Ringrazio
anche solo chi
legge.
Dedicato
a mia cugina che
ha inventato il personaggio. Song-fic sulla canzone Before The Dawn
degli
Evanescence.
Prima
dell’alba
Maybe tonight, we'll fly so far away.
We'll be lost before the dawn.
La
changelling avanzava
lungo il corridoio di metallo della navicella, guardando distrattamente
il sole
oscurato dalla nebbia violetta del pianeta oltre
l’oblò. La nave spaziale
decollò, se ne accorse solo dallo scenario dello spazio che
prendeva il posto
del precedente.
Nel
suo incedere, i suoi
lunghi e morbidi capelli neri, le ondeggiavano dietro le spalle candide
e
sottili.
<
Nella mia vita la
linea di confine tra bene e male è sempre stata marcata
malamente. Non ho mai
ucciso nessuno, ma nonostante efferati crimini si svolgano intorno a
me, non ho
mai fatto niente per evitarli >.
Batté
le palpebre,
facendo ondeggiare le sue lunghe ciglia scure, i suoi occhi color
ebano, dai
riflessi violetti, erano spenti.
<
Conosco il sapore
del sangue e il colore della notte molto più profondamente
del sole.
Sono
sempre stata
insensibile a tutto.
Non
provavo orrore a
camminare lungo la scia di morti trucidati da mio padre, non provavo
confusione
davanti agli sguardi febbricitanti dei suoi mercenari. Allo stesso
tempo, però,
non ho provato la sua stessa insana felicità quando ha
distrutto Vegeta-sei.
Ero
ancora bambina
quando, dall’oblò della mia stanza, lo vidi
esplodere tra mille luci, tutti i
suoi abitanti vennero spazzati via in pochi secondi.
Sono
una donna, eppure
nessuno lo direbbe mai, per tutti è sempre stato
più facile darmi del mostro.
visto il mio aspetto >.
Passò
oltre una sala
gremita di mercenari intenti a ridere sguaiatamente e a bere da enormi
boccali
intrugli alcolici maleodoranti.
<
Mio padre mi vizia,
eppure non mi darebbe mai ciò che voglio veramente ed io
stessa non ho il
coraggio di formulare i miei veri desideri.
Perché…
temo lo sguardo
del mio oggetto del desiderio, rifuggo ai suoi occhi per non leggervi
biasimo o
ribrezzo.
Non
ha mai alzato un
dito su di me, per farmi del male. Però, sono convinta che
odi le mie fattezze
>.
Strinse
le labbra, i
segni neri sul suo viso risaltavano come lacrime nere sotto gli occhi.
<
Mio padre dice che
sono molto bella, un’esemplare unico come mia madre. Mi
racconta come,
addirittura, la coda di lei fosse più lunga del normale per
quelli della loro
specie.
Io
non l’ho mai vista, è
morta dandomi alla luce.
Si
dice a causa del modo
brutale in cui mio padre l’aveva fatta sua il giorno del mio
concepimento.
Io,
nata da una
violenza, come posso davvero essere convinta di conoscere quel
sentimento
chiamato volgarmente ‘amore’ >
rifletté.
Si
fermò davanti a una
porta metallica e vi si appoggiò con una mano.
<
Vorrei rincontrarlo
dopo l’oscurità, in un’altra vita.
Vorrei avere il coraggio di affrontarlo solo
per sostenerlo. Non chiederei niente di più che vederlo
lì, al mio fianco.
Io
chi sono? Sono
semplicemente Winter dagli occhi di gelo, la lucertola dal cuore di
ghiaccio,
la figlia illegittima di Lord Freezer >.
Avvertì
il battito
cardiaco accelerarle e socchiuse la porta, sbirciando
all’interno, la sala
d’allenamento puzzava di sudore. Notò la figura
del principe dei saiyan, guardò
di sottecchi le sue spalle nude e muscolose.
<
Vegeta…
La
prima volta che ti ho
incontrato era una notte come questa. In fondo, la nostra intera vita
è una
notte senza fine.
Solo
di nascosto, in
queste eterne tenebre, posso sostenerti, vederti.
Vivo
e rivivo in eterno
lo stesso sogno di poter vivere al tuo fianco e non vorrei svegliarmi
mai >.
Lo
vide stramazzare a
terra incosciente, entrò silenziosamente e gli si
approssimò.
< Sta solo dormendo,
era troppo stanco. In
questo momento nemmeno i suoi sensi, solitamente affilati come quelli
di una
bestia feroce, mi potrebbero percepire, lo hanno completamente
abbandonato
>.
Guardò
gli occhi chiusi
di lui e ascoltò il suo respiro profondo, rantolante.
<
Mi sento così
stupida. Lo so, Vegeta, che non mi uccidi solo perché
neanche ti sei accorto
della mia esistenza. Se mai un giorno anche mi notassi, eviteresti di
spazzarmi
via solo perché temi mio padre.
Non
conosci cos’è l’amicizia
saiyan e, anche se mai tu la scoprissi, io non farei parte della
cerchia.
Il
mio è l’amore
impossibile e folle di una stupida >.
Si
premette la mano sul
viso e scappò via, le lacrime le scivolarono il viso.
*************
Winter
entrò in
infermeria e, trovandosi davanti Vegeta privo di vestiti, si
bloccò di colpo.
“Co-cosa
fai qui?!”
gridò il principe dei saiyan, arrossando.
Winter
piegò di lato il
capo.
<
Fa quasi tenerezza
nei pochi momenti in cui ha un comportamento così normale
> pensò.
“Non
mi sembrava ti
vergognassi dei dottori” lo stuzzicò, la sua voce
era gelida e distaccata.
“Tsk,
tu sei una femmina”
borbottò Vegeta, infilandosi un paio di boxer.
Winter
piegò le labbra
sottili in un sorriso.
“Sono
o non sono di un’altra
razza?” chiese.
“Forse
hai ragione, non
credo di poterti interessare” disse Vegeta, con
più calma.
Winter
lo osservò mentre
cercava dei vestiti.
<
Sono una gran
bugiarda, ma almeno adesso posso godermi lo spettacolo del suo
fondoschiena.
In
fondo, ho mentito
tutta la vita… Non avrò mai il mio spazio segreto
con lui prima dell’alba, alla
fine della nostra lunga notte >.
***********
Winter
era stesa a
letto, gli occhi febbricitanti e le gote arrossate, sulla calotta
d’osso sotto
gli scompigliati capelli era solcata da gocce di sudore.
“Ho
saputo che sei
malata” avvertì una voce in modo ovattato. Con
fatica e sguardo offuscato, notò
un’ombra nell’angolo della stanza.
“Mi
hanno detto che è
qualcosa che non può contagiarmi. Forse perché
siamo razze diverse”. Continuò
Vegeta, con voce confusa.
<
Un errore di
valutazione… Non sono malata, sto morendo perché
non ho motivo di vivere quest’esistenza
grigia.
Ciò
che voglio non posso
nemmeno fantasticarlo, sognare è un lusso non concesso
>. Chiuse gli occhi. <
Destino crudele, possiamo cambiare tante cose, il nostro aspetto, la
nostra
razza, mai.
Vegeta,
amore mio… Non
saprai mai ciò che ho provato per te. Sono figlia di un
essere troppo
importante per ricevere un rifiuto da un suo servo, sono
l’erede di un mostro troppo
unto di sangue perché tu possa amarmi >.
*************
“Hai
sentito la notizia?
Sembra che Milady Winter sia morta”. “Suo padre non
ha fatto una piega”.
“Meglio, era una figura così schiva da incutere
timore”. “Sembrava uno spettro
già da viva, perfino Lord Freezer non l’amava. Si
sa che lui odia i fantasmi”.
Diverse voci si confondevano in brusii lungo il corridoio di metallo.
Vegeta,
nascosto nell’ombra,
osservò la piccola bara di cristallo con
all’interno il cadavere della
changelling. Nelle sue iridi color ossidiana si rifletté il
sarcofago trasparente
che veniva lanciato nello spazio.