Fanfic su attori > Johnny Depp
Segui la storia  |       
Autore: girasole1197    28/05/2020    1 recensioni
''Una volta da qualche parte ho letto che i piccoli momenti che hanno cambiato la tua vita finiscono per sommarsi e stratificarsi fino a formare una massa informe di intensità . Non ho mai trovato parole migliori per definire questa storia e sono certa neanche tu''
Come è iniziato tutto? Forse così:
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
‘’Dottoressa’’ mi sento chiamare dalla 13. Eri tu. Respiro profondamente e cambio direzione oltrepassando la porta.
‘’Mi dica signor Depp’’
‘’perché tutti hanno un compagno di stanza e io no?’’ mi chiedi con uno sguardo ironico che avrei imparato a decifrare. Era lo sguardo alla Jack.
Sollevo gli occhi al cielo: maledetta morfina. Rende tutti dei perfetti idioti .
‘’mettiamola così: lei è in una stanza in cui al massimo possono arrivare altri medici ma mai altri pazienti’’
‘’devo passare la notte senza nessuno?’’
‘’può restare uno dei suoi collaboratori con lei. Non più di uno perché non è il carnevale di Rio’’
Che cazzo sto dicendo?
Così hai riso. Ed è stata la prima volta che ti ho visto farlo. Con la testa piegata all’indietro, pallido, stanco, completamente abbandonato su un letto di ospedale quel sorriso sghembo somigliava comunque ad un piccolo inaspettato miracolo.
‘’e lei dove va questa notte?’’
‘’in un posto in cui non sarò reperibile. Ora cerchi di riposare, passerà un infermiere a controllare ogni ora e domani mattina faremo il consulto con il chirurgo.’’
Ok, brava. Molto più professionale.
Ti vedo accasciarti sul cuscino e chiudere gli occhi.
Penso ‘’questo deve essere Saturno contro  o qualcosa del genere’’ ma dico solo ‘’buon riposo signor Depp’’ e chiudo lentamente la porta uscendo.
 
**
In sala medici trovo 4 o 5 persone con gli occhi sgranati. Erano tutti lì per lo stesso motivo: sapere perché Johnny Depp fosse nel nostro ospedale. Entro nella stanza ruotando gli occhi al cielo con teatralità e mi tolgo in camice. Volevo solo tornare a casa e fare una doccia.
‘’Vic’’ sussurra Stella venendo verso di me
‘’Sì allora, cosa volete sapere?’’ chiedo alzando la testa di scatto
‘’Tutto?’’ risponde piccato Greg
‘’ha una ferita lacero-contusa alla mano destra. Vogliono farmi credere che si accidentale ma,ragazzi, ha perso parte di osso!’’
‘’ti ha chiamato James? Ha affidato il caso a te dopo un turno così lungo?’’ chiede Stella
‘’esattamente e fidatevi che non avevo molta scelta: dovevo accettare. Quella sembra la stanza degli orrori. L’ultima volta che ho visto così tanto sangue è stato quando..’’
‘’Vic, frena. Frena. Noi vogliamo sapere altro! Vogliamo sapere lui com’ è fatto, insomma..Cazzo!’’ Stella spalanca leggermente gli occhi con un’espressione che le ho visto fare un miliardo di volte e mi trovo costretta a sorridere: era oggettivamente impossibile tenere un segreto con lei
‘’Ok, ragazzi è un essere umano con un dito rotto. Niente di più. Se trovo qualcuno di voi passare casualmente vicino alla 13/ domani vi giuro che vi lascio tutte le prossime gastroscopie’’
‘’Sei il peggior primario del mondo’’ sussurra Greg
‘’Vogliamo solo un po’ di gossip’’
‘’E loro vogliono esattamente l’opposto’’
‘’Loro chi?’’
‘’Loro, tutto il team che si è portato appresso come una donna gravida’’ rispondo mentre prendo la borsa e le chiavi per andare via.
‘’Sei una stronza , lo sai vero?’’ mi dice Stella
‘’Sempre la peggiore. Stella lascio il cellulare acceso, per qualsiasi cosa io..’’
‘’Si, lo sappiamo ! per qualsiasi cosa sei reperibile. Perché non  vai a dormire su una barella già che ci sei ? così domani mattina sei giù qui prima che il gallo canti?’’
Sbuffo fingendomi offesa e poi aggiungo ‘’nessuno sa che lui è qui, fate come sempre ragazzi ok? Tombe.’’
Li saluto ed entro nell’ascensore. La mia testa era un groviglio impossibile di sensazioni: ero stanca, confusa, stremata dall’ansia , completamente incredula. Esco dall’ospedale e mi dirigo verso la macchina controllando il cellulare: 2 messaggi di mia madre dall’Italia, un lunghissima mail della mia migliore amica e una marea di sms sul gruppo dell’ospedale. Mentre cerco disperatamente le chiavi in borsa mi rendo conto nel Range Rover parcheggiato accanto a me Jerry dorme con il sedile reclinato.
Ti hanno sempre amato tutti.
‘’posso parlarle?’’
‘’il mio turno  è finito circa sei ore fa’’ affermo risoluta entrando in macchina
‘’senta, io non so se ha idea di quello che sta succedendo’’ mi dice Jerry avvicinandosi al finestrino della mia auto
‘’facciamo così: io faccio il mio lavoro e lei fa il suo. Io salvo il dito al suo capo e lei invece me lo fa salvare lasciandomi tornare a casa a riposare eh? Che dice?’’
Jerry ride, una di quelle risate da uomo anziano ma non ancora stanco della vita. Penso a papà.
‘’può andare a riposare anche lei, l’ospedale ha un ottimo team di vigilanza e il signor Depp è in un’ala assolutamente tranquilla del reparto’’
‘’le uniche notti che passo lontano da Johnny  durante l’anno sono quelle di Natale e per il compleanno di mia moglie’’
‘’ho capito’’ sussurro ‘’il suo lavoro è la sua vita. Siamo sulla stessa barca. Stia tranquillo, è in buone mani’’
‘’è una brava persona’’ mi dice Jerry serio
‘’chi?’’ chiedo ormai stremata dalla conversazione
‘’Johnny. E’ una brava persona e chi dice il contrario è un falso’’
‘’non sono un giudice, ho salvato assassini da morte certa perché questo è il mio lavoro. Un mio giudizio positivo o negativo sulla faccenda non influirà sulle cure che gli riserverò. Buonanotte signore’’
Metto in moto ponendo fine alla conversazione.
‘’E’ solo un dito del cazzo’’ pensavo mentre guidavo verso casa ‘’solo un dito. Hai operato di peggio, hai sistemato situazioni impossibili. Qual è il problema? Dieci anni di carriera e poi arriva un attore di Hollywood con un dito rotto e hai l’ansia come una scolaretta al primo esame?  E perché sono tutti così drammaticamente nervosi? ‘’
Quella sera sono tornata nel mio appartamento  a due isolati dall’ospedale completamente ignara di tutto ciò che sarebbe successo dopo ed  è stata una delle ultime volte in cui ho bevuto un bicchiere di vino rosso senza pensarti. Apro la porta, c’è Dante che mi fa le feste, lo accarezzo come per scusarmi della mia assenza.
Casa era vuota: come sempre. Ammassi di vestiti sporchi nella cesta, il frigo che piange dalla disperazione, il letto sfatto pieno di fogli sparsi per un caso studiato due notti prima, il rossetto rosso sul comodino e un libro di poesie lasciato lì per caso.
Penso ‘’devo chiamare la signor delle pulizie’’ e lo appunto su un post-it che attacco sul frigo. Guardo la foto con mamma e papà e sorrido.
 Ora che ripenso a quei momenti mi guardo con tenerezza perché quattro anni fa non ero soltanto uno stimato primario di chirurgia generale ma ero anche un disastro ambulante e l’essere umano più cinico ed incline all’abbandono che io abbia mai incontrato. Ero esattamente quello che ci si potrebbe aspettare da una che a trentanni ha lasciato il proprio paese per fare carriera ed inseguire il sogno americano: giovane, cinica , realizzata e indiscutibilmente sola.  
Accendo il pc mentre addento un panino e tutto ciò che è accaduto dopo è stato assolutamente naturale. Ho digitato il tuo nome su Google alla ricerca di qualcosa che ancora non sapessi di te. I tuoi film, la musica, due figli, molte ex ragazze tutte spaventosamente belle, tue foto degli anni novanta sempre con una sigaretta in bocca, una moglie più giovane di te conosciuta su un set.
 
‘’Tipico’’ penso mentre clicco su una vostra foto che vi ritrae felici, schifosamente fotogenici. Ricordo di aver pensato quasi subito al perché lei non fosse arrivata con te in ospedale e mi sono chiesta se non ti sentissi solo anche tu quella notte.  
Cercavo su Google il motivo della tua infelicità perché sentivo che ne sarei stata comunque tagliata fuori. Che non avrei mai potuto capire la tua vita e tu non avresti capito la mia. Saresti stato l’ennesimo paziente curato e dimenticato. E forse sentivo il bisogno di aggrapparmi a qualcosa per sentirmi viva senza imbattermi nella solita retta parallela che non incontra mai la mia.
Papà diceva che i pazienti e le loro storie ci sfrecciano accanto come un monoposto in formula uno e mi sono sempre chiesta il perché.
Prendo il telefono e apro il gruppo con colleghi di reparto.
23:30: Qualcuno può andare a controllare la ferita del paziente nella 13/?
Cancello un paio di volte e poi lo invio.
Stella mi risponde quasi subito che ci  è andato Greg e che posso stare tranquilla. Due emoticon assonate.
Fisso il messaggio e mi trascino sul letto con un calice di vino, Dante mi segue e si accoccola accanto a me.

Non ho mai avuto abbastanza tempo per fare nulla da quando ho scelto di fare il medico: per dormire, per mangiare con calma tagliando piano il cibo come nelle pubblicità, per fermarmi a pensare al passato. Tutte le volte in cui  ho creduto di potermi fermare a riflettere il mondo mi ha nuovamente invaso con novità, dolori, passioni e gioie. Così la mia vita è diventata una proiezioni delle sensazioni altrui di cui io rappresentavo solo una lente su cui riflettere.

Quando ne abbiamo parlato la prima volta mi stavi facendo guardare delle vecchie fotografie di un pomeriggio sul set con Tim e mi hai detto che le caratteristiche dei personaggi che interpreti ti restano attaccate addosso ‘’come meduse’’. Hai detto proprio così. Poi mi hai tirato un pizzicotto sul braccio e ti sei messo a ridere. ‘’Hai presente?’’ ho annuito e ti ho detto che dovevo andare.
 

 
 
 
 
 
 
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Johnny Depp / Vai alla pagina dell'autore: girasole1197