Isola delle Shielmaiden durerebbe mezza giornata se non di più.»

«Ma Padrona..!»

«Ti porrò una singola domanda.
Dove ti senti più a casa?
Qui o dall'altra parte?»

«Non è in mio potere prendere una decisione.»

«Non stai parlando con Gná, ragazza mia. 
Rispondi alla domanda che ti ho posto, da Vör a Hlín.
La medesima la pongo a Fulla.»

«Io mi sento più a casa qui a Berk.
Sono rispettata e accettata come persona, amata e onorata come donna.»

La risposta di Fulla arrivò prima di subito.
Nel pronunciarla si alzò in piedi, un piccolo e timoroso sorriso comparirle sul volto. 
'Andiamo Hila, nessuno ti mangerà. Qui sei apprezzata. Sei accettata. Sei amata.' e quando disse quell'ultima parola, lo sguardo di Fulla slittò su Eret che rimase con il boccale a mezz'aria.

«MisentopiùacasaquiaBerkvipregononsgridatemi!»

Aveva più urlato che parlato, Hlín, mentre il capo si chinava in avanti a nascondere il volto rosso per la vergogna. 
   
 
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