Film > La Maschera di Ferro
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Autore: JennyPotter99    12/05/2020    0 recensioni
Quanto sto per narrarvi in parte è leggenda, ma una cosa almeno è realtà. Quando i cittadini francesi insorti distrussero la Bastiglia, scoprirono nei suoi archivi questa misteriosa iscrizione: "Prigioniero numero 64389000 - l'uomo dalla maschera di ferro".
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Una donna della servitù mi veste con l’abito bianco e mi lascia il bouquet in mano.
Mi guardo allo specchio: mi piaccio, ma preferirei essere così non per Luigi.
Ora sono io il giovane colpito dal diavolo.
Probabilmente, in questo stesso momento, Athos, Porthos e Aramis sono morti.
Mio padre avrà raggiunto mia madre e non c’è niente che io possa fare.
D’un tratto, D’Artagnan entra nella stanza e mi sorride appena.- Siete molto bella.-
-Lo avete detto anche alla regina madre?- gli domando, cercando di confermare la mia teoria.- Loro sanno? Luigi sa? Sa che è vostro figlio? Che entrambi sono i vostri figli?-
Il moschettiere sbianca in viso: l’ho colto nel sacco.
-Mi assumo tutta la responsabilità delle mie azioni e prego Dio ogni giorno, a fin che Anna venga perdonata del suo adulterio.-
Ecco perché la regina prega, ecco da chi riceve quelle continue rose.
Dopotutto, lui mi sembra molto romantico.- Cogliete ogni giorno una rosa per lei…-
-Io la amo.- afferma e il suo sguardo è sincero.
-Allora potete capire quello che provo per Filippo.-
Lui si avvicina e mi accarezza la guancia, annuendo.- Risparmiate questo vestito per lui.-
Non capisco inizialmente questa frase.
Mi prende il polso e mi conduce al passaggio segreto.
-Luigi è impegnato nei preparativi, quindi non vi vedrà. A mezzogiorno, alla Bastiglia, dove Filippo è tenuto prigioniero, ci sarà un cambio di guardia. Durerà solo dieci minuti, so che non è molto, ma potete liberare Filippo e poi fuggite, fuggite il più lontano possibile da qui. Ho già avvisato Athos, Porthos e Aramis…Semmai si fideranno di nuovo di me.- mi spiega, in fretta.
Dai suoi occhi capisco che vuole aiutarmi: sono identici a quelli di Filippo.
Lui è davvero suo padre.
Forse ho davvero una possibilità di fare qualcosa e stavolta non mi arrenderò.
-Grazie.- gli dico, stringendogli le mani.
Lascio cadere i fiori a terra e prendo la gonna per correre meglio.
Esco dal palazzo senza che le guardie mi vedano, dato che sono troppo impegnate.
Non posso andare alla Bastiglia vestita così.
Per la strada, incrocio la caserma dei moschettieri.
I 40 uomini che solitamente ci sono all’interno, l’hanno lasciata vuota, sono tutti accanto a Luigi.
Prendo una delle loro divise e lascio il vestito da sposa.
Trovo anche un pugnale ed una spada e anche se non l’ho mai usata, solo vista usare, la porto con me.
A quel punto, il grande orologio suona: è mezzogiorno, alla Bastiglia stanno cambiando la guardia.
Riesco quindi ad entrare e raggiungo la cella più profonda: immagino che Luigi lo abbia imprigionato lì.
Ci sono diversi uomini a terra.
Ecco i tre moschettieri.
Athos tiene la lama puntata sul collo di una guardia che lo guarda con sfacciataggine e ha una chiave in mano: la chiave per liberare Filippo dalla maschera di ferro.
-Cercavate questa?- chiede, con un sorriso fastidioso.
Senza pensarci, tiro fuori il pugnale e glielo lancio contro il petto come fosse una freccetta, colpendolo.
Athos, Porthos e Aramis si voltano sbalorditi.
In effetti, non si vede tutti i giorni una donna con un’arma.
-Parlava un po' troppo, non credete?- intervengo, piegandomi sul corpo per prendere la chiave dorata e anche il mazzo che ha legato alla cintura, per aprire la cella.
Raggiungiamo quella di Filippo e apro le porte.
Sono così contenta di vederlo, anche se non so se tutto questo andrà a buon fine.
-Sapevo che sareste venuti a prendermi.- commenta Filippo, mentre gli tolgo la maschera.
Rivedere il suo viso è una tale gioia.
Mi sorride sorpreso.- Sei bellissima.- commenta, riferendosi al mio abito da moschettiere.
Ricambio e arrossisco.- Grazie, ma rimandiamo i complimenti a dopo.-
Mentre ci avviamo verso l’uscita, sentiamo dei cavalli trottare di fuori.
D’Artagnan entra e i tre moschettieri gli puntano le spade contro, non sapendo se possono fidarsi.
-Ci sono 20 uomini di fuori, pronti ad aspettarvi.- dice lui.
-E’ una trappola, sta mentendo.- interviene Athos, ancora in collera con lui, dopo la morte di Raoul.
Ma io so che D’Artagnan vuole sole aiutarci.
-Lui mi ha fatto fuggire dal castello, possiamo fidarci di lui.- gli assicuro, facendogli mettere via le spade.
-Luigi si è accorto della tua assenza, sta venendo qui.- continua poi.
Improvvisamente, dei soldati cercano di entrare, ma noi chiudiamo la porta e la teniamo ferma con un asse di legno.
Tentiamo di usare la porta sul retro, però anch’essa sta per essere raggiunta dai moschettieri.
Siamo in trappola.
Ci nascondiamo dietro una parete, senza sapere cosa fare.
-D’Artagnan!- grida Luigi, dalla porta principale.- Io non sono in collera con voi! Consegnatemi i traditori e io vi assicurerò la libertà!-
-Dovresti accettare…Noi siamo morti comunque.- commenta mio padre.
Ma l’altro scuote la testa.- Non posso.-
E io so perché.
-Non rinuncerà ai suoi figli.- affermo.
Filippo sgrana gli occhi.- Figli?-
Il moschettiere gli rivolge uno sguardo tenero.- Ho amato tua madre…La amo ancora. Sono dispiaciuto…Non sapevo di un gemello. Preferisco versare il mio sangue, invece che il vostro. Voi vi meritate una vita felice, dopo tutto quello che avete passato…In parte, per colpa mia.-
Credo di averlo sempre saputo, in realtà: tutte quelle attenzioni che D’Artagnan dava a Luigi, erano più che cure di un soldato.
Faccio capolino in corridoio e vedo che i moschettieri sono pronti con i fucili a spararci.
Non abbiamo molte possibilità.
Guardo prima loro e poi Filippo: nonostante la mia vita è stata breve e ho patito delle sofferenze, sento di aver provato tutto quello che ho sempre voluto provare.
E va bene così.
-Ascoltate, questi moschettieri sono diventati tali perché per loro, voi siete una leggenda e questo potrebbe essere a nostro vantaggio.- commento.
-Ha ragione.- interviene D’Artagnan.- Ma se noi dobbiamo morire, preferisco farlo così.- afferma, puntando la spada a terra.
Aramis, Athos e Porthos si uniscono a loro.
Estraggo la mia spada e faccio lo stesso insieme a Filippo. -Tutti per uno.-
-E uno per tutti.- dicono gli altri 5.
Mio padre mi guarda con un sorriso fiero e io ricambio.- Ce l’ho nel sangue, no?-
Successivamente, con un grido che ci ispira coraggio, corriamo verso il corridoio, tutti insieme.
Luigi ordina di sparare e i proiettili volano per la stanza, mi sfiorano l’orecchio e mi bucano il mantello.
Ad un certo punto, ci fermiamo.
Non sento dolore, non sono stata colpita da nessuna parte.
C’è fumo nell’aria.
Mi guardo intorno e nessuno dei miei compagni sanguina.
Non ci hanno colpiti, è incredibile.
Non importa quanti soldati Luigi abbia dalla sua parte, loro non tradiranno mai il loro comandante.
-Ma che diamine!- esclama Luigi, infastidito e prende un pugnale da un soldato, puntandomelo dritto alla gola.
Non gli importa dei moschettieri, o di Filippo, gli importa di me.
Questa faccenda è tra me e lui.
Ci fissiamo intensamente negli occhi e lui inizia a singhiozzare, con una smorfia di dolore.
Non ha il coraggio di farlo.
Non lo farà mai.
Lui mi ama.
Improvvisamente, afferra bene il manico e mi supera, cercando di colpire Filippo.
C’è un urlo e D’Artagnan si mette tra i due, venendo trafitto mortalmente alla schiena.
Io ed Aramis lo prendiamo prima che cade a terra.
-Tu, bastardo!- grida Filippo, atterrando Luigi e stringendogli le mani intorno al collo.
-Filippo, fermo!- gli dice D’Artagnan.- E’ tuo fratello.-
Filippo si ferma e si accascia su di lui, piangente.
-Per tutta la vita…Questa…Era la morte che desideravo, con voi...- singhiozza D’Artagnan, tra i vari spasmi.- Tutti per uno…E uno per…-
Non riesce a finire la frase, che il fiato gli manca e i suoi occhi diventano fissi verso il vuoto.
-Eri tu a portare una maschera.- commenta Filippo, prima di scoppiare a piangere.
Io gli chiudo gli occhi e stringo Filippo a me, l’unica cosa che posso fare.
D’Artagnan ha fatto tante cose buone nel corso della sua vita e anche nella morte, sarà ricordato per questo.
Il gruppo di moschettieri ci guarda senza sapere cosa dire: ormai sanno tutto.
-Siete tenuti al segreto, ognuno di voi.- gli dico, come fosse un ordine.
Luigi si alza e tenta di scappare, ma un moschettiere, dalla folla, si avvicina e lo blocca, puntandogli la spada contro.- Per tutta la vita ho sognato di essere lui.- dice, con i denti stretti: Luigi ha appena ucciso il suo eroe. E finalmente anche l’esercito lo vede per quello che è. -Cosa ne facciamo di lui?- mi chiede.
Ed io so esattamente cosa fare.
   
 
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