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Autore: _happy_04    11/05/2020    0 recensioni
[ Black Star/Death the Kid | modern!AU | slice of life, con una buona dose di amarognolo nelle backstories ]
παλιγγενεσία (palinghenesìa): in filosofia, rinascita; concezione della realtà come eterno divenire, introduce anche quella di una ricorrente rinascita, di un "eterno ritorno" delle cose e della trasmigrazione delle anime.
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A volte, nella vita, bisogna allargare i propri orizzonti. Succede, per esempio, quando il figlio di un giudice e un ex-criminale appena uscito di prigione vanno a vivere insieme. Quando due mondi completamente diversi si scontrano, ma la collisione porta alla creazione, invece che alla distruzione.
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{linguaggio leggermente scurrile; menzioni di potenziali triggers; note e avvertimenti potrebbero cambiare nel corso della storia}
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Black Star, Death the Kid, Soul Eater Evans | Coppie: Soul/Maka
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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homo novus

Con un colpo secco, Kid richiuse la lavastoviglie.
La domenica sera è sempre un momento cruciale, un po’ triste, forse; si tratta degli ultimi momenti del weekend, gli ultimi momenti con un sapore di libertà prima che ricominci un’altra settimana. In qualche modo si pensa sempre al lato negativo, ma a volte la mente suggerisce – esige di godersi gli sgoccioli che restano dei due giorni e mezzo di pace.
E quello era esattamente ciò che voleva Kid quella sera, dopo una settimana decisamente intensa.
Uscendo dalla cucina si appoggiò allo stipite della porta con la spalla, lanciando uno sguardo a Black Star, intento a sbadigliare, stravaccato sul divano con la grazia di uno scimpanzé. Non sapeva se sentirsi disgustato o divertito da quella vista; nel dubbio, entrambi. «Ti va di vedere un film?»
Nell’ascoltare la richiesta, l’altro liberò un altro portentoso sbadiglio, anche se poi si sollevò in piedi, stiracchiandosi. «Perché no? Hai qualche idea? Tipo, qualche DVD?»
«DVD?» Kid rimase per un attimo a sbattere le palpebre, preso contropiede da quella richiesta. «Io pensavo a sceglierlo dalla selezione on demand, ma posso vedere cos’ho qui.»
Si chinò ad aprire il mobiletto sotto la Tv, seguito a ruota da Black Star, che si piazzò seduto a terra dietro di lui, e si rese conto di aver lasciato a casa del padre molto meno di quanto ricordasse. Non gli erano mai sembrati molti, ma ora che le contava notò che le custodie disposte ordinatamente accanto al vecchio lettore erano molte più di otto; erano esattamente sedici, che in fondo pure non erano un brutto numero.
Fece scorrere appena il dito lungo quelle scatole di plastica, sfiorandole appena, ricordi che affioravano ad ogni titolo di film su cui i polpastrelli si soffermavano. Ricordi più e meno belli, persino alcuni che neanche sapeva di avere ancora, segni impressi nella roccia della sua mente ma coperti dalla sabbia del tempo.
«Sono parecchi.» lo interruppe Black Star, strappandolo al filo dei suoi pensieri e facendosi un po’ più vicino. «Sei appassionato?»
Un sorriso sghembo dall’ombra nostalgica si dipinse sul viso del corvino. «Non proprio, ma quando ero ragazzino passavo un sacco di tempo a guardare film. Sì, non sono mai stato una persona… molto socievole» ridacchiò appena; per quanto molte di quelle memorie non fossero essere l’apoteosi della felicità, aveva passato dei gran bei momenti in fin dei conti. E tutti quei film lo avevano certo aiutato. «tranne che per due persone. A volte il sabato sera ci incontravamo, solitamente a casa mia o a casa di questa mia amica, e ci stringevamo tutti e tre sul divano a guardare un film diverso.»
«Ti senti ancora, con quei due tipi?» chiese Black Star; pareva genuinamente curioso, anche se c’era una nota di malinconia in quella domanda. Pareva che si stesse avvicinando ad un mondo sconosciuto, ma che rimpiangeva di non aver mai visto.
Kid sorrise ancora, guardando ancora la serie di DVD poggiata sullo scaffale. Il pensiero dei suoi amici gli accese una scintilla d calore nel cuore; aveva sempre avuto persone intorno, era stato abituato ad avere a che fare con persone più o meno sconosciute, ma gestire i rapporti con i coetanei era sempre stata tutt’un’altra cosa. Quei due erano stati gli unici ad entrare veramente a creare una connessione emotiva con lui, a comprendere e apprezzare il suo mondo interiore, indipendentemente dalla reputazione sociale della sua famiglia. Non era esagerato dire che fossero giunti a diventare una parte della sua vita, di lui. «Certo. Uno di questi giorni potrei presentarteli.»
«Sarebbe veramente figo. Forse potrei anche conoscere un po’ meglio te, con i loro racconti imbarazzanti.» L’azzurro aggiunse una leggera risata ad accompagnare la battuta, ma la sua voce manteneva un tono soffice, ovattato; rimaneva poco di quel tono entusiasta ed energico a cui Kid si era ormai abituato, ma in qualche modo non riusciva a sentirsi infastidito da ciò – anzi. Si voltò appena verso di lui, e gli sembrò di vedere una persona completamente diversa. I muscoli definiti erano rilassati, i gomiti aguzzi adagiati sulle ginocchia, il viso disteso; non gli era ben chiaro se i suoi occhi guardassero lui o qualcosa di più profondo, quasi cercasse di cogliere il nucleo della sua anima con la luce delicata che gli illuminava le iridi verde mare.
Le labbra gli si piegarono in un leggero sorriso, e seppe che quello era un istante magico. Avevano scoperto se stessi, lo sentiva, ora erano le loro stesse anime a comunicare, un linguaggio silenzioso, ma più eloquente di mille parole. Come un filo, che li legava, ma senza stringerli; li avvolgeva, con delicatezza, e li portava a capirsi.
Fu lo stesso Black Star, a rompere con delicatezza quell’incantesimo – si schiarì la gola, tentando evidentemente di non fare troppo forte. «Beh, quindi ora che film ti va di vedere?»
«Oh, giusto.» Sbattendo gli occhi, come risvegliato da un sogno, raddrizzò appena le spalle, tornando a leggere i titoli. «Non so, ne vedi qualcuno che ti ispira?»
Con un “uhm” di riflessione, il ragazzo inclinò appena la testa, per adattarsi alle scritte in verticale. «E quello? “300”? Cos’è?»
Il corvino estrasse la custodia consumata del film indicato dall’altro, rigirandoselo tra le mani. «Ah, sì, ricordo. Soul aveva insistito per vederlo, ma a me non è piaciuto troppo. Troppe incongruenze storiche.»
«Incongruenze storiche?» ripeté Black Star, come se fosse un concetto che necessitava di metabolizzare prima.
Kid annuì, con una smorfia. «La battaglia delle Termopili, quella degli Spartani contro i Persiani. La battaglia vera è una delle cose più… perfette della storia. Ma nel film ci sono tantissime cose che non corrispondono, più che altro nei ruoli politici dei personaggi.»
«Oh. Bleah.» L’azzurro scosse la testa. «Odio gli Spartani, se ho capito chi sono. Era tipo… una prigione, alla nascita. A parte che già se da neonato non eri abbastanza forte da fare il soldato, eri buttato via, come maledetta spazzatura. E poi, il tuo destino era già deciso. A sette anni iniziavi l’addestramento, e se non ti andava di combattere? Se volevi fare qualcosa di diverso? Via, via. Perdevi ogni dignità, ogni fottuto diritto o apprezzamento. l’unica strada da percorrere era quella che ti imponevano. Li odio.» Arricciò il naso, facendo piegare la lunga cicatrice che attraversava il volto da una guancia all’altra. In qualche modo, Kid fu in grado di riconoscere la durezza della sua voce – era la stessa che aveva assunto al loro primo incontro, quando lo aveva rimproverato per le parole che aveva scelto.
E, di nuovo, si chiese quale sofferenza si celasse dietro quel sorriso smagliante che brillava come il sole. Si chiedeva quali travi di legno risalissero a galla nella sua mente, strappati dal relitto che giaceva nel profondo dell’oceano dentro di lui.
«Capisco…» si limitò a mormorare, rendendosi improvvisamente conto della violenza che si ergeva dietro la facciata di onore e potenza che ai suoi occhi aveva sempre avvolto la società spartana. Non credeva di poterne essere così turbato – eppure, stavolta Black Star gli aveva davvero aperto gli occhi su qualcosa di nuovo.
«Sai chi erano veramente fighi? Voglio dire, non sono propriamente andato a scuola, ma questo sì che me lo ricordo.» Il suo sguardo cambiò rotta nel giro di un attimo, come una bandiera mossa dal vento. «I Romani, quelli dell’epoca repubblicana. Sai, no, il concetto di homo novus. Non importava da quale fetente contadino o calzolaio fossi nato – se avevi il coraggio e la forza di spaccarti la schiena e darti da fare, nessuno avrebbe potuto impedirti di scalare la società. Avresti potuto impiegare anni, ricevere sputi in faccia a destra e a manca, essere abbattuto dai commenti e dagli sgambetti degli altri; ma se stringevi i denti e andavi per la tua strada, verso l’obiettivo, potevi arrivare letteralmente dove volevi. Potevi diventare console, e nessuno poteva avere nulla da ridire, perché quel fottuto ruolo te lo eri sudato, guadagnato, ed era innegabile.»
Kid non poté evitare di fissarlo ad occhi spalancati. Il fuoco dentro di lui emanava luce propria, travolgendo la sua voce di emozione e ammirazione. Aveva parlato con un trasporto assoluto, riversando come tutto se stesso in quel discorso. Sembrava percepirlo sulla propria pelle, nelle proprie carni, e sfruttarlo come combustibile per la fiamma del proprio vigore, viverlo. Era qualcosa di irresistibile, di impossibile da ignorare, che in nessun modo poteva lasciare indifferenti.
Solo dopo qualche secondo di fiatone Black Star parve realizzare l’espressione con cui Kid era rimasto, e scoppiò a ridere, con la sua caratteristica spigliatezza e spavalderia. «Ammettilo, sei rimasto sbalordito ancora una volta dal grande me!»
In risposta, Kid gli sbatté la custodia del film sulla fronte, anche se non riusciva proprio ad apparire imbronciato. «Ma fammi il piacere, dio dei miei stivali! Scegli un film, adesso, che se no non vediamo proprio nulla.»
Quello rise ancora, per niente scalfito dalla botta né dal giocoso insulto; alla fine, selezionarono un classico Ghostbusters, già all’epoca usato, consumato fino a sembrare provenire direttamente dal 1984, che strappò loro le risate più per il terribilmente primitivo CGI che per le battute inserite per comicità – almeno, secondo le idee dei produttori originali.
Però, quella sera, quando si infilò nel letto e si coprì con la sottile coperta di cotone, il tessuto soffice gli ricordò quella sensazione che aveva provato poco prima, quel calore nel cuore che gli avevano trasmesso gli occhi cristallini di Black Star. Pensò che in fondo non gli sarebbe dispiaciuto, lasciarsi conoscere un po’ di più da lui.

 

angolino dell'autrice ||
 

E niente, questo è quello che succede quando la mia indole da appassionata di storia romana si fa sentire. AHAH: Breve storia divertente, prima di dover scrivere questo capitolo gli Spartani erano i miei preferiti, lol. Anche perché VOGLIO DIRE non è che fossero solo questo.  Maaa mi sto dilungando. Ok.
Anyways. Inutile, non posterò mai con regolarità. Ma sappiate che le recensioni sono sempre gradite, ahah! Anche solo qualche parolina per dire se vi è piaciuto o no, o cosa ne pensate qwq. Abbiamo bisogno di più DeathStar in questo mondo, say yes if u agree.
E niete, ahah, un abbraccio!

 

_choco

   
 
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