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Autore: Khailea    22/05/2020    0 recensioni
[Beastars]
In questo mondo in cui erbivori e carnivori convivono in un apparente stato di pace, possono venire a crearsi molte più storie di quelle che si possono immaginare; come quella di un'improbabile amicizia che tenterà di superare il confine di due mondi così distanti, eppure così vicini.
ATTENZIONE: La storia contiene al 99% personaggi di mia invenzione, ci saranno però piccoli riferimenti alla storia originale, e verso gli ultimi capitoli uno spoiler se non si è almeno arrivati al volume 124 della storia originale di Beastars.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Credo di non aver mai trascorso una notte peggiore di questa.
A malapena sono riuscita a chiudere occhio, e nei momenti in cui mi addormentavo continuavo a vedere i corpi di quegli animali appesi e tagliati.
Ho perso il conto di quante volte sono dovuta andare in bagno per dare di stomaco, e per mia madre non è stato sicuramente facile aiutarmi visto piangevo di continuo.
Per lei mi sono semplicemente ubriacata troppo, e per questo sono stata così male. Non credo potrò dir loro quello che è successo, anche perché ormai ho perso l’occasione.
A prescindere da tutto però non posso evitare di andare all’università, e così al suono della sveglia mi alzo e vado a sistemarmi rapidamente.
Credo che ormai l’odore della saliva sia andato via, o almeno spero.
Però ancora non smetto di pensare a quella gatta, ed alla paura di rivederla.
E’ ovvio anche lei frequenti la mia stessa università, ma non sembra del mio anno. Forse sono fortunata e sono i suoi ultimi mesi.
A prescindere da questo, non voglio che mi riconosca, così mi vesto con un tono di grigio e mi porto dietro degli occhiali da sole ed un cappello.
E’ rischioso per me vestirmi così, perché posso esser confusa con il cemento facilmente, ma meglio essere schiacciata che mangiata.
Ormai tutti sono già fuori, così posso anche evitare di far colazione visto mi sento una morsa alla bocca dello stomaco, quindi esco subito andando a prendere la bicicletta.
Sarà ammaccata, ma almeno è funzionante.
-Cerchiamo di dimenticare tutto…-
Prendendo un profondo respiro inizio a pedalare, apprezzando in particolar modo il vento della mattinata.
Mi fa sentire in qualche modo più viva.
Involontariamente sto andando più lentamente del solito, probabilmente perché il mio stesso corpo tenta di tenermi lontana da quella gatta, ma in un modo o nell’altro arrivo comunque all’università, con Hatsuyo che mi aspetta davanti all’entrata.
Non so come dovrei approcciarmi con lei, visto se mi avesse accompagnata non sarebbe successo niente.
Dirglielo però non mi sembra una buona idea, ho paura poi lo racconterebbe a qualcuno, ed allora la mia famiglia mi terrebbe chiusa in casa, mettendo a rischio anche gli studi.
-Masuy!-
Non appena mi vede mi saluta con una mano, sorridendo allegra, io però non riesco a ricambiare molto.
-Come è andato il ritorno ieri sera?-
-Tutto bene…-
Sono stata quasi mangiata, ma tutto bene no?
Continuo a pensare che in parte la colpa è anche sua, per questo non mi va di chiacchierare più di tanto.
-Sicura? Sembri uno straccio.-
-Ho avuto alcuni problemi a prendere sonno.-
Non è proprio una bugia, anche se non le sto dicendo il perché.
-E’ per via dell’esame che avremo a breve? Anche io mi sono sentita in colpa per non aver studiato.-
-Già, ci sono molte cose per cui sentirsi in colpa ultimamente.-
Seppur borbottando non riesco a frenare la mia lingua, ma lei non sembra aver capito.
-Come?-
-Ho detto che ci sono molti esami che mi preoccupano.-
-Sono sicura li passerai tutti.-
Anche se sta cercando di tirarmi su di morale non serve a molto, ed in questo momento non mi importa nemmeno degli esami che abbiamo.
Mi limito quindi a seguirla fino alla classe, dove subito andiamo a sederci. Non ho visto la gatta nei dintorni, e dalla porta stanno entrando solo altri animali che non conosco.
-Masuy, perché ti sei vestita così oggi?-
-Che intendi?-
La domanda è un po’ sciocca, visto sappiamo entrambe che una delle regole basi degli animali di piccola taglia è vestirsi in modo d’esser sempre notati.
-Beh, sei molto grigia.-
-Non avevo altri vestiti purtroppo.-
-E perché gli occhiali da sole?-
E’ la prima volta che le sue domande mi irritano tanto, ma non voglio farglielo notare.
-Penso di aver bevuto un po’ troppo ieri, quindi la luce fuori mi dava fastidio.-
-Oh, non pensavo ti bastasse solo una birra.-
Almeno con questo dovrebbe stare buona, nel frattempo vedo con sollievo che sono praticamente tutti arrivati, incluso il professore, quindi possiamo iniziare la lezione.
Riesco però a malapena ad ascoltarlo, quindi dubito proverò a prendere appunti. Almeno per questo sono sicura Hatsuyo mi darà una mano però.
Le prime due ore di lezione passano quindi nel mio vano tentativo di rimanere sveglia, dopo di che ci attende una pausa e l’ultima lezione per la giornata.
-Vogliamo andare in mensa Masuy?-
-Va bene, magari mi prenderò un caffè.-
Anche se non posso esagerare, altrimenti per qualcuno piccolo come me farebbe male al cuore, però ho bisogno di qualcosa che riesca a svegliarmi.
La sede per le lezioni e la mensa, pur essendo all’interno della stessa area recintata, sono due  edifici separati, ma basta comunque poco per arrivarci.
Nuovamente mi metto il cappello e gli occhiali da sole, procedendo a testa bassa fino ad arrivare all’uscita.
Più mi muovo senza incontrare quella gatta però più mi sento serena, visto è più probabile i nostri orari non coincidano.
Magari posso anche togliermi queste cose, inizio a sentirmi ridicola.
Come nelle classi anche alla mensa ci sono tavoli per ogni misura, e nonostante non ci siano muri separatori carnivori ed erbivori siedono in punti separati; questo mi ha sempre dato sicurezza, perché nessun carnivoro sarebbe in grado di far nulla sotto gli sguardi di tutti.
Mentre Hatsuyo prende un panino io per il momento mi limito a degli spicchi di mela, anche se in realtà sono parti molto più piccole, e ad un caffè.
-Spero non mi faccia troppo male, non vorrei passare un’altra notte insonne.-
Cercando di non pensarci raggiungo la mia amica al tavolino che ha occupato, sistemando le mie cose e sedendomi.
-Sei riuscita a seguire qualcosa della lezione?-
-No, ero troppo stanca.-
-Forse saresti dovuta rimanere a casa.-
Non ha tutti i torti, ma l’università è molto importante per me, e visto è stata una scelta mia non penso sia giusto nei confronti della mia famiglia non andare a lezione.
-Dormirò subito dopo le lezioni, non preoccuparti.-
Se mi avesse accompagnata non avrei questi problemi adesso…
-Ooooh eccoti qui!-
Improvvisamente sento qualcosa afferrarmi per la coda e sollevarmi da terra, mentre Hatsuyo ha iniziato a fissarmi con fare terrorizzato, ed anche altre persone stanno sussultando spaventate.
-Hiiii!-
La gatta dell’altra sera, incurante del fatto siamo in mezzo a tantissimi animali, mi sta tenendo come se fossi un giocattolino, e quasi mi viene la nausea.
Non si rende conto sta violando una legge sociale per la convivenza tra specie diverse?!
E’ così desiderosa di mangiarmi che è pronta a tutto!
-M-Masuy!-
Hatsuyo purtroppo non può far niente, se non alzarsi ed arretrare.
-Ti chiami Masuy? E’ una nome carino! Io sono Nekumi Kuribashi.-
Bene, così saprò il nome da dare alla polizia!
Perché nessuno fa niente per aiutarmi?
La mia vita è in pericolo!
Nel frattempo la gatta, che a quanto pare si era inginocchiata, mi mette letteralmente sul suo palmo aperto, tenendomi a pochi centimetri dal muso.
-Come sei caruccia sotto la luce. Ieri sera non lo avevo notato.-
-Ieri sera?-
Hatsuyo sembra ancor più confusa, e ci guarda entrambe impaurita.
Oh no, non vorrà raccontare del mercato!
Non può essere così stupida. Metterebbe a rischio la sua immagine, mentre io l’unica cosa che rischio è il dover star chiusa in casa.
Però dopo tutto quello che ha fatto non so cosa pensare.
-Sì, si era persa e l’ho accompagnata in stazione prima qualcuno le facesse male.-
Ti prego continua al rimanere sul vago, già questo dovrebbe bastare a far sentire Hatsuyo in colpa senza però rivelare tutto quanto.
Io nel frattempo fisso le punte delle dita, per il momento ancora senza unghie; è un’altra delle varie leggi il fatto i carnivori non possano mostrare gli artigli se nei dintorni ci sono degli erbivori.
-Vedo che sei tornata senza problemi. Avevo iniziato a preoccuparmi quando non ti ho vista in classe.-
Come sarebbe?
Io sono entrata praticamente prima di tutti e non l’ho vista arrivare.
-P-per favore non farle del male.-
Hatsuyo cerca di aiutarmi, seppur stando lontana, ma non so quanto potrebbe fare.
-Ahaha ma ti pare che se volessi farle del male l’avrei aiutata ieri sera?-
Anche se dice così infondo è un felino, sappiamo tutti amano giocare con il cibo. Mentre parla però ha notato qualcosa sul tavolo, ed ha subito avvicinato la zampa.
Vuole rubarmi il portafogli?!
-Ma questo è caffè. A voi topolini fa male non dovreste berlo.-
Così dicendo si alza di scatto portandomi con sé, e sia io che la mia amica squittiamo spaventate. Vorrà portami sicuramente in un luogo dove non c’è nessuno!
-Dai, prendiamoti un po’ di latte Masuy.-
-Come?-
Ok perfino io non riesco a pensare ad un motivo per il quale dovrebbe prendermi del latte…forse per inzupparmi come un biscotto?
Credo di sentirmi male.
Questo comunque non la ferma dall’andare al bancone ed ordinare una tazza formato topo, dopo di che, incurante di Hatsuyo, mi porta fino ad un tavolo di grandezza normale, sul quale si siede e mi lascia andare.
-Ecco, dovrebbe avere un sapore migliore rispetto al caffè.-
Se non l’avessi vista comprarlo potrei pensare l’ha avvelenato, ma ho troppa paura si arrabbi per evitare di berlo, quindi mi costringo a farlo.
-Allora, immagino tu non abbia parlato con nessuno del fatto ti sei persa.-
Preferirei non avere questa conversazione in mezzo a tanti altri animali, che già ci stanno fissando per il modo in cui lei si è comportata, ma in generale preferirei non avere questa conversazione e basta.
-P-preferirei di no…-
-E’ comprensibile, però con qualcuno dovrai pur farlo, ma sei fortunata. Ci sono io apposta.-
Credo che improvvisamente mi metterò ad urlare d’esser stata al mercato nero e che mi hanno quasi mangiata.
Perché non può semplicemente lasciarmi in pace?
-Oggi pomeriggio hai da fare?-
Mi fa questa domanda come se nulla fosse, e come se non implicasse morte certa.
-Devo tornare a casa.-
L’avrò infastidita con questa mia risposta?
Vorrà schiacciarmi?
Mi aspetto, come sempre, il peggio, ma la gatta si limita a fissarmi muovendo la coda.
-Capisco, spero almeno oggi non avrai problemi ahahah.-
Perché deve comportarsi così?
Non è normale, soprattutto da parte di un felino. Ho sempre più paura abbia una mente malata, e che tutto questo si tradurrà in qualcosa di orribile per me.
-Come mai eri fuori ieri sera comunque?-
-Ero uscita con delle amiche.-
Purtroppo non posso fuggire, anche perché sono su un tavolo e se saltassi da quest’altezza mi romperei una gamba. L’unica cosa da fare è continuare a parlare fino a quando non si stancherà o sarà costretta ad andarsene.
-E non ti hanno riaccompagnata? Di solito voi piccoletti vi muovete in gruppo.-
Da buon predatore era impossibile non sapesse questo dettaglio, mi fa quasi venire i brividi.
Ci osserverà ogni volta che le passiamo vicino?
-Non potevano, ci sono stati alcuni problemi.-
-E’ un po’ da irresponsabili. Potevano farti del male.-
Ecco, questa è la prima cosa sensata che abbia mai detto. Mi piacerebbe che Hatsuyo fosse più a portata d’orecchio, ma è ancora al nostro tavolo a fissarci preoccupata.
-La prossima volta chiama un taxi e basta.-
-Lo so, avrei dovuto.-
Mi sarei evitata tutte queste situazioni impensabili.
-In caso io abito nei dintorni, possiamo scambiarci il numero di telefono così correresti meno pericoli.-
A quella proposta penso il mio pelo sia diventato completamente bianco.
Non posso dare il mio numero ad un felino! Però ho paura non mi lascerà andare in caso contrario.
Potrei darle un numero falso, ma se lo scoprisse sono sicura mi farebbe a fette.
Vi scongiuro, qualcuno mi porti via da qui!
Per quanto io possa pregare però lei prende comunque il suo cellulare, ed aspetta che io cominci a dettare.
Sento la gola completamente secca, ma a poco a poco mi costringo a dire tutti i numeri, anche se tento di andare quanto più piano possibile.
Al termine mi sento come se un macigno mi fosse salito sulla schiena, mentre lei è incredibilmente allegra.
-Bene. Allor ci sentiamo Masuy.-
Finalmente si alza dal tavolo allontanandosi, e tiro un lungo respiro di sollievo.
Sono viva, ma non fuori pericolo.
-Aspetta…ma mi lasci qui così!?-
Ecco lo sapevo! E ora come dovrei fare?
Non mi sono mai arrampicata in vita mia figuriamoci se sono in grado di scendere da una superficie liscia e senza appigli.
-Masuy! Masuy stai bene?-
Naturalmente Hatsuyo, ora che il pericolo è passato, si precipita da me con tutta la mia roba.
-No! Come faccio a scendere?!-
-A-aah! Qualcuno può aiutarci?-
La maggior parte degli altri animali sta già andando via senza fare caso a noi, ed a questo punto dubito faranno qualcosa.
E’ sempre così, se sei un erbivoro o piccolino la vita è solo più difficile.
Per non perdere la lezione non mi resta altro da fare se non scendere da sola, ma già solo il pensiero mi da le vertigini.
La parte più facile è passare dal tavolo alla sedia, ma poi devo aggrapparmi ad una delle gambe e lasciarmi cadere.
-Hiiii!-
Purtroppo non posso prendermi il lusso di riposare, perchè Hatsuyo subito mi trascina verso l’aula in cui ci sarà la prossima lezione. Mai prima di questo momento però avrei voluto saltarne una, ma nuovamente non vedo da nessuna parte quella gatta.
Forse mi ha preso in giro e non fa nemmeno parte dell’università, oppure si è nascosta. In ogni caso credo mi stia mandando in tilt il cervello, infatti dopo solo mezz’ora sento il bisogno di tornare a casa.
-Hatsuyo io vado, domani potresti passarmi gli appunti?-
-Certo, non preoccuparti.-
Vorrei pure vedere che non lo facesse, dopo tutto il casino che ha combinato.
In ogni caso, senza farmi vedere o almeno sperando che nessuno mi veda, esco dall’aula correndo immediatamente verso l’uscita e raggiungendo la mia bicicletta.
Se quella gatta frequenta veramente la mia stessa università sono abbastanza sicura sarà a lezione, quindi è il momento migliore per andarmene.
Oggi la userei perfino se ci fosse la pioggia per quanto mi riguarda, ma per una volta la fortuna è dalla mia parte ed il tempo è perfetto, quindi non impiego nemmeno troppo tempo per tornare a casa.
Quasi non bado nemmeno al fiatone che mi è venuto a forza di pedalare con tutta la mia forza e raggiunto il portone corro addirittura per le scale.
Per il momento ancora non è tornato nessuno, quindi non devo spiegare perché io sia tornata a casa così presto, ed immediatamente corro nella mia stanza sdraiandomi sul letto.
Mi sento completamente distrutta e tutto ciò che vorrei fare sarebbe smettere di pensare, anche solamente per un’ora.
-Vi prego, ditemi che è tutto un sogno…-
   
 
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