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Il modo il cui Lena aveva reagito alla
scoperta che Kara fosse Supergirl, era stata all’inizio senza falle. Kara però
aveva subìto a sue spese, come Lena gliel’aveva fatta pesare e per dirla tutta
anche pagare.
Prima di tutto l’aveva
intrappolata nella Fortezza della Solitudine, la supereroina aveva creduto che
Lena, l’avrebbe uccisa. La mora conosceva la sua identità da prima che Kara
glielo dicesse. Supergirl quindi era stata presa in giro per settimane, e si era
sentita ancora più stupida, ad averglielo detto, ma non sapeva perché. La
rabbia che Lena le aveva sputato addosso nella Fortezza, era qualcosa che
l’aveva accompagnata anche lei, per diverso tempo dopo quell’episodio.
Finché una sua vecchia
conoscenza, Mxyzptlk, le aveva concesso di poter rimediare a quanto successo,
tornando indietro nel tempo per dire a Lena la verità prima che lo facesse Lex.
Kara si era però resa conto che in ogni momento in cui lo diceva a Lena, gli
scenari che si aprivano portavano a delle conseguenze. L’aveva vista morire per
mano di Reign, la sta perdendo per mano anche di Lex, quindi era inutile
cercare di rimediare in quel modo, ringraziò il folletto e decise che avrebbe
parlato a Lena.
“Se vuoi lavorare con Lex,
perché credi che lui sia l’eroe, liberissima di farlo” – disse con le braccia
incrociate al petto – “Non ti dirò la frase solita, ma sappi che farò quanto è
in mio potere per fermarvi” – disse lasciandola lì.
Davanti al legno di quella
porta si era resa conto, di non esserci più stata in quella casa, da quando
aveva deciso di credere che suo fratello fosse cambiato e che voleva aiutarla
con il suo progetto “Non nocere”, ma come le aveva detto Kara, Lex era dalla
parte dei cattivi, di nuovo, e lei ci era cascata con tutte le scarpe.
Quando sentì la porta aprirsi,
lo sguardo deluso di Kara era lì, e il distacco evidente, tanto che non le
disse neanche di accomodarsi. Prese un lungo respiro e vomitò con grande
dispiacere tutto quello che aveva scoperto su Lex, ma non per il fratello per sé
stessa e per Kara. L’unica cosa che le disse l’altra fu di sedersi.
Iniziò un nuovo sproloquio di
scuse, e ancora Kara la zittì.
“Non voglio parlare del
passato, Lena, mi interessa solo capire come fermare Rama Khan e Lex” – disse e
scattò in piedi come una cavalletta, quando dalla porta entrarono J’onn, M'gann,
Nia ed Alex – “Alex calma”
“Hai scritto emergenza” – disse
puntando la pistola contro Lena.
“Sì, ma non per Lena, lei sa
come ostacolare il Leviatano” – disse tenendo le mani alte e il suo corpo ancora
a scudo per la mora.
Decisero che avrebbero
distratto il dio, con i due marziani che prendevano le sembianze di Kara, per
accompagnare Lena a recuperare la tuta anti kryptonite per Supergirl.
Nel frattempo, all’Obsidian
“Dio Alex” – disse Kelly
guardando l’altra – “Peccato che abbiamo da fare” – continuò a macchinare con
il tablet, tanto da non accorgersi della rossa così vicina.
“Cosa?” -chiese prendendole i
fianchi tra le mani.
“Sei così sexy, questa tutta ti
fascia così bene” – distratta dalle labbra di Alex sul collo, ebbe la decenza
di disattivare l’audio delle trasmittenti con Lena e Kara.
“Anche la gonna ti fascia bene”
– disse l’altra portandole i palmi sul sedere.
“Alex, dammi un secondo” -disse
con il tablet poggiato sul seno della ex direttrice del DEO, e la schiena
contro la parete – “Mando questi a Lena” – poi abbandonò distrattamente il
tablet, e si lasciò sollevare dalle braccia muscolose della sua fidanzata e
sentì solo la superficie di una scrivania sotto la sua schiena e Alex finirle
sotto la gonna.
“Kelly mi ha mandato questi, ma
non sento più la comunicazione” – sorrise.
“Alex è molto attraente in
quella tutina” – ridacchiò Kara.
“Siamo lavorando come abbiamo
fatto in Kaznia” – disse Lena alzando lo sguardo verso l’altra. E la vide
incrociare le braccia al petto, sembrava disturbarla la sua vicinanza – “Cosa
ho detto?”
“Non voglio parlare del
passato” – disse la bionda allontanandosi.
“Kara ho chiesto scusa, ti ho
detto che cattureremo Lex”
“Non riguarda Lex, ma noi” –
disse barcollando quasi sui suoi stessi piedi, per aver detto quella parole.
“Scusami” – Lena non aveva
saputo dire altro.
“Io volevo solo proteggerti
dannazione” – disse gesticolando – “E tu come mi hai ripagata per questo?” – la
guardò furiosa – “Ti sei finta mia amica per i tuoi scopi, non dirò che sei la
cattiva, ma Lena” – sbuffò – “Hai usato la kryptonite contro di me”
“Sono dispiaciuta Kara, ti
prego credimi” – disse con la voce che le tremava.
“So che lo sei, ma non posso perdonarti”
– non si era neanche accorta che Lena le si era fatta vicina.
“Scusami” – disse prendendo le
sue mani che tremavano per la rabbia.
“Lena” – disse guardandola –
“Non è questo il modo”
“Voglio solo che tu senta che
dico la verità” – disse porgendosi a baciarla a fior di labbra – “Avrei dovuto
capire il vero motivo” – la guardò timidamente negli occhi, accarezzandole il
viso.
“Lena” – sussurrò con gli occhi
chiusi – “C’è un segnale”
L’altra si staccò e guardò gli
schermi, avevano trovato la posizione dei Eve, dovevano andare.
Supergirl doveva fare uno dei
suoi discorsi di speranza a tutti gli utenti dell’Obsidian, affinché
abbandonassero la simulazione e Gemma Cooper, non avesse la possibilità di
eliminare tutta una popolazione. Lena aveva fornito a Kara le lenti, e adesso
monitorava la sua “amica” attraverso gli schermi. Ebbe un brivido alla schiena
e si voltò trovandosi Andrea Rojas, con una scheggia di kryptonite pronta ad
ammazzare Kara.
“Andrea, non farlo” – disse
mettendosi davanti a Kara, proprio come lei aveva fatto quella mattina con lei.
“Se non la fermo, uccideranno
mio padre”
“Ricordi? La promessa? Tu
aiutami a lasciare Supergirl liberare gli utenti, io ti aiuterò con tuo padre”
– disse Lena, ormai con quel pugnale sotto il mento. Non aveva paura, adesso
sapeva che avrebbe protetto Kara a qualunque costo.
“Ci aveva tradite nell’altra
vita” – disse Lena guardando Eva e sua madre lasciare il laboratorio.
“Come credi io abbia fatto con
te” – rispose Kara ancora con indosso la tutina.
“Ero ferita Kara, reagisco
così, è un mio difetto” – rispose.
“Quante volte ho vissuto il
momento in cui te lo dicevo” – disse Kara incrociando le braccia al petto – “In
Kaznia te lo volevo dire, ma tu eri troppo amareggiata per colpa di Eve” –
disse.
“Che vuoi dire?” – chiese Lena
non capendo la prima parte del suo discorso.
“Una mia vecchia conoscenza mi
voleva concedere la possibilità di potertelo dire nel momento che ritenevo più
opportuno” – disse guardandola, Lena alzò lo sguardo – “Ti ho visto morire ed
ho capito che ho fatto bene a non dirtelo, almeno saresti stata al sicuro”
“Ed io ho fatto qualcosa di cui
mi sono già pentita” - rispose.
“Non mi pento di aver tenuto al
sicuro la” – abbassò lo sguardo, sapeva che Lena aveva capito – “donna che amo”
– Lena con uno scatto verso di lei le prese le mani sui fianchi.
“Ti amo anche io Kara” -disse
posando le labbra sulle sue – “Sono stata una stupida, ero così spaventata”
“Shh, è tutto okay” – disse
prendendole il viso tra le mani. Impresse le labbra su quelle dell’altra,
approfondendo velocemente il bacio. Sentì le braccia della mora stringersi
dietro il suo collo e portò i suoi sul jeans dell’altra – “Non capisco il
jeans”
“Non ti piace?” -sussurrò sulle
sue labbra.
“Molto, i pantaloni valorizzano
sempre, ma i tuoi vestiti sono più pratici”
“Uhm, Kara, chissà quante volte
hai guardato attraverso” -la prese in giro.
“Mai, ma adesso non ne ho
bisogno” – disse premendo ancora le labbra sulle sue.
“Portami a casa” – le
mordicchiò le labbra, e con un fruscio furono in camera di Lena. Si spogliarono
lentamente, senza alcun tipo di fretta, la mora godette a pieno di non vedere
alcun che, sotto la tutina da supereroina dell’altra. La bionda le sbottonò la
camicetta e lanciò i suoi jeans, prendendo tra le braccia l’altra sfiorandole
il sedere scoperto dal tanga. Lena mordendosi il labbro inferiore, la spinse
sul letto e le finì cavalcioni, e ci volle poco perché incominciassero a darsi
piacere a vicenda.
“Ka-ra” -sibilò Lena muovendosi
in sincrono sul bacino dell’altra, inarcando la schiena, e stringendo le mani
della donna sotto di sé.
“Le-na” - ansimò la bionda in
preda all’orgasmo. Sentì l’altra appiattirsi sul suo petto esausta e tremante.
La supereroina le accarezzò la schiena dolcemente e poi le scostò i capelli dal
viso – “Grazie per avermi protetta dall’ombra” – disse baciandola.
“Figurati, noi siamo l’una per
l’altra no?” – sorrise godendosi i suoi bacini.
“Sempre” – sorrise Kara
guardandola intensamente negli occhi.