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Autore: mercurioingocce    13/05/2020    0 recensioni
Francia, 1214
Tra vino, conversazioni e divertimento, i protagonisti sono l'esuberante Etienne de Sancerre e il cauto Henri de Grandpré.
Dal secondo capitolo:
-“Perché Etienne, perché?”
Lo aveva visto danzare tutta la sera, provando una punta di un’emozione che non riusciva a descrivere. Gelosia, forse.
“Sciocchezze, è un uomo. Come posso provare gelosia verso un mio compagno d’armi?”
Quell’emozione l’aveva accompagnato durante tutto il banchetto: l’aveva visto ridere, scherzare e infine guardare quella ragazza con desiderio, sentendosi rimescolare lo stomaco. Donna, si chiamava la ragazza. Era uno dei famigli di Jean de Ponthieu.-
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Donna Barrat, Etienne de Sancerre, Henri de Grandpré
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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~~“Chi è che mi aveva chiesto il vino, qui?”
“Henri, meraviglioso ragazzo.”
“Champagne di ottima qualità. A noi e alla nostra vittoria, signori.”
La guerra era appena terminata e i cavalieri stavano rientrando nelle rispettive tende per curarsi e rifocillarsi. Dopo un’oretta passata nella propria Henri aveva deciso di uscire un po’, per quanto distrutto dalla battaglia. Aveva individuato velocemente quella dei Sancerre e si era precipitato dentro con una bottiglia in mano. Lo aspettavano Etienne e suo fratello Guillaume, distesi e attorniati da un paio di medici che stavano curando le ferite e le contusioni dei due. Prese posto e il cadetto Sancerre ordinò a un servo accanto di andare a prendere dei bicchieri.
“Grande mossa la tua, Henri. E’ a te che dobbiamo la vita e la vittoria.”
Iniziò il discorso Guillaume.
“Voi mi adulate, monsieur. Anche Jean ha avuto la mia stessa idea.”
“Siete stato voi, però, ad esporla al re.”
“Concordo con mio fratello.  Grazie, piccolo Henri. Senza di te non saremo vivi.”
Piccolo Henri, piccolo Henri…
“No. Non qui.” Si disse tra sé e sé il giovane conte.
“Allora facciamo un veloce rinfresco in onore di questa giornata, di certo il vino che hai portato non si beve da solo. Dove sono Jean e Henri “il grande””?
“Monsieur de Ponthieu è nella tenda con suo fratello, mentre De Bar è con il re.”
“Beh, brindiamo. Potrei avvisarli di venire qui non appena hanno finito. Che gusto c’è bere senza i propri compagni d’armi, altrimenti?”
Parlottò con un uomo accanto, che uscì velocemente dalla tenda. Il servo intanto versò il vino nei rispettivi calici e li porse ai tre cavalieri.
“Alla vittoria e alla Francia.”
I medici, avendo terminato il loro lavoro, uscirono dalla tenda per curare altri feriti, non senza premurarsi di consigli.
“Grazie, ma stiamo benone. Del resto ci vuole ben altro per scalfire uno come m…”
“Etienne!” Lo redarguì il fratello con un’occhiata severa.
“…volevo dire che starò attento ad evitare movimenti bruschi.”
“Scordati i tornei dei prossimi due mesi.”
“Guillaume, non sono più un bambino, non puoi trattarmi così!” gli disse indispettito.
“Fisicamente no, ma mentalmente sì, purtroppo.” Sospirò.
Henri trattenne la risata a quel battibecco.
Poco dopo arrivò un valletto a chiedere del primogenito Sancerre.
“Il nostro sovrano vorrebbe che lo raggiungeste nella sua tenda. Deve discutere con lei in privato di alcune formalità.”
“Va bene, arrivo. Monsieur de Grandpré, vorrei che vegliaste su mio fratello. Non sarebbe una bella sorpresa trovarlo ubriaco al mio ritorno.”
“Contateci, monsieur.”
Il conte uscì, mentre il servo guardò interrogativamente il cadetto.
“Va con lui.” Fece un cenno con la testa e indicò l’uscita, che il servitore si affrettò a raggiungere.
Rimasti nuovamente soli, continuarono a discutere della battaglia, quando improvvisamente scese il silenzio tra di loro.
“Donna?” Indicò Henri a disagio il nastro avvolto sul braccio sanguinante dell’altro. Lui lo sfiorò con delicatezza, e quel gesto sembrò così inusuale per il suo carattere esuberante.
“Ho intenzione di chiederla in sposa appena arriverò a Chatel Argent. Devo anche farmi dare la benedizione da parte di Jean siccome è il suo tutore, ma non credo che ci saranno grandi problemi. Ne sarà felice, anzi. Quale cavaliere migliore di me potrebbe provvedere a una donna di un fascino del genere?”
Henri rimase zitto. Un immotivato dolore era sceso su di lui, accompagnato da una sorta di delusione.
Che c’è, Henri? Sorpreso? Eppure lo sapevi già dall’inizio che non era possibile…
Etienne, in barba ai divieti di suo fratello, aveva agguantato nuovamente la bottiglia e si stava versano il vino nel calice.
“Non farlo! Non bere un solo sorso in più!”
Lui lo guardò sorpreso.
“Henri, ma che ti prende? Non ti facevo così ligio alle regole di Guillaume.”
“No, non è per quello. E’ che… sono successe cose… sconvenienti per la nostra reputazione.”
“Spiegati.”
“No Etienne, non posso e non voglio dirlo. Rovinerei la mia e la tua dignità.”
Lui si alzò dalla seggiola e poggiò il calice sul tavolino lì accanto.
“Cose sconvenienti… tipo questa?”
Si avvicinò sempre di più, fino a sovrastare il giovane conte.
“Eri ubriaco… come…”
Etienne si abbassò fino ad arrivare vicinissimo al suo volto, poi si scostò e gli diede un bacio sulla guancia.
“Ti ho detto che reggo bene l’alcol, piccolo Henri.” rispose con un sorriso sornione.
Il giovane conte spalancò gli occhi e, quando l’altro si voltò, sfiorò con le dita il posto dove l’aveva toccato.
No, ne aveva abbastanza. Disdicevole o no, erano soli, sobri (anche se decisamente su di giri) e non avrebbero più potuto godere di un momento simile in futuro.
“Etienne.”
L’altro si girò e, prima di realizzare quello che stava succedendo, lui gli fu addosso sulle labbra. Etienne non si staccò, ma gli carezzò la guancia con tenerezza. Dopo pochi secondi Henri si accorse con orrore di quello che aveva fatto.
“Mio dio…cosa mi è preso… perdonami…”
“Va tutto bene, Henri.”
“No che non va bene! Stiamo andando contro tutti i precetti e il buonsenso… Contro natura, ecco quello che sono. Finiremo al rogo e poi all'inferno, noi e i nostri peccati!”
Lui gli poggiò una mano sulla spalla. Pareva stranamente calmo e ragionevole.
“Dimentichiamo tutto, va bene? Eravamo ubriachi, probabilmente nemmeno adesso siamo sobri.”
“Tu devi sposarti!”
Etienne si toccò il nastro che teneva legato al polso, poi osservò Henri con attenzione.
“Non posso fare altrimenti. Amo Donna.”
A Henri quella risposta parve insopportabile.
“Può rientrare nel divertimento quello che abbiamo fatto. E guarda, non abbiamo corso il rischio di sorprese indesiderate!”
"Tu lo chiami divertimento rischiare di finire al rogo?"
La tensione si attenuò un poco e a Henri sfuggì un sorriso. In quello stesso momento giunsero alla tenda Henri de Bar, seguito da Jean de Ponthieu.
“Signori, mi stupisco che abbiate voluto iniziare il brindisi senza di noi. Sono profondamente deluso.”
Jean interruppe il silenzio che vi si era creato. De Bar salutò i due con un freddo cenno del capo. Era ancora pallido.
“Non vi preoccupate. Henri il piccolo ha vigilato su di me in modo che non finissi subito il vino.”
Henri colse la provocazione e gli riservò un sorriso imbarazzato. I loro momenti di intimità erano finiti per sempre.
 
   
 
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