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Autore: LilithGrace    16/05/2020    0 recensioni
"Chiedermi di accompagnarlo in Svezia per qualche giorno mi ha resa la persona più felice del mondo.
Finalmente potrò visitare con più calma Stoccolma, conoscere i suoi amici e chissà, forse anche la sua famiglia… Già, la sua famiglia… Come mi presenterà a loro? Mi presenterà come la sua ragazza?" (tratto dal primo capitolo)
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Stefan Levin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Era quasi estate e come ogni anno, si stava avvicinando il saggio di finale dell’accademia di ballo che frequentava Anja.
Questa volta si sarebbero esibiti in quattro.
Insieme ai maestri avevano strutturato lo spettacolo in maniera tale da fare scambi veloci, precisi, alternando salsa e bachata.
Durante le prove, Anja si fermò di colpo rischiando di beccarsi una manata in pieno viso da parte di Yvonne. Si accasciò per terra, seduta.
L’amica, preoccupata, si accovacciò e si offrì di accompagnarla in bagno per rifrescarsi un po’ il viso:
“Sicura di star bene?”
“Sarà solo un calo di zuccheri”
“Non hai la faccia di chi ha avuto un calo di zuccheri….”
Anja si specchiò osservando i profondi solchi neri sotto ai propri occhi e a quelle parole si sentì mancare il fiato.
Si voltò subito verso la ragazza, guardandola fissa: “il mio ciclo è in ritardo di parecchio, almeno un paio di mesi… non ci ho dato peso all’inizio perché non è la prima volta che mi capita e tu lo sai, lo stress mi gioca brutti scherzi.” Si prese una pausa prima di continuare: “quando sono stata ad Amsterdam con Stephan, beh… lui…” non riuscì a pronunciare le ultime parole, ma l’amica comprese perfettamente.
“Gliel’hai detto?”
“No, ancora no…. Dovrò trovare il momento giusto, trovare le parole adeguate… ho paura…”
Yvone abbracciò forte l’amica, carezzandole la testa: “Ora sai che facciamo? Usciamo di qui, diciamo ai due maschioni di là che per oggi abbiamo finito, prendiamo il test e vedremo poi come muoverci, mh?”

Arrivarono a casa di Anja dopo essere passate per la farmacia,  Yvone aveva avvertito i genitori che avrebbe dormito dall’amica.
Anja scelse di parlare subito con i suoi genitori, di metterli al corrente di una probabile gravidanza al fine di poter affrontare il tutto più serenamente.
Quella era la parte che meno la preoccupava: da sempre, i suoi, erano quasi degli amici per lei, dei confidenti e dei complici; avrebbero compreso e l’avrebbero aiutata al meglio delle loro possibilità.
Posò il borsone per terra e si avvicinò a loro, seduti sul divano a guardare svogliatamente un film, giusto per ingannare il tempo. Si parò davanti allo schermo: “Posso parlavi un momento?” fecero cenno alla ragazza di avvicinarsi e le presero le mani entrambi, stringendogliele forte. Sentiva il cuore batterle all’impazzata: “Per me non è facile parlarne… credo… credo di essere incinta” disse tutto un fiato, chiudendo istintivamente gli occhi, come quando da bimbi si ha paura dei fuochi d’artificio o di una punturina.
I genitori rimasero in silenzio per alcuni secondi.
La madre l’abbracciò forte e le sorrise, tranquillizzandola: “andrà tutto bene”, le disse con aria serena. Anja spostò lo sguardo sul padre, cercando approvazione anche da lui. Un cenno del capo ed un mezzo sorriso le furono più che sufficienti.


Erano circa le sei del mattino e Anja era già sveglia con gli occhi sbarrati fissanti il soffitto: il momento della verità si stava avvicinando.
Andò in bagno portandosi dietro il test ed una volta fatto, lo consegnò nelle mani della sua fedelissima assistente. Cominciò a tamburellare con il piede su di un mobiletto vicino, aspettando quei minuti che sembravano un’eternità.
“sei pronta?”
Annuì ed aprì la mano, aspettando che la ragazza ci poggiasse il piccolo involucro di plastica con la risposta.  Due tacche.
Era incinta davvero.
Si alzò nervosa, ansiosa: “Per ora non posso dirlo a Stephan, deve giocare una partita di fine Bundesliga e una con la nazionale svedese”
“Sono d’accordo… Stephan lo conosci come le tue tasche, saprai quando sarà il momento più adatto.”, l’abbracciò forte sentendo la giovane sciogliersi in un pianto liberatorio.
“Andrai alle partite?”
Scoppiò a ridere e si asciugò le lacrime con la manica del pigiama: “Vorrei poterti dire di no, ma mi ha praticamente costretto. In realtà, sa solo che andrò alla finale, della partita della nazionale non sa nulla e non dovrà sapere nulla.”
“Scommetto che è un piano diabolico per vedere come si comporta con Shelley in tua assenza”
“Mi conosci bene allora”. Yvonne fece spallucce “Solo da quando sei nata!”.
Diedero la notizia ai coniugi Müller che ne furono felici. Certo, non nascosero la preoccupazione, cosa normale, ma non poterono negare che l’idea di diventare nonni non era affatto male.



Avevano custodito il segreto gelosamente, avevano reso partecipe anche Thorben e Jӧrg della situazione e, con qualche piccola accortezza, riuscirono a portar a termine tutti gli allenamenti.
Il saggio si sarebbe tenuto in una balera, dove all’interno era stato montato un palco ampio. Quella sera c’erano tutti, da Stephan alla combriccola felice di ‘Raggio di Sole’.

Toccava a loro.
Entrarono in penombra e sotto quei pochi  riflettori accesi, i loro vestiti brillavano come non mai; le donne indossavano un body  senza maniche color petrolio totalmente impreziosito da strass e frange sul sedere, mentre i ragazzi portavano una maglia a maniche lunghe, con uno scollo profondo sino all’ombelico, anch’esso pieno di swarovski che richiamavano lo stesso decoro delle controparte femminile.

Lo spettacolo cominciò, le luci si accesero facendo esplodere l’intera sala in un tripudio di luccichii simili a stelle.
La coreografia fu un susseguirsi di scambi, spaccate, prese e volteggi prima sulle note di Energìa, una bachata sensual, per poi proseguire, e terminare, con una più che celebre salsa Bomba carambomba.
 
Stephan POV: Vederla così leggiadra su quel palco mi faceva stare bene… era così bella, sensuale e mai volgare, splendeva di luce propria. Non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso ed ogni volta che i nostri sguardi si incrociavano, mi sentivo venir meno. Era mia, l’amavo più di ogni altra cosa. Non potrò mai più fare a meno di lei, di questo ne sono certo.




  NOTE: Scusate, ma nel correggere alcune sviste che mi sono state segnalate, mi sono accorta di non aver citato 'Raggio di Sole' nelle note. 
'Raggio di Sole' è una creazione della mia ormai amica Fafanella che ha acconsentito, come anche per alcuni capitoli in precedenza, a farmi utilizzare il nome del locale della dolce Stella, personaggio sempre creato da lei.

 
  
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