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Autore: Razu    10/05/2020    0 recensioni
Secondo capitolo della saga di Faerie Do'Urden
Finalmente, dopo tante peripezie, Faerie e Drizzt sono giunti in superficie: la pace sembra finalmente a portata di mano, ma i due drow non hanno fatto i conti con la terribile fama del loro popolo. Temuti e scacciati dal mondo intero, la meta della strada per la serenità sembra ancora lontana per i due fratelli...
Genere: Angst, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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-Quei dannati elfi scuri hanno ucciso i miei cani!- sbraitò Roddy McGristle quando, il giorno dopo l'attacco del demone, si era recato insieme agli altri contadini alla fattoria della famiglia Thistledown.

-Ma ci hanno anche difesi dal demone- replicò Bartholomew Thistledown, per l'ennesima volta quel giorno.

Subito dopo l'attacco del demone, i Thistledown avevano avvertito il sindaco di Maldobar, il villaggio in cui abitavano. In pochissimo tempo, tutti gli abitanti si erano recati alla loro fattoria, senza nemmeno cambiarsi d'abito, ansiosi di saperne di più per decidere il da farsi.

Sin dal suo arrivo, Roddy si era messo a sbraitare sulla morte del suo cane, come se bastasse quello per marchiare una persona qualunque come un essere orribile. Aveva poi ribadito le solite nefandezze per le quali i drow avevano una cattiva fama, senza curarsi del fatto che l'interlocutore stesse cercando di fargli notare che, nonostante la presunta malvagità, erano stati proprio i drow a salvarli.

-Sono loro stessi dei demoni!- ruggì l'omone. -Uno ha ucciso il mio cane, l'altra mi ha bersagliato con le sue frecce troppo rapidamente per essere di questo mondo! Inoltre ha cercato di sedurre il tuo ragazzo, o sbaglio?-

-Mi ha solo dato un bacio sulla guancia...!- protestò Connor Thistledown, il figlio maggiore di Bartholomew.

-È sufficiente, ragazzo! I drow sono crudeli e spietati, sicuramente ti stava lanciando un incantesimo per renderti suo schiavo!-

-Ma veramente...- iniziò il giovane, cercando di dire che non si era sentito affatto ammaliato, anzi, se mai, si era sentito ancora più terrorizzato. Ma Roddy lo ignorò.

-Era bella, figliolo?-

-No, cioè sì. Insomma, difficile a dirsi, ero più occupato a difendere me e i bambini che a guardarla in viso, e poi aveva metà faccia sciolta...-

-Ah-ha!- disse l'uomo trionfante. -È sicuro che stesse cercando di lanciarti un incantesimo! Se non riusciva ad affascinarti con la sua bellezza elfica avrà usato altri mezzi...-

-Credo che mio figlio si sarebbe comportato diversamente se fosse stato stregato- lo interruppe Bartholomew. -E comunque, non è questo il nodo della questione-

-Cosa pensi di fare, Thistledown?- chiese Roddy, beffardo. -Invitarli a casa tua per un'amabile chiacchierata? Sono drow, non puoi fidarti di loro. E in ogni caso, i guardaboschi sono già stati chiamati e arriveranno a momenti. Cosa hai intenzione di fare?-

-Io non posso fare nulla, ma informerò i guardaboschi di quello che è successo. Hai ragione, sono drow, ma non possiamo nemmeno ignorare un fatto del genere- disse l'uomo con fermezza.

-Sono d'accordo con Bartholomew- intervenne il sindaco. -Questo comportamento da parte dei drow è decisamente inusuale, parrebbe quasi che cerchino di indurci a fidarci di loro, ma McGristle ha ragione: sono elfi scuri, dopotutto. Non intendo discutere oltre, la questione è risolta. Tornate alle vostre case!-

E, con un vociare indistinto, gli abitanti del piccolo villaggio si dispersero, diretti alle loro case. Nel guardarli andare via, Bartholomew Thistledown non poté fare a meno di chiedersi se quei due elfi, che avevano gettato tanto scompiglio, fossero realmente intenzionati a fare loro del male.

~*~

-Ahia!-

-Se stessi fermo, forse riuscirei a medicarti il polso- borbottò Faerie. -E non fare troppo rumore, potrebbero sentirti. Non siamo soli in questi boschi, a quanto pare-

-Stasera non sarai da sola, io farò la ronda dall'altra parte e...-

-Tu non farai un bel niente- gli disse la sorella.

-È solo un graffio!- protestò Drizzt. Lei strinse le bende improvvisate attorno al polso del fratello, per poi lanciargli un'occhiata dura.

-Credi che le sacerdotesse non abbiano imparato qualcosa sulla guarigione? La magia è il loro pane, e così la magia per guarire e resuscitare i soldati del Casato. Ho imparato che spesso le ferite sono mortali anche se piccole e apparentemente insignificanti-

Lui sbuffò. -D'accordo, te lo concedo, ma non credi di preoccuparti troppo? Non che non apprezzi, ma secondo me è eccessivo-

Lei non rispose.

-Fatto- disse dopo un po', stringendo le bende improvvisate col pezzi della sua manica un'ultima volta. -Ora cosa facciamo?-

-Innanzitutto troviamo gli alleati del demone, li uccidiamo e poi ce ne andiamo per sempre-

Faerie aggrottò le sopracciglia. -Andarcene? E perché mai?-

Il fratello si strinse nelle spalle. -Non sembriamo molto graditi qui, e anche se li liberassimo dai demoni, non credo cambierebbe di molto la situazione. No, dobbiamo andarcene e non fare più ritorno-

Lei sospirò. -Forse hai ragione. Allora, qualche idea per annientare quegli stramaledetti mostri?-

-Innanzitutto sarebbe utile trovare il ladruncolo. Come abbiamo già supposto, è un alleato del demone, saprà sicuramente dove si trova-

-Quindi suggerisci di catturare quel piccolo bastardo e interrogarlo?- 

-Esattamente-

Faerie annuì, in segno di approvazione. -Non sarà semplice, è dannatamente veloce. Ci serve qualcosa per sbarrargli la strada: la botta lo stordirà abbastanza da poterlo acciuffare senza problemi. L'unico interrogativo che rimane è l'oggetto in questione. Cosa useremo?-

Prima che Drizzt potesse rispondere, però, un rumore di rami spezzati catturò l'attenzione dei due drow. Si girarono di scatto in direzione del rumore e rimasero decisamente sorpresi nel vedere il bambino che qualche giorno prima li aveva scoperti.

In quel momento non aveva l'espressione terrorizzata che aveva assunto davanti ai due elfi scuri, ma anzi, un sorriso sbarazzino era dipinto sul suo volto. Nascondeva qualcosa nella giacca, che si rivelò poi essere un paio di pagnotte, che porse ai due fratelli.

Faerie inclinò la testa di lato, incuriosita e perplessa. Il bambino sorrise, tendendo ancora di più il braccio verso di lei, come a incoraggiarla a prendere il pane. Cautamente, lei lo prese. Lo annusò e lo spezzò, per vedere se nascondeva qualcosa, e infine ne assaggiò un pezzo, per assicurarsi che non fosse avvelenato. Poi sorrise e si chinò all'altezza del ragazzino. Gli tese la mano, che lui strinse. 

-Liam- disse con voce squillante.

-Che cosa ha detto?- chiese Drizzt, accettando con gentilezza la pagnotta.

-Credo sia il suo nome- rispose la sorella. Si indicò, e poi disse distintamente: -Faerie-. Poi, indicò il fratello e disse: -Drizzt-

Il volto di Liam si illuminò. -Drizzit!- esclamò.

-Drizzt- lo corresse il drow con pacata insistenza.

il bambino sorrise di nuovo. Poi si inginocchiò per terra e fece cenno ai due elfi scuri di avvicinarsi. Con il dito, tracciò nella terra un rozzo disegno che rappresentava una casa e un gruppo di persone. Indicò la casa e poi se stesso, poi il gruppo, infine fece un gesto con la mano in una direzione casuale, portando la mano verso di sé.

-Che cosa vuol dire?- chiese Drizzt.

-Hanno chiamato rinforzi- dedusse Faerie. -La casa, qui, è evidentemente la sua. Ha indicato queste persone e ha fatto il gesto di venire da questa parte. Sta arrivando qualcuno, probabilmente per noi. Avevi ragione, dovremo andarcene dopo aver risolto questa faccenda-

Si girò verso Liam, rivolgendogli un sorriso radioso. Poi, fugacemente, gli diede un bacino sulla guancia, non potendo esprimere la sua gratitudine a parole. Lui arrossì. Fece ciao con la mano e si girò per andarsene, ma Drizzt esclamò un "aspetta!" tendendo la mano in avanti e spalancandola. Il ragazzino si girò, perplesso.

-La creatura che mi ha ferito è molto veloce, ci serve qualcosa per fermarla. Se riusciamo a catturarla, ci porterà sicuramente dagli alleati del demone, o in alternativa potrà darci delle informazioni-

Liam lo guardò interrogativo. Faerie gli fece rapidamente segno di avvicinarsi, poi anche lei si mise a disegnare sul terreno: disegnò un mostro, cercando di farlo simile a quello che lei aveva ucciso. Lo indicò e poi, repentinamente, ficcò il pugnale nascosto nel terreno, in corrispondenza del petto. Poi, disegnò una mappa improvvisata e fece spallucce con espressione interrogativa, come a dire che non sapeva dove si trovasse. Disegnò poi una figura piccola e smilza, e la collegò al mostro con una linea. Guardò Liam, per assicurarsi che stesse seguendo. Lui aveva gli occhi ridotti a fessure, poi annuì. Faerie gli sorrise, poi disegnò la stessa figura nell'atto di correre e subito dopo fece con le mani il gesto di intrappolare qualcosa. Infine, disegnò un ostacolo e assunse di nuovo un'espressione interrogativa.

Liam rimase per qualche attimo fermo e zitto. Poi, come a riepilogare, indicò la figura smilza, fece il gesto di catturarlo, percorse la linea con il dito e tracciò una croce sul mostro. Dopo, sfiorò l'ostacolo, indicò i due elfi e fece un segno di diniego. Faerie annuì.

Il volto del ragazzino si illuminò, e fece loro cenno di seguirlo.

-È molto sveglio per la sua età- commentò Drizzt. -Ha capito alla perfezione, dubito che ci sarebbero riusciti in molti- 

Liam li condusse fino a casa sua, dove i due drow si fermarono bruscamente, scambiandosi occhiate preoccupate. Lui fece un sorriso e scosse la testa, apparentemente divertito. Indicò il retro della casa e vi si diresse trotterellando. I due fratelli cercarono di seguirlo il più silenziosamente possibile. Quando ebbero svoltato l'angolo, il ragazzino corse verso un vomere rotto che la sua famiglia aveva lasciato lì a prendere ruggine, ormai inutilizzabile.

-Direi che è perfetto- sussurrò Drizzt. 

Faerie si avvicinò cautamente all'aratro. Guardò Liam, incerta, poi vi appoggiò una mano sopra. Il ragazzino sorrise incoraggiante. L'espressione di lei si rilassò. Fece cenno al fratello di aiutarla a portarlo via, ma prima si avvicinò al bambino, si chinò e gli depositò un altro bacio sulla guancia. Lui arrossì e le gettò le braccia al collo. Lei si irrigidì e ricambiò goffamente l'abbraccio.

I due si staccarono. Faerie aiutò Drizzt a sollevare il vomere, che era tutt'altro che leggero, e poi i due si incamminarono verso la foresta. Si girarono un'ultima volta, giusto in tempo per vedere Liam salutarli con la mano. 

Loro sorrisero di rimando, poi sparirono fra gli alberi.

-Forza- disse Faerie con vigore. L'aiuto del ragazzino pareva aver risvegliato qualcosa in lei, una sorta di istinto materno di protezione. -Lo trancio in due quel piccolo bastardo!- esclamò con un sorriso che lasciava trasparire una certa furia.

Il fratello non disse niente, anche se, in fondo al cuore, era rimasto sconcertato da una tale affermazione di violenza. 

 

   
 
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