Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Claudieren_    17/05/2020    1 recensioni
I vecchi rancori sono difficili da dimenticare, soprattutto se vissuti con qualcuno che hai amato. Sono convinta che i legami profondi non si spezzino mai, nonostante quella persona esca completamente dalla tua vita. I vivi ricordi sono pugnalate difficili da sanare. Marco aveva davvero provato a dimenticare Laura, ma vederla ha sempre riacceso la passione. Passione, però, non implica sentimento.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ci sto per ricascare, me lo sento, pensai.
«Ragazze, esco a prendere un po’ d’aria» urlai per sovrastare la musica che suonava.
Maria e Giorgia si girarono a guardarmi. Sapevo cosa stavano pensando, perché è la stessa cosa che pensai io. Non mi seguirono, non mi chiesero nemmeno se volessi compagnia, speravano che Marco mi seguisse, come ci speravo io.
Mi appoggiai allo stipite della porta d’ingresso del locale. Matteo ne aveva scelto uno strano per festeggiare il giorno della sua laurea. Era isolato, in periferia, silenzioso. Il locale era strutturato affinché una grande scalinata portasse ad un piano inferiore, quasi insonorizzato, per poter avere la musica ad un livello eccessivamente alto. D’altronde lui era il perfetto tipo da discoteca. Con il suo fidanzato non faceva altro. E per quanto andassimo d’accordo il novanta percento delle volte, su questa proprio no.
«Che faccia che hai» pronunciò una voce vicino al mio orecchio.
Sobbalzai mentre Marco si posizionava al mio fianco. Fissò lo stesso punto che guardavo io.
«Cosa c’è dietro quella Fiat che non vedo?» mi chiese.
La vergogna, l’imbarazzo, l’indecisione, il battito del mio cuore, bum, bum, bum…
Risi impacciata. «Un gattino»
Mentalmente mi schiaffeggiai. Potevo rispondere in qualsiasi altro modo e sarebbe suonato meglio di così.
Bum, bum, bum…
«E perché lo guardi come se lo volessi ammazzare?»
Mi girai per guardarlo meglio, giusto in tempo per dargli la possibilità di avvicinarsi il più possibile.
«Non c’è Alessia stasera» affermai con nonchalance palesemente finta. Effettivamente però mi sembrava strano, considerando l’amicizia tra lei e Matteo.
«Ti interessa?» chiese avvicinandosi ancora.
Bum, bum, bum…
«Non lo fare. Non mi fare questo. Non sono mentalmente pronta a ripetere la stessa cosa di tre anni fa. Ti avvicini, ti allontani, sparisci e non mi parli più. Abbiamo trovato un equilibrio adesso, lascialo così»
Mi guardò un po’ sorpreso prima di mettermi spalle al muro.
«Ti ha fatto stare tanto male?»
Bum, bum, bum…
La verità? Mi aveva fatto sentire uno schifo, sentivo di aver sbagliato io.
«Se ti dicessi che io e Alessia non stiamo più insieme? Se ti dicessi che ti voglio ora?»
Strinsi gli occhi. Ero sicura che non sarebbe successo niente e il silenzio dei secondi successivi me lo confermò. Lo immaginai allontanarsi, voltarsi e andare via. Lo immaginai rientrare nel locale, continuare i festeggiamenti, ridere, scherzare, prendere a calci il mio cuore.
Bum, bum, bum…
E invece mi spaventai quando appoggiò la sua fronte alla mia. Respirò profondamente. Sentii il suo cuore, quasi accanto al mio.
Rimanemmo immobili per un’infinità di tempo.
«Scusa» disse alla fine. «È che… come fai ad attirarmi così tanto, a prescindere da tutto?»
Spalancai gli occhi. Quello che sentivo erano i bassi del locale sotto i nostri piedi o la batteria che avevo nel petto?
Bum, bum, bum…
«Mi hai sempre attirato, Laura. Sempre. Ogni anno del liceo. Ogni mese di università. Ci ho provato. Dio sa quanto ci ho provato a dimenticarti, a toglierti dalla mia testa.» sospirò di nuovo. «Ho smesso di parlarti, di vederti, anche solo di salutarti. Ho incontrato Alessia ed avevo quasi visto la luce in fondo al tunnel. Quasi. Poi sei tornata. E con la delicatezza dell’uragano Katrina, hai mandato di nuovo tutto a puttane»
Diede un pugno al muro e lo sentii imprecare dal dolore, ma non si allontanò di una virgola.
«E perché cazzo sei ovunque? Sei in ogni parola di Matteo. Sei in ogni foto che vedo. Sei in ogni ricordo e in ogni viso. Sei ovunque, così odiosamente ovunque»
Strinse i pugni e per un attimo mi preoccupai che volesse spaccare qualsiasi cosa ci fosse attorno a noi. Peccato che non c’era nulla. Il nulla.
Poi si avvicinò e stampò le sue labbra sulle mia.
Lo allontanai. «Non voglio la tua rabbia» sospirai, quasi sperando che non mi sentisse.
«Perché ogni parte di te mi fa pensare che mi vuoi adesso?» mi chiese sussurrandomi sul collo. Mi vennero i brividi. Appoggiò il suo naso sulla mia spalla e risalì il profilo fino all’orecchio. Mi strinse la mano destra con la sua, mentre con la sinistra disegnava dei ghirigori sulla mia gamba.
«Andiamocene adesso»
Sorrisi negando con la testa, mentre il mio cuore mi urlava di accettare.
Bum, bum, bum…
Mi lasciò un altro bacio sul collo. «Andiamo. Ho casa libera per il weekend. Resta da me»
Mi guardò negli occhi per due interminabili secondi, prima di baciarmi. Baciarmi davvero. La sua lingua si fece spazio tra le mie labbra leggermente dischiuse e mi lasciai andare ad uno dei baci più liberatori che avevo mai vissuto in vita mia. Mi lasciai convincere. Mi lasciai amare davvero per quella notte.
Casa sua era come me la ricordavo. Anche la sua stanza. Il solito letto da una piazza e mezza. Un tempo me ne ero lamentata, ma in quel momento pensai che anche il pavimento sarebbe andato bene. Perché io volevo ogni singolo tocco, ogni singolo respiro. Mi baciò con forza, poi con dolcezza e infine mi baciò l’anima. Mi sentii bene a sentirlo gemere e sorrisi nello scoprire che ogni orgasmo sembrava quasi il primo mai vissuto.
Ci consumammo per poi riaccenderci due volte. E quando i corpi percepirono la stanchezza, restammo attaccati, nudi. Non abbandonò il mio sguardo se non per fissare il mio sorriso e poi il mio seno. Accarezzò ogni angolo del mio corpo, lo studiò alla perfezione, tanto che sentivo che alla fine di quella lunga notte, lo avrebbe conosciuto meglio di me. Quando sospirò, lo baciai.
«Dimmi che questa notte durerà per sempre» implorai. Ma non riuscii ad ascoltare la sua risposta che mi addormentai.

Mi svegliai con Marco attaccato alla mia schiena. Lo sentii svegliarsi e mi voltai. Gli diedi un bacio e gli salii addosso. Il lenzuolo mi scivolò dalla schiena, lasciandomi totalmente scoperta alla sua vista. Mi stiracchiai.
«Che ne dici?» gli chiesi.
«Dico che voglio rifarlo»
«Mh, e che è stata la tua notte più bella e il tuo sesso migliore?»
Sorrise. «Assolutamente sì»
Gongolai. «Era esattamente quello che volevo sentirmi dire, sì» e gli scoccai un altro bacio, prima di prenderci per l’ennesima volta e di consumare quello che mi sembrava il frutto più bello che la vita potesse offrirmi.
Decisi di alzarmi da quel paradiso personale quando mi brontolò la pancia. Intanto Marco si era riaddormentato. Ne approfittai pensando che avrei potuto preparargli qualcosa, ovvero il caffè e basta.
Misi la caffettiera sul fuoco e attesi guardando le foto esposte in quella casa. Il viso di Marco che pian piano cresceva, diventava più duro, più magro, più forte. Ogni istate era più bello del precedente. Se solo avessi potuto…
«Amore?»
Sussultai al suonare del campanello. Una voce femminile mi fece gelare il sangue.
Bum, bum, bum…
Mi avvicinai all’occhiello per controllare se fossi riuscita a riconoscere la voce di Alessia anche se l’avevo sentita al massimo due volte.
Il suo viso si affacciò al centro della visuale distorta della lente. Sentivo il mio cuore nelle orecchie. Non ci vedevo più dalla rabbia. Afferrai il vaso di fiori posto sul tavolo, tolsi le rose al suo interno e corsi da Marco. Gli svuotai l’acqua addosso.
Tossì. «Ma che cazzo, Laura. Puzza di morte»
Mi avvicinai alla sua faccia tirandogli l’orecchio. «Dimmi che quella fuori la porta non è Alessia. Dimmi che l’ho immaginata, che sto ancora sognando. Dimmi che non sei un pezzo di merda»
Ma a rispondere fu il panico nel suo sguardo. Imprecò sottovoce vestendosi. Mi cadde una lacrima, ripresi i miei vestiti e ricucii il mio cuore che non sentivo più battere.
«Ti lascio le chiavi, poi ci organizziamo per quando devi ridarmele. Ti lascio qui, quando esci chiudi la casa a chiave» mi disse di fretta mentre si ricomponeva al meglio. Sentivo la caffettiera che sembrava la cosa più rumorosa che ci fosse in quella casa.
«Amore?» chiamò di nuovo Alessia bussando insistentemente.
«Si amore, scusami. Arrivo» urlò Marco. A quanto pare un cuore può rompersi anche più di una volta. La rabbia mi assalì. Lo aveva fatto di nuovo. Mi aveva attratto per poi lasciarmi da sola.
Rindossai il vestito che avevo la sera precedente e mi affrettai a raggiungerlo. Aveva ancora il jeans con la patta aperta e la camicia abbottonata solo in un punto.
«Mi avevi detto che vi eravate lasciati. Mi hai detto che con me hai passato la tua notte migliore. Il tuo sesso migliore. C’era una cosa vera tra le stronzate che mi hai detto da ieri?» gli strinsi la camicia mentre mi sforzavo di non piangere.
«Non ti ho mai detto che ci siamo lasciati. Ho usato il condizionale.»
Che stronzo. La moka stava implorando di spegnere il fuoco. Sentivo la puzza del caffè bruciato.
«L’avresti mai lasciata?» domandai un po’ più calma. «Rispondimi e per una volta dimmi la verità»
«Era vero che ti volevo. Ti ho voluto ogni secondo. Sei stata la mia notte migliore»
«Mi hai usata. Hai reso di me l’amante! Non solo la seconda scelta, anche la parte sbagliata, adesso sono io la stronza» urlai.
Mi mise una mano sulla bocca. «Shh… non ti ho usata»
«Rispondimi» gli richiesi mordendogli la mano. Imprecò di nuovo prima di respirare profondamente.
«No, non l’avrei lasciata»
Gli diedi uno schiaffo e mi voltai. Non gli avrei mai lasciato le cose così semplici.
Mi avvicinai alla porta e la aprii proprio mentre mi pregava di non farlo.
Guardai Alessia negli occhi. «Scusa» le dissi mentre mi scendeva una lacrima sulla guancia prima di abbandonare quel pianerottolo per l’ultima volta.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Claudieren_