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Autore: vanity88    11/08/2009    2 recensioni
Era sera nella fredda Vancouver. L’aria mite del giorno, aveva lasciato spazio al freddo della notte e la temperatura era calata ulteriormente.
Dalla finestra di quella camera d’albergo si potevano osservare i folti boschi del Canada e la luna con il suo pallore, punto di riferimento per tutte le stelle del cielo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Attori film
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era sera nella fredda Vancouver. L’aria mite del giorno, aveva lasciato spazio al freddo della notte e la temperatura era calata ulteriormente.

Dalla finestra di quella camera d’albergo si potevano osservare i folti boschi del Canada e la luna con il suo pallore, punto di riferimento per tutte le stelle del cielo.

Tutti erano fuori, tranne qualcuno che aveva preferito trattenersi nella propria stanza in solitudine.

Le casse dell’i-pod lasciavano fluire nell’ambiente una melodia jazz fusion molto dolce e rilassante, quel che ci voleva quando i pensieri sembravano accavallarsi uno sull’altro nella testa creando solo più confusione.

Elizabeth se ne stava sdraiata completamente vestita sul suo letto matrimoniale a guardare il soffitto...

Non era stanca anche se la giornata era stata intensa. Per il nuovo film dovevano fare palestra tutti i giorni, allenamento fisico che gli sarebbe servito per girare la famosa battaglia dei vampiri, oltre che girare le scene previste. Ma non era quello il motivo che l’aveva spinta a restarsene da sola con i suoi pensieri e un po’ di malinconia che non sapeva descrivere, la “colpa” era di un certo attore con gli occhi chiari, molto affascinante...

 

La sua mano aveva intrecciato la mia...sì, e io lo guardavo felice, anche senza un motivo reale, solo perché lui era con me, al mio fianco e niente sembrava avere importanza.

Ma perché lo aveva fatto? Ci avevano scattato infinite fotografie...per lui sembrava così naturale stare mano nella mano con un’altra donna che non fosse sua moglie e lo era stato anche per me, perché quando c’è lui è come se perdessi totalmente la cognizione di chi o cosa ho intorno.

 

“Sei innamorata di lui” disse una vocina nella sua testa

“Non è vero”

“Sì che lo è”

 

Non avrebbe mai avuto il coraggio di ammetterlo, tanto meno di dirlo ad alta voce quanto quell’uomo la prendesse, quanto il tempo trascorso con lui fosse sempre così piacevole, fatto di scherzi e di piccole complicità. Si disse che lui era sposato e che lei non doveva fare simili pensieri...eppure quando si ritrovavano vicini il suo profumo diventava una dolce tortura, quando per sbaglio le sfiorava il braccio la voglia di attirarlo a sé diventava insopportabile.

Controllò il cellulare per vedere se ci fosse qualche chiamata o messaggio: nulla. Evidentemente lui non pensava a lei come lei a lui.

 

Toc, toc.

Guardòl’orologio, erano le unidici meno un quarto, chi poteva mai essere a quell’ora?


“Arrivo” gridò svogliata

 

Quando aprì la porta il suo cuore sussultò. Eccolo lì davanti a sé, tutto quello che avrebbe voluto e che non poteva avere...

 

“Ciao Liz”

“Oh Pet...ciao”

“Ho interrotto qualcosa? Disturbo?”

“No tranquillo, stavo solo sul letto”

“Dormivi?”

“No”

“Sono tornato in albergo per chiederti se volevi unirti a noi per bere una cosa, non sei scesa nemmeno a cena...”

Allora lo ha notato...pensò

“Mi sento solo un po’ stanca” mentì spudoratamente

“Ehi, mi guardi negli occhi quando mi parli”

Le alzò il mento per guardarla dritta negli occhi. Non sarebbe riuscita a sostenere quello sguardo, lo sapeva bene, infatti si morse il labbro e girò il volto.

“Va tutto bene?” continuò lui

“Sì”

“Non è vero, stai mentendo. Cosa stai ascoltando?”

Aveva dimenticato di spegnere l’i-pod che ripeteva all’infinito quella melodia che adorava.

Prima che potesse dire qualsiasi cosa, Peter era entrato nella stanza, oltrepassandola.

“E’...è...”

Lui la guardò e lei chiuse la porta.

“Euge Groove, Romeo and Juliet

“Sembra romantica...”

Peter si tolse la giacca e la appoggiò sul letto sedendosi.

“Ehmmm cosa fai?”

“Fino a quando non mi dirai cosa c’è che non va, non mi muoverò da qui”

 Eccolo lì, il suo incubo, il suo inferno personale si stava scatenando contro di lei e solo per qualche pensiero impuro: non era giusto.

“Giuro Pet, va tutto bene”

“Perché ti ostini a mentirmi? I tuoi occhi sono così limpidi, dicono tutto ciò che tenti di celare”

“Sul serio?” deglutì

Era ancora in piedi davanti alla porta, non si era minimamente mossa, come se un suo movimento potesse intaccare l’equilibrio emotivo della stanza. Peter invece non sembrava porsi troppi problemi e in quel momento si era alzato dirigendosi verso di lei.

“Cos...cosa leggi nei miei occhi?”

“Che ora hai paura e non capisco perché, è colpa mia? Ho fatto qualcosa che non dovevo?”

“No, no oddio no” si portò una mano al volto “Dio come mi sento stupida...”

Gli occhi le si erano riempiti di lacrime prima che potesse isolare i suoi sentimenti e ricacciarli nel più profondo del cuore, era troppo tardi per frenare le lacrime che le rigavano le guance.

“Ehi ma tu stai piangendo...e le tue mani tremano”

“Non guardarmi ti prego, non farlo”

Cercava invano di liberare le mani dalla stretta di lui, ma le sfuggì solo un singhiozzo...Peter la abbracciò, stringendola forte a sé, le accarezzava i capelli, sussurrandole che andava tutto bene, che lui era lì con lei. Non poteva sapere però che il problema era proprio quello...

Elizabeth si stringeva più forte in quell’abbraccio così bramato. Sentire il calore del suo corpo avvolgerla le impediva di pensare lucidamente, come sempre avveniva quando lui era accanto a lei.

Peter ruppe piano l’abbraccio per guardarla negli occhi e asciugarle con le mani, come in una dolce carezza, tutte le lacrime che le segnavano il volto. Erano così vicini che poteva respirare il suo respiro, probabilmente troppo vicini.

Senza rendersi conto di quello che stava facendo, Elizabeth si lasciò guidare da lui, in fondo era quello che aveva sempre desiderato...Peter si avvicinò e la baciò piano, le loro bocche si toccarono appena, poi approfondì di più il contatto schiudendo le labbra di lei e baciandola come un vero uomo dovrebbe baciare la sua donna, con passione.

Chiuse gli occhi per godersi appieno quell’attimo, probabilmente non ce ne sarebbero stati altri. Forse dal giorno seguente tutto sarebbe cambiato, lui l’avrebbe allontanata, ma in quel momento niente aveva importanza, c’erano solo loro due, due amanti come Romeo and Juliet.

 

  
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