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Autore: Dreamer In Love    13/05/2020    0 recensioni
"Tell me somethin', girl
Are you happy in this modern world?
Or do you need more?
Is there somethin' else you're searchin' for?"
(Shallow - Lady Gaga & Bradley Cooper)
Shade si è appena trasferito in una nuova città, in una nuova scuola dove, volente o nolente, è costretto a entrare in contatto con un gruppo di scalmanati. E lui che pensava di passare un anno tranquillo… Tra lezioni, amicizie e amori, scoprirà che a volte non tutto ciò che si vede è la verità. Dovrà scontrarsi con un mondo a volte troppo crudele e inoltrarsi in strade buie e tormentate per riuscire a scorgere la luce dell'amore nell'oscurità.
La RedMoon è vita, ma in un certo senso c'è anche qualche cenno di RXS e RXB e FxB.
Genere: Azione, Demenziale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Fine, Shade
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cattive ragazze '
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21.
Tra il nero e il bianco
- Lotta dei galli -
 
Shade guardò con la coda dell’occhio in direzione della ragazza seduta in un angolo della mensa intenta a mangiucchiare distratta dal piatto. La sua attenzione, infatti, era totalmente sul cellulare che teneva nella mano libera: con il pollice scriveva brevi messaggi di cui riceveva risposta immediata. Il caschetto castano le copriva il volto ma sapeva che non stava sorridendo; glielo suggeriva il resto del corpo, incurvato sul tavolo. Mirlo era stata isolata dal resto del gruppo. Solo Lione osava avvicinarsi a lei ma quel giorno aveva deciso di passare la pausa pranzo con loro invece di fare compagnia alla cugina. Una mano posata cautamente sul suo avambraccio lo riportò alla realtà. Guardò la sua vicina di posto che gli sorrideva mesta.
- Lione ti ha detto che sta bene. -, cercò di consolarlo.
Nonostante non credesse davvero a quelle parole, Shade si sentì meglio; sicuramente centravano anche il fatto che Fine fosse accanto a lui e quel tocco tenero sulla sua pelle. Sospirò. La ragazza dai capelli rossi era finalmente tornata a scuola dopo una settimana di assenza. Lione e Altezza gli avevano spiegato che aveva avuto dei problemi con la sorella e l’anniversario della morte dei genitori non aveva aiutato. Alla fine, si sciolse anche lui in un sorriso tirato.
- Mi sento un po’ in colpa. –
Fine schioccò la lingua e scosse la testa, delusa. Shade rizzò la schiena, sorpreso.
- Non sei dispiaciuta a vederla seduta al tavolo da sola? –
- Non che quando era con noi fosse di molta compagnia. Non la trovo diversa. –
Shade arricciò la fronte pensieroso.
- È normale comunque che ti senta così. Non vi siete lasciati molto bene. –
- Dici che dovrei andare a parlarle per chiarire? –
La ragazza diede un’alzata di spalle.
- Non penso che ti direbbe cose diverse, soprattutto se è convinta che non le hai mai voluto bene. –
- Su questo si sbaglia. –
- Ed è proprio quello che ti fa incazzare e che ti ha spinto a lasciarla, no? Non avete molto di cui parlare quindi. –, concluse Fine con ovvietà tornando a mangiare.
Intercettò casualmente lo sguardo di Altezza che era stata attenta a ogni loro parola e che le ammiccava soddisfatta. Ghignò nascosta dai movimenti della masticazione. Sapeva cosa stava pensando e non poteva darle torto. Non avrebbe mai rimesso Shade nelle mani di Mirlo e aveva una lunga lista a giustificare quella scelta.
 
 
Shade aspettava trepidante, appoggiato al muro di fronte al cancello. Il suono della campanella e il vociare dei bambini che si era fatto di conseguenza più alto ed eccitato lo fecero sorridere. Le prime testoline spuntarono dalla porta principale e attraversarono velocemente il cortile dei giochi, andando incontro ai genitori con un’espressione serena e le mani impiastricciate dai pennarelli. Poi, apparve una figura dai capelli rosa che teneva per mano un’altra bambina. Il ragazzo guardò le sue due ospiti incespicare tra i giochi, cercandolo con lo sguardo. Le salutò da lontano per farsi riconoscere ed entrambe gli corsero incontro.
- Onii-chan! -, urlò la prima abbracciando di slancio le sue gambe e sorridendogli contenta.
Il cobalto si accorse troppo tardi che gli aveva anche sporcato i pantaloni di tempera.
- Quante volte devo dirtelo! Lavati le mani! -, sbottò inacidito mentre la sorella rideva divertita e correva di qua e di là per fuggire alla sua ira.
L’altra bambina rimase in disparte a guardarli divertita.
- Principe! -, urlò, poi.
Shade dovette fermarsi e si voltò incuriosito.
- È questo il modo in cui si saluta una principessa? –
L’azzurra aveva le spalle dritte e un’espressione composta poco affine alla sua età. Il tutto lo fece ridere a crepapelle. La bambina rimase un po’ offesa ma non si scompose – il sangue nobile non si abbassa a certi populismi -, aspettando la sua mossa. Alla fine, il cobalto s’inginocchiò e fece il baciamano.
- Buongiorno anche a te, Principessa Rein. –
A Rein luccicavano gli occhi e guardò sognante il suo cavaliere. Estrasse velocemente dalla tracolla la macchina fotografica.
- Andiamo nel tuo regno? –
Shade sorrise sornione.
- Che dici se cominciamo con una granita? –
L’ovazione di entrambe le bambine gli diede la risposta.
 
 
La ragazza, cercò la salvezza entrando dalla porta sul retro. Forse se la sarebbe cavata e lei non sarebbe venuta a sapere di quel ritardo. Appena s’infilo nello spogliatoio, però, trovò proprio l’anziana signora con le braccia sui fianchi che la guardava accigliata. La rossa sospirò.
- Scusa il ritardo, Camelot. –, sussurrò colpevole avviandosi a passo svelto verso l’armadietto.
Inserì il codice e il metallo si aprì cigolando. Estrasse la sua divisa da maid nera, addobbata di pizzi e merletti in puro stile vittoriano, e cominciò a cambiarsi.
Camelot alzò gli occhi al cielo e con fare disperato cominciò a massaggiarsi le tempie.
- Che cosa devo fare con te Fine? Se fossi una mia normale dipendente, ti avrei già licenziato in tronco. -
La rossa, ora vestita di tutto punto, si voltò dispiaciuta verso la donna che, comunque, continuò imperterrita la ramanzina.
- Quante volte devo dirti che la puntualità è fondamentale: i clienti ripongono totale fiducia in voi e hanno delle aspettative. –
- Lo so. Per me questo lavoro è fondamentale. –
- Non è vero. –
- Se non fosse per te, saremmo in mezzo a una strada. Il minimo che possa fare è lavorare per te. –
- Nessuno te l’ha mai domandato. –
- Mi fa sentire meno in debito nei tuoi confronti. –
Camelot sospirò rassegnata.
- Non c’è proprio verso di farti cambiare idea. –
Fine  sorrise vittoriosa.
- È il motivo per cui mi adori. –
- E perché mi porti un sacco di clienti con quel tuo bel visino, sfacciata di una ragazza. -, si lamentò l’altra rilassando i muscoli facciali e stando alle battute della più giovane.
Le si avvicinò per sistemarle il colletto della divisa.
- Quindi dove sei stata? –
- Ho incrociato Shade lungo la strada. Ho dovuto nascondermi per non farmi scoprire. –
- Quel ragazzo non è stupido. –
- Lo so fin troppo bene; è per quello che mi sono nascosta. –
- Hai intenzione di dirglielo? –
- Avrà sicuramente già capito tutto ma non mi sento ancora pronta a parlargliene. È già tanto se permetto a Lione e ad Altezza di venire. –
Camelot sorrise alla giovane e le accarezzò tenera le guance. Poi posò le mani sulle sue spalle.
- Ragazza mia, un uomo simile non è facile da trovare. Dovresti avere più fiducia in lui. –
- Ho totale fiducia in lui. È questo il problema. -, ammise piccata la rossa.
L’anziana non riuscì a trattenere una risata gracchiante. Le diede un buffetto sul fianco e cominciò ad avviarsi verso l’uscita dello spogliatoio.
- Eliza è in gran forma oggi. Non vedeva l’ora di approfittare del tuo ritardo per farsi nuovi affezionati clienti. –
Fine fece un gesto di stizza e s’infilò i tacchi, completando il suo outfit.
- Non ha occhi che per Fango. –
- Tra te e lei mi toccherà trovarmi nuove dipendenti. L’amore vi da alla testa. –
La ragazza si gelò appena sul posto. Poi, scoppiò a ridere.
- Mi sa che hai ragione. -
Camelot si appoggiò noncurante allo stipite della porta, aspettando l’ultima domanda che, sapeva, le sarebbe stata rivolta a momenti. Era contenta, comunque, di vedere la sua protetta così spensierata e allegra. Quel ragazzo l’aveva cambiata profondamente.
- Rein? –
Appunto.
- È in camera sua a fare i compiti. Ha detto che la prossima volta vorrebbe invitare la sua compagna a giocare e che a casa di Shade si è divertita molto. Il ragazzo è stato molto dolce e premuroso; e aggiungerei puntualissimo, a differenza tua. –
Fine sorrise leggermente.
- Ed io che dubitavo dell’esistenza dei principi azzurri. Finalmente l’ha trovato. –
- Anche tu. –
E con quell’ultima battuta maliziosa, l’anziana padrona del locale si dileguò nel corridoio lasciando Fine sola con i suoi pensieri.
 
 
Shade aveva da poco riportato a casa Rein e passeggiava svogliato e accaldato per le vie principali della città. Era stato un pomeriggio intenso in compagnia di sua sorella e dell’adorabile bambina che aveva conosciuto solo qualche settimana prima. Era stato un incontro programmato dal destino, ne era assolutamente certo, perché ciò che aveva scoperto grazie a lei era fondamentale: aveva perso vent’anni di vita quando aveva sentito pronunciare a Rein il nome di sua sorella ma ora tutti i tasselli erano andati al loro posto. Comunque, ora si ritrovava con un gran mal di testa per le chiacchiere stridule di quelle due.
Guardò distrattamente l’orologio. Era ancora presto e decise di passare a casa Jewel per chiedere come fosse andato l’allenamento; per stare con le bambine aveva, infatti, saltato il basket. Inoltre, sperava di riuscire a intercettare Altezza per farle qualche domanda e avere delle conferme sulle informazioni che aveva ricavato. Doveva stare attento però: sapeva quando la bionda potesse essere perspicace.
Venne accolto dalla signora Jewel che gli fece strada per la camera di Bright. Bussò poi alla porta e trovò l’amico in compagnia di Auler, intenti a giocare ai videogiochi.
- Potevate invitarmi! -, protestò subito sedendosi su un cuscino e guardando interessato lo schermo dove i due si stavano sfidando.
- Vi porto qualcosa ragazzi? –
- Da bere, grazie mamma. -, rispose subito Bright senza distogliere gli occhi dalla televisione.  – Non eri impegnato oggi pomeriggio? -, chiese subito dopo a Shade.
- Dettagli. L’allenamento? –
- Devi recuperare il test sulla resistenza. -, spiegò Auler.
Shade produsse un verso sconfortato e si accasciò a terra. Camelia entrò subito dopo portando l’acqua e il ragazzo si allungò sul tavolino per servirsi. Mentre beveva, sbirciò tra gli scaffali della libreria, annoiato nell’aspettare che i due finissero la partita, e scorse l’annuario scolastico delle elementari. Lo estrasse divertito e cominciò a sfogliare le pagine. Dopo la copertina dedicata a Bright e a momenti in cui veniva immortalato in diverse attività, arrivò la foto di classe. La sua attenzione fu subito richiamata da un’adorabile bambina dai capelli rossi legati in due codine e Poomo nascosto nella giacca della divisa; sorrideva smagliante, contenta di essere circondata da amici e di farsi fotografare. Teneva le dita con il segno della vittoria. Scorse distrattamente anche gli altri ragazzi e qualche compagno di scuola: Altezza e Lione erano accanto a Fine mentre Auler, Bright e Sophie, più alti, stavano in ultima fila, stretti in un abbraccio.
La faccia di Bright spuntò dalla sua spalla e Shade sobbalzò. Il biondo prese il libro dalle sue mani e si voltò sorridente verso l’amico dai capelli azzurri.
- Guarda questa! –
Mise sotto il naso di Auler la foto e indicò le loro figure da bambini, ridendo.
- Che capelli assurdi che avevi. –
Anche l’altro ragazzo mise in pausa il gioco e ghignò, indicando Altezza.
- Era adorabile anche a quei tempi. –
Una spinta lo fece vacillare.
- Smettila, dai. -, lo rimbeccò Shade.
- Lione, Sophie, -, continuò Bright scorgendo le facce conosciute. – ed ecco Fine: che imbranata. –
- Imbranata? –
Auler e Bright risero e si apprestarono a dare una spiegazione all’amico.
- Vedi che la maestra e alcuni compagni indossano la tuta da ginnastica? –
- Anch’io, se vogliamo dirla tutta. -, intervenne l’azzurro indicandosi sul foglio.
- Stavamo facendo scienze e abbiamo provato il solito esperimento dell’aceto e del bicarbonato. Fine ha inserito un reagente sbagliato ed è esploso tutto, imbrattandoci. –
- Scoppiò a ridere a crepapelle: disse che era molto dispiaciuta ma che eravamo troppo buffi tutti sporchi in quel modo. –
- Adorabile. -, sospirò pensieroso Bright.
Shade e Auler lo guardarono stralunati e il biondino ridacchiò nervoso.
- Ragazzi ho una cosa da dirvi. -, comunicò poi, chiudendo di schianto l’annuario.
L’azzurro alzo gli occhi al cielo, mentre Shade sentì un brivido freddo attraversargli la schiena.
 
Presagivo il peggio.
 
- Penso di essere innamorato di Fine. –
 
Mai parole furano tanto scontate e terribili. Mi si seccò la gola, non riuscivo più a parlare e, intanto, Bright mi guardava speranzoso, convinto del mio supporto.
 
- Non dire stronzate. –
La voce di Auler sorprese entrambi gli amici: Bright si rabbuiò immediatamente mentre Shade tornò, quantomeno, a respirare.
- Perché? -, sbottò alla fine il biondo.
- Sai benissimo che Fine non è interessata a te. –
Le iridi chiare del ragazzo si fermarono eloquenti sul cobalto che, invece, cercava un qualsiasi appiglio per fuggire dalla conversazione. Scoperto nel tentativo di scappare, scosse impercettibilmente la testa per supplicare Auler di non coinvolgerlo. Sapeva che l’amico tifava per lui e che in un qualche modo aveva colto il suo interesse per Fine, ma non era intenzionato a farlo sapere a Bright. L’azzurro, d’altro canto, si aspettava sicuramente un atteggiamento più coraggioso; l’aveva sopravvalutato.
- A chi è interessata allora? In ogni caso sapete che sono un ottimo corteggiatore. –
- Perché devi arrivare a umiliarti così. Lascia stare Bright. –
Il biondino si alzò impettito, deluso di non avere il sostegno di Auler.
- Pensi che io non sia alla sua altezza? –
- Quante volte ti dovrà dire che ti vede come un fratello prima che tu lo capisca davvero? –
- Ci siamo lasciati per colpa di quello che è successo. Magari lei prova ancora qualcosa. –
- Vi siete lasciati prima e non puoi negarlo. Anche tu non eri più così convinto. Non sei innamorato di lei, sei solo geloso. –
Bright strabuzzò gli occhi, ora furibondo. Auler, temerario nel tenere quel testa a testa, incrociò le braccia al petto, soddisfatto, dopotutto, di aver detto quello che pensava.
- Geloso di chi? –, sbottò il biondo.
Il fidanzato di Altezza alzò elegantemente un sopracciglio e con un sorriso tristemente divertito si voltò a guardare la terza persona presente della stanza che fingeva di interessarsi al telefono, rannicchiato in un angolo e nascosto da una tenda. Bright batté le palpebre più volte, stralunato.
- Quando i galli hanno finito di litigare… -
La voce femminile e acuta li fece sobbalzare tutti e tre. Appoggiata allo stipite della porta, vestita di un corto abitino blu, Altezza osservava spazientita la scena.
– Auler potresti raggiungermi di là? –
L’azzurrò si passò una mano tra i lunghi ciuffi, spettinandosi e sospirando.
- Tanto è inutile parlare con chi non vuole ascoltare. –
L’amico biondo si ridestò appena, offeso, mentre Auler lanciava un ultimo sguardo deluso al patetico essere che aveva sostituito Shade negli ultimi dieci minuti. Lasciò la stanza in compagnia della sua ragazza che lo condusse con sè prendendolo teneramente per mano.
Solo quando il legno venne chiuso, Bright si sedette con un sospiro sul letto, tenendosi la testa tra le mani. Rimase così per diversi minuti.
 
E io sperai di riuscire a sgattaiolare fuori dalla stanza senza essere notato.
 
Poi, il ragazzo lasciò andare l’aria che tratteneva nei polmoni e parlò.
- Ha ragione sai? Sono geloso di te. Ma non centra nulla con quello che provo per Fine. –
Il tono e l’atteggiamento di sconfitta obbligarono il cobalto ad avvicinarsi. Gli si sedette accanto, dandogli una vigorosa pacca sulla spalla.
- Perché? –, si azzardò a chiedere.
- Non è facile da spiegare. Sono geloso del rapporto che sei riuscito a costruire con lei in così poco tempo. Prima ero io il suo migliore amico, ma è stata proprio la tua presenza ad aiutarmi a fare chiarezza nei miei sentimenti. –
- Non volevo sostituirti. -, tentò di giustificarsi Shade non sapendo bene cosa dire.
Il biondo lo guardò con un sorriso tirato.
- Chi se lo aspettava che il nuovo arrivato conquistasse Fine? Sono convinto che il fatto che tu non sapessi nulla di lei l’ha aiutata ad aprirsi di più. Grazie a te sembra più rilassata, sorride spesso e riesci persino a farla ridere Con noi, invece, dopo essere tornata, era sempre diffidente, all’erta, e si sentiva costantemente in pericolo; abbiamo faticato a farla riabituare ai ritmi di una vita tranquilla e ordinaria. –
- Ho fatto comunque degli errori: l’episodio di Lemon e Chiffon, Mirlo; non ho fatto altro che deluderla. –
- Tutti noi, però, stiamo ancora aspettando che possa tornare come prima ed è una colpa ancor più grave rispetto all’aver fatto degli sbagli e avere avuto il coraggio di chiedere scusa. –
- Beh, Fine si vergogna molto per quello che ha vissuto e si sente in difetto nei vostri confronti. Non ho avuto la fortuna di conoscerla prima della morte dei suoi genitori ma penso che sia proprio il suo passato a renderla così speciale. –
- Visto? Con te ha avuto il coraggio di parlare di quello che è successo. Come darle torto? Quando non hai la possibilità di essere diverso rispetto a quello che gli altri si aspettano da te, è normale cominciare a nascondere le cose. –
Shade appoggiò le spalle al muro dietro di loro.
- Le aspettative delle persone che ci circondano non dovrebbero frenarci. –, continuò il ragionamento, stando sulla linea del biondino.
Bright finalmente alzò la testa e studiò per qualche secondo il volto del compagno.
- Se ti senti rispondere: “Non dire stronzate”, quando finalmente riesci a confessare ai tuoi migliori amici di essere innamorato di una ragazza, non ti senti molto sostenuto. –, lo rimbecco con tono sarcastico.
- Auler vuole solo proteggerti. –
- No, vuole proteggere Fine. Gli altri non mi ritengono alla sua altezza; sono superficiale, impulsivo e non agisco con alti ideali. Loro dividono il mondo in bianco e nero, buoni e cattivi, e non capiscono che spesso il fine giustifica i mezzi. –
- Bisogna sempre cercare di fare del proprio meglio ma non è per niente semplice. –
- Esatto. Quando io e Fine ci siamo lasciati, mi sono sentito dire che era schifoso cercare di convincerla a fare l'amore con me. Non capivano quanto potesse essere importante per me, per noi. Forse sbagliavo a pensare che risolvesse tutti i nostri problemi, ma perché dovevo vergognarmi di quel che provavo e desideravo? Forse avremmo dovuto vivere un amore come quello di Auler e Altezza, nato da un colpo di fulmine e costruito sul per sempre felici e contenti a guardarsi negli occhi e tenersi per mano. –
- Altezza e Auler non sono poi così platonici, eh. –
- A maggior ragione, non avevano il diritto di puntare il dito contro. La relazione era tra me e Fine, non la loro. Siamo tutti diversi e bisogna rispettare le idee degli altri.
L'esperienza di Fine, comunque, li ha costretti a trovare un compromesso tra le loro credenze e la realtà che li circonda. Io sono invece più consapevole di ciò che voglio, e non mi farò fermare dalla testardaggine di Auler. -
- E cosa vuoi? -
- Fine. Sai, non mi ha mai condannato per quel che è successo. Anzi, si è presa la colpa della fine della nostra storia. Fa parte del suo essere e del suo fascino, dopotutto: vede solo il bianco nella vita, nella convinzione che ogni persona dia sempre il meglio. Piuttosto è lei quella che sbaglia; è lei quella nel torto che non si è impegnata abbastanza. –
- Infatti, Fine mi ha detto che aveva solo paura di deluderti, di non riuscire ad accontentarti. –
Bright fece una smorfia disgustata.
- Avete parlato anche di questo? –
Il cobalto si ritrovò a sorridere.
- È capitato. Non essere geloso. -, scherzò e finalmente anche il biondino si sciolse un attimo.
Rilassò le spalle e incrociò i piedi sul copriletto.
- Quando è tornata, è stato difficile per tutti noi scoprire che aveva perso la sua ingenuità, il suo sguardo incantato sul mondo. Eppure, non so in che modo, è riuscita a rimanere intatta, trasparente. È questo il motivo per cui mi sento così vicino a Fine: prima l’amavo per la sua innocenza; ora l’ammiro perché continua a vedere il bianco nonostante sia sprofondata nel nero.  –
 
Non riuscivo a condividere appieno quell’ultima affermazione di Bright. Nonostante avesse appena accusato i nostri amici di non riuscire a lasciar andare il fantasma di Fine, anche lui non ne era esente.
Fine non ere pura; men che meno intatta o trasparente.
Per come avevo imparato a conoscerla, Fine era dominata dal senso di colpa, dalla vergogna e dalla paura per una vita che era stata fin troppo crudele con lei. Puntualmente, tendeva ad autocommiserarsi e a pensare di essere sola; era narcisista in questo. Cocciuta, schietta e a tratti arrogante, nascondeva dietro una maschera una grande vulnerabilità. Fine era fragile e insicura; era stata spezzata e ricompattata velocemente, e più volte, negli stessi punti.
I rimasugli di una vita precedente vivevano ancora in lei, certo: l'attitudine alla gioia e alla generosità erano dure da cancellare; ma si trattava di blandi momenti di spensieratezza ed erano quei deboli raggi di luce a rendere il nero che la circondava ancora più cupo. O era proprio quel nero cupo a rendere così prezioso e smagliante ogni suo sorriso? 
Fine era vigile e timorosa delle tenebre che puntualmente le attanagliano il cuore ma non per questo il calore che emanava era meno sconvolgente.
Mozzava il fiato con la sua sola presenza.
 
Bright si allungò per guardare l’amico negli occhi e gli rivolse un sorriso affabile.
- So che Auler non mi sostiene ma tu non mi abbandonerai vero? Mi aiuterai con Fine? –
 
Mi sarebbe bastato dirgli la verità: che non avevo intenzione di aiutarlo visto che ero innamorato di lei.
Eppure, non mi sentivo in grado di giudicare il sentimento di Bright e per questo non seppi fare altro che dargli l’unica risposta che voleva sentirsi dire.
 
- Certo che ti do una mano, amico. -




Angolo dell'autrice!
Sono contentissima di avere un giorno d'anticipo. Giusto per uccidere, demolire, fare a brandelli, ventiquattro ore prima la vostra felicità per gli scorsi capitoli. Pensavate che sarebbe stato semplice e invece no ahahahah. Non odiatemi, dai. 
Che dire, Bright ha semplicemente un pessimo tempismo e un'interessante visione delle cose. Badate bene, vi da una giusta proporzione di come venga vissuta da tutto il gruppo la storia di Fine. Capite anche perchè ha così tanti segreti. 
Shade, in ogni caso, non si fa troppi problemi a ficcanasare nella sua vita, complice una Rein affamata di granita. Adoro scrivere di questo lato paterno di Shade, che si diverte a stare con quelle due adorabili bambine. 
Vediamo anche i risvolti sul gruppo della rottura con Mirlo e conosciamo un nuovo personaggio. Preparatevi, perchè Camelot è tosta. Scoprite anche perchè Fine lavora per lei. Piu avanti tutta la sua storia vi sarà chiara. 
Questo, alla fine, era un capitolo di transito che vi da tante informazioni ma non giunge da nessuna parte. I prossimi due/tre/quattro -ma anche cinque- li ametere, ne sono convinta. 
Ci vediamo tra due settimane e grazie per il supporto. Se volete lasciare una recensione a me fa solo piacere. 
Dreamer In Love

 
  
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