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Autore: Aperonzina    19/05/2020    1 recensioni
La vita di Seokjin e Namjoon è perfetta, vivono in una bella casa a Seoul, Jin lavora e Namjoon sta finendo gli studi.
Tra le mura del loro appartamento, si ritroveranno la casa invasa da cinque amici caotici che necessitano del loro aiuto.
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Settimana 4
Domenica 24 marzo 19.30
 
Jimin non si era fatto sentire per tutto il giorno, fortunatamente ci aveva pensato Taemin a tenere Jin informato, che di conseguenza aveva tranquillizzato tutti gli altri.
Taehyung non aveva dormito molto quella notte, un po’ per la preoccupazione, un po’ per l’euforia di aver baciato Jimin.
Sì, non sapeva bene cosa avrebbe dovuto pensare, in effetti era stato lui a farsi avanti, però poi si era messo a piangere, baciava così male?
Si tormentava, seduto sul divano degli hyung. Se Jimin non gli dava delle spiegazioni non ne sarebbe mai più venuto a capo.
Lui e Jungkook erano arrivati abbastanza presto quella sera, quindi se Jimin ancora non si era presentato non era strano, insomma, nemmeno Hoseok e Yoongi erano ancora arrivati, quindi poteva ritenersi tranquillo.
Continuava a ripetersi che andava tutto bene, che come Taemin gli aveva assicurato, Jimin si sarebbe presentato come ogni domenica a casa degli hyung.
Eppure, aveva un presentimento così brutto e così intenso, che quasi gli veniva voglia di piangere.
Aveva represso i suoi sentimenti per due anni perché non voleva perdere il suo migliore amico per sempre e ora quell’incubo sembrava diventare sempre di più realtà.
«Preoccupato?» Jungkook si sedette a peso morto sul divano, portando un braccio intorno alle spalle del maggiore.
Lui si strinse nelle spalle «Ho sempre procrastinato» disse con gli occhi incollati al pavimento.
Jungkook si tirò su, silenzioso, cercando di guardare negli occhi lucidi dell’amico «Ho sempre preferito aspettare piuttosto che dirgli la verità, ho sempre messo la nostra amicizia prima di tutto e alla fine Jimin è diventato così importante per me, che rischiare di perderlo non era nemmeno un opzione».
Jungkook gli avvolse le spalle in una stretta calorosa «Non perderai Jimin».
Il corpo di Taehyung tremava, in preda all’ansia «Non ne sono più così sicuro».
«Bè, ti ha baciato» gli ricordò.
«E poi è scappato» controbatté l’altro, «sono stanco JJk» disse appoggiando il viso nell’incavo del suo collo, l’altro approfondì l’abbraccio, accarezzandogli la schiena.
Quando si erano appena conosciuti Taehyung gli faceva un po’ soggezione, ma ormai aveva capito che era la persona più tenera che conoscesse.
 
Non passò molto tempo che la porta si aprì, Taehyung era stato così impegnato a lagnarsi che non si era nemmeno accorto che qualcuno aveva suonato il campanello.
In tutto il suo splendore, Jimin era in piedi sulla soglia della porta, gli occhi spalancati fissavano i due con un’espressione curiosa.
«Jimin!» lo salutò Seokjin sollevato, la testa che faceva capolino dalla cucina.
«Hyung» Jimin distolse subito lo sguardo dai più giovani, «scusate per ieri sera» ridacchiò, ora anche Namjoon era uscito dalla cucina, alle mani un paio di guanti da cucina e un grembiule rosa.
«Sono stato maleducato».
«Non…» Seokjin soppesò le sue parole, stranito dalla tranquillità e naturalezza dell’altro, «non è un problema, ma tu stai bene?».
Jimin annuì tranquillo «Sì, Sì, cosa si mangia?»  sorpassò i due entrando in cucina, come se nulla fosse, ignorando gli sguardi stupiti di tutti.
Seokjin puntò il suo sguardo in Taehyung, formando con il labiale una semplice parola che fu chiara a tutti e tre immediatamente “Parlagli”
Seguita da un “oggi”.
Taehyung sospirò affranto, annuendo.
Non era sicuro di essere pronto, ma ormai non aveva altra scelta, avrebbe aspettato il dopocena, in modo da non rovinare la serata a tutti nel caso fosse andata male.
 


Hoseok e Yoongi arrivarono giusto per l’ora di cena, un’espressione infastidita dipinta sul viso di Yoongi e una a disagio su quella dell’altro. 
Namjoon lo aveva notato subito, ma in quel momento era in apprensione per Taehyung, quindi concentrò tutte le sue energie per tirare su di morale lui.
Ricordava bene la sua dichiarazione a Seokjin, si sentiva elettrizzato e un po’ spaventato, gli veniva da vomitare al solo pensiero di parlargli.
Nella situazione di Taehyung probabilmente sarebbe morto dall’ansia.
Si fece così aiutare da lui ad apparecchiare la tavola, cercando di intraprendere una conversazione, una qualsiasi che lo potesse far sentire più a suo agio.
Jimin invece faceva in modo di non trovarsi mai nella stessa stanza di Taehyung, al quale non aveva ancora rivolto la parola.
Prima di cena casa Kim era sempre un po’ caotica, soprattutto quando arrivavano tutti gli ospiti, alcuni aiutavano Seokjin in cucina, altri apparecchiavano, a volte qualcuno si fermava in salotto a chiacchierare…
Per Jimin non era quindi difficile evitare Taehyung. Sapeva che probabilmente tutti si erano accorti del suo strano comportamento, ma non era il momento di infastidire gli altri con le sue preoccupazioni. 
Sapeva anche di dover parlare a Taehyung, glielo doveva e lo avrebbe fatto, magari quella sera stessa, a casa, con tranquillità. 
 
La cena non fu una delle più piacevoli e serene, Namjoon e Jungkook, seriamente preoccupati per Taehyung, erano completamente dedicati a renderlo allegro e non farlo isolare nella sua mente.
Seokjin era intrattenuto da un Jimin abbastanza isterico e da un Hoseok che per qualche motivo era altrettanto agitato. Mentre Yoongi era più silenzioso del solito e particolarmente di cattivo umore.
Seokjin e Namjoon a tratti si lanciavano qualche occhiata preoccupata, sembrava che qualcosa stesse disturbando l’equilibrio del gruppo ed era frustrante accorgersi che ogni frase detta e ogni tentativo era inutile, perché la maggior parte dei loro amici si trovava con la testa da qualche altra parte.
 


Jimin aveva passato cinque minuti buoni in bagno semplicemente a fissare la sua immagine nello specchio, le mani ancorate al lavandino. Era come avere la nausea.
La serata non stava andando per il verso giusto e aveva capito che ignorare Taehyung non era la soluzione. 
Non poteva nemmeno trascorrere troppo tempo lì, se Taehyung lo avesse raggiunto, preoccupato nel non vederlo tornare, a quel punto sarebbe stato impossibile per lui ragionare lucidamente.
Aveva pensato di parlare a Taehyung quando sarebbero stati soli, ma il pensiero di affrontarlo lo terrorizzava.
Prese un respiro profondo, ok, non era il momento, doveva calmarsi prima di potergli parlare.
Magari poteva improvvisare un forte mal di stomaco e tornare a casa, dormire fino al giorno dopo e pensare a cosa fare l’indomani.
Certo però non poteva scappare di nuovo, sarebbe stato sospettoso, oltretutto quella sera non era stato nemmeno particolarmente bravo a nascondere la sua ansia e poi il giorno prima aveva…
Sperò con tutto sé stesso che Taehyung avesse dimenticato l’avvenimento, avrebbero potuto fingere che non fosse mai successo, per lui andava bene, non sapeva nemmeno perché lo aveva fatto.
Ripensando a quello che era successo si ricordò che si erano baciati in quello stesso bagno. 
Avvampò al solo pensiero.
“Non mi piace Taehyung”, pensò tra sé e sé, “ci convivo da due anni e mezzo, me ne sarei accorto, altrimenti perché proprio ora?”
Decise che la sua tesi era abbastanza convincente, non aveva nulla da temere e poi non era di lui che doveva parlargli.
Si sciacquò il viso e prese un respiro profondo, sarebbe tornato in salotto come quello di sempre, si sarebbe ripreso e avrebbe smesso di fare delle stupide scenate.
E per finire in bellezza, quella sera avrebbe parlato a Taehyung, avrebbe chiarito qualsiasi cosa ci fosse da chiarire con il suo migliore amico e nessuno avrebbe più ripensato all’incidente del bagno.
 


Taehyung si sentiva davvero grato nei confronti dei suoi amici, nonostante lui fosse completamente assente, questi cercavano di intrattenerlo come potevano.
Lo integravano nelle conversazioni con determinazione, senza scoraggiarsi nemmeno quando le sue risposte si limitavano ad un cenno della testa o una risatina debole.
Si sentiva a terra e Jimin non faceva che ignorarlo da tutta la sera.
La situazione lo stava logorando.
«Tae, oggi hai consegnato quella collezione a cui hai lavorato tanto?» Jungkook era appena tornato dalla cucina, dopo aver aiutato Seokjin a portare il dolce e si era buttato sulla schiena di Taehyung, abbracciandolo da dietro, non poteva vederlo così abbacchiato, temeva oltretutto che fosse anche un po’ colpa sua se la situazione con Jimin era diventata così strana, ma era sicuro che si sarebbe risolta ogni cosa. Un bacio era un bacio, aveva un'unica cosa da comunicare.
L’espressione di Taehyung riprese quel barlume di vita che sembrava averlo abbandonato.
Annuì «Sì, ho tenuto la presentazione».
«Eh?» disse Hoseok curioso, «quanto hai preso?».
Taehyung sogghignò.
Jungkook iniziò a dondolare tenendolo stretto da dietro, aveva fatto centro con quell’argomento «Dai hyung, non tenerci sulle spine».
Taehyung riprese serietà quando, oltre agli occhi di tutti, anche quelli di Jimin si posarono su di lui «Ho preso trenta» disse soddisfatto.
Anche Yoongi gli sorrise «Bene, ci tenevi tanto».
«Lo sapevo, eri davvero ispiratissimo per quella collezione» disse Jungkook posandogli un bacio sulla tesa.
Yoongi stava per parlare, ma le parole gli morirono in gola.
«Tae» il suono della voce di Jimin fu come un fulmine a ciel sereno. 
Taehyung sperava di aver sentito male, ma lo sguardo dell’amico puntato nel suo non lasciava spazio a dubbi. Stava parlando con lui.
Quando tutti portarono l’attenzione sul ragazzo, che con risolutezza si era intromesso nella conversazione, per un attimo sembrò abbandonare la sicurezza che lo aveva caratterizzato poco prima.
«Ehm…» balbettò, «è un bel voto».
«Già» disse Taehyung confuso, «è il punteggio massimo».
«Sì, lo so».
«Giusto» “affermazione stupida, ha tenuto il mio stesso esame qualche settimana fa.”
«Non è che voglia rovinare il momento» dalla sua espressione si capiva che stava facendo una gran fatica a parlare, ma Taehyung non aveva di certo intenzione di intervenire e ormai tornare indietro era impossibile.
Jimin si maledì mentalmente, perché lo stava facendo ora? Davanti a tutti?
Ormai aveva parlato, non poteva più tornare indietro.
Seokjin e Namjoon, che erano in piedi, si erano bloccati sul posto, Hoseok lo osservava con particolare apprensione e Yoongi sembrava una statua.
Anche Jungkook si era staccato da Taehyung e aveva riportato la sua completa attenzione a lui.
Dire che si sentiva in ansia era un eufemismo.
«So che forse» iniziò, ormai doveva andare avanti fino alla fine, «insomma» borbottò, «capisco che non è il momento più adatto, qui davanti a tutti, però siamo tutti amici» disse osservando gli altri in cerca di aiuto, si stava inciampando nelle sue stesse parole.
Le sue parole vennero seguite da un lungo silenzio di attesa «Insomma, volevo dirti…» poi guardò  Jungkook, «dirvi».
Sospiro, cercando di distendere almeno un po’ lo stress, non che tutti quegli sguardi lo aiutassero, «insomma se vuoi che ne parliamo da soli…»
«Non preoccuparti» la voce di Taehyung era bassa e intensa, se usava quel tono così serio sarebbe stato solo più complicato per lui.
«Ok» disse forzando un sorriso, «insomma, per prima cosa, non preoccuparti di nulla, non preoccupatevi, davvero».
Taehyung assottigliò lo sguardo, confuso.
«Nel senso, so tutto, l’ho capito e per me è ok, partiamo da questo presupposto» disse torturandosi le mani, «mi sta bene, davvero bene».
«Ti sta bene?» chiese Taehyung confuso.
«Sì, so che non dipende da me e che non dovrei prenderla così».
Taehyung corrugò le sopracciglia, non era sicuro di star capendo «Bè insomma, mi sembra che ti riguardi» disse stupito, «alla fine» disse più dolcemente, «riguarda anche te».
«Si, lo so» disse Jimin iniziando a rilassarsi un po’, «ma capisco che non me ne abbiate mai parlato, insomma, l’ho presa in maniera un po’ strana in effetti» ridacchiò un po’ istericamente, «ma sono tranquillo ora, non sono arrabbiato».
Jungkook non poté fare a meno di tirare un sospiro di sollievo «Era la nostra maggiore preoccupazione» disse appoggiando le mani sulle spalle di Taehyung, si sentiva leggero, Jimin avrebbe avuto tutte le ragioni di arrabbiarsi, soprattutto con lui, che aveva deciso di mentirgli per sostenere una persona che conosceva da pochissimo.
Jimin fece di no con la testa «Capisco le motivazioni di tutti quanti, davvero».
Taehyung pensò seriamente di trovarsi davanti ad un angelo «E quindi… insomma, riguardo a ieri sera…»
«Fai finta che non sia successo nulla ieri sera, ti prego».
Se per un momento Taehyung si era sentito tranquillo, ora le parole di Jimin pesavano come macigni, sapeva che doveva dimenticarsi di quel bacio, ma sentirselo dire era ancora peggio.
«Giuro che non so cosa mi sia preso, la notizia mi aveva scioccato e ho agito a caso».
Se Taehyung avesse detto una parola, sentiva che sarebbe scoppiato a piangere, quindi fu grato a Jungkook quando intervenne «Però…».
«Non so cosa io abbia pensato» lo interruppe bruscamente Jimin, «comunque ho preso una decisione che non darà problemi a nessuno.
Taehyung si sentiva agitato, l’espressione di Jimin era troppo tranquilla mentre diceva quelle cose, le sue parole erano quasi crudeli, se sapeva cosa provava per lui, perché ora si stava comportando così? Non lo riconosceva, sembrava non si stesse minimamente curando dei suoi sentimenti.
«Anche se ho detto che è tutto ok, la mia reazione è chiaramente strana» spiegò, «non faccio altro che pensare a questa cosa e detto sinceramente, in casa non riuscirei a sentirmi più completamente a mio agio».
Taehyung si sentì pervadere dall’angoscia, non lo stava dicendo sul serio.
Tutti i ragazzi erano come pietrificati, mentre ascoltavano quelle parole.
«Quindi» anche la voce di Jimin si fece più debole, «è meglio se mi trasferisco per un po’, posso stare da Taemin, vive vicino alla nostra università… e cercare un appartamento nel frattempo»
«No» Taehyung parlò dopo tanto tempo, anche se la sua voce tremava, «non c’è davvero bisogno di questo, possiamo far finta di niente, davvero, per me va bene così».
Jimin si morse il labbro inferiore trattenendo le lacrime «Scusa, ma per il momento non potrei più sopportare di vivere nel tuo stesso appartamento».
Quelle parole ferirono Taehyung e i segni furono visibili sul suo volto «ma…» balbettò.
«Ho bisogno di tempo Tae» cercò di spiegarsi Jimin, anche lui sull’orlo delle lacrime, «cosa pretendi scusa? Che faccia finta di nulla?».
Taehyung si fece scappare una piccola lacrima silenziosa, aveva ragione, non poteva pretendere niente da lui.
Sarebbe stato ridicolo far finta di nulla, pur sapendo la verità.
Avrebbe solo costretto Jimin a vivere un grosso disagio che non avrebbe fatto altro che allontanarli.
Forse, se stavano lontani per un po’ sarebbe stato meglio, ma non voleva che fosse lui ad andarsene, non era giusto.
«Capisci che non posso vivere con questa consapevolezza, ti ho detto di far finta di nulla» gli disse tremante, «ma ci siamo baciati, non è una cosa che fanno gli amici no?»
Taehyung annuì debolmente.
Jungkook cercò di intervenire, Taehyung era davvero a pezzi, ma il maggiore continuava imperterrito, ora più agitato «Cosa pretendete? Che magari lasci a te e Jungkook la mia stanza e io viva con voi facendo finta di nulla? Ignorando qualcosa che mi viene istintivo?» sospirò «Sarebbe troppo, mi dispiace».
La sua frase fu seguita da un altro silenzio, questa volta Jimin non si spiegò il motivo e non poté decifrare gli sguardi degli altri.
Sembravano… confusi?
Taehyung, gli occhi rigati da qualche lacrima, lo osservava con occhi spalancati.
«Aspetta…» fu la voce di Seokjin ad intervenire e subito dopo Hoseok emise un verso di stupore, la consapevolezza nei loro occhi.
Taehyung si chiese cosa sapessero e soprattutto, a questo punto, di cosa stesse parlando Jimin.
«No, Jimin…» Seokjin si portò una mano sul viso.
Anche Hoseok si portò una mano tra i capelli «Credo che in parte sia colpa nostra, hyung».
«E’ colpa nostra!» asserì Seokjin.
Jimin corrugò le sopracciglia «Che state dicendo hyung?».
Seokjin puntò i suoi occhi in quelli dell’amico, «Jimin, esattamente, di cos’è che stai parlando?».
Jimin osservò i due stupito «Ma… sicuri di star bene?».
«Dillo Jimin, ti prego» lo esortò Hoseok.
Jimin si guardò attorno stupito, tutti erano sconvolti quanto lui «Di Tae e Jungkook, della loro relazione».
Ci fu un lungo silenzio.
Taehyung non sapeva bene cosa provare, in realtà, non aveva proprio capito.
«Di che?» sbottò Jungkook.
«Di voi due» continuò Jimin, ora visibilmente irritato, si sentiva preso in giro, «voi due insieme» disse secco.
Jungkook, dopo un momento di confusione, scoppiò in una fragorosa risata, seguito a ruota da Yoongi, che non poteva crederci.
«Ah, Jimin, sei così ingenuo» disse il più grande tra le risa.
Jimin osservò prima Jungkook e poi Yoongi «Perché ridete?» chiese, sull’orlo di una crisi di nervi, si stava arrabbiando sul serio.
Poi osservò Taehyung, la sua espressione in quel momento era diversa da tutte quelle che lui conosceva e se doveva essere sincero pensava di conoscere tutte le espressioni di Taehyung.
Era un misto tra divertito, triste e disperato, era strano, le sue labbra tremarono, finché le lacrime non iniziarono a bagnare, o meglio, inondare, il suo volto.
Tutti tacquero di nuovo, anche Jungkook e Yoongi non trovarono più molto divertente la situazione.
Taehyung piangeva come un bambino, stropicciandosi gli occhi e scacciando la mano di Jimin, che allarmato, si era avvicinato per consolarlo.
«Non…» disse tra i singhiozzi, «non capisci niente Jimin, sei uno stupido».
Jimin prese un cipiglio stupito «Ma cosa ti è preso Tae?».
Ora era in ginocchio accanto a lui, mentre cercava di togliergli le mani dal viso, nonostante questo si rannicchiasse sulla sedia, nel disperato tentativo di allontanarlo.
«Io e Jungkook non stiamo insieme» pronunciò malamente tra le lacrime, «non è lui a piacermi».
Jimin corrugò le sopracciglia «Cosa? E allora chi è che…».
I suoi occhi si spalancarono d’improvviso, osservando il viso stravolto dell’altro «Aspetta…»
Taehyung nel frattempo iniziò ad asciugarsi il viso con la manica della felpa «Sei tu, stupido» disse poi tirando su col naso «tu e non hai capito nulla».
Sapeva che Jimin non si meritava quelle parole, ma un momento prima si era sentito dire delle cose terribili e scoprire che era tutto un malinteso lo aveva sollevato ma scioccato allo stesso tempo, era passato dalla disperazione alla confusione e ora non riusciva a smettere di piangere, avrebbe voluto chiedere scusa, era colpa sua se Jimin aveva frainteso tutto, ma gli sembrava di non riuscire nemmeno a collegare il cervello alle sue parole in quel momento.
Sentì il corpo di Jimin, le braccia adagiate sulle sue gambe, che si muoveva appena, non lo guardava negli occhi, ma il suo riflettere era quasi palpabile.
 
Passò un po’ di tempo prima che Taehyung riuscisse a calmarsi e che Jimin proferisse parola. Poi però si alzò, guardandolo dritto negli occhi.
Era stata la dichiarazione più strana che gli avessero mai fatto, era una cosa assurda, ma finalmente tutti i conti tornavano «Quindi voi…» disse guardando confuso Jungkook.
«Lo stavo solo aiutando a farsi avanti» disse schietto Jungkook, «non c’è mai stato nulla tra di noi».
Jimin osservò i presenti confuso, poi fu Seokjin a parlare «A questo punto Jimin, l’unica cosa che nessuno ha capito, è che cosa provi tu».
A quelle parole gli occhi di Taehyung incontrarono i suoi e sentì una stretta al cuore.
Taehyung voleva stare con lui e questa consapevolezza lo rendeva felice, immensamente felice.
A quel punto Jimin prese la sua decisione, afferrò svelto una mano di Taehyung e per la prima volta nella sua vita si sentì imbarazzato a toccarlo. 
Lo tirò a sé e con un semplice “scusate” abbandonò l’appartamento portando con sé il suo migliore amico.
Non andarono molto lontani, si sedettero sui gradini appena fuori dall’appartamento, Taehyung lo osservava quasi spaventato, mentre lui fissava il pavimento.
«Sono una persona egoista» disse poi il maggiore.
Taehyung lo osservò confuso «Non è vero».
«Sì», asserì «Ti ho baciato perché non sopportavo di vederti con qualcun altro».
Taehyung sospirò «Non ha più importanza, era solo un malinteso…»
«Sei stato più perspicace di me» disse guardandolo negli occhi.
Taehyung non sapeva che dire.
«Gli amici non si comportano come noi».
«E quindi che vuoi fare?» Chiese il minore, «non te ne vai vero?».
Jimin scoppiò a ridere «No, stupido, resto con te, come sempre».
Taehyung sorrise apertamente. Jimin chiuse gli occhi, appoggiando la testa alla spalla dell’altro. 
Poteva ritenersi fidanzato?
 
 
Note dell’autore: Ehi! Siamo giunti quasi alla fine, ma no, non è ancora finita, ci sarà un epilogo che penso uscirà abbastanza presto.
Vi piace come si è conclusa la faccenda?
Fatemi sapere cosa ne pensate e grazie per essere arrivati fino a qui!
   
 
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