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Autore: TennantClub    18/05/2020    14 recensioni
[David Tennant]“Vorrei che tutti i miei personaggi esistessero realmente e vorrei anche poterli incontrare"
Probabilmente nessuno ha avvertito David Tennant di non esprimere desideri che non si è disposti a veder realizzati.
Il Dottore ha appena perduto le sue companion, accettare un desiderio assurdo fa solo parte dei mille modi per non restare soli, poco importa che si trattino di altre creature con il suo aspetto.
Gli altri? Ognuno di loro sta svolgendo una vita normale quando accettano la missione.
Genere: Avventura, Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Doctor - 10
Note: Cross-over, Nonsense, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo III: No one kills no one!




Peter si è sempre vantato della grandezza della casa in cui vive a Las Vegas, pensava infatti di vivere in un mega loft, ma anche la casa di Killgrave non scherza. Sembra anzi leggermente più spaziosa, forse per i colori chiari che ne rivestono le pareti.
 

È di un bianco quasi asettico, con un largo terrazzo che si affaccia sul molo, dove, a quanto ha capito, forse Killgrave ha anche una barca. Non ne é del tutto sicuro, ma d'altronde con quell'uomo come potrebbe mai esserlo?

Guardandosi attorno nota quanto l'arredamento di quell’attico sia minimale, come se fossero state rimosse cose che prima c’erano, come se quella non fosse davvero casa sua. Senza contare la quasi totalità di mancanza di foto.

- Ma… siamo sicuri che tu vivi qui?- non può fare a meno di chiedergli, perplesso, resistendo alla tentazione di passare un dito sugli spazi  lasciati liberi fra i vari soprammobili ed altri oggetti che similmente si trovano sulle scansie.

- Ora sì, diciamo che i vecchi proprietari non si sono lamentati granché a riguardo quando mi son presentato qui qualche giorno fa.- sogghigna misterioso l’incantatore, mentre gli fa strada in quella che ora ormai è camera sua.

 

Una volta entrati Peter puó notare l'ampiezza della stanza nella sua totalità, in mezzo c'è il letto più grande che abbia mai visto, sicuramente un king size, davanti c'è l'armadio che occupa l'intera parete. I comodini affiancano entrambi i lati del letto, ma anche su di essi non c'é traccia di foto. Se Peter fosse meno ubriaco probabilmente sarebbe spaventato a morte, sfortunatamente non é così.
 

La camminata lungo il molo se non altro li ha resi quel meno sbronzi che basta a non farli più biascicare.

- Voglio capire quanto tu effettivamente possa sembrare me,- spiega l’effettivo padrone di casa, aprendo il grande armadio del suo guardaroba.

- Ho capito, devo provare i tuoi vestiti da damerino impagliato …- ridacchia Peter, avvicinandosi per ispezionarli meglio. - Okay, vada per questo.- decide, afferrando la gruccia del completo viola.

 

Kevin interviene per tempo. È morbosamente affezionato a quel completo. Del resto è quello che indossava quando si è dichiarato a Jessica, quando  è riuscito a convincerla a convivere con lui anche solo per quei pochissimi ma preziosi giorni. Quell'abito non va toccato da nessuno a parte se stesso e certo non lo lascerebbe mai in mano a quell’eccentrico uomo.
 

- Te lo puoi anche scordare! - sbotta rimettendolo via e sostituendolo con uno blu scuro, decisamente meno carico di ricordi, per poi volgersi a guardare l'altro per allungargli il nuovo completo.

E Peter se lo scorda, come gli è appena stato ordinato, per come gli è stato ordinato.
Si scorda ogni cosa. Sbatte le palpebre, incapace di riconnettere.

- Cosa cazzo ci faccio qui? Chi cazzo sei tu? E perché cazzo hai la mia cazzo di faccia?- si agita Peter, indietreggiando frastornato, cercando di correre verso l’uscita. Ora sì che é spaventato.

Kevin si rende conto di che cos’è accaduto.

 

Stupidi, maledetti significati letterali!” impreca dentro sé, alzando gli occhi, prima di rimediare.
 

- Hey, tu , fermo dove sei, ricordati del nostro incontro e di quello che stavamo facendo,- lo ferma  appena in tempo.

Peter infatti trotterella verso di lui, come se nulla fosse appena successo.

- Allora, questo completo? -

Quando esce dal bagno che Killgrave gli ha concesso per cambiarsi, il persuasore è ancora più colpito dalla somiglianza strabiliante.

 

Manca solo qualche ritocco.
Dal bagno prende del cotone imbevuto d’acqua calda e si avvicina a Peter, per poi rimuovere ogni residuo di eyeliner. Ci vorrebbe anche del solvente per le sue unghie laccate di nero, ma ci penserà in un secondo momento.
Gli leva anche il finto orecchino al sopracciglio che per tutto il tempo è rimasto lì.
Con il pettine tenta di dare a quei capelli scarmigliati una piega che sia quanto più simile alla sua, poi da un cassetto prende una pochette viola da mettergli nel taschino della giacca e una cravatta fantasia che gli annoda attorno alla camicia porpora.

 

- Sììì, direi che sei quasi perfetto…- mormora compiaciuto allontanandosi di qualche passo per osservare meglio la sua opera d'arte.

É identico a lui, a parte il comportamento se solo fosse più simile negli atteggiamenti… ma non si puó chiedere troppo.

- Hey, mi piace questo gioco. Tu ora mettiti i miei vestiti! - sogghigna divertito Peter che non ha ancora ben compreso in che situazione si è infilato.

 

Cosa? Ma io non sto affatto giocando!” pensa l’incantatore, ma poi legge la supplica in quegli occhi così uguali ai suoi.
 

Potrebbe certo far finta di niente, storcere le labbra o ordinargli di non fare quell'espressione, ma ha anche lui un cuore, come dimostra il suo innamoramento per Jessica, e, davvero, non puó soprassedere. Fissa per qualche istante quegli occhi castani.
 

- E dai, Killgrave,- insiste l'altro speranzoso.

Forse é a causa dei nuovi vestiti che gli è stato proposto di indossare, forse a causa dell'aspetto che assumerebbe, ma Killgrave prende due decisioni assurde per il suo carattere.

- Puoi chiamarmi Kevin - si ritrova a dire il persuasore, quasi senza rendersi conto, quasi come se volesse creare più confidenza fra loro.

 

È lo stesso motivo per cui accetta di provare quell’eccentrico abbigliamento. Non hanno solo lo stesso volto, ma anche la stessa taglia, per questo anche Killgrave riesce a entrare in quei pantaloni in pelle così impossibilmente attillati.
 

- Per l’inferno maledetto! Come fai ad indossare questa roba ogni giorno? - si lamenta, allentando i pantaloni in cerca di sollievo.
- Poi ci fai l’abitudine- fa spallucce Peter, sistemandogli meglio il giaccone lasciato aperto, dalla cui tasca estrae l’eyeliner.
- Permetti, Kevin? -

E stranamente Kevin permette, ammirando il risultato allo specchio, non si è mai visto così… selvatico e la cosa non gli dispiace affatto. 

Come non gli dispiace chi ne è la causa.

Mentre Peter gli mette l'eyeliner, Kevin puó benissimo vedere ogni dettaglio di quel volto così simile al proprio, forse solo leggermente più giovane, ogni poro e la concentrazione che oscura il volto dell'altro, le sopracciglia aggrottate, dannatamente intento a non sporcare nessuno dei due. È così vicino che gli basterebbe sporgere il volto verso il basso per…

No. Jessica. Non posso davvero pensare a certe cose con qualcun'altro qui. Un uomo, per l’inferno maledetto!”. resta leggermente imbambolato.

Tuttavia, non protesta nemmeno quando Peter gli scompiglia i capelli, si fa anche mettere il finto piercing al sopracciglio, ma ringhia alla vista della boccetta di smalto nero.

- Ora non esageriamo. - tira di nuovo le redini del comando  e l’altro desiste.

 

Cominciano entrambi a ridere, sia per i postumi della sbornia ancora da smaltire, sia per quella situazione davvero assurda.
 

Non sanno bene come siano finiti così vicini da poter sentire l'uno il respiro dell'altro, così vicini da scontrarsi fra di loro.
Per un attimo Kevin sovrappone il volto di Jessica con quello di Peter, ma è un attimo, sa perfettamente che non è lei.
Forse sono i suoi modi così rozzi a ricordargliela vagamente.
Bevitore incallito, seduttore nato. Linguaggio da scaricatore di porto.
In pratica, super forza a parte, Kevin potrebbe benissimo considerare Peter la versione di Jessica al maschile.

 

Andrebbero così d’accordo quei due!” sorride da solo, figurandosi quello scenario. “E quanto andrei d’accordo io con loro. Io, Jessica e Peter che facciamo l’am…. Accidenti a me, a che diavolo sto pensando? Jessica non posso condividerla nemmeno nelle mie fantasie! E poi io lui lo voglio morto...mi serve morto… non si può proprio evitare, no, no, no…

L'alcool sta avendo effetto su di lui, lo sta rilassando. Piega il volto avvicinandosi maggiormente, mentre l'illusionista fa la stessa cosa. Sono a pochi millimetri di distanza quando...

 

Un rumore persistente e un bagliore a intermittenza irrompono nella stanza, il preludio di qualcosa che sta assumendo una forma più concreta.
 

- Okay che ci siamo bevuti mezzo locale, ma, Kevin, la vedi anche tu quella fottuta cabina telefonica blu? - sbotta Peter facendo uno scatto per distanziarsi leggermente, confuso, pur continuando a tenergli la mano. Mentre l'altra si porta sugli occhi a ripararli dalla luce penetrante.
 

L’altro ha giusto il tempo di annuire, prima che da quella cabina saltino fuori due personaggi alquanto singolari, uno dietro l'altro. Il primo, vestito con un completo marrone gessato, ma con le scarpe da ginnastica ai piedi, ha un sorriso che trasmette fiducia. Il secondo lo segue appresso decisamente più calmo, ma di una calma inquietante, ha vestiti neri addosso, in linea con la solarità che trasmette. Quest'ultimo si guarda attorno con attenzione, con un oggetto oblungo di legno stretto fra le dita.
 

-Buuuonasera! - esordisce allegro il più cordiale, per poi notare come l’oggetto delle sue ricerche sia in atteggiamenti piuttosto intimi, perché quelle mani che si stringono non possono mentire, 

L’allegria che scivola leggermente via, lasciando spazio a un po’ di innocente malizia.

- Ho interrotto qualcosa? - aggiunge con un sorrisetto sornione e impertinente.

 

-Possiamo seguire il loro esempio anche noi? - gli si fa vicino Barty, cercando di toccargli una spalla, adesso decisamente più tranquillizzato.

-Cosa? - lo guarda stranito il Dottore, con gli occhi sbarrati, la bocca resa storta dal fatto che si stia mangiuchiando il labbro inferiore, e il suo sopracciglio destro che traballa nervosamente.

-Cosa? - gli fa eco il Mangiamorte, fingendo indifferenza e prendendo le sue distanze.

 

-Ma… voi chi accidenti siete? - domanda Kevin, talmente sconvolto da non ordinare loro alcunché.
 

Se non altro, lascia andare la mano di Peter, che invece li ha osservati a lungo abbastanza da notare qualcosa di davvero inquietante.
 

- Cazzo! Anche voi con la mia stessa faccia? Ma perché? Chi siete tutti voi? Perché stasera? Perché me? Cosa diavolo significa questa fottuta invasione? State lontano da me, tutti quanti! A questo punto sono molto meglio i vampiri, io me ne torno in Nevada!- dà di matto l’illusionista, in procinto di scappare.

- Fermo lì, tu non vai da nessuna parte, men che meno coi miei abiti!- gli impone Killgrave. -E vedi di darti una calmata!-

 

E Peter resta fermo e calmo.
 

Barty non ha perso nemmeno un secondo di quella scena.

- Un momento! Ma quella è la Maledizione Imperius! E la tua bacchetta dov’è?- gli domanda sconcertato.


-Oh, una di sicuro ce l’ha nei pantaloni!- ridacchia malizioso Peter.
 

Killgrave non sta ascoltando né l’uno nell’altro, è un altro l’individuo che ha catturato la sua attenzione.
 

- Non ho idea di chi diavolo siate e come accidenti abbiate fatto a entrare in casa mia, però... guarda, di nuovo la mia faccia in giro… e tu sembri molto più credibile, hai anche quasi la mia stessa eleganza. Allora farò uccidere te al posto suo…- sogghigna, andando verso il Dottore.
 

- Come, ‘al posto suo’? Volevi uccidermi? - chiede sconvolto Peter.

- Sono ubriaco, parlo troppo, tu non badare a quello che dico! -replica Kevin e Peter torna a sorridergli come se nulla fosse.


Chi non sta sorridendo affatto è Barty.

- Nessuno uccide il mio secondo Signore Oscuro! Non muoverti di un solo passo! - ringhia furente, con la bacchetta puntata verso quel tizio vestito in modo osceno.

 

Il Dottore che è stato zitto tutto il tempo decide che è il momento di intervenire
 

- Fermi, tutti quanti! Nessuno uccide nessuno! Niente magia, niente incantesimi, niente controllo mentale, niente…- fa una pausa, guardando l’individuo più elegante nella stanza. - niente… qualsiasi cosa faccia tu!-
 

- Perché i miei giocattolini sono rimasti a casa mia, altrimenti te lo farei vedere io di cosa sono capace! - borbotta Peter.

- Ho detto che nessuno uccide nessuno. - ribadisce il Signore del Tempo.

- Però non è giusto… stavolta eri davvero in pericolo! E poi tu il Dissennatore lo hai ucciso. - protesta Barty.


- Ultime notizie per te: io l’ho soltanto tramortito.-
- Non gli hai causato nessuna morte?- chiede conferma il Mago Oscuro, un pò deluso.
- Nemmeno la più piccola - assicura fiero il Dottore.

Per tutta risposta Barty sbuffa. É davvero dispiaciuto, ma questo dimostra anche il suo punto.

 

"Il mio secondo Signore Oscuro è troppo buono. Dovró difenderlo maggiormente" decide, fra sé e sè.

Il Dottore ridacchia.

- Che c’è? Non sono più abbastanza oscuro per te? -
- Certo che no, lo sarai sempre. - lo guarda con reverenza l’interpellato.

 

È strano trovarsi circondato da gente in attesa delle sue spiegazioni. Beh, per lo meno lo sarebbe se lui non fosse il Dottore e come tale abituato a farlo. La vera cosa strana è la loro condivisione del proprio aspetto con tutti gli altri, ma anche a quello è abituato, anche se non così tanto. D'altronde persino lui ha mille volti, letteralmente. Se lo ricorderá quel viaggio una volta che si sará rigenerato.
Per questo si augura che possa durare il più a lungo possibile.

 

Li guarda tutti e tre, sono uno più letale dell'altro.
Chiunque fra loro ha ucciso e più d'una volta. Non importa cosa e in che modo.
Eppure si sta loro affezionando tutto sommato, sente di aver trovato dei Companions davvero interessanti.

 

La camera da letto di qualcuno non è certo il luogo giusto per iniziare quei discorsi. Se potesse consiglierebbe di andare in salotto o qualcosa di simile, ma non può in quel momento, perché sembrano decisamente tesi, come se stessero ancora litigando e valutando se tirare fuori o meno i propri poteri.
Il modo in cui Killgrave e Barty si stanno guardando male fa quasi paura.

Non lo ammetterebbe mai, ma essere protetto per la prima volta nella sua vita e non dover proteggere gli altri per forza non è così male. Decisamente. Ha un che di piacevole. D'altro canto continua a non sopportare di essere chiamato 'Signore Oscuro'.

Per interrompere quel litigio silenzioso dà voce ai propri pensieri.

 

-Bene.. La veritá é che sono stato incaricato di riunire tutte le persone con il mio stesso aspetto.- inizia a spiegare, ricevendo sguardi straniti da ogni dove.

 

-Quindi… ce ne sono altri?- chiede preoccupato Peter.

 

-Era..era per questo che eri da me?- Un po' ci resta male Barty.

Quindi il mio secondo Signore Oscuro non mi ha salvato perché lo volesse, ma solo perché… doveva?

 

-Chi e quanti sono?- Kevin si sfrega le mani, progettando già quante cose può portarli a fare.


Il Dottore li guarda uno ad uno, indeciso se rispondere alle domande o andare avanti.

TBC

Bel grattacapo per il Dottore, riuscirà a far capire a quei tre il motivo di quella missione?
Parliamo un attimo delle ship (nel mentre abbiamo trovato i nomi, lol), siete più per Barten (Barty e Ten), Keter (Kevin e Peter) , entrambe? Ne vorreste di nuove?
Nel mentre, speriamo che la storia continui a divertirvi, fateci sapere…. anche se volete farci internare XD
   
 
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