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Autore: Lancia Delta    28/05/2020    0 recensioni
Pareva che Xana fosse morto. Il sacrificio di Kiwi, il botolo di Odd, forse era servito a qualcosa.
Tutto sembrava risolto, ma Xana è duro a morire, e tenterà di distrarre i suoi nemici per colprli alle spalle.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Nuovo personaggio, X.A.N.A.
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Gente nuova

 

Città della Torre di Ferro 

 

 16 Settembre, ore 7:30

 

Il gigante di ferro stava sorvolando i cieli attorno alla grande metropoli.

Stava iniziando le fasi di atterraggio. 

Dall'oblò tutto si faceva sempre più grande e distinto. Quello che prima era una confusa massa di oggetti disposti alla cazzo di cane, divenne un insieme più chiaro e omogeneo. 

Riuscì rapidamente a scorgere l'autostrada, prima che l'aereo si avvicinasse ulteriormente a terra.

Come degli artigli, dalla pancia dell'aereo, uscirono i carrelli di atterraggio.

Tutti i passeggeri avvertirono un leggero scossone. 

Nulla di troppo eccessivo,  naturalmente, ma quanto sufficiente a comprendere che da lì a poco il viaggio sarebbe finito. 

Il bestione, dopo diversi metri, si fermò. 

I passeggeri vennero fatti scendere e i bagagli scaricati.

Ora non doveva che aspettare le sue valigie.

Non dovette attendere molto,  e le sue grosse valigie giunsero nel nastro trasportatore. 

In realtà era stato Xana, che risiedeva dentro di lei, a far sì che le prime valigie scaricate fossero le sue.

Un modo intelligente per non sprecare tempo.

Appena prese le sue valigie, si avvicinò a un grosso macchinario, un generatore di sim di un noto operatore telefonico. 

Per ottenere una sim era sufficiente un documento di identità in corso di validità e una dichiarazione di maggiore età. 

Ma Kara, la vera Kara, a cui appartenevano i documenti era minorenne. Ma quello, per un I.A capace di clonare una persona, sarebbe stato un problema?

Assolutamente no.

Le bastò toccare un tasto del macchinario, perché questo cacciasse una nuova sim.

Appena estratta, la ridusse subito alla dimensione desiderata e mise il resto della sim, compresa la parte da abradere, con pin e puk.

Dalle impostazioni del telefono aveva fatto si che non si dovesse digitare il pin ogni volta. 

Per cui, digitò, per la seconda, e ultima volta, il codice di quattro cifre. "1655".

Cercò subito un bancomat, dove, sempre utilizzando i suoi  poteri elettrici, prelevò duecentocinquanta euro. 

Una quantità di denaro sufficiente per pagare il taxi e avere qualche soldo da parte, per ogni evenienza.

Gli mise dietro la cover del suo telefono. 

Una cover su cui era rappresentato, in orizzontale, un ironico confronto dimensionale tra GIGAKUBICA e una città. 

Se non fossero bastati, avrebbe prelevato da qualche altra parte.

Poi aprì Chrome e cercò il numero per chiamare un taxi.

Non ci volle molto che ne trovò uno.

Copiò il numero e chiamò.

Il tassista,  un uomo sulla quarantina, le rispose subito.

《Pronto pronto pronto?

Lei ha richiesto una corsa? Dove si trova?》

《All'aeroporto, sono appena arrivata》. rispose la ragazza, con un 

fortissimo accento spagnolo.

Xana preferiva far fare a lei. Avrebbe rischiato di farsi scoprire. 

《Che coincidenza… ho appena accompagnato un cliente proprio qui, mi

attenda vicino al parcheggio riservato.》

《Bien, nos vemos allí.》 Rispose, quasi involontariamente, in spagnolo.

"Spero abbia capito" pensò tra sé e sé. 

Questo era un pensiero di entrambi.  Del clone, che aveva superato la fase del Cogito ergo sum, e di Xana, che si era pentito di aver affidato un compito,  all'apparenza semplice, al clone da lui creato.

Xana, dal canto suo, aveva già in memoria la piantina dell'enorme edificio, per cui, sapeva esattamente dove si trovavano i parcheggi riservati ai taxi.

I parcheggi erano otto, quattro per le partenze e altrettanti per gli arrivi. 

Erano tutti vicini, in pratica uno dopo l'altro.

Aveva anche calcolato la distanza tra l'aeroporto e il Kadic, considerando il percorso più breve.

Il tragitto, nella peggiore delle ipotesi, le sarebbe costato quaranta euro.

Non sapeva nella migliore,  ma dato il suo pessimismo leopardiano, gli bastava conoscere la peggiore.

Pochi istanti dopo il suo arrivo, arrivò il taxi.

Una Peugeot 406, un po' vecchiotta, ma comunque, sperava l'avesse portata a destinazione. 

Il tassista, appena la vide fermò la macchina. 

Poi scese.

Aprì il la porta posteriore e le fece cenno di entrare. Appena Kara entrò,  chiuse la porta.

Poi aprì il bagagliaio. Vi infilò le due valigie e lo chiuse.

Frattanto Kara aveva indossato la cintura.

Il tassista si sedette al posto guida e si allacciò la cintura. 

Poi, rivolgendosi alla passeggera.

《Dove la porto, signorina?》

《All'istituto Kadic, sa dove si trova?》

《Si, ci studia mio figlio… sa, la retta è cara, per lui faccio due lavori, 

tassista e poliziotto, ma ne vale la pena, credimi…》

Hai fretta, o possiamo andare con calma?

《Non vorrei impegnarla più di tanto》

Disse, sempre con il suo accento ispanico. 

Al sentire quelle parole, il volto dell'uomo si illuminò. 

Smanettò con alcuni tasti in diverse parti della plancia.

Parve che il taxi si sollevasse, che  le ruote si allargassero e che dal vano posteriore uscisse uno spoiler.

In realtà tutti quegli eventi stavano accadendo realmente. 

Davanti ai suoi occhi.

Poi, il tassista, sorridendo, disse: 《Sai, io, da ragazzo, sognavo di fare il pilota, ma..

Le cose non andarono per il verso giusto.》

Quindi partì a razzo. 

"Menomale che ho allacciato la cintura" pensò.

Intanto il taxi stava sfrecciando sull'autostrada a velocità stratosferica e il tassista stava evitando decine di collisioni per un soffio.

Per fortuna l'inferno autostradale finì. 

Si entrava in città.

Tutto secondo le previsioni di Xana.

In città c'era davvero parecchio traffico, lunghe code di auto che si muovevano lentamente. 

Almeno fino all'arrivo del taxi.

Il tassista m0non aveva mai tolto il pedale dall'acceleratore.

E tirò il volante verso di se.

Dal fondo della vettura uscirono due ali.

Al contrario dell'esuberante partenza, questo rientrava nelle aspettative di Xana.

Sapeva che c'era la possibilità di usarla se ci fosse stata una situazione di traffico congestionato. 

Il taxi prese il volo.

Superò in pochi istanti la coda, e atterrò. 

Percorse il resto della strada senza particolari difficoltà, ma comunque a velocità sostenuta. 

Parcheggiò proprio di fronte al cancello dell'istituto.

Poi, rivolgendosi alla passeggera. 

《Siamo arrivati, signorina. 

Sono 35 euro》

Tutto secondo le aspettative di Xana.

La ragazza prese cinquanta dalla cover del telefono e li porse al tassista. 

Il tassista,  quasi in un gioco di prestigio, fece apparire una banconota da dieci e una da cinque euro e le porse alla ragazza, che nel frattempo si era slacciata la cintura.

Il tassista fece altrettanto, scese dalla macchina e aprì la porta alla ragazza.

Non appena uscì, richiuse la portiera. 

Poi si precipitò verso il cofano, lo aprì ed estrasse le due valigie.

Le porse alla ragazza, che nel frattempo si era avvicinata al cancello dell'istituto. 

Poi la salutò. 

E se ne andò a tutto gas, come era partito. 

Frattanto la ragazza aveva suonato il citofono, a cui aveva risposto Jim.

Si era presentata dicendo semplicemente di essere una nuova arrivata.

Non ci volle molto tempo,  che il professore/guardiano giunse al cancello.

Aprì la sezione più piccola con una chiave metallica.

Certo, Xana avrebbe potuto far saltare la serratura con i suoi poteri elettrici, ma non sarebbe stato molto sensato, una perfetta sconosciuta non sarebbe potuta entrare con così tanta facilità nel più prestigioso istituto della città, e, probabilmente, della nazione.

Jim era alto circa un metro e settantacinque, aveva i capelli castani, tenuti da una fascia bianca e occhi dello stesso colore dei capelli. 

A giudicare dalla ricrescita, non si faceva la barba da almeno due giorni.

Indossava una maglietta colori 'e cani fuendi, ossia di un colore non ben definito, probabilmente di una taglia più piccola del necessario, poiché gli lasciava la grossa pancia leggermente scoperta, una canadese della Nike, e delle scarpe da ginnastica di una marca non ben definibile. 

Porse la grossa mano alla ragazza e, sforzandosi di essere cordiale con colei che sarebbe stata una sua futura alunna, si presentò. 

《Piacere, sono  Jim Morales, sarò il tuo professore di educazione fisica.

Sappi che pretendo rispetto. 》

Timidamente, Kara-Xana disse.

《Pp piacere, Kara García.》

Jim, dopo aver mollato la presa e sollevando, apparentemente senza sforzo, le valigie della ragazza, le spiegò alcuni aspetti relativi alla  vita nell'istituto.

《Il  Signor preside mi ha incaricato di accompagnarti in quella che sarà 

la tua stanza e di spiegarti le più importanti regole della scuola.

Se fossi in te le rispetterei》

Poi fece cenno di seguirlo.

Cercando di tenere una certa compostezza, iniziò a camminare,  con passo spedito, verso l'interno dell'edificio, controllando, di tanto in tanto, di essere seguito dalla ragazza.

E continuò la spiegazione delle regole.

《Anzitutto sono vietati gli animali, di qualsiasi specie. Niente cani, 

gatti, criceti, pappagalli, cocorite, pesci rossi e via discorrendo.

Poi, qualsiasi transito da una stanza all'altra è ASSOLUTAMENTE VIETATO dopo le dieci di notte.

Entro quell'ora ogni ragazzo e ogni ragazza deve essere nella sua stanza. 

Non è vietato personalizzare la propria stanza, purché non vengano affisse volgarità. 

Se non hai un computer, te ne verrà fornito uno in comodato.

Gli orari dei pasti. 

La colazione è alle sette e mezza, alle dieci e mezza potete fare una pausa, o al bar, dove nel pagamento della retta sono inclusi due spuntini al giorno, con il limite di tre euro e dieci centesimi al giorno, possono essere acquistati o alla mattina o di pomeriggio, oppure puoi comprare qualcosa alle macchinette, dove puoi acquistare dalle dieci e mezza alle undici, e dalle quattro e mezza alle sette di sera.

La cena è servita alle otto e mezza.

Per il resto,  beh, dalle otto alle quattro e mezza del pomeriggio è vietato entrare in camera. Perché fanno le pulizie.

Ovviamente il letto te lo devi rifare te.

E devi mettere la roba sporca in una busta di plastica, che porta il tuo nome, che verrà fatta lavare ogni tre giorni.

Da quando abbiamo un nuovo prof non ci sono più errori》

Disse, accennando un sorriso. 

《A ogni capo è assegnato un codice a barre, a cui è riconducibile il tuo 

nome e cognome e la tua stanza. 

Esso viene applicato dal sistema di smistamento.

Una volta lavato e asciugato viene posto in una busta pulita e poi riportato da te》

《Chiaro》

Rispose Kara. Ma in realtà non stava ascoltando, almeno non tutto. Aveva ascoltato solo le cose più importanti.

Xana, il suo burattinaio, stava pensando a ben altro.

Intanto i due erano giunti alla stanza che avrebbe  ospitato Kara durante la sua permanenza al Kadic. Jim aprì la porta.

E rivolgendosi a Kara, le fece.

《Non è grande,  ma è accogliente.

Di solito non lo permettiamo mai, ma se vuoi, puoi andare a farti una doccia, dato che sei appena arrivata. 

Parlerò con il prof della prima ora. Ma promettenti di impiegare poco tempo…

Al preside dirò che ho avuto un problema con la serratura》

Poi, dopo aver poggiato le valigie sul letto si dileguò. 

Seguì il consiglio di Jim, e, fingendo un'incertezza nel passo, andò ai bagni. 

Portò con sé la busta, lo shampoo, il bagnoschiuma, l'accappatoio e la biancheria. 

E si precipitò in doccia.

Seguì il consiglio di Jim.

In dieci minuti fece tutto, poi tornò in camera. 

Si finì di vestire.

Con finto passo incerto giunse di fronte all'aula che le era stata indicata.

Bussò. 

Una voce maschile le disse.

《Avanti!》

Kara aprì la porta. 

La prima persona che notò, probabilmente data la sua imponente stazza, fu il preside.

L'uomo disse: 《 Ti stavamo aspettando》

Xana fece si che la ragazza abbozzasse un sorriso.

Il preside continuò.

《Lei è Kara García, una nuova studentessa. Viene dalla Spagna. 

Sarà la vostra nuova compagna di classe》

Già da appena arrivata, la ragazza aveva attirato l'attenzione di Odd.

E per Xana, che la governava era un ottimo segno.

Il preside continuò. 

《Avete domande da farle?

Non siate timidi》

La prima a fare domande fu quell'arpia di Sissi.

La sua non fu una domanda,  ma piuttosto una raccomandazione. 

《Vedi di starmi alla larga.

E di stare alla larga dal mio ragazzo》

Dopo di questa venne sommersa di domande circa la scuola in Spagna e i motivi che l'hanno spinta a trasferirsi.

Dopo quella trafila, su invito del preside, si sedette.

Scelse il banco di fronte alla cattedra, tenuta in quel momento dalla docente di scienze, la sostituta della pensionata Hertz, Anthea Hopper.

Xana conosceva quella donna per vie traverse, infatti sapeva che era la moglie del suo creatore, ma non l'aveva mai vista di persona. 

Le sarebbe stata utile per il suo piano.

   
 
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