Crossover
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Autore: Robotech90    09/05/2020    0 recensioni
Quante persone amano i libri fantasy? Quanti ragazzi passano intere giornate leggendo storie ambientate in mondi fantastici? E se questi ragazzi si trovassero un giorno ad affrontare le loro fantasie?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Film, Libri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                           La Scelta


Mirko tese un braccio verso Mark e lo aiutò ad alzarsi. Una volta in piedi, questi corse in direzione del corpo di Chris insieme ai suoi amici. “Chris! Chris!”- urlò il ragazzo accasciandosi al suolo, ma non c'era nulla da fare. Chris era morto, ucciso da un Cavaliere Nero, nella città di Uru-Baen. Intorno a Mark, tutti i Cavalieri avevano gli occhi lucidi e piangevano. Angel singhiozzava ancora più forte, Eric la porse a Mirko e si lasciò andare sul corpo dell'amico, in un pianto disperato. Quell'amico che gli era stato vicino durante tutto il loro viaggio, durante la ricerca dei cartoni, quell’amico che era riuscito a spronarlo nelle più difficili circostanze, ora non c'era più.
Nel frattempo, un vortice d'aria fece capire ai giovani che i loro draghi stavano atterrando, Maskind e Kreghor trasportavano Kiara, Danielf e Kovu che giaceva tra le braccia della sua compagna.
“Mark” – disse Zarthan – “Kroghor e Chris sono…”
“Lo so, Zarthan” – singhiozzò Mark e abbracciò il suo drago con tutta la forza che aveva, lasciandosi completamente andare.
Arnold aveva gli occhi lucidissimi, ma esclamò: “Ragazzi, non so se riuscirò a continuare a combattere con questo dolore, ma se non vogliamo che la morte di Chris sia stata vana, dobbiamo aiutare Kovu, salvare Xavian e dare una volta per tutte il colpo di grazia a Sauron e Galbatorix. La battaglia sembra volgere al termine”
Alexander strinse le labbra come se stesse trattenendosi, poi disse: “Arnold ha ragione, guardate”

Mark si guardò attorno ed effettivamente la lotta sembrava stesse placandosi, gli Orchi fuggivano in ogni direzione, inseguiti dagli Elfi, dagli Uomini di Gondor, di Rohan e dagli abitanti rivoltosi. Un cavallo si diresse nella loro direzione. Si trattava di Aragorn, seguito da Legolas, Gimli ed Eomer “Cavaliere, cosa è successo?”

Mark avrebbe voluto evitare di mostrare la sua giovane età in quel modo, ma le lacrime sgorgavano ancora a fiotti.
“Sire Aragorn, Chris è morto”
“No..”- Il signore di Gondor smontò da cavallo e si avvicinò.
Mark fece la prima cosa che gli venne in mente e lo abbracciò come se fosse un padre, continuando a piangere. Il sovrano non diede alcun segno di essere infastidito, ma anzi, strinse Mark a sé e gli passo una mano tra i capelli.
“Mark, non è stata colpa. Purtroppo la guerra a volte ci porta via le persone a cui teniamo di più. Tu sei giovane, sei un Cavaliere certo, ma sei giovane e anche i tuoi amici, so che questo è difficile da affrontare”
Gimli sospirò triste, mentre Legolas recitava una preghiera in Elfico. Danielf fece un passo avanti e chinò il capo: “È stato un grande guerriero, uno dei migliori”

Kiara era pietrificata, mentre continuava a sorreggere Kovu. Lo sguardo di lei si posò su Eric che non aveva alcuna intenzione di staccarsi dal corpo di Chris. Lasciando per un momento Kovu alle cure di Danielf, la leonessa si avvicino a passi lenti ad Eric.
“Eric, ti prego..” – esclamò, sommessamente.
“ No! Lasciami stare! No!” – sbraitò l'altro, ma quando lei lo afferrò delicatamente per la schiena, lui si lasciò allontanare da Chris e vi si trovò faccia a faccia, a pochi centimetri di distanza dal suo viso felino. Eric era sempre stato innamorato di lei, i suoi occhi erano bellissimi..avrebbe voluto baciarla, ma poi la abbracciò e lei gli carezzò la testa. Una voce Elfica interloquì, rivolgendosi a Mark: “Cavaliere, so che la sofferenza è grande, ma c'è ancora da lottare”
L'elfo, per quanto cinico, aveva ragione. Sauron e Galbatorix erano ancora vivi, una volta annientati, la vittoria sarebbe stata completa.
“Angel?”
Il cartone rosa sussultò quando riconobbe la voce di Stitch, non quella voce spettrale che aveva sentito poco prima, ma la dolce voce che era tanto abituata ad ascoltare.
Il cartone blu fece capolino tra i soldati, balzando su Mirko e abbracciando la sua compagna, incredula.
“Come può essere?” – disse lei, in un misto di gioia e stupore.
“Non lo so” – esclamò il cartone blu – “Era come se fossi prigioniero in me stesso. Vedevo quello che facevo, sentivo ciò che succedeva, ma non potevo fermarmi. È stato orribile, Angel”
C'era profondo senso di colpa nella sua voce, lo sguardo della creatura blu si posò infatti sul morso che le aveva dato. Angel lo carezzò in volto: “Non è stata colpa tua, eri stato colpito da un Nazgul con uno dei loro pugnali”
“E dev'essere stata la loro morte a rompere il loro influsso su di lui” – constatò Alexander, ora tutto era più chiaro. Nel frattempo un altro rumore attirò la loro attenzione e in particolare quella di Mirko: un ruggito di drago!

“Xavian” – esclamò il ragazzo, vedendo il suo drago comparire con al fianco un suo simile rosso, cavalcato da Murtagh. Il Cavaliere andò loro incontro e chiese: “Dove si trovava?”
“Il Re lo aveva rinchiuso con Castigo” – spiegò Murtagh – “Poco dopo che i vostri amici sono venuti a cercarti, sono andato alla sua ricerca e ho trovato e liberato entrambi. Non erano nei sotterranei, ma in un'ala segreta del palazzo, schermata dai contatti mentali, che per fortuna conoscevo, avendo vissuto qui la mia infanzia. Sauron deve esserne venuto a conoscenza per mezzo di Galbatorix”
Mirko carezzò il collo di Xavian e poi si rivolse a Murtagh: “Io…ti ringrazio”
Il ragazzo fece un debole sorriso: “Non preoccuparti, Cavaliere”

Mark, osservò la scena e riprese fiato, poi guardò ancora una volta Chris. Il loro amico sembrava stesse dormendo, ma questa volta non si sarebbe più svegliato. Scacciando le lacrime, infine, sibilò: “Andiamo a farla finita”

                                                                         *

Sconfitta. Dolore. Rabbia. La battaglia era persa. Questo pensò Sauron, mentre combatteva con Galbatorix. Murazor e i Nazgul erano stati annientati, lo aveva percepito, e tutto il suo esercito era in fuga. L'unica cosa che gli rimaneva era la soddisfazione di eliminare quell'insulso omuncolo che osava definirsi Re di Alagaesia, oltre al giovane Kovu. Il suo potere lo teneva ancora in vita e faceva sì che lo stesso Kovu gli trasferisse energie ulteriori attraverso il suo corpo. Una volta sconfitto Galbatorix, avrebbe interrotto l'incantesimo, uccidendo il cartone.
“Ahimé, Sauron, sembra che tu sia stato sconfitto!” – lo sbeffeggiò il Re di Uru-Baen.

L'altro non rispose, ma meno un colpo di mazza che fendette l'aria, mancando però il bersaglio.
“Adesso basta: THRYSTA” – rise ancora Galbatorix e con un gesto della mano scagliò Sauron contro le mura, con una forza invisibile.
Il sovrano di Mordor stavolta rimase accasciato alla parete di pietra. ‘No…' – pensò - 'Io sono il Signore della Terra ..non posso perdere contro questo verme'
Cercò di alzarsi, ma avvertì una sensazione che non aveva mai avvertito prima: impotenza. Le gambe non rispondevano al suo volere di rialzarsi, le braccia erano pesanti, quasi quanto la sua armatura. Sotto la maschera, gli occhi si spalancarono quando Galbatorix affondò la spada nella sua spalla, trapassando la corazza e inchiodandolo al muro. Dolore. Non aveva mai avvertito un dolore del genere, prima. La risata del Re echeggiò: “Ed ora..preparati a servirmi, Sauron!”
Proprio in quel momento, un dardo sfrecciò e si conficcò nel fianco di Galbatorix, prendendo però poi subito fuoco per mano di uno degli incantesimi di protezione del Re. Il malvagio sovrano, si voltò e vide i Nove Cavalieri, i loro cartoni e un gruppo di altri individui tra uomini, Elfi e Nani. Tra di loro, il sovrano riconobbe anche quello che doveva essere un Re.
“Sauron, Galbatorix, arrendetevi. La battaglia è finita, riponete le armi e forse vi risparmieremo!” - esclamò quest'ultimo.
Un ragazzo, che Sauron riconobbe come uno dei Cavalieri, Eric, avanzò e si rivolse direttamente a lui: “Bastardo, lascia andare Kovu e salvalo!”
Un altro Cavaliere sembrò cercare di calmare l’amico e prese la parola: “Galbatorix! Sauron! Sono Mark, sono io che ho portato qui i miei amici.. io che li ho convinti a seguirmi e sono io che mi sento responsabile per tutto ciò che è successo” – la sua voce si trasformò in un singhiozzo –“Ho perso Chris, uno dei miei migliori amici...e non ho intenzione di perdere nessun altro! Se non vi arrendete, vi ucciderò io stesso!”
Sauron non rispose, ma riuscì con un doloroso sforzo ad estrarre parzialmente la spada dalla spalla. Galbatorix invece rise di gusto: “Oh, ma che paura! Mark il Cavaliere dei Draghi e i suoi otto..oh..pardon..SETTE amici, tenteranno di uccidermi con l'aiuto di qualche Elfo, un Nano e un paio di creature colorate. Non siete NIENTE in confronto al mio potere e lo scoprirete adesso!”

Un fulmine nero partì dalle mani del Re e separò i Cavalieri e i cartoni dai propri Draghi e dal resto del gruppo, come a formare una barriera impenetrabile. Gli otto ragazzi sguainarono le spade e si lanciarono contro il sovrano, ma questi esclamò una serie di parole nell'Antica Lingua e tutti rimasero bloccati a mezz'aria.
“Molto bene” – affermò, con una pacatezza e compostezza inquietante.
“Maledetto!”- urlò Mark, mentre il Re camminava tra loro come se passeggiasse in un giardino.
“Oh bene, bene, bene! Chi abbiamo qui?” – disse Galbatorix quando posò gli occhi su Kiara e Kovu – “Kiara, la mia vecchia schiava personale, quanti bei momenti abbiamo passato insieme, soprattutto da soli”
Il cartone avvampò. Eric avvampò ancora di più e si dimenò, poi urlò: “Cane schifoso!”
Il Re sembrò non farci nemmeno caso: “Kovu, Kovu, quanti grattacapi mi hai causato, quasi mi dispiace non averti ridotto io in questo stato”
Poi passò di fronte ad Angel e Stitch: “Abominevoli! Forti, ma…abominevoli! Adesso… credo proprio che sia arrivato per tutti il momento di giurare eterna fedeltà nell'Antica Lingua all'unico sovrano delle Due Terre: Galbatorix”

Mark guardò i suoi amici, non poteva crederci, avevano perso. Avevano perso e Galbatorix non aveva dovuto fare altro che dire poche parole per sconfiggerli. Chris era morto invano. Tutto era finito. Galbatorix si pose di fronte a Mark e aprì il palmo di una mano, pronto a poggiarla sulla fronte del ragazzo per fargli giurare fedeltà nell'Antica Lingua. Gli altri Cavalieri si dimenarono, mentre al di là della barriera i Draghi ruggirono la loro rabbia.
“Hai perso, Mark..Cavaliere, dei Draghi” – sussurrò Galbatorix e strinse la testa del giovane.

Nello stesso istante, una spada emerse dal petto del sovrano e il sangue schizzo sul viso del ragazzo, inondandolo completamente. Un rantolo fuoriuscì dalla gola di Galbatorix, mentre il suo aggressore si ergeva alle sue spalle.
Tutti, cartoni compresi, spalancarono gli occhi. Sauron era in piedi, maestoso, con il sangue che gli colava dalla spalla. Con una mossa afferrò il Re e lo costrinse a voltarsi, poi estrasse con malagrazia la spada dal suo corpo e la infilzò a terra.
“Adesso guarderai negli occhi colui che ti darà la morte”

I Cavalieri, i cartoni, i Draghi e tutti gli altri osservarono Sauron sollevare il proprio elmo e gettarlo a terra. Un uomo dai lunghi capelli neri, gli occhi grigi, penetranti e glaciali e il viso pallido comparve davanti ai loro occhi. Il naso e i lineamenti erano perfetti come quelli di un Elfo, ma lo sguardo era malvagio e vendicativo. Galbatorix ansimava, mentre il sangue gli colava dalla bocca. Sauron si rivolse a Mark: “Ho scelto, Cavalieri. Come potete vedere sto tenendo in vita questo verme e lo farò ancora per poco. Kovu è salvo. C'è spazio per un solo Signore Oscuro e quello sono io. Non ho più interesse a vincere. Se devo morire, morirò uccidendo questo insignificante parassita. Allontanatevi finché siete in tempo, perché potrei cambiare idea.”
Il potere che teneva bloccati i Cavalieri e tutti gli altri si dissolse. Eric scattò in piedi e stava per attaccare quando Mark lo bloccò.
“Non vorrai ascoltarlo, vero? I suoi Nazgul hanno ucciso Chris!” Mark rimase impassibile, dietro di lui sentì Kiara urlare: “Kovu!” Il ragazzo felino era in piedi, senza nessun segno delle ferite e stava abbracciando la sua compagna. Eric e gli altri Cavalieri osservarono la scena, poi tornarono su Sauron.
“Ha mantenuto la sua parola” – esclamò Mark – “ Ha salvato Kovu e morirà, come merita. Chris è vendicato”
“Non lo faccio per voi. Lo faccio per me.” – sibilò il Signore di Mordor.
“Sia come vuoi” – replicò Mark, montando in groppa a Zarthan – “Forza, allontaniamoci, via via!”

Rick, Gianni, Robert e gli altri Cavalieri montarono sui rispettivi Draghi. Alexander prese in consegna il corpo di Chris e partì a cavallo, seguito dai cartoni. Aragorn, Lifaen e Meredriel richiamarono le truppe insieme a Legolas, Gimli ed Eomer. I soldati uscirono dalla città, mentre i Cavalieri sorvegliavano dall'alto le operazioni. Quando i loro amici furono al sicuro, abbastanza lontani dalla città, tutti ed otto osservarono Sauron estrarre la spada dal terreno e appoggiarla sul collo di Galbatorix. Il Signore di Mordor alzò la lama, guardò verso i Cavalieri, fu solo un momento, che però sembrò durare molto di più, ed infine la abbassò con un gesto fluido, troncando di netto la testa del Re di Uru-Baen. I ragazzi rimasero in silenzio. Pochi attimi dopo il corpo di Galbatorix esplose in un fascio di luce potentissimo, che disintegrò buona parte della città. Mark e gli altri si coprirono gli occhi, mentre i Draghi si impennavano per la fortissima luce emessa da quella esplosione. Quando finalmente la luce svanì, non era rimasto più nulla: Sauron era sparito.
  
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